DODICI INDAGATI TRA CUI UN DIRIGENTE DI “AUTOSTRADE PER L'ITALIA” E 11 FRA MANAGER E TECNICI DI “SPEA ENGINEEERING”, SOCIETÀ CONTROLLATA DA ASPI E DELEGATA ALLE MANUTENZIONI
PER INCASTRARLI DECISIVO IL RACCONTO DEI COLLEGHI
PONTE MORANDI GENOVA
Il voto a cinque viadotti presenti in Liguria, Abruzzo e Puglia era sempre altissimo, anche se la realtà raccontava una storia differente, con cadute di calcinacci e tracce di degrado. E i dati, è il sospetto della Procura di Genova, potrebbero essere stati truccati in primis per evitare contraccolpi commerciali, tra i quali lo stop al transito dei trasporti eccezionali.
C' è soprattutto questo alla base della nuova inchiesta che ha fatto scattare dodici avvisi di garanzia, con accusa di falso, a carico d' un dirigente di Autostrade per l' Italia e di 11 fra manager e tecnici di Spea Engineeering, società controllata da Aspi e delegata alle manutenzioni .
REPERTO 132 DELL'INDAGINE SUL CROLLO DEL PONTE MORANDI DI GENOVA
Per nessuno dei ponti è stato profilato al momento il sequestro o la chiusura, e Autostrade ribadisce che non ci sono pericoli per la sicurezza degli utenti. E però tutti sono stati sottoposti a recenti e sostanziosi interventi di ripristino, i pubblici ministeri non escludono di chiedere comunque perizie per testarne la stabilità in futuro ed è oggettivamente impossibile stabilire oggi se, negli ultimi anni, ci siano stati momenti nei quali hanno rischiato cedimenti.
L'ipotesi dei pm genovesi, che hanno aperto un filone autonomo dall' indagine sulla strage del Morandi (43 vittime nel crollo del 14 agosto scorso), è netta: a partire dal 2000, sostiene l' accusa, l' esito dei monitoraggi su alcune infrastrutture della rete autostradale italiana è stato dolosamente e sistematicamente sovrastimato in positivo. In altri frangenti, fronte da approfondire nelle prossime settimane, potrebbero invece essere stati certificati come eseguiti controlli in realtà avvenuti solo sulla carta.
PONTE MORANDI GENOVA
I manufatti sotto indagine sono distribuiti fra il tronco ligure, quello di Pescara e quello di Bari, e ieri i finanzieri del Primo gruppo agli ordini dei colonnelli Ivan Bixio e Giampaolo Lo Turco hanno compiuto una serie di perquisizioni in più regioni. Sotto la lente ci sono il viadotto Sei Luci, breve segmento nella parte terminale dell' A7 verso Genova, a ridosso del Morandi; il Pecetti sull' A26 Genova-Gravellona Toce nel comune di Mele (Genova); il Gargassa, sempre sull' A26 ma a Rossiglione (Genova); il Moro, sull' A14 Bologna-Taranto a Ortona (Chieti); il Paolillo, piccolo ponte che sovrasta l' omonimo torrente, sull' A16 Napoli-Canosa a Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trapani).
PONTE MORANDI GENOVA
Tutti erano già finiti nel mirino: sul Sei Luci sono stati eseguiti lavori di consolidamento tra il 23 e il 27 dicembre, sul Pecetti si era intervenuti in precedenza, dopo il distacco di detriti. Il Moro e il Paolillo erano stati ispezionati da una commissione incaricata dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. E il pool, dopo le ricognizioni di novembre, aveva raccomandato lo stop parziale al traffico sul primo e il blocco del secondo. Una nota diffusa ieri pomeriggio da Autostrade per l' Italia sottolinea come anche, e specificamente, su questi due allo stato non vi siano pericoli, mentre Spea rimarca la bontà del suo operato.
PONTE MORANDI GENOVA
L' unico dipendente Aspi indagato nel nuovo filone è finora Gianni Marrone. È il direttore del tronco pugliese, già condannato in primo grado a 5 anni (omicidio colposo plurimo) per i 40 morti sul bus precipitato da un viadotto insicuro, l' Acqualonga, a Monteforte Irpino nel 2013. Per Spea l' addebito di falso viene mosso a Massimiliano Giacobbi, Alessandro Costa, Andrea Indovino, Lucio Ferretti Torricelli, Marco Vezil, Antonino Valenti, Maurizio Ceneri, Gaetano Di Mundo e Francesco Paolo D' Antona: hanno ricoperto o ricoprono ruoli di responsabilità in materia di collaudi e verifica della compatibilità dei trasporti eccezionali alla rete, e sono stati impegnati appunto fra Liguria, Abruzzo e Puglia.
IL MONCONE CROLLATO DEL PONTE MORANDI
Indagato pure il consulente Angelo Salcuni, della società Alhambra.
Decisive per lo sviluppo degli accertamenti le dichiarazioni di alcuni colleghi degli inquisiti, rese nel fascicolo sul disastro del 14 agosto: hanno ribadito come Maurizio Ceneri pianificasse o ritoccasse «a tavolino» l' esito dei report, e in generale come spesso le risultanze dei test fossero addomesticate.
Alcuni sospettati hanno per lungo tempo fatto parte del team che si è curato di prevenzione rischi sul Morandi e sulla vicenda ieri è intervenuto il deputato Pd ed ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, che con un' interrogazione urgente chiede a Toninelli «se sia a conoscenza di altre criticità». Replica del ministro: «Ho già fatto ispezionare le opere al centro dell' indagine, ribadisco che le concessioni in passato erano troppo sbilanciate, ma finalmente faremo in modo che i controlli siano reali».
LA PERIZIA SVIZZERA ASSOLVE GLI STRALLI DEL PONTE MORANDI, MA ALLORA PERCHÉ IL VIADOTTO È CROLLATO?
ECCO TUTTI I DUBBI ANCORA IRRISOLTI SULLA TRAGEDIA DI GENOVA: L’ORIENTAMENTO DEI CAVI DEL TIRANTE, CHE HA TENUTO DOVE ERA PIÙ CORROSO, LO SPESSORE E LA POSSIBILE FORZA ANOMALA
IN UNO DEI VIDEO DIFFUSI DALLA GUARDIA DI FINANZA SI VEDE CHE LA PRIMA PARTE A MUOVERSI È STATA…
IL SINDACO BUCCI: "DEMOLIREMO IL PRIMO MONCONE TRA IL 6 E L'8 FEBBRAIO"
IL CROLLO DEL PONTE MORANDI RIPRESO DA TERRA
GENOVA, IL MOMENTO DEL CROLLO DI PONTE MORANDI, LE URLA: OH MIO DIO
I soccorsi dopo il crollo del ponte Morandi a Genova
BUCCI: DEMOLIZIONE TRA 6 E 8 FEBBRAIO
GIOVANNI TOTI MARCO BUCCI PONTE MORANDI
(ANSA) - "Siamo pronti a tirare giù il moncone e il primo pezzo dovrebbe scendere tra il 6 e il 8 febbraio, anche se dobbiamo ancora vedere con precisione quando sarà". Il sindaco di Genova, Marco Bucci, commissario per la ricostruzione anticipa, a margine della cerimonia per il 'Giorno della memoria', una data per la demolizione del moncone ovest del Morandi.
"Stiamo facendo un lavoro che non è preparatorio ma è già di demolizione degli altri pezzi - spiega - e la demolizione è già praticamente iniziata". "I pezzi - ha detto Bucci - stanno già venendo giù dal ponte, solo che magari sono più piccoli e fanno meno notizia. Quel giorno, però - ha detto alludendo ai primi elementi che saranno staccati dal moncone ovest -, penso che ci sarà tutta la città a vedere l'evento. Sarà un bel momento e sarà anche l'occasione per dire che le cose stanno andando avanti".
PONTE MORANDI GENOVA
PONTE GENOVA, ECCO COM’È CROLLATO SECONDO LE PRIME PERIZIE
Gli stralli del Ponte Morandi erano corrosi, ma si sono rotti nella loro parte più “sana”. Lo documentano alcune foto (si vedono scorrendo la pagina) contenute nel rapporto dell’Empa, il laboratorio svizzero incaricato dal gip di esaminare i materiali dei reperti selezionati dagli esperti italiani, nominato dall’autorità giudiziaria. Se ne deduce che probabilmente la causa del crollo (su cui la Procura ha chiesto un secondo incidente probatorio oltre quello in corso) non è negli stralli, ma in un’altra componente. Ma non è detto che ciò sposti di molto le responsabilità della tragedia.
Il rapporto per ora è stato depositato solo in tedesco. In attesa della traduzione ufficiale, emerge che sulla parte di strallo che si è rotta ci sono «evidenti differenze» rispetto al caso in cui avesse avuto un cedimento strutturale.
IL MONCONE CROLLATO DEL PONTE MORANDI
La conclusione che se ne potrebbe ragionevolmente trarre è che la rottura sia dovuta al cedimento in un altro componente del viadotto, che avrebbe poi forzato lo strallo. La parte di esso che si è rotta è quella più vicina all’antenna, cioè la sommità del pilone 9, che infatti è andato distrutto nel crollo. Ma probabilmente ciò non significa che la causa della tragedia sia stata la pila: era una delle parti della struttura meno sollecitate e - tra i tanti problemi emersi nei cinquant’anni di vita del Ponte Morandi - nessuno ha riguardato le fondamenta dei pilastri.
Il fascio di cavi. L’orientamento
REPERTO 132 DELL'INDAGINE SUL CROLLO DEL PONTE MORANDI DI GENOVA
Queste foto riguardano il «reperto 132», a ottobre ritenuto decisivo per dimostrare il cedimento di uno strallo. La foto a fianco mostra che i cavi dello strallo sono piegati leggermente a spirale, cosa che dimostrerebbe una rottura anche per piegatura, torsione o cesoiamento e non solo per trazione.
Il tipo di rottura. Dove c’é più corrosione ha tenuto
Una rottura avvenuta esclusivamente per trazione indicherebbe un cedimento strutturale dei cavi di acciaio che compongono i singoli rìtrefoli che costituiscono l’«anima» degli stralli. Nella foto a fianco, la freccia evidenzia il punto di massima corrosione di uno dei cavi, che però non ha ceduto.
A SINISTRA DELLA FRECCIA SI NOTA CHE LO SPESSORE DEL CAVO AUMENTA REPERTO PONTE MORANDI GENOVA
Dove lo spessore è massimo. La possibile forza anomala
In questa foto la freccia indica il punto in cui un cavo era maggiormente corroso. Spostando lo sguardo a sinistra si va verso il punto di rottura e si nota che lo spessore del cavo aumenta. Un'incongruenza, forse spiegata dal fatto che la rottura è dovuta a una forza anomala che ha piegato il cavo.
LA FRECCIA INDICA IL PUNTO DI MASSIMA CORROSIONE DI UNO DEI CAVI, CHE PERO' NON HA CEDUTO – REPERTO PONTE MORANDI DI GENOVA
Si può quindi sospettare che la pila 9 abbia ceduto perché sbilanciata a sua volta dalla rottura di un altro elemento della struttura, che sarebbe l’origine del crollo. Stando alle ipotesi formulate a settembre dalla commissione ispettiva del ministero delle Infrastrutture, le maggiori attenzioni dovrebbero convergere sull’impalcato a cassone, cioè la parte che sosteneva la carreggiata proprio in corrispondenza dei piloni con stralli. Ciò verrebbe confermato da una attenta analisi di uno dei video resi pubblici dalla Guardia di Finanza: osservando l’immagine dell’impalcato riflessa su una pozza d’acqua, si scopre che la prima parte a muoversi è stata, appunto, l’impalcato, e solo dopo appare il tirante (o strallo).
FRAME DEL VIDEO DELLA GUARDIA DI FINANZA SUL CROLLO DEL PONTE MORANDI DI GENOVA
Una ricostruzione non solo compatibile dal punto di vista cinematico con quanto emerso finora, ma anche spiegabile, almeno in astratto: la commissione ha rilevato «deficienze manutentive documentate nel materiale fornito da Aspi (il gestore, ndr)» e ricordato che già nel 1981 il progettista Riccardo Morandi aveva rilevato difetti di costruzione e problemi nello smaltimento dell’acqua piovana (poi risolti rifacendo l’asfalto, dal 1996 anche evitando di appesantirlo). Inoltre, la sicurezza del sistema pile-impalcato-stralli non era mai stata oggetto della valutazione imposta dall’ordinanza antisismica della Protezione civile 3274/2003. Ciò riporta sempre a responsabilità di Aspi.
PONTE MORANDI GENOVA
L’impalcato a cassone potrebbe essere stato il primo a cedere, magari a causa o col concorso di un fattore esterno non dipendente da Aspi. Si era parlato di un autoarticolato passato al momento del crollo, che trasportava una pesante bobina metallica caduta sull’asfalto (guarda il video). Non si sa se sia caduta prima del crollo o a causa di esso e finora non sembrano esistere immagini in grado di appurarlo. Facile prevedere che su questo ci sarà molta battaglia tra accusa e difesa.
CHIUSO UN CAVALCAVIA A PISA PER CEDIMENTI STRUTTURALI: SI TRATTA DI UN VIADOTTO CHE SOVRASTA LA SUPERSTRADA FI-PI-LI
IL COMUNE HA DECISO DI INTERDIRE IL TRAFFICO DOPO AVER EFFETTUATO ALCUNI CONTROLLI SUL PONTE, DAI QUALI SONO EMERSI…
CEDIMENTI STRUTTURALI, CHIUSO CAVALCAVIA A PISA
(ANSA) - Il Comune di Pisa ha disposto l'immediata chiusura di un cavalcavia sulla superstrada Firenze-Pisa-Livorno in un quartiere alla periferia sud est della città in seguito ad alcuni cedimenti strutturali sulla parte laterale dell'infrastruttura. Lo ha reso noto l'Amministrazione comunale.
CAVALCAVIA VIA DEI VIGNOLI SULLA FIRENZE PISA LIVORNO
CAVALCAVIA VIA DEI VIGNOLI SULLA FIRENZE PISA LIVORNO
"A seguito - è spiegato in una nota - di sopralluoghi effettuati sul cavalcavia della Fi-Pi-Li di via Vicinale dei Vignoli, richiesto da Global Service Strade nell'ambito dell'attività di monitoraggio, sono emersi cedimenti laterali alla struttura del ponte, tali da rendere necessaria la chiusura totale a tutti i veicoli per ulteriori accertamenti ed eventuali interventi di messa in sicurezza da parte di Città metropolitane, gestore della strada di grande comunicazione.
CAVALCAVIA VIA DEI VIGNOLI SULLA FIRENZE PISA LIVORNO
La polizia municipale di Pisa ha quindi disposto la chiusura del cavalcavia al traffico veicolare, con il posizionamento di barriere di cemento inamovibili, corredate da apposita illuminazione e segnaletica".