9 dicembre forconi: 04/04/18

mercoledì 4 aprile 2018

PER LA MORTE DI ILARIA RINALDI, LA CAMPIONESSA DI CICLOCROSS, NESSUNA IPOTESI, DAL MALORE AL SUICIDIO PER DROGA FINO A UN LEGAME CON FATTI DI DOPING, E' STATA ESCLUSA DAGLI INQUIRENTI

LA SEPARAZIONE DOLOROSA DAL COMPAGNO E GLI ULTIMI, DURISSIMI 3 MESI DI VITA…

Marco Bonarrigo per il Corriere della Sera

Raccontava di essersi avvicinata alla bici a dieci anni soltanto per far breccia nel cuore di un ragazzino molto più grande di lei che gareggiava nelle corse della sua zona. L' obbiettivo fallì ma Ilaria Rinaldi, fiorentina, classe 1985, s' innamorò perdutamente del ciclismo. Un amore assoluto, passato attraverso tante vittorie giovanili, un titolo tricolore nel cross, l' ebrezza del professionismo, il doping.

E conclusosi tragicamente la mattina di Pasquetta: come Marco Pantani, Ilaria Rinaldi è morta sola, nel suo appartamento di Gambassi Terme alle porte di Firenze. L' ha trovata il padre Domenico, che l' aspettava per una gita in campagna e alle cui telefonate la figlia non rispondeva.

Ilaria era riversa sul pavimento, deceduta da ore. Le circostanze della morte e la presenza di siringhe usate e di un laccio emostatico, compatibili con l' utilizzo di sostanze stupefacenti, hanno indotto il pubblico ministero fiorentino Paolo Barlucchi a chiedere autopsia ed esami tossicologici sul cadavere, che verranno eseguiti nei prossimi giorni all' ospedale di Careggi. Nessuna ipotesi, dal malore al suicidio per overdose ad un legame con fatti di doping, viene esclusa dagli inquirenti.

A 33 anni appena compiuti la Rinaldi era ancora un' agonista attiva sia su strada che nella mountain bike. Soltanto nello scorso mese di marzo aveva corso (e vinto) cinque gare, l' ultima pochi giorni prima di morire, a Gavorrano, vicino Grosseto.

ilaria rinaldiILARIA RINALDI
Campionessa italiana di cross nel 2005, più volte titolare in nazionale under 23, Ilaria Rinaldi, minuta e combattiva, a 20 anni sembrava avviata a un futuro nel professionismo. Ma il sogno durò pochissimo: nel 2007, in un controllo effettuato dopo una corsa minore in Germania, venne trovata con valori di testosterone completamente fuori norma. Ingaggiò fior di consulenti per essere difesa, si giustificò tirando in ballo una malattia ma non convinse i giudici sportivi.

Scontata la squalifica di due anni, la Rinaldi resistette un paio di stagioni nel professionismo («Che futuro ci può essere guadagnando 400 euro al mese per fare una vita da zingara?» raccontò in un' intervista a un sito web) prima di fare il salto nell' universo parallelo e controverso delle gran fondo.

Maratone ciclistiche di lunghissima distanza, all' epoca affollate di ex professionisti disoccupati, dove sbarcava il lunario con rimborsi spese, piccoli ingaggi e premi di giornata.

ilaria rinaldiILARIA RINALDI
In tre anni Ilaria vinse la maggior parte delle corse italiane, alternando allenamenti duri a un lavoro part time in un' azienda grafica. Anche nel settore amatoriale, però, i guai non le mancarono. Il più imbarazzante fu una squalifica federale di tre mesi per aver gareggiato (e vinto) assumendo una falsa identità, quella della moglie di un compagno d' allenamento, poi squalificato per doping, e truccando l' età a un campionato mondiale master in Austria. I giudici furono clementi, fermandola solo per tre mesi: era stata mal consigliata.

Negli ultimi anni Ilaria, uscita anche dal mondo fondistico, frequentava soprattutto la mountain bike, gareggiando in maniera frenetica in Toscana e vincendo tutte le corse cui partecipava. Pochi mesi fa si era tesserata con il Team Stefan di Stefano Del Carlo, cicloamatore reduce da una squalifica biennale per doping e coinvolto nella recente inchiesta della Procura di Lucca sul decesso del giovanissimo Linas Rumsas, l' altro caso di «morte bianca» che ha recentemente sconvolto il ciclismo toscano. Fino allo scorso Natale la Rinaldi conviveva con l' ex professionista Ivan Fanelli, con cui gestiva un negozio di bici a Pontedera.

Chi la conosceva parla di una separazione dolorosa dal compagno e dal lavoro, di una delusione sentimentale che ha reso durissimi gli ultimi tre mesi di vita, in cui Ilaria si è cancellata da Facebook, isolata dal mondo cercando nella bicicletta l' unica via di fuga dalla disperazione. Una fuga che purtroppo non le è riuscita.

Fonte: qui

DOPO GLI IMMIGRATI, MACRON BLOCCA DALL'ITALIA PURE I TRENI DELLA SPERANZA

FERMATI A MENTONE I CONVOGLI DELL’UNITALSI DIRETTI A LOURDES(E COSTRETTI A PROSEGUIRE IN PULLMANN) ...

Mario Giordano per la Verità

UNITALSI 1UNITALSI 
En marche. Con le sedie a rotelle. E le stampelle in spalla. Il presidente Emmanuel Macron mostra finalmente il volto nuovo dell' Europa solidale: infatti ha fermato i treni degli invalidi diretti a Lourdes. Sui binari francesi possono passare i convogli ad alta velocità, non quelli dell' Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali).

Ma si capisce: che vogliono questi malati? La prossima volta imparino la lezione: anziché presentarsi con quelle bende bianche che non sono per nulla chic, si mettano un bel completo grigio di Yves Saint Laurent. Invece dell' acqua benedetta si facciano portare champagne. E quando alla frontiera qualcuno chiederà «dove state andando?», dimentichino la grotta della Vergine e rispondano a una voce: «A chiedere il miracolo a Bruxelles». Vedrete che Macron sarà molto più conciliante.

UNITALSI2UNITALSI
Del resto lui è fatto così: moderno, elegante, alla moda, un figo che piace alla gente che piace, insomma, il simbolo europeo del bene: può forse mescolarsi con chi sta male? Le flebo, si sa, non s' intonano con le copertine di Vanity fair, i cerotti stridono con il bacio a Brigitte. E dunque basta con questi pellegrini che, pensate un po', aspirano a inginocchiarsi davanti alla Madonna. Anziché inginocchiarsi davanti ad Angela Merkel, come europeismo oblige.

UNITALSI LOURDESUNITALSI LOURDES



Voi pensate che stiamo esagerando? Macché. È stata proprio l' Unitalsi a denunciare il blocco dell' invalido alla frontiera di Mentone, la dura reazione di Parigi di fronte al pericoloso assalto delle Brigate Pannolone. Il tradizionale pellegrinaggio da Verona (quasi mille persone) doveva partire il giorno di Pasquetta. Ma, sapendo che ci sarebbero stati degli scioperi, gli organizzatori hanno anticipato tutto alla sera di Pasqua. «Così eviteremo l' intoppo», hanno pensato.

UNITALSI LOURDES1UNITALSI LOURDES1
Illusi. Lo spostamento organizzativo è stato inutile. Le Ferrovie francesi non hanno avuto pietà. 

Per salvaguardare la clientela più pregiata, hanno deciso di limitare comunque le corse sui binari francesi: avanti i treni ad alta velocità, fermi gli altri. Compresi i malati diretti a Lourdes

Che per poter giungere a destinazione sono stati obbligati a trasbordare su pullman, tre dei quali attrezzati per malati gravi. Un disagio, simile a una deportazione, che avrebbe irritato anche i partecipanti a una gita scolastica. «Ce l' abbiamo fatta», ha invece commentato con soddisfazione Raffaello Ferrari, presidente di Unitalsi Verona, «malgrado le molte difficoltà. C' è stata un po' di preoccupazione, ma poi tutto si è risolto».

Nella splendida visione della nuova Europa di Macron, evidentemente, non c' è spazio per gli invalidi e tanto meno per le loro preghiere. Non è la prima volta, infatti, che si verificano disagi di questo genere. Al punto che i dirigenti dell' Unitalsi ora stanno pensando di abbandonare per sempre il tradizionale mezzo di trasporto su rotaia: troppi ostacoli, troppe discriminazioni. Una volta si andava a Lourdes sperando nel miracolo, adesso bisogna sperare nel miracolo per arrivarci.

Non è esagerato? E così il presidente Macron potrebbe aggiungere al suo curriculum costruito in laboratorio un altro titolo di merito: da oltre 100 anni i treni Unitalsi solcano la Francia. Nessun altro è mai andato così vicino a eliminarli. En marche, ma non troppo. Un altro motivo per continuare a ammirare questo bell' esemplare di europeista à la page, non vi pare?

Dopo aver chiuso le frontiere di Ventimiglia, trattando l' Italia come un' appendice dell' Africa, considerandola in pratica la succursale della Libia; dopo aver cercato di fregarci un pezzo di territorio nazionale con il gioco delle tre cartine; dopo averci dichiarato guerra sui cantieri navali e, da ultimo, dopo avere invaso bellamente i nostri confini senza chiedere permesso né scusa, adesso scatena l' offensiva finale contro i malati diretti a Lourdes.

Ci resta soltanto che vieti agli studenti italiani di salire sulla tour Eiffel a meno che non accettino di scendere con il paracadute e che se la pigli con la Gioconda prendendola a scudisciate sulla pubblica piazza («così impara a sorridere meglio di me») e poi lo potremo definitivamente proclamare santo protettore della nuova Europa unita e solidale. Dalla grotta di Lourdes al grottesco di Macron, il miracolo è servito. E pazienza se i malati Unitalsi non ci potranno più sperare nella guarigione. Del resto loro, per quanto sofferenti, in tutta questa storia sembrano essere i più sani.

Fonte: qui

IL DEFICIT DEL 2017 ARRIVA AL 2,3%: PADOAN AVEVA GARANTITO(ENNESIMA BALLA!) CHE SI SAREBBE FERMATO ALL’1,9%

IL CONTRIBUTO DEL GOVERNO GENTILONI AL MIGLIORAMENTO DEI CONTI E’ STATO DELLO 0,2%: LA META' DI QUEL CHE SI ASPETTAVA LA UE


GENTILONI PADOANGENTILONI PADOAN
Il rapporto deficit Pil nel 2017 è pari al 2,3%, rivisto al rialzo rispetto alla precedente stima, diffusa il primo marzo (1,9%). Lo rileva l’Istat, spiegando che il dato di oggi include l’impatto del salvataggio delle banche in difficoltà. A confronto con il 2016 comunque l’incidenza dell’indebitamento sul Pil migliora (era 2,5%).

Il valore è invece superiore alle indicazioni contenute nell’aggiornamento al Def, dove il deficit 2017 era previsto al 2,1% del Pil. L’Istat aveva chiesto il 4 agosto 2017, attraverso l’apposita procedura formale di “advice”, un parere a Eurostat sulle modalità di registrazione delle operazioni sulle banche. Il parere è stato fornito a Istat nei giorni scorsi ed è stato reso pubblico da Eurostat ieri.

BANCHE VENETE E MPS PESANO 6,3 MLD SU DEFICIT
padoan montepaschiPADOAN MONTEPASCHI
Complessivamente, rileva l’Istat nel report, le operazioni sulle banche in difficoltà impattano, per circa 6,3 miliardi sull’indebitamento 2017. L’ente statistico spiega che la contabilizzazione del salvataggio delle banche venete corrisponde a un trasferimento in conto capitale di 4,756 miliardi, secondo le indicazioni di Eurostat. A ciò vanno aggiunti 1,6 miliardi delle operazioni relative a Monte dei Paschi di Siena (ricapitalizzazione e ristoro dei “junior bondholders”). Cifra, questa, rivista (era stata calcolata in 1,1 mld).



RIVISTO IN AUMENTO DEBITO-PIL 2017, A 131,8%

padoan moscoviciPADOAN MOSCOVICI
Il debito del 2017 risulta invece pari a 2.263 miliardi, ossia il 131,8% del Pil. L’ente statistico rivede così al rialzo la precedente stima, quella diffusa il primo marzo, che dava il rapporto al 131,5%. Il valore risulta comunque in calo rispetto al 2016, quando era pari al 132,0%. Invece il dato è superiore all’indicazione contenuta nella nota di aggiornamento al Def (131,6%).




CORRE SPESA FAMIGLIE, GIÙ PROPENSIONE RISPARMIO

Dall’indagine emergono altre indicazioni: la spesa per consumi finali delle famiglie nel 2017 è cresciuta del 2,5%, il rialzo più forte dal 2011. La pressione fiscale nel 2017 è stata invece pari al 42,5% del Pil, in calo dal 42,7% del 2016, ma superiore alla precedente stima del primo marzo pari al 42,4%. 

Fonte: qui

NEL BRESCIANO UN UOMO IRROMPE IN UN'AZIENDA E UCCIDE UNA PERSONA. POI FUGGE IN AUTO

POCHE ORE DOPO AMMAZZA UN ALTRO IMPRENDITORE 

SCATTA LA CACCIA AL KILLER (CHE FACEVA PARTE DELLA BANDA DEI TIR)

Franco Grilli per il Giornale

"Mi hai rovinato!". Poi i colpi di pistola che uccidono una persona e ne feriscono un'altra. Infine la fuga del killer in auto, ora ricercato in tutta la zona. Fino al secondo omicidio, commesso poche ore dopo.

La giornata di sangue è iniziata a a Flero (Brescia), nella sede dalla Sga, un'azienda che si occupa del commercio di veicoli commerciale. Come racconta il Giornale di Brescia, stamattina l'uomo - il 67enne Cosimo Balsamo, pregiudicato - sarebbe entrato nel capannone, urlando e sparando contro il 78enne Elio Pellizzari, morto sul colpo. Ferito il titolare dell'azienda, Giampiero Alberti, 75 anni.
omicidio nel brescianoOMICIDIO NEL BRESCIANO

Il killer - noto perché appartenente a una banda di ladri - è poi scappato a bordo di una Bmw. I carabinieri sarebbero risaliti alla targa della vettura attraveso le telecamere di sicurezza. Ma la ricerca è stata ancora vana. Al punto che l'uomo ha potuto commettere un secondo omicidio a Carpeneda, frazione del comune di Vobarno. Secondo quanto si apprende si tratterebbe di un altro imprenditore.

Un testimone ha raccontato di avergli visto in mano almeno un fucile a pompa e diverse pistole.

Fonte: qui

COME PUO' ESSERE USATO FACEBOOK? A PORNO-RICATTARE GLI SPROVVEDUTI ....

IL RACCONTO DI MANUEL, UN RAGAZZO CHE HA  ABBOCCATO ALL’ESCA DI UNA FINTA RAGAZZA PALERMITANA, IN REALTÀ UN TRUFFATORE IVORIANO 

“LEI'' SI SPOGLIA, LUI SI TIRA FUORI IL PISELLO DAVANTI ALLA WEBCAM. 

MA LEI FA UNO SCREENSHOT E INIZIA A RICATTARLO: ‘LO MANDO A TUTTI I TUOI CONTATTI SE NON MI MANDI 1000 EURO. 

“QUINDI RISPONDI FRANCAMENTE ORA CHE VUOI CHE ELIMINI TU O VUOI CHE LO PUBBLICHI?”’. 

ECCO MANUEL COME REAGISCE…

Manuel Peruzzo per www.lastampa.it del 24/09/2017

porno ricatto su facebookPORNO RICATTO SU FACEBOOK
Sandra Mancarella mi ha chiesto l’amicizia su Facebook. Tutto ciò che so di lei è la foto in cui si vede che è giovane e bella. Si presenta in privato: “Non ci conosciamo sono nuova da qui su Facebook e voglio fare nuova conoscenza se ti dà fastidio dimmi”. Ho subito apprezzato lo spirito d’iniziativa, non mi permetto di inibirla. Incuriosito dalla sua ortografia le chiedo da dove viene. “Piacere Sandrà sono di Palermo ma ora sono a messina xk Lavoro é tu ?”.

Le dico che sono un trentenne, vivo a Como e faccio l’impiegato. Sono così scarso nella conversazione che mi interrompe: “io sono nel camera mia me annoio cerco di divertire. Facciamo la video chiamata da su Facebook così facciamo sesso in cam per divertire nulla di più si non vuoi dimmi e lasciamo perdere”.

Ora, riflettiamoci. Se una ragazza con un profilo vuoto e senza amici in comune ti contatta dicendo che è nuova su Facebook, si chiama Sandrà Mancarella, ti dice che fa l’infermiera a Messina, e che per ingannare la noia fa sesso virtuale, la prima cosa che pensi è che sei stato fortunato. Finalmente è la tua serata. Finalmente stai per scoprire cosa succede a un maschio bianco eterosessuale disponibile. L’occasione è troppo ghiotta per lasciarla sfuggire. Videochiamo.

Mi accorgo subito che Sandrà non è come nella foto profilo. È proprio un’altra ragazza in quel che pare essere un filmato sgranato messo per ingannarmi. Ma perché formalizzarsi, sono tutte e due caucasiche, e poi è già mezza nuda. Si fa coraggio e mi scrive di farmi vedere nudo, lei farà lo stesso. Un po’ sbrigativo come approccio ma non voglio rovinare tutto con la mia diffidenza poco virile.
porno ricatto su facebookPORNO RICATTO SU FACEBOOK
E io che non voglio essere da meno, sto al gioco, fotografo lo schermo, cerco di capire come funziona, mi masturbo con il video di lei (le cose o si fanno bene o non si fanno), e dopo circa un minuto ciò che vedo è la mia faccia pelata sullo schermo. Il sogno si ferma e si trasforma in un incubo: l’infermierina sexy dall’immaginario anni 70 non è una vera infermiera. Si prendeva gioco di me. Ecco che si inizia.

Mi scrive se ho capito che mi ha in pugno con un video compromettente: “vuoi che mando a tuo amici vicino da te ? famiglia a te ? anche nella tua città attuale ? quale vergogno se pubblico quello è questo che vuoi ?”. No non è questo che voglio. Sei solo tu e la luce verde della cam nella solitudine della tua camera da letto. E pensi a tutti quelli che ci sono passati. Adolescenti, uomini sposati, anziani inattrezzati che presi dal panico e dalla vergogna d’essere stati ripresi durante un atto intimo, grottesco e patetico si lasciano intortare. Pronti a tutto pur di metter fine a quella faccenda. Nessuno vuole che il filmatino sciatto e sgranato, la sega più triste e costosa mai esistita, venga visto dai propri parenti, dagli amici, e soprattutto dai nemici. I truffatori fanno leva sulla vergogna. Ma c’è solo un piccolo problema: io non ne provo affatto.

“Giuro su entrambi i seni di mia madre se hai provato a tagliare la cam o ti provo a fuggire pubblicherò il tuo video quello che vuoi che faccio con la tua vita?”. Chiedo come funziona. Ok, ho visto Black Mirror, la serie tv distopica inglese in cui un ragazzino è ricattato online per essersi masturbato di fronte al computer, e più o meno sono preparato, però dove intende pubblicare il video? Facebook agirà sotto la mia segnalazione? E in quanto tempo? Saranno svelti come quando devono bloccare il quadro dell’ottocento con dei capezzoli? La risposta ovviamente è no, la signorina Sandrà ha campo libero di sputtanarmi. E lo farà.
porno ricatto su facebookPORNO RICATTO SU FACEBOOK

Sandrà è così gentile da assicurarsi io capisca le intenzioni. Vuole pubblicare il video “su youtube e anche su facebook ovunque ha tutto il tuo amico mi dica questo bene quello che vuoi che faccio della tua vita?”, ripete che tutti mi vedranno. Insiste: “Quindi rispondi francamente ora che vuoi che elimini tu o vuoi che lo pubblichi?”. Vuole darmi la possibilità di correggere il mio pessimo comportamento, vuole darmi una mano.

Mi sta probabilmente parlando in un francese tradotto su Google. Minaccia “È questo che faccio della tua vita?”, mi chiede se voglio che elimini il video o che lo pubblichi. Poi mi promette un milione di visitatori su YouTube e inizio a credere che forse potrei dare una svolta alla mia carriera. Paris Hilton e Kim Kardashian non si sono buttate dalla finestra o impiccate; e il mio paese non sa della mia esistenza.

Scelgo d’essere l’Anthony Weiner della mia timeline: pubblichi tutto, chissenefrega. Vediamo come va a finire. Dopo cinque minuti, Sandrà pubblica il mio video proprio sotto a un post in cui racconto che cosa sta succedendo ai miei amici divertiti che ormai hanno spento Tv e Netflix per appassionarsi alla saga. E per vedere cinicamente il mio video.

Tento di far ragionare Sandrà facendole presente che è estorsione, pubblicazione illecita, stalking e che la denuncio. Lei mi risponde “i Carabinieri hahaha non mi spaventa... Se volete rende-anche voi alla gendarmeria o la polizia postale, perché solo non può mai io voi di bene non trovarmi, ma so che dopo essere stato fatto in tutti questi posto me finisco rovinare la vita, condividendo il video al massimo…”. Non capisco bene cosa dice ma sicuramente non l’ho commossa. 
porno ricatto su facebookPORNO RICATTO SU FACEBOOK

Mi ordina di fare un pagamento tramite Western Union, indirizzato a Marco Milano, a Abidjan la capitale economica della Costa D’Avorio, codice fiscale 00225, per una somma di mille euro. E mi scrive “Vai subito appena fatto il pagamento mandami la ricevuta del pagamento cosi chiudiamo questa storia del video”.

Mi scrive anche, evidentemente per convincermi, che prima pago e prima toglierà i video e mio figlio non li vedrà. Io però non ho figli. Gli rispondo di non darmi ordini, perché sono molto più pigro di lei, che a questo punto è chiaro essere un lui: un ivoriano che da qualche farm truffaldina estera sta tentando la truffa con me come con chissà quanti altri. Continuerà a inviarmi il video e a chiedermi soldi fino a che Facebook, in seguito a mia segnalazione, non interverrà bloccando il profilo fasullo. Purtroppo tardi.
porno ricatto su facebookPORNO RICATTO SU FACEBOOK

Questa volta è andata bene perché non sono morto dalla vergogna. Non ho tentato il suicidio, non sono caduto in depressione, non mi sono dovuto scusare con mia moglie o con i miei figli. È andata bene perché il truffatore ha trovato la persona sbagliata, cioè l’unico trentenne a cui se dici che gli pubblichi il video di lui nudo online non si dispera ma si apre una birra e aspetta il momento in cui Facebook lo sospende per una verifica. Quando finalmente avviene mi rassicuro, anche se ormai è tardi. Poco dopo mi scrive tale Mariella Di Coste: “Allora, facciamo 200 euro, ok?”. Non sono mai stato svalutato tanto velocemente.

Fonte: qui

VIDEO: A HOUSTON, NEGLI USA, TRE AMICI GIOCANO IN MACCHINA CON UNA PISTOLA IN DIRETTA FACEBOOK

LA RAGAZZA AFFERRA L’ARMA ED ESPLODE ACCIDENTALMENTE UN COLPO: IL PROIETTILE COLPISCE ALLA TESTA UN 26ENNE CHE VIENE ABBANDONATO AGONIZZANTE IN AUTO 

ATTENZIONE:IMMAGINI FORTI

VIDEO: SPARA A UN AMICO IN DIRETTA FB
 

spari in diretta fb 8SPARI IN DIRETTA FB 
Tre amici in una macchina, una pistola e un cellulare. Questa la miscela alla base di un fatto di cronaca che lascia letteralmente senza parole, nel pieno del dibattito sulla diffusione delle armi negli Usa.

I tre sono nel parcheggio di una stazione di servizio a Houston (Texas), stanno trasmettendo una diretta facebook mentre parlano e giocano con una pistola. Cassandra Damper, questo il nome della donna a bordo dell’auto, ha impugnato la pistola puntandola verso il cellulare. L’uomo seduto accanto a lei la ammonisce dicendole: “Mi rendi nervoso”. La donna continua imperterrita nel suo gioco, convinta che la pistola fosse scarica. Ad un certo punto parte un colpo che raggiunge il ventiseienne Devyn Holmes alla testa.

spari in diretta fb 9SPARI IN DIRETTA FB spari in diretta fb 1SPARI IN DIRETTA FB spari in diretta fb 7SPARI IN DIRETTA FB 
La diretta video (di cui proponiamo uno spezzone volutamente interrotto dopo lo sparo) continua: la donna e il passeggero sul sedile posteriore lasciano immediatamente la macchina, in auto rimane Holmes agonizzante, con la t-shirt inzuppata di sangue. Stando a quanto riporta la stampa è stato trasferito in ospedale e lotta tra la vita e la morte. La donna è stata arrestata.

LA NUOVA SCHIAVITU’ SI CHIAMA “STAGE”

I TIROCINI DOVREBBERO SERVIRE PER AVVIARE I GIOVANI AL LAVORO MA I DATORI DI LAVORO RENDONO OPACHI TEMPI DI AVVIAMENTO E RETRIBUZIONI 

LE REGOLE NON VENGONO RISPETTATE IN MODO OMOGENEO: OGNI REGIONE VA PER CONTO SUO 

E SOLO UNO SU QUATTRO VIENE ASSUNTO

Diana Cavalcoli e Dario Di Vico per il “Corriere della Sera”

Nel dibattito sulle politiche attive del lavoro c' è una zona d' ombra di cui nessuno parla: è impossibile sapere quanto sono pagati gli stagisti italiani. E dire che i tirocini dovrebbero ricoprire un ruolo decisivo per l' avviamento al primo impiego. Dovrebbero rappresentare quella cerniera tra la fine degli studi e l' ingresso nel mondo del lavoro in grado di rendere più facile la transizione.
TIROCINIOTIROCINIO

Da una parte i ragazzi possono misurarsi concretamente e in maniera duratura con l'organizzazione aziendale, le sue regole e persino le sue asperità, dall' altra le imprese possono conoscere per tempo e in maniera adeguata il capitale umano su cui investire.

Questo in teoria, perché nella pratica quando si parla di monitoraggio dei tirocini né le Regioni né gli altri enti statali sanno dare risposte dettagliate. Il mistero più grande riguarda il compenso: gli unici a conoscerne l' importo sono i ragazzi, le imprese che li ospitano e gli enti promotori dello stage.

TIROCINIOTIROCINIO
Non esiste però un archivio nazionale e «non ci sono dati» è la risposta standard. Al più è possibile conoscere il numero degli stagisti: 186 mila secondo gli ultimi dati Anpal, fermi a giugno 2017. Stiamo parlando di quelli che in gergo vengono chiamati tirocini extracurriculari ovvero successivi alla fine degli studi (i curriculari avvengono durante gli studi e non sono retribuiti per norma).

Le amnesie che circondano i compensi sono singolari perché in realtà le aziende non sono tenute ad essere afone: anzi devono comunicare il numero degli stagisti in rapporto alla pianta organica, registrare i dati anagrafici e denunciare la durata del tirocinio. Sui soldi invece si può tacere.

«È uno scandalo - commenta Francesco Seghezzi, direttore della Fondazione Adapt -. Anche perché secondo la legge Fornero, a suo tempo intervenuta sulla materia, era previsto un monitoraggio che comprendesse l' elemento della retribuzione». Ma evidentemente non c' è stata mai la volontà di farlo. Un grave errore perché, vista dal lato degli stagisti, non considerare la paga come elemento trasparente li porta a pensare che il mercato del lavoro sia strutturalmente grigio e che l' intera «società adulta» sia nella buona sostanza connivente.
TIROCINIOTIROCINIO

Ad aggiungere incertezza alla vita, già pericolosa, degli stagisti ci pensano anche le diverse normative regionali. Le linee-guida della Conferenza Stato-Regioni hanno tentato di mettere una pezza al problema dei compensi prevedendo un' indennità minima stabilita dalle singole Regioni. Al di là dei ritardi - solo 1/3 delle regioni si è aggiornata entro i termini - il tentativo aveva una sua ragione: evitare il lavoro gratuito.

La contraddizione però è che le condizioni dello stage non sono identiche su tutto il territorio. Per le indennità minime si oscilla dai 300 euro di base in Sicilia, ai 500 in Toscana e addirittura 800 nel Lazio. «Le normative differenti sono un problema - spiega Roberto Benaglia, responsabile Cisl Lombardia per il mercato del lavoro - dovete immaginare una tela di Arlecchino, in cui un pasticcere può prendere quanto un ingegnere».

Anche per questa via si finisce per disincentivare le famiglia a investire nell' istruzione qualificata dei propri figli, come purtroppo dimostrato dai salari d' ingresso degli stessi ingegneri: troppo bassi e con lentissima dinamica salariale.

TIROCINIOTIROCINIO
Non ci sono dati certi ma secondo il sindacato esiste una quota significativa di aziende che evadono l' obbligo della retribuzione minima, cucendo la paga attorno al singolo tirocinante. Può succedere paradossalmente che un' azienda spenda più nel tempo dedicato a selezionare il tirocinante - delle volte anche tre colloqui - che nella sua successiva retribuzione. La Repubblica degli Stagisti, un' associazione diretta da Eleonora Valtolina, ha provato a tracciare il fenomeno pubblicando una guida sui migliori tirocini per i ragazzi.

Un catalogo delle buone pratiche che tiene in conto la retribuzione ma anche i piccoli benefit: dalla mensa al rimborso della benzina. Una lista che tiene insieme più di 50 aziende tra cui Danone, Ferrero, Bosch, Magneti Marelli ed Ernst&Young. «Ci siamo accorti - spiega Valtolina - che esiste una correlazione tra la retribuzione garantita e la propensione all' assunzione. Per questo cerchiamo di far conoscere quelle aziende che offrono condizioni migliori e hanno voglia di investire sui giovani inserendoli davvero nell' organico». Nel complesso però le aziende che assumono restano poche, secondo i dati Anpal il tasso di conversione dello stage in un contratto è del 26% con una media di sei mesi dalla fine del tirocinio.
TIROCINIOTIROCINIO

Analizzando le differenze regionali si evidenzia una sorta di scollamento tra la realtà del mondo del lavoro e gli stage. La grande assente è la sostenibilità economica: le indennità minime sono infatti scollegate dal costo della vita. Basta incrociare i compensi minimi con l' affitto medio di una stanza nelle grandi città per capirlo.

I 500 euro minimi offerti a uno stagista in Lombardia non bastano a pagare l' affitto di una stanza che solo a Milano ruota intorno ai 600 euro. Va meglio a Roma dove con gli 800 euro dell' indennità si riescono a pagare i 500 euro d' affitto medio ma resta poco per le spese extra. La prima conseguenza è che possono permettersi di fare lo stagista solo i ragazzi che hanno alle spalle una famiglia che può sussidiarli oppure che scelgono di rimanere nel luogo di residenza. Il risultato è che il 90% dei ragazzi fa lo stage nella regione di nascita, senza di fatto avere chance di mobilità territoriale.

Come è facilmente intuibile la maggior parte degli stage è al Nord e la differenza ripercorre in qualche modo la struttura territoriale del sistema delle imprese italiano. In Lombardia i tirocini attivi al 30 giugno sono 29.866 pari quasi alla somma di quelli di Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. «È il problema di tutto il mercato del lavoro meridionale. Nella nostra esperienza - continua Valtolina - vediamo anche molte aziende del Nord che non accettano candidati da lontano perché non se la sentono di far percorrere centinaia di chilometri ai ragazzi per uno stage che potrebbe finire dopo pochi mesi».
TIROCINIOTIROCINIO

Per non vedere soltanto il bicchiere mezzo vuoto va detto che nella modifica del quadro normativo regionale c' è un' innovazione che può veramente cambiare l' esperienza del tirocinante. Parliamo della proposta della Cisl Lombardia di introdurre criteri di qualificazione dello stage collegandoli alla durata.

La logica è quella di differenziare in base alle mansioni usando i criteri europei Eqf. In breve, un ingegnere dovrebbe avere uno stage più lungo di un pasticcere perché le esigenze di formazione sono decisamente differenti. Dice Chiara Manfredda, responsabile dell' area formazione di Assolombarda: «Al di là dell' indennità minima, il vero problema è ritornare a puntare sulla qualità della formazione. In quest' ottica ridurre la durata per i lavori strettamente operativi come il panettiere, il pasticcere, l' operaio tecnico può velocizzare il processo di assunzione in azienda». 

Che alla fine dovrebbe essere l' obiettivo di ogni stage che si rispetti.

Fonte: qui

GIOVANNI SARTORI: “IL LIBERALISMO C'È QUANDO POTERE ECONOMICO E POTERE POLITICO RIMANGONO SEPARATI. ”

AL POTERE ECONOMICO NON SI PUÒ CONSENTIRE DI CONQUISTARE IL POTERE POLITICO. 

IL CONFLITTO D'INTERESSI È UNA FERITA NEL CORPO DELLA DEMOCRAZIA”

Gianfranco Pasquino per il Fatto Quotidiano

Sartori, Pasquino,Gherardi, Santiago 2009SARTORI, PASQUINO,GHERARDI, SANTIAGO 2009
Nella sua brillante introduzione alla Antologia di scienza politica da lui curata e pubblicata dal Mulino nel 1970, Giovanni Sartori affermava senza mezzi termini che la cultura politica italiana soffriva di "analfabetismo politologico". I suoi bersagli erano chiari: democristiani e comunisti, e lo sarebbero rimasti fino alla loro ingloriosa scomparsa.

I democristiani irritavano Sartori per la loro accertata incapacità di andare oltre una cultura giuridica alquanto formalistica e per l' incomprensione dei meccanismi della politica, a cominciare, già allora, dai sistemi elettorali.
Sartori e Isabella Gherardi, Santiago del Cile, 2009SARTORI E ISABELLA GHERARDI, SANTIAGO DEL CILE, 2009




Ai comunisti rimproverava, nella sua veste non soltanto di politologo, ma di liberale, l' uso della teoria marxista, per quanto ridefinita da Gramsci, inadeguata alla comprensione di tematiche come la Costituzione e lo Stato. Soprattutto, però, la critica che valeva per entrambi riguardava in particolare il cattivo uso dei concetti e la manipolazione talvolta persino inconsapevole che ne facevano gli intellettuali di entrambi i partiti.

Soltanto molto tempo dopo mi sono reso conto che fin dalla metà degli anni '50, in chiave e con obiettivi parzialmente diversi, sia Norberto Bobbio (Politica e cultura, Einaudi 1955) sia Sartori (Democrazia e definizioni, Il Mulino 1957), avevano sfidato frontalmente la cultura politica "catto e comunista". Bobbio continuò a farlo fino all' ultimo. Destra e sinistra, (Donzelli 2004) ne è una chiara testimonianza.
giovanni sartoriGIOVANNI SARTORI

Sartori intraprese un lungo percorso di ricerca nel quale il caso italiano rimaneva un caso e poco più. Anzi, Sartori affermò ripetutamente, anche in polemica con il provincialismo di troppi studiosi, che parlavano dell' Italia Dc-Pci come di un' anomalia positiva, che chi conosce un solo sistema politico non conosce neppure quel sistema.

GIOVANNI SARTORI - LA CORSA VERSO IL NULLAGIOVANNI SARTORI - LA CORSA VERSO IL NULLA
Non scrisse mai un libro dedicato a una tematica sostanzialmente italiana anche se divenne un critico severissimo e agguerritissimo di tutte le riforme elettorali e istituzionali italiane che, uomini (e donne) privi di cultura politologica e politica, hanno fatto e rifatto con pessimi esiti.

I suoi libri sulla democrazia e sui sistemi di partito restano monumenti della scienza politica della seconda metà del secolo scorso e sono letture imprescindibili, ma Sartori teneva molto a due volumi più recenti e più mirati: Ingegneria costituzionale comparata (Il Mulino, più edizioni, da ultimo 2004) e Homo videns (Laterza 2000).

I NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORII NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORI







Ogniqualvolta, specialmente nei pungentissimi editoriali per il Corriere della Sera (variamente raccolti Mala tempora, Laterza 2004 e Il sultanato, Laterza 2009) analizzava un qualche fenomeno politico, Sartori metteva grande cura nell' applicare in maniera ovviamente molto concisa il suo metodo comparato e le conoscenze acquisite. La domanda di fondo alla quale rispondeva era sempre quella relativa alle conseguenze prevedibili di interventi, mutamenti, trasformazioni nel sistema, nei partiti, nella leadership, nelle leggi elettorali.

I NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORII NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORI
Spiegazioni e/o teorie probabilistiche erano i ferri del suo mestiere: "Se cambiano le condizioni a, b, e c allora è probabile che cambino le conseguenze x, y, z". Certo, discutere con chi di volta in volta produceva spiegazioni ad hoc, spesso tanto particolaristiche quanto fragili, era un esercizio che spesso lo irritava e che volgeva sul beffardo, sulla presa in giro.

Spariti i suoi interlocutori democristiani e comunisti i quali, almeno, avevano letto qualche libro e talvolta s' interrogavano effettivamente su riforme e conseguenze, persino sul metodo con il quale analizzare il sistema politico italiano e i suoi partiti, Sartori si trovò costretto a fare i conti con analisti e politici improvvisati.
I NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORII NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORI






Il liberale che era in lui colse immediatamente l' incongruenza di una rivoluzione liberale di cui, dopo la caduta del Muro di Berlino, avrebbe dovuto farsi portatore e interprete un imprenditore duopolista (nell' importantissimo settore della comunicazione, in particolare televisiva), un imprenditore che (af)fondava la sua politica in un gigantesco conflitto di interessi.

Giovanni Sartori e Isabella GherardiGIOVANNI SARTORI E ISABELLA GHERARDI
Perché mai questo accanimento contro Berlusconi, si chiesero molti commentatori, visto che l' allora Cavaliere aveva "salvato" l' Italia dai comunisti e dai post-comunisti? Eppure, la risposta di Sartori era semplice, lineare, inoppugnabile: liberalismo c' è quando potere economico e potere politico sono e, nella misura del possibile, rimangono nettamente separati. In una democrazia liberale al potere economico non si può consentire di conquistare il potere politico. Il conflitto d' interessi è una ferita permanente nel corpo di quella democrazia.

Sartori era tanto più credibile in questa denuncia poiché si era per tempo schierato contro la partitocrazia ovvero quella situazione nella quale il potere politico, più precisamente dei partiti, si annetteva pezzi di potere economico, sociale, culturale.

giovanni sartori riceve la gran croce cilenaGIOVANNI SARTORI RICEVE LA GRAN CROCE CILENA
Il liberalismo di Sartori si rafforzava e raffinava grazie alla sua scienza politica, ad esempio, ricordando che le democrazie liberali sono tali quando garantiscono effettiva rappresentanza politica agli elettori. Dai buoni sistemi elettorali viene buona rappresentanza che esige nella maniera più assoluta l' assenza di qualsiasi vincolo di mandato.

Fin dal 1963 Sartori aveva sollevato il quesito se i parlamentari si sentissero maggiormente responsabili nei confronti dei dirigenti di partito, dei gruppi d' interesse, degli elettori? La risposta è, naturalmente, empirica, ma la proposta di Sartori è chiara: bisogna disegnare sistemi elettorali che consentano ai parlamentari di essere effettivamente e essenzialmente responsabili nei confronti degli elettori.

A Sartori è stato risparmiato l' obbrobrio tanto dell' Italicum (non ho dubbi che avrebbe fatto notare che i premi di maggioranza Italicum-style c' entrano con la buona rappresentanza come i cavoli a merenda) quanto, ancor più, della Legge Rosato. Ma ha avuto il tempo di bollare la Legge Calderoli con l' epiteto Porcellum.

Non gli attribuisco niente che non si possa trovare nei suoi scritti se aggiungo che sarebbe inorridito ad ascoltare fior fiore (sic) di riformatori e di commentatori, neanche analfabeti di ritorno, perché mai alfabetizzati, sostenere la necessità di un' apposita legge elettorale in un sistema partitico diventato tripolare.

Tanto per cominciare avrebbe sostenuto che prima di contare i poli si contano i partiti (quindi, il sistema partitico italiano è multipartitico), poi se ne valuta il consolidamento, molto limitato, infine che alcuni sistemi elettorali forti hanno effetti restrittivi sui partiti e sui sistemi di partiti.
Le leggi elettorali si scelgono per dare vita al sistema di partiti preferito, che non è la stessa cosa di favorire o svantaggiare qualsivoglia partito.

GIOVANNI SARTORIGIOVANNI SARTORI
Alla morte di Bobbio, il necrologio scritto da Sartori sulla Rivista Italiana di Scienza Politica (aprile 2004), intitolato Norberto Bobbio e la scienza politica in Italia, si concludeva con le seguenti parole: "Bobbio è stato per tutti gli studiosi un modello di come si deve scrivere, insegnare, e anche partecipare alla vita pubblica. Norberto Bobbio è stato, e resta, il più bravo di tutti noi".

Credo di potermi permettere sia di condividere queste parole sia di aggiungere nel primo anniversario della sua morte che Sartori è senza nessun dubbio stato "il più bravo di tutti noi", ma anche uno dei migliori scienziati politici degli ultimi cinquant' anni.

Fonte: qui