9 dicembre forconi: 06/24/18

domenica 24 giugno 2018

ALLE HAWAII IL VULCANO KILAUEA CONTINUA A ERUTTARE, CREANDO ALTE FONTANE DI LAVA CHE VANNO AD ALIMENTARE IL FLUSSO VERSO IL MARE

VIAGGIA A 27 KM ORARI E IN ALCUNI PUNTI LA LAVA SI SOLIDIFICA COME FOSSE UN ICEBERG INCANDESCENTE 

LE EMISSIONI VULCANICHE STANNO RENDENDO ALCUNI POSTI INVIVIBILI, ALTERANDO IL PAESAGGIO…


Beatrice Raso per "www.meteoweb.eu"

vulcano kilauea 9VULCANO KILAUEA 
Mentre la lava continua ad eruttare in maniera violenta e vigorosa, distruggendo case, vegetazione e interi quartieri alle Hawaii, la fessura numero 8 si è confermata ancora una volta la più attiva di queste eruzioni: sta ancora creando alte fontane di lava che vanno ad alimentare il flusso verso il mare.

vulcano kilauea 4VULCANO KILAUEA 
Gli esperti del Servizio Geologico statunitense (USGS) affermano che il flusso viaggia a circa 27 km/h in alcuni punti, creando piccole cascate alla base del cono di lava formatosi intorno alla fessura, ora alto 50 metri.

Ma c’è un nuovo fenomeno strabiliante venuto alla luce: la lava si solidifica, come fosse un iceberg ma incandescente, in forme grandi quanto un furgone, nel mezzo del fiume di lava.
vulcano kilauea 2VULCANO KILAUEA 

Le autorità hanno affermato che almeno altre 3 fessure stanno emettendo lava e vapori e che la lava che raggiunge l’oceano continua a creare nuova terra e pennacchi di vapori tossici e minuscole particelle di vetro.

Ma non è solo la lava a cambiare la vita delle migliaia di evacuati: le emissioni vulcaniche stanno rendendo alcuni posti invivibili, alterando il paesaggio, distruggendo ettari di erba e foreste e degradando la qualità dell’aria in molte aree.

vulcano kilauea 13VULCANO KILAUEA
Mentre il governo sta ancora discutendo su come alloggiare le persone evacuate, una chiesa della Grande Isola delle Hawaii ha già iniziato gli scavi per un nuovo villaggio per le persone che hanno perso le loro abitazioni a causa delle eruzioni: potrebbero trasferirsi già all’inizio di agosto.
vulcano kilauea 5VULCANO KILAUEA

Diverse chiese hanno lanciato un appello e in un solo giorno hanno raccolto denaro a sufficienza per acquistare 10 micro-case da 11 metri quadrati. Diverse aziende hanno contribuito, donando servizi e approvvigionamenti per far decollare il progetto.

Le autorità sono a conoscenza di almeno 477 persone senza un tetto sulla Grande Isola, dove sono state distrutte circa 700 case. Anche se le case che sta costruendo la chiesa sono solo una soluzione temporanea, il progetto darà alle persone un minimo di stabilità nell’attesa di qualcosa di permanente.

vulcano kilauea 10VULCANO KILAUEA 
Intanto ieri, 20 giugno, è stato il nono giorno di fila in cui la cima del vulcano Kilauea è stata scossa da un terremoto di magnitudo superiore a 5. L’ultimo evento sismico, di magnitudo 5.3, si è verificato intorno alle 4:20 del mattino (ora locale) dopo un’altra eruzione esplosiva dal cratere Halemaumau che ha prodotto un pennacchio di cenere di circa 600 metri di altezza.
vulcano kilauea 11VULCANO KILAUEA





Forti terremoti ed esplosioni si verificano ormai con una certa regolarità, a distanza di circa 24-36 ore dagli eventi precedenti.

Fonte: qui

IL “METODO PARNASI” SPIEGATO DALLA SEGRETARIA: “PAGAVAMO I POLITICI E NON AVEVAMO SOLDI DA DARE AI DIPENDENTI. VERSAVO FINO A 4.500 EURO MA SO DI VERSAMENTI PIÙ ALTI”

“SIN DAI TEMPI I CUI LAVORAVO IN PARSITALIA IL GRUPPO USAVA OPERARE DELLE EROGAZIONI LIBERALI IN FAVORE DI POLITICI”. LA DONNA RACCONTA CHE IN AZIENDA C'ERA UN FILE DEDICATO, CHE CONTENEVA LA CONTABILITÀ PARALLELA: “AVEVO I NOMINATIVI DI TUTTI I BENEFICIARI E L'IMPORTO ERA SEMPRE 4500 EURO, L’ELARGIZIONE, IN TALE MISURA, POTEVA NON ESSERE DICHIARATA”. LA CIFRA, A SUO DIRE, OTTENUTA DA POLITICI “COME CIOCCHETTI, LA POLVERINI” 

I PAGAMENTI PIÙ CONSISTENTI AVVENIVANO ATTRAVERSO LA SOCIETÀ "PENTAPIGNA" CHE...

Michela Allegri e Sara Menafra per “il Messaggero”

PARNASIPARNASI
I finanziamenti ai politici di ogni schieramento, mentre in Eurnova «non avevamo nemmeno i soldi per pagare gli stipendi». La contabilità parallela, dedicata alle dazioni destinate a ingraziarsi i potenti. Lo racconta ai pm la storica segretaria di Luca Parnasi, il patron dello Stadio della Roma a Tor di Valle finito in carcere insieme ai suoi collaboratori per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione.

Ma dai verbali dei giorni scorsi emerge molto altro. Il ruolo di spicco di Luca Lanzalone, l'avvocato vicino ai vertici del M5S approdato Roma per assistere Virginia Raggi nell' affaire «Stadio» e diventato ben presto il sindaco-ombra della Capitale. Tanto che la prima cittadina decide di continuare ad avvalersi dei suoi servigi nonostante i due pareri contrari dell' avvocatura.
luca parnasi mauro baldissoniLUCA PARNASI MAURO BALDISSONI

IL VERBALE DELLA SEGRETARIA
La prima a presentarsi davanti ai pm è Elisa Melegari, segretaria di Parnasi. È l'assistente personale dell'imprenditore dal 2015 e fornisce i dettagli sui pagamenti alla politica: «Sin dai tempi i cui lavoravo in Parsitalia il gruppo usava operare delle erogazioni liberali in favore di politici».

La donna racconta che in azienda c'era un file dedicato, che conteneva la contabilità parallela: «Avevo i nominativi di tutti i beneficiari e l' importo era sempre lo stesso, ossia 4.500 euro», cifra a suo dire ottenuta da vari politici - «Ciocchetti, la Polverini» -, l' importo standard è presto spiegato: «L'elargizione, in tale misura, avrebbe potuto non essere dichiarata».
LANZALONE E RAGGILANZALONE E RAGGI

Ma era solo la punta dell'iceberg: «Mi hanno detto che ci sarebbero stati altri pagamenti per importi più elevati... non ricordo l'importo del girofondi, forse si trattava di 150mila euro». I pagamenti più consistenti avvenivano attraverso la società Pentapigna, più difficilmente collegabile a Parnasi. Un vero e proprio canale alternativo su cui la procura sta avviando nuove verifiche. È a questo punto che la Melegari racconta di essersi lamentata: «Ho discusso più volte con Parnasi del fatto che molti soldi venissero spesi quando non avevamo soldi neanche per pagare i dipendenti o consulenti».

LANZALONE E VIRGINIA RAGGILANZALONE E VIRGINIA RAGGI
E in effetti, spesso c'erano problemi con i bonifici, «Parnasi mi sollecitò a provvedere il prima possibile, come se subisse pressioni dalle persone che li dovevano ricevere». Parla poi dei rapporti con Claudio Santini - ex capo della segreteria del Mibact, indagato per corruzione - dice di avergli inviato «un bonifico da 25mila euro, forse la prima di due tranche», anche se «non ricordo di avere ricevuto relazioni di consulenza».

IL RUOLO DEL SINDACO
Dopo la Melegari, davanti al procuratore Giuseppe Pignatone, al procuratore aggiunto Paolo Ielo e alla pm Barbara Zuin, è il turno della sindaca Virginia Raggi, del dg della Roma Mauro Baldissoni e del dg del Campidoglio Franco Giampaoletti. È il 16 giugno, la prima cittadina verrà riconvocata anche il giorno successivo. Il primo verbale ruota tutto intorno alla figura di Luca Lanzalone, l'ex presidente di Acea ai domiciliari per corruzione, accusato di avere ricevuto laute consulenze da Parnasi pur essendo un consulente di fatto del Comune, incaricato di occuparsi della questione «stadio».

renata polveriniRENATA POLVERINI
È arrivato «a dicembre 2016 o a gennaio 2017 - dice Raggi - sono stata io a chiedere a Fraccaro e Bonafede di potere parlare con lui ... ho pensato di avvalermi di Lanzalone anche per avere il suo supporto come consulente nell' affrontare questioni giuridiche inerenti il percorso per l' approvazione dello stadio... ha iniziato a svolgere un ruolo di consulenza giuridica alla parte pubblica da me rappresentata ed interna al mio partito».

Nel marzo dello scorso anno, la sindaca prova a regolarizzare quella posizione - «poiché la sua presenza era sempre più assidua, proposi di formalizzare l' accordo con un incarico di consulenza» - addirittura fu lo stesso Lanzalone a scrivere la bozza del suo incarico - «Mi inviò un documento che conteneva un conferimento incarico di consulenza anche per le partecipate» - e il documento venne girato all' avvocatura. La risposta fu negativa: «Non poteva essere conferito alcun tipo di incarico, perché era ormai un fatto noto che Lanzalone collaborava con noi».

CIOCCHETTICIOCCHETTI
Nemmeno a titolo gratuito, perché «avrebbe comportato al Lanzalone un vantaggio competitivo nella sua attività professionale». Il problema è che prima dell' ingaggio del superconsulente non era mai stata fatta una selezione tra le figure professionali già presenti in Comune, una procedura che, in passato, era costata agi sindaci Ignazio Marino e Gianni Alemanno l' iscrizione sul registro degli indagati - poi archiviata - per abuso d' ufficio.

Ed è qui che iniziano le anomalie: «Non avevo altre strade per formalizzare il contributo che Lanzalone stava dando al Comune, ma l' affiancamento è continuato, benché con minore intensità. Abbiamo ripreso più intensamente i nostri rapporti in occasione della sua nomina quale presidente di Acea... lo vedevo spesso in comune, passava ogni 10-15 giorni».

luca bergamoLUCA BERGAMO
«NESSUNO PENSA A ROMA»
Parnasi, il 4 marzo 2017, si lamenta sulla lungaggini burocratiche del mega-progetto Stadio. «Questi sono tutti figli di puttana alla fine! - tuona con i suoi collaboratori - e pensano al loro culo politico, non pensano a Roma, non frega un c...o nessuno, questa è la verità: di Roma non gliene frega un c...o nessuno». Si lamenta anche del comportamento del vicesindaco, Luca Bergamo: «Mi sono mangiato Bergamo e dobbiamo dire: signori si fa così ma il tono deve essere fermo e irremovibile».

A smentire la versione di un Lanzalone come figura marginale, i verbali di Franco Giampaoletti, da marzo 2017 dg del Campidoglio, è significativo. «A comunicarmi la volontà dell' amministrazione per conoscermi al fine della selezione è stato Lanzalone». Il dg dell' As Roma conferma che a guidare la delegazione del comune sullo stadio era proprio l' avvocato.

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SALVINI E’ PRONTO A DISDETTARE IL REGOLAMENTO DI DUBLINO SUI CONFINI MARITTIMI

“O L’UE CAMBIA LE REGOLE O DICIAMO NO” 

“LA SITUAZIONE É PESANTE E NESSUNO CI ASCOLTAVA IN EUROPA. I RIFUGIATI VERI SONO 7 SU 100. ANDREMO A RIVEDERE LA PROTEZIONE UMANITARIA 

ORBAN? SBAGLIA SE LASCIA SOLA ITALIA”

SALVINI, O UE CAMBIA REGOLE O DICIAMO NO
(ANSA) - "Conte andrà a Bruxelles. O c'è una proposta utile, anche per difendere i rifugiati, o cambiano queste regole, o diciamo no. Ha totale sostegno mio e del governo per discutere qualcosa di utile alla nostra sicurezza". Lo ha detto Matteo Salvini ad Agorà su Rai Tre.
               
MIGRANTI:SALVINI, NON VORREI DISCUTERE CONTRIBUTO A UE
(ANSA) - "Sono ottimista di trovare un accordo soddisfacente (sui flussi migratori al vertice europeo, ndr). Sulla protezione delle frontiere esterne tutti sono d'accordo, vediamo se dopo anni di chiacchiere passeranno ai fatti. Non possiamo pagare sei miliardi l'anno all'Ue e ricevere dita negli occhi. Non vorrei essere costretto a ridiscutere questo contributo". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini ad Agorà su Rai Tre.

SALVINI, RIVEDREMO LA PROTEZIONE UMANITARIA
luigi di maio giuseppe conte matteo salviniLUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI
(ANSA) - "La situazione é pesante e nessuno ci ascoltava in Europa. I rifugiati veri sono 7 su 100. Andremo a rivedere la protezione umanitaria, il 30 per cento del totale: occorrono criteri oggettivi" per concederla, ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini ad Agorà su Rai Tre.

UNGHERIA: SALVINI, ORBAN SBAGLIA SE LASCIA SOLA ITALIA
(ANSA) - "Orban ha ragione sulla protezione delle frontiere esterne, torto quando l'Italia viene lasciata sola". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini ad Agorà parlando del premier ungherese del quale ha condiviso molte scelte negli ultimi anni in tema di immigrazione.

JUNCKER ORBANJUNCKER ORBAN
CONTROMOSSA DELL' ITALIA: SOSPENDERE DUBLINO E POI MINACCIA IL VETO
Marco Galluzzo per “il Corriere della Sera”

L' Italia è pronta a disdettare il regolamento di Dublino per quanto riguarda i confini marittimi. Continuerà ad applicarlo per quanto riguarda i confini terrestri, con la Francia, l'Austria, la Slovenia, per esempio, ma è pronta a tirarsi indietro dalle regole europee per tutti coloro che verranno salvati in mare, grazie ad operazioni Sar (search and rescue).

È il nucleo della proposta, ambiziosa quanto rivoluzionaria, che Roma potrebbe portare sul tavolo del prossimo Consiglio europeo, e ancora prima a quello del vertice informale che si terrà domenica prossima a Bruxelles, e al quale parteciperanno anche Spagna, Francia, Germania, Austria, Malta, Grecia, Bulgaria, Olanda e Belgio.
nave diciotti migranti 3NAVE DICIOTTI MIGRANTI

La filosofia della posizione italiana, che i funzionari del governo stanno mettendo nero su bianco, e che ha avuto un via libera ieri pomeriggio nel vertice che si è tenuto a Palazzo Chigi fra il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier, è più o meno questa: i migranti che provengono dalla Libia, che vengono salvati nel Canale di Sicilia, nel momento in cui entrano nelle acque territoriali italiane devono considerarsi come persone che hanno varcato i confini della Ue. Per questo ieri sia Conte che Salvini hanno ripetuto che le frontiere marittime a sud della Sicilia sono «europee», prima ancora che italiane.

nave diciotti migranti 6NAVE DICIOTTI MIGRANTI
E per questo Giuseppe Conte, al termine dell'incontro con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, a Palazzo Chigi, ha detto a muso duro che l'Italia non è disposta a prendere in considerazione le modifiche alle regole sui «movimenti secondari» (i migranti che hanno avuto il primo ingresso in Italia, che poi sono finiti in un altro Paese europeo e che secondo le regole vigenti dovrebbero essere ripresi in carico da Roma), se prima non si discuteranno e non si modificheranno le regole dei «movimenti primari».

nave diciotti migranti 4NAVE DICIOTTI MIGRANTI
È come se il nostro governo si stia preparando ad esportare a Bruxelles questo tipo di schema: l'Italia può garantire i suoi confini terrestri, sui quali ha il controllo, come fanno gli altri Paesi europei. Sui confini marittimi, specialmente quelli adiacenti alle acque territoriali libiche o tunisine, o i 27 Stati europei si dicono disposti ad un' assunzione di responsabilità collettiva, e dunque a considerarli confini di tutta l'Unione, o viceversa il nostro Paese è anche disposto ad prendere decisioni unilaterali.

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Assunzione di responsabilità collettiva, di tutta l'Unione, che al momento sarebbe del tutto assente, se non a parole, nella bozza delle conclusioni del vertice di fine mese. Si vedrà come e se verrà declinata, ma sicuramente non potranno mancare riferimenti a più uomini, più mezzi, maggiori risorse finanziarie, tutti della Ue. Insomma un cambio radicale di paradigma, un solco completamente diverso da quello della politica dei piccoli passi che finora ha seguito la Commissione europea come il Consiglio dei 27 Stati, sotto la regia, prevalente, di Angela Merkel.

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Del resto per tutto il giorno ieri Matteo Salvini ha fatto l'elenco delle barche che ancora devono essere accolte nei porti francesi e spagnoli, con un misto di baldanza e fermezza che appaiono, entrambe, conseguenza di una linea politica di rottura rispetto al passato. Ha anche messo nel mirino in modo esplicito sia la Merkel che Macron, prodighi di solidarietà solo a parole, secondo la tesi prevalente in questo momento nel nostro governo.

Una linea che Giuseppe Conte condivide, che ha tenuto a rimarcare dopo l'incontro con Tusk, ma che al tempo stesso lo preoccupa: «Non vorrei essere costretto a mettere il veto e sto lavorando per evitarlo», ha detto ai suoi collaboratori, sulle conclusioni del prossimo vertice europeo. Del resto una proposta può essere costruttiva o di rottura, a seconda di come viene scritta e di quello che esattamente contiene.

Fonte: qui

PAROLA D’ORDINE: DISINNESCARE PAOLO SAVONA

PRIMA GLI HANNO SFILATO LA POLTRONA DI MINISTRO DEL TESORO. POI GLI HANNO TOLTO DALLE MANI LA DELEGA AI FONDI EUROPEI DI COESIONE (FINITA A BARBARA LEZZI) 

ORA DI MAIO E MOAVERO, CON MATTARELLA ALLE SPALLE, HANNO DECISO DI TENERLO LONTANO DAL CONSIGLIO AFFARI GENERALI DELL'UE, QUELLO CHE PREPARA LE RIUNIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO E DECIDE SUL BILANCIO

Ma.Bre. per “la Stampa”

Prima gli hanno sfilato da sotto il sedere la poltrona di ministro del Tesoro. Poi gli hanno tolto dalle mani la delega ai Fondi europei di coesione (finita a Barbara Lezzi, ministro per il Sud, tra i malumori leghisti). Ora hanno deciso di tenerlo lontano dal Consiglio Affari generali dell' Ue, quello che - tra le altre cose - prepara le riunioni del Consiglio europeo e decide sul bilancio.

Non dev' essere facile per Paolo Savona stare nel governo. Perché il professore, la cui nomina al Mef aveva tenuto in bilico un intero Paese, si è trovato nuovamente al centro di una disputa interna all' esecutivo. E ne è uscito sconfitto, ancora una volta.

MATTARELLA E LUIGI DI MAIOMATTARELLA E LUIGI DI MAIO
Secondo quanto risulta a La Stampa da fonti governative, negli ultimi giorni c' è stato un duro braccio di ferro con Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Esteri, che vorrebbe riportare alla Farnesina alcune importanti deleghe delle politiche Ue. Uno dei dossier più caldi è proprio quello sul bilancio europeo 2021-2027, che nei prossimi giorni farà litigare i governi europei.

Una torta da mille miliardi che andrà negoziata con molta cautela e altrettanta diplomazia. Nel governo è prevalsa la linea secondo cui l' approccio-Moavero sarebbe più produttivo rispetto a quello «eurocritico» di Savona, che per i suoi colleghi Ue rimane «quel professore che vorrebbe portare l'Italia fuori dall' euro».

enzo moavero milanesiENZO MOAVERO MILANESI
Martedì si riunirà a Lussemburgo il Consiglio Affari generali per discutere proprio del prossimo bilancio Ue e per preparare il summit del 28-29 giugno. Salvo dietrofront dell' ultim' ora, a rappresentare l' Italia ci sarà Moavero Milanesi. E Savona resterà con un pugno di mosche.  

Fonte: qui


A BOSCOTRECASE, IN PROVINCIA DI NAPOLI, I MATRIMONI FINISCONO NEL SANGUE: DUE INVITATI A DUE DISTINTI BANCHETTI SI TROVANO NELLO STESSO LOCALE E INIZIANO A DISCUTERE

UNO DEI DUE VA IN MACCHINA, PRENDE LA PISTOLA E SPARA…


matrimonio 3MATRIMONIO 
Scene di panico, nella serata di ieri, a Boscotrecase, nella provincia di Napoli: quello che, per due coppie, sarebbe dovuto essere il giorno più bello della loro vita, quello del matrimonio, è invece stato un vero e proprio incubo, dal momento che i festeggiamenti sono finiti nel sangue.

Sì perché, in un noto locale della cittadina alle pendici del Vesuvio erano in corso i banchetti di due distinti matrimoni: all'improvviso, tra due invitati a ciascuno dei matrimoni – come riporta Teleclub Italia – è scoppiata un'accesa discussione.

matrimonio 4MATRIMONIO 



La situazione sembrava essere tornata alla normalità quando uno dei due uomini ha abbandonato temporaneamente la cerimonia, ma soltanto per recarsi in macchina a prendere presumibilmente la pistola. Quindi, è tornato nella sala e ha fatto fuoco contro l'uomo con il quale era scoppiato precedentemente il diverbio, ferendolo ad una gamba, per poi dileguarsi.

Nella sala è scoppiato il panico, con gli invitati che fuggivano in ogni direzione. Sul posto sono arrivate le forze dell'ordine, che hanno raccolto le testimonianze dei presenti e istituito una vera e propria caccia all'uomo per individuare il responsabile. Ancora ignote le cause della violenza, probabilmente riconducibili a vecchi dissapori tra i due uomini.

20 Giugno 2018

Fonte: qui

Filippo Tortu primo italiano sotto i 10 secondi nei 100, battuto il record di Pietro Mennea VIDEO

Al meeting di Atletica di Madrid corre in 9.99, superando il 10.01 che resisteva da 39 anni


Filippo Tortu primo italiano sotto i 10 secondi nei 100, battuto il record di  Pietro Mennea © ANSA

Ansa- Filippo Tortu compie una storica impresa per l'atletica azzurra. Il ventenne sprinter delle Fiamme Gialle ha battuto a Madrid il record italiano dei 100 metri che, da 39 anni, apparteneva a Pietro Mennea. Tortu ha corso i 100 metri in 9.99 (vento +0.2) al meeting di Madrid, migliorando così il primato nazionale della 'Freccia del Sud' che resisteva da quasi 39 anni, 10.01 a Città del Messico realizzato il 4 settembre 1979.
Tortu diventa il primo italiano della storia a correre sui 100 metri sotto i 10 secondi. A Madrid lo ha battuto soltanto il cinese Su Bingtian, in 9.91.

Il record di Tortu - VIDEO
La gioia di Tortu, per mio padre e atletica azzurra - "E' una gioia incredibile, anche se avrò bisogno di qualche ora per metabolizzare questo risultato: ho lavorato molto e con costanza per arrivare qui e sono felice per me, per l'atletica italiana, per mio padre e per tutti quelli che mi hanno sostenuto". Filippo Tortu ha l'adrenalina da record nello spiegare all'Ansa la felicità dell'impresa compiuta battendo il primato italiano di Pietro Mennea sui 100 e diventando il primo azzurro a correre sotto i 10 secondi.  "Ci tengo a ringraziarli tutti - aggiunge il neo-primatista -: Salvino Tortu, mio padre e allenatore, Flavio Di Giorgio, il preparatore atletico, Mario Ruggiu e Alessandro Pozzi, fisioterapista, Ferdinando Savarese, Chiara Signorotto, Marcello Magnani e Natale Bellati. Sapevo di potercela fare, ma per me il record di Mennea è sempre rimasto un sogno da quando ero bambino e adesso sono veramente felice. L'obiettivo della stagione restano gli Europei, adesso cercherò di non pensare al tempo che ho fatto e mi concentro su Berlino".
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Filippo Tortu primo italiano sotto i 10 secondi nei 100, battuto il record di Pietro Mennea © ANSA

IN ITALIA CI VOGLIONO FINO A 14 ANNI PER COSTRUIRE UN VIADOTTO, UNA DIGA O UN PONTE

GABANELLI: “PERCHE’ CI VUOLE TUTTO QUESTO TEMPO? A ROMA, AD ESEMPIO, NON SI RIESCONO A RIUNIRE LE COMMISSIONI DI GARA PER AGGIUDICARE I LAVORI DI MANUTENZIONE STRADALE: IN PRATICA, NON SI TROVANO I COMMISSARI DI GARA CHE SCELGONO CHI DOVREBBE AGGIUSTARE LE BUCHE”

Milena Gabanelli e Andrea Marinelli per il “Corriere della Sera”
gabanelliGABANELLI

Qualunque infrastruttura, grande o piccola, prima dei benefici porta disagio, e i cittadini lo sanno. Il problema è che non si sa mai quanto durerà questo disagio, e nemmeno quanto, alla fine, verrà a costare quel tratto di strada o cavalcavia. Intanto, nel nostro Paese, i tempi medi per ultimare un'opera pubblica sono di 4 anni e mezzo: 2 anni e 6 mesi se ne vanno in progettazione, 6 mesi per l' affidamento dei lavori e 1 anno e 4 mesi per realizzazione e collaudo. Naturalmente tutto poi dipende dalle dimensioni dell' opera.

cavalcavia a24CAVALCAVIA A24
Per quelle che superano i 100 milioni di euro, come dighe, viadotti, ponti o lotti autostradali, si arriva fino a 14 anni e 6 mesi; per quelle fra 50 e 100 milioni ci vogliono 11 anni e 6 mesi; fra 20 e 50 milioni si scende a 10 anni e 2 mesi e così via, fino ai quasi 3 anni delle opere inferiori ai 100.000 euro. Le opere più piccole sono anche le più numerose, quindi alla fine abbassano la media.

Secondo i conti di Uver - il Nucleo tecnico di valutazione e verifica degli investimenti pubblici, che nel 2014 ha analizzato i tempi relativi a 35.000 opere, equivalenti a un finanziamento di 100 miliardi - le durate più lunghe, in media, sono quelle dei trasporti ferroviari, marittimi, aerei, e fluviali.

CAVALCAVIA CUNEO 8CAVALCAVIA CUNEO 
Questo tipo di opere, rispetto al 2011, ha subito un allungamento dei tempi addirittura superiore al 30%. Ma perché ci vuole tutto questo tempo? Cominciamo dall'inizio: l' iter per una media o grande opera prevede che il ministero delle Infrastrutture, senza portafoglio, faccia la programmazione e che poi si chieda il finanziamento al ministero dell' Economia.

Quindi il Cipe verifica il rapporto costi e benefici. Una fase che può durare anni, fino a quando il progetto non viene portato al Consiglio dei ministri per l' approvazione; a questo punto l' opera è coperta finanziariamente e si procede con la gara per l' affidamento dei lavori. E qui, non di rado, succede che l' impresa arrivata seconda contesti la gara, così si ferma tutto e il cantiere non parte. Ovviamente, più il bando è complesso o fatto male, più le ditte che non vincono hanno gioco facile con i cavilli.

ANAS AUTOSTRADA 1ANAS AUTOSTRADA 1

Quando poi finalmente il cantiere si apre, possono intervenire «imprevisti» che richiedono varianti in corso d' opera, e allora si ritorna all' iter di approvazione. Un caso esemplare è quello della Nuova Romea, la strada che dovrebbe unire Civitavecchia a Mestre passando per Orte e Cesena. La prima delibera del Cipe, nel 2001, indicava una data di fine lavori ipotetica (5 anni) sulla base di uno studio di fattibilità.

Ma non c'era ancora il progetto, il rapporto costo-benefici, la valutazione di impatto ambientale e tantomeno la copertura finanziaria (allora stimata in 929 milioni di euro). Da quella prima delibera, si passa a quella del 2013: nel frattempo si modifica il progetto e i costi lievitano a 10 miliardi e 65 milioni. La totale copertura finanziaria arriva con la delibera del 2016. Ora i soldi ci sono, la fine dei lavori è prevista per il 2025, ma ancora non si è mossa una pietra.

SALERNO REGGIO CALABRIA1SALERNO REGGIO CALABRIA
Un caso analogo è quello del megalotto 3 della Strada Statale Jonica, che unisce Reggio Calabria e Taranto: ci sono voluti più di 3 anni soltanto per la pubblicazione delle cinque delibere di approvazioni dei progetti. Idem per il raddoppio della statale Maglie-Leuca, in Puglia, che doveva collegare il Salento. Sono passati circa 24 anni dalla prima ideazione e 14 anni dall' approvazione del progetto preliminare, ma è tutto fermo, nonostante sia stato inserito da anni fra le priorità. Gli enti locali hanno litigato sul tracciato e le imprese che non hanno vinto l' appalto hanno fatto ricorso al Tar, che ha annullato la gara.

Intanto, su una strada perennemente ingolfata, si viaggia su una sola corsia e si registra un tasso di mortalità elevatissimo. A pesare sui tempi biblici ci sono quelli che Uver definisce «i tempi di attraversamento tra una fase e l' altra».
buche romaBUCHE ROMA

Sono imputabili ad adempimenti amministrativi e allungano del 42% il tempo di realizzazione di un' opera pubblica. Un esempio, spiega Ance, riguarda Roma, dove non si riescono a riunire le commissioni di gara per aggiudicare i lavori di manutenzione stradale: in pratica, non si trovano i commissari di gara che scelgono chi dovrebbe aggiustare le buche.

giro d'italia roma bucheGIRO D'ITALIA ROMA BUCHE
Secondo il rapporto Uver, i problemi attraversano tutte le fasi, a partire dalle carenze nella progettazione, dalla complessità degli iter autorizzativi e dalle incertezze finanziarie (negli ultimi 10 anni le risorse per le infrastrutture sono calate del 36%). I governi Letta, Renzi e Gentiloni hanno recuperato fondi con il decreto Sblocca Italia aggirando il patto di Stabilità, ma questi soldi sono stati bloccati, a loro volta, dai tempi morti e dal codice degli appalti. C' è poi la generale debolezza della governance del soggetto attuatore. Tutti fattori che «hanno assunto un carattere sistemico», scrive Uver. In altre parole: non se ne esce.

giro d'italia roma bucheGIRO D'ITALIA ROMA BUCHE
Nel nostro Paese la corruzione si annida proprio negli appalti di opere pubbliche. La buona notizia è che, nel 2016, è entrato in vigore il nuovo Codice degli appalti, con lo scopo di rendere le procedure più selettive e trasparenti. La cattiva notizia è che il nuovo regolamento sta contribuendo a dilatare ulteriormente i tempi del 50%. Parliamo delle procedure per il controllo delle offerte economicamente più vantaggiose, il controllo obbligatorio delle offerte anche nel caso di ribassi minimi, i limiti ai subappalti per lavori, servizi e forniture e l' obbligo di verifica dei costi della manodopera. Tutte norme sensate, che però si innestano, ancora una volta, su un corpo burocratico malato.

Fonte: qui