9 dicembre forconi: 06/21/18

giovedì 21 giugno 2018

LA “CURA” PER GRECIA HA FUNZIONATO MA IL PAZIENTE È MORTO: LA RICETTA DI FMI, BCE E UE HA DIMEZZATO I SALARI, RADDOPPIATO I POVERI (SONO IL 21% DEL TOTALE) E PORTATO LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE AL 50%

LE NUOVE ASSUNZIONI PREVEDONO SALARI CHE SONO MENO DELLA METÀ DI QUELLI PRE CRISI (UN GIOVANE PRENDE 300/400 EURO MENSILI) 

LE PENSIONI SONO STATE RITOCCATE AL RIBASSO BEN 15 VOLTE

Carlo Nicolato per “Libero Quotidiano”

MERKEL TSIPRAS MYKONOSMERKEL TSIPRAS MYKONOS
Oggi è un giorno speciale per la Grecia. Oltre a essere il solstizio d'estate, la stagione che storicamente porta un po' di sollievo economico al Paese per via del turismo, all'Eurogruppo si decidono, non si sa ancora in quali termini, misure di alleggerimento del debito.

Da quando, la scorsa settimana, il governo ex rivoluzionario di Tsipras è riuscito a far passare in Parlamento l'ultimo contestato pacchetto di riforme che consentirà alla Grecia gli ultimi 11 miliardi di prestito e l' uscita dal terzo salvataggio prevista per il 20 di agosto, aleggia nell' aria un certo ottimismo.
referendum in grecia acropolis cc2fe199REFERENDUM IN GRECIA ACROPOLIS

Facce allegre nei palazzi del potere ateniese, governanti che contano di essersi finalmente liberati dell'ombra della Troika, anche se in in realtà pare che il documento in discussione oggi prevede tra le altre cose che i conti e le riforme dovranno essere tenute sotto stretto controllo da Bruxelles con cadenze trimestrali almeno fino al 2022. Sobria soddisfazione anche in Commissione e a Berlino dove con grande faccia tosta si brinda al successo della quasi decennale operazione di salvataggio: la cura ha funzionato, sostengono. Peccato però che nel frattempo il paziente è morto, o poco ci manca.
LACRIME PENSIONATO GRECIALACRIME PENSIONATO GRECIA

CIFRE A CONFRONTO
I sostenitori del «grande» rilancio greco, una ripresa tale da consentire un rientro a vele spiegate nei mercati dei titoli a lungo temine, sciorinano dati quasi inconfutabili: il Pil che nel 2017 è tornato a salire dell' 1,4%, del 2,3 nel primo trimestre di quest' anno, la disoccupazione che sarebbe scesa al 21% dal 27 che era.

Dimitris Liakos, uno dei consiglieri economici più importanti di Tsipras, sostiene che nei primi 6 mesi di quest' anno sono stati creati 264mila posti di lavoro grazie al turismo, mentre anche dal lato dei consumi ci sono segnali di ripresa, tipo quello del ritorno delle importazioni di automobili, calato durante la crisi da 260mila unità a 60mila, e ora tornato a oltre 100mila. Anche le esportazioni sarebbero in ripresa, del 9,5% lo scorso anno.
LACRIME PENSIONATO GRECIA 1LACRIME PENSIONATO GRECIA

SEGNALI DISCORDI
I meno ottimisti però fanno notare che crescere dell' uno virgola qualcosa dopo aver perso per strada il 25,6% del Pil reale, nonostante tre mega spinterelle per un totale di 270 miliardi in otto anni, non è che sia poi molto. Anzi, non può nemmeno essere considerato un vero segno di ripresa se queste percentuali non si ripetono almeno per altri 10 anni.

Ma soprattutto i dati sbandierati non considerano che il conto più grande della crisi e della «formidabile» cura della Troika lo stanno pagando i cittadini sulla propria pelle. Si dice che la disoccupazione stia calando, fino ad arrivare a un inverosimile 21%, ma non si dice a quale prezzo, e cioè che le nuove assunzioni prevedono salari che sono meno della metà di quelli pre crisi. Un giovane alle prime armi può anche essere costretto ad accettare 3 o 400 euro mensili, mentre 700 euro di salario sono ormai la normalità per tutti. Non considerano che la disoccupazione giovanile è stabilmente sopra il 50% e che i giovani, quelli più preparati, sono scappati all' estero.
tsipras junckerTSIPRAS JUNCKER

L'ESODO ALL'ESTERO
Si parla del 3-4% della popolazione totale che lavora principalmente tra Germania, Svizzera, Belgio e Gran Bretagna. Nel 2016 si calcolava che solo in Germania lavoravano 35mila medici greci espatriati, e in questi ultimi mesi il numero può essere solo cresciuto.

In 8 anni di sanguinosi tagli le pensioni sono state ritoccate al ribasso ben 15 volte, l' ultima la scorsa settimana per espressa richiesta dei creditori. Alle pensioni è stato imposto un tetto massimo di 2300 euro lordi, con buona pace di chi nella sua vita ha contribuito per ottenere somme ben superiori. Una sorta di esproprio proletario, rubare ai ricchi (per modo di dire) per pagare una miseria a tutti.

ateneATENE
Nel contempo è stato eliminato l'Ekas, cioè l' equivalente della nostra integrazione al minimo. Secondo l' Eurostat il 21% dei greci vive in assoluta povertà, il doppio rispetto al 2008. Secondo l' associazione notarile nazionale greca almeno 130 mila persone, cioè il 333% in più rispetto al 2013, hanno rinunciato alle eredità lasciate dai parenti perché non avevano i soldi per pagare le tasse. Ma il peggio, dicono, è ormai passato. Portandosi con sé una generazione di greci.

Fonte: qui

PAPA FRANCESCO VUOLE CHRISTINE LAGARDE AI VERTICI DELL'ISTITUTO PER LE OPERE DI RELIGIONE

IN VISTA DEL RINNOVO DEL BOARD DELLA BANCA, PARLANDO CON I GIORNALISTI A BORDO DEL VOLO PER GINEVRA, SI E' LASCIATO SFUGGIRE IL CONTATTO CON LA FRANCESE: “SIAMO IN TRATTATIVE…”

CHRISTINE LAGARDECHRISTINE LAGARDE
Luca Romano per www.ilgiornale.it

Papa Francesco pensa ad un rinnovo della board dello Ior. Il pontefice ne ha parlato con i giornalisti a bordo del volo per Ginevra. Il Papa di fatto vorrebbe una presenza femminile maggiore nella governance dello Ior e così ha lanciato l'idea di una possibile donna capodicastero. E sempre secondo il Pontefice sarebbe una buona idea poter chiamare alla guida dello Ior una donna come la responsabile del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde: "Siamo in trattative", ha affermato sul volo per Ginevra il Papa scherzando (forse non poi così tanto) con i cronisti.
bergoglioBERGOGLIO

Il Papa in seguito è stato accolto all'aeroporto di Ginevra dal presidente della Confederazione elvetica, Alain Berset. Ad attendere il Papa anche due ex Guardie Svizzere Pontifice in divisa e due bimbi con gli abiti tradizionali che hanno offerto al Pontefice un mazzo di fiori. Subito dopo il Papa ha mandato un saluto alla Federazione delle Chiese Evangeliche svizzere Gottfried Locher. Infine si recato nel Pavillon Vip per un incontro privato con Berset. 

Fonte: qui

Ecco la nuova legittima difesa

C'è un piano in tre mosse che la squadra di Matteo Salvini è pronto a mettere in campo per caratterizzare l'azione di governo sempre più a trazione leghista. La prima fase prevedeva l'offensiva anti-immigrati, l'attacco scomposto anti-Rom con l'entrata in scena della ruspa di Carmagnola. Una strategia caterpillar che ha fatto lievitare rabbia e consensi a seconda dei casi. Chiusi i porti, esaurito l'abbrivio, immortalato il manufatto abbattuto ai Sinti, scatterà la fase due. "Modificare la legge sulla legittima difesa non è una priorità ma la nostra priorità" – anticipa Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno, nonché braccio destro del vice premier – "ho già depositato agli atti del sindacato ispettivo una proposta di legge di cui sono primo firmatario. Ne ho già parlato con Matteo. Senza sicurezza non c'è nessuna libertà, appena si insedieranno le commissioni partirà l'iter, partiremo da quel testo. Con il ministro Bonafede c'è sempre stata grande intesa, per 5 anni abbiamo lavorato fianco a fianco in Commissione". Il tema è parte integrante del "patto di governo". La terza fase riguarderà la riorganizzazione e il completo riassetto delle Forze dell'ordine, con un massiccio piano di assunzioni. Delle tre l'unica mossa non a costo zero.

© Simona Granati - Corbis via Getty Images

LICENZA DI SPARARE A DOMICILIO
Ma torniamo alla legittima difesa. Cosa cambierà? Tutto o quasi. L'impianto è lo stesso della proposta di legge che lo stesso Molteni, allora relatore di minoranza, presentò nel 2016 per modificare l'articolo 52 del codice penale. All'epoca ci si preoccupava soprattutto dei furti nelle abitazioni del Nord-Ovest citando fonti lumbard e tabelle Censis. Ma ora il quadro è cambiato, la Lega parla a tutta la nazione, isole comprese. Punto cardine l'articolo 1: difesa legittima e difesa domiciliare. L'articolo prevede che "si considera che abbia agito per legittima difesa colui che compie un atto per respingere l'ingresso o l'intrusione mediante effrazione o contro la volontà del proprietario o di chi ha la legittima disponibilità dell'immobile, con violenza o minaccia di uso di armi di una o più persone, con violazione di domicilio". Tradotto vuol dire licenza di sparare o ammaccare chiunque s'introduca furtescamente in una abitazione privata o in luogo di lavoro. Ovviamente sempre per chi sia in possesso di regolare arma e porto d'armi connesso. In questi casi non ci sarà bisogno di dimostrare la proporzionalità tra la difesa e l'offesa. Nella relazione introduttiva infatti si legge chiaramente di "una presunzione di legittima difesa". Un passaggio cruciale, dunque, che modifica in modo sostanziale e decisamente più aggressivo l'ultimo provvedimento approvato dal Parlamento, quello con la distinzione tra l'eccessiva difesa diurna e la licenza notturna che tante critiche e sfottò si tirò dietro.
Inoltre sempre nella stessa proposta di legge si prevede un forte inasprimento delle pene per il furto in abitazione. "In particolare, si prevedono la reclusione da un minimo di cinque anni a un massimo di otto anni e la multa da un minimo di 10.000 euro a un massimo di 20.000 euro. Conseguentemente per l'ipotesi aggravata di cui al comma 3 del medesimo articolo si prevedono un minimo edittale di sei anni di reclusione, mentre il massimo resta quello attualmente previsto, pari a dieci anni, e la multa da un minimo di 20.000 euro a un massimo di 30.000 euro".
VIA LA CHIAVE
Matteo Salvini insomma continuerà a strizzare l'occhio alle pulsioni dell'Italia pistolera, anche se Molteni non la pensa così. Il sottosegretario rigetta l'idea che qualcuno voglia trasformare l'esecutivo in un governo Boom Boom . "Come ha detto tante volte Matteo, non vogliamo che i cittadini dormano con una pistola sul comodino. Sul comodino ci stanno bene i libri. E non ci sarà nessun Far West, il Far West ce l'abbiamo già", precisa il neo sottosegretario del Viminale. Il cittadino vittima di un furto nel suo domicilio non dovrà più giustificare la sua reazione. La Lega non vuole processi, vuole "certezza della pena". A questo proposito sarà dedicato un altro provvedimento che sta molto a cuore al leader leghista: la modifica del codice di procedura penale in materia di inapplicabilità e di svolgimento del giudizio abbreviato in materia di circostanze abbrevianti e attenuanti. Saranno esclusi dalla possibilità di accedere al rito abbreviato gli imputati rinviati a giudizio per un reato per il quale la legge prevede l'ergastolo. Siamo insomma – Parlamento permettendo - al "lasciamoli dentro e buttiamo via la chiave" evocato in tanti surriscaldati comizi leghisti.
FONDO MATTIELLI
Verrà rimpinguato "il fondo per le vittime dei reati violenti". E' considerato questo dai Salvini boys "un atto dovuto". Verrà dedicato a Ermes Mattielli, l'ex rigattiere che impugnò la pistola e sparò 14 colpi contro 2 ladri di rame colti in flagranza di reato. Uno dei due finì su una sedia a rotelle. Il rigattiere, scomparso nel frattempo, subì un processo e fu condannato a risarcire 135 mila euro.
PIU' DIVISE MENO TRAVET
E i grillini? Molteni è sicuro che con i 5 Stelle si troverà l'intesa, anche se l'agenda non è stata ancora scritta, "il tema del ristoro e della tutela merita la massima urgenza, la criminalità è cambiata, non servono i Rambo, va rimessa la vittima al primo posto e affermato il diritto a reagire". Oltretutto è a costo zero, come tutti gli altri affrontati finora, il che non guasta.
Bisognerà invece metter mano al portafogli per far partire la terza fase, la riorganizzazione delle divise. Il ministero dell'Interno si è portato avanti con il lavoro. In base ai primi calcoli le Forze dell'ordine sono "sotto organico per 45 mila unità". Nella Polizia l'età media è di 47 anni e mancano 18 mila agenti. da qui al 2030 ne andranno in pensione 40 mila. Se Tria allenterà i cordoni della borsa partirà da subito un massiccio piano di assunzioni. Più divise mento travet.
PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
MOLTENI, FEDRIGA, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, PICCHI, SALTAMARTINI
Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa e di aggravamento delle pene per i reati di furto in abitazione e furto con strappo
Presentata il 23 marzo 2018
Onorevoli Colleghi! — I recenti fatti di cronaca relativi a violente aggressioni in abitazioni private a scopo di furto e a rapine presso attività commerciali quali la rivendita di tabacchi, di prodotti petroliferi o di preziosi che vengono sempre più di frequente perpetrate ai danni di nostri concittadini, ci impongono, nella nostra responsabilità di legislatori, di verificare che il nostro ordinamento sia adeguato per contrastare e prevenire tali fenomeni.
Non c'è dubbio che il nostro sistema di diritto penale preveda delle pene, seppure disapplicate nei fatti per diverse motivazioni (indulti, depenalizzazioni, impossibilità a procedere alla custodia cautelare in carcere, non punibilità per particolare tenuità del fatto, eccetera) in caso di furto e di altri delitti contro il patrimonio, tuttavia occorre considerare che proprio i fatti a cui ci si è riferiti ci mettono dinanzi a una realtà di una violenza sconosciuta: incursioni, anche notturne, in abitazioni o in attività commerciali realizzate con una violenza che non risparmia neppure anziani o bambini e che spesso sfociano in esiti mortali per gli aggrediti.
La repressione e la prevenzione dei reati spettano innanzitutto allo Stato, ma è necessario predisporre strumenti adeguati di tutela, nei casi in cui ci sia un pericolo imminente e l'impossibilità di scongiurarlo attraverso il tempestivo intervento delle Forze dell'ordine.
A tale scopo il codice penale prevede l'istituto della legittima difesa, sul quale si intende intervenire con la presente proposta di legge.
La norma dell'articolo 52 del codice penale appare, infatti, insufficiente a garantire una possibilità di difesa da aggressioni violente, soprattutto nella parte in cui richiede, affinché ricorra la legittima difesa, la proporzionalità tra difesa e offesa.
Nella presente iniziativa legislativa si propone, innanzitutto, la modifica della proporzionalità tra difesa e offesa, non perché non si condivida la necessità di evitare reazioni spropositate per attacchi privi di una reale offensività, quanto, piuttosto, perché tale norma si è nei fatti tradotta, anche attraverso la sua interpretazione giurisprudenziale, in una sostanziale inapplicabilità dell'esimente in esame. Si è perciò fatta avanti nell'opinione pubblica la convinzione che difendersi possa paradossalmente far passare l'aggredito dalla parte del torto.
Sulla base delle considerazioni svolte si ritiene opportuna una modifica all'articolo 52 del codice penale prevedendo, sulla falsariga di un'analoga previsione del codice penale francese, una presunzione di legittima difesa per gli atti diretti a respingere l'ingresso, mediante effrazione, di sconosciuti in un'abitazione privata ovvero presso un'attività commerciale professionale o imprenditoriale con violenza o minaccia di uso di armi.
Inoltre occorre reprimere efficacemente il reato di furto in abitazione, ed è quindi necessario modificare l'articolo 624-bis del codice penale prevedendo un aumento del minimo edittale e del massimo. In particolare, si prevedono la reclusione da un minimo di cinque anni a un massimo di otto anni e la multa da un minimo di 10.000 euro a un massimo di 20.000 euro. Conseguentemente per l'ipotesi aggravata di cui al comma 3 del medesimo articolo si prevedono un minimo edittale di sei anni di reclusione, mentre il massimo resta quello attualmente previsto, pari a dieci anni, e la multa da un minimo di 20.000 euro a un massimo di 30.000 euro.
Al fine di reprimere efficacemente il reato di cui al citato articolo 624-bis, è altresì necessario applicare la disposizione contenuta nell'articolo 604 ter del codice penale non consentendo, pertanto, il giudizio di equivalenza tra aggravanti e attenuanti.
Inoltre, allo scopo di rendere effettive le misure proposte:
a) si modifica, in caso di condanna, l'articolo 165 del codice penale, prevedendo che la sospensione condizionale della pena per il reo sia subordinata al pagamento integrale alla parte offesa del risarcimento del danno;
b) si prevede l'esclusione dai benefìci stabiliti dalla legge 26 luglio 1975, n. 354, sull'ordinamento penitenziario per coloro che sono stati condannati per il reato previsto e punito dall'articolo 624-bis del codice penale.
Attraverso queste modifiche si intende rispondere alle necessità evidenziate dai più recenti fatti di cronaca che hanno creato un particolare allarme sociale al quale non si può restare insensibili.
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
1. All'articolo 52 del codice penale è aggiunto, in fine, il seguente comma:
«Si considera che abbia agito per difesa legittima colui che compie un atto per respingere l'ingresso o l'intrusione mediante effrazione o contro la volontà del proprietario o di chi ha la legittima disponibilità dell'immobile, con violenza o minaccia di uso di armi da parte di una o più persone, con violazione del domicilio di cui all'articolo 614, primo e secondo comma, ovvero in ogni altro luogo ove sia esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale».
Art. 2.
1. L'articolo 624-bis del codice penale è sostituito dal seguente:
«Art. 624-bis. – (Furto in abitazione e furto con strappo). – Chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, mediante introduzione in un edificio o in altro luogo destinato in tutto o in parte a privata dimora o nelle pertinenze di essa, è punito con la reclusione da cinque anni a otto anni e con la multa da euro 10.000 a euro 20.000.
Chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, strappandola di mano o di dosso alla persona è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 20.000.
La pena è della reclusione da sei a dieci anni e della multa da euro 20.000 a euro 30.000 se il reato è aggravato da una o più circostanze previste dal primo comma dell'articolo 625 ovvero se ricorre una o più delle circostanze indicate all'articolo 61.
Nelle ipotesi previste dal presente articolo si applica l'articolo 604ter del codice penale.
Art. 3.
1. All'articolo 165 del codice di procedura penale è aggiunto, in fine, il seguente comma:
«Nel caso di condanna per il reato previsto dall'articolo 624-bis del codice penale, la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata al pagamento integrale dell'importo dovuto per il risanamento del danno alla persona offesa».
Art. 4.
1. All'articolo 4-bis, comma 1, della legge 26 luglio 1975, n. 354, dopo la parola: «609-octies» è inserita la seguente: «, 624-bis». Fonte: qui

LA CRISI CHE VERRA’ - L’AVVERTIMENTO DI MARIO DRAGHI: "OCCORRONO PRUDENZA E PAZIENZA, IL 2019 SARA’ L'ANNO PIÙ DIFFICILE PER L'ITALIA"

L'ACCORDO FRANCO-TEDESCO DI RIFORMA DELL'EUROZONA È L'ULTIMA CHIAMATA: SENZA PASSI AVANTI SIGNIFICATIVI, L'IMPLOSIONE POLITICA INNESCATA DA UNA CRISI POTREBBE ESSERE FATALE PER TUTTI...

Alessandro Barbera per “la Stampa”

mario draghiMARIO DRAGHI
Che futuro attende l'Italia? Al vertice di Sintra dei banchieri centrali se lo chiedono in molti. Uno di loro - sotto la garanzia dell' anonimato - ammette di avere le idee poco chiare. Guardandosi alle spalle, c'è di che essere felici: c'è mancato poco che l'impasse attorno alla nascita del governo Conte facesse saltare l'eurozona nella coda di massima crescita da dieci anni a questa parte.

Allargando lo sguardo molte domande restano senza risposta. Mario Draghi le elenca nel discorso introduttivo sulle montagne a Nord di Lisbona: quali saranno le conseguenze della guerra commerciale innescata da Trump? Di quanto aumenterà il prezzo del petrolio? E soprattutto, per quanto ancora cresceranno le Borse mondiali?
ignazio visco mario draghiIGNAZIO VISCO MARIO DRAGHI

Oggi la maggioranza giallo-verde se la può cavare con una mozione parlamentare. Ma a settembre dovrà riscrivere le stime del 2019, e prendere atto che lo spazio per aumentare il deficit sarà ridotto al minimo. Matteo Salvini e Luigi Di Maio sembrano averlo compreso. Il primo fa politica con argomenti a costo zero, l'altro si sta concentrando sulle tutele legali dei raider: scelta certamente costosa per le aziende che li reclutano, meno per le casse dello Stato.

Ma potranno i due leader presentarsi alle europee del prossimo giugno senza aver ottenuto la revisione della legge Fornero o i fondi per rafforzare il reddito di inclusione? Mai come in questa fase le ragioni della politica e quelle dell'economia camminano a braccetto. Il mantra di Draghi - «prudenza, pazienza, persistenza», andrebbe prestato al ministro del Tesoro Giovanni Tria, finora più prudente del predecessore.

salvini di maioSALVINI DI MAIO
«La vera incognita per tutti è la tenuta della Germania», sibila l'anonimo banchiere centrale mentre sorseggia un calice di prosecco. L'indice Zew che misura la fiducia delle imprese tedesche a giugno è sceso di 16 punti. L'ultimo dato sulla produzione industriale di tutta l'area segna -0,4 per cento, abbastanza per chiedersi se si tratti del segnale della fine di un ciclo.
Con il passare dei giorni si intuisce che la decisione della Banca centrale europea di porre fino al piano straordinario di acquisto titoli è stata dettata dalla necessità più che dalla reale convinzione di una crescita duratura.

giuseppe conte giovanni triaGIUSEPPE CONTE GIOVANNI TRIA



Lo ammettevano la settimana scorsa le previsioni degli economisti Bce (il Pil dell'area alla fine dell'anno è stimato in calo dal 2,4 al 2,1 per cento), lo confermano le parole di Draghi a Sintra: «Rimarremo pazienti nel determinare la tempistica del primo rialzo dei tassi, e adotteremo un approccio graduale nel regolare la politica monetaria. L'addio al piano è subordinato al fatto che i dati in arrivo confermino lo scenario di crescita dell' inflazione nel medio termine».

E infine: «Gli acquisti di titoli possono sempre essere usati nel caso in cui si verifichino situazioni contingenti che attualmente non prevediamo». Francoforte può ancora fare molto, reinvestendo i duemilaquattrocento miliardi di titoli pubblici e privati in portafoglio, o rinviando il più possibile l' aumento dei tassi. Ma resta un fatto di cui ieri c'era traccia anche nel discorso di Tria alla Camera: per l'Italia il prossimo sarà l'anno più difficile dall'ultima crisi.

MERKEL JUNCKER1MERKEL JUNCKER
Ai piani alti della Commissione europea sono pronti a concedere nuova flessibilità all'Italia, proprio per evitare che le conseguenze di un eventuale rallentamento complichino la vita a un governo che - piaccia o no - ha il consenso di un italiano su due. L'accordo franco-tedesco di riforma dell'eurozona è l'ultima chiamata: senza passi avanti significativi, l' implosione politica innescata da una crisi potrebbe essere fatale. E non solo per l'Italia.

Fonte: qui

TRIA, IL CONTRATTO SALVINI-DI MAIO LO METTE VIA!

IL MINISTRO DELL’ECONOMIA PREDICA PRUDENZA: “CALO DEL DEBITO PRIMA DI TUTTO” 

E IL VICEPREMIER LEGHISTA ACCUSA: “SEMBRA QUASI CHE NON CREDA TROPPO NELLE NOSTRE RIFORME” 

E IL SOTTOSEGRETARIO ARMANDO SIRI, IL TEORICO DELLA FLAT TAX LEGHISTA, HA QUALCOSA DA ECCEPIRE…

AMEDEO LA MATTINA, ILARIO LOMBARDO per la Stampa

Sente odore di continuità, Matteo Salvini. Come se a parlare non fosse il ministro dell' Economia del cosiddetto «governo del cambiamento», ma ancora Pier Carlo Padoan.

«Sembra quasi che non creda troppo al contratto» confida il vicepremier leghista dopo aver ascoltato le parole di Giovanni Tria in aula sul Documento di programmazione economica e finanziaria. Un sospetto che permea le dichiarazioni, più trattenute, del ministro dell' Interno rilasciate dopo le votazioni sul Def in Senato. «Vogliamo rispettare le regole non infrangerle, rimettendo però al centro la crescita.

Siamo al governo da 15 giorni, l' importante sarà dire che non si aumenta l' Iva». Per ora. È una questione di tempo, per Salvini. Va bene bloccare le clausole di salvaguardia per l' autunno. Dopotutto il Def è stato ereditato e i margini di movimento non sono troppi.
salvini rosarioSALVINI ROSARIO

Ma dopo? «Il confronto sarà a settembre-ottobre quando ci sarà la prima manovra economica di questo governo. In quella sede parleremo di tutto quel che è previsto dal contratto». La ciccia vera sarà nella finanziaria, promette, o spera, il leader del Carroccio. Sarà quello il veicolo della rivoluzione economica che dovrà accontentare i due azionisti della maggioranza a partire dai primi mesi del 2019.

Delusione leghista 
Intanto, suona un po' come una beffa che sia proprio il suo predecessore, Padoan, a plaudire al monito di Tria contro il debito. In fondo il ministro non ha obblighi di partito, e certo né la Lega né il M5S hanno avuto modo di approfondirne la conoscenza prima di sceglierlo come il ministro più importante del governo. Il suo nome è stato pescato in tutta fretta dall' università, come compromesso su Paolo Savona, declassato agli Affari europei.

giuseppe conte giovanni triaGIUSEPPE CONTE GIOVANNI TRIA
E forse i leghisti hanno cominciato a capire che non sarà facile controllarlo. «È giusto tenere d' occhio i conti pubblici ma è altrettanto indispensabile sapere che senza flessibilità è difficile poter mettere a segno le misure che vogliamo» risponde Armando Siri, il teorico della flat tax leghista e oggi sottosegretario alle Infrastrutture. «Meglio essere chiari con l' Europa. Dobbiamo aumentare il Pil stimolando i consumi, se aumenta il Pil diminuisce il rapporto con il debito e aumentano la base imponibile e le entrate tributarie.

Dobbiamo avere fiducia di poter guarire rimettendo in moto il sistema dell' economia ».
salvini di maioSALVINI DI MAIO
Il sostegno tattico dei 5 Stelle Diversa invece l' impressione avuta dai 5 Stelle, incoraggiati dai diversi riferimenti concessi da Tria ai capitoli più grillini del programma economico di governo. Per dire: il ministro non cita la flat tax ma parla genericamente della necessità di una riduzione e semplificazione fiscale. Una formula più anemica della tassa piatta sulla quale Salvini, spinto dal suo teorico Siri, ha combattuto la campagna elettorale. Il reddito di cittadinanza lo cita, invece. Non solo: lo definisce «centrale per garantire la stabilità sociale». Musica per le orecchie dei grillini che incassano anche altri due spot per la loro parte di contratto: gli investimenti da calcolare fuori dal deficit e la rimozione degli ostacoli burocratici indotti dal Codice degli appalti.

giovanni triaGIOVANNI TRIA
E infatti: «Il ministro ha fatto il discorso che doveva fare in questa occasione. E a noi va benissimo» spiega Alessio Villarosa, deputato grillino alla seconda legislatura e sottosegretario al Mef. «E' sulla nostra stessa linea» conferma Laura Castelli, l' altra sottosegretaria del M5S all' Economia. Quello dei 5 Stelle sembra però un ottimismo un po' di maniera perché le parole di Tria in un certo senso costringono anche loro a un bagno di realtà. E nella sostanza, l' avvertimento sul debito riduce a un songo anche il reddito di cittadinanza.

armando siriARMANDO SIRI
Per il momento, tatticamente sarà più semplice l' adesione del M5S al nuovo paradigma economico del ministro, un mix di flessibilità da strappare in sede Ue e prudenza sui conti. Un equilibrio da perseguire attraverso un cambio della «governance» europea. Sono gli stessi termini e gli stessi obiettivi del premier Conte e del ministro Luigi Di Maio, più ponderati nelle ricette da offrire e sensibili al richiamo alle «adeguate coperture». È anche vero che sul breve termine, sul lato dell' impegno economico, in vista del reddito di cittadinanza, la riforma dei centri per l' impiego dovrebbe costare solo pochi miliardi. Decisamente di più servirà per la flat tax. E Tria questo lo sa chiaramente.

giovanni tria e claudio borghiGIOVANNI TRIA E CLAUDIO BORGHI
Ma è una cautela che non convince Siri, per il quale era e resta fondamentale: «Credo che le cose più corpose saranno rinviate alla nota di aggiornamento che ci sarà ad ottobre e poi ai provvedimenti molto attesi dai cittadini come la pace fiscale e la Flat Tax che seguiranno un loro percorso legislativo. Entrambi i provvedimenti vanno affrontati con coraggio, senza timidezze perché altrimenti è come prendere l' antibiotico per soli 3 giorni anziché 8. Se si sbaglia la posologia per guarire bisogna poi aumentare le dosi» .

Fonte: qui

“NOEMI CARROZZA È STATA UCCISA DALLE BUCHE DI ROMA”

L' AUTOPSIA ESCLUDE IL MALORE PER LA GIOVANE PROMESSA DEL NUOTO SINCRONIZZATO MORTA MENTRE PERCORREVA COL SUO SCOOTER VIA CRISTOFORO COLOMBO 

IL PM HA APERTO UN FASCICOLO PER OMICIDIO STRADALE 

ASFALTO E RADICI HANNO GIÀ FATTO 50 VITTIME NEL 2018

An.Cu. per il Giornale

Non sarebbe stata uccisa da un malore Noemi Carrozza, giovanissima promessa del nuoto sincronizzato italiano morta il 15 giugno scorso mentre percorreva con il suo scooter via Cristoforo Colombo, la grande strada che collega Roma ai suoi quartieri litoranei. Lo direbbe l' esito dell' autopsia condotta sul corpo della ventenne.

Il pubblico ministero ha aperto un fascicolo per omicidio stradale.
Secondo le prime indagini l' incidente, avvenuto all' altezza di via di Villa di Plinio, non sarebbe stato provocato né dal fatto che la ragazza era distratta dall' uso del cellulare né da un altro veicolo ma potrebbe aver perso il controllo dei suo mazzo a causa delle pessime condizioni dell' asfalto, devastato dalle buche e dalle radici degli alberi.
noemi carrozzaNOEMI CARROZZA

Una circostanza che peraltro sarebbe in linea anche con le testimonianze rese a caldo da chi aveva assistito all' incidente. E del resto sin dall' inizio la mamma di Noemi aveva puntato il dito contro l' asfalto di quel tratto di strada peraltro sempre percorso ad alta velocità.

Insomma, Noemi sarebbe l' ennesima vittima del devastante stato delle strade capitoline. E suona come beffa il fatto che la principale responsabile della carente manutenzione, la sindaca di Roma Virginia Raggi, sia stata tra le prime a fare le condoglianze alla famiglia di Noemi, twittando: «Roma ti ricorderà». Forse più che il ricordo le sarebbe servita l' efficienza dell' amministrazione.

Punta il dito contro il Campidoglio anche Piergiorgio Assumma, presidente dell' Onvos, l' Osservatorio nazionale per la tutela delle vittime di omicidio stradale, che parla addirittura di cinquanta vittime del cattivo stato delle strade a Roma dall' inizio dell' anno e ciò configurerebbe «in diritto penale, una ipotesi di colpa grave».

noemi carrozzaNOEMI CARROZZA
Noemi abitava con la sua famiglia nel quartiere di Ostia Ponente e venerdì scorso alle 14 di pomeriggio stava tornando a casa dagli allenamenti. Era tesserata per il circolo All Round di Mostacciano ed era una delle più apprezzate sincronette azzurre. Aveva partecipato nel 2015 agli Europei di Baku, in Azerbaigian, dove aveva partecipato alla gara del singolo. Pochi giorni prima di morire nella sua Roma, alla piscina del Foro Italico, aveva partecipato ai campionati italiani assoluti. Il suo sogno era partecipare alle Olimpiadi di Tokyo nel 2020.

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