9 dicembre forconi: 05/14/19

martedì 14 maggio 2019

FERMATI 5 NOMADI PER LA RAPINA IN CUI HA PERSO LA VITA L’89ENNE ANNA TOMASINO, NEL QUARTIERE MONTESACRO DI ROMA

UNO DI LORO SI È COSTITUITO, MENTRE I LORO COMPLICI ERANO IN FUGA TRA CUI UN SERBO CHE DOMENICA ERA STATO ARRESTATO A VENTIMIGLIA: ERA STATO ESPULSO DALL'ITALIA MA ERA RIENTRATO 
LA DONNA È STATA COLPITA ALLE SPALLE MENTRE PROVAVA A TELEFONARE ALLA VICINA...

il palazzo di via pizzo bernina, dove viveva anna tomasino 1IL PALAZZO DI VIA PIZZO BERNINA, DOVE VIVEVA ANNA TOMASINO 
Sono stati fermati i 5 presunti autori della rapina culminata con la morte di Anna Tomasino. Sono nomadi. A eseguire i fermi carabinieri e polizia. Secondo quanto si è appreso, tre sono stati fermati nel Lazio, uno a Ventimiglia e l'ultimo a Torino. Due di loro biondini e giovani, uno più alto, sul metro e ottanta, e l'altro più piccoletto.

Capelli corti, il tipo più tarchiato con la sfumatura sui lati. Indossavano giubbotti chiari, sul beige, di un colore simile al palazzo di mattoni su cui si sono arrampicati per entrare nell'appartamento al secondo piano. Una tonalità probabilmente scelta per mimetizzarsi e non essere notati dai vicini. Queste le tracce che hanno seguito gli investigatori.

Ad eseguire i fermi i carabinieri della Compagnia Roma Casilina insieme a personale della Squadra Mobile della Questura di Roma e delle Compagnie Carabinieri di Moncalieri (To) e Ventimiglia (Im). Si tratta di cinque nomadi - quattro di origine serba ed uno di origine bosniaca - di età compresa tra i 20 e 42 anni, ritenuti responsabili di rapina pluriaggravata in concorso e dell'omicidio di Anna Tomasino Anna.

La svolta alle indagini è arrivata quando uno dei componenti del gruppo si è costituito alla stazione carabinieri di Cinecittà. I primi elementi indiziari raccolti hanno consentito di risalire ai suoi complici che nel frattempo, in fuga, si erano allontanati dalla Capitale, ma sono stati rintracciati in poche ore. Uno di loro al campo nomadi di via Salviati, un altro nei pressi della stazione ferroviaria di Pomezia - Santa Palomba ed un terzo in provincia di Torino, grazie alla collaborazione fornita dai Carabinieri della Compagnia di Moncalieri.
il palazzo di via pizzo bernina, dove viveva anna tomasinoIL PALAZZO DI VIA PIZZO BERNINA, DOVE VIVEVA ANNA TOMASINO

Le indagini svolte su un quinto componente della banda, di nazionalità serba, hanno consentito di verificare che domenica mattina era stato arrestato dalla polizia di frontiera di Ventimiglia perché a un controllo era risultato irregolare nel territorio nazionale, nel quale aveva fatto rientro dopo essere stato espulso.

anna tomasino 2ANNA TOMASINO 2
Sarebbe stata colpita alle spalle da uno dei rapinatori mentre dava l'allarme telefonando a una vicina Anna Tomasino, l'anziana morta dopo una rapina nella sua abitazione a Roma. È quanto ricostruito dagli investigatori che oggi hanno fermato i 5 presunti responsabili. Secondo le prime ammissioni rese ai Carabinieri, la sera del 5 maggio scorso i rapinatori dopo aver infranto il vetro di una finestra e aver fatto irruzione hanno sorpreso l'anziana che era riuscita ad allertare una vicina.

Le urla d'aiuto dell'anziana hanno comunque attirato l'attenzione di alcuni vicini che hanno visto due uomini scappare in auto. Nel corso delle operazioni, carabinieri e la polizia hanno recuperato e sequestrato la macchina trovata nella disponibilità di un bosniaco abitante nel campo di via Salviati.

Fonte: qui



MIKI TRAJKOVIC, L'UOMO ACCUSATO DI AVER COLPITO A MORTE L'89ENNE ANNA TOMASINO DURANTE UN FURTO IN CASA, ERA STATO GIÀ ESPULSO ALLA FINE DEL 2017 PERCHÉ IRREGOLARE, MA SI TROVAVA A ROMA DOPO ESSER RIENTRATO ILLEGALMENTE IN ITALIA 
GLI ALTRI MEMBRI DELLA BANDA, CHE VENGONO DAI CAMPI ROM PIU’ PERICOLOSI DI ROMA, HANNO TUTTI PRECEDENTI PENALI ED AGIVANO INDISTURBATI…
Valentina Errante e Camilla Mozzetti per “il Messaggero”
 
Spregiudicati e con una lunga sfilza di precedenti alle spalle nonostante la giovane età di molti di loro. Furti, rapine in appartamento compiute tanto a Roma quanto a Milano fino ai maltrattamenti in famiglia. Non solo. L'uomo accusato di aver colpito a morte Anna Tomasino, Miki Trajkovic, era stato già espulso dall'Italia alla fine del 2017 perché irregolare, ma si trovava a Roma dopo esser rientrato illegalmente nel Paese.

«Sono rom, saranno tutti espulsi commentava subito dopo l'arresto il ministro dell' Interno Matteo Salvini li mandiamo fuori dall' Italia perché di questa gente ne abbiamo piene le scatole». Ma se un decreto di allontanamento c'era prima dell' omicidio, adesso è chiaro che i cinque responsabili della rapina e della drammatica fine di Anna, non potranno lasciare il Paese. Come prevede il codice, li aspetta un lungo processo (tutti i gradi di giudizio) e poi sconteranno una pena, che certo non sarà leggera, in Italia. Non ci sarebbe alcun motivo per estradarli. L'espulsione è dunque esclusa.

I PRECEDENTI
il palazzo di via pizzo bernina, dove viveva anna tomasino 1IL PALAZZO DI VIA PIZZO BERNINA, DOVE VIVEVA ANNA TOMASINO 
La lista di reati, accertati scrupolosamente dai carabinieri della compagnia Casilino, che la banda si porta dietro è lunga e datata ma non ha impedito ai cinque uomini, nomadi e provenienti per lo più da due dei campi più pericolosi della Capitale (quello di via Salviati e di via dei Gordiani), di tentare ancora il colpo. Questa volta è morta anche una donna, Anna Tomasino, 89 anni, a causa delle percosse e dei colpi inferti da uno dei due ladri, entrati nel suo appartamento nel quartiere di Montesacro, mentre gli altri tre erano fuori a fare il palo.

OMICIDIO DI ANNA TOMASINO - MIKI TRAJKOVICOMICIDIO DI ANNA TOMASINO - MIKI TRAJKOVIC


Darko Kostic, 31 anni, l'uomo che si è poi consegnato ai carabinieri della compagnia Casilino, quando ha capito che non sarebbe potuto scappare, era stato raggiunto mesi fa da un divieto di avvicinamento alla compagna, residente nel campo di via dei Gordiani, con l' accusa di maltrattamenti in famiglia. Dylan Trajkovic, appena 20enne, conta invece diversi precedenti per furto, alcuni dei quali compiuti anche a Milano e nel suo hinterland. E a rubare aveva imparato fin da ragazzino a tal punto da rapinare, ancora minorenne, un coetaneo.

Con lo stesso passato, in cui si contano anche diversi furti di automobili, anche Dennis Trajkovic che è stato fermato a Moncalieri. Più esperti nelle rapine in appartamento perché avevano già messo a segno diversi colpi Bidam Sulejmanovic e Miki Trajkovic.

Quest'ultimo già espulso dal territorio nazionale perché irregolare ma rientrato illegalmente è stato fermato a Ventimiglia ed è accusato di aver inferto il colpo, rivelatosi poi mortale, all'89enne che lo aveva sorpreso in casa insieme al suo complice Darko Kostic mentre gli altri tre erano rimasti fuori a controllare che nessuno arrivasse. Spavaldi e arroganti si mostrano nelle foto di alcuni profili Facebook con orologi costosi ai polsi o vestiti all' ultima moda.

IL COLPO
il palazzo di via pizzo bernina, dove viveva anna tomasinoIL PALAZZO DI VIA PIZZO BERNINA, DOVE VIVEVA ANNA TOMASINO
La rapina in quella casa al secondo piano di una palazzina borghese non era stata studiata a tavolino. I cinque membri della banda, lo scorso 5 maggio, si erano ritrovati insieme nel campo nomade di via Salviati, dove vivono parenti e amici, per festeggiare San Giorgio il patrono dei nomadi. Cibo e alcol hanno scandito la loro mattinata fino a quando, nel pomeriggio, decidono di salire tutti insieme sulla Volkswagen Bora grigia. Per andare dove? Alla ricerca di una casa da rapinare.

Così arrivano a Montesacro, vedono quella finestra aperta in casa della signora Tomasino, la luce è spenta, pensano non ci sia nessuno. Non ci vuole poi molto ad entrare, anche se il piano è alto, e si spartiscono i ruoli: tre in strada Dennis, Dylan e Bidam al volante dell' auto e gli altri due nell' appartamento.

LA MORTE DI ANNA TOMASINO - LA BANDA ROM DI MONTESACROLA MORTE DI ANNA TOMASINO - LA BANDA ROM DI MONTESACRO
«Eravamo riusciti ad entrare racconterà Darko ai militari ci siamo accorti della donna e ho detto a Miki di andare via, io sono fuggito lui no, poi ho sentito le urla». La banda litiga, ma poi riesce a fuggire fino a quando, a uno a uno, i militari non stringono ai loro polsi le manette. Due vengono trovati proprio nel campo di via Salviati, gli altri a Pomezia, Moncalieri e Ventimiglia. Interrogati dal pm Edmondo De Gregorio, che ha chiesto la convalida al gip, Kostic, Sulejmanovic e Trajkovic, hanno tentato di difendersi, attribuendo ai compagni l' omicidio. Oggi si terrà l' udienza di convalida del fermo. Dovranno rispondere di omicidio volontario, concorso in omicidio volontario e rapina aggravata. Fonte: qui

IN USA 44 STATI FANNO CAUSA A "BIG PHARMA" PER I PREZZI DI UN CENTINAIO DI MEDICINALI: LE MULTINAZIONALI FARMACEUTICHE SI ERANO MESSE D’ACCORDO PER AUMENTARE FINO AL 1000 PER CENTO I PREZZI DEI FARMACI GENERICI, INCLUSI QUELLI CONTRO CANCRO E DIABETE


Flavio Pompetti per “il Messaggero”

william tong attorney general del connecticut 2WILLIAM TONG ATTORNEY GENERAL DEL CONNECTICUT 
Guerra aperta a Washington tra i politici e le case farmaceutiche. Una coalizione di 44 stati ha denunciato venti aziende farmaceutiche per aver fatto cartello a difesa di un meccanismo di incremento dei prezzi: il costo di un centinaio di i medicinali è aumentato in alcuni casi del 1000 per cento.

big pharma 1BIG PHARMA 









Gli aumenti riguarderebbero farmaci generici, inclusi quelli per la terapia di cancro e diabete. L' azione legale, nata dall' attorney general del Connecticut, William Tong, si è concentrata nel periodo compreso tra il luglio 2013 e il gennaio 2015. Tra le società coinvolte anche la multinazionale israeliana Teva Pharmaceuticals, la più grande produttrice di farmaci comuni, che ha respinto ogni addebito e ha annunciato battaglia.
teva pharmaceuticals 1TEVA PHARMACEUTICALS 

Nella causa sono citati 15 persone. Gli amministratori chiedono al tribunale di sanzionare il risarcimento per conto dei consumatori, e una disciplina più incisiva sui brevetti, che fanno da scudo alla strategia impazzita dei prezzi.

big pharma 2BIG PHARMA 







LA BATTAGLIA
Il presidente Donald Trump aveva fatto della lotta al costo crescente delle medicine uno dei punti centrali della campagna elettorale, consapevole dell' impatto che il tema ha sulla popolazione dei baby boomers, oggi in piena ondata di pensionamento.
donald trump 4DONALD TRUMP




Gli Usa registrano ogni anno due terzi dei brevetti per nuovi farmaci, anche se diverse grandi aziende di settore hanno scelto di spostare all' estero la sede per motivi fiscali. L' altro primato meno glorioso è quello della durata dei brevetti, i quali impediscono la creazione di medicine generiche a prezzi più bassi.

teva pharmaceuticals 2TEVA PHARMACEUTICALS
I consumatori negli Usa sono costretti a pagare fino a 100 volte il prezzo corrente in altri mercati stranieri, compreso il Canada. In un tentativo di iniziare a far chiarezza nel settore, il segretario del ministero per la salute Alex Azar ha appena ordinato che il prezzo di vendita di un gran numero di medicinali sia espressamente comunicato al pubblico durante la proiezione di spot televisivi. Una decisione coraggiosa, contro la quale l' industria di settore ha già annunciato sfide legali. Ma il tema è sentito.

Basti pensare che dall' Italia, il ministro della Salute Giulia Grillo ha presentato una risoluzione all' Oms per chiedere «maggiore trasparenza sulla formazione dei prezzi. Da anni mi batto per avere medicinali a prezzi equi e già alcuni Paesi hanno deciso di appoggiarci. In gioco c' è l' accesso alle cure la salute di tutti noi cittadini».

I COSTI
big pharma 3BIG PHARMA 
Le case farmaceutiche difendono l' attuale regime di autoregolazione dei prezzi ripetendo il mantra dei costi stratosferici per la realizzazione di un nuovo farmaco: in media 2,6 miliardi di dollari. Il think tank Public Citizen ha smantellato questa leggenda, e ha mostrato che il costo medio della ricerca e sviluppo è in realtà di 161 milioni di dollari.
giulia grilloGIULIA GRILLO





Gran parte della spesa denunciata dalle aziende riguarda invece il costo di commercializzazione, del quale fanno parte la pubblicità (6 miliardi l' anno), e una miriade di iniziative promozionali, spesso oltre i confini del codice etico e di quelli giuridici, con un totale che è poi detassabile al 50%.La spesa per la ricerca è di ospedali, le università e di istituti governativi, che da soli sborsano l' 84% dei fondi. Le aziende private spendono invece per medicine, spesso varianti della molecola basecorazzata da brevetti.

big pharma 4BIG PHARMA 4
E' così che il costo dell' insulina per i diabetici (scoperto da Frederick Banting a Toronto quasi un secolo fa), è quadruplicato dal 2009, al punto di costringere i pazienti al razionamento. Ed è così che si è potuto vendere fino a tre mesi fa un trattamento per la ipercolesterolimia familiare al prezzo di 14.000 dollari l' anno, anche se il gene PCSK9 era isolato dalla comunità scientifica diffusa La Federal Drugs Administration di Washington aprirà oggi un' udienza pubblica sul rapporto tra farmaci brevettati e quelli generici, con la speranza di abbassare, se non abbattere, il muro che li separa. Fonte: qui

CHINA TRUMP: GUERRA TOTALE!

Non fai in tempo a digerire 200 miliardi di nuovi dazi che nel fine settimana arriva la notizia che Trump ha dato ordine di mettere tariffe su qualunque merce cinese che entra in America, nessuna esclusa…





Una dichiarazione di guerra o una minaccia che lascia il tempo che trova, un accordo tra Cina e Usa è praticamente impossibile!
 “L’accordo con la Cina sarà ben peggiore se dovrà essere negoziato nel mio secondo mandato. Sarebbe saggio per loro agire ora, ma amo raccogliere grandi tariffe! Penso che la Cina abbia sentito che era battuta così malamente nei recenti negoziati che pensava di poter aspettare le elezioni 2020 per vedere se era più fortunata e avere un democratico vittorioso. Nel qual caso avrebbe continuato a rubare agli Usa 500 miliardi l’anno. L’unico problema è che sanno che vincerò io (abbiamo la migliore economia e i migliori numeri sull’occupazione nella storia Usa, e molto altro)”.
L’unica cosa che interessa a Trump è cancellare l’ambizioso programma cinese denominato ” Made in China 2025 ”
Ripeto è pura illusione pensare di poter piegare la Cina…
In nessun momento la Cina perderà il rispetto del paese, e nessuno dovrebbe aspettarsi che la Cina ingoi amari frutti che danneggiano i suoi interessi principali”, ha detto il vice premier Liu in un commento sul People’s Daily del Partito comunista al potere.
La Cina si oppone fermamente al recente aumento delle tariffe statunitensi, e deve rispondere a questo. Il vice premier Liu ha detto che per raggiungere un accordo gli Stati Uniti devono rimuovere tutte le tariffe aggiuntive, fissare obiettivi per gli acquisti cinesi di beni in linea con la domanda reale e garantire che il testo dell’accordo sia “bilanciato” per garantire la dignità di entrambe le nazioni.
“Per l’interesse della gente della Cina, del popolo degli Stati Uniti e della gente di tutto il mondo, ci occuperemo razionalmente di questo”, ha detto il vice premier. “Ma la Cina non ha paura, né il popolo cinese”, aggiungendo che “la Cina ha bisogno di un accordo di cooperazione con l’uguaglianza e la dignità”.
La prossima vittima predestinata della ritorsione cinese è Apple!
” Gli Stati Uniti hanno frainteso gli interessi di entrambe le parti e hanno seriamente sottovalutato la resistenza della Cina “, ha scritto sul suo sito web il Global Times, il tabloid nazionalista cinese.
Assolutamente ridicolo credere che la Cina abbiamo in mano l’amministrazione Trump per un’improbabile fuga dal debito pubblico americano, come scrive il Sole 24 Ore…
Abbiamo già descritto più volte insieme a Machiavelli la vera composizione del debito pubblico americano e da chi è detenuto, ma ancora oggi c’è chi si ostina a raccontare favole…
Risultati immagini per holders of the us public debt 2018
Suvvia siamo seri,  su complessivi 21,2 trilioni di dollari di debito pubblico americano il problema sarebbe la Cina con il suo 1,13 trilioni di dollari ( pari appena al 5,4 % ) che non compra tesorucci a qualche asta?
Ma per favore, non scherziamo!
Non credo ci sia null’altro da aggiungere i mercati sono saliti sulle ali di un’illusione, ora è arrivato il momento della verità.
Il nostro amico Lance Roberts in maniera puntuale illustra cosa ci aspetta nelle prossime settimane…



REAL INVESTMENT REPORT: GAME OF THRONES - The "trade war" is back stocks pulled back from all-time highs. While markets held support last week, can it hold as continue to impact economic growth? https://realinvestmentadvice.com/game-of-thrones-winter-is-coming-05-10-19/ 


La corsa stellare del mercato è pronta per una pausa nei prossimi due mesi. Nello specifico, mentre ci avviciniamo alla fine del periodo stagionalmente forte, le probabilità di un “reset” aumentano notevolmente “.
Nel frattempo, il mercato obbligazionario sta gridando “deflazione”.
Machiavelli è sempre sul pezzo, vi siete chiesti perchè Trump e i suoi consiglieri in questi mesi chiedono a gran voce alla Federal Reserve di ridurre i tassi con un’economia apparentemente al top e un’occupazione ai minimi storici?
  1. La Cina sta giocando un gioco molto lungo . Il dolore economico a breve termine può essere raggiunto con livelli sempre crescenti di stimoli governativi. Gli Stati Uniti non hanno questo meccanismo al momento, ma spiega perché sia ​​Trump che il vicepresidente Pence hanno suggerito alla Fed di riavviare il QE e tagliare i tassi dell’1%.
  2. La pressione è sull’amministrazione Trump per concludere un “accordo”, non sulla Cina. Trump ha bisogno di un accordo fatto prima del ciclo elettorale del 2020 E ha bisogno che i mercati e l’economia siano forti. Se i mercati e l’economia si indeboliscono a causa delle tariffe, che sono una tassa sui consumatori domestici e sui profitti delle imprese, come ha fatto nel 2018, il rischio di perdite elettorali aumenta. La Cina lo sa e è disposto a “aspettare” per ottenere un accordo migliore.
  3. Come ho detto prima, la Cina non metterà a repentaglio il suo piano di crescita economica da 50 a 100 anni con un Presidente che non sarà più al lavoro nei prossimi 5 anni al massimo. È improbabile che il prossimo presidente adotterà la stessa linea dura sulla Cina del presidente Trump, quindi è improbabile che accetti qualcosa che probabilmente non sarà supportato in futuro. È anche il motivo per cui molte parti dell’accordo commerciale già negoziate non entreranno in vigore fino a quando Trump non ci sarà più ed è improbabile che tali accordi vengano applicati. 
Un accordo tra Cina e Stati Uniti è impossibile…
Il trasferimento di tecnologia, la politica industriale sponsorizzata dallo stato, le questioni informatiche e il furto di proprietà intellettuale non sono mai stati sul tavolo di una seria trattativa dal punto di vista della Cina e nonostante le proteste di Trump che le discussioni stessero andando bene.
Il cauto ottimismo di Mnuchin è la solita trappola per polli del fine settimana, ormai i mercati azionari sono in mano a qualche psicopatico che maneggia future, il resto è pura illusione, un autentico casinò, scommetto che domani faranno l’impossibile per tenerli su, in fondo è tutto manipolato, forse serve solo un’atomica.
… il redattore capo del Global Times, Hu Xijin, che è diventato un traduttore in tempo reale per le intenzioni non dette dei cinesi su twitter, ha spiegato che “dal punto di vista della politica cinese, c’è poco spazio per i insistere con i compromessi. Questa logica politica non sarà cambiata, non importa quante ulteriori tariffe gli Stati Uniti imporranno. “ 
Come riporta Zero Hedge, per gentile concessione di Bloomberg, c’è un campione di reazioni dei trader alla narrativa della guerra commerciale in rapido movimento che sta rapidamente passando all’ottimismo al pessimismo.
Un consiglio, leggete bene che tra le righe c’è riassunta tutta la nostra view, la nostra scommessa…
Nader Naeimi, che supervisiona circa 1 miliardo di dollari in un fondo di mercato dinamico presso AMP Capital Investors Ltd. a Sydney, ha dichiarato via email:
“Il problema più grande è l’enorme disconnessione con ciò che i mercati speravano e ciò che sta traspirando ora. I mercati avevano scontato lo scenario migliore e le probabilità si stanno spostando verso lo scenario peggiore “
“La risposta della Cina non era certamente quella che i mercati di rischio speravano, quindi mi aspetto un’enorme volatilità” all’apertura dell’Asia.
(…) “Le tensioni economiche possono ora trasformarsi in tensioni militari tra i due paesi, e poi con gli Stati Uniti e Iran che stanno mostrando i muscoli, i prezzi del petrolio rischiano di aumentare”
“… si sta preparando una tempesta perfetta… “
Mansoor Mohi-uddin, macro strategista senior con sede a Singapore presso NatWest Markets, ha detto a Bloomberg in una e-mail:
“I mercati valutari lungimiranti stanno reagendo alla prospettiva di un’eccedenza commerciale della Cina in calo e le società cinesi con 840 miliardi di prestiti in valuta estera on-line che acquistano dollari su dollari: un comportamento simile lo scorso anno ha fatto salire il tasso di cambio da 6,25 a 6,95″
La forza del dollaro nei confronti dello yuan segnala che il biglietto verde dovrebbe rimanere forte rispetto all’euro e alle altre principali valute
Un biglietto verde forte alimentato dalle guerre commerciali è stata una delle principali minacce per gli investitori USA quando il team di NatWest ha recentemente visitato i clienti a New York, Seattle e in California
“Per la Federal Reserve – ancora poco propensa a prendere in considerazione l’allentamento della politica monetaria – un’impennata del dollaro potrebbe diventare un rischio per la sua attuale visione neutrale”
Raffaele Bertoni, responsabile dei mercati dei capitali di debito della Gulf Investment Corp. a Kuwait City, ha dichiarato in una email:
Gli investitori esposti alle attività dei mercati emergenti dovrebbero proteggere il proprio portafoglio passando da paesi che stanno già soffrendo di una pressione inflazionistica significativa e fortemente dipendenti dal debito in valuta estera, incluse Filippine, Indonesia, Malesia, India, Turchia, Brasile e Argentina – verso paesi in cui i tassi di interesse sono già bassi e c’è più spazio per facilitare la politica monetaria a sostegno della crescita, come Corea del Sud, Tailandia e Messico
I Treasury statunitensi sarebbero uno dei pochi paradisi sicuri “ancora economici in termini di tassi reali”
Vedo  rialzo per le obbligazioni societarie investment grade statunitensi, pur restando più cauto sul debito USA ad alto rendimento, che è più correlato alla performance dei mercati azionari
Mi aspetto che il dollaro, lo yen giapponese e il franco svizzero beneficino della domanda di beni rifugio.

Forse è davvero questo il significato di un recente sogno su una possibile guerra tra la Cina e gli Stati Uniti e non parlo di guerra commerciale. Il resto è storia o un uovo di Colombo, molti lo dicono, noi lo abbiamo fatto da tempo!

Fonte: qui