9 dicembre forconi: 01/10/19

giovedì 10 gennaio 2019

FATTURA ELETTRONICA, I RISCHI, LE ESENZIONI ....



FATTURA ELETTRONICAFATTURA ELETTRONICA
«Mi fa la fattura?», in Italia, dove vengono evasi ogni anno tra i 110 e i 140 miliardi di euro, si tratta di una domanda scomoda. Quantomeno insolita. E da qualche giorno questa stessa domanda è addirittura diventata motivo di ansia per i portatori sani di partite Iva, titolari di bar e ristoranti, impiegati amministrativi di piccole e medie aziende. Il motivo di tanto disagio sta nell’introduzione, a partire dal primo gennaio, della fatturazione elettronica. Una rivoluzione che manda in pensione la vecchia ricevuta cartacea, sostituita da un sistema di contabilità digitale.

Si compila il formato online della e-fattura, si preme il tasto invio e il documento viene spedito allo Sdi, Sistema di intermediazione, piattaforma digitale gestita da Sogei, società di informatica del ministero dell’Economia. Se la fattura è stata compilata correttamente, viene accolta e inoltrata all’Agenzia delle Entrate che, a questo punto, avendo a disposizione moltissime informazioni sulle attività economiche delle imprese, potrà facilmente individuare gli evasori. Bello, vero? Peccato che nell’Italia dei garbugli e dei pizzicagnoli l’intera questione assume una dimensione tutt’altro che lineare. L’Espresso vi porta tra i risvolti della nuova e-fattura, che promette di cambiare tutto, lasciando gli evasori al proprio posto.

In Europa saremmo i secondo a sperimentarlo. Prima di noi c’è arrivato il Portogallo, dove il sistema già funziona. Il programma di Lisbona si chiama “e-fatura” ed è stato introdotto nel 2013 dai tecnici della Troika che hanno collegato tutti i registratori di cassa del Paese all’agenzia delle entrate, così da tenere traccia di ogni ricevuta o scontrino emesso. Non solo.

Ogni cittadino può verificare online ciascuna spesa effettuata, ottenere le detrazioni fiscali senza dover conservare le ricevute cartacee, inviare in automatico la dichiarazione dei redditi e partecipare a una lotteria della fortuna, che consente di vincere fino a 50 mila euro per ogni 10 euro di spesa. Così si incentiva il consumatore a chiedere lo scontrino al commerciante. In base ai dati dell’agenzia statistica portoghese, tra il 2012 e il 2016 il gettito Iva è aumentato del 12,5 per cento.

In Italia però le cose possono andare diversamente, se non altro perché il sistema di tracciabilità digitale non coinvolge l’ultimo miglio della catena delle compravendite avvenute sul territorio nazionale. L’Agenzia delle Entrate è stata meticolosa nello spiegare come effettuare le e-fatture “business to business”, cioè fra aziende e titolari di partite Iva, mentre solo negli ultimi giorni di dicembre ha chiarito cosa succederà per la fatturazione “business to consumer”, cioè la fattura rilasciata da un commerciante, un professionista o un artigiano a un cittadino.

«I dettagli stanno arrivando in questi giorni. Pare che il negoziante rilascerà al cliente un certificato provvisorio per testimoniare l’avvenuto pagamento. Contemporaneamente l’esercente invierà l’e-fattura all’Agenzia delle Entrate. Poi il cittadino dovrà accedere al sistema digitale tramite la Carta Nazionale dei Servizi o attraverso lo Spid, perché solo le fatture elettroniche faranno fede ai fini delle detrazioni. Dunque, i cittadini dovranno dotarsi di una password, ma i contorni sono ancora piuttosto sfumati», dice Agostino Bonomo, presidente della Confartigianato Veneto.

Saranno esentati dalla fatturazione elettronica medici e farmacisti e quindi bisognerà continuare a conservare nel cassetto gli scontrini della farmacia o del pediatra per poi estrarle al momento della dichiarazione dei redditi per ottenere la detrazione fiscale.

Gli altri esonerati sono i titolari di partita iva che sceglieranno il regime forfettario, meglio noto come flat tax, riservato a chi dichiara ricavi inferiori ai 65 mila euro. In base a uno studio condotto dall’Associazione italiana dottori commercialisti, il 78 per cento delle partite Iva dichiara meno di quella cifra e sarà quindi escluso dall’obbligo della fatturazione elettronica. Dunque, è molto probabile che l’idraulico o l’imbianchino non fornirà fattura.

«Il danno per gli studi professionali e le imprese artigiane strutturate sarà elevatissimo», avverte Andrea Dili, commercialista e titolare di Tabula, società di ricerca e consulenza sui temi del welfare e della previdenza. Gli agevolati dalla flat tax non solo pagheranno solo il 15 per cento di Irpef, ma avranno il vantaggio diretto sull’Iva: «Per essere chiari, a parità di parcella netta, un avvocato che aderisce al forfettario potrà costare al proprio cliente il 22 per cento in meno (pari al costo dell’Iva) di un avvocato che non vi aderisce. E la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi con l’estensione del regime forfettario da 65 a 100 mila euro di ricavi che entrerà in vigore dal 2020. Cioè, si favorisce la piccola dimensione aziendale, mentre chi sta cercando di espandere l’attività sarà penalizzato», dice il commercialista.

FATTURAZIONE ELETTRONICAFATTURAZIONE ELETTRONICA
Ma allora, chi dovrà farsi carico della fatturazione elettronica? Sicuramente le medie imprese, quelle che già si sobbarcano il peso della complessa burocrazia italiana e l’onere maggiore della sesta pressione fiscale più alta al mondo. L’Api, associazione piccole e medie imprese, ha condotto per L’Espresso un sondaggio fra i propri iscritti, secondo cui il 54 per cento degli imprenditori ritiene la fatturazione elettronica inutile.

«Se l’e-fattura dovesse funzionare, verrebbero meno molti balzelli burocratici. Ma gli imprenditori temono una replica del flop Sistri, il sistema di tracciamento digitale dei rifiuti speciali, introdotto nel 2011, mai partito e costato parecchi miliardi alle aziende», racconta Stefano Valvason, direttore generale di Api Lombardia, che spiega come già oggi chi sta sperimentando l’e-fattura riscontra una serie di difficoltà.

agenzia entrate firenzeAGENZIA ENTRATE FIRENZE
«Il 13 per cento delle fatture inviate allo Sdi non supera i controlli e viene scartato, creando una serie di problematiche ai contabili delle aziende. E poi, siamo davvero sicuri che il sistema sia in grado di sostenere una mole di 40 miliardi di transazioni l’anno? Perché se la e-fattura non dovesse funzionare, l’effetto sarebbe devastante per quelle imprese che hanno investito quattrini per formare il personale, acquistare il software, implementare i sistemi informatici e così via», continua il direttore.

Nell’avanzata Lombardia solo il 56 per cento del territorio è cablato con la banda ultra larga, mentre altrove la connessione salta non appena la mole di dati da trasferire si fa consistente: «E se la linea dovesse interrompersi al momento dell’invio di una e-fattura? Esiste una procedura d’emergenza? E chi opera in zone prive di connessione come farà?», si domanda Valvason. Fortunatamente i primi nove mesi saranno senza sanzioni per i ritardi e gli errori.

Veniamo ora ai risultati attesi. Secondo le previsioni della relazione tecnica dell’ultimo decreto fiscale, il gettito netto garantito dall’introduzione della fatturazione elettronica viene stimato in 300 milioni per il 2019, oltre un miliardo per l’anno successivo e 1,91 per il 2021. Resta da capire se gli evasori totali saranno stanati dall’e-fattura. Secondo Giuseppe Marino, professore di Diritto Tributario all’Università Statale di Milano, potrebbe accadere il contrario: «I costi che stanno dietro la fatturazione elettronica e la diffidenza dei piccoli può portare a sommergere quello che è emerso».

La previsione di Marino è una riduzione della dimensioni aziendale media: «Servirebbe una politica fiscale che accompagni la crescita dimensionale delle imprese, perché è più difficile gestire il denaro in nero nelle aziende di medie e grandi dimensioni, maggiormente soggette all’ispezione del Fisco. Se invece si mantiene un’economia da pizzicagnolo è più semplice sfuggire ai controlli ed evadere il fisco». E visto che la flat tax non solo garantisce una riduzione dell’Irpef, ma consente di ovviare all’introduzione dell’e-fattura, probabilmente molti imprenditori verranno colpiti dalla sindrome di Peter Pan. Un imprenditore che sogna di restare piccino. Un ossimoro.

Fonte: qui

Sea Watch, accordo nel governo: "Italia accoglierà una decina di migranti"


Roma, 10 gennaio 2019 - L'Italia accoglierà donne bambini della Sea Watch, "senza dividere i nuclei familiari". Lo fanno sapere fonti di Palazzo Chigi a vertice di governo concluso. L'incontro tra il premier Conte e i vicepremier Di Maio Salvini era stato chiesto ieri dal ministro dell'Interno al termine di una giornata di alta tensione tra le forze dell'esecutivo. "Non autorizzo nessun arrivo", aveva tuonato Salvini replicando alla notizia di un accordo europeo sulla ridistribuzione dei migranti sbarcati Malta
IN ITALIA UNA DECINA DI PERSONE - L'Italia "mantiene l'impegno" - dicono da Palazzo Chigi - e ospiterà "poco più di 10 persone". Saranno affidate alla Chiesa Valdese "che si è offerta di accoglierli senza oneri per lo Stato".  E in attesa dei trasferimenti dei profughi "il premier Conte chiederà un incontro urgente con Avramopulos (commissario europeo per le Migrazioni ndr) per far eseguire la ricollocazione degli oltre 200 migranti che da agosto l'Italia aspetta che siano accolti dalla Germania, Olanda e altri 7 paesi europei che non hanno dato seguito agli impegni". 
Lettore video di: Corriere Tv (Informativa sulla privacy)
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Passa dunque la linea di Conte, che - in accordo con Di Maio - si era detto disponibile all'accoglienza "in via eccezionale" perché "la politica del rigore ha un limite". Ma Salvini si intesta il successo diplomatico. "Non ho cambiato idea, anzi faccio due passi in avanti. Non ci sarà nessun arrivo in Italia finché l'Europa non rispetterà gli impegni presi". E ancora "il governo è compatto sulla linea rigorosa, porti chiusi, lotta agli scafisti e alle Ong. Aggiungo che ogni nuovo eventuale arrivo dovrà essere a costo zero per i cittadini Italiani". Il vicepremier si dice soddisfatto del vertice, anche se, precisa, "d'ora in poi meglio incontrarsi prima che dopo: l'immigrazione la gestisce il ministro dell'Interno". 
Fonte: qui

Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

matteo salvini luigi di maioMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO
Alla fine lo scontro lo vince Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio: la settimana prossima l' Italia, come da accordi europei, prenderà in carico 15 migranti che sono appena sbarcati a Malta, in prevalenza donne e bambini, ma con i padri, e li girerà alla Chiesa valdese, che ha promesso di farsene carico senza oneri per lo Stato.

Allo stesso tempo, nel confronto con Salvini, il premier ha garantito che chiederà un incontro urgente con il commissario Ue Avramopoulos per far eseguire la ricollocazione degli oltre 200 migranti che da agosto l'Italia aspetta di far accogliere dalla Germania, Olanda e altri 7 paesi europei che non hanno dato seguito agli impegni.
luigi di maio matteo salviniLUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI

Si conclude così, poco dopo l'una di notte, il vertice a tre fra premier e i suoi due vice sulla vicenda dei migranti, ma restano non pochi strascichi di una vicenda che è stata l' ennesimo cortocircuito in seno al governo. Che ci sia qualcosa di serio che non funziona non lo racconta solo lo scontro, ma anche la cronaca dell' appuntamento per il chiarimento.

Il ministro dell' Interno sta tornando dalla Polonia, Chigi fa sapere che i due si vedranno a cena. Quando Salvini atterra a Roma, il Viminale dice che la cena è saltata. Poi Conte chiama il suo vicepremier, evidentemente indispettito. La cena del chiarimento rivive. Ma siccome la verifica riguarda anche il reddito di cittadinanza, le pensioni di invalidità, e tanto altro, allora interviene anche Di Maio.

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINILUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI
E' proprio il leader dei 5stelle a rivelare che il chiarimento sarà a tre, e a Chigi: «Io sto andando lì si farà verso le 23.15, abbiamo orario nottambuli..». In effetti di cose da chiarire ce ne sono parecchie, è anche slittato a dopodomani il Cdm che dovrebbe approvare quota 100 e reddito: «La Ragioneria ha bisogno di più tempo, è un provvedimento complesso», spiega ancora Di Maio, mentre ai piani della Lega dicono che può anche saltare tutto, se non verranno accolte le richieste, numerose, del vicepremier che dirige il Viminale.

salvini di maioSALVINI DI MAIO
Insomma in alto mare, dopo i migranti, stanno anche le comunicazioni interne al governo, il programma, e infine, ad ascoltare gli spifferi di Palazzo, addirittura la tenuta stessa dell' esecutivo. Prima del vertice Conte ha chiarito con i suoi collaboratori: «Io non torno indietro, mi sono assunto delle responsabilità che fanno parte del mio ruolo e lo spiegherò a Salvini, stiamo prendendo delle persone in una cornice di eccezionalità, per ragioni umanitarie».

conte salvini di maioCONTE SALVINI DI MAIO
Matteo Salvini ai suoi collaboratori comunica diversamente: «A Conte dirò che il Viminale resterà fuori da questa storia, li gestisca la Chiesa, la Caritas, non mi interessa, ma a questo punto, se non si può tornare indietro, significa che la Lega chiede una verifica su tutto». Vista da fuori la situazione può apparire paradossale. Si può produrre uno scontro fra il premier e il suo vice per 15 migranti? «Non sono i migranti il problema, il tema è la tenuta della maggioranza», dicono nella Lega.

Sono le stesse fonti, vicine a Salvini, per cui lo scenario di breve periodo non contempla la crisi migratoria nelle acque maltesi. A Chigi hanno fatto le ore piccole per risolvere la matassa, ma nello staff di Salvini il tono sulla materia è quasi di dileggio: «Conte si è rimangiato la parola data all' Onu sul Global compact, poteva rimangiarsi la parola data a Bruxelles sui migranti». E allora, mentre fra il premier e i due vice è in corso il chiarimento, lo stesso si dilata: nelle file della maggioranza si avvertono spifferi di crisi.
MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLAMOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA

Affiora persino uno scenario che potrebbe schiudersi il giorno dopo le elezioni in Abruzzo e che prevederebbe un cambio di governo subito dopo. Fra i leghisti si fanno addirittura i numeri di un' operazione che vedrebbe la rottura clamorosa dell' alleanza: «La quota 100 ce la approviamo il giorno dopo, e senza il reddito possiamo anche fare il taglio delle tasse. Bastano 55 responsabili alla Camera e 17 al Senato».

Fonte: qui

I SONDAGGI HANNO DROGATO LA LEGA, MA A BREVE ARRIVERANNO BRUTTE NOTIZIE DALL'ECONOMIA.

SALVINI BOMBARDA IL GOVERNO SULL'IMMIGRAZIONE E ANCORA SOGNA IL VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE UN CONSENSO CHE RISCHIA DI SCIVOLARGLI DALLE MANI, COME PRECONIZZA IL COLLE 

I GRILLINI NON CI PENSANO AFFATTO A FAR SALTARE LA LEGISLATURA E PERDERE 6.250 EURO AL MESE

E IN EUROPA, SIA IL CAPITANO CHE L'EX BIBITARO PARTENOPEO NON TROVANO ALLEATI 

IL SOGNO IMPOSSIBILE DI SALVINI DI INCONTRARE TRUMP E L'IRA DELLA LEGA PER LA SCOMPARSA DELLA FLAT TAX E L'ARRIVO DEL REDDITO DI CITTADINANZA ("UN REGALO AL SUD")

SALVINI CACCIA IL VU CUMPRA'SALVINI CACCIA IL VU CUMPRA'

Salvini è in allarme: i sondaggi hanno drogato la Lega ma in un'epoca di consensi liquidi, possono sfuggire di mano in pochi mesi (vedi Renzi). Il Nord, poi, è in subbuglio: il cavallo di battaglia della Lega, cioè la Flat Tax, è sparita dall'agenda politica, occupata come un macigno in mezzo all'autostrada dal reddito di cittadinanza, con una spruzzata di pensioni dei dipendenti pubblici, due argomenti che al nocciolo duro leghista fanno venire l'orticaria.

Continuano gli incontri tra i colonnelli nordisti, ovvero Zaia, Fontana e Fedriga, ovviamente contrari al reddito per tutti (liquidato come un "regalo al Sud"), e infastiditi dalle mosse di Salvini sull'affaire Elisa Isoardi (e pure sulle conseguenti scelte in Rai).

Ma lui ormai si sente un piccolo Trump, in preda a un delirio di onnipotenza causato dal suo indubbio successo politico. Il suo sogno è proprio quello di una visita ufficiale a Washington, accolto dal suo idolo Donald che incontrò una volta durante la campagna elettorale americana. Purtroppo per lui, il cerimoniale della Casa Bianca non prevede incontri con i vicepremier, ma solo con presidenti della Repubblica e del Consiglio.

SALVINI CON IL CASCO DEI VIGILI DEL FUOCOSALVINI CON IL CASCO DEI VIGILI DEL FUOCO
E a proposito di consigli, Salvini ha smesso di accettarne. Viaggia con la sua testa, decide tutto con lo staff della Bestia e con gli ''amici'' (ciao, amici!) di Instagram. La sua attuale ossessione è ''pescare quando l'onda è favorevole'', e incassare il prima possibile il suo consenso virtuale.

Non ha torto: se il suo popolo inizia a capire che con Quota 100 si perdono parecchi soldi rispetto a un pensionamento by Fornero, se il reddito di cittadinanza non fa da volano per l'occupazione (anzi), se l'Istat dovesse certificare che l'Italia è entrata in una fase recessiva…che ne sarà dell'amore per il Capitano detto Capitone?

I numeri che arrivano dal Natale non sono incoraggianti: il terzo trimestre, tra l'attesa per la manovra e la paura di una procedura d'infrazione, l'incertezza politica e il martellare dello spread, ha visto gli italiani parecchio spaventati, e le vendite sono state ben al di sotto delle attese.
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Il problema resta sempre quello: Mattarella, a Salvini, le elezioni anticipate non gliele concederà mai. I 5 Stelle non sono ovviamente interessati, e questo diventa ancor più chiaro dopo la conferma della tagliola dei due mandati: certi di dover mollare per sempre la poltrona, i grillini alla seconda legislatura cercheranno di farla durare più a lungo possibile.

Anche perché, e questo non molti lo hanno capito, hanno smesso di rendicontare le loro spese dopo lo scandalo dei parlamentari furbetti che facevano bonifici e poi li cancellavano. Ora ciascuno si può tenere 3.250 euro netti come stipendio, più 3mila forfait per spese di viaggio, vitto e alloggio. E chi glieli ridà più 6mila euro al mese alle decine di ''reddito zero'' parcheggiati in Parlamento a schiacciare pulsantini?

FEDRIGA TOTI FONTANA ZAIAFEDRIGA TOTI FONTANA ZAIA
Il Quirinale, insomma, non ha nessun interesse a sciogliere le Camere, anche se Salvini facesse cadere il governo, magari buttandola sull'unico tema forte che gli è rimasto, cioè l'immigrazione – le frasi di fuoco sullo sbarco della Sea Watch che riserva a Conte basterebbero da sole a far crollare tutto.

Ma nei prossimi mesi, è inevitabile, quel 33% di gradimento conquistato nel giro di 100 giorni, non potrà che calare, man mano che prenderanno forma le difficoltà economiche del Paese. E allora gli passerà la voglia del voto anticipato…

Salvini e MattarellaSALVINI E MATTARELLA




E poi, per chiudere il fronte delle preoccupazioni salviniane, le Europee si annunciano un successo in Italia, ma è a Strasburgo/Bruxelles che i conti non tornano. I due sovranisti all'amatriciana non hanno infatti trovato molto supporto tra i partiti ''cugini''.

Certo, Salvini è alleato della Le Pen, ma i gilet gialli che potrebbero succhiare un bel po' di consensi all'ex Front National hanno appena rimbalzato l'offerta di Di Maio, e il leghista ha dovuto prendere le distanze dalle violenze dei black bloc che hanno infiltrato la protesta francese (e ci mancherebbe, essendo lui ministro dell'Interno).

matteo salvini e marine le pen ballano in pista 3MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN BALLANO IN PISTA 

Aggiungi che Alternative fuer Deutschland non vuole niente a che fare con gli italiani spendaccioni, Kurz filo-tedesco tendenza ''zero deficit'' neanche, Orban preferisce restare dentro al PPE a manovrare finanziamenti della UE. Resta il Pis polacco, e poco altro. L'onda degli euroscettici ci sarà, ma metterli d'accordo per ribaltare l'Unione non sarà facile…

"RISCHIO RECESSIONE" 
LA PRODUZIONE INDUSTRIALE INGRANA LA RETROMARCIA NEI MAGGIORI PAESI EUROPEI 
ITALIA, CROLLO DEL 2,6% RISPETTO AL 2017 
IN GERMANIA LA PRODUZIONE È CALATA DELL'1,9% 
GLI STATI UNITI CONTINUANO A CRESCERE MA NON COME PRIMA CAUSA ANCHE LA GUERRA COMMERCIALE CON LA CINA 
L'ITALIA SI PRESENTA UN ALTO DEBITO PUBBLICO E UNA MANOVRA ECONOMICA CHE AUMENTA ULTERIORMENTE IL DEFICIT PUBBLICO SENZA DARE UNA SPINTA SIGNIFICATIVA ALLE PROSPETTIVE DI CRESCITA.


RECESSIONERECESSIONE
La produzione industriale ingrana la retromarcia nei maggiori Paesi europei, pesando come un macigno sull'andamento dell'economia. Il dato italiano, che mostra a novembre 2018 un calo del 2,6% su base annua e dell'1,6% su ottobre, è solo l'ultimo dopo quelli altrettanto negativi di Germania e Francia, tanto da lasciare presagire una possibile recessione in tutta Europa. Dati negativi oggi anche in Spagna e in Gran Bretagna.

I dati italiani - Crolla a novembre 2018 la produzione nel settore auto. Secondo i dati Istat, l'indice corretto per gli effetti di calendario ha registrato un calo del 19,4% su base annuale, cioè nel confronto con novembre 2017, e dell'8,6% su base mensile, ovvero nel confronto con ottobre 2018. Il dato conferma, ma con un ulteriore peggioramento, l'andamento di ottobre, quando era stato registrato un calo tendenziale del 14%. Nella media degli 11 mesi 2018, la produzione è diminuita del 5,1%.

INDUSTRIA 2INDUSTRIA
La produzione industriale italiana a novembre 2018 è diminuita dell'1,6% rispetto ad ottobre e del 2,6% rispetto a novembre 2017. Nei primi undici mesi del 2018 la produzione industriale italiana è cresciuta dell'1,2% rispetto all'anno precedente. Lo comunica l'Istat in base alle stime sulla produzione di novembre, aggiungendo che, nella media del trimestre settembre-novembre 2018, il livello della produzione registra una flessione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. 

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Conte, ce lo attendevamo: bene aver fatto la manovra nel segno della crescita. "Mi attendevo e temevo un dato negativo della produzione industriale: già i dati per alcuni partner europei erano stati anticipati, ed era difficile che anche per l'Italia non fosse di segno negativo". Così il premier Giuseppe Conte. "Ma ancor di più è importante aver anticipato prima e compreso che sarebbe stata questa la ragionevole evoluzione del trend economico e ancora per questo è stato ancor più importante intervenire con quella manovra economica nel segno della crescita e dello sviluppo sociale".

FRA EUROPA, USA E CINA IL PERICOLOSO DOMINO DELLA RECESSIONE
Andrea Montanino per “la Stampa”

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni triaLUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI GIOVANNI TRIA
Molte nubi all' orizzonte fanno prevedere un anno difficile per l' economia mondiale. Forse (si spera) non sarà un' altra grande recessione ma certamente gli indicatori economici e le tensioni geopolitiche che osserviamo vanno tutti nella stessa direzione. Se nel 2007 pochi avevano avuto la capacità di vedere la crisi finanziaria che stava arrivando, oggi ci sono a disposizione molti elementi e messaggi univoci che non potranno far dire ai governanti che non si erano accorti di quello che stava succedendo.

GRAFICO FEDERAL RESERVEGRAFICO FEDERAL RESERVE
Partiamo dagli indicatori delle tre grandi aree economiche del mondo, Europa, Stati Uniti, Cina: in Europa l' indicatore composito della fiducia sulle prospettive economiche dell' euroarea è al livello più basso da due anni e cala ininterrottamente da 12 mesi. La sua più grande economia - la Germania - ha avuto una forte battuta d' arresto: la produzione industriale è calata dell' 1,9 per cento in novembre rispetto a ottobre, quando già era calata rispetto a settembre. Visti i forti legami che l' economia tedesca ha attraverso le catene del valore con le altre economie europee, in primis quella italiana delle industrie del Nord, un rallentamento della Germania ha immediate ripercussioni sul resto del continente.

brexitBREXIT
Gli Stati Uniti continuano a crescere ma non come prima causa anche la guerra commerciale con la Cina. James Bullard, presidente della Federal Reserve di St. Louis e membro votante del comitato che prende le decisioni di politica monetaria negli Stati Uniti ha esplicitamente parlato di rischi di recessione in una intervista sul Wall Street Journal di ieri, se continuasse l' aumento dei tassi di interesse. Diversi sondaggi tra esperti iniziano a mostrare percentuali non trascurabili di coloro i quali vedono un rischio recessione nel corso dei prossimi 24 mesi.
theresa may annuncia l'accordo sulla brexitTHERESA MAY ANNUNCIA L'ACCORDO SULLA BREXIT

La Banca mondiale ieri ha rivisto al ribasso le stime di crescita della Cina per il 2019 e questo ulteriore rallentamento si ripercuoterà su tutta l' area in quanto la Cina è l' hub produttivo intorno al quale ruotano le produzioni di molti Paesi del Sud-Est asiatico. Ma anche Apple si è accorta di cosa significhi un rallentamento della domanda cinese: l' annuncio di vendite più contenute in Cina rispetto alle attese ha fatto crollare il valore di Borsa della società, che in un giorno ha perso 75 miliardi di dollari.

Accanto a questi indicatori economici, ci sono molti fattori di rischio di tipo geopolitico. Primo fra tutti gli esiti della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti: entro il 1° marzo bisognerà trovare un accordo, altrimenti scatteranno tariffe più elevate su 200 miliardi di dollari di beni cinesi che produrranno ulteriore instabilità e rallentamento nell' economia mondiale. 
federal reserveFEDERAL RESERVE

Poi c' è la sostenibilità dei Paesi emergenti - Argentina e Turchia su tutti - che, essendo indebitati in dollari già subiscono gli effetti negativi di un aumento dei tassi di interesse americani. Come la storia insegna, da crisi economiche possono derivare instabilità sociali e politiche, profonde e pericolose.
STATI UNITI CONTRO CINASTATI UNITI CONTRO CINA





L' incertezza che ancora aleggia sulla Brexit - tempi, condizioni, modalità - non aiuta certo il clima di fiducia in Europa, che dovrà vedersela in maggio con elezioni del Parlamento europeo che potrebbero imprimere direzioni nuove al processo di integrazione.

Se dovessero materializzarsi tutti gli elementi di rischio, avremmo un problema nel problema: rispetto a 10 anni fa, il mondo è molto più diviso, manca una forte leadership americana, si prediligono soluzioni individuali rispetto a politiche condivise e coordinate.
STATI UNITI CONTRO CINASTATI UNITI CONTRO CINA
La capacità e volontà dei grandi leader di sedersi intorno a un tavolo per affrontare una nuova crisi globale è quantomeno dubbia.

L' Italia, in un contesto così complesso, si presenta con la sua debolezza atavica di un alto debito pubblico e una manovra economica che aumenta ulteriormente il deficit pubblico senza dare una spinta significativa alle prospettive di crescita. Insomma, un' Italia debole in un contesto internazionale a rischio.

Fonte: qui