martedì 18 giugno 2019
TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUI TROJAN MA NON AVETE MAI OSATO CHIEDERE: I “CAPTATORI INFORMATICI” CHE HANNO INGUAIATO LUCA PALAMARA POTREBBERO AVER COLPITO ANCHE VOI: PER AFFARI, PER POLITICA, PER UNA RELAZIONE FINITA MALE
ECCO I 10 MODI PER CAPIRE SE SUL VOSTRO TELEFONO È STATO INSTALLATO UN VIRUS SENZA CHE VE NE SIATE ACCORTI
SIAMO TUTTI FIGLI DI TROJAN?
Il trojan installato sul cellulare dell’ex presidente di Roma Luca Palamara ha riaperto il dibattito sui cosiddetti “captatori informatici”, termine giuridico per chiamare i virus informatici che colpiscono ogni giorno imprenditori, magistrati, politici e anche cittadini comuni.
Dopo la riforma voluta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, i trojan possono essere usati per le indagini di corruzione, ma il loro uso è stato introdotto dal Pd per ipotesi di reato di mafia e terrorismo, come ha ricordato Mattia Feltri nel suo Buongiorno di sabato.
Alla faccia del garantismo, questo tipo di strumenti è un derivato di quelli utilizzato ogni giorno da hacker di professione, dai dipartimenti di sicurezza degli stati e persino nel mondo dell’industria. Pensate di essere un imprenditore, di voler sapere cosa fa un diretto concorrente che opera nel vostro stesso settore e di avere a disposizione un metodo efficace e semplice per poterlo spiare. Oppure, per gelosia: il vostro ex vi ha lasciato e voi volete sapere tutto di lui/lei. Non sareste tentati?
Il dato è tratto
Tutto passa dai nostri cellulari, da quegli smartphone che sono diventati un prolungamento delle nostre esistenze. Chat, foto più o meno intime, contatti, posizione in tempo reale: chi riesce a intrufolarsi nella nostra vita digitale sa tutto di noi. E può usarlo contro di noi. Ma non c’entrano solo i dati: chi inocula nei nostri smartphone un trojan può accedere da remoto alla fotocamera e quindi può essere in grado di vedere ciò che vede il dispositivo e ascoltare ciò che sente, come successo nel caso di Palamara.
E voi, siete spiati?
Com’è ovvio, non tutti i dati sono uguali, e non tutti siamo magistrati accusati di corruzione, ça va sans dire. Ma ogni individuo può essere colpito da un trojan, per affari, per una relazione finita male e chissà, semplicemente fate un lavoro importante con un po’ di responsabilità: giornalisti, scienziati, funzionari pubblici.
Ogni smartphone è violabile
Sappiatelo fin da ora: non basta avere una password elaborata. O meglio, può solo complicare il lavoro, ma alla fine “ogni telefono si può sbloccare” (la citazione è dell’azienda israeliana Cellebrite, che ha appena annunciato al mondo, con hybris mica male, di avere una tecnologia in grado di entrare in qualsiasi iphone del mondo, notizia di oggi). Dunque, come si fa? Il sito PixelPrivacy ha stilato un’ottima guida per sapere di più e provare a rimediare a un’eventuale violazione subita con un trojan.
I 10 modi per sapere se il nostro cellulare è spiato
Ci sono alcuni segnali che dovrebbero allarmarci e farci temere che il nostro smartphone è stato infettato. Sono molti, e difficili da notare. Inoltre, si tratta di fattori che possono anche essere correlati a difetti tecnici e/o al normale deterioramento del vostro dispositivo. Ma sono comunque segnali e se sono tutti presenti, è meglio dare una controllata al cellulare.
- Un utilizzo enorme e anomalo di dati
Finite sempre i giga e non sapete com’è successo? C’è una buona possibilità che qualcuno abbia installato nel vostro dispostivo un’app spia. I software di spionaggio, soprattutto quelli di bassa qualità, utilizzano molti dati, che servono per inviare le informazioni raccolte dal cellulare. Quelli di fascia alta, invece, usano molti meno dati: in quel caso, è difficile sapere se siamo spiati soltanto analizzando il consumo di traffico
- Il vostro cellulare è attivo anche quando è in standby
Al di là delle normali chiamate in arrivo, dei messaggi, delle notifiche di whatsapp e tutte le attività di cui siete consapevole, il vostro telefonino si accende anche quando è bloccato. Non solo, ci sono anche rumori e suoni inaspettati? Forse dovreste iniziare a preoccuparvi.
- Riavvio non previsto
Il vostro cellulare si riavvia senza motivo? È possibile che sia qualcuno da remoto a farlo. E se può spegnerlo e riaccenderlo, sarebbe sorprendente se fosse l’unica cosa che può fare o vedere.
- Suoni strani durante le chiamate
Le linee telefoniche ormai sono piuttosto stabili e il segnale è abbastanza forte. Insomma, non è normale ascoltare strani clic o voci distanti che interrompono le conversazioni. Se senti delle voci in lontananza e sei sicuro che la persona con cui sta parlando è sola, la tua conversazione potrebbe essere sotto controllo.
- Messaggi di testo particolari e inattesi
In genere, un messaggio con simboli strani, sequenze numeriche (apparentemente) casuali o altre cose che non capite, può essere sintomatico di un trojan o comunque di un virus. Questo perché i software di spionaggio usano questo “linguaggio in codice” per comunicare con la loro funzione remota. Ma può anche essere una buona notizia: se il trojan e chi l’ha inserito devono comunicare così significa che il loro software non funziona alla perfezione.
- Deterioramento della batteria
Dovete ricaricare spesso il telefonino perché vi si scarica improvvisamente? Anche questo, oltre a essere un fatto piuttosto comune a tutti i cellulari del mondo dopo qualche anno di utilizzo, potrebbe voler dire che siete controllati.
Il software spia installato su un telefono infatti controlla tutte le sue attività e invia queste registrazioni a un dispositivo di terze parti. Oltre all’aumento inconsueto del consumo di dati, se il vostro cellulare sta consumando più batteria del previsto, forse dovreste preoccuparvi. Questo perché il trojan fa registrazioni con la vostra fotocamera, e probabilmente tiene sempre acceso il microfono per registrare. Considerate che il software spia lavora anche quando il cellulare dovrebbe restare spento, e quindi consuma energia.
- Occhio alla temperature
Un riscaldamento durante l’utilizzo del telefono è ordinaria amministrazione e chiunque sa di cosa stiamo parlando. Ma se il vostro smartphone si scalda anche mentre è inattivo, forse è perché il software spia sta lavorando in silenzio contro di voi.
- Il vostro telefono ci mette un’eternità a spegnersi
Il momento dello “shut down” è quello in cui – anche nei pc – il dispositivo chiude tutti i suoi processi attivi prima di spegnersi completamente. Tra questi processi ci sono anche le attività di trasmissione di eventuali trojan. Avete poche applicazioni aperte in background eppure il cellulare ci mette diversi minuti a spegnersi? Ahia.
- Difficoltà nello spegnimento
Come già anticipato nel punto 8, lo spegnimento è una fase di controllo indiretto delle applicazioni in background. se non riuscite a procedere con lo shutdown o avete l’impressione che lo schermo non sia completamente nero, la causa potrebbe essere un trojan.
- Rallentamento
Avete appena comprato l’ultimo modello di smartphone eppure vi sembra che non riesca a gestire 2-3 app nello stesso momento? Una velocità ridotta è potenzialmente un sintomo che il vostro dispositivo è contorllato e monitorato.
Come faccio a essere tranquillo?
Purtroppo, oltre ai trojan, ci sono anche molte applicazioni disponibili sul mercato per spiare e/o monitorare un cellulare altrui, come Spyera, TheOneSpy, mSpy, senza nemmeno bisogno di installare un trojan. Si tratta di applicazioni che principalmente servono per monitorare WhatsApp, ma il principio è lo stesso.
In questi casi, se avete un iPhone, in teoria dovreste stare più tranquilli, perché per installare app terze (fuori dallo store ufficiale) va fatto un jailbreak. E comunque, se aggiornate iOs, l’eventuale jailbreak viene rimosso.
Ma non state troppo tranquilli, in ogni caso. Questo vale solo per i software più “artigianali” e di bassa qualità. Sui trojan “di stato” o comunque più raffinati, purtroppo, c’è poco da fare.
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IL BOICOTTAGGIO AMERICANO DI HUAWEI HA FATTO CROLLARE DEL 40% LE VENDITE FUORI DALLA CINA
IL FONDATORE HA PREANNUNCIATO LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE PROPRIO ORA CHE ERA DIVENTATO IL SECONDO PRODUTTORE MONDIALE DI SMARTPHONE, SUPERANDO APPLE E ALLE CALCAGNA DI SAMSUNG.
E INVECE SI PREPARA A 30 MILIARDI DI RICAVI IN MENO
Il bando Usa pesa sui conti di Huawei: il fondatore del colosso cinese delle tlc, Ren Zhengfei, ha stimato 30 miliardi di dollari in meno in termini di fatturato nell'arco dei prossimi due anni. La compagnia, ha spiegato, sarà costretta a "ridurre la produzione, ma la mossa americana non ci fermerà".
Huawei, diventata nel primo trimestre il secondo player mondiale degli smartphone superando Apple, deve rivedere le ambizioni sulla leadership mondiale a spese di Samsung, a causa dell'iscrizione del colosso cinese nella "lista nera" del commercio Usa. Infatti, le vendite di smartphone all'estero sono crollate del 40%, ha confermato Zhengfei, in merito alle indiscrezioni circolate.
La società dimagrirà di quasi il 30% in termini di ricavi rispetto ai 105 miliardi di dollari del 2018 e di quasi il 25% sulle previsioni annunciate a febbraio di 125 miliardi per il 2019: sono le previsioni aggiornate del colosso delle tlc di Shenzhen, in base ai 30 miliardi di minori ricavi attesi nel 2019 e nel 2020, secondo l'annuncio di oggi del fondatore.
Sorpresi da forte determinazione degli Usa
Ren Zhengfei ha ammesso che non si sarebbe mai aspettato una così forte determinazione degli Usa contro la sua compagnia. "Penso che entrambe le parti soffriranno per la situazione e nessuno alla fine vincerà", ha detto Ren, parlando nel quartier generale di Shenzhen. Huawei, per motivi sulla sicurezza nazionale, è finita nella lista nera del commercio Usa, costringendo tutte le compagnie americane che vogliono vendere componenti a ottenere specifica approvazione del Dipartimento del commercio Usa.
Dibba attacca Di Maio (e Salvini): ma nel M5S finisce sotto accusa
ROMA — Un de profundis del governo, in 126 paginette di agile «pamphlet», come lo definisce il suo autore Alessandro Di Battista. Una piccola bomba a mano tirata sul governo, su Matteo Salvini e su Luigi Di Maio. I parlamentari non hanno ancora letto il testo, uscito ieri, ma sono bastate le prime anticipazioni per scatenare una rivolta contro l’ex Subcomandante che, indeciso se andare al fronte o restare nelle retrovie, ha pensato bene di minare dalle fondamenta l’esecutivo. Perché, scrive nelle ultime righe, se continuano «gli squallidi giochi di potere», il Movimento deve fare il Movimento: «Un conto è fare un patto di governo, un altro è essere complici».
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Il viaggio in India saltato
L’esternazione di Di Battista viene contestata nelle molte chat che viaggiano tra i parlamentari. Si racconta che l’ex deputato avesse un accordo con Loft, la piattaforma tv del Fatto, per scrivere reportage dall’India. Ma il viaggio, pluriannunciato, è saltato. «L’accordo, ci aveva detto lui stesso — racconta un deputato — doveva portargli un compenso di 20-25 mila euro al mese. E invece è saltato. Per questo se n’è uscito con questo libro. Per sfruttare l’immagine del Movimento e fare soldi». Quella del denaro è una voce ricorrente tra i parlamentari, infuriati. Si racconta nelle chat che abbia partecipato più volte alle «war room», i gabinetti di guerra di Di Maio, e in un’occasione abbia spiegato di aver bisogno di soldi e di sperare in un ruolo retribuito nel Movimento. Menzogne contro una voce scomoda? Possibile, ma in molti fanno notare che Di Battista sia sempre stato a favore di un governo con Salvini e che ora il dietrofront sia motivato da altro. Con l’aggravante di parlare da quasi esterno. «Ogni volta che c’è una responsabilità — scrive un parlamentare — si tira indietro. Gianroberto gli aveva offerto di fare il sindaco di Roma e ha detto no. Luigi di fare il candidato alle Europee e ha detto no. Vuole fare la rivoluzione, ma non si fa da casa, scrivendo libri. Si fa scendendo in piazza».
L’sms «forse mai arrivato»
Un clima pessimo. Veleni e coltelli. «Pugnalate», per dirla con l’autore. Con Di Maio arroccato a Palazzo Chigi, che fa sapere di non aver letto il libro e di avere altro da fare. Il pamphlet è «Politicamente scorretto», come da titolo. Accuse, talvolta insulti. Di Battista rivela di aver cambiato idea su Salvini: «Mi fidavo di lui». Ora non più: «Sta giocando sporco. Fa strategia, provoca, cerca pretesti per attribuire al Movimento la rottura, perché la sola cosa che gli interessa è fare il premier». Salvini per Di Battista è «inaffidabile», «schiavo del potere», «un politico vecchio», «uno del sistema», «un garantista solo con gli amici». Via sms gli contestò, dice, «l’ignobile show alla Buster Keaton di Berlusconi» al Quirinale. Sms, butta lì, «forse mai arrivato». Arrivano via carta, invece, accuse e insulti. A Giovanni Malagò, «una piattola», «un coatto». Lui e Luca Cordero di Montezemolo, dice, «sono due bimbetti senza arte né parte». Fabio Fazio «uno che pensa soprattutto alla carriera», Sergio Chiamparino uno «incartapecorito». Il Pd «è iperliberista e profondamente di Destra» (nel libro si abusa di maiuscole e la parola più ricorrente è «ignobile»), mentre Salvini, prima di cambiare idea, «era molto più di sinistra del Pd».
Conte e la mancanza di coraggio
Poi c’è Di Maio: «Ho il dovere di pungolarlo, di spronarlo, di criticarlo ove necessario». Mai pensato di sostituirlo, dice. Ma ha fatto «un grande errore»: stare zitto sui 49 milioni della Lega. E il Movimento è fiacco, non ha più «un sogno». C’è n’è anche per il governo Conte: «Gli riconosco molti successi, ma il cambiamento vero si ottiene con il coraggio». Di Battista, a San Francisco, parlava così al figlio: «Andrea, sii affettuoso con papà che rosica per non aver partecipato al Consiglio dei ministri». A leggere le reazioni furiose degli altri, forse ripenserà a quel che gli disse papà Vittorio, già Msi, il giorno che entrava per la prima volta a Montecitorio: «La politica è tremenda».
Fonte: qui
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