Il presidente Donald Trump ha ordinato di alzare le tariffe su praticamente tutti i prodotti importati negli Usa dalla Cina che non sono ancora stati colpiti dalla politica dei dazi. La mossa è stata annunciata a meno di 24 ore dall’aumento delle tariffe dal 10% al 25% su 200 miliardi di dollari di prodotti cinesi importati negli Usa perché non è stato raggiunto un accordo commerciale con Pechino. “Il presidente ha anche ordinato di avviare il processo di aumento delle tariffe essenzialmente su tutte le altre importazioni dalla Cina vengono valutate in circa 300 miliardi”, è stato l’annuncio in una nota del rappresentante al Commercio Usa, Robert Lighthizer.
martedì 14 maggio 2019
IN USA 44 STATI FANNO CAUSA A "BIG PHARMA" PER I PREZZI DI UN CENTINAIO DI MEDICINALI: LE MULTINAZIONALI FARMACEUTICHE SI ERANO MESSE D’ACCORDO PER AUMENTARE FINO AL 1000 PER CENTO I PREZZI DEI FARMACI GENERICI, INCLUSI QUELLI CONTRO CANCRO E DIABETE
Flavio Pompetti per “il Messaggero”
Guerra aperta a Washington tra i politici e le case farmaceutiche. Una coalizione di 44 stati ha denunciato venti aziende farmaceutiche per aver fatto cartello a difesa di un meccanismo di incremento dei prezzi: il costo di un centinaio di i medicinali è aumentato in alcuni casi del 1000 per cento.
Gli aumenti riguarderebbero farmaci generici, inclusi quelli per la terapia di cancro e diabete. L' azione legale, nata dall' attorney general del Connecticut, William Tong, si è concentrata nel periodo compreso tra il luglio 2013 e il gennaio 2015. Tra le società coinvolte anche la multinazionale israeliana Teva Pharmaceuticals, la più grande produttrice di farmaci comuni, che ha respinto ogni addebito e ha annunciato battaglia.
Nella causa sono citati 15 persone. Gli amministratori chiedono al tribunale di sanzionare il risarcimento per conto dei consumatori, e una disciplina più incisiva sui brevetti, che fanno da scudo alla strategia impazzita dei prezzi.
LA BATTAGLIA
Il presidente Donald Trump aveva fatto della lotta al costo crescente delle medicine uno dei punti centrali della campagna elettorale, consapevole dell' impatto che il tema ha sulla popolazione dei baby boomers, oggi in piena ondata di pensionamento.
Gli Usa registrano ogni anno due terzi dei brevetti per nuovi farmaci, anche se diverse grandi aziende di settore hanno scelto di spostare all' estero la sede per motivi fiscali. L' altro primato meno glorioso è quello della durata dei brevetti, i quali impediscono la creazione di medicine generiche a prezzi più bassi.
I consumatori negli Usa sono costretti a pagare fino a 100 volte il prezzo corrente in altri mercati stranieri, compreso il Canada. In un tentativo di iniziare a far chiarezza nel settore, il segretario del ministero per la salute Alex Azar ha appena ordinato che il prezzo di vendita di un gran numero di medicinali sia espressamente comunicato al pubblico durante la proiezione di spot televisivi. Una decisione coraggiosa, contro la quale l' industria di settore ha già annunciato sfide legali. Ma il tema è sentito.
Basti pensare che dall' Italia, il ministro della Salute Giulia Grillo ha presentato una risoluzione all' Oms per chiedere «maggiore trasparenza sulla formazione dei prezzi. Da anni mi batto per avere medicinali a prezzi equi e già alcuni Paesi hanno deciso di appoggiarci. In gioco c' è l' accesso alle cure la salute di tutti noi cittadini».
I COSTI
Le case farmaceutiche difendono l' attuale regime di autoregolazione dei prezzi ripetendo il mantra dei costi stratosferici per la realizzazione di un nuovo farmaco: in media 2,6 miliardi di dollari. Il think tank Public Citizen ha smantellato questa leggenda, e ha mostrato che il costo medio della ricerca e sviluppo è in realtà di 161 milioni di dollari.
Gran parte della spesa denunciata dalle aziende riguarda invece il costo di commercializzazione, del quale fanno parte la pubblicità (6 miliardi l' anno), e una miriade di iniziative promozionali, spesso oltre i confini del codice etico e di quelli giuridici, con un totale che è poi detassabile al 50%.La spesa per la ricerca è di ospedali, le università e di istituti governativi, che da soli sborsano l' 84% dei fondi. Le aziende private spendono invece per medicine, spesso varianti della molecola basecorazzata da brevetti.
E' così che il costo dell' insulina per i diabetici (scoperto da Frederick Banting a Toronto quasi un secolo fa), è quadruplicato dal 2009, al punto di costringere i pazienti al razionamento. Ed è così che si è potuto vendere fino a tre mesi fa un trattamento per la ipercolesterolimia familiare al prezzo di 14.000 dollari l' anno, anche se il gene PCSK9 era isolato dalla comunità scientifica diffusa La Federal Drugs Administration di Washington aprirà oggi un' udienza pubblica sul rapporto tra farmaci brevettati e quelli generici, con la speranza di abbassare, se non abbattere, il muro che li separa. Fonte: qui
CHINA TRUMP: GUERRA TOTALE!
Non fai in tempo a digerire 200 miliardi di nuovi dazi che nel fine settimana arriva la notizia che Trump ha dato ordine di mettere tariffe su qualunque merce cinese che entra in America, nessuna esclusa…
Inutile minaccia la Cina non si piegherà Trump ha ordinato l'aumento dei dazi su tutto l'import dalla Cina https://www.agi.it/economia/dazi_trump_ordina_aumento_tariffe_su_tutto_l_import_da_cina-5469274/news/2019-05-11/ … #agi
Preparatevi ad una guerra lunga e devastante... sempre che sia un bluff! Dazi, Trump: meglio per Cina agire ora - Ultima Ora - ANSAhttp://www.
opnews/2019/05/12/dazi-trump-meglio-per-cina-agire-ora_8a0e60b1-f6f1-45e9-9bf5-79bbbc9b9956.html
Una dichiarazione di guerra o una minaccia che lascia il tempo che trova, un accordo tra Cina e Usa è praticamente impossibile!
“L’accordo con la Cina sarà ben peggiore se dovrà essere negoziato nel mio secondo mandato. Sarebbe saggio per loro agire ora, ma amo raccogliere grandi tariffe! Penso che la Cina abbia sentito che era battuta così malamente nei recenti negoziati che pensava di poter aspettare le elezioni 2020 per vedere se era più fortunata e avere un democratico vittorioso. Nel qual caso avrebbe continuato a rubare agli Usa 500 miliardi l’anno. L’unico problema è che sanno che vincerò io (abbiamo la migliore economia e i migliori numeri sull’occupazione nella storia Usa, e molto altro)”.
L’unica cosa che interessa a Trump è cancellare l’ambizioso programma cinese denominato ” Made in China 2025 ”
Ripeto è pura illusione pensare di poter piegare la Cina…
“In nessun momento la Cina perderà il rispetto del paese, e nessuno dovrebbe aspettarsi che la Cina ingoi amari frutti che danneggiano i suoi interessi principali”, ha detto il vice premier Liu in un commento sul People’s Daily del Partito comunista al potere.
La Cina si oppone fermamente al recente aumento delle tariffe statunitensi, e deve rispondere a questo. Il vice premier Liu ha detto che per raggiungere un accordo gli Stati Uniti devono rimuovere tutte le tariffe aggiuntive, fissare obiettivi per gli acquisti cinesi di beni in linea con la domanda reale e garantire che il testo dell’accordo sia “bilanciato” per garantire la dignità di entrambe le nazioni.
“Per l’interesse della gente della Cina, del popolo degli Stati Uniti e della gente di tutto il mondo, ci occuperemo razionalmente di questo”, ha detto il vice premier. “Ma la Cina non ha paura, né il popolo cinese”, aggiungendo che “la Cina ha bisogno di un accordo di cooperazione con l’uguaglianza e la dignità”.
La prossima vittima predestinata della ritorsione cinese è Apple!
” Gli Stati Uniti hanno frainteso gli interessi di entrambe le parti e hanno seriamente sottovalutato la resistenza della Cina “, ha scritto sul suo sito web il Global Times, il tabloid nazionalista cinese.
Assolutamente ridicolo credere che la Cina abbiamo in mano l’amministrazione Trump per un’improbabile fuga dal debito pubblico americano, come scrive il Sole 24 Ore…
Abbiamo già descritto più volte insieme a Machiavelli la vera composizione del debito pubblico americano e da chi è detenuto, ma ancora oggi c’è chi si ostina a raccontare favole…
Suvvia siamo seri, su complessivi 21,2 trilioni di dollari di debito pubblico americano il problema sarebbe la Cina con il suo 1,13 trilioni di dollari ( pari appena al 5,4 % ) che non compra tesorucci a qualche asta?
Ma per favore, non scherziamo!
Non credo ci sia null’altro da aggiungere i mercati sono saliti sulle ali di un’illusione, ora è arrivato il momento della verità.
Il nostro amico Lance Roberts in maniera puntuale illustra cosa ci aspetta nelle prossime settimane…
REAL INVESTMENT REPORT: GAME OF THRONES - The "trade war" is back stocks pulled back from all-time highs. While markets held support last week, can it hold as #tariffs continue to impact economic growth? $SPY $TLT https://realinvestmentadvice.com/game-of-thrones-winter-is-coming-05-10-19/ …
“La corsa stellare del mercato è pronta per una pausa nei prossimi due mesi. Nello specifico, mentre ci avviciniamo alla fine del periodo stagionalmente forte, le probabilità di un “reset” aumentano notevolmente “.
Nel frattempo, il mercato obbligazionario sta gridando “deflazione”.
Machiavelli è sempre sul pezzo, vi siete chiesti perchè Trump e i suoi consiglieri in questi mesi chiedono a gran voce alla Federal Reserve di ridurre i tassi con un’economia apparentemente al top e un’occupazione ai minimi storici?
- La Cina sta giocando un gioco molto lungo . Il dolore economico a breve termine può essere raggiunto con livelli sempre crescenti di stimoli governativi. Gli Stati Uniti non hanno questo meccanismo al momento, ma spiega perché sia Trump che il vicepresidente Pence hanno suggerito alla Fed di riavviare il QE e tagliare i tassi dell’1%.
- La pressione è sull’amministrazione Trump per concludere un “accordo”, non sulla Cina. Trump ha bisogno di un accordo fatto prima del ciclo elettorale del 2020 E ha bisogno che i mercati e l’economia siano forti. Se i mercati e l’economia si indeboliscono a causa delle tariffe, che sono una tassa sui consumatori domestici e sui profitti delle imprese, come ha fatto nel 2018, il rischio di perdite elettorali aumenta. La Cina lo sa e è disposto a “aspettare” per ottenere un accordo migliore.
- Come ho detto prima, la Cina non metterà a repentaglio il suo piano di crescita economica da 50 a 100 anni con un Presidente che non sarà più al lavoro nei prossimi 5 anni al massimo. È improbabile che il prossimo presidente adotterà la stessa linea dura sulla Cina del presidente Trump, quindi è improbabile che accetti qualcosa che probabilmente non sarà supportato in futuro. È anche il motivo per cui molte parti dell’accordo commerciale già negoziate non entreranno in vigore fino a quando Trump non ci sarà più ed è improbabile che tali accordi vengano applicati.
Un accordo tra Cina e Stati Uniti è impossibile…
Il trasferimento di tecnologia, la politica industriale sponsorizzata dallo stato, le questioni informatiche e il furto di proprietà intellettuale non sono mai stati sul tavolo di una seria trattativa dal punto di vista della Cina e nonostante le proteste di Trump che le discussioni stessero andando bene.
"Odds Point To A Worst-Case Scenario": Shocked Traders Respond To Latest Trade War Twist https://www.zerohedge.com/news/2019-05-12/odds-point-worst-case-scenario-shocked-traders-respond-latest-trade-war-twist …
Il cauto ottimismo di Mnuchin è la solita trappola per polli del fine settimana, ormai i mercati azionari sono in mano a qualche psicopatico che maneggia future, il resto è pura illusione, un autentico casinò, scommetto che domani faranno l’impossibile per tenerli su, in fondo è tutto manipolato, forse serve solo un’atomica.
… il redattore capo del Global Times, Hu Xijin, che è diventato un traduttore in tempo reale per le intenzioni non dette dei cinesi su twitter, ha spiegato che “dal punto di vista della politica cinese, c’è poco spazio per i insistere con i compromessi. Questa logica politica non sarà cambiata, non importa quante ulteriori tariffe gli Stati Uniti imporranno. “
Come riporta Zero Hedge, per gentile concessione di Bloomberg, c’è un campione di reazioni dei trader alla narrativa della guerra commerciale in rapido movimento che sta rapidamente passando all’ottimismo al pessimismo.
Un consiglio, leggete bene che tra le righe c’è riassunta tutta la nostra view, la nostra scommessa…
Nader Naeimi, che supervisiona circa 1 miliardo di dollari in un fondo di mercato dinamico presso AMP Capital Investors Ltd. a Sydney, ha dichiarato via email:
“Il problema più grande è l’enorme disconnessione con ciò che i mercati speravano e ciò che sta traspirando ora. I mercati avevano scontato lo scenario migliore e le probabilità si stanno spostando verso lo scenario peggiore ““La risposta della Cina non era certamente quella che i mercati di rischio speravano, quindi mi aspetto un’enorme volatilità” all’apertura dell’Asia.(…) “Le tensioni economiche possono ora trasformarsi in tensioni militari tra i due paesi, e poi con gli Stati Uniti e Iran che stanno mostrando i muscoli, i prezzi del petrolio rischiano di aumentare”“… si sta preparando una tempesta perfetta… “
Mansoor Mohi-uddin, macro strategista senior con sede a Singapore presso NatWest Markets, ha detto a Bloomberg in una e-mail:
“I mercati valutari lungimiranti stanno reagendo alla prospettiva di un’eccedenza commerciale della Cina in calo e le società cinesi con 840 miliardi di prestiti in valuta estera on-line che acquistano dollari su dollari: un comportamento simile lo scorso anno ha fatto salire il tasso di cambio da 6,25 a 6,95″La forza del dollaro nei confronti dello yuan segnala che il biglietto verde dovrebbe rimanere forte rispetto all’euro e alle altre principali valuteUn biglietto verde forte alimentato dalle guerre commerciali è stata una delle principali minacce per gli investitori USA quando il team di NatWest ha recentemente visitato i clienti a New York, Seattle e in California“Per la Federal Reserve – ancora poco propensa a prendere in considerazione l’allentamento della politica monetaria – un’impennata del dollaro potrebbe diventare un rischio per la sua attuale visione neutrale”
Raffaele Bertoni, responsabile dei mercati dei capitali di debito della Gulf Investment Corp. a Kuwait City, ha dichiarato in una email:
Gli investitori esposti alle attività dei mercati emergenti dovrebbero proteggere il proprio portafoglio passando da paesi che stanno già soffrendo di una pressione inflazionistica significativa e fortemente dipendenti dal debito in valuta estera, incluse Filippine, Indonesia, Malesia, India, Turchia, Brasile e Argentina – verso paesi in cui i tassi di interesse sono già bassi e c’è più spazio per facilitare la politica monetaria a sostegno della crescita, come Corea del Sud, Tailandia e MessicoI Treasury statunitensi sarebbero uno dei pochi paradisi sicuri “ancora economici in termini di tassi reali”Vedo rialzo per le obbligazioni societarie investment grade statunitensi, pur restando più cauto sul debito USA ad alto rendimento, che è più correlato alla performance dei mercati azionariMi aspetto che il dollaro, lo yen giapponese e il franco svizzero beneficino della domanda di beni rifugio.
Forse è davvero questo il significato di un recente sogno su una possibile guerra tra la Cina e gli Stati Uniti e non parlo di guerra commerciale. Il resto è storia o un uovo di Colombo, molti lo dicono, noi lo abbiamo fatto da tempo!
Fonte: qui
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