9 dicembre forconi: 11/25/18

domenica 25 novembre 2018

SUICIDIO O SELFIE ESTREMO? – UNA 14ENNE PRECIPITA DAL SESTO PIANO E MUORE A ROMA.



I GENITORI SCONVOLTI: “NON CI SIAMO ACCORTI DI NULLA, STAVAMO DORMENDO” 

L’IPOTESI PIÙ ACCREDITATA È CHE LA RAGAZZINA SI SIA AMMAZZATA. MA AVEVA IL CELLULARE IN MANO E SECONDO GLI INVESTIGATORI POTREBBE ESSERE…


14enne precipita dal sesto piano e muore a roma 214ENNE PRECIPITA DAL SESTO PIANO E MUORE A ROMA 
Roma si è svegliata con un grande dolore nel cuore. La notizia è scioccante: una quattordicenne è morta dopo essere precipitata dal sesto piano. Ci troviamo nel quartiere Ostiense, in via della Villa della Lucina, uno stradone che collega via Giustiniano Imperatore a largo delle Sette Chiese, non lontano dalla Colombo.

LA FAMIGLIA - «Non ci siamo accorti di nulla, stavamo dormendo» hanno detto i genitori sconvolti agli agenti di polizia arrivati sul posto. A segnalare il corpo della povera ragazza al 112 è stato un passante alle 9.30: «Correte! C'è una ragazza a terra».
14enne precipita dal sesto piano e muore a roma 114ENNE PRECIPITA DAL SESTO PIANO E MUORE A ROMA

LE IPOTESI - Al momento l'ipotesi più accreditata sembra il suicidio. La giovane aveva il cellulare in mano: tra le ipotesi al vaglio il gesto volontario, magari dopo aver ricevuto un messaggio sgradito, o la caduta accidentale durante un selfie estremo. Non si esclude però neanche la possibilità di un incidente.
14enne precipita dal sesto piano e muore a roma14ENNE PRECIPITA DAL SESTO PIANO E MUORE A ROMA







LE INDAGINI - Gli agenti sono subito arrivati nella strada e hanno visto l'orribile scena. Poi sono arrivati il magistrato e il medico legale. La polizia e i tecnici stanno cercando di ricostruire l'accaduto.Sul marciapiede qualcuno ha subito portato dei fiori, mazzi colorati per dare l'ultimo saluto alla giovane.

Fonte: qui

Voragine Pontina, smottamento al Circeo: automobilista disperso


Era a bordo di un’auto sulla Pontina nei pressi di San Felice Circeo, all’altezza di San Vito. 

Il cedimento forse causato dalle piogge


Ore 6.50. Un improvviso smottamento del terreno, causato dalla pioggia battente in quel momento e dal maltempo. Un’auto che viene travolta mentre passava sulla via Pontina, all’altezza di San Vito, vicino San Felice Circeo, in provincia di Latina. Disperso un automobilista. Dal racconto di alcuni testimoni infatti, l’uomo sarebbe stato trascinato via dalla furia dell’acqua. La sua auto, finita all’interno dell’enorme voragine, è stata recuperata ma è vuota. Si cerca il corpo dell’uomo.

Bollettino di allerta arancione

Che il maltempo avrebbe coinvolto nella mattinata di domenica la regione Lazio era previsto. Solo 24 ore prima infatti la protezione civile regionale aveva diramato un bollettino di allerta arancione: «Dalle prime ore di domenica 25 novembre, e per le successive 12-18 ore: criticità idrogeologica codice arancione su Bacini costieri sud e Bacino del Liri; criticità idraulica codice giallo su Bacini costieri nord, Bacino medio Tevere, Roma e Aniene; criticità idrogeologica per temporali codice giallo su Appennino di Rieti».

Pontina chiusa e case evacuata

Per precauzione sono state sfollate tutte le abitazioni che insistono nelle vicinanze della voragine e anche tutte le aziende agricole. A causa dello smottamento e per consentire l’intervento dei vigili e dei soccorritori, il tratto della Pontina è stato chiuso. Pesanti le ripercussioni sul traffico.

Fonte: qui

A PISA UNA COPPIA VENDE LA FIGLIA ALLO SPACCIATORE IN CAMBIO DI COCAINA

SECONDO LA PROCURA LA BIMBA AVEVA 4 ANNI AL MOMENTO DELLA “TRANSAZIONE” ED È STATA DATA AL PUSHER “AFFINCHÉ NE ABUSASSE SESSUALMENTE”

Stefano Brogioni per “la Nazione – Pisa”

bambinaBAMBINA
Venduta al pedofilo in cambio della cocaina. E’ un’accusa che fa accapponare la pelle quella che la dda di Firenze muove contro due giovani genitori di Pisa. La procura del capoluogo toscano – competente per i reati di questo tipo – ha appena chiuso le indagini nei loro confronti: oltre al padre e alla madre di una bimba che, all’epoca dei fatti contestati, aveva appena 4 anni, tra gli indagati c’è anche il pusher che avrebbe approfittato della piccina.

traffico sessuale minori 3TRAFFICO SESSUALE MINORI
L’inchiesta, condotta dal pubblico ministero Eligio Paolini, ha come teatro un quartiere popolare pisano. E’ qui che la famiglia vive con quattro minori (tre sono figli della coppia, mentre il maggiore, che oggi ha dieci anni, la donna l’ha invece avuto da una precedente relazione). Nell’appartamento accanto al loro vive invece un 45enne: secondo l’accusa, in cambio di dosi di droga cedute ai genitori, avrebbe «ottenuto» in cambio la bambina di 4 anni «affinché – dice il capo di imputazione – ne abussasse sessualmente».
COCAINACOCAINA

I genitori sarebbero stati infatti consapevoli delle intenzioni dell’uomo ma, dicono ancora le accuse, avrebbero mantenuto la figlia «in uno stato di soggezione» e avrebbero «consapevolmente violato i doveri di protezione e garanzia derivanti dal loro ruolo di esercenti la responsabilità genitoriale». Il padre e la madre, rispettivamente di 36 e 26 anni, difesi dagli avvocati Niccolò Lombardi Sernesi e Letizia Merciai, convocati dagli inquirenti, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

COCAINACOCAINA
Tuttavia, trapela anche una versione diversa da quella avanzata dalla procura. Il 15 ottobre del 2016, sarebbe stata proprio la mamma ad accorgersi che qualcosa non andava nel rapporto con il loro vicino. Quel giorno, infatti, l’uomo, a sua volta padre, l’avrebbe invitata a casa con il pretesto di donarle dell’abbigliamento per la propria bimba. Però poi la bambina sarebbe rimasta da sola con lui. Più tardi, di nuovo a casa, i due genitori avrebbero notato che la bambina aveva le mutandine al contrario e si sono insospettiti. Anche loro vittime del presunto pedofilo, dunque?
ABUSI MINORI 2ABUSI MINORI

L’indagine della procura fiorentina però sembra andare in tutt’altra direzione. Le accuse contestate sono pesantissime: riduzione in schiavitù e atti sessuale con minori. Il pusher è accusato anche della cessione di coca finalizzata ad aver possesso della bambina. Alla luce dell’indagine, è intervenuto anche il tribunale dei minori, che ha tolto i quattro bambini alla famiglia, assegnandoli alla tutela di altrettante strutture.

traffico sessuale minori 1TRAFFICO SESSUALE MINORI
La situazione di difficoltà di questa famiglia era nota anche ai servizi sociali. Conosciuti anche i problemi di droga dei due genitori. Ma che tale dipendenza potesse portare a ciò che viene ipotizzato, è qualcosa che va ben oltre il degrado. Fonte: qui
cocaina 4COCAINA 

PERCHÉ TRUMP FA LA GUERRA A HUAWEI?

IN UNA LOGICA SOLO COMMERCIALE LA RICHIESTA DI BANDIRE LA COMPAGNIA CINESE SAREBBE DA RESPINGERE AL MITTENTE. HUAWEI VENDE IN ITALIA TELEFONI E ROUTER A MIGLIAIA DI AZIENDE (COMPRESA TIM) 

MA LA VERA QUESTIONE È UN’ALTRA E RIGUARDA I RAPPORTI DI FORZA ECONOMICI E LE POLITICHE COMMERCIALI IN VISTA DELLA RIVOLUZIONE DEL 5G 

E POI IL COLOSSO CINESE È L’UNICO A ESSERSI RIFIUTATO DI DARE LE CHIAVI DI DECRIPTAZIONE A WASHINGTON

SE WASHINGTON INVITA GLI ALLEATI A NON USARE HUAWEI E ZTE
Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

DONALD TRUMP XI JINPINGDONALD TRUMP XI JINPING
La guerra commerciale di Donald Trump contro la Cina, venti di guerra fredda tecnologica
tra le due superpotenze, ma anche questioni relative alla sicurezza nazionale degli
Stati Uniti e dei suoi alleati, Italia in prima fila: nell’offensiva lanciata dal
governo di Washington contro Huawei e Zte, i due maggiori produttori cinesi di cellulari e sistemi telecom, si intrecciano tutti e tre questi fattori.

HUAWEI P20 PROHUAWEI P20 PRO
Scelte difficili per le autorità e le imprese europee e giapponesi che, come rivelato dal Wall Street Journal, sono state appena contattate da emissari Usa: una campagna senza precedenti di moniti accompagnati da offerte di aiuto tecnologico. Chiudere le porte alla Cina, affidandosi a produttori e sistemisti europei (Ericsson e Nokia) e americani (come Cisco)?

In una logica solo commerciale —o, se preferite, trumpiana, da Italy First—la richiesta
sarebbe da respingere al mittente (Trump, appunto): Huawei, principale bersaglio dell’offensiva Usa, vende in Italia telefonini, centraline, router e altri apparati a migliaia di aziende e a tutti i gestori tlc, a partire da Tim.

zte huaweiZTE HUAWEI
C’è tecnologia Huawei in tutti i 16 mila uffici postali italiani. I prodotti cinesi sono affidabili, costano meno e l’azienda è disponibile ad adattarli alle esigenze dei grandi clienti. Ci sono, però, almeno altri due fattori dei quali si deve tener conto: il primo riguarda il riallineamento delle politiche commerciali e i rapporti di forza economica tra le varie aree del mondo.

Trump è duro con gli avversari e anche con gli alleati, ma è vero che per molti anni, ansiosa di recuperare il gap con Usa ed Europa, la Cina ha esagerato copiando tecnologie occidentali e rivendendole a prezzi ridotti. Il passaggio dall’accondiscendenza di Bush e Obama alla «tolleranza zero» di Trump è brutale, ma dietro c’è un problema reale che non riguarda solo la minaccia alla leadership economica Usa, ma anche i rischi per l’Europa. Oltre all’economia e alla politica, poi, un grosso peso ce l’ha la sicurezza: nel mondo digitale tutto ciò che è gestito elettronicamente è esposto a spionaggio e sabotaggi informatici. Che possono partire dall’interno del sistema se qualche sua componente viene da industrie di un Paese avversario.

xi jinpingXI JINPING
Huawei afferma di non aver mai spiato né sabotato. È credibile, ma è sotto l’influenza del governo di Pechino: le cose possono cambiare. E stiamo entrando nel mondo 5G: le reti di quinta generazione, ancora più integrate e vulnerabili che governeranno tutto, dai letti degli ospedali alle auto senza pilota. Ossessioni di Trump? Non proprio: gli Usa hanno smesso di comprare tlc cinesi dal 2012, quando la minaccia per la sicurezza nazionale venne denunciata dall’amministrazione Obama.

PERCHÉ GLI STATI UNITI BOMBARDANO HUAWEI? FATTI E RUMORS
Michele Arnese per www.startmag.it

donald trump xi jinping mar a lagoDONALD TRUMP XI JINPING MAR A LAGO
Perché il governo degli Stati Uniti ha messo in atto un boicottaggio ai danni di Huawei? La compagnia cinese di tlc è sospettata di essere gli occhi e soprattutto le orecchie attraverso cui il governo di Pechino spia il mondo.

Huawei e Zte in America hanno già incassato il pollice verso di Cia, Fbi e Nsa. Le loro apparecchiature sono vietate alle agenzie governative e ai contractor. Huawei oltreoceano fatica anche a commercializzare i suoi smartphone, che non può vendere attraverso le compagnie telefoniche. La compagnia di Shenzhen, inoltre, è stata esclusa dallo sviluppo del 5G in Australia.

donald trumpDONALD TRUMP
La Casa Bianca ha avviato una “campagna straordinaria di sensibilizzazione” nei confronti dei Paesi alleati, Italia compresa, per convincerli a non usare le apparecchiature di rete del marchio cinese.

L’amministrazione americana, secondo indiscrezioni, ha organizzato briefing con esponenti governativi e del settore delle telecomunicazioni di numerosi Paesi – tra i quali Italia, Germania e Giappone – e lanciato una campagna di pressione perché mettano di fatto al bando le tecnologie del gruppo asiatico, soprattutto di nuova generazione. Denunciando legami dell’azienda con le autorità di Pechino, Washington accusa i prodotti Huawei di creare rischi di cybersecurity, sia sul fronte militare che industriale.
huaweiHUAWEI

A svelare le mosse dell’America, che con la Cina ha ingaggiato una durissima guerra commerciale a colpi di dazi, è stato un articolo del Wall Street Journal.

Stando alla ricostruzione del Wall Street Journal, i funzionari americani avrebbero informato, in merito a presunti rischi sulla cyber-sicurezza, le loro controparti governative e i dirigenti delle telco in Paesi amici tra cui Germania, Italia e Giappone, dove le apparecchiature Huawei – che nel settore è leader con circa un quinto del mercato globale – sono già ampiamente utilizzate. Gli Usa – ha scritto il quotidiano americano – starebbero valutando di aumentare gli aiuti finanziari per lo sviluppo delle tlc nei Paesi che evitano i prodotti cinesi.

huaweiHUAWEI
Huawei, il secondo produttore mondiale di smartphone alle spalle di Samsung, ha smentito i sospetti americani filtrati sulla stampa e invitato i Paesi sotto pressione e resistere. Un portavoce ha fatto sapere al Sole 24 Ore che “prodotti e soluzioni Huawei sono ampiamente utilizzati in più di 170 Paesi, servendo 46 dei primi 50 operatori mondiali, aziende Fortune 500 e centinaia di milioni di consumatori”.
Donald TrumpDONALD TRUMP

Il momento è critico perché nel mondo sono in fase di sviluppo le reti di quinta generazione 5G, che entreranno in funzione dal 2019. Tali reti rendono possibile il cosiddetto “internet delle cose”: dagli oggetti d’uso domestico alle auto, fino alle fabbriche e agli impianti, tutto sarà connesso e quindi vulnerabile ad attacchi hacker. Tra le preoccupazioni del governo Usa ci sarebbe poi l’uso di prodotti cinesi di tlc nei Paesi che ospitano basi militari americane. La maggior parte delle comunicazioni in molte basi, infatti, viaggia attraverso reti commerciali.

Huawei Richard YuHUAWEI RICHARD YU
Ma perché la Casa Bianca ha messo l’altolà al colosso cinese? Secondo le indiscrezioni che rimbalzano in ambienti dell’Intelligence e che arrivano da Pechino, Huawei sarebbe l’unica società che si sarebbe rifiutata di dare le chiavi di decriptazione al sistema Nsa: “Come dire che gli Stati Uniti non riescono a controllare in alcun modo i telefoni e i sistemi di Huawei”, dice un diplomatico al corrente del dossier. E’ così? Cercheremo di capirlo meglio.