PER I GIUDICI NON È UN ATTO OSCENO MA VIOLENZA SESSUALE
''IL CONTATTO FISICO SUSSISTE UGUALMENTE QUANDO L'AUTORE DELLA CONDOTTA TROVA COMUNQUE SODDISFACIMENTO SESSUALE"
E' scattato ieri, giovedì 21 dicembre 2017, l'arresto per il 27enne marocchino protagonista di alcuni episodi di masturbazione sul bus, uno dei quali, a marzo del 2017, addosso a una passeggera sul bus 68 in corso Vittorio Emanuele II.
Il tribunale del riesame ha ribaltato un'ordinanza di scarcerazione del gip Alessandra Cecchelli che sosteneva che non si poteva essere trattato di violenza sessuale in quanto non c'era stato contatto fisico tra le due parti, derubricando il reato a semplice atto osceno.
Secondo i giudici, invece, "è pacifico - si legge nel provvedimento - che il contatto fisico tra il soggetto-agente e la vittima non è requisito necessario ai fini dell'integrazione del reato di violenza sessuale. Poiché questo sussiste ugualmente quando l'autore della condotta trova comunque soddisfacimento sessuale".
Si è trattato, in definitiva di "violazione della propria libertà di autodeterminazione sessuale e in presenza di coscienza e volontà da parte dell’indagato di soddisfare un proprio impulso sessuale. L’indagato poi ha agito con modalità particolarmente insidiose in quanto in apparenza ha tenuto la condotta di un “normale” passeggero dell’autobus proprio al fine di non attirare l’attenzione su di sé né della vittima né degli altri presenti".
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