9 dicembre forconi: 12/21/16

mercoledì 21 dicembre 2016

S’AVVIA VERSO IL FALLIMENTO L’AUMENTO DI CAPITALE MPS CURATO DA JPMORGAN (E SPONSORIZZATO DA RENZI), OGGI SI CHIUDE LA CONVERSIONE DEI BOND PER I RISPARMIATORI

SEMPRE PIU’ VICINO L’INTERVENTO PUBBLICO. IL PARLAMENTO VOTA IL DECRETO PADOAN DA 20 MILIARDI 

IL TITOLO SOSPESO PER ECCESSO DI RIBASSO (-18%)

LA BANCA HA LIQUIDITA’ PER 4 MESI


1. MPS: PEGGIORA SITUAZIONE LIQUIDITA', SUFFICIENTE PER 4 MESI

Peggiora la situazione di liquidita' del Monte dei Paschi. Lo indica la banca nell'ultimo supplemento pubblicato stamani sull'operazione Lme e sull'aumento di capitale. 

La banca ha una posizione di liquidita' positiva per i prossimi quattro mesi dalla data odierna. Alcuni giorni fa la banca aveva dichiarato una liquidita' positiva per una prospettiva di undici mesi. Altra indicazione dalle nuove carte e' la firma del Quaestio agreement con il Fondo Atlante fatta il 20 dicembre.

2. S’AVVICINA INTERVENTO PUBBLICO

Vittoria Puledda per la Repubblica

Oggi alle 14 si alzerà il velo sull’operazione di ricapitalizzazione di Mps. Nel pomeriggio dovrebbe riunirsi il cda per fare il punto sulla situazione. Il passaggio finale in realtà è domani, quando si concluderà anche l’aumento di capitale riservato agli istituzionali, ma al momento gli umori non sono positivi. Dalla conversione dei bond subordinati sono arrivati circa 500 milioni; sommati al miliardo già messo in cascina potrebbero consentire di arrivare a quel miliardo e 800 milioni che era l’obiettivo del Monte, in partenza, e forse anche di superarlo. Il fronte su cui c’è ben più nervosismo è quello dell’aumento di capitale vero e proprio e della ricerca dell’anchor investor (che per ora non si trova). A ieri il bottino delle banche d’affari era piuttosto scarso.
MONTEPASCHI GRILLI DRAGHIMONTEPASCHI GRILLI DRAGHI

Insomma, l’obiettivo di 5 miliardi sembra sideralmente lontano, solo con i mezzi di mercato (ieri a Siena si è riunita la Deputazione della Fondazione, che probabilmente aderirà parzialmente all’aumento di capitale). Il decreto di intervento dello Stato si avvicina, anche se in audizione alle Camere ieri il ministro Pier Carlo Padoan ha continuato a parlare di misure che «potrebbero» rendersi necessarie (per evitare «danni incalcolabili » nel caso di risoluzione).

jpmorgan dimon renzi padoanJPMORGAN DIMON RENZI PADOAN
Il Mef ha fatto la sua relazione in commissione Bilancio, per presentare la richiesta di autorizzazione a creare nuovo debito fino a 20 miliardi per garantire la stabilità finanziaria e per «tutelare il risparmio», espressione tornata più volte nel corso dell’audizione (non priva di toni molto critici da parte dei parlamentari, anche per quella che è stata considerata una richiesta di “delega in bianco”). Oggi Camera e Senato voteranno l’autorizzazione a fare più debito, per ricapitalizzazioni precauzionali e per le garanzie pubbliche alla liquidità di banche in difficoltà.

Padoan ha parlato di «uno o più provvedimenti» che si rendessero necessari, ma ha aggiunto che non è il caso di entrare nei dettagli ed ha escluso che il sistema sia sull’orlo del baratro. Inoltre, ha sottolineato che il nuovo debito non impatta sul percorso di rientro e che comunque «tutte le valutazioni sono state fatte in sintonia con le istituzioni europee».

PadoanPADOAN
Su Siena ieri è intervenuto anche Silvio Berlusconi. «Mps - ha detto durante il ricevimento al Quirinale - va salvato assolutamente, checché ne dica l’Europa: altrimenti ci sarebbe un disastro per la nostra storia e il nostro Paese». Noi ci siamo, ha aggiunto. Una delle note dolenti è proprio quale sarebbe, a livello Ue, la valutazione della disciplina sugli aiuti di Stato nel caso di intervento pubblico accompagnato a misure per attenuare gli impatti sui privati. Un portavoce della Commissione ha detto che sono in corso «contatti costruttivi » con il Mef.

Fonte: qui

Fmi, colpevole Christine Lagarde «Fu negligente nel caso Tapie» Il Fondo monetario: «Piena fiducia»

Respinta la richiesta del procuratore di assolvere il numero uno del Fondo monetario internazionale: quando era ministro dell’Economia favorì l’uomo d’affari marsigliese nell’arbitrato con Adidas. Lo Stato francese ci rimise 400 milioni di euro

Christine Lagarde in una udienza davanti alla Corte di Giustizia della Repubblica (Afp)

La Corte di giustizia della Repubblica francese a sorpresa ha dichiarato la direttrice generale del Fmi, Christine Lagarde, colpevole di negligenza. Nel 2008 l’allora ministra delle Finanze non fece ricorso contro la decisione del tribunale arbitrale che attribuiva 400 milioni di soldi pubblici all’affarista Bernard Tapie. Lagarde rischiava un anno di prigione con la condizionale e 15 mila euro di ammenda. Pur riconoscendo la sua colpevolezza la Corte ha preferito dispensarla da qualsiasi pena, valutando «la personalità», la «reputazione» e il fatto «che all’epoca Lagarde era occupata a lottare contro la crisi finanziaria internazionale».

A Lagarde("visto i danni economici che ha combinato alle casse pubbliche francesi"), 60 anni, nella notte è arrivata la «piena fiducia» del board del Fondo monetario internazionale. Il board si è detto convinto della capacità di Lagarde «di continuare a portare avanti con efficacia» l’incarico. Un analogo pronunciamento è giunto dalla rappresentanza statunitense, ossia dal primo azionista dell’istituzione che rappresenta 189 stati nel mondo. 
La completa fiducia
Dopo la pessima esperienza con il predecessore francese Dominique Strauss-Kahn il Fmi ha sempre ribadito in questi anni la completa fiducia in Lagarde, rinnovando a febbraio l’incarico per un secondo mandato quinquennale. E il governo socialista francese, anche se di segno opposto rispetto a quello di cui faceva parte Lagarde, ieri non le ha fatto mancare il sostegno. «Christine Lagarde esercita il suo mandato al Fmi con successo e il governo mantiene la fiducia nella sua capacità di esercitare le sue responsabilità», ha dichiarato il ministro delle Finanze Michel Sapin. La diretta interessata si è detta delusa della sentenza ma ha annunciato che non presenterà appello: «C’è un punto in cui bisogna fermarsi, voltare pagina e andare avanti». A fine 2007 Lagarde, allora ministro sotto la presidenza Sarkozy decise di ricorrere a un arbitrato privato per chiudere in fretta il contenzioso tra Bernard Tapie e Crédit Lyonnais per la cessione di Adidas. Nel luglio del 2008 il tribunale arbitrale stabilì che il «Consortium de réalisation», ovvero la struttura pubblica incaricata di liquidare il passivo del Crédit Lyonnais (in sostanza lo Stato francese) avrebbe dovuto risarcire Tapie con la cifra record di 403 milioni.

Lagarde preferì non fare ricorso(e fare un danno economico allo Stato Francese!), ed è per questo che è stata dichiarata «colpevole di negligenza».
 
La politica francese
Durante il dibattimento la presidente della Corte, Martine Ract Madoux, ha incalzato la politica francese dicendo che «quella decisione del tribunale arbitrale è stata un pugno nello stomaco, avrebbe dovuto farla reagire!». E Bruno Bézard, che all’epoca dirigeva l’Agenzia delle partecipazioni statali, ha aggiunto che «davanti a una decisione così scandalosa, anche se avessimo avuto solo un’occasione su 1000 di vincere, bisognava ricorrere in appello». In questi anni Lagarde è stata sospettata di avere voluto favorire consapevolmente Bernard Tapie, uomo d’affari ed ex ministro nel governo socialista all’epoca di Mitterrand, poi entrato nelle grazie del presidente Nicolas Sarkozy. 
Ma quella complicità non è stata dimostrata.  

Fonte: qui

A MOSCA SONO CONVINTI CHE IL MANDANTE DELL’OMICIDIO DELL’AMBASCIATORE KARLOV SIA UNO DEI NUOVI CAPI DEGLI 007 TURCHI, INTERESSATO A FAR SALTARE L’INTESA TRA PUTIN E ERDOGAN

LA PARTE “ISLAMIZZATA” DEI SERVIZI DI ANKARA NON VEDE DI BUON OCCHIO LA DISTENSIONE PRO-ASSAD

Gian Micalessin per “il Giornale”

l omicidio dell ambasciatore russo ad ankaraL OMICIDIO DELL AMBASCIATORE RUSSO AD ANKARA
Vladimir Putin non lo dice apertamente, ma ha idee assai precise sui mandanti dell'uccisione dell' ambasciatore ad Ankara Andrey Karlov. E sulle ragioni di quella plateale esecuzione. «È stata senza dubbio una provocazione rivolta a far fallire la normalizzazione delle relazioni russo-turche e a far deragliare il processo di pace portato avanti da Russia, Turchia, Iran e altri» ripete da lunedì sera il presidente russo che nel frattempo ha ordinato a Sergei Naryshkin e Alexander Bortnikov, i capi dell' intelligence esterna e interna, di scoprire «chi ha diretto le mani del killer» e innalzare il «livello della lotta al terrorismo» facendo sentire «ai banditi che questo sta avvenendo».
l omicidio dell ambasciatore russo ad ankaraL OMICIDIO DELL AMBASCIATORE RUSSO AD ANKARA

In quelle tre frasi sono condensate convinzioni e intenzioni del presidente. La prima è che Mevlüt Mert Altintas, il 22enne poliziotto di Ankara autore dell' omicidio, non sia solo un invasato fondamentalista, ma anche una pedina manovrata da quei settori dell' intelligence turca interessati a far naufragare il progetto di «pax siriana» garantito da Mosca, Ankara e Teheran.

Un progetto destinato a prender il via proprio ieri a Mosca durante i colloqui trilaterali tra il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, quello turco Mevlüt Çavusoglu e l'omologo iraniano Mohammad Javad Zarif. Colloqui in cui Çavusoglu ha parlato, per la prima volta, di «soluzione politica», accettando l'idea di un negoziato con Damasco e archiviando le posizioni di una Turchia da sempre in piena sintonia con Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Arabia Saudita e Qatar nel chiedere l'allontanamento di Bashar Assad.
PUTIN ERDOGANPUTIN ERDOGAN

Proprio questa retromarcia, per un Putin abituato a ragionare da ex del Kgb, avrebbe spinto qualcuno a utilizzare la pedina Altintas. Un qualcuno da cercare all' interno della «nuova leva» di alti ufficiali d'ispirazione islamista inseriti ai vertici del Mit (Millî stihbarat Tekilat, Organizzazione nazionale dell' intelligence) dopo la ristrutturazione segnata, nel 2009, dall'allontanamento della vecchia guardia kemalista e la nomina a capo dei servizi segreti del fedelissimo Hakan Fidan.

Che è considerato il demiurgo di tutte le inconfessabili alleanze con Jabat Al Nusra, la costola siriana di Al Qaida, e con quello Stato Islamico a cui il Mit di Fidan ha garantito rifornimenti di armi e munizioni, libero transito in Turchia e appoggi per la commercializzazione del petrolio.

Hakan FidanHAKAN FIDAN
Ora però il Cremlino vuole capire se Hakan Fidan, l'uomo a cui Erdogan affidò la propria salvezza nella notte del golpe, sia ancora così vicino al presidente turco. Nei sospetti di Putin la pax siriana guidata da Mosca e contrassegnata dalla sofferta scelta turca di abbandonare al proprio destino i ribelli jihadisti di Aleppo Est avrebbe innescato uno scontro tra la presidenza e quei settori «islamizzati» dell' intelligence decisi a far naufragare l'inedita entente cordiale con Mosca e Teheran.

ASSAD PUTINASSAD PUTIN
Quindi Putin potrebbe rispondere all'uccisione dell' ambasciatore mantenendo intatti i rapporti politici con un Erdogan, trasformato obtorto collo da nemico in alleato, ma lanciando nel frattempo una spietata guerra sotterranea contro quei settori dei servizi segreti di Ankara che osteggiano i suoi piani. Settori a cui allude quando parla di «quanti hanno armato le mani del killer».

Dunque mentre l' uscita di scena di Obama e l' investitura di Donald Trump potrebbero favorire un' inattesa pax siriana garantita da accordi tra Ankara, Mosca e Teheran l' uccisione dell' ambasciatore Karlov rischia di aprire un' inedita guerra intestina sul fronte turco. Una guerra da cui lo stesso Erdogan rischia di venir travolto.

Fonte: qui

I MISTERI DIETRO LA MORTE DELL’AMBASCIATORE KARLOV 

PERCHÉ IL DIPLOMATICO NON ERA AFFIANCATO DA UNA SCORTA RUSSA? 

LA REAZIONE DELLA POLIZIA È STATA LENTA? 

L’ATTENTATORE HA AVUTO TEMPO DI FARE UN PROCLAMA PRESENTANDO IL SUO GESTO COME UNA VENDETTA PER ALEPPO: TUTTO CASUALE? 

POTEVA ESSERE PRESO VIVO?

1 - IL KILLER DI ANKARA NELLA SCORTA DI ERDOGAN
Marta Ottaviani per “la Stampa”

l omicidio dell ambasciatore russo ad ankaraL OMICIDIO DELL AMBASCIATORE RUSSO AD ANKARA
Mevlut Mert Altintas, il poliziotto 22enne che lunedì sera ha ucciso l'ambasciatore russo, Andrei Karlov, in almeno due occasioni avrebbe operato nel servizio di sicurezza del presidente Recep Tayyip Erdogan. A riportare la notizia alcuni media locali, secondo cui l'agente prestò servizio durante le visite di Erdogan a Konya nel dicembre 2014 e a Bursa il primo febbraio 2015.

Nel preparare l'attentato al diplomatico russo nulla è stato lasciato al caso: l'uomo aveva già visitato il luogo del delitto nel fine settimana. È questo uno dei particolari emersi dalle indagini che ha fatto sorgere nuove polemiche sulle falle nella sicurezza attorno al diplomatico.

l omicidio dell ambasciatore russo ad ankaraL OMICIDIO DELL AMBASCIATORE RUSSO AD ANKARA
Il killer aveva anche chiesto e ottenuto una licenza di due giorni, ma ha impiegato quel tempo per trasferirsi in un albergo vicino alla galleria dove era previsto il discorso di Karlov. Lunedì pomeriggio si è fatto la barba si è messo un completo scuro da poliziotto in borghese e si è avviato verso la mostra per aspettare la sua vittima. Grazie al tesserino delle forze dell' ordine ha evitato tutti i controlli, incluso il metal detector.

«Quando lo abbiamo visto - ha raccontato al quotidiano Sozcu Timur Ozkan, il curatore dell'esibizione - lo abbiamo riconosciuto e capito che era già stato qui tre giorni prima. Ma non ci abbiamo trovato nulla di strano». 

I colpi esplosi contro il diplomatico sono in tutto nove, solo due sarebbero quelli che ne hanno provocato la morte.
l omicidio dell ambasciatore russo ad ankaraL OMICIDIO DELL AMBASCIATORE RUSSO AD ANKARA

Un team di investigatori russi è arrivato ad Ankara, pronto a collaborare per capire chi siano i mandanti morali dell' omicidio. Fonti vicine al governo dicono che ci sono «chiare prove» che l'attentato sia opera di Fethullah Gulen, ex imam in autoesilio negli Usa ex alleato del presidente Erdogan e dal 2013 considerato fonte di tutti i mali della Turchia, incluso il fallito golpe dello scorso 15 luglio. Si scava ovunque, soprattutto nel passato dell'assassino.

Mevlut Mert Altintas era nato nel 1994 a Soke, nel distretto di Manisa, non lontano da Smirne, roccaforte della Turchia laica, ma in un territorio sotto il controllo della confraternita islamica Naksibendi, che con Gulen non ha nulla a che vedere. I professori del Cumhuriyet Anadolu Lisesi lo hanno definito uno studente «mediocre e asociale».
l omicidio dell ambasciatore russo ad ankaraL OMICIDIO DELL AMBASCIATORE RUSSO AD ANKARA

Dopo la licenza superiore, Mevlut ha frequentato una "dershane", scuole di ripetizioni private, che preparano all' ingresso in università e dove Gulen ha sempre avuto il monopolio, tanto che dopo il golpe molte sono state chiuse. Respinto all' esame di Stato, il killer ha rinunciato all'istruzione universitaria iscrivendosi alla scuola di polizia. E qui si concentrano le indagini dei servizi segreti.

La polizia è tradizionalmente uno degli apparati dello Stato dove l'infiltrazione di Gulen è stata più efficace. A destare sospetti c'è anche il fatto che il giorno del golpe il giovane poliziotto fosse ufficialmente in licenza. Il suo superiore è finito vittima delle purghe del Presidente Erdogan seguite al colpo di Stato e che hanno riguardato decine di migliaia di persone. Mevlut durante la scuola di polizia avrebbe anche beneficiato, come molti altri, di una borsa di studio messa a disposizione da Sahin llgi, un imprenditore della zona legato a Gulen.
ANDREY KARLOVANDREY KARLOV

La stampa islamica, soprattutto il quotidiano Yeni Safak, grida a un complotto della Cia, che secondo i giornali vicini a Erdogan proteggerebbe l' ex imam. Ma secondo alcuni media turchi le parole pronunciate dal killer prima di morire, farebbero pensare un legame con al-Nusra o quella galassia di gruppi jihadisti che ha iniziato a proliferare nella Mezzaluna con lo scoppio della crisi siriana.

2 - DIPLOMATICO RUSSO, DA ANKARA ACCUSE AGLI USA
Guido Olimpio per il Corriere della Sera

ANDREY KARLOVANDREY KARLOV
Una foto che dice molto, scattata nella sala di Mosca dove si sono incontrati i rappresentanti di Iran, Turchia e Russia. Una guardia iraniana non ha mai perso di vista il collega turco. Sguardo fisso, a pochi metri dal tavolo dove erano sedute le delegazioni. Un riflesso di quanto avvenuto solo 24 ore prima, ad Ankara, con l'ambasciatore russo Andrej Karlov assassinato da un poliziotto fuori servizio, Mevlüt Altintas. Omicidio sotto le telecamere che ha sviluppato due storie parallele, tra diplomazia e indagini.

Erdogan ha mandato messaggi rassicuranti, ha annunciato che una strada sarà dedicata alla vittima. E gli inquirenti sono stati veloci nel fermare 7 persone, parenti del killer, e il suo compagno di stanza. Arresti che potrebbero essere seguiti da altri, visto che il governo sostiene che l'omicida «non ha agito da solo».
ANDREY KARLOVANDREY KARLOV

Per le fonti turche l'agguato è un piano ordito dal nemico numero due (dopo i curdi Pkk), il religioso Fethullah Gülen ospitato negli Usa, anche loro infilati - dai media - nella lista dei sospetti. La tesi è che l' assassino sarebbe stato indottrinato e preparato fin da piccolo perché avrebbe frequentato una scuola della fazione.

Inoltre nell' abitazione avrebbero trovato materiale di al Qaeda e gulenista. Addebiti da dimostrare con elementi concreti e non con semplici quanto scontati teoremi. I primi esiti dell' inchiesta, però, sono stati comunicati a Washington che ha reagito bollando come false le accuse di Ankara.

altintas ucciso dalle forze specialiALTINTAS UCCISO DALLE FORZE SPECIALI
Altintas ha certamente preparato l'azione. Si è dato malato con i superiori, ha compiuto una ricognizione nel fine settimana visitando la casa d'arte, quindi ha dormito in un hotel poco lontano evitando di tornare al suo appartamento. Lunedì sera è uscito per la sua missione. Quando si è presentato all' ingresso il metal detector è scattato ma lui ha convinto gli agenti a farlo passare mostrando il tesserino. Era un collega. Quindi si è piazzato all' interno dove ha atteso Karlov.

Poco dopo gli ha sparato 11 volte, centrandolo con 9 proiettili. Attacco concluso dall'intervento delle unità scelte. La ricostruzione lascia spazio a interrogativi. Perché il diplomatico non era affiancato da una scorta russa? La reazione della polizia è stata lenta? L' attentatore ha avuto tempo di fare un proclama presentando il suo gesto come una vendetta per Aleppo: tutto casuale? Potevano prenderlo vivo?

arresto madre di altintasARRESTO MADRE DI ALTINTAS
Anche Mosca vuole capire ed ha mandato un team di 18 funzionari che hanno ispezionato la scena dell' agguato, raccolto elementi. Nessuno abbassa la guardia temendo altre sorprese. Putin in persona ha ordinato agli 007 di incrementare la sicurezza all' interno e all' estero. Ad Ankara si sentono sotto pressione. Curdi e Isis organizzano attentati, lunedì un uomo ha aperto il fuoco davanti all' ambasciata americana, instabilità perenne.
Insieme alla difesa si pensa al dopo. Il vertice tripartito irano-russo-turco ha rilanciato la soluzione politica per il conflitto.

Il Cremlino ha presentato un programma per giungere ad una svolta, una road map ribattezzata «documento di Mosca». Il capo della diplomazia Sergej Lavrov ne ha fornito i dettagli al segretario di Stato americano Kerry aggiungendo che il piano è aperto a chiunque voglia aderire.

altintas diplomato a smirneALTINTAS DIPLOMATO A SMIRNE
Il messaggio è che la morte di Karlov - definita una provocazione - non ha fermato l'iniziativa diplomatica. Anche se non pochi sottolineano che i problemi tra Russia e Turchia restano, cercano solo di nasconderli. L'accusa a Gülen diventa la via più facile e può essere anche un test per Donald Trump: concederà l' estradizione, come è parso ipotizzare? 

Sullo sfondo Aleppo. Il sacrificio della città - tradita anche da Erdogan - non ha offeso solo Altintas ma tanti musulmani. 

Fonte: qui

CHI E’ FABRIZIA DI LORENZO, LA DONNA ABRUZZESE DISPERSA DOPO L’ATTENTATO COL TIR AL MERCATINO DI NATALE

IL PADRE: “ABBIAMO CAPITO CHE E’ FINITA” - LA 31ENNE LAVORAVA IN GERMANIA PER UN’AZIENDA DI TRASPORTI - SU TWITTER DOPO IL REFERENDUM HA SCRITTO A RENZI CRITICANDO “L’ITALIA DEI DINOSAURI” 

Paolo G. Brera e Corrado Zunino per la Repubblica
FABRIZIA DI LORENZO 2FABRIZIA DI LORENZO 

«Amare il proprio lavoro è la più perfetta forma di felicità sulla terra», scriveva Fabrizia Di Lorenzo su Twitter. La casa a due piani alla periferia di Sulmona, ora, ha le luci spente. Il giardino dove Fabrizia cenava in estate è sotto una brina gelata. La madre Giovanna e il fratello Gerardo subito, dopo qualche ora anche il padre Gaetano, sono saliti a Berlino.

ATTENTATO BERLINO 19ATTENTATO BERLINO 
Sull’asfalto della Breitscheidplatz, dove Fabrizia era andata a cercare i regali di Natale per la famiglia, la polizia ha trovato il suo cellulare e l’abbonamento per la metropolitana di Berlino. Prima di decollare il padre Gaetano, impiegato alle Poste, caldarrostaio per arrotondare lo stipendio, aveva detto: «Abbiamo capito che è finita». Il Dna, prelevato dal telefonino e dalla tessera, dirà tutto quello che serve. Per ora è dispersa.

FABRIZIA DI LORENZO 3FABRIZIA DI LORENZO 
Quando scriveva del “lavoro felice” aveva appena preso un master in tedesco alla Cattolica di Milano, “comunicazione economica”. Dopo la laurea triennale alla Sapienza di Roma, mediazione linguistica. E la magistrale a Bologna, relazioni internazionali. In Germania l’aveva trovato subito, il lavoro. Arrivata nel 2013 inoltrato, nei primi mesi del 2014 era già assunta alla Bosch, trasporti.

Gli amici di Sulmona, il direttore del giornale online Berlino Magazine per cui Fabrizia scrisse cinque articoli, ma soprattutto il profilo Twitter personale raccontano di una ragazza di straordinaria generosità, caparbia ed entusiasta. Subito dopo il liceo linguistico, lasciò il quartiere di Arabona, area depressa cresciuta sopra uno dei tanti crateri dei terremoti dell’Italia centrale. Con pochi soldi visse a Roma, poi a Bologna e «nel freddo e nel gelo di Milano » (un altro tweet).
berlino tir attentatoBERLINO TIR ATTENTATO

Studiando e appilando esami, voti. Laureata e ben specializzata, Fabrizia è salita a Berlino. Forte di tre lingue scritte e parlate, con il tedesco che poteva spendere come “conoscenza professionale completa”, e accompagnata da alcune amiche che ha frequentato fino alle ultime ore. Dieci anni fa aveva realizzato l’esperienza cardine della sua generazione: l’Erasmus all’estero. Alla Libera Università di Berlino.

La biografia dell’ultima ragazza italiana emigrata, Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni compiuti il 23 agosto scorso, ricorda da vicino quella di Valeria Solesin, 28 anni, uccisa al Bataclan 13 mesi fa. Valeria, di Venezia, viveva a Parigi inseguendo un dottorato in Demografia. Studiava le donne e i loro diritti, era un volontario per Emergency: «Leale, onesta e partecipe », l’ha raccontata Cecilia Strada. «Pulita, entusiasta e colta », dice ora di Fabrizia il direttore di Berlino Magazine Andrea D’Addio.

FABRIZIA DI LORENZO 1FABRIZIA DI LORENZO 
«Collaborò gratis fino a quando il lavoro non la costrinse a fermarsi». Pezzi sul dissidente cinese Al Weiwei, ma anche roba di servizio: dove si mangia all’Università Humboldt, pizzerie, sushi giapponesi, chioschi di kebab. «Voleva scrivere di politica internazionale, conosceva il tema dei fenomeni migratori e credeva che il terrorismo si sconfiggesse con l’inclusione». Citava spesso Bauman, a proposito.

berlino tir attentato 1BERLINO TIR ATTENTATO 
Da ragazza pratica, Fabrizia aveva trovato lavoro nella logistica. Dopo la Bosch, l’azienda 4Flow. «Era entusiasta di tutto, voleva continuare a crescere lassù », racconta in piazza l’amica psicologa. Un tweet dei tempi italiani, scanditi dallo studio, diceva: «Berlino sempre avanti: i free shop per un’economia sostenibile ». Era già “Fräulein F”, online. Anche perché, arrivata lassù, lei che amava Capossela e i Cccp, attaccava Berlusconi e si situava tra il Pd e Vendola, avrebbe scritto: «Ricordarsi perché sono all’estero, ogni sera alle 20 tg1». Il traffico di Roma e i ritardi di “Trenitaglia” erano i suoi incubi.

Fonte: qui

Donald Trump è ufficialmente il nuovo Presidente degli Usa

TRUMP AFFRONTA LE TRAGEDIE EUROPEE E CAMBIA COMPLETAMENTE LA POLITICA AMERICANA: ''GRUPPI TERRORISTICI ISLAMICI CONTINUANO A MASSACRARE CRISTIANI NELLE LORO COMUNITÀ E NEI LUOGHI DI LAVORO COME PARTE DELLA LORO JIHAD GLOBALE''. ADDIO GIRI DI PAROLE DI OBAMA

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

west e trump nella trump towerWEST E TRUMP NELLA TRUMP TOWER
“I nostri cuori e le nostre preghiere sono con i familiari delle vittime del terribile attacco terroristico di Berlino. Civili innocenti sono stati uccisi nelle strade mentre si preparavano a celebrare il Natale. Isis e altri gruppi terroristici islamici continuano a massacrare cristiani nelle loro comunità e nei luoghi di lavoro come parte della loro jihad globale. Questi terroristi e I loro complici e reti regionali e mondiali devono essere sradicati dalla faccia della terra, una missione che noi ci incarichiamo di condurre con tutti gli alleati amanti della libertà”’

Questa è la dichiarazione ufficiale di ieri sera e nello stesso tempo in omaggio alla comunicazione diretta che il 45esimo presidente degli Stati Uniti Donald Trump non intende abbandonare, è partito un tweet chiaro sulle vicende dell'intera giornata. “Oggi ci sono stati attacchi terroristici in Turchia Svizzera e Germania ed è solo il segno del peggioramento. Il mondo civilizzato deve cambiare modo di pensare”.

TRUMPTRUMP
Non crediate che in una giornata complicata, fra un comizio di ringraziamento in Alabama, un pranzo con l'uomo più ricco del mondo o giù di lì, il messicano Carlos Slim, la conferma che grandi elettori repubblicani non avevano alcuna intenzione di tradirlo e lo hanno ufficialmente proclamato presidente, Donald Trump abbia trattato con superficialità le tragedie europee.

Il tweet conferma le posizioni espresse durante la campagna elettorale sulla certezza che l’aggressione non potranno che intensificarsi, e come dargli torto, sulla mentalità sbagliata e passiva e destinata al suicidio con la quale l'Occidente accoglie clandestini, e mescola disinvoltamente profughi e terroristi;

la dichiarazione contiene il cambio completo di politica perché ai giri di parole imposti da Barack Obama che neanche voleva che si pronunciasse il termine terrorismo islamico, e ai tremolii indistinti delle dichiarazioni dei leader europei, si sostituisce un linguaggio chiarissimo, chiamando per nome il terrorismo islamico e i suoi complici; e perché chiara e toccante e’ l'allusione alla persecuzione dei cristiani, con il proposito di combattere e sradicare terroristi e complici con  quelli che lo vorranno fare, che un po' assomiglia alla willing coalition dei tempi che furono. Ancora qualcuno pensa all'isolazionismo come nota caratteristica del nuovo presidente?
CARLOS SLIMCARLOS SLIM

Nello staff formidabile di politica estera, che arriva fino al genero di Trump, Jared Kushner, passando per il neo segretario di Stato Rex Tillerson, Il petroliere più potente del mondo, per il vecchio John Bolton già ambasciatore Nazioni Unite, per il generale Michael Flynn, consigliere per la sicurezza nazionale, e per molti ancora non in un ruolo ufficiale ma certamente ascoltati consiglieri, quali sono Robert Gates, Condoleezza Rice, Henry Kissinger, si guarda con attenzione al destino di Angela Merkel e all’euroscetticismo dilagante che Trump non ritiene essere solo un fenomeno inglese, e neanche un fenomeno solo di partiti ed elettori del centro-destra ma sentimento popolare fortissimo soprattutto in Francia e in Olanda, crescente in Germania e in Italia.

henry kissinger party alla casa biancaHENRY KISSINGER PARTY ALLA CASA BIANCA
Di qui una certa cautela ma anche un interesse speciale per le elezioni del prossimo anno in Francia, Olanda, in Germania e forse in Italia. Con la variante turca, che gli studiosi di politica estera hanno catalogato come esempio tipico di un'azione apparentemente di un uomo solo che scatena un conflitto inarrestabile.

Una cosa è certo, per il presidente Trump dal 20 gennaio in avanti vanno ripensati e riscritti tutti i luoghi e le istituzioni di cooperazione internazionale, e non si salva nessuno, ne’ la Banca Mondiale ne’ il Fondo monetario internazionale della Lagarde, e nemmeno le Nazioni Unite e la NATO. Chissà se in Italia qualcuno di quelli che dormono tra palazzo Chigi il Parlamento e inutili istituti hanno capito qualcosa della rivoluzione in arrivo.

I grandi elettori hanno votato con Hamilton, titola il Wall Street Journal, basta con il metodo dei  grandi elettori, titola New York Times, che se continua così altro che 8 piani, dovrà affittare l'intero edificio. Certo è che il sistema scelto in passato per tutelare nel voto i piccoli Stati e la loro volontà senza trasformare il risultato in una imposizione neocoloniale della California o del Texas, ha fatto il suo dovere, e ha fatto strame ancora una volta per l'ennesima volta delle chiacchiere e delle false notizie messe in giro dai media liberal, che proprio non ci vogliono stare.

berlino tir attentato 1BERLINO TIR ATTENTATO 1
Questa volta si erano inventati un risultato in bilico e una rivolta dei grandi elettori repubblicani contro Trump, tale da rovesciare il risultato dell’ 8 novembre. Questa volta in parte dicevano la verità, perché ai grandi elettori repubblicani sono arrivati nell'ultimo mese decine di migliaia di lettere di proteste di minacce, e centinaia di petizioni dei soliti morti di fama per spingerli a non rispettare in spregio alla Costituzione il volere degli elettori americani.

Ma le proteste e le minacce non sono state ascoltate e solo due dei 306 grandi elettori di Donald Trump non hanno scelto lui come 45esimo presidente degli Stati Uniti, mentre sei grandi elettori democratici non hanno votato per Hillary Clinton e altri due avrebbero voluto farlo ma le leggi del loro Stato glielo hanno impedito.

attentato berlino tir 5ATTENTATO BERLINO TIR 5
Così è finita 304 a 227 sui 270 che servono per vincere, e vediamo quanto dura ancora la polemica su voto popolare e voto elettorale. Che poi gli amichetti disperati e a lutto stretto nel mondo di Hillary Clinton a partire da suo marito Bill, che rovina una eredità tutto sommato positiva dal punto di vista politico, impegnandosi in beghe ridicoli a mezzo giornali in questi giorni, non capiscono, accecati come sono dal dolore ma anche da protervia e arroganza, che una campagna elettorale in grande stile fatta per prendere il voto elettorale necessario per vincere,  che toppa sul voto elettorale, costituisce una doppia brutta figura, tanto più se si considera la mole eccezionale di quattrini spesi e la certezza di avere la vittoria in pugno.

Trump come sempre twitta e li fa di rabbia: ringrazio tutti i miei grandi sostenitori abbiamo appena vinto ufficialmente le lezioni nonostante tutti i media distorti e faziosi.

 Una sessione congiunta del Congresso si riunisce il 6 gennaio prossimo per certificare i risultati del collegio elettorale: presiederà per l'ultima volta Joe Biden che come vicepresidente è ancora presidente del Senato. Una volta che il risultato sia anche formalmente certificato con la cerimonia solenne del 20 gennaio 2017, Donald Trump sarà proclamato 45esimo presidente degli Stati Uniti.
attentato berlino feriti 3ATTENTATO BERLINO FERITI 3

E’ repubblicano con la sua vittoria ha portato al partito repubblicano una maggioranza solida alla Camera e al Senato e nei governi degli Stati che dura indiscussa per 2 anni, fino alle elezioni di meta’ mandato del primo martedì di novembre del 2018. Della sua presidenza parlerà la storia.


A NATALE ROMA RISCHIA DI ESSERE SOMMERSA DAI RIFIUTI

LA REGIONE SCRIVE ALLA RAGGI: “C’È UN RISCHIO INCOMBENTE PER RACCOLTA, TRASPORTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO” 

NEI GIORNI DI FESTA LE FORZE DI AMA SONO AL 30% NONOSTANTE MILLE TONNELLATE DI RIFIUTI IN PIÙ AL GIORNO

Manuela Pelati per il “Corriere della Sera”

MONNEZZA ROMAIMMONDIZIA A ROMA
Un pacco di rifiuti come regalo di Natale è pronto sul tavolo della neo assessora all'Ambiente, Pinuccia Montanari. L'emergenza delle feste è alle porte e l'omologo regionale Mauro Buschini nella lettera inviata alla sindaca Raggi il 15 dicembre parla di «rischio incombente per raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento».

I cassonetti traboccano già sulle strade da Trastevere a piazza Vittorio, da via Veneto ai Parioli, per non parlare delle periferie. E la preoccupazione già espressa dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti nel giorno delle dimissioni dell'ex assessora Paola Muraro, è stata messa nero su bianco negli uffici regionali.

MONNEZZA A ROMAIMMONDIZIA A ROMA
«Nel periodo festivo sappiamo per sofferta esperienza si producono più rifiuti, rallentano i trasporti, chiudono impianti e lo sforzo da compiere per assicurare lo svolgimento di tutti i servizi deve moltiplicarsi» scrive Buschini.

Nei giorni di festa, infatti, le forze in campo di Ama sono al 30% a fronte di una media di mille tonnellate di rifiuti in più al giorno nell' intero mese dicembre (da 5mila a 6mila). E se il vantaggio di quest' anno sono le domeniche che coincidono con i giorni di festa, l' aiuto vero è arrivato con l' invio in Austria di 800 tonnellate di indifferenziata, un appalto appena partito che prevede treni con tre partenze settimanali.

MONNEZZA A ROMAIMMONDIZIA A ROMA
«Ma il punto è che l'azienda è paralizzata: non ci sono obiettivi, non c'è contrattazione né incentivi per il personale», attacca Natale Di Cola della Cgil. «Alla vicenda della macrostruttura si aggiungono le criticità nel servizio: mancano i mezzi e il personale per la raccolta».

Nell'azienda municipalizzata già rimasta per tre mesi senza amministratore unico (ruolo poi ricoperto il 9 novembre da Antonella Giglio) manca tuttora il direttore generale dopo le dimissioni giunte cinque giorni fa da Stefano Bina. Proprio in quelle ore è partita la lettera di Buschini: «Dopo aver offerto ogni supporto e soddisfatto ogni richiesta avanzata da Roma Capitale, autorizzando il trasporto all' estero, collaborando con la Regione Abruzzo e la Regione Toscana, consentendo l'uso di impianti di trattamento e smaltimento di altre province laziali e autorizzando migliorie tecniche nei Tmb di Ama e l' accensione del tritovagliatore mobile di proprietà pubblica...attendo un riscontro».
MONNEZZA A ROMAIMMONDIZIA A ROMA

E il sollecito è per «presidiare le attività dallo spazzamento alla raccolta, per garantire igiene, decoro e serenità alla Capitale». «Chi subentra non può prendere tempo perché a pochi giorni da Natale non abbiamo ancora un piano per le festività», dice la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi. Che aggiunge: «Il piano freddo è arrivato in ritardo, il piano foglie è rimasto su carta e della programmazione rifiuti non ne vediamo l' ombra».

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