9 dicembre forconi: 06/12/15

venerdì 12 giugno 2015

La Cina costruirà 415 nuove navi da guerra nei prossimi 15 anni

Valentin Vasilescu, Reseau International 11 giugno 20157o077LVAttualmente, la Cina ha la maggiore Marina dell’Asia con quasi 300 navi di superficie e sottomarini. Un’analisi dei programmi della Marina della Repubblica popolare cinese è stata fatta dall’ex-ufficiale dell’intelligence della US Navy James Fanelli, per il centro di sicurezza su richiesta del Congresso, dimostrando il potenziale di crescita delle forze navali cinesi. La Cina ora punta a sostituire la flotta basata su navi sovietiche con navi più grandi, multiruolo e dotate di sensori di rilevamento e di missili antinave, antisom e antaerei avanzati. Secondo il rapporto, la Cina nel 2030 avrà 99 sottomarini, 4-5 portaerei, 102 cacciatorpediniere e fregate, 73 navi di assalto anfibio e 111 navi lanciamissili. Inoltre, l’università navale dell’US Navy ha analizzato, in un report per il Pentagono, l’operatività della nuova classe di cacciatorpediniere cinesi Luyang III (Tipo 052D), ritenuto capace di modificare l’equilibrio delle forze nel Pacifico occidentale. Il primo cacciatorpediniere Classe Luyang III è entrato in servizio nella Marina cinese il 21 marzo 2014, e altri 11 sono in costruzione nei cantieri in Cina. Il cacciatorpediniere Luyang III, da 7500 tonnellate, con una superficie riflettente radar significativamente ridotta, è considerato il principale concorrente dei cacciatorpediniere AEGIS classe Arleigh Burke dell’US Navy. Il Radar di rilevamento (Tipo 348) è del tipo AESA (Active Electronically Scanned Array) l’equivalente cinese del radar AN/SPY-1 AEGIS, con un raggio di 350 km. Come l’AEGIS delle navi statunitensi, il Tipo 348 può guidare i missili antiaerei a lungo raggio contro missili balistici a medio raggio. Per facilitare l’individuazione di F-22 e F-35 (aerei stealth), il Tipo 348 combina sensori passivi YLC-20 e DWL002. I cacciatorpediniere Luyang III sono dotati di 64 celle (+ 24) dei sistemi di lancio verticali (VLS), di siluri CY-5 propulsi da motori-razzo, missili da crociera CJ-10 (gittata di 2500 km), missili antinave YJ-18 o YJ-83 (gittata di 250-500 km), missili antiaerei a lungo raggio HQ-9 (gittata di 200 km), missili antiaerei a medio raggio DK-10 (50 km) e missili antiaerei a corto raggio HHQ-10. La relazione richiama inoltre l’attenzione su immagini satellitari che mostrano che nel cantiere cinese di Jiangnan Changxing si costruisce una nuova classe di cacciatorpediniere (Tipo 055) dal dislocamento di 13000 t e dotati di 128 VLS. Il Tipo 055 dispone anche di un radar in banda L installato a poppavia della nave, simile al sistema di S1850M dei cacciatorpediniere inglesi Tipo 45. Un’altra preoccupazione per gli esperti dell’US Navy è le capacità crescente dei sottomarini nucleari cinesi Tipo 093 da 11500 t. Ciascuno dei quattro sottomarini esistenti è dotato di 12 missili balistici JL-2, con una gittata di 8000 km. I cinesi hanno elaborato un sottomarino a propulsione nucleare (Tipo 096) ancora più avanzato con a bordo 24 missili balistici a testata nucleare. Il Pentagono ritiene che entro cinque anni, la Cina avrà una flotta di sottomarini grande quanto quella degli Stati Uniti (78 sottomarini).
0552pLa Cina effettua il quarto test di un veicolo strategico nucleare
Sputnik 11/06/2015
97658279La Cina questa settimana ha condotto il quarto test riuscito del nuovo velivolo ipersonico per attacchi nucleari in grado di rendere “obsoleti” i sistemi di difesa antimissile degli USA. Il test del velivolo d’attacco ipersonico Wu-14 è stato effettuato il 7 giugno, lanciato con missile balistico dal centro di prova nella Cina occidentale, segnala il Washington Free Beacon. Il velivolo ha eseguito “manovre estreme” che i funzionari dell’intelligenza affermano abbiano lo scopo di testare la capacità di schivare i sistemi della difesa antimissile degli USA. E’ stato il quarto test in 18 mesi, dopo gli esperimenti di gennaio, agosto e dicembre dello scorso anno, segnala WFB. La frequenza delle prove mostra l’impegno della Cina nel sviluppare la nuova arma. Il Wu-14 vola nell’alta nell’atmosfera ai limiti dello spazio trasportando testate nucleari e convenzionali. Il velivolo high-tech viaggia a una velocità 10 volte superiore a quella del suono. L’intelligence statunitense monitora regolarmente i test, e il 7 giugno è stata la prima volta che il Wu-14 ha mostrato “manovre estreme”, secondo un funzionario. Gli analisti ritengono che le manovre siano volte a schivare i sistemi di difesa antimissile. La commissione del Congresso sulla Cina a novembre aveva pubblicato un rapporto in cui afferma che Pechino lavora alle armi ipersoniche come “componente fondamentale della capacità d’attacco di precisione di nuova generazione“. “I velivoli ipersonici potrebbero rendere meno efficaci od obsoleti i vigenti sistemi di difesa missilistici degli Stati Uniti“, dice il rapporto. Oltre al velivolo, la Cina sviluppa anche una seconda arma ipersonica che utilizza un motore scramjet ad alta tecnologia. “Con quattro test in circa un anno e mezzo, è possibile che la Cina possa sviluppare una prima versione per lo schieramento in uno o due anni”, ha detto nell’intervista a WFB Rick Fisher, esperto di Cina dell’International Assessment and Strategy Center, aggiungendo: “Forse il più importante antidoto USA alla testata ipersonica manovrabile cinese è il programma di armi ad energia”. Fisher ha detto che vi è “necessità urgente” per gli Stati Uniti di dispiegare armi di tipo rail-gun, che sparano proiettili a velocità ipersonica, creando nuvole di pellet che possono danneggiare o distruggere i velivoli ipersonici cinesi. L’ultima versione della Camera del disegno di legge sul bilancio 2016 autorizza la difesa a riconoscere la minaccia delle armi ipersoniche della Cina, e chiede al Pentagono di condurre esperimenti su tali sistemi. Il disegno di legge prevede anche 291 milioni dollari per un sistema di difesa missilistico contro le minacce ipersoniche. Ad oggi, l’esercito statunitense ha condotto soltanto due prove sulla sua arma ipersonica; nell’ultimo test il missile è esploso poco dopo il decollo.
17450588Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

E’ ora di piantarla!




piantare-un-albero
La televisione passa le immagini delle dimostrazioni al G7 e tutto si riduce a far vedere se i manifestanti sono pacifici o violenti. Se sono violenti il servizio dura il doppio del tempo. Nessuno spiega chiaramente perché la gente protesta. Questo l’ho visto sulla televisione italiana tedesca e francese. E questo è VERGOGNOSO. O peggio.
Già hanno fatto un’Europa senza chiedercelo e dove lo hanno chiesto quei popoli non sono entrati, almeno del tutto. E magari quei popoli NON erano antieuropeisti, ma solo contrari a far nascer un mezzo aborto come quello che si vede. Per fare la moneta unica ci hanno messo niente, per uniformare tasse e servizi ci metteranno tutta la loro fantasia per non farlo MAI. E ora la stessa storia. Vogliono apporovare il TTIP e se non ne sapete niente è bene che vi informiate per farvene un’idea, se credete di sapere vi cito da Wikipedia “La trasmissione Report ha dedicato al TTIP la puntata del 19 ottobre 2014[30], nella quale sono stati presentati molti dei fattori di criticità del trattato, non ultimo l’essere il suo contenuto parzialmente sconosciuto.”.

Ma a noi raccontano che ci sono persone che girano l’Europa per portarsi apprsso striscioni o per picchiare poliziotti ignari (purtroppo vero e per picchiare e per ignari, ché se non lo fossero NON si farebbero picchiare perché aderirebbero alla manifestazione).

Non ho ancora trovato in giro per le TV di Mezz’Europa un dibattito chiaro e vero sui temi di questo strano accordo. Si sa solo che gli americani lo vogliono fortemente e che gli agricoltori europei lo odiano. Ora visto come e quello che mangiano oltre oceano non faccio fatica a stare dalla parte dei nostri agricoltori.
Quello che chiedo e vi chiedo è: perché accettare qualcosa che NON si conosce e soprattutto perché delegare che un politico che magari domani non comanderà più, debba scegliere per noi e per sempre?

Se si parla di democrazia per certi trattati è bene che il voto sia palese e di tutti i cittadini (referendum) che si debbono fare carico anche delle conseguenze del loro voto sui loro figli e nipoti. Ormai questa nostra democrazia è una burletta in cui si discute niente e a decidere sono sempre i soliti quattro gatti, o cani (con tutto il rispetto dovuto anche agli animali). Noi siamo diventati merce, nessuno spiega niente, poi vengono fuori tonnellate di dittatura come i vari scandali Wikilist o il caso Snowden, la Fifa o la corruzione quotidiana che in Italia sperimentiamo un giorno sì e l’altro pure.

Basta alle deleghe, se i delegati si dimostrano (e l’hanno fatto ampliamente) ladri, incapaci e corrotti!

Fonte: qui

FOLLIE MONETARIE - BERNANKE (2015) VS BERNANKE & YELLEN (2008)



Circa un mese fa, sul proprio blog, in risposta ad un articolo del
 WSJ che giudicava insufficienti gli effetti prodotti da QE+ZIRP  (clicca quisull'economia reale statunitense, Ben Bernanke scriveva:


«[...] Dove la politica monetaria può essere utile è nel fornire supporto per il ritorno alla piena occupazione ed i dati sono stati ragionevolmente buoni. Infatti, sembra chiaro che le azioni aggressive della Fed, costituiscano un'importante ragione del perché le creazione di nuovi posti di lavoro in USA abbia superato con ampio margine quella degli altri Paesi industrializzati. Il WSJ afferma anche che, non essendo la politica monetaria la panacea di tutti i mali della nostra economia, noi dovremmo evitare di usarla. Io concordo sul fatto che l'attuale politica monetaria non sia una panacea ed in qualità di Chairman della Fed ho più volte ribadito questo concetto. Con tassi di interesse a breve termine prossimi allo zero, la politica monetaria non è tanto efficace quanto lo sarebbe -prevedibilmente- in altre condizioni. Ma la deduzione non è quella in base alla quale noi dovremmo astenerci dall'usare la politica monetaria, quanto piuttosto quella in base alla quale noi dovremmo puntare anche ad altri strumenti».
Nel 2008, Bernanke da Presidente della Fed, metteva a verbale FOMC del 15-16 Dicembre 2008,quanto segue.
Aggiungeva poi

In altri termini, Bernanke diceva: mica noi americani siamo come quei giapponesi che si focalizzato sulla dimensione del bilancio della Banca Centrale; noi ci concentriamo sugli assets, non sull'espansione della base monetaria.
Nel corso di quella stessa riunione, gli faceva eco la signora Yellen, la quale affermava:


In pratica, diceva: sì sì caro Ben, noi non siamo come quei fessacchiotti dei Giapponesi che aumentano la base monetaria in un contesto di tassi pari a zero. L'aumento della base monetaria in condizione di tassi zero, fa il solletico all'economia reale. Noi non siamo come loro.
Poi cosa è successo? E' successo che gli Americani, con la “scusa” dell'acquisto di MBS, ABS, CMBS, hanno realizzato -tra il 2008 ed il 2014- la più grande espansione della base monetaria USA di sempre, in un contesto di tassi zero (ZIRP-ZERO INTEREST RATE POLICY), facendo esattamente quello che ritenevano (con riguardo al Giappone) essere inutile per l'economia reale.

Più che una questione economica, sembra un caso psichiatrico.

Fonte: qui

BAIL IN BANCHE: il decreto legge sul “prelievo forzoso” passa in Senato

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LORO INGRASSANO ALLE TUE SPALLE!
Tra le tante cose che passano in Parlamento, negli ultimi giorni è stato approvato in Senato un decreto “Salva Banche” che prevede la possibilità di prelevare forzosamente i risparmi degli italiani in caso di difficoltà finanziarie dell’istituto di credito stesso.
Questo decreto, che mi è stato segnalato da una gentile lettrice, se devo essere sincero, lo credevo già approvato e deciso, in quanto fa parte di quel famoso “bail-in” post crisi Cipro che praticamente prevede la possibilità che una banca, in caso di dissesto finanziario, possa attingere direttamente sui conti dei propri clienti.
Sull’argomento ho trovato questo articolo che vi propongo e che spiega meglio cosa è accaduto.

Le banche italiane, in molti casi piene di ‘sofferenze’, si accingono a fare pagare i propri debiti agli ignari cittadini italiani. In pratica, in base a una legge già approvata dal Senato della Repubblica le banche potranno pagare i propri debiti prelevando i soldi dai conti correnti dei cittadini!

Incredibile per quanto possa sembrare, questa legge è stata votata dai senatori del Partito democratico di Matteo Renzi, da Forza Italia di Silvio Berlusconi, dal Nuovo centrodestra democratico di Angelino Alfano e da alcuni senatori del gruppo misto. Sono stati 19 i senatori che si sono astenuti (Lega Nord e Movimento 5 Stelle). Gli unici a votare contro sono stati i senatori Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino (Italia lavori in corso) più altri tre fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle.
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Qualche anno fa, a Cipro, quando le banche, senza alcun preavviso (e per di più in prossimità di una festività nazionale) hanno chiuso gli sportelli e bloccato i bancomat stava scoppiando una rivoluzione. Nel nostro Paese, invece, non è avvenuto nulla, anche perché, su tale argomento, non c’è stata molta informazione. Anzi. In molti, osservando quello che stava avvenendo a Cipro, hanno pensato che non sarebbe stato un caso isolato (chi scrive è tra questi). I fatti, almeno in Italia, stanno confermando che il prelievo dai soldi dai conti correnti dei cittadini sta per diventare realtà.

Cominciamo col dire che l’Italia si sta limitando a recepire la “Legge di delegazione europea 2014 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione”. Un nome anonimo che non lascia comprendere al lettore superficiale cosa prevede il recepimento delle “direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione”. Una legge di cui, casualmente, il governo (che pure non ha mancato di presentare il decreto Buona Scuola con una “lezioncina” davanti ad una lavagna) non ha parlato. Insomma, questa volta Renzi ci ha risparmiato la sua spiegazione. Né ne hanno parlato i media (nel timore di scatenare un più che giustificato attacco di panico tra i correntisti). Il 14 Maggio il Senato della Repubblica italiana ha autorizzato le banche a fare quello che in tecnichese viene chiamato bail-in: gli istituti che presentano problemi finanziari ed economici, invece di ricorrere a fonti esterne per recuperare le perdite (bail-out), potranno “scaricare” parte delle proprie perdite sui conti correnti dei propri clienti (al di sopra dei centomila euro) e farle pagare agli azionisti e ai creditori non garantiti. Un “trucchetto” finanziario, volutamente taciuto (ovviamente per evitare la corsa degli italiani a svuotare i conti correnti e a svendere le proprie azioni), che a breve sarà definitivamente approvato dalla camera dei deputati e diverrà legge dello Stato. Qualcosa che il numero uno della Bce, Mario Draghi, e molti altri avevano previsto già da tempo (se ne parlò già nel 2012 e il governatore della Banca d’Italia, Visco, ne ha parlato anche non più tardi di un paio di mesi fa, a Marzo).
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In questo modo i danni causati dalle speculazioni azzardate dei banchieri non saranno più pagati dai responsabili, ma dai correntisti e da alcune categorie di azionisti.
(NDR: questa parte NON è assolutamente corretta, ci tengo a precisarlo)
Un sistema, quello introdotto in grande silenzio dal “nuovo che avanza” (al secolo il governo di Matteo Renzi e dai parlamentari che lo sostengono), che non è affatto nuovo. Ad imporre una misura simile fu Giuliano Amato durante il suo primo mandato da Presidente del Consiglio e, precisamente, l’11 Luglio 1992. Allora il governo Amato emise un decreto che prevedeva, tra l’altro, il prelievo forzoso di denaro (il 6 per mille) dai conti correnti bancari e, come se non bastasse, retroattivamente. Ai tempi scoppiò uno scandalo. La norma, assolutamente impopolare, venne giustificata affermando che il Paese si trovava in una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica.
(NDR: il prelievo forzoso fu fatto con ben altre finalità e NON per salvare le banche. In questo punto l’autore dell’articolo dice delle cose non vere):
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Oggi, ad essere in crisi non è tanto la finanza pubblica quanto, piuttosto, le banche: nonostante il governatore della Banca d’Italia Visco abbia parlato di “crediti deteriorati, oggi pressoché inesistenti”, altri numeri (quelli dello studio condotto dall’Associazione bancaria italiana e dal Cerved) parlano di 189 miliardi di euro di “sofferenze” delle banche italiane. Una somma enorme, resa ancora più pericolosa dal fatto la sua incidenza sul totale dei crediti erogati è doppia rispetto alla media aggregata dell’Eurozona (dati confermati dalla stessa Banca d’Italia, a dicembre scorso).
(NDR: altra inesattezza. il sistema pubblico italiano ha sicuramente dei problemi e colpevolizzare le banche anche per il debito pubblico mi sembra veramente ridicolo. Se poi le banche italiane hanno problemi con le sofferenze sono dovute ad una cattiva concessione del credito ed a problemi congiunturali).
Come se non bastasse, sulle banche grava l’agonia finanziaria della Grecia: nelle ‘casse’ delle banche italiane giacciono junk bond greci (“titoli spazzatura”, come si definiscono in “tecnichese”) per oltre 40 miliardi di euro(GRAZIE ALLA RAPINA DEI FONDI SALVA STATI EUROPEI, PARDON SALVA BANCHE FRANCESI E TEDESCHE!!!). L’Italia è il terzo Paese europeo per possesso di titoli di Stato ellenici (dopo Germania e Francia, dati Bloomberg), e il default della Grecia non potrebbe non avere conseguenze pesanti sulla situazione delle banche italiane. (…) Di tutto questo, forse temendo che potesse ripetersi in Italia quello che è avvenuto a Cipro (dove, come già accennato, i cittadini, qualche anno fa, hanno preso d’assalto le banche!), il governatore della Banca d’Italia non ha parlato. Nella sua Relazione annuale, infatti, Visco si guarda bene dal fare cenno al possibile scippo che le banche italiane si preparano a ‘pilotare’ ai danni degli ignari correntisti (sebbene su questo problema avesse già presentato una nota a Marzo 2015). Né nessun altro ha pensato di spiegare ai cittadini italiani che, se il disegno di legge verrà convertito in legge, le banche ai limiti dell’insolvenza avranno gli strumenti e i poteri necessari per far pagare i propri debiti a i contribuenti: saranno i cittadini, come sempre, a farsi carico del fallimento delle banche. Lo faranno, magra consolazione, “per salvaguardare la stabilità finanziaria”.
(NDR: anche in quest’ultima parte ci sono delle frasi molto faziose e scorrette. Non è giusto dire che il “sacco del c/c” sia già previsto e operativo nelle prossime ore. E’ solo una legge che è stata votata perchè così vuole la normativa Europea in quanto prevista dalla stessa. Punto. Tutto il resto sono chiacchiere da bar).
Di per se questo articolo non aggiunge nulla di nuovo di quanto era ormai noto ai lettori di I&M. Sono però certo che la maggior parte degli italiani non hanno la consapevolezza di questa normativa che diventerà presto operativa.
Il prelievo forzoso verrebbe effettuato solo nel caso in cui una banca si trovi in una condizione veramente traumatica. Un esempio? Immaginate una crisi del debito pubblico….

Fonte: qui

GRECIA: IL TEMPIO DEL SUICIDIO! - 10.000 IN 5 ANNI

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Di cosa volete che vi parli oggi, dei sicari dell’economia che se ne sono tornati a casa perché non hanno potuto mettere le mani sulla marmellata o dell’ultimatum della UE alla Grecia?
Leggetevelo e leggetevi anche questo…
In sostanza, molti avevano sperato che il leader di Syriza, convinto europeista, avrebbe potuto, nonostante un programma elettorale piuttosto sgangherato, aprire una discussione sulla chiara deriva continentale da cronica mancanza di domanda e ossessione rigorista. E molti avevano sperato che la vittoria di Syriza avrebbe potuto dimostrare che ci si può opporre con successo all’austerità senza essere populisti o anti-euro. 
Mai, però, avrebbe ottenuto quei risultati affacciandosi in Europa con arroganza, partendo dal presupposto che la sola vittoria elettorale lo avrebbe legittimato a ottenere per il suo Paese quello cui altri Paesi, causa crisi, hanno rinunciato da tempo. In barba alle regole comuni, agli accordi, ai sacrifici. Le regole per stare nell’euro saranno anche una gabbia, ma la Grecia ha scelto di starci, un decennio fa. E senza regole comuni e credibili, una moneta non può durare.
In barba alle regole comuni, agli accordi, ai sacrifici?
Nessuno ha mai scritto un articolo serie sulla stampa mainstream per chiedere alla Germania, per quale motivo in barba alle regole comuni, agli accordi, abbia infranto per prima il trattato di Maastricht?
Nessuno che abbia chiesto perchè continua imperterrita, in barba alle regole comuni a sforare la soglia del 6%, fissata dal pacchetto europeo “Six pack” per il rapporto tra surplus commerciale e prodotto interno lordo? Germania, surplus record della bilancia commerciale
Nessuno che abbia evidenziato in maniera chiara e dettagliata come sistematicamente la Germania imponga “dumping sociale”, che il miracolo economico è stato costruito creando otto milioni di schiavi che lavorano per 400 euro al mese, la famigerata agenda 2010, che tanti idioti vogliono importare anche in Italia

L’ira belga per i lavoratori tedeschi sottopagati in Germania …

E senza regole comuni e credibili, una moneta non può durare…
Una moneta? 
Solo gente malata può identificare l’Europa con un moneta, solo gente malata. Perdonate loro perchè non sanno quello che dicono!

Per fortuna qualcuno non dimentica che …
Ieri dopo cinque anni, dopo che Mario Monti ha definito la Grecia il più grande successo dell’euro  Il Corriere propone l’altra faccia della medaglia di questa crisi
ImmagineSi in questo momento, IN GUERRA in valore della vita umana è niente, è nulla, perchè siamo in guerra, si in guerra, ditelo alle belle addormentate nel bosco che vivono intorno a Voi che siete figli della Consapevolezza e vi occupate di UMANITA’ e non di MONETE!
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Capita che la madre degli imbecilli sia spesso e volentieri incinta, oggi la stanno stuprando!

Fonte: qui

Roma come Milano… Stranieri accampati in Stazione Tiburtina

STRANIERI
Effetto Shengen, ma non solo. 

Pochi, tra le centinaia di migranti accampati tra Via Teodorico e Largo Guido Mazzoni, di fronte alla stazione Tiburtina di Roma, sanno che fino al 15 giugno non riusciranno a varcare la frontiera italiana verso il Nord Europa, causa la sospensione degli accordi di libera circolazione per il G7. 

Ci sono bambini, donne incinte, molti ragazzi giovani, anche minorenni. La notte dormono sui cartoni, per terra. Attendono sul piazzale di avere i soldi per rimettersi in viaggio. 

Ma non solo: gia’ da quando e’ stato sgomberato l’insediamento abusivo in via delle Messi d’Oro, a Ponte Mammolo, molti eritrei, etiopi e somali in transito si sono ritrovati senza un luogo dove andare. E cosi’, tra quelli che hanno rifiutato di essere trasferiti al centro Baobab di via Cupa, alcuni si sono stabiliti nel piazzale della stazione. 

“Accogliere tutti e’ fisicamente impossibile. Quello che si cerca di fare e’ inserire, intanto, i minori e le donne incinte nei posti che offre il Comune”, spiegano alcuni operatori sociali, che da giorni monitorano la situazione. I ragazzi accampati parlano della Francia e della Germania, ma guardano anche piu’ a Nord, alla Norvegia e alla Svezia: nessuno vuole rimanere in Italia, eppure sono tutti fermi. “Qualcuno e’ riuscito a partire, ma qui siamo sempre di piu'”, racconta un giovane eritreo, passato per il Sudan, la Libia e la Sicilia, prima di approdare a Roma. In tanti raccontano di aver pagato, diverse migliaia di dollari, per raggiungere l’Italia con la speranza di andare in Europa del Nord.


“Siamo qui perche’ non abbiamo i soldi per il biglietto, 120 euro per la Germania”, dice uno di loro. Altri, che forse hanno gia’ ricevuto il denaro, pensano “di partire domani: prendiamo il treno e arriviamo in Germania. 

Non ci fanno entrare? Va bene, allora andremo in Olanda”. 

“La Libia e’ un posto orribile, e’ pericoloso. Siamo felici di essere riusciti ad arrivare in Italia. Adesso aspettiamo i soldi per andare avanti”, sono le parole di molti dei ragazzi. Al collo la maggior parte porta un rosario, altri hanno croci tatuate sulle braccia. “Siamo cristiani- dicono- in Libia avevamo paura ci tagliassero la testa”. 

Nel parcheggio dei bus o sotto il cavalcavia di Via Tiburtina, “da una parte ci sono gli eritrei e dall’altra gli etiopi, ci siamo organizzati cosi'”, racconta un ventenne. 

In Italia si sta bene, ma io punto ad andare in Germania. Ho lasciato mia moglie in Etiopia, spero mi possa raggiungere tra un paio d’anni”, dice. Per mangiare, “chi ha i soldi se lo compra da solo, ma la sera passano volontari di associazioni cattoliche a distribuire del cibo”, racconta una ragazza, che spiega: “Alla fine riusciamo a mangiare tutti i giorni, in Libia ho mangiato una sola volta in una settimana”.


STAZIONE DI VENTIMIGLIA
FRONTIERA CON LA FRANCIA
Fonte: qui

Grecia, a 24 ore dalla Fine (Almeno Cosi Dicono…..)

Il Governo Greco deve portare davanti alla Troika o alle “istituzioni” una propostra realistica per la riduzione del deficit corrente altrimenti non ci sarà alcun rifinanziamento del debito.
Tanto per incominciare l’FMI ha abbandonato il tavolo della trattativa.
 Trattativa per la Grecia in stallo. L’Fmi lascia il tavolo


La crisi della Grecia rischia di avvitarsi. Il Fondo monetario internazionale abbandona il tavolo delle trattative di Bruxelles sul rientro del debito. Dunque sembra ancora lontano un accordo sulle riforme. Alessandro Guarasci:
Nei fatti il negoziato tra Atene e i creditori è a un punto morto. I nodi, dalla riforma delle pensioni al surplus, restano ancora intatti e il nuovo confronto tra il premier Alexis Tsipras e il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker non serve a sbloccare la situazione. Pessimista anche la Ue, col presidente, Donald Tusk, che mette nuova pressione sul Governo ellenico invitandolo a farla finita con il “gioco d’azzardo” e ad essere “più realista”, perché qualcuno potrebbe presto chiamare il “game over”.
Juncker tuttavia sembra disposto a percorrere altre strade ma la Cancelliera tedesca Merkel fa sapere di essere fermamente contraria ad un terzo pacchetto di aiuti. Per trovare un’intesa c’è tempo fino al 18 giugno, giorno dell’Eurogruppo a Lussemburgo. Il premier greco Tsipras assicura che il lavoro va avanti per superare le differenze.
E poi, da ZeroHedge (Bloomberg, Reuters)
Bloomberg:
Greece was warned by a group of European Union officials in Brussels it had less than 24 hours to come up with a serious counter-proposalaccording to a person familiar with the discussion. Greek delegate told by EU officials that a list must includes reform on pension and VAT…….
Reuters (citing Bild) says Germany is now engaged in “concrete” discussions over how to handle a Greek bankruptcy :
The German government is holding “concrete consultations” on what to do in the case of a bankruptcy of the Greek state, German newspaper Bild said, citing several people familiar with the matter.
This includes discussions about introducing capital controls in Greece if the crisis-stricken country goes bankrupt, Bild said in an advance copy of an article due to be published on Friday.
It said a debt haircut for Greece was also being discussed, adding that government officials were in close contact with the European Central Bank on that.-The German government did not, however, have a concrete plan of how it would react if Greece goes bankrupt and much would have to be decided on an ad-hoc basis, Bild cited the sources as saying.
Dunque ricapitoliamo:
  1. La Grecia (parreebbe) non ha i soldi per pagare le pensioni e gli stipendi pubblici di Giugno
  2. La Grecia non ha i soldi per ripagare i prestiti ricevuti dai Contribuenti Europei, dall’FMI e dalla BCE
  3. La Grecia NON ha intenzione di proseguire in un programma di austerity che comunque si è rivelato fallimentare (questo è un argomento piuttosto forte nelle mani di Tsipras)
  4. Alcuni politici europei vorrebbero un accordo a tutti i costi ma la stragrande maggioranza dei loro elettori non vogliono, Germania in testa (nei paesi dove si discute la questione in termini corretti, l’Italia non ne fa parte qui si fa il tifo pro o contro Tsipras senza mai accennare ai crediti che i contribuenti italiani hanno con la Greeca). Per essere chiari la Merkel vuole un accordo Schäuble, no e con lui quasi mezza CDU/CSU. Ci sono poi paesi che sui media italiani non vengono mai citati che sono contrari in maniera feroce a qualsiasi accordo al ribasso con la Grecia, ad esempio la Spagna. (è colpa degli Spagnoli! non fa figo evidentemente)
Soluzione per i creditori:
  1. Sussidiare la Grecia a fondo perduto, tempo indeterminato, sperando che una politica di maggiore spesa la metta in grado di stare in pedi senza fare altro debito (gli asini sono già pronti per il cosmodromo)
  2. Non sussidiare la Grecia provocando: collasso del sistema bancario, la creazione di una valuta parallela per pagare stipendi e pensioni, controllo dei capitali, Grexit, e poi…. chissà decideranno i Greci sovranamente sovraneggiando.
  3. Calciare il barattolo, come il punto 1, dicendo che si è raggiunto un accordo.
Oggi pare che si vada verso il Grexit.
Domani è un altro giorno.

Fonte: qui

NEI GIORNI SCORSI UN BARCONE CON 213 PROFUGHI SIRIANI AVVISTATO AL LARGO DI CRETA È STATO SPEDITO IN ITALIA ANZICHÉ IN GRECIA

LA DECISIONE È STATA DI FRONTEX E TESTIMONIA QUANTO CI CONSIDERANO IN EUROPA

Dal gennaio scorso, quando in Grecia sono sbarcati 737 profughi, si è passati a oggi, secondo l’Unhcr, a circa 7.200, di cui 2.500 ancora in attesa di identificazione. Una situazione che preoccupa il governo greco, che si sarebbe lamentato con Frontex. E i migranti vengono dirottati verso l’Italia…


Chiara Giannini per “Libero quotidiano

OPERAZIONE TRITON DI FRONTEXOPERAZIONE TRITON DI FRONTEX
Ormai è chiaro: c’è interesse a portare i clandestini nel nostro Paese, anziché negli altri che partecipano alle operazioni guidate da Frontex. Il perché è di facile comprensione e si sintetizza, prima di tutto, in una scarsa incisività da parte dell’Italia nei confronti dell’Europa, che fa sempre meno gli interessi della nostra nazione. L’ultimo caso la dice lunga sui retroscena che ci sono dietro al recupero in mare dei migranti e dà da pensare. Come possono immigrati in difficoltà su un barcone, al largo di Creta, ovvero a poco più di 120 miglia da Capo Matapan, essere recuperati e portati in Sicilia anziché in Grecia, Paese sicuramente più vicino che, come l’Italia, ha molti centri di accoglienza?

OPERAZIONI DI FRONTEXOPERAZIONI DI FRONTEX
A quanto pare, da fonti vicine a Frontex, responsabile dell’operazione Triton, che attraverso i suoi assetti ha proceduto a quest’ultimo salvataggio, qualcuno ha pensato bene di dirottare nuova gente in arrivo verso le nostre coste. D’altronde, in Italia qualcuno già si fregava le mani pensando all’arrivo dei 213 profughi siriani a bordo dell’imbarcazione battente bandiera turca avvistata martedì sera poco distante dall’isola di Creta. «Non sappiamo quale testa abbia deciso di far portare quegli immigrati in Italia», spiega una delle nostre fonti, «ma possiamo dire con certezza che è del tutto irrazionale, soprattutto a causa della distanza».

Dalla Procura di Siracusa, gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina, fanno sapere che l’altro ieri la Capitaneria di porto del Pireo ha ricevuto un sos da parte «di un barcone al largo di Creta». Immediatamente si sono attivati i soccorsi ed è stata allertata la nave più vicina, un cargo delle Isole Marshall che, però, ha solo scortato l’imbarcazione carica di migranti per diverse miglia in quanto, avendo le murate troppo alte, non aveva possibilità di caricare persone a bordo in sicurezza.
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Poco dopo è intervenuta la nave belga Godetia, una nave logistica di tipo A960, quindi da trasporto e ausilio logistico (del tipo di nave Etna della Marina Militare, per intenderci) che ha recuperato le 213 persone, tutte di nazionalità siriana ed è partita alla volta di Augusta, dopo aver ricevuto dal comando di Triton l’autorizzazione a dirigersi stranamente verso la Sicilia, mentre il barcone, del tipo di quelli usati per fini turistici intorno alle isole, è stato «scaricato» a Malta.

In un primo momento si poteva pensare che, a causa del recente terremoto a Creta, i profughi fossero stati trasportati verso il nostro Paese per semplici motivi di sicurezza. In realtà, Capo Matapan, il famoso Capo della battaglia del 1941, a sud del Peloponneso, era molto più raggiungibile che non l’Italia, che si trova a centinaia di chilometri da quello specchio acqueo. Solo che, sempre secondo le nostre fonti, la Grecia si sarebbe lamentata e non poco per l’arrivo massiccio di clandestini.
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Dal gennaio scorso, quando nel Paese ellenico sono sbarcati 737 profughi, si è passati a oggi, secondo l’Unhcr, a circa 7.200, di cui 2.500 ancora in attesa di identificazione. Una situazione che preoccupa il governo greco, che si sarebbe lamentato con Frontex, nei cui confronti, evidentemente, ha molto più peso che non quello italiano.

I vertici dell’agenzia europea che si occupa di cooperazione alle frontiere, allora, avrebbero accettato di veder deviare il barcone di siriani verso l’Italia, anche in considerazione del fatto che molte realtà guadagnano, nel nostro Paese, intorno al business dei migranti. Insomma, una scelta che in apparenza accontenta qualcuno, ma che di fatto beffa la nostra nazione, costretta ad accogliere, per l’ennesima volta, clandestini in arrivo da ogni dove.

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Il Bel Paese, insomma, è diventato il vaso di Pandora dell’Europa, il contenitore adibito all’accoglienza dei migranti provenienti da ogni dove, anche quelli che, per distanza, non spetterebbero a noi, ma ad altri territori. Peraltro, Frontex è criticabile anche da altri punti di vista.

E non solo perché, da quando ha messo in campo Triton, al posto di Mare Nostrum, il numero dei morti è drasticamente aumentato, ma anche perché i soldi stanziati nell’ambito del recupero dei migranti nel bacino del Mediterraneo (si parla di 2 milioni e 900 mila euro al mese), in realtà non sarebbero spesi ad hoc, ma già farebbero registrare sprechi grossolani e un davvero ingente dispendio di risorse.

Fonte: qui

OBAMA MINACCIA RENZIE: “NON SI FANNO AFFARI CON PUTIN”

A WASHINGTON TEMONO CHE L’ITALIA E ALTRI PAESI UE POSSANO BYPASSARE LE SANZIONI ALLA RUSSIA CON QUALCHE ACCORDO DI NATURA COMMERCIALE

Dunque gli americani ora terranno sotto controllo la situazione, per verificare se dietro alle parole di mercoledì ci sono stati anche passi concreti sul piano commerciale - Renzi, accogliendo Putin, ha detto con chiarezza che gli accordi di Minsk sono la bussola che guida il comportamento della comunità internazionale


Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
OBAMA SENSI RENZIOBAMA SENSI RENZI

«Le conclusioni del G7 dello scorso fine settimana hanno chiarito che un ritorno alle relazioni economiche usuali con la Russia non sarà possibile, fino a quando gli accordi di Minsk non verranno pienamente applicati».

Questa dichiarazione, rilasciata a La Stampa da un senior official dell’amministrazione americana, chiarisce senza incertezze la posizione di Washington sulla visita in Italia del presidente russo Putin. Sarebbe stato meglio evitarla, ma gli Usa capiscono che era difficile farlo, nel contesto di un evento internazionale programmato da tempo come l’Expo. Detto questo, però, è essenziale che al danno di pubbliche relazioni, già provocato dalla rottura dell’isolamento del leader del Cremlino, non si aggiunga anche un suo successo politico, che attraverso qualche accordo di natura commerciale gli consenta di aggirare la sanzioni imposte per l’aggressione dell’Ucraina, e quindi spezzare l’unità del blocco occidentale.
MERKEL OBAMA RENZIMERKEL OBAMA RENZI

RICHIAMO ALL’ORDINE
L’alto funzionario della Casa Bianca, infatti, prosegue così: «I leader del G7, incluso il primo ministro Renzi, hanno affermato: “Reiteriamo la nostra condanna dell’annessione illegale della penisola di Crimea da parte della Federazione Russa, e riaffermiamo la nostra linea politica del suo non riconoscimento”. Essi si sono impegnati anche a mantenere le sanzioni correnti sulla Russia, fino a quando Mosca non rispetterà pienamente gli impegni presi a Minsk, e hanno riaffermato che sono pronti ad imporre significative sanzioni addizionali, se necessarie per rispondere all’aggressione russa nell’Ucraina orientale».
RENZI OBAMA E GLI ERRORI NELLA DEDICA SUL LIBRO OSPITI DELLA CASA BIANCARENZI OBAMA E GLI ERRORI NELLA DEDICA SUL LIBRO OSPITI DELLA CASA BIANCA

Così Obama ricorda a Renzi che durante il G7 di Schloss Elmau ha promesso non solo di mantenere e prorogare le sanzioni attuali, al Consiglio Europeo del 25 e 26 giugno, ma anche di inasprirle, se Putin non facesse marcia indietro. A fronte di questi impegni internazionali, se il capo del governo italiano avesse consentito al leader del Cremlino di tornare a casa con qualche risultato concreto economico, avrebbe violato la fiducia dei colleghi e infranto la compattezza del fronte occidentale, che sta cercando di frenare l’aggressione russa senza ricorrere ai mezzi militari.

SOTTO OSSERVAZIONE
RENZI E PUTIN A EXPO 2015RENZI E PUTIN A EXPO 2015
Dunque gli americani ora terranno sotto controllo la situazione, per verificare se dietro alle parole di mercoledì ci sono stati anche passi concreti sul piano commerciale. Renzi, accogliendo Putin, ha detto con chiarezza che gli accordi di Minsk sono la bussola che guida il comportamento della comunità internazionale, e papa Francesco ha chiesto a Vladimir un impegno «sincero» a realizzare la pace. Sul piano pubblico, quindi, il messaggio venuto dai due incontri ha confermato la linea occidentale. L’importante ora è che sia così anche sul piano privato.

Gli Usa infatti smentiscono anche le voci secondo cui avrebbero aumentato gli scambi commerciali con la Russia, mentre l’Italia li riduceva. Secondo uno studio del dipartimento di Stato, i commerci esteri di Mosca sono diminuiti del 31% nel primo trimestre del 2015, rispetto all’anno prima. 
Il declino, in base ai dati pubblicati dai russi, è stato del 37% con l’Europa e del 17% con gli Usa. Roma ha visto scendere la sua quota del 26,2%, a 8,5 miliardi. Secondo le statistiche americane, però, gli Usa hanno perso il 29,2%, cioè anche più dell’Italia.

Fonte: qui