9 dicembre forconi: 05/19/19

domenica 19 maggio 2019

Aggressione a Osvaldo Napoli: 5 Forconi rischiano il processo

La Procura di Roma ha notificato ieri l’avviso di conclusione indagine per l’accusa di violenza privata
ANSA
L’intervento dei carabinieri era riuscito a “liberare” l’ex deputato che si era poi rifugiato in un bar

Un blitz, una iniziativa che in molti definirono come «inquietante», potrebbe presto finire davanti ad un giudice del tribunale di Roma. L’iniziativa di un gruppo di attivisti del Movimento «9 dicembre Forconi» di circa un mese fa, in piazza Montecitorio, quando aggredirono e inscenarono il finto arresto dell’ex parlamentare Osvaldo Napoli, potrebbe essere al centro di un processo penale. La Procura di Roma ha notificato ieri l’avviso di conclusione indagine nei confronti di cinque persone, tutte accusate di violenza privata. Si tratta dell’atto che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio. Una inchiesta lampo quella condotta dal pm Sergio Colaiocco che ha coordinato l’attività di Digos e carabinieri del reparto operativo.
«Desidero esprimere il mio apprezzamento alla Procura della Repubblica di Roma, alla Digos e al nucleo operativo dei Carabinieri per la celerità con cui sono state condotte le indagini sull’aggressione di cui sono stato vittima», ha commentato l’ex parlamentare aggredito.
In base a quanto ricostruito dagli inquirenti quell’azione messa in atto a pochi metri dall’ingresso della Camera dei deputati vide coinvolte almeno cinque persone. L’obiettivo non era specificamente Osvaldo Napoli ma sostanzialmente gli attivisti cercavano un politico «da arrestare». Gli inquirenti hanno individuato i cinque autori ma gli accertamenti proseguiranno al fine di individuare tutti i soggetti che hanno avuto un ruolo attivo nel blitz.
Napoli fu bloccato da due uomini e afferrato per le braccia per impedirgli di allontanarsi. Una azione improvvisa che all’ inizio poteva sembrare una goliardata. Mentre veniva «arrestato» un terzo soggetto ha cominciato a declamare «l’atto d’accusa» nei suoi confronti, tra l’incredulità dei tanti passanti che come ogni giorno affollano quella zona del centro storico di Roma. Dal canto loro altri due `Forconi´ impedirono l’intervento delle forze dell’ordine per «liberare» l’ex parlamentare ed attuale consigliere comunale in Piemonte.
Contestualmente alla chiusura dell’indagine il pm ha proceduto alla richiesta di archiviazione per manifesta infondatezza di un esposto presentato pochi giorni prima dell’ azione dall’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo, in qualità di presidente dell’Associazione `Movimento per la liberazione d’Italia´ e da Danilo Calvani, presidente dell’ Associazione `9 dicembre Forconi´, secondo i quali, dopo la dichiarazione di incostituzionalità da parte della Consulta sulla legge elettorale, i parlamentari devono essere considerati degli usurpatori di potere e quindi decadere.

La posizione di Pappalardo resta comunque al vaglio degli inquirenti, rispetto al blitz del 14 dicembre, perché in base all’informativa della polizia giudiziaria, sarebbe arrivato in piazza Montecitorio pochi minuti dopo l’azione e avrebbe fornito dichiarazioni a sostegno dei fermati agli agenti del commissariato Trevi-Campo Marzio nelle ore successive al fermo e postando su Facebook messaggi in cui dichiarava legittimo il blitz. 
13 Gennaio 2017
Fonte: qui

Tribunale di Latina: "Ecco chi può usare il simbolo dei Forconi"


In questi giorni alcuni media hanno rilanciato una decisione presa alcuni mesi fa dal Tribunale civile di Latina, sulla titolarità e sulla legittimazione all'uso del simbolo del movimento 9 Dicembre - Forconi: in essa si legge in sostanza che l'emblema in questione non può (più) essere usato da Danilo Calvani, al cui nome l'avventura dei Forconi è rimasta a lungo legata, come pure a quello del suo fondatore, il siciliano Mariano Ferro (che con Calvani nel 2016 ingaggiò uno scontro di reciproca delegittimazione, puntualmente ripreso da vari siti). L'ordinanza, emessa a seguito di un ricorso ex art. 700 c.p.c. presentato dal "Partito nazionale 9 Dicembre Forconi per la sovranità" - guidato da Francesco Puttilli - per ottenere tutela contro Calvani, risulta emessa alla fine di agosto del 2018 e pubblicata il 4 settembre; solo il 10 marzo, tuttavia, la decisione del giudice risulta diffusa online (e non è dato conoscere il motivo di questo ritardo).
Il ricorso era stato depositato dai Forconi dopo che a Danilo Calvani il 1° marzo 2017 era stata revocata la qualità di socio del movimento Forconi - costituito ufficialmente il 21 gennaio 2015, con Calvani e Puttilli tra i fondatori - "in quanto non ritenuto più idoneo e non in possesso della dovuta correttezza e lealtà prevista dallo Statuto" (così si legge nel verbale di seduta che si trova sul sito dei Forconi) e che, il 6 aprile dello stesso anno, era stato costituito con atto notarile un nuovo soggetto politico appunto con il nome "Partito nazionale 9 Dicembre Forconi per la sovranità", fondato da Puttilli - indicato come presidente - nonché da Adolfo Bottiglione (già fondatore dei Forconi2015) e Antonella Neri; nell'atto costitutivo si legge, tra l'altro, che il simbolo del partito è stato registrato alla Camera di commercio di Latina dallo stesso Puttilli "il quale, pur conservandone la titolarità, ne consente l'utilizzo gratuito ed in esclusiva" ai Forconi-2017, "nel rispetto di quanto regolato nello Statuto del Partito". L'emblema in effetti risulta depositato come marchio il 9 marzo 2017, mentre la registrazione è stata concessa il 22 febbraio 2018. 
Nel frattempo, tuttavia, Danilo Calvani ha continuato a utilizzare l'emblema adottato nel 2015 per un diverso soggetto giuridico (che nella pagina del partito Forconi si dice essere frutto di un'iniziativa dello stesso Calvani in data 1° marzo 2017, immediatamente dopo la decisione di far cessare la qualità di socio dei Forconi-2015). Di più, alle elezioni comunali del 2018 a Cisterna di Latina si è presentata una lista dal contrassegno quasi identico a quello dei Forconi, con in più l'aggiunta del riferimento a Pas - il soggetto politico di Alfonso Luigi Marra - e dell'espressione "per Calvani", cosa che evidentemente a Puttilli e agli altri fondatori non dev'essere andata giù.
Il giudice Alfonso Piccialli, ricordato che, quale "principale elemento identificativo del gruppo", il simbolo di un partito dev'essere "unico e inconfondibile" e che vengono in gioco tanto il diritto al nome - art. 7 c.c., applicabile anche alle associazioni non riconosciute - quanto quello all'identità personale degli associati (qui si cita l'ordinanza del Tribunale di Roma del 1991 sulla vicenda Pci-Pds e una delle ordinanze - del 2004 - relative alla vicenda Dc), piuttosto che questioni legate alla titolarità di segni in ambito commerciale, ha notato che "l'utilizzo indebito svolto" da Calvani appare "inequivocabilmente idoneo a svilire la funzione identificativa sia del nome sia che del simbolo dell'associazione ricorrente, posto che è riconducibile, per il tramite del resistente, ad altro soggetto (Movimento PAS 9 Dicembre - Forconi per Calvani) operante sempre nel medesimo contesto politico, e che si presenta come alternativo al partito ricorrente".
Proprio quest'idoneità inequivocabile a "svilire la funzione identificativa" è ritenuta sufficiente dal giudice per considerare fondato il sospetto che il partito Forconi-2017 meriti tutela (fumus boni iuris); viene riconosciuto anche il periculum in mora, dunque il rischio legato al differire quella tutela al momento dell'accertamento pieno, a causa "dell'evidente concreto rischio di facile confusione del simbolo del partito ricorrente con quello, sostanzialmente coincidente anche per composizione cromatica, utilizzato dal Movimento riconducibile al Calvani, con conseguente disorientamento dei cittadini ed elettori relativamente agli elementi identificativi delle due diverse compagini politiche". Su questa base, a Danilo Calvani - condannato anche alle spese di questa fase cautelare - è stato inibito l'uso "del nome '9 Dicembre Forconi' nella sua diversa formulazione (e quindi con la dicitura 'per Calvani')" e del simbolo, il cui uso esclusivo compete al partito fondato nel 2017.
Le ordinanze che concludono i procedimenti ex art. 700 c.p.c., essendo riti a cognizione sommaria, sono sempre succintamente motivate: in questo caso, a dire il vero, la motivazione pare persino troppo stringata, visto che - a fronte di un inquadramento teorico non breve - la parte relativa al potenziale confusorio del simbolo consiste davvero in poche righe e nulla si dice a proposito di eventuali rimostranze di Calvani sulla legittimità della sua esclusione dai Forconi-2015 (essendo lui qualificato come "resistente", è probabile che si sia difeso sul punto, ma non è dato sapere). 

Può essere che l'ordinanza sia stata tirata fuori ora per l'avvicinarsi delle elezioni comunali, per scoraggiare l'uso dell'emblema dei Forconi da parte di Calvani o di qualunque altra persona interessata a usarlo e non titolata. Nel frattempo però è stato registrato come marchio anche il simbolo di Noi nazionalisti - Forconi, depositato il 18 luglio 2017 da Adriana Donnarumma, di Terracina (sempre in provincia di Latina...) e titolato il 18 settembre 2018: dal sito del movimento risulta essere presidente certo Antonio Morelli e l'associazione è stata costituita - anch'essa con atto notarile - il 26 aprile 2017. L'uso della parola "Forconi" potrebbe infastidire anche in questo caso l'associazione guidata da Puttilli, se Noi nazionalisti - Forconi decidesse di presentarsi a qualche consultazione elettorale?

Fonte: qui