9 dicembre forconi: 09/11/19

mercoledì 11 settembre 2019

SOROS APPOGGIA LE STRATEGIE DI TRUMP!

PER I MILIARDARI AMERICANI NON ESISTE LA POLITICA. ESISTE SOLO LA GEOPOLITICA. 

E SOPRATTUTTO FARE I SOLDI 

AL PALADINO DELLA SOCIETÀ APERTA PIACE MOLTO L'IMPOSTAZIONE DI CHIUSURA DEL PUZZONE ARANCIONE. BENE IL BLOCCO DI HUAWEI, BENE PURE I DAZI 

NON VI STUPITE: QUANDO C'È UN NEMICO ESTERNO, NEGLI USA SI PROCEDE ALLINEATI E COMPATTI

SOROS PER UNA VOLTA APPOGGIA TRUMP: BENE LA STRATEGIA ANTI-CINA
Marco Valsania per www.ilsole24ore.com

SOROSSOROS
Donald Trump trova un alleato insolito nella sua guerra commerciale alla Cina. Il miliardario George Soros, grande sostenitore di cause democratiche - e del partito democratico - con il quale si è altrimenti scontrato con veemenza. Ma l'ottuagenario Soros questa volta ha preso carta e penna per fare i complimenti alla strategia cinese della sua nemesi, definita come forse l'unico, vero successo (oltretutto bipartisan) del presidente in politica estera. La Casa Bianca avrebbe correttamente definito la grande potenza asiatica come un pericoloso “rivale strategico”.

john boltonJOHN BOLTON
Non manca però un severo avvertimento, nel commento che il finanziare ha affidato alle pagine del Wall Street Journal. Soros teme che in realtà Trump alla fine ceda all'opportunismo in vista delle elezioni del 2020. Una pressione che potrebbe oltretutto aumentare se la Casa Bianca rimarrà a corto di trofei internazionali viste finora le debacle dall'Afghanistan a Israele, dall'Iran alla Corea del Nord, e le spaccature interne alla stessa amministrazione simboleggiate oggi dall'improvvisa uscita di scena del falco e consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton.

trump xi jinpingTRUMP XI JINPING
Una pace affrettata con Pechino, avverte Soros, saboterebbe la stessa strategia di Trump. In particolare il miliardario chiede che quale merce di scambio non venga utilizzata Huawei, o meglio una revoca della messa al bando dell'influente colosso cinese della futura generazione di collegamenti mobili e Internet 5G.

Trump potrebbe essere «disperato per un accordo» e Soros chiede così al Congresso di agire da barriera, di intervenire rendendo, anche per legge, impossibile rimuovere Huawei dalla lista di “entità” che pongono rischi posti alla sicurezza nazionale e che impedisce alla società cinese di aver rapporti di business con gruppi americani. «Se i repubblicani consentono a Trump di salvare quel gigante delle telecomunicazioni gestito dal partito comunista, avranno abdicato alle loro responsabilità democratiche di base», ha affermato nell'op-ed.
HILLARY CLINTON SOROSHILLARY CLINTON SOROS

Leggendario nei decenni per le sue grandi scommesse contro la sterlina prima e poi sulla crisi asiatica, Soros ha una lunga storia di scontri politici con Trump per le sue opinioni politiche liberal e pro-democrazia, su temi caldi quali l'immigrazione. Correnti conservatrice vicine a Trump - e gli stessi familiari del Presidente - l'hanno bersagliato come fonte di cospirazioni. L'ex sindaco di New York e confidente di Trump, Rudolph Giuliani, l'anno scorso amplificò un tweet che lo definiva l'Anticristo e chiedeva il congelamento dei suoi asset.
george sorosGEORGE SOROS

Nel caso della politica cinese dell'amministrazione, però, il finanziare la definisce «coerente e genuinamente bipartitica»; appunto il «più grande - se non unico - risultato di politica internazionale dell'amministrazione». A capo delle fondazioni Open Society Foundations, dedicate alle società aperte al sostegno alla transizione alla democrazia, Soros è preoccupato che la Cina sia agli antipodi della sua agenda, con implicazioni non solo per il futuro della potenza asiatica ma per il mondo, pilastro di tendenze autoritarie e di controllo capillare della società anche attraverso sistemi hi-tech, uno spettro che aveva sollevato con forza anche all'ultimo summit di Davos. In quell'occasione aveva denunciato il sistema di “social credit” che la Cina intenderebbe lanciare a tutti gli effetti fin dall'anno prossimo e che supervisiona e assegna punteggi ai cittadini sulla base del comportamento sociale.

donald trump xi jinpingDONALD TRUMP XI JINPING
Pechino «è un pericoloso rivale nell'intelligenza artificiale e nel machine learning» ha scritto adesso Soros sottolineando come tuttavia dipenda molto, a cominciare da Huawei, da una trentina di aziende americane quando di tratta di tecnologia 5G. «Come fondatore delle Open Society Foundations, il mio interesse nello sconfiggere la Cina di Xi Jinping va oltre gli interessi nazionali degli Stati Uniti - ha precisato Soros - Sono convinto che il sistema di social-credit che Pechino sta costruendo, se verrà permessa la sua espansione, potrebbe suonare una campana a morto per le società aperte non solo in Cina ma nel mondo».

Fonte: qui

L'ALTO PREZZO CHE GENTILONI HA DOVUTO PAGARE PER DIVENTARE COMMISSARIO(COMMISSARIATO!) AGLI AFFARI ECONOMICI: NON POTRÀ DECIDERE NULLA SENZA L'ASSENSO DEL SUO ''SUPERIORE'', IL LETTONE DOMBROVSKIS, CHE SARÀ VICEPRESIDENTE ESECUTIVO (NUOVO TITOLO) E IMPORRÀ L'AGENDA DI BRUXELLES


SE IL DEFICIT POTRÀ SALIRE TRA IL 2 E IL 3%, OGNI EURO ANDRÀ IN PROGETTI DETERMINATI, NON PER PENSIONARE PRIMA LA GENTE O PER LA SPESA CORRENTE

Federico Fubini per il ''Corriere della Sera''
Non è non è e non sarà un giubileo. Sarà un test di lungimiranza, ancora tutto da superare. La nomina di Paolo Gentiloni come commissario Ue per l' Economia non significa che per l' Italia inizia un periodo nel quale sarà esente dalle regole. E il fatto che un ex premier italiano del Pd rappresenti la prima linea della vigilanza su un governo con un ministro dell' Economia del Pd, Roberto Gualtieri, non lascia né all' uno né all' altro le mani libere. Piuttosto, Gentiloni avrà bisogno di tutto il suo tatto e peso intellettuale per perseguire un duplice obiettivo: sospingere l' area euro verso politiche che non ripetano gli errori del passato e l' Italia - a parità di deficit - verso scelte che non puntino a fiammate di consenso ma a gettare le basi di un' economia più vitale.
Zingaretti e GentiloniZINGARETTI E GENTILONI
Ursula von der Leyen, presidente entrante della Commissione, ha subito intravisto un rischio nella richiesta italiana di dare a Gentiloni l' incarico che oggi è di Pierre Moscovici. In molti l' avrebbero accusata di innescare un conflitto d' interessi: l' ex premier dello Stato dal deficit più alto dopo Francia e Spagna, dal debito più alto dopo la Grecia, quello che cresce meno in assoluto, a guardia di un governo che include il suo stesso partito. La tedesca ha sciolto il dilemma in stile cristiano-democratico, senza scontentare nessuno. Il commissario Gentiloni coprirà le materie che chiedeva, anche più numerose e promettenti di quelle affidate oggi a Moscovici. Ma Valdis Dombrovskis, ex premier lettone e già oggi vicepresidente a Bruxelles piuttosto propenso al rigore di bilancio, su quelle stesse materie diventa «vicepresidente esecutivo».
nicola zingaretti paola de micheli paolo gentiloniNICOLA ZINGARETTI PAOLA DE MICHELI PAOLO GENTILONI
È una sottile differenza rispetto al passato. Anche con Juncker i vicepresidenti c' erano, ma avevano funzioni di «coordinamento». Con von der Leyen invece tre di loro diventano «esecutivi» - ha scritto la tedesca nelle lettere di missione - con potere di «gestire le aree politiche». Significa che l' ex premier di un Paese fondatore e di un' economia da 1750 miliardi di euro dovrà riportare all' ex premier di un Paese entrato nell' Unione europea 15 anni fa e di un' economia da meno di 50 miliardi di euro.
juncker dombrovskisJUNCKER DOMBROVSKIS
Il primo avrà bisogno dell' assenso del secondo. In parte è il prezzo che Gentiloni paga per l' essere stato nominato per ultimo nel ruolo a Bruxelles, per le note vicende, da un Paese che resta oggetto di timori e diffidenza per la debolezza cronica della sua economia. Per Gentiloni e al suo Paese si aprono però due finestre preziose. Nella sua nuova posizione, l' ex premier alla prova dei fatti finirà per incidere sul sistema europeo in misura del peso specifico e della qualità politica della sua presenza. Lui stesso dev' esserne consapevole e per questo non sembra preoccupato di avere un «vicepresidente esecutivo» accanto a sé.
Quanto all' Italia, nella lettera di missione a Gentiloni von der Leyen sembra indicare una strada: con la prossima Commissione sarà probabilmente più facile accettare certi livelli di deficit fra il 2% e il 3% del Pil se le risorse vengono usate per tagliare i nodi indicati da Bruxelles, quelli che paralizzano il Paese da anni.
DOMBROVSKISDOMBROVSKIS
Investire in tribunali delle imprese per una giustizia più rapida e certa non è inutile come gettare le stesse somme nel calderone della spesa corrente. Offrire sgravi per le tecnologie in azienda o l' assunzione di giovani qualificati, prima che fuggano all' estero, non è come riesumare le baby pensioni. Qui il ruolo di guida e mediazione del commissario italiano può diventare prezioso. Sempre che qualcuno a Roma trovi il tempo di dargli ascolto. Fonte: qui


Nella sua veste di VP Esecutivo, Dombrovskis dovrà:
  • Dirigere i lavori volti a rafforzare l’Unione Economica e Monetaria;
  • Coordinare il piano d’azione per implementare il Pilastro europeo dei Diritti Sociali e rafforzare il dialogo sociale a livello europeo, contribuendo alla preparazione del Summit Sociale Tripartito (il forum di incontro tra i presidenti delle istituzioni europee e le parti sociali europee);
  • Ricentrare il Semestre Europeo integrandovi gli obiettivi di sostenibilità stabiliti dalle Nazioni Unite. Sempre in ambito Semestre Europeo, Dombrovskis assicurerà l’accountability democratica della governance economica, sottoponendo le proposte della Commissione all’esame del Parlamento in ciascuna fase decisiva del ciclo;
  • Coordinare i lavori per il Piano di investimenti Europa Sostenibile. A tal fine, Dombrovskis sarà incaricato delle relazioni con la BEI e dei lavori per convertire parte di essa in una Banca europea per il Clima;
  • Di concerto con la Vestager, definire la strategia di lungo periodo per il futuro industriale dell’Europa e per le PMI;
  • Rafforzare il ruolo dell’Euro, aumentandone l’utilizzo per i pagamenti internazionali, come valuta di riserva e di emissione del debito;
  • Coordinare gli sforzi per garantire parità di condizioni commerciali ed economiche con i partner internazionali dell’UE
  • Coordinare il lavoro di supporto alle riforme strutturali degli Stati Membri volte ad accelerare la crescita inclusiva e la coesione territoriale, il che include la predisposizione di un apposito strumento di budget per la convergenza e la competitività nell’Eurozona.
  • Infine, gestire e coordinare la partecipazione della Commissione al Consiglio Affari economici e finanziari, all’Eurogruppo, nel dialogo economico con il Parlamento europeo, nel dialogo macroeconomico e nel consiglio direttivo della BCE. Inoltre, contribuire all’adempimento delle responsabilità della Commissione nella rappresentanza esterna dell’Eurozona. A tal proposito, nelle prime settimane dall’inizio del nuovo mandato, Dombrovskis dovrà trovare accordi pragmatici con gli altri commissari competenti, tra cui in primis Gentiloni.
Nella sua veste di Commissario per i Servizi Finanziari, Dombrovskis sarà a carico di:
  • Completare l’Unione Bancaria, in particolare finalizzando il sostegno comune al Fondo unico di risoluzione e trovando un accordo su un Sistema europeo di assicurazione dei depositi;
  • Accelerare il lavoro verso un’Unione dei mercati dei capitali per diversificare le fonti di finanziamento per le aziende e affrontare gli ostacoli ai flussi di capitale. In particolare, Dombrovskis dovrà esplorare le modalità per facilitare gli investimenti transfrontalieri, per migliorare il sistema di vigilanza e per armonizzare meglio le procedure concorsuali e fiscali;
  • Sviluppare una strategia di finanziamento verde per dirigere investimenti e finanziamenti a vantaggio della transizione verso un’economia neutrale dal punto di vista climatico, coordinando i lavori anche a livello globale;
  • Presentare una strategia FinTech per supportare le nuove tecnologie digitali;
  • Sviluppare un nuovo fondo privato-pubblico specializzato in offerte pubbliche iniziali per le PMI;
  • Proporre un nuovo approccio globale alla lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento di attività terroristiche;
  • Garantire un approccio comune con gli Stati membri sulle criptovalute per sfruttare al meglio le opportunità che creano e affrontare i nuovi rischi che possono comportare;
  • Sviluppare proposte per garantire una maggiore resistenza dell’Europa alle sanzioni extraterritoriali da parte di paesi terzi e dall’altra parte, garantire che le sanzioni imposte dall’UE siano adeguatamente applicate in, particolare attraverso il proprio sistema finanziario.
In tale veste, Dombrovskis sarà supportato dalla Direzione Generale per la Stabilità Finanziaria, i Servizi Finanziari e l’Unione dei Mercati dei Capitali (DG FISMA)
Insomma tutta la parte di MONETA, FINANZA, BILANCIO, INNOVAZIONE FINANZIARIA, DI COORDINAMENTO DELL’EUROGRUPPO ETC VIENE LASCIATA AL LETTONE. Perfino il tema scottante di come aggirare i potenziali dazi finanziari USA con i paesi terzi è lasciato a lui. 

In qualità di Commissario per l’Economia, Gentiloni dovrà garantire, in primo luogo, che la politica economica dell’UE incoraggi la crescita e offra la protezione e la stabilità di cui hanno bisogno gli europei. In particolare, Gentiloni sarà incaricato di:
  • Trasformare il Semestre Europeo, ovvero il ciclo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nell’ambito dell’UE, in uno strumento che integri gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite; (fuffa)
  • Rafforzare l’ Unione Economica e Monetaria, garantendo l’applicazione del Patto di stabilità e crescita e utilizzando tutta la flessibilità consentita dalle regole;
  • Aumentare la capacità di resistenza agli shock dell’UE e garantire stabilità in caso di un’altra recessione economica. A tal proposito, Gentiloni dovrà vedere come affrontare i livelli di debito sia nel settore pubblico che in quello privato (viene reiterata la preoccupazione per gli attuali livelli del debito, che impediscono a certi governi una stabilizzazione macroeconomica ove richiesta);
  • Guidare i lavori sulla progettazione di uno Schema europeo di riassicurazione dei sussidi di disoccupazione per proteggere i cittadini e ridurre la pressione sulle finanze pubbliche in caso di shock esterni, lavorando a stretto contatto con il Commissario per il lavoro;
  • Coordinare il lancio del futuro programma InvestEU, garantendo che esso contribuisca in particolare agli obiettivi sulla neutralità climatica e sulla transizione digitale. Col medesimo approccio, impostare ed implementare anche il Piano di investimenti per l’Europa sostenibile, che metterà a disposizione 1 trilione di euro per investimenti legati al clima nel prossimo decennio.
In secondo luogo, Gentiloni dovrà garantire che le politiche fiscali siano eque e adeguate all’economia digitale e semplificare il lavoro transnazionale delle imprese e delle persone, adattando i sistemi fiscali nazionali a un mercato del lavoro in evoluzione e a nuovi modelli di business. In particolare, in questo ambito Gentiloni dovrà:
  • Guidare gli sforzi internazionali per un approccio concordato sulla fiscalità digitale, collaborando con gli altri partner dell’OCSE e del G20. Qualora entro la fine del 2020 non dovesse emergere alcun consenso, Gentiloni dovrà condurre la presentazione di una proposta di tassa digitale europea equa;
  • Lavorare sulla revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia per allinearla agli obiettivi di sostenibilità indicati nel programma della Commissione e porre fine ai sussidi per i combustibili fossili;
  • Condurre la proposta di una tassa frontaliera sul carbonio compatibile con il diritto del WTO, lavorando a stretto contatto con il Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo (Timmermans);
  • Lavorare per rendere i sistemi fiscali più semplici, chiari e più facili da usare. A tal proposito, Gentiloni dovrà coordinare i gli sforzi per creare una base imponibile comune per le società consolidate;
  • intensificare la lotta contro la frode fiscale, l’evasione e l’elusione fiscale, lavorando per un regime IVA a prova di frode e valutando come migliorare la cooperazione tra le autorità nazionali;
  • Contribuire a sviluppare misure più incisive per combattere i regimi fiscali dannosi in tutto il mondo, anche facendo pieno uso della lista delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali;
  • Utilizzare a pieno le clausole dei Trattati che consentono di adottare le proposte sulla tassazione mediante procedura di co-decisione e maggioranza qualificata.
In terzo e ultimo luogo, Gentiloni dovrà lavorare per il rafforzamento dell’Unione doganale e in particolare:
  • Lavorare a stretto contatto con gli Stati Membri per la piena attuazione del Codice doganale dell’Unione, mettendo in atto senza ritardo i sistemi digitali che garantiranno l’implementazione del Codice;
  • Proporre un approccio europeo integrato per rafforzare la gestione dei rischi e lavorare in stretta collaborazione con gli Stati membri per garantire l’efficacia dei controlli, rafforzando la cooperazione tra le diverse agenzie e autorità che lavorano al controllo doganale.
Gentiloni lavorerà sotto la guida del Vicepresidente Esecutivo per una “Economia che funzioni per tutti”, ovvero Dombrovskis, avvalendosi della Direzione Generale per gli Affari Economici e Finanziari (DG ECFIN) e della Direzione Generale per la Fiscalità e l’ Unione Doganale (DG TAXUD). Infine, Gentiloni sarà anche responsabile di Eurostat.
Fonte: qui
ursula von der leyen 1URSULA VON DER LEYEN

Schiff: Abbiamo accelerato il processo della scomparsa del dollaro

Gli Stati Uniti stanno perdendo la presa sul mondo? E alla fine il dollaro potrebbe essere detronizzato dal suo posto come valuta di riserva mondiale?
Abbiamo ampiamente parlato dei paesi che lavorano per minare l'egemonia del dollaro e ridurre la capacità degli Stati Uniti di armare il dollaro  come strumento di politica estera, insieme alla  corsa all'oro globale da parte delle banche centraliLa scorsa settimana, Peter Schiff è apparso su RT, insieme all'ex funzionario del Pentagono Michael Maloof, per parlare della crescente frustrazione del mondo con l'America. Peter ha detto che i paesi di tutto il mondo sono pronti a scaricare gli Stati Uniti.




Maloof ha iniziato il segmento affermando che, poiché gli Stati Uniti si sono impegnati in una guerra economica con altri paesi utilizzando sanzioni e tariffe, molti paesi sono alla ricerca di alternative. Ha detto che anche forti alleati come i paesi dell'Europa occidentale stanno iniziando a girare di più verso est di conseguenza.
Peter ha sottolineato che i problemi per gli Stati Uniti sono iniziati molto prima di Donald Trump.
Il vero problema per il dollaro e ciò che affonderà il dollaro è la nostra debolezza fiscale. E questi grandi disavanzi, disavanzi di bilancio e disavanzi commerciali, erano qui molto prima che eleggessimo Donald Trump.
Certo, Trump non ha fatto nulla al riguardo.
In effetti, i deficit stanno aumentando, sia i deficit commerciali che quelli di bilancio. Ciò che ha permesso questo nel corso degli anni è stata la volontà del mondo di detenere dollari statunitensi come valuta di riserva primaria e di continuare a prestare denaro agli americani e al governo degli Stati Uniti in modo da poter continuare a vivere oltre i nostri mezzi. Possiamo avere enormi programmi governativi per i quali non paghiamo e possiamo consumare tutti i tipi di beni che non fabbrichiamo e possiamo vivere in un'economia basata sul consumo e sul debito senza dover salvare o produrre. Il mondo lo ha fatto per noi. E penso che questo è ciò che sta per finire. Penso che vedremo un crollo del valore del dollaro e quando il dollaro crollerà, il potere dell'America si dissiperà. E gli americani dovranno fare i conti con la realtà che abbiamo svuotato la nostra infrastruttura; abbiamo vissuto oltre i nostri mezzi. E ci sarà un giorno di resa dei conti per questi anni di eccessi.
Peter ha detto che il crollo del dollaro è inevitabile.
Non ci fermeremo con l'astuzia fino a quando non collassa. Finché il mondo è disposto a continuare a prestare denaro agli americani, continueremo a spenderlo, in particolare il governo. Quindi, l'unica cosa che causerà un cambiamento è una crisi. E sarà una crisi del dollaro. Sarà una crisi del debito sovrano. Dovrebbe essere già successo. Siamo stati in grado di calciare la lattina lungo la strada per molti, molti anni. Ma il problema con tutto il can-kicking è che i problemi sottostanti sono peggiorati molto. Quindi, ora è un problema molto più grande che dovremo affrontare. "
Maloof ha affermato che le sanzioni iraniane hanno fallito e hanno spinto l'Iran a stringere relazioni più strette con la Cina. Peter ha osservato che l'Iran ha appena concluso un accordo con la Cina in base al quale i cinesi aiuteranno a sviluppare le infrastrutture iraniane in cambio di petrolio.
Le sanzioni che abbiamo imposto in tutto il mondo, questo sta semplicemente dando al mondo l'ennesimo motivo per cercare un'alternativa al dollaro USA, che avrebbero dovuto cercare molto tempo fa. Ma ora, flettendo i muscoli, non dovremmo davvero flettere, stiamo effettivamente mordendo le mani che ci hanno nutrito, e ora si stanno chiedendo se dovrebbero continuare a farlo. E così abbiamo accelerato il processo del decesso del dollaro antagonizzando così tante nazioni in tutto il mondo che dobbiamo davvero continuare a detenere il dollaro ”.
Peter ha detto, nonostante ciò che dice Trump, gli Stati Uniti non hanno la Cina oltre un barile nella guerra commerciale.
Abbiamo molto altro da perdere. I cinesi semplicemente perdono un cliente che non paga, che devono finanziare il fornitore. Ma perdiamo un banchiere; perdiamo un fornitore. I cinesi hanno sostenuto l'economia americana. Abbiamo rovinato l'economia cinese perché per mantenere questa relazione hanno perseguito una politica monetaria spericolata. Hanno bolle gonfiate. Hanno fatto delle cose per sostenere artificialmente il dollaro in modo da poter continuare a vendere prodotti a persone che non possono permettersi di comprarli ”.
RT ha interpretato una clip di Trump che minimizza l'ammontare del debito USA detenuto dai cinesi - oltre $ 1 trilione di titoli del Tesoro USA. Peter ha definito il presidente "delirante" dicendo che 1 trilione di dollari sono solo buoni del tesoro. I cinesi detengono anche molti debiti in dollari oltre al debito del Tesoro.
A margine, questa è un'enorme quantità di denaro. Se perdiamo i prestiti cinesi, se i cinesi vogliono scaricare il loro debito in dollari, il presidente Trump sembra pensare che ci sia un'ampia offerta di istituti di credito che vogliono davvero quel debito. Non credo che esistano. Non so che ci siano così tante persone stupide là fuori nel mondo che vogliono prestare così tanti soldi agli Stati Uniti a un tasso di interesse così basso. "
Peter ha detto che l'aumento del prezzo  dell'oro  rivela una spiacevole verità: le persone stanno perdendo la fiducia nel dollaro.
Non puoi vederlo nei mercati dei cambi. Il dollaro non ha davvero iniziato a cadere contro altre valute legali. Ma questo perché tutte le valute legali stanno cadendo contro il dollaro, contro l'oro. Ma la forza dell'oro sta mostrando una debolezza di fondo del dollaro che i mercati FOREX non stanno ancora mostrando. Ma lo faranno. "
Fonte: Bloomberg
Peter ha chiuso il segmento dicendo che il mercato azionario statunitense ha molto più di cui preoccuparsi della guerra commerciale.
Ci sono altri problemi molto più importanti che vengono ignorati. Questa è una bolla grande, grassa e brutta. Donald Trump aveva ragione come candidato, e l'aria uscirà da questa bolla indipendentemente da ciò che accade con la guerra commerciale. "
Come diceva l'ancora RT:
Quindi, non siamo sorpresi che l'oro stia andando così bene. ”
Via SchiffGold.com

Il debito nazionale è ora più di dieci volte le entrate fiscali annuali

I politici da Alessandria Ocasio-Cortez a Dick Cheney sono uniti nel loro accordo sul fatto che i deficit non contano. Certo, è esattamente quello che  direbbe un politico  I politici guadagnano punti spendendo denaro di altre persone, quindi, naturalmente, non vogliono sapere nulla di come la prudenza suggerisce che potrebbe essere una buona idea non spendere  quegli 800 miliardi di dollari in più che non hanno.
Ma a Washington, DC, sembra esserci poca preoccupazione in quanto il deficit annuale - per un solo anno, intendiamoci - si avvicina per la prima volta a un trilione di dollari dai giorni della Grande Recessione. Solo che ora stanno arrivando enormi deficit durante i "buoni" periodi economici.
Ciò, ovviamente, non presuppone gravi perturbazioni geopolitiche o economiche, il che peggiorerebbe le cose.
Per coloro che credono che i debiti ingenti non siano un grosso problema, tuttavia, non è ancora necessario preoccuparsi. Dopotutto, dicono, i pagamenti del debito effettivo sono ancora solo una questione minore. In effetti, sono ancora più bassi rispetto a dove erano nei primi anni '90.
Considera il primo grafico, per esempio. Se prendiamo i pagamenti degli interessi del governo federale e li calcoliamo come percentuale delle entrate fiscali federali, scopriamo che il 12% di ciò che i federali accettano deve essere pagato come interesse. All'inizio degli anni novanta, invece, i federali pagavano più del venti percento delle loro entrate fiscali per il servizio del debito.
Ufficio di gestione e bilancio della fonte e Ufficio di analisi economica degli Stati Uniti.
Certo, non è tutto dovuto al carico del debito. Molto dipende dal tasso di interesse. Alla fine del 1990, ad esempio, il tasso sui fondi federali target era superiore al 7 percento. Anche il tasso delle note a 10 anni era di circa il sette percento, rispetto a circa il due percento di oggi. Non sorprende che i federali stessero pagando di più sul debito dovuto rispetto alle condizioni attuali con un tasso di nota del due percento.
Tuttavia, il CBO stima che il tasso delle note a 10 anni raddoppierà tra oggi e il 2020. Sono scettico che aumenterà così velocemente dai suoi attuali bassi, ma quando salirà, anche la quantità di denaro che il governo federale ha da dedicare al servizio del debito. Ciò significa tagli a cose come la difesa, la sicurezza sociale e l'assistenza sanitaria.
Inoltre, man mano che il debito diventa sempre più grande, la necessità di mantenere basso il tasso di interesse tramite un "allentamento quantitativo" della banca centrale diventerà più importante, il che significa che i risparmiatori della classe media prenderanno un colpo maggiore sui conti di risparmio e sui piani pensionistici.
Ma forse l'aspetto più sorprendente del crescente debito è il fatto che non c'è davvero fine in vista, e gli Stati Uniti non hanno alcuna possibilità di pagare il debito.
Possiamo vederlo quando confrontiamo la dimensione totale del debito con le entrate del governo.

Confronto tra debito e gettito fiscale

Parte del motivo per cui le persone hanno difficoltà a comprendere l'entità del debito è perché spesso viene confrontato con l'entità del PIL totale. Ad esempio, è facile trovare online che il rapporto debito / PIL degli Stati Uniti in questo momento è di circa il 105 percento. Ma cosa significa? Un problema che incontriamo qui è il fatto che quando si tratta di debito personale, le persone non pensano di pagare i debiti come percentuale del "PIL" della propria famiglia. Ciò non avrebbe molto senso poiché la capacità di estinguere il debito di solito dipende dal reddito.
Quindi qual è il debito nazionale in percentuale del reddito dei governi federali? Entrate, in questo caso sono le entrate fiscali del governo federale. E risulta da questa misura, siamo in acque inesplorate.
In effetti, il debito pubblico è ora  undici volte  il reddito federale annuo. E per quanto ne so, è il massimo che sia  mai  stato. (Nel 1945, il debito nazionale era di $ 251 miliardi e le entrate fiscali erano di $ 45 miliardi, il che significa che il debito nazionale era 5,6 volte il gettito fiscale di quell'anno.)
In particolare, nel 2018, il debito nazionale ($ 21,4 trilioni) era 10,9 volte l'ammontare delle entrate fiscali annuali ($ 1,9 trilioni). È persino più alto di quello che era durante i giorni bui dello "stimolo" dopo la grande recessione. Nel 1981, invece, il carico totale del debito era solo due volte e mezzo le entrate fiscali annuali.
Dal punto di vista della gestione familiare, questo è più facile da comprendere. Ad esempio, se una famiglia ha un rapporto reddito / debito come il governo federale, ciò significherebbe un reddito annuo di $ 100.000 e un carico di debito di un milione di dollari.
Ora, a tassi di interesse ultra bassi, se i pagamenti sono solo di interesse e le spese giornaliere non legate al debito sono abbastanza basse, si potrebbe certamente gestirlo. Ma ci sono rischi qui. I tassi di interesse potrebbero salire. Altre spese potrebbero aumentare. E alla fine, i pronipoti stanno ancora pagando il debito per le vacanze e immaginano che i loro antenati abbiano acquistato decenni prima. Ancora peggio, se i tassi di interesse aumentano in modo significativo, i pronipoti hanno un tenore di vita inferiore perché devono dedicare sempre più dei loro possibili risparmi e consumi a un servizio del debito improduttivo.
Nessuno di questi, tuttavia, è in grado di convincere coloro che pensano che il debito non abbia importanza. Alcuni potrebbero ancora aggrapparsi all'idea che il governo possa semplicemente stampare più denaro e acquistare obbligazioni per abbattere gli interessi ed effettuare pagamenti. Ci sono almeno due problemi che emergono qui. La costante riduzione dei tassi di interesse è un problema per coloro che fanno affidamento su fondi pensione e altri investimenti che necessitano di rendimenti a rischio relativamente basso per crescere. Nel frattempo, le famiglie che hanno un reddito fisso saranno danneggiate dalla crescente inflazione, se assume la forma dell'inflazione dei prezzi al consumo. Se, d'altra parte, la crescita dell'offerta di moneta porta all'inflazione del prezzo delle attività (che è quello che abbiamo ora), ciò renderà le abitazioni più inaccessibili, bloccando nel contempo le persone a basso reddito e con un patrimonio netto inferiore da una varietà di beni, come le case.
Ora, niente di tutto questo è uno   scenario apocalittico , ma è uno scenario in cui le persone con redditi bassi e moderati devono pagare di più e sono in grado di risparmiare di meno e investire di meno. È uno scenario di un tenore di vita in declino. È uno scenario in cui gran parte della popolazione deve affrontare più blocchi stradali per l'accumulo di ricchezza e deve dedicare livelli crescenti di reddito e risorse per ripagare i debiti delle generazioni passate. Anche le agevolazioni governative come i pagamenti del welfare e le strutture di trasporto devono ridursi poiché più entrate fiscali devono essere spese per il servizio del debito. E, naturalmente, l'onere fiscale sulla gente comune non diminuirà di certo.
Autore di Ryan McMaken tramite The Mises Institute