9 dicembre forconi: 11/22/17

mercoledì 22 novembre 2017

“PAGHI UN CENTESIMO O STACCHIAMO LA CORRENTE”

INCREDIBILE E VERGOGNOSA STORIA IN PROVINCIA DI PORDENONE DOVE LA “AUDAX ENERGIA” PER UN CENTESIMO INVIA UN’INGIUNZIONE A UNA DONNA RIMASTA VEDOVA DA UNA SETTIMANA 

Lorenzo Padovan per “la Stampa”

Audax energiaAUDAX ENERGIA
Paghi un centesimo entro due settimane o le staccheremo la corrente. Quando la scorsa settimana Elisa Carrer, 65 anni, di Prata (Pordenone) ha aperto la busta della raccomandata che la postina le aveva appena notificato - con tanto di ricevuta di ritorno, così da poter far decorrere i termini di legge per la messa in mora - non poteva credere ai propri occhi.

Solo pochi giorni prima aveva accompagnato al cimitero, per il suo ultimo viaggio terreno, il marito Adolfo Rossetto, titolare di quell' utenza elettrica cui la comunicazione faceva riferimento. Perentoria la richiesta di Audax energia di Vinovo (Torino): scaduto inutilmente il termine del 3 dicembre bisognerà pagare 53 euro per operazioni di chiusura per morosità, altrettanti per la riattivazione della fornitura, ulteriori 50 euro per oneri amministrativi. Un salasso per il mancato versamento di una sola monetina di rame che lo stesso governo ha in animo di abolire al più presto.

Audax energia e l ingiunzione per un centesimoAUDAX ENERGIA E L INGIUNZIONE PER UN CENTESIMO
Leggendo le cifre l'anziana è sbiancata: «Mi sembrava uno scherzo, ma con mio marito morto pochi giorni prima tutto avevo voglia di fare tranne che di sorridere - ha fatto sapere la donna -: due pagine fitte di norme e di sanzioni perché a loro non risultava pagato un singolo centesimo scaduto il 20 ottobre scorso».

Nella vicenda è intervenuto a gamba tesa il cognato Franco, che ha sollevato il caso a livello nazionale, sollecitando l' intervento delle istituzioni: «È vergognoso, ma siamo in Italia e non mi stupisco più di nulla - ha spiegato -: noi siamo fermamente orientati a non saldare, perché c'erano mille altri modi per addebitare quel centesimo, primo fra tutti quello di imputarlo semplicemente nella prossima bolletta.

In quel documento staremo peraltro ben attenti che non venga inserito il costo della raccomandata e della notifica postale, perché non pensiamo che l'azienda, che ci dà la caccia per un centesimo, sia così magnanima da accollarsi gli oneri per l' avvio ufficiale della procedura preliminare della messa in mora».

La vedova teme, tuttavia, conseguenze peggiori e nei prossimi giorni deciderà se recarsi in banca e saldare con bonifico - unica modalità prevista -: un' operazione dal costo di cinque euro per scongiurare rogne future. «Manca solo che mi debba prendere un avvocato per gestire questo intrigo - ha riferito -: allo sportello comunque mi rideranno tutti dietro». Il Codacons questa mattina presenterà un esposto alla Procura mentre la società ieri ha fatto sapere che sta verificando come possa essersi generata quel tipo di richiesta inusuale.

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"HA AVUTO IL CICLO, È STRESSATA" INVECE’ E’ UN ANEURISMA. UNA 14ENNE MUORE A ROMA DOPO UNA DIAGNOSI SBAGLIATA

ALL’OSPEDALE PERTINI E’ STATO SOMMINISTRATO ALLA RAGAZZINA UN SEMPLICE ANTIDOLORIFICO 

LA SCOPERTA DELL’ERRORE DOPO UNA TAC E LE INSISTENZE DELLA MADRE

LA PROCURA APRE UN’INCHIESTA PER OMICIDIO COLPOSO

Edoardo Izzo per la Stampa

OSPEDALEOSPEDALE
È entrata nella sua classe alle otto e mezza di mattina del 4 novembre scorso e, pochi minuti dopo l' inizio della lezione, ha iniziato a sentirsi male fino a crollare a terra e a perdere i sensi. Ma questo era solo l' inizio del dramma. 

Una volta soccorsa, infatti, una ragazzina romana di 14 anni è stata portata all' ospedale Pertini di Roma dove i medici invece di diagnosticarle immediatamente un aneurisma celebrale l' hanno stesa su un lettino del pronto soccorso e, dopo averle messo una flebo con semplice soluzione fisiologica e averle somministrato qualche antidolorifico, hanno dato il loro responso: è stressata, deve riposare. Ma non solo. Gli stessi medici, parlando con la mamma della ragazza, avrebbero aggiunto: «Ha avuto il ciclo mestruale da poco. È normale che sia stressata, lasciamo che si riprenda».
ANEURISMA 4ANEURISMA 

Eppure i segnali erano più che evidenti: la ragazza era arrivata al Pertini in stato di incoscienza, ma prima di svenire aveva perso sangue sia dalla bocca sia dalle orecchie.
E - proprio in stato di incoscienza - la giovane vittima è rimasta sul letto d' ospedale senza alcun' altra cura per quasi tre ore. Cioè fino a quando - dopo l' insistenza della madre - i medici hanno effettuato una tac.

Alla scoperta dell' aneurisma è stato ordinato l' immediato trasferimento in ambulanza (e non in elisoccorso) all' ospedale Bambino Gesù. Le condizioni disperate non hanno permesso il miracolo, e proprio nell' ospedale cattolico la ragazza è spirata il 6 novembre, due giorni dopo, a seguito di un delicatissimo intervento chirurgico.

La procura di Roma dopo la denuncia dei familiari della giovane ha aperto un fascicolo di indagine con ipotesi di reato omicidio colposo a carico di ignoti. Gli inquirenti hanno disposto un' autopsia che darà i suoi risultati definitivi entro sessanta giorni. Un esame autoptico che sarà utile per individuare eventuali responsabilità da parte dei medici in una storia in cui sembrano emergere errori nei tempi e nei modi di intervento.
Secondo la denuncia la giovane si sarebbe sentita male poco dopo essere entrata a scuola al liceo classico Orazio.

Avrebbe iniziato a perdere prima bava dalla bocca, poi sangue dalla bocca e dalle orecchie e infine - dopo aver detto ai compagni di classe di non sentirsi bene - si sarebbe accasciata a terra. Poco dopo è stata trasportata all' ospedale Pertini.
OSPEDALE PERTINIOSPEDALE PERTINI

Lì, raggiunta dalla madre, sarebbe rimasta in osservazione per oltre due ore. E, proprio all' ospedale dopo le insistenze della mamma - alle quali i medici rispondevano che la ragazza aveva solo un problema di stress - intorno all' ora di pranzo è stata effettuata la tac che ha evidenziato una violenta emorragia celebrale. Solo a quel punto gli stessi medici hanno disposto il trasferimento all' ospedale pediatrico dove, dopo tre interventi chirurgici di craniotomia, la giovane è morta poco dopo le 20 del 6 novembre.

«Siamo in presenza di una tragedia che ha colpito una ragazza assolutamente sana fino a quel momento», ha affermato il legale della famiglia, l' avvocato Giuseppe Rombolà che ha concluso: «Forse un intervento più tempestivo avrebbe potuto salvarla, comunque non cerchiamo vendetta, ma solo verità. Aspettiamo i magistrati».

ospedaleOSPEDALE
Intanto si muovono sia il ministero della Salute sia la Regione Lazio. Il ministro, Beatrice Lorenzin, ha infatti disposto l' invio di una task force al Pertini per accertare quanto accaduto. Dal canto suo la Regione ha invece aperto un' indagine interna, richiedendo al direttore generale della Asl Roma 2, ove ricade l' ospedale Pertini, una relazione dettagliata sull' accaduto.

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LA MINISTRA FEDELI CONTESTATA ALLA BICOCCA DAGLI STUDENTI: “BASTA LAVORARE GRATIS. FEDELI VAI A LAUREARTI”

IRRUZIONE NELL’AULA MAGNA PER L’INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO

Raffaello Binelli per Il Giornale

Momenti di forte tensione all'Università Bicocca di Milano, dove oggi si inaugurava l'anno accademico alla presenza del ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli. Alcuni studenti hanno tentato di fare irruzione nell'aula magna con bandiere e striscioni. Per evitare guai peggiori sono stati fatti entrare e a uno di loro è stata data la parola.

fedeli contestata bicoccaFEDELI CONTESTATA BICOCCA
"Siamo studenti - ha detto parlando al microfono - che il ministero ha deciso di sfruttare con l’alternanza scuola-lavoro. L’alternanza è l’utilizzo di manodopera gratis all’interno delle aziende e non si può dire che questo è colpa delle singole scuole perché se il ministero non riesce a creare barriere di tutela allora il ministero dell’Istruzione ha fallito. Se alternanza scuola lavoro deve essere percorso formativo perché ci mandate in aziende non idonee?" .

Gli studenti contestano anche i "licei brevi" perché "questa deriva porterà la scuola a un modello nozionistico che non sviluppa l’aspetto fondamentale: la capacità di analizzare criticamente il presente". Alla protesta hanno partecipato il collettivo Ccs, Rete Studenti e Casc. "A lavorare gratis non ci stiamo - hanno scandito al megafono - non vogliamo sfruttamento ma formazione. Chiediamo che il ministro Fedeli esca dall'università". Un modo di fare, questo, che non è nuovo in certi ambienti studenteschi (e politici), dove si contesta cercando di allontanare le persone e di negare loro il diritto di parola.
fedeli contestata bicocca 1FEDELI CONTESTATA BICOCCA 1

Spintoni, urla e pugni sulle porte anti-panico d'ingresso. E la pretesa di entrare per boicottare l'inaugurazione, anche se la scusa era quella di prendere la parola: "Siamo studenti, ci sono posti vuoti e vogliamo entrare ad assistere", ha urlato una rappresentante del Coordinamento collettivi studenteschi. "Gli studenti preparino un comunicato per farci sapere le loro ragioni", ha risposto il rettore Cristina Messa dal palco nel corso della cerimonia, che ha subito delle interruzioni. "Basta, basta, basta. È tempo di riscatto", urlava una portavoce.

Poi un ragazzo ha fatto irruzione in aula ed è stato portato via a braccio. Un'altra ragazza ha urlato al ministro dell'Istruzione Fedeli, nel momento in cui stava entrando: "Vai a laurearti! Un bel vaffa... alla ministra Fedeli. Finisca il liceo lei anziché non farlo finire a noi".

fedeli contestataFEDELI CONTESTATA
A un certo punto è stato mostrato uno striscione con la scritta "Marcio come i vostri accordi". Un altro ragazzo al megafono ha scandito queste parole: "Non ci stiamo più. Chiediamo diritti e dignità. Il 16 dicembre ci saranno gli Stati generali dell'alternanza scuola-lavoro. Ci stufiamo di lavorare gratis. Questo è un meccanismo per arricchire chi è già ricco e impoverire il nostro percorso di studi".

FEDELIFEDELI
"Le cose che avete detto stanno già nel dibattito con gli studenti - ha detto il ministro prendendo la parola dopo la contestazione -. Ci sono dei dati oggettivi: quando è stata fatta la giornata nazionale, delegazioni sono state ricevute anche dal mio ministero. Se questa è una concessione? No, è dialogo per risolvere i problemi. L'alternanza scuola-lavoro, essendo un'innovazione didattica, fa parte della formazione e nessuno studente o studentessa può essere utilizzata in modo improprio".

E ancora: "Rimaniamo con opinioni differenti. Questo non è un problema che si può risolvere in questo. Ciascuno democraticamente dice la propria opinione. Penso che il mio ministero debba lavorare con più forza e qualità", ha aggiunto la Fedeli replicando alle provocazioni dei manifestanti. Il portavoce degli studenti poco prima le aveva contestato che "le sue scelte, ministro Fedeli, porteranno a una deriva per la scuola, che diventerà soltanto nozionisti

“L’OSSIGENO POTREBBE ESSERE FINITO”

SALE LA PAURA IN ARGENTINA PER IL SOTTOMARINO “ARA SAN JUAN”, SPARITO SENZA LASCIARE TRACCIA DA UNA SETTIMANA 

SONO STATI MOBILITATI CENTINAIA I MARINAI, PILOTI E VOLONTARI E A SUPPORTO SONO ARRIVATE NAVI DA MEZZO MONDO: MA SI STA CERCANDO UNO SCAFO DI 40 METRI IN UN'AREA GRANDE COME L'ITALIA...

Rocco Cotroneo per il “Corriere della Sera”
sottomarino argentino scomparsoSOTTOMARINO ARGENTINO SCOMPARSO

Falsi allarmi, segnali nell'etere e nei sonar che non sono mai esistiti mettono a dura prova i nervi dei familiari. Si fanno ipotesi e scenari di ogni tipo. «Possono resistere ancora molti giorni», «No, sta finendo l' ossigeno». L' unica certezza finora è che il sottomarino ARA San Juan non si trova, non ha lasciato alcuna traccia reale da quando è sparito ed è quasi passata una settimana.

Un mistero assoluto. L'Argentina prega, a partire dal suo cittadino più illustre in Vaticano. E sono centinaia i marinai, piloti e volontari che si stanno dedicando attivamente alla ricerca. Decine di navi e aerei sono giunti da tutto il Sudamerica, insieme ai mezzi più sofisticati in dotazione alla marina Usa e a quella britannica, i vicini-nemici che controllano le isole Falkland, scenario dell' ultima guerra in questi mari gelidi. Come per i famosi 33 minatori cileni nel 2010, poi tutti salvati dalla tecnologia, la sorte dei 44 marinai tiene con il fiato sospeso l'Argentina.
sottomarino argentino scomparsoSOTTOMARINO ARGENTINO SCOMPARSO

Notizie ufficiali e «fake» si alternano sui social network, i media corrono in cerca di opinioni di tecnici, militari e persino psicologi, per spiegare come si può resistere in una situazione così estrema in fondo all'oceano, o per dare un sostegno ai familiari. Poiché la Marina non ha mai diffuso la lista ufficiale dell' equipaggio, le storie personali di alcuni dei 44 sono emerse spontaneamente per iniziativa di parenti e amici.

Molti di loro sono a Mar del Plata, la base della marina militare dove il sottomarino sarebbe dovuto arrivare nel suo viaggio dalla Terra del Fuoco. Attendono notizie, sperano e pregano. Qualcuno passa molte ore sulla spiaggia, scrutando l'orizzonte, sperando che l'occhio arrivi laddove la tecnologia non riesce.

sottomarino argentino scomparsoSOTTOMARINO ARGENTINO SCOMPARSO
Vero che i marinai di un sottomarino, proprio come i minatori, sono abituati a situazione estreme, ma se fosse confermata l'indicazione che lo scafo ha soltanto sette giorni di scorte di ossigeno - e ne sono passati sei dall'ultimo segnale arrivato a terra - la sensazione di essere prossimi all'epilogo più tragico è inevitabile.

«Sette giorni se l'ARA San Juan non fosse mai riuscito ad emergere in superficie, per ricaricare l'ossigeno - specificano alla Marina - ma anche su questo non vi è alcuna certezza». Dopo i falsi segnali radio e gli impulsi sonar, ieri è stata la volta dell'avvistamento di presunti bagliori di razzi di emergenza. Anche in questo caso, è stato prontamente smentito che si tratti di tracce del San Juan.

sottomarino argentino scomparsoSOTTOMARINO ARGENTINO SCOMPARSO
L'unica buona notizia delle ultime ore è il miglioramento del tempo. Finora venti forti e onde alte fino a otto metri nell' Atlantico dei sud hanno reso quasi inutile il lavoro di scandaglio del fondo dell'oceano in cerca di tracce dello scafo, unica cosa che resta da fare una volta stabilito che segnali radio non ne sono arrivati. Se l'ARA San Juan fosse a galla, difatti, avrebbe potuto comunicare.

Strano anche che non sia riuscito in alcun momento, nemmeno all'inizio dell' avaria, a sganciare le cosiddette Epirb, boe di emergenza che trasmettono sos con triangolazioni satellitari. Si tratta di dispositivi con lunga autonomia e che non dipendono da un eventuale black out totale del sottomarino.

sottomarino argentinoSOTTOMARINO ARGENTINO
«Se troviamo lo scafo e sono ancora vivi, li tiriamo fuori tutti senza problemi», assicurano i tecnici americani che hanno fatto arrivare ieri una capsula di salvataggio la quale, attaccata a una nave appoggio, sarebbe in grado di evacuare i marinai del San Juan a sedici alla volta, a patto che la profondità non superi i 200 metri. Il problema appunto è trovare un oggetto lungo una quarantina di metri in un'area di ricerca delle dimensioni della penisola italiana. Tenendo conto che i sottomarini sono concepiti proprio per non essere facilmente trovati da altri mezzi.

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OGGI A SOCHI PUTIN OSPITA ERDOGAN E ROHANI. CON TURCHIA E IRAN VUOLE RIDISEGNARE I GIOCHI DI POTERE NELLA SPONDA SUD DEL MEDITERRANEO

INCONTRO A SORPRESA CON ASSAD E TELEFONATE CON TRUMP, NETANYAHU E RE SALMAN DELL'ARABIA SAUDITA

Giuseppe Agliastro per La Stampa

assad putinASSAD PUTIN
Putin è pronto a raccogliere i frutti dell' intervento militare russo in Siria. Dopo aver ribaltato le sorti del conflitto a favore del regime di Damasco, lunedì il leader del Cremlino ha incontrato in gran segreto Bashar al Assad: il presidente siriano che probabilmente non sarebbe più tale senza i raid aerei russi lanciati nel settembre di due anni fa. I due alleati si sono abbracciati lunedì a Sochi alla vigilia di un evento che potrebbe essere una solenne conferma del ruolo fondamentale svolto da Mosca nelle trattative per plasmare il futuro ancora incerto del paese levantino.
vladimir putin con hassan rohaniVLADIMIR PUTIN CON HASSAN ROHANI

La città russa sul Mar Nero ospiterà infatti oggi un vertice sulla Siria dei capi di Stato di Turchia, Russia e Iran: una sorta di Yalta del Medio Oriente in cui Putin sarà più di un semplice padrone di casa alla ricerca di soluzioni alla crisi che siano condivise anche da Erdogan e Rohani. La centralità della Russia nella questione siriana è riconosciuta da tutti.

PUTIN ERDOGANPUTIN ERDOGAN
E nelle tre ore a tu per tu con Assad, Putin ha sottolineato che «la lotta al terrorismo in Siria è prossima alla fine»: segno che per il Cremlino si avvicina non solo la sconfitta dell' Isis, ma anche il momento di tirare le somme. E questo al di là delle indiscrezioni dei media secondo cui il presidente russo vorrebbe completare l' operazione in Siria in dicembre lasciando sul terreno solo uomini e mezzi necessari per il funzionamento delle basi militari.
PUTIN SALMANPUTIN SALMAN

Russia, Turchia e Iran sono i tre Paesi che in questi mesi hanno promosso i negoziati di Astana e la creazione di quattro zone di de-escalation in Siria, un modo per porre le basi per le future sfere di influenza. Mosca e Teheran appoggiano le truppe governative, mentre Ankara alcuni gruppi di ribelli. Il pomo della discordia al momento è però la questione curda: Putin ha invitato i curdi al Congresso di Dialogo nazionale da lui sponsorizzato. Ma i turchi non hanno gradito e hanno fatto saltare una riunione inizialmente in programma il 18 novembre.

putin netanyahu 2PUTIN NETANYAHU 
Un compromesso però si può sempre trovare: l' approccio del Cremlino è pragmatico e Putin continua a tenere attivo il filo delle comunicazioni anche con Donald Trump e il re saudita Salman, con i quali ieri ha discusso al telefono in vista del vertice di oggi. Ma il presidente russo ieri ha parlato di Siria anche col premier israeliano Netanyahu, che teme l' influenza iraniana nel Paese, accresciuta dal «corridoio sciita» fra Baghdad e Damasco, ed è interessato a una zona di de-escalation a sud, vicino al confine con la Giordania.

donald trump e vladimir putin si stringono la manoDONALD TRUMP E VLADIMIR PUTIN SI STRINGONO LA MANO
Lo stesso riservatissimo faccia a faccia con Assad - annunciato solo quando il Presidente siriano aveva fatto già ritorno in patria - è un simbolo del successo di Putin. Uno dei momenti più significativi è stato l' incontro tra Assad e i generali russi. «Vorrei presentarle delle persone che hanno svolto un ruolo chiave nel salvare la Siria», ha detto Putin al presidente siriano. Un modo per ricordare ad Assad che se è ancora in sella lo deve principalmente a Mosca

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IL SUICIDIO DEL GENERALE GUIDO CONTI SI TINGE DI GIALLO, ANZI DI NERO, COME IL PETROLIO

UN ANONIMO, CON VOCE CONTRAFFATTA, HA CHIAMATO UN QUOTIDIANO ONLINE ABRUZZESE DUE ORE PRIMA DELLA MORTE DEL GENERALE E RIVELAVA LE SUE DIMISSIONI DALLA TOTAL

IL GIORNO PRIMA HA CANCELLATO TUTTI I DATI DAL SUO COMPUTER, E LA PROCURA NON ESCLUDE UNA PISTA 'COMPLOTTISTA': HA INTERROGATO 5 DIRIGENTI DELLA TOTAL, DOVE LAVORAVA DA SOLE 2 SETTIMANE. RIGOPIANO NON C'ENTRA, COME HANNO DETTO I FAMILIARI

1. IL MISTERO DELL'EX GENERALE SUICIDA «HA CANCELLATO I DATI DEL COMPUTER»

P.Iav e G.Sg. per il Messaggero

guido contiGUIDO CONTI
Non doveva sparire soltanto lui. Nella tomba voleva portare tutti i suoi segreti. L'ex generale del carabinieri forestali Guido Conti, 58 anni, sparatosi un colpo di pistola alla testa vicino a Sulmona, il giorno prima del suicidio aveva fatto cancellare dati e file del suo computer. 

I più recenti, particolare che accredita la pista di qualcosa successo negli ultimi 15 giorni della sua vita. Dalla data dell'assunzione alla Total, come addetto alla sicurezza e alla tutela dell'ambiente, al pomeriggio del suo suicidio.

Non sarà facile recuperare file e mail di quel computer anche per i più esperti cyber investigatori, perché Conti aveva cercato con cura il modo di far sparire quelle tracce informatiche. 

Giovedì, il giorno prima del suicidio, l'ex generale si era recato in un'azienda di informatica di cui era cliente da anni, chiedendo l'azzeramento della memoria del suo Pc.

TECNICI ESPERTI
GUIDO CONTIGUIDO CONTI
Non una pulizia semplice, ma una tramite Eraser, un programma cioè di sovrascrittura che cancella definitivamente i file senza possibilità di recuperarli da parte anche di tecnici esperti. «Si è presentato qui alle 9,30, aveva fretta e non era il solito Guido - racconta il proprietario del negozio - è tornato due volte e ha ritirato il pc (di quelli fissi) poco dopo le 11, tant'è che la procedura di cancellazione forse non è stata totale».

A questa speranza si aggrappano gli inquirenti che hanno disposto una perizia tecnica su tutti i dispositivi in possesso di Conti: telefoni aziendali e personali, iPad e computer portatili e fissi. Ma sarà difficile ottenere informazioni utili perché il processo di cancellazione parte dagli ultimi file utilizzati, verosimilmente quelli che interessano agli inquirenti.

LA NUOVA PISTA
Ecco perché la procura di Sulmona, lasciando da una parte il rimorso di Rigopiano di cui parla una delle lettere di Conti, ora più che altro sta fiutando la pista del petrolio. Al punto di aver già sentito come testimoni cinque dirigenti della Total che avevano avuto contatti con l'ex generale nel suo breve periodo di lavoro nella compagnia petrolifera.

Tutti hanno riferito di aver visto una persona turbata, ma nessuno - in due sole settimane di vicinanza - sarebbe riuscito a capire cosa angosciava l'ex generale. 

Un altro mistero è la telefonata ricevuta da un quotidiano online abruzzese alle 15 di venerdì scorso. Un anonimo, con voce contraffatta, rivelava le dimissioni di Conti dalla Total. Fino ad allora la notizia era conoscenza solo di pochi intimi e nessuno aveva interesse a diffonderla.
GUIDO CONTI CONTRO I REATI AMBIENTALIGUIDO CONTI CONTRO I REATI AMBIENTALI

ANCORA VIVO
Fatto sta che il generale era ancora vivo, seppur con il proposito di mettere fine alla sua vita. Cosa che sarebbe avvenuta una o due ore dopo. Una coincidenza terribile. Intanto, come già anticipato dal Messaggero, è arrivata la conferma che Conti non era indagato per Rigopiano.


EX GENERALE SUICIDA: ASCOLTATI 5 DIRIGENTI TOTAL

(ANSA) - Cinque dirigenti dello staff della compagnia petrolifera Total sono stati ascoltati ieri dagli investigatori sul caso della morte dell'ex generale Guido Conti. Secondo quanto si è appreso non sarebbero emerse tesi 'complottiste', considerando che oltretutto l'incarico del generale è stato troppo breve, appena una quindicina di giorni. I rappresentanti della Total hanno poi partecipato ai funerali che si sono svolti a Sulmona (L'Aquila).

TOTAL ERGTOTAL ERG
Le indagini proseguono in modo celere: sono state ascoltate anche persone del paese che hanno incontrato il generale poco prima del suicidio e nei giorni precedenti. Tutti avrebbero confermato che negli ultimi tempi Conti era turbato, ma nessuno ha saputo spiegare il perché. In riferimento alle attività future nell'ambito dell'inchiesta per istigazione al suicidio, nei prossimi giorni è in programma un summit tra investigatori e pm. Secondo quanto si è appreso, sono previsti altri accertamenti. A tale proposito, è iniziato l'esame dei tabulati telefonici e del pc sequestrato.

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PIU’ DI CINQUANTA PERSONE SONO STATE UCCISE DA UN GIOVANE KAMIKAZE CHE SI E’ FATTO ESPLODERE IN UNA MOSCHEA IN NIGERIA

ALTRE VENTI PERSONE SONO STATE UCCISE DA UN CAMION BOMBA NEL NORD DELL’IRAQ
1 - NIGERIA: KAMIKAZE IN MOSCHEA, MORTI SALGONO A 50
(ANSA-AP) - Sale a 50 vittime il bilancio dell'attacco di un giovane kamikaze in una moschea nel nord della Nigeria mentre erano in corso le preghiere del mattino. Lo riferisce la polizia locale. "Stiamo ancora accertando il numero delle persone rimaste ferite nell'esplosione perchè si trovano ricoverate in vari ospedali del paese", ha detto Othman Abubakar, portavoce della polizia.

2 - NIGERIA: MOSCHEA COLPITA È VICINA ALLA PATRIA DEI BOKO HARAM
ATTENTATO IN UNA MOSCHEA IN NIGERIAATTENTATO IN UNA MOSCHEA IN NIGERIA
(ANSA) - Lo stato nigeriano di Adawama, dove nella città di Mubi un ragazzo compiuto l'attentato kamikaze con almeno 50 vittime, confina a nord con quello del Borno, 'patria' dei Boko Haram. L'organizzazione terroristica jihadista sunnita diffusa nel nord della Nigeria, fondata nel 2002 e dal 2015 alleatasi con l'Isis, negli ultimi sei anni ha già ucciso circa 20 mila persone e causato 2,3 milioni di sfollati secondo dati accreditati da Amnesty International e l'Onu.

Di recente i Boko Haram, il cui nome significa "l'istruzione occidentale è proibita", hanno cominciato a sfruttare sempre più spesso come attentatori suicidi degli adolescenti e ragazze, spesso rapiti. L'esercito nigeriano negli ultimi mesi è riuscito a cacciare questi terroristi da loro roccaforti nella foresta ma il proclama fatto l'anno scorso dal presidente Muhammadu Buhari, secondo il quale il gruppo sarebbe stato ormai "schiacciato", si sta rivelando aleatorio.

3 - IRAQ: TV, 20 MORTI PER CAMION-BOMBA NEL NORD
(ANSA) - Almeno 20 persone sono rimaste uccise dall'esplosione di un camion-bomba oggi nel nord dell'Iraq, secondo quanto riferisce la televisione libanese Al Mayadin citando fonti della polizia irachena. L'esplosione è avvenuta nella cittadina di Tuz Khurmatu.

21 Novembre 2017

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IL PRESIDENTE DELLO ZIMBABWE MUGABE SI È DIMESSO

DOPO 37 ANNI AL POTERE, SI CHIUDE L'ERA DEL PIÙ ANZIANO CAPO DI STATO AL MONDO 

LA MOGLIE-MEGERA GIA’ SI SOGNAVA DI PRENDERNE IL POSTO MA ADESSO E’ PROBABILE CHE A GUIDARE IL PAESE AD INTERIM SIA IL VICEPRESIDENTE

Lorenzo Simoncelli per la Stampa.it

ROBERT MUGABEROBERT MUGABE
Robert Mugabe, per 37 anni Presidente dello Zimbabwe, si è dimesso dalla guida del Paese. L’anziano leader ha inviato una lettera al Presidente del Parlamento proprio mentre l’aula aveva iniziato le procedure per il processo d’impeachment.

Il più anziano capo di Stato al mondo aveva sorpreso tutti domenica scorsa, quando, in diretta tv, aveva letto un messaggio alla nazione in cui invece di annunciare le sue dimissioni aveva detto che avrebbe guidato il Paese almeno fino a metà dicembre quando il Partito di Governo, lo ZANU-PF, si sarebbe riunito per il Congresso.

L’ennesimo colpo di scena in una settimana storica per lo Zimbabwe, Paese dell’Africa australe che dall’indipendenza dal Regno Unito del 1980 era stato guidato solo da Mugabe per 37 anni. Una settimana fa l’esercito con un colpo di Stato definito “soft” e senza spargimenti di sangue aveva preso le redini del Paese, dopo che Mugabe, su suggerimento della moglie Grace, aveva deciso di epurare dal partito il vice-presidente Emmerson Mnangagwa, considerato dalla first lady il principale competitor alla Presidenza del Paese.

ROBERT E GRACE MUGABEROBERT E GRACE MUGABE
Da anni la moglie di Mugabe stava pregustando la successione alla guida dello Zimbabwe una volta morto il marito. Dopo giorni di frenetiche trattative con l’esercito, ci si aspettava che nel discorso alla Nazione di domenica scorsa Mugabe annunciasse le dimissioni.

E invece, «il vecchio Bob» aveva colto di sorpresa ancora una volta tutto l’establishment politico e le diplomazie di mezzo mondo costringendo il Parlamento ed il partito, lo Zanu-PF, ad aprire oggi la mozione di sfiducia per impeachment in Parlamento, poi interrotta una volta arrivata la lettera di dimissioni di Mugabe stesso.

robert mugabeROBERT MUGABE
Migliaia di persone si stanno riversando per le strade della capitale Harare cantando e saltando in uno stato estatico. Numerosi i cartelli con le scritte «Now we are free» («Adesso siamo liberi») a dimostrazione della sofferenza durante questi 37 anni di presidenza-dittatura.

Non sono ancora stati svelati i dettagli su quello che sarà adesso il nuovo leader che guiderà ad interim il Paese fino alle elezioni del prossimo aprile 2018. E’ molto probabile che toccherà al vice-presidente Emmerson Mnangawa guidare lo Zimbabwe almeno fino a quel momento creando un governo di coalizione con l’MDC, il principale partito d’opposizione.

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LA FINLANDIA DI KATAINEN, BUCO NERO DELL’EUROZONA PER DISOCCUPAZIONE, CROLLO DEL PIL, TAGLIO STIPENDI, AUMENTO TASSE


Il “mitico” commissario "Super Pallonaro" della UE Katainen ha alzato per l’ennesima volta il ditino contro l’Italia colpevole di “non fare abbastanza” per abbattere il debito pubblico e risanare i conti. Di questo personaggio ci siamo già occupati nel lontano 2014. Anche in quel caso, questo oligarca aveva attaccato pesantemente l’Italia, dimenticandosi del disastro di casa sua, la Finlandia.
Educazione vorrebbe che prima di criticare qualcuno, si guardasse alle erbacce del proprio orticello; e di piante infestanti, in Finlandia ce ne sono parecchie, tanto che viene sempre più considerata dalla stampa come il “nuovo caso Grecia”. E sapete il merito di chi è? Esatto, proprio di Katainen e delle sue folli e strampalate tesi economiche neoliberiste, quelle che stanno distruggendo il tessuto sociale dell’intera unione europea e della zona euro in particolare.
Vediamo quindi nel dettaglio i “successi” ed i “compiti a casa” svolti da questo inqualificabile politico:
– Disoccupazione in costante aumento: dal 6% del 2008 al 9,4% del 2017 (certo, sempre meglio della sgangherata Italia, ma abbiamo anche numeri di popolazione ben diversi)
– Crollo del Pil, che è ancora lontano dal livello pre crisi (esattamente come l’Italia tanto detestata da Katainen)
– Decisione di comprimere i diritti dei lavoratori per abbattere i salari (Germania docet) in modo da aumentare le esportazioni a scapito dei consumi interni. D’altra parte quello che conta sono gli utili delle aziende, mica il benessere dei cittadini ed il “mitico” pareggio di bilancio
– Aumento delle tasse
Se pure un quotidiano filo ue e filo euro come LaRepubblica arriva a titolare “Finlandia: crisi senza fine. Ecco perché rischia di diventare la Grecia del nord”, vuol dire che la situazione è drammatica.
Bene, sappiate che Katainen, in Finlandia non è un signor nessuno, dato che ne è stato primo ministro ed uno degli artefici di questo disastro. Ed un individuo del genere ha il coraggio di venire a dettar legge nei nostri confini? A prescindere che un simile personaggio NON dovrebbe più ricoprire ruoli pubblici, a che titolo viene a dare consigli al nostro paese quando le sue ricette si sono già dimostrate fallimentari?
Avessimo un governo ed una classe politica degna di questo nome, avremmo già risposto per le rime a siffatto individuo, rispedendogli a stretto giro di posta i suoi “consigli” e le sue “lettere e raccomandazioni”. Tuttavia, al momento, non abbiamo una classe politica, bensì dei politicanti troppo presi a cercare di salvare i propri privilegi e le proprie posizioni di potere a discapito dell’interesse nazionale, che prevede due soli passi: uscita dall’euro e dalla ue. Tutto il resto è assolutamente dannoso e controproducente per il Paese e per i suoi cittadini.
D’altra parte, basta confrontare i tassi di crescita dei paesi no euro della ue con quelli che adottano il sistema di cambi fissi (l’euro NON è un a moneta unica, ma solo un rapporto di cambi fissi come lo era lo SME!) per rendersi conto di quanto questo rappresenti una zavorra intollerabile alla crescita e, dato ancor più impietoso, i dati dei pasi extra ue con quelli dell’unione.
L’URSS è finita quando la miseria dei cittadini è diventata intollerabile: è auspicabile che questa ue venga smantellata prima di arrivare a quella situazione; nel frattempo è opportuno che alle prossime elezioni venga data forza a partiti in grado di rispondere per le rime al Katainen di turno.
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P.S. se non sono dei falliti, non possono lavorare per la UE.