9 dicembre forconi: 07/12/18

giovedì 12 luglio 2018

LE BOLLETTE DIVENTANO UNA PROVA PER REVOCARE LE AGEVOLAZIONI DEL FISCO SULLA PRIMA CASA

LO HA DECISO LA CASSAZIONE: BASTERÀ UN’OCCHIATA AL CONTATORE PER CAPIRE SE L’INQUILINO HA MENTITO SULLA RESIDENZA

Luca Romano per www.ilgiornale.it

furbetti luce prima casa 3LUCE PRIMA CASA 
Consumi bassi di energia elettrica? Addio a tutte le agevolazioni del Fisco sulla prima casa. Una sentenza della Cassazione di fatto ha messo nel mirino chi prova fare il furbo con la residenza anagrafica.

furbetti luce prima casa 1LUCE PRIMA CASA








Così come riporta Italia Oggi, una recente sentenza della Suprema Corte ha messo con le spalle al muro chi di fatto indica un luogo di residenza con prima casa e gode delle agevolazioni su Ici, Imu e Tari senza risiedere effettivamente nell'appartamento.
furbetti luce prima casa 2LUCE PRIMA CASA

E in questo quadro anche il consumo di energia elettrica, sempre secondo la Cassazione, può diventare una prova per revocare le agevolazioni.

Il mancato consumo di energia elettrica, secondo i giudici è un "elemento sintomatico di una presenza nell’abitazione oggetto d’imposizione non abituale".

BOLLETTA DELLA LUCEBOLLETTA DELLA LUCE
E sempre sul fronte delle agevolazioni fiscali è fondamentale stabilire anche la categoria catastale. Sempre la Cassazione ha precisato che l'esenzione non spetta se l'immobile viene inquadrato come uno studio.

E su questo punto piazza Cavour non ha dubbi: "Qualora l’immobile sia iscritto in una diversa categoria catastale, è onere del contribuente, che pretenda l’esenzione, impugnare l’atto di classamento". Insomma questi due punti sono fondamentali per ottenere lo "sconto" sulle tasse dell'immobile. Ma basterà un'occhiata al contatore della luce per capire se l'inquilino ha mentito sulla sua residenza...

Fonte: qui

TRIA SI INVENTA UN TAGLIO DELL'IRPEF PER IL CETO MEDIO, TRA 28MILA E 55MILA EURO LORDI, CHE COSTEREBBE 4-5 MILIARDI

OGGI LA LEGA HA PRESENTATO UN PROGETTO DI LEGGE PER LE PARTITE IVA: REGIME MINIMO FORFETTARIO FINO A 100MILA EURO. 

UNICO ADEMPIMENTO LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI

FLAT TAX: PDL LEGA,15% PER TUTTI FINO FATTURATI 100MILA EURO
 (ANSA) - "Il primo step della rivoluzione fiscale voluto dalla Lega è finalmente partito.  Questa mattina è infatti stata presentata la nostra proposta di legge sulla Flat Tax che estende il regime minimo/forfettario del 15% per tutte le partite Iva fino ad un volume d'affari di 100 mila euro. Per le start-up, inoltre, l'aliquota prevista è del 5% per 3 anni estesa a 5 anni per gli under 35 e gli over 55".

Lo dichiara Riccardo Molinari capogruppo alla Camera della Lega. "Il nostro obiettivo - spiega - è da una parte estendere ad una platea più ampia possibile la semplificazione degli adempimenti contabili con un regime forfettario unico e dall'altro sburocratizzare e facilitare la vita di imprese e professionisti.
DELVOX TRIA SALVINI DI MAIODELVOX TRIA SALVINI DI MAIO

I contribuenti non dovranno adempiere ad obblighi di contabilità, studi di settore, spesometro. Unico adempimento la dichiarazione dei redditi. Il regime sarà opzionale. Dalle parole ai fatti: la flat tax è partita e pmi, liberi professionisti e start-up ne beneficeranno dando, di riflesso, un input positivo all'economia e all'occupazione".


FISCO, LA CONTROMOSSA DI TRIA TAGLIO IRPEF PER IL CETO MEDIO
Roberto Petrini per la Repubblica

Obiettivo: salvare almeno una parte del contratto di governo, a cominciare dalla riduzione delle tasse intervenendo sulle aliquote centrali, alle quali è più interessato il ceto medio. Su questo stanno lavorando al ministero dell' Economia in vista della prossima legge di Bilancio.

SALVINI DI MAIOSALVINI DI MAIO
La questione è complessa: il contratto di governo gialloverde prevede l' introduzione della flat tax, due aliquote piatte, del 15 e del 20 per cento sopra e sotto gli 80 mila euro. Oltre ad avvantaggiare solo i ceti più abbienti, il meccanismo costa circa 50 miliardi.

Tuttavia c' è una questione politica che si intreccia con la stessa credibilità del governo di leghisti e grillini: il tempo passa, siamo quasi alla pausa estiva, e fino ad oggi è stato prodotto solo un piccolo decreto omnibus centrato sul mercato del lavoro, contestato da più parti e scivoloso sulle coperture. Mentre l' economia, come dice l' Istat, rallenta e la situazione internazionale, dazi in testa, rischia di danneggiare il nostro export.

Così non si restare con le mani in mano e, vista la pressione leghista, bisogna dare almeno " un segnale" sulla flat tax. Scontato che la tassa piatta non potrà arrivare nemmeno a fine legislatura al Tesoro, tecnici ed uffici, stanno a caccia di una soluzione plausibile e delle relative risorse.
FLAT TAXFLAT TAX

Un paio di ipotesi sono già sul campo e sono in questi giorni oggetto di attento vaglio da parte di Via Venti Settembre. Il primo progetto sul tavolo prevede il taglio dell' aliquota tra i 28 mila e i 55 mila euro lordi annui dove si paga attualmente il 38 per cento.

I motivi che porterebbero ad agire su questa aliquota sono due: il primo è l' intervento riguarderebbe una platea piuttosto ampia di circa 8,2 milioni di contribuenti; il secondo è che si tratta di una zona dove è presente uno " scalino" e chi oggi salta con il proprio reddito oltre la soglia dei 28 mila euro lordi, è costretto a pagare 11 punti in più passando dal 27 per cento al 38 per cento in un sol colpo. L' intervento ritenuto più plausibile ridurrebbe l' aliquota dello scaglione 28-55 mila a quota 35 per cento abbassando lo " scalino" a soli 8 punti: il segnale al ceto medio ci sarebbe e il costo sarebbe di circa 3 miliardi ( ogni punto di questo scaglione costa infatti 1 miliardo).

La seconda ipotesi sulla quale il Tesoro sta vagliando opinioni e pareri in vista della costituzione di una delle tre commissioni o task force dedicata al fisco, è quella di imprimere uno slancio in più alla riduzione delle tasse per il ceto medio e di dare un segnale forte cominciando a ridurre dalle attuali 5 a 4 le aliquote fiscali.

irpefIRPEF
In questo caso i due scaglioni ( quello da 28- 55 mila euro dove si paga il 38 per cento e quello superiore, tra i 55 e i 75 mila euro annui lordi, dove si paga il 41 per cento) verrebbero accorpati e la nuova aliquota verrebbe sforbiciata al 36 per cento. In questo caso al pacchetto dei beneficiati, circa 8,2 milioni, si aggiungerebbero circa 862 mila contribuenti che attualmente guadagnano fino a 75 mila euro: in tutto si arriverebbe a 9 milioni tutti saldamente ancorati al ceto medio e la spesa sarebbe in totale di 4 miliardi: in pratica 2 miliardi per tagliare 2 punti allo scaglione 28-55 mila e 2 miliardi per tagliare 5 punti allo scaglione 55- 75 mila.

La misura, soprattutto quest' ultima, potrebbe essere venduta all' elettorato dei gialloverdi, soprattutto ai ceti più abbienti del Nord, come un antipasto " possibile" di flat tax: quattro aliquote invece di cinque, in attesa delle 2 finali.
Naturalmente rimarrebbero a bocca asciutta i ceti più bassi e in particolare il lavoro dipendente.

GIOVANNI TRIAGIOVANNI TRIA
L' idea è quella di compensare destinando risorse alla sterilizzazione dell' Iva il cui aumento peserebbe per circa 300 euro a famiglia aggravando soprattutto i ceti a basso reddito. L' altra misura, cui sembra tenere il grillino Di Maio, è il tradizionale cuneo fiscale: in questo caso i beneficiari sarebbero i lavoratori dipendenti e il sistema delle imprese.
Naturalmente i costi del pacchetto fiscale dovranno fare i conti con le coperture, vero assillo di questo governo, anche se le risorse per l' operazione di " anticipo" della flat tax, come abbiamo visto, sarebbero limitate a 3-4 miliardi.

11 Luglio 2018

Fonte: qui

LE RIPRESE DEGLI INVESTIGATORI INGLESI MOSTRANO MASSIMO CARMINATI NELLA CITY NEL 2012; PERCHÉ È QUI CHE HA NASCOSTO LA SUA CASSAFORTE…


carminati londraCARMINATI LONDRA
LIRIO ABBATE per espresso.repubblica.it

È a Londra che Massimo Carminati, l'”uomo nero”, capo di mafia Capitale, ha nascosto la sua cassaforte. È l'ipotesi avanzata dagli investigatori che hanno indagato sui suoi viaggi nella City effettuati nel 2012. Carminati, condannato in primo grado a vent'anni di carcere, è attualmente sotto processo davanti ai giudici della corte d'appello e la sentenza è prevista per l'11 settembre.


carminatiCARMINATI
Adesso per la prima volta si vede nei filmati registrati dalla polizia inglese il giro di Carminati a Londra, dove si è recato sei anni fa con Fabrizio Testa, all'epoca consigliere dell'Enav e coinvolto anche lui in mafia Capitale. Due viaggi effettuati ad aprile e settembre 2012. E nella City Carminati ha incontrato un latitante italiano, Vittorio Spadavecchia, ex appartenente ai Nar, rifugiatosi a Londra molti anni fa per sfuggire all’esecuzione di una condanna inflittagli in Italia.

In occasione dei due viaggi “er Cecato” e Testa avevano viaggiato separatamente, avevano preso voli aerei diversi, ma si erano poi dati appuntamento a Londra, come accertato dalla polizia inglese e gli esiti di questo pedinamento sono stati prodotti dalla procura durante il dibattimento.

Gli investigatori apprendono dalle intercettazioni che Carminati vuole investire capitali a Londra, dove vuole anche acquistare una casa nel quartiere di Notthing Hill e inserire in alcune attività economiche il figlio, grazie agli amici che hanno trovato “riparo” nella City.
Vittorio SpadavecchiaVITTORIO SPADAVECCHIA

Il capo di “mafia Capitale” per muoversi a Londra si appoggia dunque a due vecchi amici e compagni di battaglie: Vittorio Spadavecchia e Stefano Tiraboschi. Entrambi già militanti in gruppi neofascisti attivi negli anni Settanta. I loro nomi ritornano nelle intercettazioni dell’inchiesta su mafia Capitale ogni volta che si parla del forziere inglese. Nei quasi quarant’anni che hanno passato nella capitale britannica, i due hanno dimostrato talento per gli affari e una coriacea resistenza alle rogatorie avviate dai magistrati della procura di Roma.

Spadavecchia sbarca a Londra nell’agosto del 1982. Non aveva idea, ha dichiarato, che la legge italiana lo ritenesse un fuggitivo. Eppure un sospetto avrebbe dovuto averlo, visto che neppure due mesi prima a Roma aveva assaltato, con un gruppo di camerati, la sede dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina di cui era presidente Arafat.

Fonte: qui

A CREMONA UN UOMO SEGUE L’EX MOGLIE E LA TROVA NEL PARCHEGGIO CHE SI ACCOPPIA CON IL GIOVANE PARROCO DI COLORE, CHE LO PRENDE A PUGNI

LUI NON LO DENUNCIA MA AVVERTE LA CURIA, CHE ALLONTANA IL PRETE PER...


Un “Uccelli di rovo” in salsa padana, con qualche variante più rocambolesca: la storia d’amore fra un giovane sacerdote di colore e una parrocchiana è stata scoperta dall’ex marito ancora geloso.

I due uomini si sono affrontati e la lite è terminata con l’intervento dei carabinieri, poi l’allontanamento del don dalla parrocchia e dal paese in cui officiava.

Tutti i protagonisti della vicenda risiedono in una cittadina del territorio che non fa parte della diocesi cremonese, ma di una confinante, e l’epilogo c’è stato durante lo scorso mese di giugno nei pressi del parcheggio di un centro commerciale di Cremona.

L’ex marito geloso

Vista la delicata situazione sui fatti vige il più stretto riserbo, ma sembra che da qualche tempo l’ex marito della donna, intenzionato a capire con chi lei avesse iniziato una relazione, la stesse tenendo d’occhio in modo pressante.

Tanto da spingerla a rivolgersi alle forze dell’ordine per segnalare comportamenti compatibili con il reato di stalking. Nessuna denuncia né episodi eclatanti, ma la questura della provincia di residenza avrebbe comunque emesso un ammonimento ufficiale.

cornutoCORNUTO
Si tratta di un provvedimento disciplinato dalla legge 38 del 2009 a tutela delle potenziali vittime del reato che segnalano episodi preliminari di persecuzione.

La lite nel parcheggio

In preda ad una gelosia ormai irrefrenabile, una notte l’ex marito (che probabilmente stava seguendo la donna) ha raggiunto il parcheggio di Cremona e ha riconosciuto la vettura appartata dell’ex moglie.

Si è quindi avvicinato, ha visto delle ombre all’interno e ha infine aperto la portiera, scoprendo la donna in atteggiamenti inequivocabili con il sacerdote.

PRETI SESSO DONNEPRETI SESSO DONNE
Sarebbe quindi iniziato un diverbio dai toni molto accesi: da una parte l’italiano ancora sentimentalmente legato alla donna e quindi ferito da quello che ha evidentemente considerato un tradimento, dall’altra il religioso straniero che controbatteva e difendeva la donna.

Le parole hanno lasciato il posto alle mani perché proprio il sacerdote, pare dopo l’ennesimo insulto ricevuto, avrebbe colpito con un pugno l’avversario in amore. Che non ha reagito, ma ha deciso di allertare il 112.

L’intervento dei carabinieri della compagnia di Cremona ha riportato la situazione alla calma e i militari hanno raccolto le testimonianze di rito.

Finito in ospedale

L’uomo è andato in ospedale dove è stato medicato e gli è stata riconosciuta una prognosi di una settimana. Non avrebbe sporto denuncia, almeno per il momento (in questi casi, infatti, si procede eventualmente per querela di parte sulla scorta della prognosi refertata al pronto soccorso).

Il don allontanato

Di certo, però, per il sacerdote innamorato ci sono state ripercussioni di altra natura. L’ex marito infatti ha contattato la diocesi di appartenenza del giovane prete (sarebbe andato due volte personalemnte in curia) per raccontare l’accaduto, a suo avviso ancora più grave considerato il ruolo dell’uomo, e per chiedere provvedimenti.
pretePRETE

Inevitabili, quindi, le conseguenze disciplinari. In accordo con lo stesso religioso il vescovo ha stabilito un allontanamento dalla parrocchia e non è da escludere che il don possa ritornare in patria.

Periodo di riflessione

Ai fedeli la decisione (senza alcuna precisazione sulla motivazione scatenante, nonostante mormorii e indiscrezioni sempre più insistenti in paese) è stata resa nota nei giorni scorsi, solo a cose avvenute. E cioè quando il “padre Ralph” nostrano era ormai altrove. “Per un periodo di riposo e riflessione”, come è stato comunicato in chiesa. Fonte: qui

LA LETTERA CHE ANGELO IZZO HA SCRITTO AL SETTIMANALE “GIALLO” SULLA MORTE DI ROSSELLA CORAZZIN: “CANDELE ERANO SUL TAVOLO INTORNO AL CORPO NUDO DELLA RAGAZZA, CHE ERA LÌ SDRAIATA PRIVA DI SENSI. ERA STATA DROGATA…”

“ERAVAMO UNA DOZZINA ATTORNO A UN TAVOLONE, SPROFONDATI NEL BUIO. TUTTI SCALZI, INDOSSAVAMO DELLE TUNICHE BIANCHE CON SOPRA CUCITA, IN CORRISPONDENZA DEL CUORE, UNA ROSA ROSSA” 

Gian Pietro Fiore per “Giallo”

ROSSELLA CORAZZIN - FRANCESCO NARDUCCI - ANGELO IZZOROSSELLA CORAZZIN - FRANCESCO NARDUCCI - ANGELO IZZO
“Eravamo una dozzina attorno a un tavolone, sprofondati nel buio. Tutti scalzi, indossavamo delle tuniche bianche con sopra cucita, in corrispondenza del cuore, una rosa rossa. L’unica flebile luce giallastra proveniva dalle centinaia di candele accese sul pavimento. Altre candele erano sul tavolo intorno al corpo nudo della ragazza, che era lì sdraiata priva di sensi. Era stata drogata”.

Inizia così la lunga lettera che Angelo Izzo, il Mostro del Circeo, ha mandato in esclusiva a Giallo per dimostrare di essere a conoscenza dei particolari dell’omicidio di Rossella Corazzin. Una lettera piena di dettagli molto precisi riguardo alla vicenda della studentessa di 17 anni originaria di San Vito al Tagliamento (Pordenone). La ragazza, come vi stiamo raccontando da alcune settimane, scomparve il 21 agosto del 1975 mentre si trovava in vacanza insieme con i genitori a Tai di Cadore, in provincia di Belluno.
ANGELO IZZOANGELO IZZO

Izzo, dal carcere romano di Velletri, dove sta scontando l’ergastolo, da due anni sta facendo clamorose rivelazioni riguardo alla misteriosa scomparsa della studentessa friulana, di cui lui sarebbe tra i responsabili. Il Mostro del Circeo è stato sentito più volte e, alla luce delle sue sconvolgenti rivelazioni, è stato indagato per omicidio.

L’uomo, infatti, sostiene che Rossella Corazzin sarebbe stata rapita a Belluno per essere portata in un casolare a Riccione, prima di essere trasferita a Perugia, nella villa del medico perugino Francesco Narducci. Quest’ultimo è il gastroenterologo sospettato di aver avuto un ruolo nei delitti del “Mostro di Firenze”, che massacrò otto coppiette tra il 1968 e il 1985. Narducci fu ucciso proprio nel 1985, esattamente un mese dopo l’ultimo duplice delitto attribuito al Mostro. Dalla sua morte gli omicidi sono cessati. Solo un caso? Ancora non si sa. È stato lo stesso Izzo ad accostare Narducci al Mostro di Firenze.
massacro del circeo angelo izzoMASSACRO DEL CIRCEO ANGELO IZZO

DICE LA VERITÀ O SI È INVENTATO TUTTO?
Nella lettera che ci ha mandato, la belva del Circeo ci parla del rapimento e dell’omicidio di Rossella Corazzin, nei quali sarebbero stati convolti lui, Narducci e un’altra decina di persone. Le parole di Izzo sono terribili. Naturalmente, non possiamo sapere se stia dicendo la verità o se stia mentendo. Non spetta a noi stabilirlo, ma alla Procura di Perugia, a cui sono stati di recente trasmessi tutti gli atti relativi a questa vicenda.

CASA DI ROSSELLA CORAZZINCASA DI ROSSELLA CORAZZIN
Come vi abbiamo già raccontato negli articoli pubblicati nei numeri scorsi di Giallo, l’ex capo della Procura di Belluno, Francesco Pavone, che per primo aveva raccolto la confessione di Izzo, aveva disposto una serie di accertamenti per verificare l’attendibilità della sua versione dei fatti. Ebbene, la Direzione Investigativa Antimafia aveva trovato importanti riscontri alle parole dell’ergastolano.

La procura di Perugia, però, ha chiesto e ottenuto di archiviare il caso. Un’altra indagine è stata aperta, ma anche per questa la Procura non solo ha chiesto l’archiviazione ma ha perfino negato ai parenti di Rossella di sapere il perché. Ha rifiutato, infatti, di consegnare loro gli atti dell’indagine. Un evento più unico che raro e molto strano: quello dei parenti delle vittime di accedere ai documenti di un’inchiesta è infatti un diritto.
Rossella Corazzin

Il pubblico ministero ha motivato il rifiuto scrivendo che documenti possono essere dati non ai cugini che ne hanno fatto ora richiesta ma solo a tre zie di Rossella. Peccato che due siano morte da tempo. La terza, Giuseppina Trevisan, ha nominato l’avvocato Antonio La Scala attraverso il quale ha chiesto di avere notizie sull’idagine della nipote. I parenti di Rossella ora sono più ansiosi che mai di scoprire che cosa si nasconda dietro l’omicidio della ragazza e perché il giudice non voglia far loro vedere le carte.

“FU PORTATA IN UN’ALTRA STANZA”
angelo izzoANGELO IZZO
Ma torniamo a Izzo, e alla sua lettera a Giallo. Ecco che cosa ci ha scritto: «Chiedo alla Procura di Perugia di essere portato nella villa che ho indicato nei verbali redatti a seguito delle mie dichiarazioni sull’omicidio di Rossella Corazzin. Se mi trovassi all’interno di quella casa, ubicata nella zona del Lago Trasimeno, sarei in grado di essere ancora più preciso riguardo a quanto è avvenuto in occasione del rito in cui poi è stata uccisa la ragazza. Una volta in quella villa, potrei indicare il luogo dove la Corazzin è stata reclusa per diversi giorni e anche la stanza dove poi si è consumato il sacrificio».

corazzinCORAZZIN
Se fosse vero ciò che Izzo ha raccontato agli investigatori, la povera Rossella sarebbe stata uccisa in modo crudele e ancora oggi i responsabili del suo omicidio sarebbero impuniti. Il terribile racconto prosegue così: «Nella sala faceva freddo. Era come se ogni fonte di calore fosse stata risucchiata non solo dalla sala, ma anche dai corpi dei presenti. La ragazza (Rossella Corazzin, ndr) gemette forse per il gelo che aumentava.

Un candelabro si rovesciò e cadde a terra come travolto dal passaggio di qualcuno. Uno di noi fece per rimettere in piedi il candelabro, ma lo fermammo con lo sguardo. In quel momento il Magister (il capo della setta, ndr) salì sul tavolo e possedette la vergine. Si sdraiò sopra di lei, sollevò a metà la tunica…».

Alcuni dettagli preferiamo ometterli, considerata l’inaudita violenza che secondo il presunto testimone avvenne in quella villa. Pubblichiamo solo i particolari meno cruenti. La lettera prosegue così: «Con una spada le fu tagliato un polso. I presenti a sua volta si tagliarono e il sangue fu mescolato in una coppa da cui tutti bevemmo. Poi ciascuno recitò un giuramento di ispirazione templare. Quindi la ragazza fu avvolta in una coperta e portata via in un’altra stanza».

FESTA NELLA VILLA DI FRANCESCO NARDUCCIFESTA NELLA VILLA DI FRANCESCO NARDUCCI
Nella lettera Izzo spiega perché abbia deciso di parlare così tardi, cioè a distanza di oltre 40 anni dai fatti. Scrive: «Un paio di anni fa ho preso la decisione di dare un taglio netto con il mio passato. In particolare, ho inteso parlare di qualcosa di cui avevo già parlato ma con alcune reticenze. Per poter affrontare queste delicate e importanti questioni, ho per prima cosa dovuto far chiarezza su tutti i crimini che mi hanno visto partecipe. Parlo di rapine, sequestri di persona e anche omicidi, sia degli anni ’70, che degli anni ’90 e 2000.

Ho tagliato tutti i ponti con il passato e chiuso le porte alle mie spalle, ma oggi non sono più ricattabile». A Izzo abbiamo chiesto se fosse pentito di quello che dice di aver fatto a Rossella. Lui ha risposto: «Io credo che il pentimento sia un fatto intimo, di cui pertanto ho pudore a parlare. Secondo me il ravvedimento implica il collaborare con la giustizia».

FESTA NELLA VILLA DI FRANCESCO NARDUCCIFESTA NELLA VILLA DI FRANCESCO NARDUCCI
A questo punto gli abbiamo domandato quali riscontri ha fornito ai giudici per dimostrare che sta raccontando la verità. Ecco la sua risposta: «Non sono io che devo dare riscontri. Io come imputato indico i fatti, do ovviamente particolari, indico testimoni che possono essere sentiti, poi tocca agli investigatori trovare eventuali prove». Izzo è poi tornato ai presunti riti che si consumavano nella villa di Narducci: «Non escludo che ci fossero persone che partecipando a certi riti credevano di acquisire potere, come non escludo ci fossero dei sadici puri. Io e i miei amici più stretti, tra cui Andrea Ghira (il complice arrestato per il massacro del Circeo, ndr.), eravamo interessati invece al potere di ricatto che creava una fratellanza di sangue tra chi praticava quei riti».
FRANCESCO NARDUCCI CON I PARENTIFRANCESCO NARDUCCI CON I PARENTI

Le parole di Izzo vanno prese con la dovuta cautela, ma possono rappresentare sicuramente uno stimolo in più per gli inquirenti, che devono fare luce sulla presunta confessione di un efferato omicidio. Dice a Giallo l’avvocato Rolando Iorio, legale di Angelo Izzo: «Ho incontrato Izzo più volte in carcere e ogni volta che l’ho visto e ci ho parlato mi è sembrato sempre più determinato nel sostenere la sua verità. Si è detto molto rammaricato che la Procura di Perugia non abbia dato alcun seguito alle sue importanti dichiarazioni».

LA VILLA DI FRANCESCO NARDUCCI AL LAGO TRASIMENOLA VILLA DI FRANCESCO NARDUCCI AL LAGO TRASIMENO
Continua il legale: «Oggi ci sono nuovi strumenti investigativi e una tecnologia innovativa che consentirebbero di verificare molte delle cose che il mio assistito ha dichiarato a verbale. Ad esempio, con un sopralluogo in quella villa sul lago Trasimeno, sarebbe possibile individuare, anche se sono trascorsi tantissimi anni dalla scomparsa della povera Corazzin, se vi sono tracce non solo della ragazza ma anche della presunta violenza che un gruppo di persone le avrebbe perpetrato fino a ucciderla.

Izzo chiede di essere portato in quell’abitazione perché è umanamente comprensibile che dopo 43 anni dal presunto omicidio i ricordi non siano più nitidi. Non mi stanco di dire che, per scoprire se Izzo sta dicendo la verità o meno, è necessario indagare, così come aveva iniziato a fare la Procura di Belluno, i cui inquirenti avevano trovato i primi riscontri alle dichiarazioni del mio assistito. È giusto che si indaghi anche per non avere alcun peso sulla coscienza rispetto a un presunto omicidio che ha visto coinvolta una giovane innocente».

Fonte: qui

NEL M5S NON C'E' SOLO GRILLO COME COMICO, LEGGETE LE DIROMPENTI PERLE DI OVVIETÀ DEL MINISTRO DELLA CULTURA

FACCI: “LA PRESENTAZIONE DELLE LINEE PROGRAMMATICHE DI BONISOLI SEMBRAVA UN TEATRO DELL’ASSURDO” 
“SAPEVATE CHE IL NOSTRO PAESE È CONOSCIUTO PER LA SUA CULTURA? ROBA FORTE, MAI VISTA E SENTITA…”

Filippo Facci per "Libero Quotidiano"

il ministro dei beni culturali alberto bonisoli (3)IL MINISTRO DEI BENI CULTURALI ALBERTO BONISOLI
Ma sì, l' unica è prenderla sul ridere, l' unica è smetterla di fare spallucce, l' unica è piantarla di fare del fatalismo e di alzare gli occhi al cielo come a mormorare «che tempi, signora mia».

Oppure, al contrario, l' unica è fingere di prenderla molto sul serio, sul serissimo, e quindi fingere di sentirsi nel bel mezzo della teoria del ritardo culturale di William Ogburn, ossia incapaci di riconoscere i mutamenti della cultura non materiale: dunque le idee, l' arte, la religione, i costumi, gli ordinamenti sociali, la filosofia di questo tempo.

E tutto questo per che cosa? Che cosa ci ha reso così alieni al presente? Risposta: che è arrivato Beppe Grillo, un ex comico. E che ai Beni culturali è andato un certo Alberto Bonisoli, ex presidente della Naba, una specie di Accademia di Belle Arti di serie B.

Bene: questo ministro neanche tanto giovane (classe 1961) ieri ha presentato alle commissioni Cultura di Camera e Senato le linee programmatiche che vuole adottare per valorizzare il nostro patrimonio culturale. E noi ridiamo, perché una risata non ci seppellirà: ci ha già seppellito.

LA RISATA

Cioè: solo una finta rivoluzione culturale poteva partorire un ministro indicato come «tecnico» e tuttavia incapace di fornire un dato che sia uno, un' angolatura diversa, uno studio programmatico e realista: e invece niente.

Bonisoli, indicato genericamente come «esperto nel settore dell' alta formazione e del design» nonché «sviluppatore di progetti internazionali» (e che vuol dire?) ieri ha detto una quantità di banalità e ovvietà che neanche su Scherzi a parte, sembrava un Teatro dell' assurdo.

Sapevate che il nostro Paese è molto conosciuto all' estero soprattutto per la sua cultura? Sapevate che la cultura, se utilizzata con intelligenza, può produrre occupazione e quindi posti di lavoro? Sapevate che - testuale- «la cultura può giocare un ruolo molto importante per riannodare, sanare e fortificare un tessuto sociale che rischia di strapparsi»?

il ministro alberto bonisoli intervistato (4)IL MINISTRO ALBERTO BONISOLI INTERVISTATO 
Sapevate, soprattutto, che una bella soluzione ai cronici problemi della cultura nel nostro Paese corrisponde a «migliaia di assunzioni a tempo indeterminato» per archivi, biblioteche, musei e soprintendenze?

E sapevate che l' idea strabiliante per reclutare queste «migliaia» di persone sono nientemeno che dei «concorsi pubblici»? Avevate mai sentito dire - è la rivelazione finale - che «il patrimonio culturale che l' Italia possiede è ineguagliabile e la nostra priorità deve essere valorizzarlo»?

il ministro alberto bonisoli con l assessore luca bergamoIL MINISTRO ALBERTO BONISOLI CON L ASSESSORE LUCA BERGAMO
Roba forte, roba mai vista e mai sentita, conigli dal cappello di un «manager» che come ambizione massima a futuristica - le rivoluzioni, sapete - ha quella di «continuare il processo avviato da Dario Franceschini», giacché «devo riconoscere che chi è venuto prima di me ha già fatto parecchio e ha già aumentato il bilancio del ministero... da parte nostra c' è la volontà di continuare in questa operazione.

Oggi non darò numeri ma, quando li vedrete, vi accorgerete che l' ambizione è alta». Oggi, cioè ieri, non ha dato numeri. È andato a parlare a due commissioni congiunte delle Camere, ma non ha portato un dato. Niente. E se non capiamo è colpa nostra: siamo in ritardo culturale. Non capiamo l' ambizione di Bonisoli.

LE VACCHE MAGRE
dario franceschini al colosseoDARIO FRANCESCHINI AL COLOSSEO
In effetti non avevamo capito, noi, che «sono finiti gli anni dei tagli sulla cultura», come ha detto Bonisoli. E basta dirlo. Nella prossima Finanziaria ci saranno più risorse per la Cultura: basta dire anche questo.

Orsù, le vacche magre sono finite: «Percepisco un po’ di abbacchiamento nei colleghi del ministero, ma se riusciamo a dare l' 1% in più di autostima a chi lavora nella macchina dello Stato, è una gran bella cosa».

Eh sì, è proprio una bella cosa. Ci vuol poco per tirarli su, i ministeriali: basta sparare cazzate completamente a caso e fantasticare di soldi, di migliaia di assunzioni, di neo centralità di un ministero da sempre considerato di ripiego, e basta farlo senza portare mezzo dato che sia uno: ma vuoi mettere la parola di un grillino? Ve ne accorgerete.

La vostra autostima andrà a mille.

«Devono essere finiti gli anni in cui si è fatta spending review, ovvero si sono messi a posto i conti pubblici tagliando la cultura». Che poi: magari. Perché i tagli sì, ci sono stati alla Cultura come altrove: ma i conti non sono a posto per niente.

Però dài, nel nostro Paese - sappiamo tutti anche questo- tornare a guadagnare riqualificando il Turismo non dovrebbe essere difficile: turismo e cultura vanno a braccetto, i soldi e la valuta straniera vengono spesso da lì. Giusto? Sbagliato.

alberto bonisoli luigi di maioALBERTO BONISOLI LUIGI DI MAIO
Il manager grillino ha detto così: «Sono contento che ci abbiano tolto il turismo... ora c' è possibilità di focalizzare meglio le politiche culturali dove quelle legate al turismo sono solo una delle tante». Una delle tante. E che sarà mai il turismo, in Italia? E' sopravvalutato.

Ci sono ben altre politiche culturali. Quali? Abbiate fiducia, aumentate la vostra autostima.
Poi, durante l' audizione, sono piovute nuove perle dirompenti, tipo: «Il settore dell' audiovisivo corre velocemente e ci poniamo il problema di come stare al passo. La mia impressione è che l' industria in Italia non abbia una risposta a queste sfide».

alberto bonisoliALBERTO BONISOLI
Ha studiato, Bonisoli: tutti gli italiani, viceversa, pensavano che il nostro Paese, nell' audiovisivo, fosse un' avanguardia mondiale. Anche la sintassi e la logica di Bonisoli dev' essere un' avanguardia mondiale, secondo quanto riportato dai giornalisti: «Ho scoperto che i fondi del cinema che distribuiamo sono meno di quelli che diamo.

Ci sono più soldi che possiamo nel 2019 perchè il 2018 ormai è andato». Chiaro. I giornalisti intanto prendevano appunti. E di Matera 2019, capitale europea della cultura, non diciamo niente? Ma certo: «Matera appresenta un' opportunità per rilanciare il tesori e la storia del Belpaese. Il patrimonio culturale del nostro stivale è unico al mondo, dunque va tutelato, conservato e anche valorizzato».

alberto bonisoliALBERTO BONISOLI
SULLA SIAE
Parole per niente ovvie: anche qui si temeva che Bonisoli potesse indicare Matera 2019 come un' opportunità per oscurare i tesori e la storia del Belpaese, e che potesse dire, Bonisoli, che il nostro patrimonio culturale è lo stesso del Montenegro o della Martinica.

il ministro alberto bonisoli intervistato (2)IL MINISTRO ALBERTO BONISOLI INTERVISTATO




Il neo ministro della Cultura non teme dubbi e domande della stampa, ergo risponde e spiega con la stessa dettagliata chiarezza di cui sopra. «Sulla Siae», ha detto, «stiamo lavorando con Vito Crimi e la presidenza Consiglio».

E siamo in una botte di ferro, quando al tuo fianco c' è Vito Crimi. E le domeniche gratuite ai musei? «Rimangono fino a settembre, a ottobre non so, a novembre vedremo». Ah, ecco. Secondo un' altra agenzia di stampa, però, il pensiero di Bonisoli sui musei sarebbe più articolato: «Le domeniche gratuite rimangono per i turisti che ad agosto entreranno gratuitamente la prima domenica del mese, così come a settembre e probabilmente a ottobre. A novembre non lo so, vedremo». E non è mica la stessa cosa. Ma abbiate fiducia.

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