9 dicembre forconi: 11/13/19

mercoledì 13 novembre 2019

BERLINO VUOLE COMMISSARIARE LA BCE

APPELLO DI QUATTRO BANCHE CENTRALI ALLA LAGARDE, CHE NEMMENO SI È INSEDIATA E GIÀ SI TROVA ASSEDIATA: ''SERVE PIÙ COLLEGIALITÀ NELLE DECISIONI''.

LA TENDENZA ACCENTRATRICE DI MARIO DRAGHI HA PERMESSO ALLA BCE DI FARE CIÒ CHE ANDAVA FATTO PER CONTRASTARE LE EMERGENZE.

MA IL SECONDO QUANTITATIVE EASING VISTO DA MOLTI COME IL FUMO NEGLI OCCHI, HA FINITO PER DARE LA STURA AL MALESSERE DI CHI, PER ANNI, HA DOVUTO INGOIARE ROSPI SENZA FIATARE

Rodolfo Parietti per “il Giornale

christine lagardeCHRISTINE LAGARDE
Neanche il tempo di accomodarsi, e già la poltrona di Christine Lagarde scotta. A poche ore dalla riunione di domani, c' è subito una bella gatta da pelare per la presidente della Bce: secondo la ricostruzione del Financial Times, pare che quattro funzionari, in rappresentanza di altrettante banche centrali nazionali componenti il board, abbiano depositato sulla scrivania dell' ex capo del Fondo monetario internazionale la richiesta di rottamare l' aspetto più peculiare - e più avversato dai falchi - della gestione di Mario Draghi. Ovvero, l' invito esplicito a ricondurre l' asse delle decisioni nell' alveo della collegialità ogni qualvolta si dovranno prendere decisioni di politica monetaria.

Ciò ha un significato preciso: le scelte di alto profilo, quelle che più impattano sulla gestione dell' Eurotower - dai tassi d' interesse alle misure non convenzionali tipo il Qe, fino agli strumenti di supporto alle banche come gli Ltro e Tltro -, vanno fatte passare dal voto di ogni singolo componente del direttivo, composto dai 19 leader dei vari istituti centrali nazionali e dai 6 membri del comitato esecutivo, tra cui lo stesso presidente. Esattamente il contrario rispetto a quanto imposto dall' ex governatore di Bankitalia, abituato fin dai tempi del «Whatever it takes» ad annunciare le linee-guida dell' istituto centrale senza passare prima dalla discussione in consiglio.
MARIO DRAGHI CHRISTINE LAGARDEMARIO DRAGHI CHRISTINE LAGARDE

La tendenza accentratrice di Super Mario ha permesso alla Bce di fare ciò che andava fatto per contrastare le emergenze. Ma è palese che la parte terminale del suo mandato, contrassegnata oltretutto dal varo del Qe 2.0 visto da molti come il fumo negli occhi, abbia finito per dare la stura al malessere di chi, per anni, ha dovuto ingoiare rospi senza (quasi) fiatare. Quanto successo in occasione della riunione di settembre ha offerto la plastica rappresentazione di una frattura insanabile, con le voci fuori dal coro del direttore d' orchestra a esprimere con forza, e fuori dalla segrete stanze, note dissonanti. Nonostante Draghi abbia cercato di minimizzare i contrasti interni, già le clamorose dimissioni, con un anticipo di due anni, della tedesca Sabine Lautenschläger avevano mostrato il contrario.

Oggi la Lagarde si trova a gestire un board spaccato a metà, a dar retta agli spifferi che indicavano in almeno dieci i membri contrari all' ultima tornata di misure. Di sicuro, il mancato rinvio del nuovo round di acquisto titoli (20 miliardi di euro al mese con la formula open ended) ha portato sulle barricate non solo i custodi dell' ortodossia monetaria come la Bundesbank di Jens Weidmann e i suoi alleati (Austria, Olanda ed Estonia), ma anche Francia e Slovenia.
jens weidmann christine lagardeJENS WEIDMANN CHRISTINE LAGARDE
E perfino il numero uno della Banca d' Italia, Ignazio Visco, ha storto il naso di fronte a tassi sempre più negativi.

Il repentino pressing sull' ex direttore del Fmi conferma l' urgenza dell' ala dura di cambiare in fretta i connotati della Bce. L' alibi è quello di rendere l' istituto di Francoforte simile alla Fed e alla Bank of England, dove il voto di ogni singolo consigliere viene reso pubblico. È una moral suasion che forse sfonda una porta aperta: la Lagarde, come ha avuto modo di spiegare, intende favorire «il lavoro di squadra». Un cambio di passo che potrebbe spostare gli equilibri interni verso una politica meno accomodante. Domani vedremo se il «gufo saggio», come si è di recente definita, ha già il piumaggio del falco.
mario draghi christine lagardeMARIO DRAGHI CHRISTINE LAGARDE
Fonte: qui

L’INCONTRO TRA CONTE E MERKEL SU MIGRANTI, LIBIA, NATO E UNIONE BANCARIA SI E’ SVOLTO IN GRANDE “SINTONIA”.

IL CHE VUOL DIRE CHE L’INCUL**A E’ DIETRO L’ANGOLO 
LA GERMANIA VUOLE SPINGERE SULL’UNIONE BANCARIA(PERCHE' ALCUNE BANCHE TEDESCHE SONO TECNICAMENTE FALLITE ... IN PRIMIS DEUTSCHE BANK) FACENDO IN MODO CHE LE BANCHE EUROPEE SIANO DOTATE DI UN SISTEMA COMUNE DI ASSICURAZIONE SUI DEPOSITI(EHEHEHEHEH ...)
D.Pir. per “il Messaggero”

ANGELA MERKEL E GIUSEPPE CONTEANGELA MERKEL E GIUSEPPE CONTE
Sintonia(leggasi "incul**a"). E' questa la parola chiave dell'incontro di ieri fra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Sintonia su migranti, Libia, Nato, Unione bancaria. Assieme a un confronto sullo spinoso dossier Arcelor Mittal. Il tutto condito con un messaggio chiaro per Bruxelles: la nuova coalizione sostiene l'approccio «critico ma costruttivo» dell'Italia nei confronti dell'Europa.

Conte ha accolto la cancelliera tedesca Angela Merkel a Roma mostrando grande apertura. Il premier non ha nascosto le divergenze su alcuni dossier, ma ha ribadito la comune volontà di lavorare insieme per affrontare le grandi sfide europee e combattere le «intolleranze» e le «forze disgregatrici» in seno all'Europa. Conte ha inoltre rivendicato anche la sua autonomia di pensiero, a prescindere dalla coalizione che lo sostiene.

L'AUTONOMIA
conte merkelCONTE MERKEL
«Se avrete la bontà di comparare i discorsi e le posizioni del sottoscritto assunte nel precedente esecutivo - ha detto rispondendo ai giornalisti in conferenza stampa - e quelle che esprimo in questo non vedrete differenze. Anche sul piano dell'approccio all'immigrazione ho sempre ritenuto che si dovesse partire dai diritti fondamentali di queste persone che soffrono e cadono in mano ai trafficanti di esseri umani».

Con la cancelliera la sintonia è tale che Conte si confronta anche sul delicatissimo dossier Arcelor Mittal. «Ci siamo ripromessi una cooperazione per cercare di confrontarci sulle soluzioni più avanzate dal punto di vista tecnologico e condividere le conoscenze» nel settore siderurgico, dice. Molto rispetto anche su dossier delicati come quello delle banche.

CONTE MERKELCONTE MERKEL
«L'intero governo federale è del parere che l'Unione bancaria deve essere portata avanti, per garantire la stabilità dell'euro questo è fondamentale», ha sottolineato la Cancelliera rispondendo a una domanda sulla proposta del suo ministro delle Finanze, Olaf Scholz, che ha suggerito di superare lo stallo per il completamento dell'Unione bancaria facendo in modo che le banche europee siano dotate di un sistema comune di assicurazione sui depositi. Una proposta che non ha trovato d'accordo il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.

«La garanzia sui depositi(leggasi "incul**a"- ha sottolineato Merkel - è di grande significato per dimostrare la nostra forza come mercato interno. Sono assolutamente a favore di questo, sono anche per il perfezionamento dell'Unione bancaria. Il nostro ministro delle Finanze ha presentato una sua proposta molto schietta, chiara, netta, per dare un nuovo impulso al progetto. Concerteremo i particolari in seno al governo federale ma dobbiamo procedere».

Olaf Scholz nuovo ministro delle FinanzeOLAF SCHOLZ NUOVO MINISTRO DELLE FINANZE
Conte si è limitato a ribadire che il Parlamento italiano ha vincolato il governo a procedere secondo una «logica di pacchetto che comprende Esm, bilancio dell'Eurozona, Edis (sistema europeo di assicurazione dei depositi , ndr). E su questo l'Italia continuerà a mantenere il punto».

Posizioni concordi fra Italia e Germania anche sulla Nato - dopo lo schiaffo del presidente francese Emmanuel Macron che l'ha definita «in stato di morte cerebrale» - e sull'immigrazione, che vede la Germania «in prima linea». «Voglio ringraziare pubblicamente il governo tedesco perché in materia di migrazioni non ha fatto mancare il suo aiuto all'Italia. La Germania, se parliamo di sensibilità sul quadro complessivo dei problemi e l'esigenza della redistribuzione, è un Paese in prima linea e questo va riconosciuto», ha detto il premier. Ringraziamenti che la cancelliera restituisce «per l'impegno dell'Italia sulla Libia». E a meno di un mese dal prossimo vertice Nato sottolinea come l'Alleanza atlantica resti «un pilastro della politica internazionale».
roberto gualtieriROBERTO GUALTIERI

Un confronto sereno, dunque, che non viene incrinato neanche dalle aspre parole del leader della Lega Matteo Salvini pronunciate prima ancora del faccia a faccia con Merkel. «Mi aspetto che l'Italia faccia l'Italia - ha detto il leader del Carroccio - e che non ci sia l'ennesima resa incondizionata da parte di questo governo di sinistra». Fonte: qui