9 dicembre forconi: 03/09/17

giovedì 9 marzo 2017

Non sai contare? La politica italiana ti attende

Sul Messaggero, un articolo di Andrea Bassi e Luca Cifoni spiega che Palazzo Chigi starebbe studiando per l’Iva “il ritocco dell’aliquota intermedia, dal 10% fino al 13%, anche per ridurre i contributi previdenziali che pesano sulle buste paga dei lavoratori. Si tratterebbe quindi di uno scambio: ogni euro di Iva in più andrebbe ad alleggerire il cuneo fiscale pagato dalle imprese e dai dipendenti”. Che è un’idea semplicemente geniale, in effetti.
L’intervento produrrebbe risorse per 7 miliardi di euro, che sarebbero utilizzate per ridurre in via permanente il cuneo fiscale. Tutto molto bello, avrebbe commentato Bruno Pizzul, e poi ricordiamo che le clausole di salvaguardia per il 2018 prevedono già l’aumento di tre punti dell’aliquota intermedia, dal 10 al 13% e di quella ordinaria, dal 22 al 25%, per portare a casa i 19 miliardi di euro che i nostri eroi renzisti hanno “disinnescato” per ben tre leggi di Stabilità consecutive, mantenendo la loro promessa al Popolo come ognuno di loro, ospite dei teatrini tv, non smette di ripetere ossessivamente.
Ora, già sento i più numericamente attrezzati tra voi obiettare: sì, ma se uso questi sette miliardi per ridurre il cuneo fiscale, non avrò più i soldini per il rispetto delle clausole di salvaguardia. Ah, ecco, in effetti c’è del vero in questa argomentazione. Beh, potremmo sempre prendercela con gli ottusi burocrati di Bruxelles e minacciare di farci esplodere in una camera di cemento armato, no? 
Questo levata d’ingegno filtra da Chigi per valutare le reazioni assortite di cittadini, politica, imprese. Ovviamente, nel silenzio farisaico che caratterizza questo paese di analfabeti numerici, nessuno leverà il ditino per dire: “ehi, ma scusate, e i 10 miliardi annui gettati per gli 80 euro? Non possiamo riconvertire quelli, anziché aumentare le tasse?” Troppo difficile, giusto? E del resto, quella era “la più grande redistribuzione della storia italiana”, no? Ed è una riduzione di tasse, non un aumento di spesa al quale ci stiamo impiccando, suvvia. Certo, certo.
L’articolo del Messaggero spiega molto opportunamente quali sarebbero i beni colpiti da questo strategico aumento:
«L’Iva al 10 per cento si paga su una serie di prodotti alimentari (dalla carne al pesce ai salumi) sui biglietti di treni aerei e autobus, su quelli di cinema e teatri, sull’energia elettrica, sui farmaci, sulle consumazioni al bar e al ristorante e sulla spesa per gli alberghi. Voci abbastanza sensibili, anche se un aumento potrebbe essere presentato come attenuazione di un’agevolazione che comunque resta in piedi»
Questa deve essere behavioural economics: alzare l’aliquota intermedia ma convincere i contribuenti che è andata comunque bene, perché esiste ancora un’aliquota intermedia. Siamo certi che, di fronte a questa splendida notizia, i consumatori avrebbero un’impennata di fiducia e si fionderebbero a spendere. La domanda, in questo paese, resta sempre quella: dove finisce l’analfabetismo numerico dei politici (che poi è quello della popolazione) e dove comincia la malafede? Ah, saperlo.
POLITICI CIALTRONI
A proposito di questo mistero italiano, oggi sul Sole trovate la replica di Francesco Boccia alla letterina di ieri dei gemelli Renzi. Nulla di che, tranne la reiterazione di un concetto molto caro al presidente della Commissione Bilancio della Camera. La meravigliosa idea di rimuovere tutti i crediti deteriorati dalle banche italiane creando un Super-Atlante. Sostiene Boccia:
«L’errore più netto è stato proprio quello di non capire che era necessario intervenire per tempo in parte con risorse pubbliche anche attraverso CDP, in parte con le banche italiane e straniere in un fondo con le stesse funzioni di Atlante. Si capiva già dal 2014 che il mercato non avrebbe garantito nuovi aumenti di capitale per le banche venete, per le banche regionali e per lo smaltimento di sofferenze a rischio. Se avessimo fatto nascere un Atlante pubblico-privato di venti miliardi nel 2014 avremmo messo insicurezza il sistema. Alcuni di noi lo hanno detto pubblicamente e in Parlamento e non sono stati ascoltati»
Pensate: con soli 20 miliardi avremmo “messo in sicurezza” un sistema di 200 miliardi di sofferenze nette e quasi altrettanti di incagli, che nel frattempo stanno rapidamente migrando a sofferenze conclamate.

Il che, con un complesso algoritmo, implicherebbe per il Super-Atlante una leva pari ad almeno 10, e per le sole sofferenze.

Premesso che CDP è illiquida ed ingessata da tutti i magheggi fatti con Poste e quant’altro, alla fine a che prezzo avremmo dovuto comprare le sofferenze?

A quello che avrebbe fatto fallire CDP e con essa il risparmio postale degli italiani?

Serve chiedere risposta all’ingegnere finanziario Boccia, che con l’occasione reitera che le “banche estere” avrebbero dovuto pagare per prendersi in carico le sofferenze italiane, “perché loro in Italia guadagnano”.

Il problema di questo paese è anche quello di avere politici che argomentano e si atteggiano come guappetti esattori di periferie socialmente disagiate. Ma su ogni altra cosa, il problema vero è aver politici che non sanno far di conto. I numeri, queste seccature.
Fonte: qui

CHI SCEGLIE COME AMBASCIATORE IN RUSSIA? JOHN HUNTSMAN, L’UOMO CHE OBAMA MANDÒ A PECHINO!

MORMONE, MILIARDARIO, EX GOVERNATORE REPUBBLICANO DELLO UTAH, È STATO UNO DEGLI OPPOSITORI PIÙ DURI DI TRUMP

1.TRUMP:MEDIA,HUNTSMAN ACCETTA RUOLO AMBASCIATORE RUSSIA
JOHN HUNTSMAN BARACK OBAMAJOHN HUNTSMAN BARACK OBAMA
 (ANSA) - L'ex governatore dello Utah ed ex ambasciatore Usa in Cina, John Huntsman, avrebbe accettato l'offerta di Donald Trump di ricoprire il ruolo di ambasciatore Usa in Russia. Lo riportano alcuni media tra cui Politico, la Cnn e la Fox.

Huntsman, 56 anni, e' stato gia' ambasciatore Usa a Singapore durante l'amministrazione Bush e a Pechino sotto l'amministrazione Obama. Nel 2012 si era candidato alle presidenziali perdendo pero' le primarie repubblicane vinte da Mitt Romney. Nonostante durante l'ultima campagna elettorale e' stato tra i repubblicani piu' critici di Donald Trump, e' stato contattato dal presidente americano e dal segretario di stato Rex Tillerson a fine febbraio.
JOHN HUNTSMANJOHN HUNTSMAN

La proposta ufficiale per ricoprire il delicatissimo ruolo di ambasciatore a Mosca e' arrivata negli ultimi giorni e ora Huntsman avrebbe accettato l'incarico. L'annuncio ufficiale e' atteso nelle prossime ore. Huntsman e' stato per anni soprannominato 'il cinese', per l'incarico svolto a Pechino e per la sua quasi perfetta conoscenza del mandarino. Ex uomo d'affari, miliardario, mormone, ex governatore dello Utah, e' apprezzato in maniera bipartisan per la sua competenza, le sue doti diplomatiche, la sua moderazione e anche per la sua eleganza. E' sposato con sette figli.

JON HUNTSMAN E LA MOGLIE CON COFANAJON HUNTSMAN E LA MOGLIE CON COFANA
2.MOSCA, 'HUNTSMAN NON È CERTAMENTE UNA COLOMBA'
 (ANSA) - "La candidatura dell'ambasciatore americano a Mosca dice molto. Huntsman è il capo dell'Atlantic Council, dove la norma è criticare duramente la Russia. Sicuramente non è una colomba". Con queste dure parole pubblicate su Twitter Alexiei Pushkov, senatore e membro della Commissione sicurezza e difesa del Consiglio della Federazione russa, ha accolto la notizia secondo cui l'ex governatore dello Utah ed ex ambasciatore Usa in Cina, John Huntsman, avrebbe accettato l'offerta di Donald Trump di ricoprire il ruolo di ambasciatore Usa in Russia.

L\'ambasciatore americano a Pechino Jon Huntsman in mezzo alle proteste anti regimeL\'AMBASCIATORE AMERICANO A PECHINO JON HUNTSMAN IN MEZZO ALLE PROTESTE ANTI REGIME
"Trump - ha scritto Pushkov - essenzialmente si circonda di gente che non vuole migliorare i rapporti con la Russia, e neanche cooperare contro l'Isis. Tutto ciò rende più difficile la ricerca dei punti di contatto".


3.TRUMP:HAWAII,PRESENTATA AZIONE LEGALE PER BLOCCO NUOVO BANDO
(ANSA-AP) - Come anticipato martedì sera, le Hawaii hanno presentato ieri un'azione legale per bloccare il nuovo bando 'anti islamico' voluto da Donald Trump, diventando così il primo Stato del Paese a fare causa contro l'iniziativa del presidente americano. Il ricorso e' stato presentato in una Corte federale di Honolulu: lo Stato aveva già fatto causa in occasione del primo bando voluto da Trump, ma aveva sospeso l'azione.

Fonte: qui

IL PAESE DI MONTE SAN GIUSTO, NEL MACERATESE, SI SCHIERA CON IL CARABINIERE INDAGATO PER OMICIDIO COLPOSO

“HA UCCISO IL LADRO? CI HA SOLO DIFESO” 

"TROPPI FURTI, ORA ABBIAMO DECISO DI REAGIRE. RAZZISTI NOI? MA GUARDATEVI INTORNO" 

I COMMENTI AL BAR: "AL POSTO DELL’APPUNTATO AVREI FATTO LA STESSA COSA"

Marco Imarisio per il Corriere della Sera

Anche lo striscione che sventola sulle mura del centro storico ha qualcosa di antico. La richiesta di avere più carabinieri e meno ladri è accompagnata dal disegno delle due categorie. 

I primi sono rappresentati con il cappello a pennacchio, gli altri hanno sembianze da Banda Bassotti. Come si faceva una volta.
Monte San Giusto è uno di quei posti dove la ferocia e i dilemmi della vita moderna non sembrano avere diritto d' asilo.

Le botteghe nelle vie strette, le piccole chiese e il palazzo comunale che è la copia più piccola del municipio di Urbino, lo rendono uno di quei paesini da idillio dell' Italia profonda e di mezzo. «Siamo un' isola felice ai margini del grande caos nostrano» dice il sindaco Andrea Gentili. «Almeno ci illudevamo di essere così».

È successo la notte del 25 febbraio. Nei giorni precedenti c' erano stati alcuni furti in casa. I carabinieri in borghese vedono un ragazzo che corre velocemente verso una Fiat Bravo. Gli urlano di fermarsi.

Secondo la versione dei militari, lui mette in moto e punta verso di loro a grande velocità.
L' appuntato capo pattuglia viene strattonato dal collega che lo vuole togliere dalla traiettoria. E in quel movimento dalla sua pistola parte un colpo, uno solo. Un calibro 9 parabellum che prima trapassa la lamiera e poi colpisce alla testa l' uomo al volante. Si chiama Klodjan Hysa, ha 34 anni.

Morirà dopo due giorni di agonia. La magistratura ha ordinato una perizia balistica.
Nel bagagliaio della Bravo vengono trovati una mazza da baseball, un piede di porco, oggetti trafugati da alcune case della zona.

CARABINIERICARABINIERI
Sul bancone del bar Vogue la petizione con le firme degli abitanti ha ormai assunto la dimensione di un libro. Tra carta e online, sono ormai state superate le 2.500 adesioni, su un totale di 7.900 residenti. «Al posto dell' appuntato avrei fatto la stessa cosa» racconta Oriano Lattanzi, il titolare. «I furti sono la cosa peggiore, perché oltre ai soldi ti portano via anche i ricordi. Quell' uomo ci ha difeso da un ladro». 

È nata come una iniziativa per contribuire alle spese per la difesa del militare, nel frattempo indagato per omicidio colposo ed eccesso di legittima difesa.

Ma è subito diventata altro, con la creazione del comitato cittadino «Difendiamo i tutori dell' ordine». Manifestazioni spontanee, pioggia di solidarietà su Facebook all' appuntato, che ha 47 anni, da quindici lavora a Monte San Giusto, e ieri ha ripreso servizio. Naturalmente è arrivata anche la Lega Nord, con l' immancabile post di Matteo Salvini e un presidio davanti a caserma e municipio.

MONTE SAN GIUSTO 1MONTE SAN GIUSTO
«Sono due cose diverse. Noi non c' entriamo nulla con la politica, vogliamo starne lontani». 
Giuseppe Sardini, direttore commerciale di un' azienda di pelletteria, chioma bianca e completo elegante, è il promotore del comitato. Sostiene anche di essere il proprietario dell' ultimo appartamento che Hysa avrebbe cercato di ripulire. «Per fortuna c' era mio figlio, che ha acceso le luci e lo ha messo in fuga. È uno stillicidio continuo. Vivere così è inaccettabile, per questo abbiamo deciso di reagire. La solidarietà verso il carabiniere è il primo passo».

E il secondo? «Le ronde armate». Il mite sindaco Gentili, rappresentante di commercio, tessera del Partito democratico, eletto in una lista civica di centrosinistra, invita alla calma collettiva e ricorda in un sospiro i tempi non lontani in cui nella sua ormai ex isola felice «si viveva con la chiave nella porta». Poi sono arrivati i furti in casa, che vanno a ondate, di paese in paese.

L' ultima ha raggiunto Monte San Giusto con una notevole intensità, 12 casi in quindici giorni, tra febbraio e marzo. Il tappo è saltato subito, come se da tempo non reggesse più alla pressione. Anche il comando regionale dei Carabinieri ha capito che la faccenda ha preso una china scivolosa. Il generale Salvatore Favarolo ha ringraziato per la solidarietà mettendo in chiaro però che non ce n' è alcun bisogno. E intanto ha spedito in paese un paio di marescialli in più.

CARABINIERICARABINIERI
«Chi? Razzisti noi? Ma guardatevi intorno». Sardini risponde alle accuse dei pochi dissidenti indicando le lunghe fila di lavoratori di ritorno dai calzaturifici della zona. Sono tutti immigrati di origine pakistana, la maggior parte dei 1.400 cittadini stranieri che hanno residenza a Monte San Giusto.

«Passerà» sospira il sindaco. Ma questa settimana di tensione in un paesino adagiato sul fiume Chienti, in uno dei punti più belli delle civilissime Marche, può essere preso come un segno della radicalizzazione degli animi e dei tempi.

«A me fa rabbia vedere i picchetti della Lega Nord sotto il mio ufficio» conclude Gentili.
«La sicurezza è un tema che appartiene a tutti. Se restiamo fermi, ipergarantisti e benpensanti, lasciamo spazio al loro populismo». Che i buonisti stiano zitti, ha intimato Salvini commentando la morte di Klodjan Hysa. Qualunque sia il significato da dare all' aggettivo, nel piccolo mondo antico di Monte San Giusto non fiata nessuno.

Fonte: qui