9 dicembre forconi: 05/09/18

mercoledì 9 maggio 2018

Giro d’Italia, auto forza barriere e investe motociclista del servizio d’ordine: ricoverato in gravi condizioni


Giro d’Italia, auto forza barriere e investe motociclista del servizio d’ordine: ricoverato in gravi condizioni

Una Fiat Stilo ha investito una moto guidata da un uomo di 48 anni di Sambuca di Sicilia. 
Trasferito in elisoccorso all’ospedale Sant'Elia di Caltanissetta, è stato sottoposto a operazione chirurgica. Fermato l'automobilista, cambia il percorso della quinta tappa
La Stilo coinvolta nell'incidente. Agrigentonotizie
Ha forzato la chiusura della strada e ha investito un motociclista del servizio d’ordine, che adesso è ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Un grave incidente al Giro d’Italia constringe gli organizzatori a cambiare l’itinerario della quinta tappa: è quella tra Agrigento-Santa Ninfa, sulla statale 640, la Strada degli Scrittori.
Dalle prime informazioni un’auto, una Fiat Stilo, ha forzato lo sbarramento disposto dagli organizzatori e presidiato delle squadre di Anas, è entrata in un tratto di strada chiuso al traffico per via della manifestazione sportiva, e si è scontrata con una moto Bmw Gls. Era guidata da un uomo di 48 anni originario di Sambuca di Sicilia. Il motociclista, che faceva parte del servizio d’ordine del Giro, è caduto a terra ed è stato trasferito, in elisoccorso, all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. L’uomo, che ha riportato una emorragia cerebrale, è stato sottoposto, in questi minuti, a una operazione molto delicata al cervello, come confermano all’Adnkronos i vertici del 118.

L’automobilista, un italiano di circa sessant’anni, è stato invece fermato e si trova in questo momento in questura. Con la sua auto ha forzato la chiusura di strada imposta, con tanto di transenne dall’Anas, lungo la statale 115, all’altezza del bivio per contrada Maddalusa, in territorio di Agrigento.
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L’EMBARGO AMERICANO ALL’IRAN MASSACRA IL NOSTRO EXPORT: ROMA ERA DIVENTATO IL PRIMO ESPORTATORE EUROPEO A TEHERAN

A RISCHIO COMMESSE MILIARDARIE E SCAMBI ECONOMICI 

E CHI PERDE DI PIU’ E’ L’ENI: 60 ANNI FA RUPPE IL MONOPOLIO DELLE SETTE SORELLE PROPRIO CON LA PERSIA

Alessandro Barbera per la Stampa

TRUMP E IRANTRUMP E IRAN
«L' accordo con l' Iran va mantenuto. Contribuisce alla sicurezza nella regione e frena la proliferazione nucleare», commenta amaro l' ormai ex premier Paolo Gentiloni su Twitter. La coincidenza temporale fra i due fatti - la decisione di Trump e il vuoto politico in Italia - sarà oggetto di malizie. È vero, l' Italia non è l' unico Paese che ci perderà: per una volta a reagire compatti contro la linea di Trump sono tutti i grandi dell' Unione, Francia e Gran Bretagna compresi.

Ma la batosta peggiore rischia di essere proprio per gli interessi italiani. Vediamo i numeri: dopo la firma dell' accordo sul nucleare, il Belpaese è di fatto il primo partner commerciale dell' Unione a Teheran. Se nel 2011 l' interscambio aveva raggiunto i sette miliardi di dollari, due anni dopo le sanzioni internazionali avevano fatto crollare i volumi a meno di un quinto, appena 1,3 miliardi.
TRUMP IRAN SANZIONITRUMP IRAN SANZIONI

La firma dell' accordo che poneva fine al programma di sviluppo e di arricchimento dell' uranio l' ha di nuovo triplicato: nei primi nove mesi dell' anno scorso l' interscambio è risalito ben oltre i tre miliardi di dollari. Chi ha motivo di preoccuparsi è anzitutto la più grande e strategica delle multinazionali italiane: l' Eni. Negli uffici della compagnia petrolifera di Stato iraniana campeggiano ancora le foto degli ingegneri italiani che sin dal 1957 frequentano le aree di estrazione del greggio.

In oltre cinquant' anni i rapporti commerciali fra Italia e Iran non si sono mai interrotti, neppure nei momenti più bui della storia mediorientale, neppure quando - siamo negli anni Ottanta - Iran e Iraq si cannoneggiavano ai confini. Il numero uno di Eni Claudio Descalzi aspettava la revisione del sistema contrattuale e l' effettiva uscita del Paese dalle sanzioni.
descalziDESCALZI

La decisione americana ora lo mette di fronte a un bivio: l' Eni ha interessi consolidati nell' estrazione del greggio nel Golfo del Messico, in Alaska e Texas. La richiesta è quella di interrompere ogni rapporto in massimo sei mesi, pena conseguenze per chi ha rapporti con il sistema bancario americano. Ci manca solo un tweet di avvertimento dell' ambasciatore a Roma, simile a quello che il collega in Germania Richard Grenell ha postato (anche lui) su Twitter, avvertendo le aziende tedesche a interrompere immediatamente le attività a Teheran.

L' Eni è solo la più grande e la più nota di una lunghissima lista di aziende che in questi anni hanno ripreso o avviato gli scambio commerciali con Teheran. Per Gentiloni non poteva esserci notizia peggiore prima di lasciare Palazzo Chigi. Tre anni fa fu proprio lui - allora era ministro degli Esteri - a guidare una delegazione di imprese dopo la firma dell' accordo sul nucleare. Ad accompagnarlo c' erano soprattutto le aziende specializzate in infrastrutture: Ferrovie, Ansaldo, Danieli, Fata, Maire Tecnimont, Immergas.
claudio descalzi, renato mazzoncini, alberto nagel incontrano rohani a teheran con renziCLAUDIO DESCALZI, RENATO MAZZONCINI, ALBERTO NAGEL INCONTRANO ROHANI A TEHERAN CON RENZI

Secondo le stime della Sace nel 2019 le esportazioni italiane in Iran avrebbero dovuto recuperare il picco raggiunto nel 2005, quando avevano sfiorato i 2,6 miliardi di euro. Poche settimane fa - era gennaio - Piercarlo Padoan aveva controfirmato al Tesoro un accordo quadro di finanziamento fra Invitalia Global Investment e due banche iraniane, proprio a sostegno degli investimenti italiani.

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I CASAMONICA FANNO I BULLI ANCHE CON LE FORZE DELL’ORDINE

PRIMA CHE SCOPPIASSE IL CASO DELL’AGGRESSIONE ALLA DONNA DISABILE, IN DECINE DEL CLAN HANNO CIRCONDATO IL COMMISSARIATO ROMANINA, PER CHIEDERE IL RILASCIO DI DEL 36ENNE ANGELO, ARRESTATO PER UNA SERIE DI RAPINE AD AUTOMOBILISTI IN CUI SI SPACCIAVA PER POLIZIOTTO O CARABINIERE

casamonica - aggressione a una disabile in una bar in zona romaninaCASAMONICA - AGGRESSIONE A UNA DISABILE IN UNA BAR IN ZONA ROMANINA

Prima che scoppiasse il caso del Roxy Bar, alcune decine di appartenenti alla famiglia Casamonica hanno circondato il commissariato Romanina, in via Orazio Raimondo, per chiedere il rilascio di Angelo, 36 anni, arrestato per una serie di rapine ad automobilisti spacciandosi per poliziotto o carabiniere. Una giornata di tensione a fine aprile, con tanto di richiesta di rinforzi ai carabinieri per calmare gli animi fuori dal commissariato.

casamonica - aggressione a una disabile in una bar in zona romaninaCASAMONICA - AGGRESSIONE A UNA DISABILE IN UNA BAR IN ZONA ROMANINA

La conferma di un clima surriscaldato che si respira da tempo nel quartiere e di pressione continua anche nei confronti delle forze dell' ordine, sebbene proprio quel giorno gli agenti bloccarono il complice di Angelo Casamonica, un parente di 17 anni, arrestato anche lui perché ritenuto responsabile di almeno tre aggressioni.

«Era fra i più attivi nel protestare», spiegano gli investigatori. Ieri in via Barzilai Marian Roman e la moglie Rossana hanno lavorato come al solito nel bar rilevato cinque anni fa, dove sono avvenuti i pestaggi del giovane romeno e di Laura, la cliente quarantenne che era intervenuta in sua difesa dopo le botte prese da Vincenzo e Alfredo (Cristian) Di Silvio, mentre la donna è stata picchiata da Alfredo e Antonio Casamonica: i tre sono stati arrestati all' alba di ieri (i fratelli Di Silvio si sono costituiti nella caserma dei carabinieri di Tor Vergata) insieme a Enrico Di Silvio, al quale sono stati concessi i domiciliari.
casamonica - aggressione a una disabile in una bar in zona romaninaCASAMONICA - AGGRESSIONE A UNA DISABILE IN UNA BAR IN ZONA ROMANINA

Meno voglia di parlare e commentare i provvedimenti nel locale di via Barzilai, ma anche sorpresa per la visita di Nando Casamonica (inizialmente indicato dal barista come colui che lo aveva minacciato) che si è presentato nel locale della coppia romena per stringere la mano a Rossana. «Io con questi zingari non c' entro niente, qui mi conoscono, vengo sempre a prendere il caffé e lascio la mancia», ha detto Nando parlando con la ragazza.

Oggi alle 11 invece flash mob sempre al Roxy di alcuni esponenti del Pd (tra gli altri i senatori Luigi Zanda e Bruno Astorre): iniziativa di solidarietà con le vittime della violenza mafiosa che sarà ripetuta ogni mese fino al processo contro i quattro arrestati. Nella zona è stata comunque aumentata la vigilanza. Pattuglie di polizia e carabinieri la presidiano, ieri anche per sorvegliare le aree dove erano in corso le dirette televisive dopo l' aggressione alla troupe di Nemo, avvenuta all' alba, durante gli arresti.

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LUSSO, SESSO E COCAINA: I FIGLI DEI BOSS CASAMONICA METTONO A RISCHIO L'IMPERO DEL CRIMINE. E’ CIO’ CHE ACCADE IN OGNI IMPRESA CHE SI RISPETTI: GLI ANZIANI FATICANO E COSTRUISCONO E I GIOVANI SPUTTANANO TUTTO PERCHE’ HANNO SOLO VOGLIA DI DIVERTIRSI

I DUE DELLA RISSA DI PASQUA SONO SCAPPATI VIA IN FERRARI, ERANO VESTITI CON ABITI FIRMATI, FREQUENTANO LOCALI NOTTURNI. E HANNO MOSTRATO L'ARROGANZA DI CHI NON HA PAURA DI ESPORSI, NEPPURE DAVANTI ALLE TELECAMERE E NEL CORTILE DELLA QUESTURA

IL BARISTA ROMENO AGGREDITO DA’ UNA LEZIONE: “IO HO AVUTO IL CORAGGIO DI REAGIRE PERCHÉ I ROMANI NON LO FANNO? NON SI PUÒ SUBIRE VIOLENZA E POI RIMANERE ZITTI" - VIDEO

CASAMONICA - AGGRESSIONE IN UN BAR A UNA DONNA DISABILE



FERRARI, NIGHT E COCAINA: COSÌ I FIGLI DEI BOSS METTONO A RISCHIO L'IMPERO DEL CRIMINE
Valentia Errante e Sara Menafra per “il Messaggero”

ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICAARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA
Non è più la famiglia che arrivava dall'Abruzzo dopo la guerra ed era diventata forte perché Enrico Nicoletti, il cassiere della Banda della Magliana, aveva bisogno di un recupero crediti affidabile e taciturno. La nuova generazione del clan Casamonica, che ora - per la prima volta - incassa un'accusa che li avvicina alla mafia, non prende precauzioni e si fa notare. Usa armi da fuoco, non solo da taglio, spadroneggia nei locali della zona, come è accaduto a Pasqua. Va ben al di là, per volume d'affari, delle truffe seriali che portavano la famiglia a vivere nelle «case coi rubinetti d'oro», mantenendo gli abiti tradizionali e le gonne lunghe.
ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICAARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA


DROGA E MACCHINE DI LUSSO
Il primo segno della rottura è stato proprio il funerale di Vittorio Casamonica, il «re», morto nell'agosto 2015. Lo sfarzo, i cavalli, l'elicottero, ai vecchi della famiglia non sono piaciuti. E se si occupavano di traffico di droga, mai la consumavano direttamente. Gli arrestati di ieri, tutti nati negli anni Novanta, tranne il «nonno» Enrico, classe 47, hanno immancabilmente precedenti per detenzione di droghe, oltre che per spaccio, secondo gli investigatori il segno di un consumo anche personale.

ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICAARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA

Amano ostentare il lusso, non solo nelle case fortino della Romanina. I due della rissa di Pasqua sono scappati via in Ferrari, erano vestiti con abiti firmati, frequentano locali notturni. E hanno mostrato l' arroganza di chi non ha paura di esporsi, neppure davanti alle telecamere e nel cortile della Questura. La stessa che quattro anni fa aveva portato in carcere Leonardo Bevilacqua: arrestato per aver sparato al buttafuori di una discoteca che non voleva farlo passare.

GLI IMMOBILI
nello trocchia e la troupe di nemo aggrediti dai casamonica durante l arresto 8NELLO TROCCHIA E LA TROUPE DI NEMO AGGREDITI DAI CASAMONICA DURANTE L ARRESTO 8
Una nuova generazione di sbandati, forse, ma anche intenzionata ad alzare il livello della sfida alla città. Oggi, i Casamonica (mille persone in tutto, inclusi i rami) hanno anche una sorta di ufficio stampa, Luciano, incaricato di gestire le intemperanze della famiglia, che certo non ama i giornalisti, e omonimo del Casamonica che si accordava con Buzzi e Carminati per la gestione del campo nomadi di Castel Romano. C'è anche un nuovo capo: Consiglio, classe 1968, figlio di Quirino e Adelaide Casamonica.

L' attività pubblica è rimasta la compravendita di auto. Figura di peso è anche Guerino Casamonica, arrestato a dicembre scorso dopo una lunga latitanza e accusato di sequestro di persona. È cresciuta la parte «imprenditoriale» che punta agli investimenti immobiliari. Prima di tutto, ovviamente, ci sono le ville del fortino della Romanina.

casamonica - aggressione a una disabile in una bar in zona romaninaCASAMONICA - AGGRESSIONE A UNA DISABILE IN UNA BAR IN ZONA ROMANINA

La moglie di Vittorio, Angiolina, è la proprietaria della villa in via Rocca Bernarda, all' Anagnina, sede legale della Service Car del patriarca Vittorio. Per evitare controlli, molte proprietà sono intestate a minorenni: Giuseppe Casamonica, classe 2001, è il proprietario di una villa in via Flavia Demetria. Ma l' inchiesta Tulipano della Dda di Roma ha dimostrato che la famiglia era pronta ad un investimento consistente a Ciampino, in zona Selve nuove. Ad occuparsene doveva essere Guido Casamonica, arrestato per estorsione.

casamonica - aggressione a una disabile in una bar in zona romaninaCASAMONICA - AGGRESSIONE A UNA DISABILE IN UNA BAR IN ZONA ROMANINA
IL BASSO LAZIO
Gli investimenti, che includono conti all' estero, sono stabili anche nel basso Lazio: ad Ardea, sul litorale pontino, il clan sinti controlla le villette che secondo le indagini sono state costruite dalla ndrangheta, a pochi passi da una delle residenze di Enrico Nicoletti. Come ha riferito alla commissione Antimafia il questore di Latina, Giuseppe De Matteis, anche in quella zona da anni è attivo il clan Ciarelli-Di Silvio, «collegato ai Casamonica», che «opera prevalentemente sul capoluogo».

L'USURA
La passione per i vecchi trucchi come l' usura è rimasta. Consilio Casamonica (omonimo del capo ma nato nel 57), detto «Tony il meraviglioso», per la vendita di un anello aveva preteso da un imprenditore un tasso del 75.826,21% all' anno. Nel complesso, il negoziante in quattro anni aveva versato alla famiglia circa 1.785.300 di euro.
casamonica - aggressione a una disabile in una bar in zona romaninaCASAMONICA - AGGRESSIONE A UNA DISABILE IN UNA BAR IN ZONA ROMANINA

MARIAN ROMAN: «HO AVUTO IL CORAGGIO DI REAGIRE PERCHÉ I ROMANI NON LO FANNO?»
Alessia Marani per “il Messaggero”

Marian Roman batte sulla cassa il prezzo di un tramezzino, poi prepara un caffè. Si divide tra il lavoro in carrozzeria e al Roxy Bar della moglie, Roxana, che è accanto a lui ed è una forza di donna. Da due giorni serve, pulisce, sistema i tavoli, risponde alle mille domande dei giornalisti da dietro al bancone, con la solita grinta e cortesia. Lui è più silenzioso, stanno insieme da dodici anni, hanno due bambini ed entrambi hanno lasciato la Romania per costruirsi un futuro in Italia.
la moglie del proprietario del bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabileLA MOGLIE DEL PROPRIETARIO DEL BAR IN CUI I CASAMONICA HANNO AGGREDITO UNA DISABILE




Mariano qui hanno tutti paura di certa gente voi, invece, che venite da lontano siete stati coraggiosi a denunciare. Lo rifareste?
«Certo. E non capisco perché anche i romani che subiscono certe violenze non lo facciano. Lo devono fare, sempre».

I due si sono girati verso la donna disabile e se la sono presa con 'sti romeni de mer... perché non li servivi per primi...' Ti hanno picchiato anche perché sei romeno?
«Questo non lo so e non mi interessa. Io so solo che non si può subire violenza, prendere le botte e rimanere zitti. Mi metti le mani addosso, io ti denuncio. Io li avrei denunciati comunque, a prescindere dal nome che portano, se fossero stati stranieri, italiani o marocchini. Se fosse avvenuto al bar o altrove. Non cambia nulla, io ho fatto una normale denuncia. Certe cose non si fanno e se si sbaglia bisogna pagare».
il proprietario del bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabileIL PROPRIETARIO DEL BAR IN CUI I CASAMONICA HANNO AGGREDITO UNA DISABILE
Sono entrati nel vostro bar come fossero i padroni, nel quartiere si muovono da padroni.

Non avete paura?
«Certo un po' di paura c' è, ma siamo convinti di quello che abbiamo fatto e poi padroni di cosa? Che vuole dire essere padroni? Nessuno deve essere padrone di niente, siamo tutti uomini liberi».

la moglie del proprietario del bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabile 2LA MOGLIE DEL PROPRIETARIO DEL BAR IN CUI I CASAMONICA HANNO AGGREDITO UNA DISABILE 2
Ora che li hanno arrestati vi sentite meglio? Siete soddisfatti?
«Io mi fido della legge, per ora sono contento. In questo mese che continuavano a girare e a passare qui davanti con la macchina, ho solo continuato a fare la mia vita e così con Roxana continuerò a fare. È stato un mese lungo, la legge dovrebbe essere anche più severa».

Adesso c' è la polizia qui fuori, ci sono le telecamere, i giornalisti. Domani?
«Ci hanno assicurato che non ci abbandoneranno, che avremo protezione, aspettiamo. Intanto spero che arrivi un po' di tranquillità».

il bar in cui i casamonica hanno aggredito una disabileIL BAR IN CUI I CASAMONICA HANNO AGGREDITO UNA DISABILE
In questo lungo mese sono tornati per intimidirvi, più volte. Com' è andata?
«Sono venuti subito a cercarmi in ospedale. Poi sono tornati anche al bar».

E te?
«In ospedale nemmeno ci abbiamo voluto parlare».

Chi era venuto in ospedale?
«Quello che si chiama Christian con la madre, ma noi ce ne siamo andati via. Sono venuti il giorno stesso, volevano che non presentassi la denuncia».
casamonica aggressione a una disabile in una bar in zona romaninaCASAMONICA AGGRESSIONE A UNA DISABILE IN UNA BAR IN ZONA ROMANINA

E dopo al bar il 3 aprile chi è tornato?
«È tornato Enrico che è il nonno, era sulla sedia a rotelle. Ma c' era Roxana in quel momento».

Che cosa vi ha detto?
«Voleva che io ritirassi la denuncia nei confronti dei nipoti. Meglio che lasci perdere diceva».

Era dispiaciuto?
«Mica tanto».

Vi ha offerto dei soldi?
«Ci ha assicurato che se avessimo ritirato la denuncia ci avrebbe ripagato tutti i danni fatti al locale dai nipoti, che per quello non c' era problema. Altrimenti...».
casamonica aggressione a una disabile in una bar in zona romanina 3CASAMONICA AGGRESSIONE A UNA DISABILE IN UNA BAR IN ZONA ROMANINA 

Altrimenti?
«Altrimenti se volete la guerra...ha detto. E facciamo la guerra...abbiamo risposto».

E loro?
«Passavano davanti al bar, guardavano. Ora basta fateci riposare, Roxana ha dormito due ore, siamo stanchi».

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STESSO PREZZO, CONFEZIONI PIU’ PICCOLE: ECCO COME FUNZIONA IL TRUCCO DEL RINCARO NASCOSTO

COSI’ LE AZIENDE AUMENTANO I LORO RICAVI 

L’ISTAT: "RISCHI ANCHE PER IL CALCOLO DELL’INFLAZIONE, MA SIAMO VIGILI"

Marco Menduni per www.ilsecoloxix.it

Sul vetro che protegge, in frigorifero, le bevande vendute in autogrill sta apparendo, in questi giorni, un foglio. Dietro la formulazione un po’ burocratica, si nasconde una realtà facile da capire. Le bottigliette di una nota marca, la regina delle bibite frizzanti, si assottigliano, dimagriscono, ma il prezzo rimane uguale. Fino a oggi le singole confezioni contenevano 50 cl di liquido, cioè mezzo litro. Il futuro prevede invece un’altra capacità, 45 cl. Un po’ meno.
 
spesa supermercato trucco rincaro nascostoSPESA SUPERMERCATO TRUCCO RINCARO NASCOSTO
Le prime, ammonisce ancora il manifestino, andranno a esaurimento. Le nuove forniture sono già arrivate e collocate vicino a quelle tradizionali, tra le bottiglie si nota una piccola differenza. Impercettibile quando non ci sarà più il confronto diretto. Accadrà presto, perché non c’è dubbio che nel frattempo le mani dei clienti si protenderanno ancora verso le ultime rimanenze del prodotto più generoso nella quantità. Il prezzo rimane invariato e, si sa, nelle aree di servizio l’esborso non è cosa da poco, visto che la bibita frizzante si vende tra i 2,60 e i 2,70 euro, ma si vede anche di peggio. È la conseguenza di un fenomeno perfettamente definito da un termine, ahimè, tutto inglese: shrinkflation, termine che (brexit insegna) mette insieme due concetti: la contrazione e l’inflazione. Due sigle nate nello stesso periodo.
spesa supermercato trucco rincaro nascostoSPESA SUPERMERCATO TRUCCO RINCARO NASCOSTO
 
Che cosa è accaduto? Dopo il referendum per l’uscita dall’Unione e lo scivolone della sterlina, le aziende hanno elaborato un piano per recuperare i margini, lasciando però inalterato il prezzo unitario. Qualcuno ha persino ipotizzato ci sia stata una sorta di moral suasion sugli imprenditori da parte del governo, perché i sudditi di Sua Maestà vivessero nella maniera più soft la criticità commerciale. Il gigante Unilever ha chiesto ai supermercati inglesi Tesco di aumentare i prezzi, ma la manovra è fallita: i consumi sono crollati. Allora si è fatto all’inverso: meno prodotto (in maniera possibilmente impercettibile) ma prezzi identici. E in Italia? Il fenomeno è conosciuto anche dall’Istat ed è facile capire il perché: la modifica delle confezioni potrebbe anche influire sulla correttezza del calcolo dell’inflazione.

Fonte: qui

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DOPO L’ERUZIONE DEL VULCANO KILAUEA ALLE HAWAII LA LAVA SI SPOSTA DA SOLA E INGHIOTTE AUTO, STRADE, CASE E ALBERI

COME SE NON BASTASSE, CI SONO ANCHE I TERREMOTI: 142 SCOSSE IN MENO DI 24 ORE



hawaii muro di lava 9HAWAII MURO DI LAVA 
Alle Hawaii continua l’emergenza dopo l’eruzione del vulcano Kilauea, che ha distrutto 35 abitazioni e costretto 1700 persone a fuggire nella sola giornata di giovedì dai gas tossici e dalle continue eruzioni di lava. Lava che adesso si muove e inghiottisce case, alberi, macchine e strade, come si vede dalle immagini diffuse sui social network

hawaii muro di lava 7HAWAII MURO DI LAVA 
Dopo l’eruzione del vulcano, alle Hawaii ci sono state alcune forti scosse di terremoto, anche se fortunatamente non ci sono state vittime. È previsto che l’attività di Kilauea continui, insieme a terremoti di magnitudo 6.9: ci sono state 142 scosse in meno di 24 ore.
hawaii muro di lava 5HAWAII MURO DI LAVA 

“Il vulcano e la lava sono sempre stati parte della nostra vita – dicono alcuni testimoni ai giornali locali  - ma questa volta è devastante”. E in effetti il video pubblicato da Live Storms Media è impressionante: un’auto parcheggiata viene completamente inghiottita dal magma, che sembra avere quasi una vita propria.

Fonte: qui

KIM JONG UN E XI JINPING (CHE CHIAMA KIM “COMPAGNO PRESIDENTE”) SI SONO INCONTRATI PER LA SECONDA VOLTA IN CINA

“LA COREA DEL NORD NON HA BISOGNO DI ARMI NUCLEARI E LA DENUCLEARIZZAZIONE È OTTENIBILE”, DICE KIM PRIMA DEL VERTICE CON TRUMP…


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Gli organi di stampa ufficiali cinesi hanno confermato che il presidente Xi Jinping e il leader nordcoreano Kim Jong-un si sono incontrati per la seconda volta in Cina. Il lancio dell'agenzia di stampa Xinhua arriva dopo che l'agenzia sudcoreana Yonhap, citando fonti proprie, aveva riportato voci di questo nuovo viaggio di Kim in Cina, in vista dell'annunciato vertice con Donald Trump.

"Dopo il nostro primo incontro con il compagno presidente, sia le relazioni tra Cina e la Corea del Nord che la situazione della penisola coreana hanno registrato progressi positivi" ha detto Xi Jinping nel suo incontro con il leader nordcoreano, che si è svolto ieri e oggi a Dalian, nella provincia nordorientale cinese di Liaoning. "E sono felice per questo", ha aggiunto, secondo quanto riportato da Xinhua.
incontro tra xi jinping e kim jong unINCONTRO TRA XI JINPING E KIM JONG UN

"Io ho la massima considerazione" per queste relazioni, ha affermato Xi, sottolineando di aver voluto incontrare di nuovo Kim per fare "uno sforzo comune per realizzare una pace e stabilità duratura nella penisola coreana e promuovere la pace, stabilità e prosperità nella regione".

incontro tra xi jinping e kim jong un 5INCONTRO TRA XI JINPING E KIM JONG UN 
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Dopo gli sviluppi positivi nelle relazioni con la Corea del Sud, Kim Jong-un ha detto di essersi recato in Cina per un nuovo incontro con Xi Jinping, riporta Xinhua, "in un momento cruciale, in cui la situazione evolve rapidamente, per informarlo della situazione, sperando di rafforzare la comunicazione strategica e la cooperazione con la Cina".

"Questi sono i risultati positivi dello storico incontro tra me e il compagno segretario generale" del Partito comunista Xi, ha affermato Kim riferendosi ai "progressi positivi" registrati nella penisola coreana dopo il suo vertice con il presidente sudcoreano Moon Jae-in il 27 aprile scorso.

incontro tra xi jinping e kim jong un 4INCONTRO TRA XI JINPING E KIM JONG UN 

Kim Jong-un ha parlato anche del nucleare. "Nel momento in cui le parti interessate eliminano politiche ostili e minacce alla sicurezza della Corea del Nord, la Corea del Nord non ha bisogno di armi nucleari e la denuclearizzazione è ottenibile" ha dichiarato, secondo quanto riporta l'agenzia Xinhua, sottolineando che la denuclearizzazione è "una posizione chiara e coerente" per Pyongyang. Kim ha poi aggiunto che spera che la Corea del Nord e gli Stati Uniti possano stabilire una reciproca fiducia attraverso il dialogo.

Fonte: qui

LAVARSI LE MANI, SALVA LA VITA

ECCO L'UOMO CHE HA MESSO A PUNTO UN GEL IDROALCOLICO PER LA STERILIZZAZIONE DELLE MANI, SOPRATTUTTO QUELLE DI MEDICI E INFERMIERI CHE NEGLI OSPEDALI SONO IL PRINCIPALE VEICOLO DI INFEZIONI MORTALI

Elisa Manacorda per la Repubblica

lavarsi le maniLAVARSI LE MANI
C' è un uomo che con molta determinazione e molta fatica si batte da vent' anni e più per salvare vite umane attraverso il più semplice dei gesti: lavarsi le mani. Il cinque maggio si è celebrato il World Hand Hygiene Day, la giornata mondiale delle mani pulite.

E il merito di questa attenzione mondiale è di Didier Pittet, epidemiologo e professore di Medicina all' Ospedale universitario di Ginevra (Hug), nonché direttore del programma di controllo delle infezioni dell' Organizzazione mondiale della sanità. Un «atletico sessantenne con una vaga somiglianza con Indiana Jones », lo descrive il blogger e saggista francese Thierry Crouzet, che sulla sua storia ha scritto Il gesto che salva la vita ( Il Pensiero Scientifico Editore 2018).

lavarsi le maniLAVARSI LE MANI
Pittet alla fine del secolo scorso ha messo a punto un gel idroalcolico per la sterilizzazione delle mani, soprattutto quelle di medici e infermieri che negli ospedali sono il principale veicolo di infezioni. Ogni giorno - dice Pittet - quasi mezzo milione di malati si infetta nei luoghi di cura. E oltre 20mila persone muoiono per la mancata applicazione di una pratica igienica estremamente semplice. «Sulla base delle nostre stime - continua il medico svizzero - le infezioni nosocomiali uccidono ogni anno più di tubercolosi, malaria e Aids messe insieme.

lavarsi le maniLAVARSI LE MANI
In Occidente questi numeri corrispondono a 69 morti per 100mila abitanti, cioè un tasso di mortalità più elevato di quello del tumore al polmone, rendendo così le infezioni nosocomiali la seconda causa di morte insieme all' ictus » . Lavarsi le mani dimezzerebbe questi numeri, riducendo la mortalità fino al 75 per cento nei paesi in via di sviluppo. Ma l' acqua e il sapone non bastano.

Ci vuole qualcosa di più efficiente, rapido e definitivo nell' interrompere il passaggio degli agenti patogeni. Pittet lo sospetta, ma ne ha una prova certa nel 1992, quando, nell' Ospedale ginevrino presso il quale lavora, scoppia un' epidemia di Staphylococcus Aureus meticillino- resistente ( Mrsa). Lavorando con le infermiere, il giovane medico scopre che nei diversi reparti la trasmissione del super- batterio è di circa il 18%, con picchi del 30 in terapia intensiva.

DIDIER PITTETDIDIER PITTET
(...)
Grazie all' introduzione del gel idroalcolico, il tasso di infezioni nosocomiali crolla vertiginosamente nel giro di un mese. Sembra una strada in discesa, ma non lo è affatto. E si moltiplicano le resistenze all' innovazione proposta dal medico. « Le resistenze al cambiamento sono un problema globale - dice Pittet - e si trovano negli ospedali come nelle aziende e in qualunque organizzazione umana. Noi abbiamo scelto di combatterle, e avuto successo: prima il numero di ospedali che aveva un buona gestione dell' igiene delle mani era inferiore al 40%, oggi siamo all' 85».

Fonte: qui