9 dicembre forconi: 03/10/17

venerdì 10 marzo 2017

Il più grande trafficante della storia, Pablo Escobar, lavorava per la CIA

Il figlio di Escobar: “I segreti che mio padre non mi ha mai raccontato” 
Ciò che si scopre nel mio libro è che mio padre lavorava per la CIA, vendendo cocaina i cui proventi servivano a finanziare la lotta anticomunista in tutto il Centroamerica. Questo fatto colloca la figura di mio padre in un contesto storico differente, dove alcuni pezzi si iniziano a incastrare” 
ha rivelato il figlio del più famoso e potente narcotrafficante della storia mondiale, Pablo Escobar, noto e reso popolare da serie televisive e film come “El patrón del mal” (Il padrone del male), in un’intervista esclusiva rilasciata per presentare il suo nuovo libro “Pablo Escobar, in fraganti”, dove racconta i brutali omicidi commessi da suo padre in Colombia, inclusi magistrati, agenti di polizia e politici che lottavano contro il crimine organizzato di quel paese e contro la corruzione.
Juan Pablo Escobar, conosciuto con il nome di Juan Sebastián Marroquín fino al 2009, quando decise di pubblicare il suo primo libro su suo padre, leader del cartello di Medellín di Colombia, ed il mafioso più importante di Sudamerica, legato alla mafia siciliana e calabrese negli anni 80, ha asserito che suo padre lavorava per la CIA, finanziando la “lotta anticomunista” in Centroamerica di questo organismo.



In un servizio di 30 minuti, Escobar ha raccontato al giornalista argentino Luis Novaresio i contenuti più salienti del suo nuovo libro, distruggendo l’immagine mitica di quel “narcos” che i mezzi di comunicazione hanno creato, per avvicinare il pubblico ad un’immagine più reale della mafia, i cartelli, il narcotraffico e gli Stati come soci in affari delle organizzazioni criminali.
Con voce ferma e serena per tutta la durata dell’intervista, il figlio del narcotrafficante colombiano ha esordito parlando della fondatezza della sua testimonianza: “Io credo che alcuni capitoli di questo libro dimostrino che la paura della morte mi importa poco. Perché credo che ci siano cose più importanti, come avvicinarci alla verità delle realtà che si cela dietro gli sporchi affari del narcotraffico e della corruzione che li rendono possibili”.
“Io devo più rispetto e più amore ai miei nemici che alla mia famiglia”, ha sottolineato in riferimento agli scontri verificatisi dopo la morte di suo padre e che ancora avvengono in Colombia. Ciò dimostra che le teste cambiano, ma l’affare rimane.

In ogni aneddoto e testimonianza di Juan Pablo Escobar emerge un chiaro rifiuto verso l’attività mafiosa di suo padre ed il suo dolore per i familiari delle vittime dei suoi brutali crimini. Non lo indica come unico colpevole, ma accusa anche certi organismi di sicurezza come la DEA, la CIA e funzionari principalmente statunitensi, senza i quali Pablo Escobar non sarebbe mai riuscito a consolidare il suo potere mafioso.

“Quando scoppiò lo scandalo Iran-Contras, vi era coinvolto il colonnello Oliver North dell’esercito nordamericano e, dietro di lui, c’era la CIA, il cui capo era George Bush, padre. Dopo diventò vicepresidente dell’amministrazione Reagan e incaricato della lotta antidroga. Lo stesso personaggio i cui impiegati stavano lavorando con mio padre per vendere droga e portarla negli Stati Uniti, con il beneplacito di molti, ha affermato il figlio di Pablo Escobar."Sono tutti punti interrogativi che chiaramente iniziano a trovare risposta e ci rivelano una realtà dietro il commercio del narcotraffico molto diversa da quella che sogniamo. Perché fino ad ora ci hanno detto: 'i narcos latinoamericani hanno la capacità di eludere tutti i controlli', ma questo non è eludere i controlli, questo è comprare i controlli, avere in mano i controlli ed avere come soci gli addetti ai controlli", ha aggiunto Escobar parlando della complicità del potere politico e della sicurezza.   
“Faccio un esempio concreto. È il caso dei fratelli Rodríguez Orejuela, boss del cartello di Cali che si alleano con la DEA per combattere contro mio padre, fino a che finalmente escono dalla circolazione ed un anno dopo tutto il cartello è completamente smantellato. Due  personaggi estradati negli USA che finirono negoziando con loro, senza dover consegnare nessuno, semplicemente consegnando denaro a patto che la sua famiglia non fosse inserita nella lista Clinton. Diedero 2.000 milioni di dollari, due persone. Quella somma va moltiplicata per tutti i narcos di cui non abbiamo neanche idea della loro esistenza. In sintesi, funziona così: lasciali crescere, aiutali a prosperare e quando diventano molto ricchi prendiamo i loro soldi", ha spiegato il figlio del mafioso colombiano.  
"Tutti i paesi del mondo mi hanno concesso il visto ad eccezione degli USA. Il grande paradosso è che continuano a dare il visto ai narcos. Quindi forse non ho quel requisito", ha denunciato Pablo Escobar figlio facendo capire lo stretto legame tra il governo statunitense ed il narcotraffico del Sud-America, e ha chiarito: 
"Mio padre è stato un ingranaggio del grande commercio del narcotraffico universale. Quando non gli è più stato utile, hanno dato l’ordine di ammazzarlo. (…) È stato uno dei tanti patroni del male. E credo che questo libro mostra molti modelli, perché c'è sempre un pesce più grande”.
14 febbraio 2017

di Matías Guffanti

Fonte: qui

It Took $4 In New Debt To Create $1 In GDP

Bill Gross' letter discussing the credit deluge hitting the US came out at a convenient time: just as the Federal Reserve released its latest Flow of Funds report, which while most track to show the change in average household net worth - which is almost entirely a function of the stock market - we find it far more valuable for its nuanced information on the breakdown of US debt. And while it showed that in the fourth quarter, the net worth of US residents, mostly the wealthy ones as the bulk of financial assets is held by a small fraction of the total population, rose by $2 trillion to $92 trillion mostly as a result of a $1.5 increase in financial assets....
... we were more interest in the aggregate picture.
It wasn't pretty.
As a reminder, according to the latest BEA revision, nominal 2016 GDP was $18.86 trillion, an increase of $632 billion from 2015; the question is how much credit had to be created to generate this growth. Well, according to the Z.1, total credit rose to a new record high $66.1 trillion. This was an increase of $2.511 trillion in the past year. It means that in 2016, it "cost" $4 in new debt to generate just $1 in new economic growth!

And here are the two other key charts: the first, showing total credit (debt and loans) vs GDP growth since 1950. The trend is hardly anyone's friend, except for those who create the debt out of thin air to pocket the ever lower cash flows associated with it (and await the next inevitable bailout):
More importantly, on a leverage ratio basis, the US economy is now at a level of 350% total credit/GDP, a level which has been relatively flat since it peaked at 380% just before the crash. One way to read this chart perhaps is that the "carrying debt capacity" of the US economy is roughly 380% at which point something "unexpected" happens. At the current rate of surging credit relative to slowing GDP, and especially if Trump's fiscal plans call for trillions in new debt, the economy should get there, once again, very soon.
Fonte: zerohedge

P.S.: potete usare la funzione TRANSLATE di Google(sulla colonna di destra), selezionando prima un qualsiasi linguaggio e poi successivamente, l'italiano, per avere la traduzione automatica.

DECLINO INARRESTABILE: ECCO LA LEGGE PER DARE IL PATENTINO AI BARBIERI

Marco Donati, deputato del PD (partito i cui esponenti ogni tanto parlano a vanvera di “libbberalizzazioni”), ha presentato una proposta di legge per introdurre un patentino obbligatorio per tutti i professionisti dell’immagine personale. In pratica, se la proposta diventasse legge (e non mi stupirei se ciò avvenisse, magari con consensi anche da parte delle opposizioni, come ha scritto Leonardo Facco ieri in merito ai giardinieri), estetisti, parrucchieri, barbieri, tatuatori, truccatori o piercer dovrebbero munirsi di patentino.
Verrebbero anche regolamentate nuove professioni, come i “nail artist”, ossia coloro che si prendono cura delle unghie, che attualmente pare non rientrino in alcuna normativa specifica (sai che problemone!).
Quali sono i motivi che hanno spinto il deputato Donati a presentare questa proposta di legge?  In primo luogo, garantire professionalità, igiene e sicurezza. Cosa abbastanza inverosimile, dato che chiunque abbia un’attività aperta al pubblico è già tenuto a mantenere igiene e sicurezza. Quanto alla professionalità, nessun patentino potrà mai sostituire l’apprezzamento (o meno) da parte dei clienti. Nulla vieta, peraltro, che, come già accade, ci siano associazioni private che facciano formazione e rilascino attestati.
Già, la formazione. Diventerebbe obbligatoria per almeno 600 ore e con esame finale per poter esercitare la professione di tatuatore e piercer, e di 300 ore nel caso di make up artist. Insomma, pare che le persone non siano in grado di capire autonomamente se un barbiere o un tatuatore sanno fare il loro lavoro. Serve la certificazione statale.

L’altro obiettivo, che poi mi pare essere il primo, è “combattere l’evasione”, perché sarebbe stato stimato (non si sa come) che esisterebbe un sommerso di 15 miliardi all’anno. Non entro nel merito della questione, anche se il mio punto di vista sulla tassazione dovrebbe essere noto. Mi limito a osservare che non è necessario introdurre patentini e formazione obbligatoria (fornendo lavoro artificiale a chi dovrà offrire questi servizi a scapito di chi sarà costretto a pagarli) per “combattere l’evasione” o quello che è considerato abusivismo.
Poteva poi mancare la proposta di stabilire per legge come debbano essere denominate certe attività? Ovvio che no. E allora ecco che, se questa proposta diventerà legge, non esisteranno più (per legge!) “barbieri” e “parrucchieri”. Tutti saranno “acconciatori”. Non mi stupirei se mettessero sanzioni per chi lasciasse nell’insegna la scritta “barbiere” o “parrucchiere”.

Capite perché il declino è inarrestabile?