9 dicembre forconi: 09/29/17

venerdì 29 settembre 2017

IL MOMENTO SCIOCCANTE DEL SEQUESTRO DI UNA PICCOLA SPOSA IN INDIA

HA MENO DI 18 ANNI EPPURE IL MARITO AL QUALE IL PADRE L'HA PROMESSA LA RAPISCE E PICCHIA LA MADRE CHE TENTA DI FERMARLO - VIDEO

Charlie Moore per “Mail On Line

VIDEO ‘SPOSA BAMBINA RAPITA IN INDIA’


sposa bambina rapita in india copiaSPOSA BAMBINA RAPITA IN INDIA COPIA
Il video scioccante mostra una sposa bambina sequestrata da criminali in un villaggio del Rajasthan, mentre la madre tenta di fermarli e viene picchiata.

I due trascinano la ragazza, la caricano sul mezzo e la portano via. Pare che il padre della giovane l’avesse promessa a un tizio di nome Shaukat, proprio uno dei due che l’ha rapita. Lei ha meno di 18, l’età in cui è consentito il matrimonio.

Fonte: qui
sposa bambina rapita in india copia 2SPOSA BAMBINA RAPITA IN INDIA COPIA sposa bambina rapita in india copia 5SPOSA BAMBINA RAPITA IN INDIA COPIA sposa bambina rapita in india copia 3SPOSA BAMBINA RAPITA IN INDIA COPIA sposa bambina rapita in india copia 4SPOSA BAMBINA RAPITA IN INDIA COPIA sposa bambina rapita in indiaSPOSA BAMBINA RAPITA IN INDIA

LA GRANDE SAGGEZZA UNIVERSALE, DAL BUDDHA AL CRISTO, HA INDICATO LA STRADA E PASSA PER TRE PASSI FONDAMENTALI.

C’E’ UN SEGRETO PER ESSERE FELICI? COME POSSIAMO RENDERE LE NOSTRE VITE LIBERE DA ANSIA, DOLORE E ATTACCAMENTO?
Marta Albé per https://www.greenme.it

Il concetto di non attaccamento è al centro della pratica dello Yoga, del Buddismo e di altre filosofie orientali. Si tratta di considerare se stessi nello stesso tempo come attori e come spettatori di ciò che facciamo.

i beatles a lezione di meditazione trasendentaleI BEATLES A LEZIONE DI MEDITAZIONE TRASENDENTALE
Il non attaccamento in questo modo ci permette di non vantarci per una buona azione compiuta e anche di non aspettarci nulla in cambio per aver agito in modo positivo. In questo modo il non attaccamento si collega al concetto di karma, cioè alle azioni e reazioni accumulate nel corso della nostra vita e delle vite precedenti per via dei nostri comportamenti e dei nostri pensieri sia positivi che negativi.

Chi impara davvero a praticare il non attaccamento, secondo lo Yoga, il Buddismo e altre filosofie orientali, non accumulerà karma e otterrà la liberazione dal ciclo delle rinascite. Non tutti nel mondo credono che il karma e la reincarnazione esistano, ma in ogni caso praticare il non attaccamento nella vita quotidiana ci può aiutare a sentirci meglio.
meditazione in aeroportoMEDITAZIONE IN AEROPORTO

Attenzione: praticare il non attaccamento non significa estraniarsi dalla realtà oppure vivere in modo egoistico e distaccato dagli altri. Anzi, il non attaccamento dovrebbe trasformarci in persone in grado di compiere azioni positive completamente disinteressate nella vita quotidiana. Si tratta dunque di un elemento fondamentale del servizio agli altri e al mondo che ci circonda.

Secondo le parole del Buddha, l'attaccamento è la causa principale della sofferenza. Il non attaccamento è una delle sfide più difficili della vita. Buddha ha insegnato che le catene, d'oro o di ferro, sono pur sempre catene. Spezzare queste catene significa essere liberi e aver praticato fino in fondo il non attaccamento. Infatti:

meditazione al rainbowMEDITAZIONE AL RAINBOW
"Dall'attaccamento sorge il dolore, dal dolore sorge la paura. Per colui che è totalmente libero, non c'è attaccamento, non c'è dolore, non c'è paura".

Forse ci troviamo in una situazione concreta ben precisa. Abbiamo paura di perdere una persona cara a causa di circostanze che presto ci allontaneranno fisicamente gli uni dagli altri. A volte tendiamo a pensare che le persone siano una nostra proprietà e che per questo motivo debbano sempre starci vivine.

Ma non è così. Tutto è temporaneo in questo mondo, anche la vicinanza delle persone che amiamo. Questa è forse una delle occasioni più difficili per praticare il non attaccamento. Se vogliamo davvero il bene di questa persona, dovremmo lasciarla libera di andare per la propria strada. Dovremmo essere felici per lei e non soffrire, non avere paura e non sentirci in ansia per questo cambiamento.
meditazione e bondage aiutano a togliere lo stressMEDITAZIONE E BONDAGE AIUTANO A TOGLIERE LO STRESS

Questo esempio, forse un po' estremo, dovrebbe avervi permesso di comprendere il significato profondo del non attaccamento che, come vedete, non ha nulla a che vedere con l'egoismo, mentre ha molto a che fare con l'altruismo.

Ecco ora tre consigli utili che vi aiuteranno a praticare il non attaccamento nella vostra vita quotidiana o almeno a considerare azioni ed eventi da un'angolazione nuova.

1) SIAMO GLI UNICI VERI RESPONSABILI DELLE NOSTRE AZIONI
Siamo noi gli unici veri responsabili delle nostre azioni e di ciò che ne segue. Le conseguenze delle nostre azioni, negative o positive, emergeranno con effetti sia su noi stessi che sugli altri. Ricordiamo l'importanza della terza legge di Newton e proviamo ad applicarla alla vita quotidiana: "Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria".
MEDITAZIONEMEDITAZIONE

Non possiamo fuggire dalle conseguenze delle nostre azioni. Prima di ferire o ostacolare un'altra persona pensiamoci due volte. Impariamo l'empatia e il comportamento altruista, ma nello stesso tempo rimaniamo pronti a difenderci dagli avversari. Aiutiamo gli altri, ma non gli opportunisti.

2) LA NOSTRA FELICITÀ NON DIPENDE DAGLI ALTRI
Si tratta di uno dei punti più importanti per praticare il non attaccamento e per sentirci più sereni. La nostra felicità non dipende dagli altri, non è cioè legata alla presenza o all'assenza di determinate persone nella nostra vita, alle loro parole o alle loro azioni. Dentro di noi infatti esiste un punto dove possiamo riconoscere una felicità che è sempre presente e che non può finire mai.

È quel punto su cui ci concentriamo o in cui ci ritroviamo quando meditiamo e quando finalmente riusciamo a goderci un momento di pace e di serenità. Poi le preoccupazioni della vita quotidiana con tutte le faccende da sbrigare ricominceranno. Ma noi sappiamo che quando lo vorremo potremo ritornare proprio in quel punto nascosto dentro di noi dove la felicità esiste e non dipende da niente a da nessuno.
BUDDHABUDDHA

3) DOBBIAMO ACCETTARE LA REALTÀ E SENTIRCI LIBERI
Alcune persone non accettano la realtà, si nascondono di fronte alla sofferenza perché non ne capiscono il senso. In questo caso si tratta di distacco, non di "non attaccamento". Praticare il non attaccamento non significa vivere distaccati dalla realtà, in un mondo parallelo, e non accettarla. La nostra realtà infatti è proprio nell'oggi e nella vita quotidiana, nel preciso momento in cui stiamo vivendo.

MEDITAZIONEMEDITAZIONE
La realtà non è illusione, è concretezza. Dobbiamo imparare ad accettare la sofferenza perché, così come la felicità, fa parte della vita. Così come il giorno non esiste senza la notte e la luce non ha senso senza il buio, non ci può essere bene senza male (ricordate come si uniscono il bianco e il nero nel simbolo del Tao?). Una volta compreso questo aspetto, ci sentiremo liberi interiormente e potremo aiutare gli altri a ritrovare la loro libertà.

Il non attaccamento, in conclusione, non è distacco, non è egoismo e non è nemmeno una fuga dalla realtà. Il non attaccamento è amore e libertà, abbandono del desiderio di possesso rivolto verso le cose o le persone e capacità di agire nel mondo in modo disinteressato, senza vanto e senza aspettarsi qualcosa in cambio.

Fonte: qui

TANGENTI A SESTO: TUTTI ASSOLTI, ANCHE L’EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E CAPO DELLA SEGRETERIA POLITICA DI BERSANI, FILIPPO PENATI

LA CORTE D'APPELLO DI MILANO CONFERMA LA SENTENZA DI PRIMO GRADO 
(ANSA) - Assolti anche in secondo grado gli imputati per la vicenda con al centro il cosiddetto 'sistema Sesto', tra i quali l'ex presidente della Provincia di Milano ed ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, Filippo Penati, accusato di corruzione e finanziamento illecito.

penatiPENATI
Lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano che ha scagionato anche l'architetto Renato Sarno e Bruno Binasco e la società Codelfa. Tutti erano già stati assolti in primo grado. 

Fonte qui

CLAMOROSO: AL PROCESSO SAIPEM A MILANO, L’IMPUTATO E TESTIMONE CHIAVE RITRATTA TUTTO IN AULA 
E, NELLA SOSTANZA, SCAGIONA L’ENI ED IL SUO EX AD, PAOLO SCARONI 
PER LE COMMESSE IN ALGERIA NON C’ERA BISOGNO DI PAGARE TANGENTI AGLI EX MINISTRI DEL PETROLIO

Descalzi ScaroniDESCALZI SCARONI
Colpo di scena ieri al Tribunale di Milano durante l' udienza del processo Saipem, la controllata di Eni travolta dall' inchiesta giudiziaria per corruzione internazionale. Sul tavolo una maxi-tangente da 197 milioni di dollari finita, è l' ipotesi dell' accusa, nelle tasche dell' ex ministro del Petrolio algerino. In cambio Saipem avrebbe ottenuto sette commesse.

Farid Bedjaoui imagesFARID BEDJAOUI IMAGES
Nel processo sono imputati anche Eni e il suo ex Ad Paolo Scaroni. A trascinarlo nel processo, in parte, sono state le dichiarazioni, messe a verbale e congelate in un lungo incidente probatorio, di Pietro Varone ex dirigente Saipem, anche lui imputato e sentito ieri in aula. Lungo interrogatorio durante il quale Varone, in parte, ha ritrattato quei verbali, più volte contestati dal pm.
pietro varonePIETRO VARONE

Nello specifico ha rimodulato due aspetti: per l' acquisizione di First Calgary, ha detto, Eni aveva già tutte le autorizzazioni e dunque nessun bisogno di oliare gli ingranaggi governativi attraverso l' intermediario Farid Bedjaoui, molto vicino al ministro. Ha poi sfumato la conoscenza dell' ufficio legale di Eni dei rapporti tra Bedjaoui e la Pearl Parteners, società sulla quale sarebbe transitata la tangente.

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A ROMA GLI ATTIVISTI DI “FORZA NUOVA” BLOCCANO UNA FAMIGLIA ERITREA A CUI ERA STATA ASSEGNATA UNA CASA POPOLARE

SCONTRI CON LA POLIZIA 

TRE AGENTI FERITI COLPITI ALLA TESTA DA SANPIETRINI (CUBI DI PORFIDO), CINQUE ARRESTATI, ANCHE FONDATORE "ROMA AI ROMANI"

Luca Monaco per La Repubblica

MANIFESTAZIONE CONTRO FAMIGLIA ERITREA1MANIFESTAZIONE CONTRO FAMIGLIA ERITREA1
Scontri tra polizia e militanti Forza Nuova nella Capitale. I tafferugli sono iniziati durante la protesta dei militanti di estrema per la consegna di un'abitazione popolare a una famiglia di origine eritrea al Trullo, in uno degli stabili di via Giovanni Porzio, 55. Cinque persone sono state arrestate al termine degli scontri per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Tra loro c'è anche il leader del movimento di estrema destra Roma ai romani, Giuliano Castellino. Nel corso dei disordini tre appartenenti alle forze dell'ordine sono rimasti feriti perché colpite alla testa da sampietrini.

Giuliano Castellino1GIULIANO CASTELLINO1

Secondo una prima ricostruzione durante le operazioni di sgombero dei precedenti occupanti, un gruppo di circa 30 persone si è radunato per protestare davanti alla casa popolare dell'Ater, nel quartiere del Trullo, alla periferia di Roma. I manifestanti avrebbero impedito l'ingresso dei nuovi assegnatari lanciando oggetti contro le forze dell'ordine presenti. La famiglia assegnataria, composta da madre, padre e un bambino piccolo, dopo gli scontri è andata via dal quartiere. Sono al vaglio degli inquirenti le immagini della polizia scientifica per individuare altre responsabilità.

FAMIGLIA ERITREA LASCIAFAMIGLIA ERITREA LASCIA
Non è la prima volta a Roma che si verificano scontri ed episodi di intolleranza per l'assegnazione di case popolari agli stranieri. A giugno un uomo di origine bengalese, ancorché con cittadinanza italiana, è stato aggredito con calci e pugni a Tor Bella Monaca da alcuni ragazzi italiani ai quali stava chiedendo informazioni per raggiungere l'abitazione popolare assegnatagli dal Comune. "Qui non c'è posto per te. Lascia stare le case popolari", avrebbero detto i ragazzi strappandogli le carte che aveva in mano prima di aggredirlo brutalmente.

Giuliano CastellinoGIULIANO CASTELLINO


A gennaio alcune decine di militanti di estrema destra hanno organizzato un picchetto bloccando, di fatto, l’ingresso al condominio a una famiglia egiziana, legittima assegnataria di un alloggio Ater, e facendo intanto rientrare nella casa i due giovani italiani che la occupavano abusivamente.

MANIFESTAZIONE CONTRO FAMIGLIA ERITREAMANIFESTAZIONE CONTRO FAMIGLIA ERITREA


"Roma non farà alcun passo indietro davanti agli atti di violenza neofascista di cui si è reso protagonista un gruppo di persone che questa mattina ha impedito ad una famiglia italiana di origine eritrea di entrare nella sua nuova casa. Queste persone hanno aggredito anche i vigili urbani e gli agenti di polizia, lanciando sassi e sampietrini. Hanno ferito alcuni rappresentanti delle forze dell'ordine. Quanto accaduto è inaccettabile", ha commentato la sindaca Virginia Raggi.

"Io, la mia Giunta e tutta l'Amministrazione capitolina siamo vicini alla famiglia e la abbracciamo forte. A loro dico: siamo con voi e non vi lasceremo soli. Siamo fermamente convinti che l'inclusione e la legalità siano la strada da percorrere per non cadere nel buio dell'intolleranza", aggiunge. "Ringrazio la Polizia locale di Roma Capitale e le forze dell'ordine. Faccio i miei auguri di pronta guarigione agli agenti che sono rimasti feriti durante questo barbaro attacco", conclude Raggi.

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LA BCE ACQUISTA 125 MILIONI DI AZIONI DELLA NOVOMATIC, UN COLOSSO DEL GIOCO D’AZZARDO

L’OPERAZIONE RIENTRA NEL QUANTITATIVE EASING ESTESO ANCHE ALLE AZIENDE EUROPEE, OLTRE AI TITOLI PUBBLICI

L’INDIGNAZIONE DEI CINQUE STELLE 
Giulio Isola per Avvenire

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«La Banca Centrale Europea investe 125 milioni di euro in gioco d' azzardo invece che aiutare le piccole imprese italiane. Una follia. Antisociale e antieconomica ». Simone Valente ed Enrico Cappelletti, capigruppo del Movimento 5 Stelle di Camera e Senato, sono insorti leggendo la notizia - rilanciata dal portale del volontariato Vita. it e poi confermata da Novomatic, «colosso del gioco d' azzardo e concessionario di Stato che in Italia con il marchio Admiral controlla gran parte delle sale slot oltre a produrre macchinette »: nel dicembre scorso, tramite la Banca d' Italia e la Banca Centrale di Finlandia, la Bce ha deciso di comprare anche obbligazioni dell' azienda di azzardo online, proprietà del multimiliardario Johan Graf.
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Si tratta di 125 milioni di euro di obbligazioni con l' etichetta del Quantitative Easing, ovvero la «facilitazione quantitativa» (molto amata da Mario Draghi) con cui la Bce interviene sul sistema finanziario ed economico per aumentare la moneta in circolazione e dunque favorire investimenti e occupazione (ma accrescere l' inflazione).

Con questo afflusso Novomatic - che, come rivela Vita.it, già «è un player molto ingombrante nel gioco delle parti sulla 'riforma' dell' azzardo su cui il governo sta preparando un decreto atteso per il 30 ottobre» - aumenterebbe notevolmente «la sua potenza finanziaria e tecnologica e il suo asimmetrico vantaggio competitivo sulle tecnologie» rispetto ai concorrenti.

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Valente e Castelletti, insieme alla capodelegazione al Parlamento Europeo del Movimento 5 Stelle Laura Agea e al senatore Giovanni Endrizzi, presenteranno interrogazioni sia a Strasburgo sia a Roma. «Questo investimento è totalmente inopportuno; sono ormai noti i danni sociali ed economici derivanti dall' azzardopatia e secondo gli studi promossi da Alea (l' associazione per lo studio del gioco d' azzardo e dei comportamenti a rischio, diretta dal professor Maurizio Fiasco) in Italia almeno 20 miliardi di euro finiscono nel buco nero dell' azzardo invece che in attività produttive, generando in una perdita di posti di lavoro pari a 90 mila persone nel commercio e 25 mila nell' industria, oltre ai costi sociali di oltre 6 miliardi di euro l' anno».

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La stessa Novomatic sul suo sito web ha confermato con toni entusiastici l' operazione: «Draghi sceglie di inserire Novomatic tra le 200 società non bancarie degne di rientrare tra le più sicure. Oltre ai titoli di Stato, la Bce fa già incetta di bond di emittenti private tra cui figura il Gruppo Novomatic... 

Dal giugno 2016 la Bce ha fatto un ulteriore passo avanti e ha iniziato a comprare obbligazioni societarie facendo prestiti a basso costo alle imprese attraverso le banche centrali, tra cui la Banca d' Italia e il suo corrispettivo finlandese. È quest' ultima che ha deciso di inserire nella sua lista tre obbligazioni che fanno capo a Novomatic».

Il governo italiano si autoriduce i ricavi dal «gioco di Stato» per contrastare le ludopatie, e l' Europa lo finanzia: se c' è una strategia, qualcuno ce la spieghi.

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A FOGGIA E’ RIVOLTA CONTRO IL CARA DI BORGO MEZZANONE, DIVENTATO UNA BARACCOPOLI ABUSIVA

TRA ILLEGALITA’, DEGRADO E TENSIONI SOCIALI I CITTADINI SI LAMENTANO: “SIAMO ABBANDONATI DALLO STATO, QUI LAVORANO SOLO I NERI” 

Niccolò Zancan per www.lastampa.it

Nel punto esatto in cui un blindato dell’esercito italiano presidia l’ingresso posteriore del Cara di Borgo Mezzanone, uno dei tre più grandi centri per richiedenti asilo d’Italia, incomincia la bidonville dei migranti. La chiamano «la pista». Ogni giorno tirano su una baracca nuova, sono ormai più di settecento. Rumore di martelli su lamiere, chiodi che trapassano vecchie tavole di compensato. 

IL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIAIL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIA
Vedi montagne di rifiuti stratificati, roghi di plastiche, fumi neri, niente bagni, un travaso continuo di persone e le ragazze, nuove anch’esse, appena arrivate da Foggia, in attesa su vecchi divani sfondati davanti alla baracca bordello. C’è una grande discoteca sotto una tettoia verde. La chiesa degli afghani. Il ristorante dei pakistani. Ma la zona più grande è quella gestita dalla mafia nigeriana. Dove comanda un tale con due occhi allucinati, che seduto davanti a una bandiera americana, con tre cani tristi fra i piedi, domanda: «Tutto a posto?». 

DENTRO AL GHETTO DI BORGO MEZZANONE
Si potrebbe iniziare da una ragazza nigeriana di 23 anni di nome Victory Uwangue, spogliata e bruciata viva proprio qui, nel mese di dicembre, probabilmente perché voleva opporsi al suo destino. Oppure dalla richiesta ancora valida, formalizzata da quasi tutti i residenti del paese, per ottenere una linea di pullman dedicata a loro, un pullman per soli bianchi: «Perché la circolare è piena di stranieri. Noi siamo 700, loro più di 5000 e non ce la facciamo più».
IL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIAIL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIA

O magari dal ragazzo del Gambia arrestato per rapina e accusato ingiustamente anche di stupro, un errore molto cavalcato che ha portato la gente in piazza e qualcuno ad armarsi. Oppure si potrebbe ricordare il bracciante senegalese investito da un pirata della strada mentre tornava da una giornata di lavoro a 3 euro l’ora, tirato giù come una bestia randagia sulla provinciale per Cerignola.

Hanno appena cancellato le scritte sui muri contro la responsabile locale della Caritas, l’insegnante Dina Diurno: «Te la fai con i neri». Hanno appena condannato a 14 e 10 anni di reclusione i contadini Ferdinando e Raffaele Piacente, padre e figlio, che inseguirono nei campi e ammazzarono a fucilate, sparandogli alle spalle, Mamaodou Sare dal Burkina Faso, colpevole di aver cercato di rubare due meloni. 

IL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIAIL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIA
Eppure, no. La cosa più impressionante è un’altra. È questa cancellata divelta. Il confine saltato. I militari di là con le radio, di qua la sopraffazione, mentre va in scena un passaggio incontrollato e osmotico fra il centro per i richiedenti asilo e la bidonville della pista. Adesso, proprio lì nel varco, un buco nella rete, c’è un signore che urla perché non vuole fotografie, mentre smercia bottiglie di birra doppio malto marca «Pals Strong». 

Ammesso che siano ancora in funzione, ci sarebbero quattro telecamere lungo il perimetro del Cara. Ma non servono a niente. E se si osserva la scena dall’alto, si può notare come le baracche ormai circondino il centro su due lati, quasi inglobandolo. «È questo che cerchiamo di ripetere da mesi», dice l’insegnante Diurno. «Qui i problemi sono troppi. Si mischiano diverse forme di illegalità. Diversi tipi di migrazione». Assieme ad altre cinque volontarie, sta cercando di recuperare vecchi abiti che potrebbero tornare utili. «Siamo soli. Abbandonati. Inascoltati. Qui manca tutto, bisognerebbe ripristinare la legalità ad ogni livello».

IL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIAIL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIA
Nel bar principale, il Caffè del Borgo, i migranti vengono chiamati «carbonella» e «Africa». Accanto al frigo delle bevande ci sono due foto di Mussolini. All’angolo con il locale, c’è la fermata del pullman che ogni quarantacinque minuti si riempie e si svuota. Non c’è altro modo per andarsene da qui, verso Foggia. La signora Annamaria Goffredo è una di quelle che ha chiesto e continua a chiedere una linea dedicata: «Ci insultano, fanno la pipì per strada.

Le nostre ragazze vorrebbero prendere il pullman, ma non possiamo lasciarle andare in questa situazione. Abbiamo chiesto alla squadra mobile e alla prefettura, hanno risposto che non possono farci niente. Dicono che non ci sono altri mezzi disponibili. E poi c’è un altro problema grave, che non favorisce un clima pacifico. Solo i neri hanno un lavoro. Per noi non ce n’è». 

I neri hanno un lavoro accettando condizioni da schiavi. 

Li vedi uscire ogni mattina dal Cara attesi dai caporali bulgari, che prenderanno la paga dagli agricoltori italiani. Pomodori, carciofi, olive. Chi lavora dieci ore nei campi arriva a guadagnare 34 euro per la giornata. Ma è ovvio che nella bidonville chiamata «la pista» gli affari sono anche altri.
IL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIAIL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIA

Il barista del Caffè del Borgo si chiama Alex D’Antini: «Cosa vi devo dire? Che molti di loro hanno la macchina ma nessuna assicurazione? Che se fanno un incidente scappano e abbandonano il mezzo? Che spesso vengono qui con 7 documenti diversi per fare il Postepay? Che alcuni hanno mazzette di soldi in mano alte così, troppi soldi?». 

È tutto estremo, qui. Saltato. Come quel confine fra il Cara e la pista. Un anno fa, il giornalista dell’«Espresso» Fabrizio Gatti aveva fatto un reportage dentro al centro per richiedenti asilo, «il ghetto di Stato». Il suo lavoro aveva suscitato grande indignazione e messo in moto una commissione parlamentare d’inchiesta.

Oggi la situazione è peggiorata. Il ghetto è rimasto identico. Intorno si è allargata a dismisura la bidonville gestita dalla criminalità organizzata. La gente del posto non ne può più. E per quanto possa sembrare un’affermazione retorica, è difficile dare torto al barista Alex D’Antini: «Se volete sapere come sia la vita qui, vi affitto una casa a spese mie. Accomodatevi. Venite ad abitare per un mese da queste parti. Poi ne parliamo». 
IL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIAIL CARA DI BORGO MEZZANONE IN PROVINCIA DI FOGGIA

Segnatevi questo punto sulla mappa: Borgo Mezzanone, Foggia, Puglia, Italia. 

È il prossimo posto dove trionferanno il populismo, la destra estrema e anche la voglia di vendetta

Qui ogni giorno perdono i poveri e i più poveri ancora, in un presente indistinto dove lo Stato appare fallito. 

Negli ultimi mesi, da queste parti, si è fatta vedere una sola forza politica: i fascisti di Forza Nuova.

Fonte: qui