9 dicembre forconi: 01/04/18

giovedì 4 gennaio 2018

LA GUERRA DEL GHIACCIO - STATI UNITI, RUSSIA E CINA IN LOTTA PER IL CONTROLLO DELLE ROTTE ARTICHE E PER I GIACIMENTI DI PETROLIO

MOSCA PUNTA AL CONTROLLO DELLE LINEE FERROVIARIE, WASHINGTON APRE ALL’ENI LE PERLUSTRAZIONI, PECHINO INVESTE QUASI 90 MILIARDI PER GASDOTTI E GAS LIQUEFATTO

Francesco Semprini per la Stampa

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Nella conferenza stampa di fine 2017 Vladimir Putin ha voluto mettere le cose in chiaro sulle ambizioni di Mosca al Polo Nord: «La ricchezza della Russia crescerà con l' espansione nell' Artico». 

Putin ha anche detto che il potenziamento industriale russo in Artico avverrà in cooperazione con la Cina. Un monito a Washington colto da uno che di energia se ne intende, l' ex petroliere Rex Tillerson, il quale ha ribadito che l' Artico diventerà sempre più importante negli anni a venire.

Il segretario di Stato ha però anche affermato che gli Stati Uniti sono diventati inseguitori rispetto alle altre cinque «Nazioni artiche» (Canada, Islanda, Groenlandia, Norvegia e Russia), e all' avanzata della Cina. Specie perché le rotte polari sono oggi più percorribili a causa dello scioglimento dei ghiacci.

RUSSIA
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Il governo russo ha avviato una riorganizzazione delle competenze relative alle rotte del Nord, che conferisce al gigante statale Rosatom le principali deleghe al fine di gestire in maniera organica ed efficiente le attività marittime. A questo si aggiunge il potenziamento delle rotte ferroviarie con il maxi progetto Belkomur, che già dal 2023 collegherebbe Mar Bianco, Komi e Urali, e la costruzione del tratto di ferrovia Vorkuta-Ustkara nella stessa repubblica di Komi.

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L' obiettivo di Mosca è avere il controllo del pedaggio della «Northern Sea Route», la rotta Asia-Europa, che dai porti cinesi attraversa lo stretto di Bering, percorre l' Artico e termina a Rotterdam. Con l' abbattimento dei tempi rispetto alla rotta opposta, che da Rotterdam arriva ai porti cinesi passando per Gibilterra e Suez. E la Russia lo farebbe fornendo assistenza, rompighiacci e ponti radio. C' è infine lo Yamal Lng, progetto da 27 miliardi di dollari per la produzione di gas liquefatto, realizzato in collaborazione con la Cina. La gestione è affidata a Novatek e finanziata in parte dai cinesi oltre a una partecipazione della francese Total: consentirà di produrre 16,5 milioni di tonnellate di gas «super-cooled» entro il 2019. L' obiettivo è eludere le sanzioni Usa e diventare un leader nel mercato del gas naturale liquefatto

CINA
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Nell' ultimo lustro Pechino si è rivelata l' attore più attivo e generoso nell' Artico con 89,2 miliardi di dollari investiti dal 2012 al luglio 2017. Per capirci, l' intero valore dell' economia della regione artica è di 450 miliardi. Oltre alla partecipazione in Yamal c' è quella nella ferrovia russa Belkomur, l' acquisto da 15,1 miliardi di dollari della canadese Nexen, e le acquisizioni di miniere in Russia, Canada e Groenlandia per miliardi di dollari.

Oltre all' accordo siglato da Sinopec, la più grande compagnia petrolifera del Dragone, per lo sviluppo di un gasdotto e un terminal per l' export di gas liquefatto. Il progetto consentirebbe di portare gas naturale dal North Slope in Alaska (che conta riserve per 34-45 mila miliardi di metri cubi di gas) alle coste dello Stato dove verrebbe liquefatto e trasportato in Cina. Pechino sta cercando di migliorare la qualità del suo ambiente contaminato da enormi emissioni nocive, e il gas ha un ruolo fondamentale nel sostituire il carbone.

USA
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Gli Usa rimangono il Paese che ha il maggior interscambio commerciale con i partner dell' Artico, ma ogni transazione ha un valore medio di 368 milioni di dollari, mentre quello della Russia è di 790 milioni e quello del Canada di 568 milioni di dollari. Le restrizioni alle esplorazioni petrolifere in Alaska per motivi di tutela ambientale e la perdita di interesse geostrategico del Polo Nord da parte dell' amministrazione di Barack Obama hanno lasciato l' America indietro rispetto ad attori vecchi e nuovi.

Con il via libera alle esplorazioni, come quello concesso all' Eni, voluto da Donald Trump, si punta al rilancio degli Usa anche se lo scenario è oggi più competitivo. Anche sul piano militare, con la Russia che conta nella regione 425 insediamenti. La Cina da parte sua rafforza la presenza nei forum regionali al fine di acquisire maggiore influenza.

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Gli Usa, da parte loro, hanno lanciato in orbita il primo di quattro «satelliti polari» che monitoreranno l' Artico al fine - è questa la spiegazione ufficiale - di monitorare lo scioglimento dei ghiacci. In realtà il monitoraggio potrebbe essere ben più ampio. Non a caso l' ex sottosegretario di Stato Usa, Paula J. Dobriansky, rivolgendo un appello alla Nato, ha affermato: «È in corso una guerra fredda nell' Artico, con la Russia protagonista di una escalation militare che impone una risposta decisa da parte dell' Occidente».

Fonte: qui

PERCHE’ BEPPE GRILLO HA DECISO DI RIPRENDERSI IL BLOG, SGANCIANDOLO DALLA CASALEGGIO E DAL M5S?

IL COMICO ERA STUFO DI PRENDERE QUERELE PER CONTO TERZI

Francesco Bonazzi per “la Verità”

BEPPE GRILLO E DAVIDE CASALEGGIOBEPPE GRILLO E DAVIDE CASALEGGIO
Qualche milione di buoni motivi. Beppe Grillo è stufo di prendersi querele per via del Movimento 5 Stelle si riprende lo storico blog beppegrillo.it, separandolo giuridicamente dalla sua creatura politica. E contemporaneamente lega ancora di più i Cinque stelle a Davide Casaleggio.

All' inizio di una campagna elettorale che, almeno nelle speranze del comico genovese, dovrebbe portare M5S a entrare nella stanza dei bottoni, ecco un piccolo ma simbolico allontanamento di Grillo e un ulteriore rafforzamento del controllo del figlio di Gianroberto Casaleggio. Obiettivamente, in un' ottica di maggiore «normalità» di quella che si candida a diventare la prima forza politica del Paese, ci si sarebbe aspettato il contrario. Se non altro per non correre il rischio di fare della Casaleggio e associati la nuova merchant bank di un Palazzo Chigi a cinque stelle.
beppe grillo davide casaleggioBEPPE GRILLO DAVIDE CASALEGGIO

Non è certo una novità che le querele per diffamazione, e ancor più i risarcimenti danni chiesti da chi si è sentito colpito da qualche post, non siano mai andati giù a Grillo, genovese in tutto e per tutto. E' almeno dal 2009 che l'ex comico denuncia le richieste danni temerarie come strumento smaccato di «intimidazione».

Tanto che nel vecchio programma del movimento c'era questa proposta: «Depenalizzazione della querela per diffamazione e riconoscimento al querelato dello stesso importo richiesto in caso di non luogo a procedere (importo depositato presso il tribunale in anticipo in via cautelare all'atto della querela)». Nel frattempo i Cinque stelle sono sbarcati in massa alle Camere, ma non hanno portato a casa il risultato e, anzi, ogni tanto si sono messi anche loro a querelare.
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In ogni caso, il combattivo blog di Grillo ha subìto in tutti questi anni sempre nuove richieste danni per le sue denunce. Dati precisi non vengono forniti, ma dalla Casaleggio filtra che comunque si tratterebbe di alcune centinaia di milioni.

Sicuramente, un campanello d'allarme è stata la richiesta danni arrivata dal tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, che nel marzo del 2016 citò in tribunale Beppe Grillo per un post (non firmato) in cui si chiedevano le dimissioni di Maria Elena Boschi e Matteo Renzi per lo scandalo del petrolio in Basilicata. Dopo circa un anno, Bonifazi ha scoperto che, almeno secondo gli avvocati grillini, il fondatore non si ritiene responsabile del proprio blog.

Nella memoria difensiva si legge che il fondatore «non ha alcun potere né di direzione né di controllo sul blog». Ma negare che Grillo sappia che cosa succede in un blog che porta il suo nome non è facilissimo e allora ecco che con l' anno nuovo si riprende il sito e lo separa anche formalmente dal Movimento. Meglio non rischiare il patrimonio personale per qualche ritorsione politica, si è detto il comico, che tra l' altro, per essere un leader di partito, è anche decisamente solvibile.
BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTABEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA

Il nuovo blog sarà consegnato nelle mani fidate di Casaleggio junior e così, per l'ennesima volta, quella che potrebbe sembrare un altro passo sulla strada della costruzione di un partito come tutti gli altri rischia di diventare una nuova puntata della «Fattoria dei Casaleggio». Il popolo grillino, però, sul controllo pervasivo della Casaleggio e associati si fa pochi problemi, mentre anche i deputati si chiedono che cosa ci sia dietro a questa mossa del blog.

Alcuni, specialmente i fedelissimi del candidato premier Luigi Di Maio, temono che la neonata Associazione e la contemporanea separazione dal sito di Grillo siano più che altro i segnali di uno spazio che si apre a un futuro ruolo di Alessandro Di Battista.
beppe grillo luigi di maio alessandro di battista contro la legge elettoraleBEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA CONTRO LA LEGGE ELETTORALE

Che oggi sembra defilato in attesa dei risultati delle elezioni del 4 marzo. Altri, più pratici e più informati, ammettono invece che «Beppe» è semplicemente stufo di dare il nome a un blog che di fatto è il maggior strumento di propaganda di un Movimento non più personale e che gli dà anche un bel po' di noie giudiziarie. E anche qualche figura barbina.

Il 15 marzo scorso, quando venne fuori la storia che Grillo non c' entrava nulla con il suo blog, la vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani, ebbe gioco facile a dire: «Noi quereliamo Grillo e lui per difendersi che fa? Dice che non c' entra nulla con beppegrillo.it. Ha per caso un blog a sua insaputa?».

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Adesso che si entrerà nel vivo della campagna elettorale, però, questa operazione di trasparenza sul blog rischia di non accompagnarsi a una maggior chiarezza nei rapporti con la Casaleggio e associati. Che rischia di diventare, almeno in Occidente, la prima società di consulenza strategica a controllare un partito di maggioranza relativa.

Fonte: qui