1 - LA VALANGA CON LA FORZA DI 4 MILA TIR IGNORATA LA MAIL D' ALLARME DELL'HOTEL
È piombata sull' albergo alla velocità di cento chilometri orari con la stessa potenza di 4.000 Tir a pieno carico. Aveva una forza d' urto pari a 20 tonnellate per metro quadrato, una massa di 50 mila tonnellate, ed è stato praticamente impossibile per i muri dell' hotel sostenere una tale pressione.
HOTEL RIGOPIANO PRIMA DELLA SLAVINA 3 I numeri elaborati da Meteomont, il servizio nazionale di previsione neve e valanghe dei carabinieri forestali, dicono più di ogni descrizione. Il resort Rigopiano di Farindola si è trovato sulla traiettoria di un nemico che non avrebbe potuto fermare in nessun modo e che lo ha spostato in avanti di molti metri facendolo ruotare.
SLAVINA AL RIGOPIANO
«Aveva una capacità distruttiva enorme pur essendo medio-grande», per dirla con Valerio Segor, dirigente del Servizio di assetto idrogeologico dei bacini montani della Valle d' Aosta. E adesso si guarda con apprensione al resto della neve rimasta in cima. Una preoccupazione che riguarda tutto l' Appennino centrale dove il rischio valanghe è ritenuto molto alto, mentre è il maltempo a preoccupare nelle regioni meridionali, soprattutto in Calabria e Sicilia dov'è allerta rossa per il rischio idrogeologico (si sono registrati ieri allagamenti e frane). Alle prese con pessime condizioni meteo anche la Sardegna e poi c' è tutta l' area del Centro Italia ancora sotto scacco per la neve che ha isolato moltissime frazioni di montagna.
HOTEL RIGOPIANO 3 E ancora: per oggi pomeriggio il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha convocato una riunione sulle Grandi Dighe delle regioni colpite dal sisma e dal maltempo. Ci saranno la Protezione civile, il Consiglio superiore dei lavori pubblici, le Regioni coinvolte e i gestori che hanno la responsabilità dei controlli.
Si è scoperto ieri che dall'hotel undici ore prima della slavina era stato chiesto un intervento via email. L' amministratore Bruno Di Tommaso, alle 7 del mattino di mercoledì 18 gennaio, inviò infatti un messaggio di posta elettronica alla prefettura e alla Provincia di Pescara, al sindaco di Farindola e alla polizia provinciale segnalando una «situazione preoccupante» con telefoni fuori uso e ospiti «terrorizzati» usciti dall' albergo dopo le forti scosse di terremoto del giorno precedente e intenzionati a rifugiarsi nelle loro auto. Alle 17.30 dello stesso giorno l' hotel fu inghiottito dalla valanga.
SLAVINA AL RIGOPIANO La mail è nelle carte dell' inchiesta del procuratore aggiunto di Pescara Cristina Tedeschini che parla di «una settimana di tempo per fare un primo punto sulle indagini».
2 - "LA STRADA ANDAVA CHIUSA" E SPUNTA IL PRIMO ALLARME LANCIATO ALLE 7 DEL MATTINO
C'è un elemento nuovo a illuminare meglio la realtà di Rigopiano, dove, a detta del pm Cristina Tedeschini, è «assodato che fosse zona di valanghe». Un tempo, i 9 chilometri di strada che collegano il centro abitato di Farindola al resort, in presenza di neve erano considerati «a rischio». E si preferiva chiuderli al traffico piuttosto che garantirne la percorribilità.
HOTEL RIGOPIANO 1 Chi sa, tra i vertici delle amministrazioni locali, ne parla a mezza voce: «Sul ciglio c'è ancora il segnale stradale, pronto all'occorrenza». Ma così accadeva un tempo, appunto, quando Rigopiano non era ancora sinonimo di un albergo di lusso, la strada portava soltanto a una locanda nel cuore di una riserva naturale e a nessuno sarebbe venuto in mente di dannarsi per battere la neve in campo aperto. Le cose erano facili, al tempo: scendeva la neve, la sbarra bloccava la strada, la locanda chiudeva i battenti.
LA TRASFORMAZIONE
Tutto è cambiato, nel frattempo. Al posto di un antico casolare, trasformato in locanda negli Anni Sessanta, c'è ora un hotel di lusso che può accogliere fino a 200 ospiti. E dato che il resort è divenuto il pilastro dell'economia di Farindola, è impensabile chiudere la strada.
HOTEL RIGOPIANO 2
Ma come siano cambiate le cose, e perché, sulla base di quali ricchi investimenti, e in forza di quale abuso urbanistico poi sanato dal Comune, c'è stato un processo a raccontarlo. Quel dibattimento per il reato di corruzione a carico di ex amministratori locali di Farindola (non per l'abuso, che era conclamato) si concluse con un'assoluzione e una generale prescrizione. Ora che si indaga per omicidio colposo e disastro colposo, però, i carabinieri hanno rispolverato il fascicolo e lo leggeranno con altri occhi.
HOTEL RIGOPIANO 2 Per arrivare al resort c'era una strada «difficile», insomma. È diventata impraticabile e si è trasformata in una trappola mortale, però, perché da queste parti le turbine antineve non funzionano. Inutile lanciare l' allarme meteo se poi gli uffici provinciali non sono in grado di reagire e rendere praticabili le strade.
A Chieti, come ha scoperto il quotidiano locale «Il Centro», su una dotazione di sette turbine, cinque sono quelle scassate. A Pescara hanno una sola turbina ed è rotta dal 6 gennaio. La Provincia si difende agitando il suo bilancio ridotto all' osso.
HOTEL RIGOPIANO 2 E c' è una curiosità che sembra darle ragione: tre mesi fa la Corte Costituzionale ha dato ragione proprio alla Provincia di Pescara in conflitto con la Regione Abruzzo perché non aveva ricevuto i fondi necessari a garantire il trasporto degli studenti disabili. Un servizio considerato essenziale che non può essere subordinato al pareggio di bilancio.
L' indagine dei pm ha intanto accertato che la strada di accesso all' hotel era ancora aperta la sera di martedì 17 quando va via una coppia di ospiti che si è spaventata per il maltempo, e con loro il direttore dell' albergo Bruno Di Tommaso. Lo spalaneve provinciale fino a quel momento ha fatto il suo dovere. È nella notte che riprende a nevicare.
HOTEL RIGOPIANO 2
Il giorno dopo, già alle 7 del mattino è chiaro che uno spalaneve qualsiasi non sarebbe stato più sufficiente.
«A Rigopiano non si va», dice un dirigente della sala operativa. Comincia la ricerca affannosa di un' altra turbina visto che la loro è rotta, ma a quel punto l' intero Abruzzo è in tilt .
Le scosse e la paura Nel frattempo arrivano le scosse telluriche e all' albergo si spaventano. Il proprietario decide che è ora di far andare via tutti, clienti e personale.
Un gruppo in arrivo di 7 persone è pregato di tornare indietro. Gli altri preparano le valigie e si sistemano nella hall. Viene promessa una turbina per le 15 e però l' intervento salta. Alle 15,44, Di Tommaso manda una mail di sollecito al sindaco, al prefetto e al presidente della Provincia. «I clienti - scrive - sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all' aperto. Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli, ma non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina». Conclude che i duecento metri del viale privato sono stati ripuliti e chiede «di predisporre un intervento».
I SOCCORSI ALL HOTEL RIGOPIANO 9
Ma il presidente della Provincia Antonio Di Marco vedrà quel messaggio soltanto il giorno dopo. «È una mail ininfluente - dirà poi -. Nessuno l' ha sottovalutata per il semplice motivo che io alle 14 avevo incontrato la sorella dei proprietari e avevo dato loro rassicurazioni che entro la serata sarebbe andata una turbina a liberare la strada». Si garantisce un intervento per le 19. Arriverà prima la slavina mortale.
3 - LA RICHIESTA DAL RESORT: SITUAZIONE PREOCCUPANTE
HOTEL RIGOPIANO SALVATAGGIO «La situazione qui è diventata preoccupante. Ci sono 2 metri di neve e gli ospiti non possono ripartire, sono terrorizzati e sono disposti a trascorrere la prossima notte in auto». Sono queste le parole che Bruno Di Tommaso, l' amministratore dell' hotel Rigopiano, scrive a prefettura e Provincia di Pescara, al sindaco di Farindola e alla polizia provinciale chiedendo un intervento urgente.
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