9 dicembre forconi: 02/08/18

giovedì 8 febbraio 2018

LA MERKEL ALL’ULTIMO MINUTO DA’ BUCA A GENTILONI

“RIVEDIAMOCI FRA UNA SETTIMANA” 

FIGURA DI M..DA DELLA CONSIGLIERA DIPLOMATICA DEL PREMIER, MARIANGELA ZAPPIA

1. MI RACCOMANDO, PAOLO, RESTIAMO IN CONTATTO…
Marco Palombi per il Fatto Quotidiano

GENTILONI E MERKELGENTILONI E MERKEL
Ce lo immaginiamo, il povero Gentiloni, malinconico e solo nel freddo pomeriggio berlinese, dopo che Angela Merkel gli ha fatto sapere che, certo, sarebbe stato tanto un piacere incontrarlo, ma purtroppamente le trattative per la Grosse Koalition e una gara di birra e salsicce convocata all' ultimo secondo dal Bundesrat le impedivano di riceverlo: "Ma sentiamoci, eh, teniamoci in contatto, davvero: torna tra una settimana magari".

E dire che il povero Gentiloni era arrivato spinto, per così dire, dall' entusiasmo dei meglio commentatori oltre che dal suo proprio. La ripresa, c' informava Il Sole 24 Ore, e il nuovo governo tedesco (base Spd permettendo) rendono questione di poco la riforma franco-tedesca dell' Eurozona (quella che - aggiungiamo noi - serve a incaprettare ulteriormente l' Italia rendendola finalmente alla portata di simpatiche scorribande modello Atene nel nome della "solidarietà europea"): "Non a caso - arguiva Il Sole - il presidente del Consiglio sarà a Berlino per incontrare la cancelliera Merkel nel quadro di un vertice bilaterale fondamentale".
gentiloni merkelLA SOLITA FIGURA DI M....

Eh no? Fondamentale. Il punto non è tanto quel che poteva o potrà fare il povero Gentiloni, cioè poco o anche meno, ma che l' amica Angela non abbia trovato il tempo nemmeno per il caffè che avrebbe attenuato la sua figuraccia. Ce ne doliamo sinceramente, perché il nostro iniziava davvero a crederci a quella faccenda di succedere a se stesso, ma - se è lecito violentare una frase di Oscar Wilde - la vita scorre assai più veloce del realismo.

2. LEZIONE NELL’UNIVERSITA’ DI MARX
Maurizio Stefanini per Libero Quotidiano

Totò e Peppino divisi a Berlino, era il titolo del vecchio film: come dire che nella capitale tedesca ai visitatori italiani può a volte capitare di incappare in contrattempi inenarrabili, proprio per via delle peculiari complessità teutoniche. A Paolo Gentiloni è infatti capitato a Berlino di vedersi dare buca da Angela Merkel, che ha clamorosamente rinviato un appuntamento in programma.

Grandi cose accadono invero in Germania in questi giorni. Da una parte, quell' accordo storico sul lavoro in base al quale si darà un aumento di stipendio del 4,3% e chi vuole potrà lavorare 28 ore a settimana. Dall' altra, dopo quattro mesi di impasse, negativissimo record nella storia della Repubblica Federale, dopo il fallimento di un tentativo di Coalizione Giamaica, dopo un congresso straordinario che ha spaccato in due la Spd, è stato infine raggiunto l' accordo per fare il nuovo governo di Grande Coalizione tra Cdu, Csu e Spd: il quarto consecutivo con Angela Merkel come cancelliera, e il terzo in cui appunto lei si trova alla testa di una formula del genere.

Anche sull' Italia continua insistente il rumor interno e internazionale sulla possibilità che se a marzo non ci sarà nessuna maggioranza anche da noi si dovrà tornare a una formula di grandi intese. È parte del battage la suggestione che in questo caso potrebbe essere proprio Gentiloni l' uomo in grado di gestire la congiuntura, prolungando così ulteriormente la propria permanenza a Palazzo Chigi. Si può dunque immaginare il suo interesse a farsi ricevere dalla Käanzlerin proprio quando lei sta rinnovando l' accordo con i socialdemocratici: una sorta di simbolico imprimatur.

maria angela zappiaMARIA ANGELA ZAPPIA
Invece no. L' accordo generale infatti c' è, ma i dettagli vanno ancora definiti. Così, proprio per potersi concentrare sulle rifiniture la Merkel ha chiamato il presidente del Consiglio per riprogrammare il vertice bilaterale in agenda per le 17 di ieri. Guarda, il tempo ci sarebbe pure, ma è troppo ristretto, poi ho la testa da un' altra parte, non ti do l' attenzione che meriti, non è giusto. Non ti offendi, vero, Paolo? Ti va bene se ci vediamo tra 8 giorni, che sto più comoda? Il 15 allora? Gut!, auf Wiedersehen Paolo. Und Pass auf dich auf, stammi bene!

merkel gentiloniMERKEL GENTILONI
Gentiloni a Berlino ci stava già. Ieri mattina aveva approfittato della trasferta per tenere una lezione sull' Europa all' Università Humboldt di Berlino. Per la precisione, un seminario sui rapporti italo tedeschi e le prospettive europee. Lì aveva spiegato che «non bisogna mai confondere, per quanto riguarda il giudizio sull' Italia, la frequenza dei cambi di governo con l' instabilità nelle scelte di fondo del Paese. L' Italia ha sempre mantenuto una coerenza nelle scelte di fondo», anche «economiche» ed è sempre stata «europeista e democratica».

Resta dunque un Paese che dimostra una grande «affidabilità di fondo» e con il quale «è fondamentale che i grandi paesi europei collaborino per il futuro dell' unione». Ma la Kanzlerin non ha tempo e non ti puoi far ricevere per forza. Il Presidente del Consiglio ha dunque abbozzato, e se ne è tornato a casa. Le motivazioni della Cancelliera sono «comprese e condivise», ha fatto sapere.

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Ragusa, Mariarosa Marabita, M5S, passa nella Lista del Popolo per la Costituzione

Lo ha detto pubblicamente a Caltanissetta


Dalla Lista del Popolo per la Costituzione giunge notizia che la consigliera comunale ragusana, Mariarosa Marabita, ex grillina, ha aderito ad essa, in occasione della prima riunione regionale in Sicilia, della Lista del Popolo per la Costituzione, tenutasi nei giorni scorsi a Caltanissetta.
La Marabita ha partecipato alla riunione facendo presente pubblicamente di aver trovato, nel suo programma, tutti e più principi che prima erano stati intenti del Movimento5Stelle, ma di fatto disattesi; per cui si sarebbe resa disponibile a transitare nella suddetta lista, per proseguire il proprio cammino politico, coerentemente a detti principi, che sente profondamente suoi. Antonio Ingroia, ex Magistrato antimafia di Palermo, capolista nazionale assieme al coordinatore Giulietto Chiesa, della Lista del Popolo per la Costituzione, in collegamento conference call con la sala, ha dato la sua piena disponibilità perché ciò accadesse.


Nel dare notizia dell’adesione della Marabita alla lista Giancarlo Palazzolo, candidato alla Camera e delegato di lista, referente per la zona del Collegio Ragusa-Avola-Siracusa ha affermato “accogliamo la Consigliera del m5s del Comune di Ragusa Mariarosa Marabita nell'organico del nostro gruppo politico, in attesa della comunicazione delle sue dimissioni dal M5S, che avverranno nel prossimo Consiglio Comunale di Ragusa.
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Icahn dopo liquidazione ETN Credit Suisse: “Troppi fondi pericolosi, mercato è un casinò trattato con steroidi”

Un giorno “tutto ciò imploderà”, “probabilmente anche peggio del 1929”. 

Fondi leveraged sono “la faglia” che alla fine provocherà un terremoto a Wall Street e “investimento passivo è una bolla”.

E ora, dopo la decisione di Credit Suisse di chiudere uno dei fondi più popolari utilizzati per scommettere contro il VIX, dai piani alti del mondo della finanza arriva una carrellata di rimproveri: l’investitore miliardario Carl Icahn alza la voce, affermando che sui mercati ci sono troppi prodotti finanziari esotici e rischiosi, e parla del rischio che un giorno i mercati saltino in aria per colpa loro.

Tutti questi ETN ed ETF, ha detto Icahn in un’intervista rilasciata alla Cnbc, sono un “casinò trattato con steroidi” e, soprattutto i fondi leveraged, sono “la faglia” che alla fine provocherà un terremoto a Wall Street.

Tra l’altro, per l’investitore miliardario, “questo è solo l’inizio”. Nella trasmissione di Cnbc “Fast Money Halftime Report, Icahn ha bollato il “mercato stesso over-leveraged” e ha predetto che un giorno “tutto ciò imploderà”, “probabilmente anche peggio del 1929”.
“Questo mercato è diventato un posto molto più pericoloso – ha avvertito, sottolineando come l’attuale volatilità sia un segnale precursore di problemiall’orizzonte – Ci sta dicendo qualcosa, ci sta lanciando un avvertimento”.

D’altronde, “gli investitori – fa notare – hanno puntato sui fondi indicizzati pensando che non sarebbero mai scesi. Il risultato è che “l’investimento passivo è una bolla, e questo rappresenta un grande pericolo”.
Allo stesso tempo, Icahn afferma di non ritenere che questo momento sia quello in cui tutto esploderà.
Il mercato “probabilmente rimbalzerà – ha continuato – Non credo che questo sia l’inizio della fine”.

Un articolo di Bloomberg definisce intanto queste ultime creazioni dei colossi di Wall Street una vera e propria bomba a orologeria del valore di $8 miliardi. Il riferimento è, nello specifico, a tutti quei prodotti finanziari legati al VIX che, in un’era di tassi bassi in tutto il mondo, hanno attratto gli investitori alla ricerca disperata di alti rendimenti come il miele con le api.
Alle banche è andata bene, visto che offrendo questi prodotti finanziari hanno incassato commissioni.

Almeno fino a quando il vento sui mercati è cambiato.
Dopo anni in cui è rimasta compressa, confermandosi grande assente sui mercati, la volatilità è tornata a farsi sentire a Wall Street, come certificato dal balzo spettacolare dell’indice che lo monitora, il CBOE Volatility Index (VIX), pari a +300% nell’ultimo mese.

La scommessa su cui aveva puntato il fondo ETN di Credit Suisse, ovvero il VelocityShares Daily Inverse VIX Short-Term ETN (XIV) – che prima di questa settimana aveva raccolto dagli investitori ben $1,9 miliardi, si è confermata improvvisamente a perdita -.
L’ETN del colosso svizzero, così come altri fondi, scommetteva infatti contro la volatilità, puntava sul fatto che il VIX rimanesse praticamente ai valori stracciati degli ultimi mesi.

Ma a cadere sono stati diversi altri fondi che avevano puntato sulla stessa scommessa.

Bloomberg riporta che più di una decina di altri fondi ha visto il proprio valore crollare a zero.

Tra le banche attive nel business, Barclays è stata la prima a vendere ETN legati alla volatilità Usa, il fondo VXX. Oltre a Credit Suisse, nel giro di scommesse accumulate nel corso degli ultimi anni, si è fatta notare anche la presenza di UBS e Citigroup. Il colosso elvetico non è stato l’unico a liquidare il suo fondo.

Anche la banca giapponese Nomura ha annunciato la chiusura di un prodotto simile, che premiava chi scommetteva contro la volatilità, porgendo ai clienti “le scuse dal profondo del nostro cuore, per aver provocato grandi inconvenienti agli investitori“.

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ASSALTA COL MITRA UN SUPERMARKET: ARRESTATO PER RAPINA IL FIGLIO DEL PROCURATORE CAPO DI BRESCIA

È ACCUSATO DI FAR PARTE DI UNA BANDA ENTRATA IN AZIONE ALLA FINE DI GENNAIO IN UN SUPERMERCATO VICINO BERGAMO 

IL FRATELLO ERA STATO COINVOLTO UN ANNO FA IN UN'INCHIESTA SULLO SPACCIO DI DROGA NEL MONDO DEGLI ULTRAS DELL'ATALANTA


Gianmarco Buonanno, figlio del Procuratore capo di Brescia Tommaso Buonanno, è stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare per rapina a mano armata. È accusato di far parte di una banda entrata in azione a Zogno, nella Bergamasca, in un supermercato alla fine di gennaio. Buonanno, che avrebbe impugnato una mitraglietta durante la rapina, è stato riconosciuto da alcuni video. I carabinieri, che hanno reso noto oggi la notizia, lo hanno arrestato sabato notte in casa.

Gianmarco Buonanno - che il 12 marzo compirà 33 anni - si trova ora in carcere a Bergamo dopo l'arresto compiuto l'altra notte per rapina. Il fratello Francesco, quattro anni più giovane, era invece stato coinvolto nel febbraio di un anno fa in un'inchiesta della Procura di Bergamo sullo spaccio di droga nel mondo degli ultras dell'Atalanta.

5 Febbraio 2018

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M5s, bufera sul programma. E scoppia il caso dei rimborsi: l'europarlamento contesta le note di Belotti

Programma copiato, richieste di rimborso fasulle all'europarlamento, elargizioni elettorali. 
Non si fa mancare nessuna accusa, in queste ore il MoVimento 5 Stelle, che nonostante i sondaggi favorevoli inanella una gaffe dietro l'altra. 
E non si tratta di cose di poco conto, perché per esempio secondo il Post buona parte dei venti punti del programma presentato da Luigi Di Maio, capo politico del M5S, sarebbe copiata: addirittura 11 punti conterrebbero tracce di ben diversa provenienza rispetto al genuino brainstorming della base del M5s.  
Il punto sullo Sviluppo economico ospiterebbe una decina di paragrafi "copiati senza che sia specificata la provenienza". Ci sono stralci "di un'interrogazione parlamentare fatta nel 2012 dal senatore Pd Giorgio Roilo, di uno studio Iefe Bocconi e di un articolo del 2010 scritto dall'economista Jean-Paul Fitoussi, le cui parole sono riprodotte come se fossero idee del M5S. C'è anche un'intera intervista di Carlo Sibilia all'attivista svedese Helena Norberg-Hodge, senza che però i nomi di Sibilia e Norberg-Hodge vengano segnalati da nessuna parte". 
Ma al di là delle copiature e dei plagi, è soprattutto il caso dell'europarlamentare M5s e e capo della comunicazione del gruppo al parlamento europeo, Cristina Belotti, ad agitare il Movimento. Secondo il quotidiano la Repubblica, Belotti sarebbe stata costretta a rimborsare i soldi di una missione pagata dalle casse Ue quando invece si trovava in Italia non per attività legate alle politiche europee, ma per la chiusura della campagna elettorale per le amministrative. 
Belotti inoltre avrebbe rinunciato al rimborso di altre missioni, sempre legate alla campagna elettorale (referendum costituzionale e amministrative) di Luigi Di Maio dopo che gli uffici dell'europarlamento avevano contestato la legittimità delle sue richieste. Il M5S ha negato l'esistenza di un contraddittorio tra Strasburgo e Belotti in proposito, ha annunciato querele e ha chiesto a Repubbicadi provare con carte e documenti quanto scritto a proposito dei 15.000 euro di rimborsi in questione. 
E la risposta è arrivata subito, perché da un carteggio cominciato il 9 novembre scorso tra amministrazione del gruppo parlamentare e Belotti risulta che l'Efdd ha appena riscontrato irregolarità nelle missioni di Belotti, tanto che una funzionaria del gruppo, Magali Trodet-Morrisens, le scrive una mail conservata nel dossier aperto dall'amministrazione. 
Da quella mail risulta che Efdd sta verificando una trentina di missioni di Belotti  per un valore totale di circa 15mila euro (fatto negato dall'M5S) e nel carteggio in questione la funzionaria chiede spiegazioni su una trasferta a Messina del 14 ottobre 2017. In occasione di una trasferta a Strasburgo lunedì 11 dicembre, in occasione della plenaria mensile dell'Europarlamento, Belotti si era fatta segnare presente, ma i funzionari del gruppo avevano dubbi sulla sua effettiva presenza a Strasburgo, non avendola vista nei locali dell'Europarlamento e sospettando che Belotti si trovasse in Italia con Di Maio. 
Scrive Laloux: numero uno del gruppo: "Cara Cristina, per quando riguarda il rimborso del tuo volo aereo di martedì ti devo informare che secondo le regole non possiamo pagare il viaggio a Bruxelles. Il punto principale è provare che lunedì e martedì hai lavorato all'Europarlamento". 
E a provare che a Strasburgo si nutrissero dubbi sui conti presentati da Belotti c'è anche il fatto che  Pietro Dettori, uno dei principali collaboratori di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, scrive all'amministrazione per coprire alcune missioni sospette di Belotti a nome del vertice del Movimento. "Nelle date dal 16 novembre al 20 novembre Cristina Belotti, in qualità di Responsabile della Comunicazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, ha partecipato ad incontri natura privata con la leadership che si compone di Davide Casaleggio, Beppe Grillo e il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio", ha comunicato. 
"Nelle prossime settimane si terranno incontri settimanali che riguardano le attività europee della delegazione italiana così come le attività dei membri del Parlamento europeo in Italia. Non è possibile fornire un report degli incontri perché di natura privata".  
Anche questo intervento, però, non basta a placare i dubbi dell'amministrazione del Parlamento europeo, che convoca per il 19 dicembre una riunione tra Laloux e Belotti alla quale prende parte anche l'Europarlamentare M5S Ignazio Corrao. I verbali custoditi dal gruppo Efdd dimostrano come Belotti abbia accettato di cancellare la richiesta di rimborsi per missioni che non avevano a che fare con il suo incarico Ue.
ALTRO SU MSN: 
Di Maio alla City di Londra nella visita di cortesia presso gli speculatori finanziari: "non siamo populisti, vogliamo cambiare l'Italia" (Rai News)


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Abbattuto un jet russo in Siria, i ribelli uccidono il pilota

Il suo caccia Sukhoi Su-25, a quanto si è appreso, è stato colpito da un razzo sparato da un lanciarazzi portatile dai ribelli dell'alleanza jihadista Hayat Tahrir al-Sham, collegata ad Al Qaida. Una volta toccata terra con il paracadute, il pilota, probabilmente circondato dai ribelli, avrebbe provato a difendersi con le armi, prima di venire sopraffatto e ucciso 



03 febbraio 2018 

Epilogo drammatico per la missione di un pilota di caccia russo in Siria, abbattuto in azione sui cieli della travagliata provincia nord-occidentale di Idlib il quale, pur riuscendo a mettersi in salvo eiettando il sedile e poi atterrando con il paracadute, è stato ucciso quando era già a terra dai ribelli di Al Qaida. 

Ora Mosca, si è appreso dal ministero della Difesa, intende recuperare il cadavere. 

La notizia, inizialmente trapelata attraverso l'ong Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), è stata poi confermata anche dal ministero della Difesa di Mosca, che tuttavia non si è pronunciato su quale fine abbia incontrato il pilota. 

Il suo caccia Sukhoi Su-25, a quanto si è appreso, è stato colpito da un razzo sparato da un lanciarazzi portatile dai ribelli dell'alleanza jihadista Hayat Tahrir al-Sham, collegata ad Al Qaida, nella quale si è fusa anche Al Nusra, dalla cui costola, quattro anni fa, era nato l'Isis, che poi prese una strada diversa. 

Una volta toccata terra con il paracadute, il pilota, probabilmente circondato dai ribelli, avrebbe provato a difendersi con le armi, prima di venire sopraffatto e ucciso.

Le milizie qaediste controllano ancora buona parte del territorio della provincia di Idlib, dove non a caso il regime di Damasco, i russi e i loro alleati sciiti annunciarono il mese scorso di voler concentrare la campagna militare, una volta sconfitto l'Isis. Mosca, per recuperare il corpo del suo pilota, cercherà di coordinarsi con i turchi, i quali sono al momento impegnati nella campagna militare contro le milizie curde dell'Ypg, che Ankara considera una estensione siriana del Pkk che combatte in territorio turco, nell'enclave curda di Afrin. 

Qui i turchi incontrano da giorni una strenua resistenza e oggi hanno perso ben otto soldati nel combattimento per loro più sanguinoso da quando, il 20 gennaio scorso, prese il via, fra le critiche di gran parte del mondo occidentale, l'operazione "Ramoscello d'ulivo". 

I militari turchi, in un comunicato ufficiale, hanno parlato di un attacco congiunto di "miliziani curdi e dello Stato islamico" e affermato di non aver potuto raggiungere la zona dell'imboscata per contrattaccare e salvare i soldati. Alcuni giorni fa i turchi hanno fornito la cifra di 823 'terroristi neutralizzati' fra curdi e jihadisti, in circa 2 settimane di offensiva in territorio siriano. Con gli otto morti odierni, il bilancio dei militari turchi che hanno perso la vita nell'operazione Ramoscello d'ulivo sale così a 13.