9 dicembre forconi: 11/20/17

lunedì 20 novembre 2017

I FAMILIARI DEL COMANDANTE GUIDO CONTI, MORTO SUICIDA ...

‘COLLEGARLO A RIGOPIANO AGGIUNGE DOLORE AL DOLORE. MA LUI CON LA TRAGEDIA NON C’ENTRAVA NULLA. E IL CONTENUTO DELLE SUE LETTERE D’ADDIO È FINITO ALLA STAMPA MENTRE NOI PARENTI NEANCHE LE ABBIAMO VISTE’ 

OGGI I FUNERALI A SULMONA, PRESENTI I VERTICI DEI CARABINIERI E FORESTALE

1.EX GENERALE SUICIDA: FAMILIARI, NO RELAZIONE CON RIGOPIANO

guido contiGUIDO CONTI
(ANSA) - "Apprendiamo con immenso dolore come la morte del nostro congiunto sia stata messa in relazione alla tragedia di Rigopiano. Stupisce che questa correlazione sia stata da taluno ipotizzata in assenza di qualsiasi collegamento diretto e indiretto tra l'attività svolta da Guido e le vittime di Rigopiano. Tutto ciò aggiunge dolore al dolore". E' quanto riferisce all'Ansa un familiare dell'ex generale dei carabinieri forestali Guido Conti che si è suicidato nelle campagne di Pacentro (L'Aquila) due giorni fa.

In una delle due lettere ai familiari l'ex investigatore protagonista del processo sulla mega discarica di Bussi sul Tirino (Pescara), aveva infatti scritto che "da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perchè tra i tanti atti ci sono anche prescrizioni a mia firma. Non per l'albergo, di cui non so nulla, me per l'edificazione del centro benessere".

valanga al rigopianoVALANGA AL RIGOPIANO
L'autorizzazione si riferisce all'ok per la piscina e al rischio frana dell'impianto. Nella lettera Conti prosegue chiedendosi "Potevo fare di più? Nel senso potevo scavare e prestare maggiore attenzione in indagini per mettere intoppi o ostacolare quella pratica? Probabilmente no ma avrei potuto creare problemi, fastidi. Vivo con il cruccio", conclude.

"Rigopiano è stato uno dei motivi che mi hanno convinto a lasciare il mio lavoro o a tentare di fare altro o a disinteressarmi di tutto questo. Non vivo, vegeto, facendo finta d'essere vivo", si legge in un altro passaggio della missiva del generale. "La pubblicazione del contenuto delle lettere, tuttora sconosciuto a noi familiari, ci lascia profondamente amareggiati e aggiunge dolore al dramma che ci ha colpito", afferma il parente di Conti.


2.«RIGOPIANO MI HA CAMBIATO LA VITA» IL RIMORSO DEL GENERALE NELLA LETTERA D' ADDIO
Giusi Fasano per il “Corriere della Sera

vittime del rigopianoVITTIME DEL RIGOPIANO
C' è un uomo che non vedrà nessun domani davanti a fogli di carta bianca. Vuole uccidersi, deve scrivere il suo addio per chi ama, deve mettere in fila parole d' amore e di sgomento. Più passano le ore più quelle parole prendono forma.

Il generale Guido Conti, 58 anni, vita e carriera nel Corpo forestale dello Stato (dal quale si era congedato da poche settimane) riempie i suoi fogli bianchi di meraviglie e dispiaceri della sua esistenza. E così fra i pensieri più cupi mette nero su bianco quello che si porta dentro da quasi un anno e che è legato al Rigopiano, l' albergo di Farindola (Pescara) raso al suolo da una valanga il 18 gennaio. Dal monte Siella vennero giù 120 mila tonnellate di neve, alberi, sassi. Morirono 29 persone.

«Da quand' è successa la tragedia di Rigopiano», scrive il generale che vuole morire, «la mia vita è cambiata, quelle vittime mi pesano come un macigno perché tra i tanti atti ci sono prescrizioni a mia firma (quand' era comandante provinciale della Forestale a Pescara, nel 2007, ndr )».
hotel rigopiano 6HOTEL RIGOPIANO 6

Conti spiega che firmò «non per l' albergo di cui non so nulla, ma per l' edificazione del centro benessere dove solo poi appresi che non ci furono vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre posto la domanda: potevo fare di più? Nel senso: potevo prestare attenzione in indagini per mettere intoppi oppure ostacolare in qualche modo quella pratica? Probabilmente no, ma avrei potuto forse creare problemi, fastidi. Pur non conoscendo neppure un rischio valanghe, anche perché il Cta non ne notiziava neppure all' ufficio di Pescara, e ignorando la cosa del tutto, vivo con il cruccio. (...) Potevo fare di più? Non lo so. Vivo con questa domanda».

È il pomeriggio di venerdì 17, già buio. Il tempo del generale sta finendo. A casa sono tutti preoccupati per lui, lo cercano invano da ore, il suo cellulare è irraggiungibile, il suo profilo Facebook oscurato e il suo ultimo collegamento WhatsApp è delle 9.52. Chissà se lui pensa a loro mentre finisce il suo ragionamento sulla tragedia dell' albergo di Farindola.
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Il quotidiano locale Il Centro ne rivela le conclusioni: «Rigopiano - scrive l' ex ufficiale - è stato uno dei motivi che mi ha convinto a lasciare il mio lavoro, o a tentare di fare altro, o a disinteressarmi di tutto questo. Ho cercato di non pensarci, di trovare altri stimoli, avventure, progetti inutili. Non vivo, vegeto facendo finta di essere vivo. Rispettate la mia famiglia, fate che cada il silenzio, onoratemi».

Il tempo è scaduto. Guido Conti preme il grilletto della sua calibro 9 appoggiata alla tempia. Lo troveranno alle nove di sera due uomini della forestale che avevano lavorato con lui.

La sua famiglia ha fatto sapere ieri di aver appreso «con immenso dolore come la morte di Guido sia stata messa in relazione alla tragedia di Rigopiano. Stupisce - dicono amareggiate la moglie e le figlie - che questa correlazione sia stata ipotizzata in assenza di qualsiasi collegamento diretto e indiretto tra l' attività svolta da Guido e le vittime di Rigopiano. Tutto ciò aggiunge dolore al dolore».

NISTRINISTRI
Oltre alle due lettere ritrovate nell' auto del generale (di recente aveva accettato un lavoro da dirigente alla Total) ce ne sarebbe una terza, forse spedita: ipotesi dovuta la fatto che un tabaccaio ha detto di avergli venduto tre buste con relativi fogli e un francobollo.

Sul caso è stata aperta un' inchiesta e le indagini diranno se esistono dubbi (per quanto remoti possano apparire) che si sia trattato di un suicidio. 

Il generale si era occupato di grandi indagini ambientali: dai rifiuti tossici della discarica di Bussi agli appalti truccati per la realizzazione della strada Mare-Monti, dalla truffa ai danni della ThyssenKrupp di Terni all' inchiesta sul G8 dell' Aquila.

È sempre stato fiero della sua divisa come ha scritto in una lettera nel 2016 all' allora premier Renzi, quando la Forestale fu sciolta e divenne parte dei Carabinieri: «Mio padre era ispettore generale del Corpo forestale. Gli ha dedicato 40 anni (...) e a sentir Ella decretare con animo lieto e assoluta misconoscenza lo scioglimento, mio padre è morto due volte».

Fonte: qui

ARGENTINA: MISTERO SULLE SETTE TELEFONATE SATELLITARI FATTE DAL SOMMERGIBILE SCOMPARSO

A BORDO LE 44 PERSONE (TRA CUI UNA DONNA) HANNO CIBO ED OSSIGENO LIMITATI 

ERA IN MISSIONE CONTRO LA PESCA ABUSIVA, E’ A 300 METRI DI PROFONDITA' E L'AREA DI RICERCA IMMENSA


Daniele Mastrogiacomo per la Repubblica

sottomarino argentino scomparsoSOTTOMARINO ARGENTINO SCOMPARSO
Lampi di speranza e improvvisi momenti di angoscia. L' Argentina sta vivendo ore drammatiche, con gli animi scossi da ondate di emozioni contrastanti. È una corsa contro il tempo. La sorte dei 44 marinai del San Juan, il sottomarino scomparso da giovedì, è appesa ad un filo. Il ministro della Difesa, Oscar Aguad, aveva annunciato nella notte una notizia incoraggiante: le antenne puntate sull' Atlantico del sud avevano captato sette tentativi di contatti che potevano essere stati spediti da bordo dell' unità in avaria. Le chiamate, secondo quanto ha twittato lo stesso Aguad, sono state di 4 e 36 secondi e sono state captate tra le 10,30 e le 15,42 di sabato da diverse stazioni delle Forze Armate».

sottomarino argentino scomparsoSOTTOMARINO ARGENTINO SCOMPARSO
Un sospiro di sollievo. Il San Juan, con il suo carico umano a bordo, poteva essere individuato e tratto in salvo. Ma all' entusiasmo iniziale è subentrata una prudenza che ha finito per gettare di nuovo nello sconforto parenti e gente comune che sta affollando la base navale del Mar del Plata. Non si può dire con certezza che siano stati lanciati dal sottomarino.

E anche se fosse stato il sottomarino, le autorità hanno aggiunto in serata che i segnali lanciati non sono comunque sufficienti per risalire alla sua posizione. Tutti sanno che si tratta di una corsa contro il tempo. Che non si può resistere a lungo chiusi in quel bestione di acciaio a 300 metri di profondità. Che sei probabilmente in avaria, con un guasto elettrico che ha messo fuori uso l' energia elettrica e quella propulsiva, visto che i motori sono alimentati da 960 batterie che si trovano a bordo. Per non pensare ad un incendio.

sottomarino argentino scomparsoSOTTOMARINO ARGENTINO SCOMPARSO
Il portavoce della Armada, Enrique Balbi, si dice fiducioso. Certo, anche lui, che conosce bene il mare e i suoi pericoli, pensa soprattutto all' ossigeno. Senza ricambio d' aria diventa difficile restare in fondo all' Atlantico e attendere che ti vengono a salvare. «Sappiamo che l' unità ha un' ampia autonomia di cibo e ossigeno », ha però ribadito. «Siamo ancora nei limiti. I tentativi di stabilire un contatto ci fanno ben sperare. Adesso dobbiamo capire se i segnali provengono dal San Juan. E sulla base di questi rintracciare le coordinate del punto dove si potrebbe trovare».

eliana krawczyk del sottomarino argentinoELIANA KRAWCZYK DEL SOTTOMARINO ARGENTINO
Non è un' operazione facile. L' area di ricerca è immensa. Soprattutto battuta da venti e mari che in questo periodo si accaniscono nel sud dell' Atlantico. La flottiglia dell' Armada che si trova già sul posto da giorni opera con difficoltà. Le navi sono investite, spiega ancora Balbi, da onde alte 5-6 metri e da raffiche gelide che arrivano da sud, dal Polo. «Non esistono invece problemi», aggiunge il portavoce della Marina militare, «per i mezzi in volo e i ricognitori che operano costantemente ».

I sette paesi (Usa, Gb, Brasile, Perù, Cile, Uruguay e Sudafrica) che hanno offerto il loro aiuto stanno raggiungendo via mare l' area interessata. Un velivolo statunitense, specializzato in questo tipo di operazioni, potrebbe essere in grado di stabilire se i tentativi di contatto provengono dall' unità scomparsa.

PAPA BERGOGLIOPAPA BERGOGLIO
A bordo del San Juan, un sottomarino fabbricato in Germania, ben armato e sofisticato, si trovano 43 uomini e una donna. Trovarli e salvarli è un imperativo per l' Argentina. Anche papa Francesco, argentino lui stesso, ha rivolto una preghiera appassionata ai suoi concittadini imprigionati nel sottomarino. Ma soprattutto ha rivolto parole di conforto a tutti i familiari in attesa di notizie.

Per due settimane aveva battuto il sud dell' Atlantico in un' operazione contro la pesca abusiva. L' ultimo contatto con il San Juan risale alla mattina di mercoledì scorso. 
Secondo il protocollo avrebbe dovuto richiamare la base dopo 24 ore. Ma quando, da terra, lo hanno cercato giovedì sera non ha risposto nessuno. 

Da quel momento, solo silenzio. Tranne questi sette messaggi. Per il momento ignoti.

Fonte: qui

LE FINANZE DI SAN MARINO NELLA TEMPESTA: VORAGINE DA 1 MILIARDO NEI CONTI DELLA BANCA CENTRALE, IL DG RAFFAELE CAPUANO SI DIMETTE DOPO UN MESE: "NON MI SENTO GARANTITO"

IL GOVERNO LOCALE PENSA A UN’EMISSIONE DI BOND
Roberta Amoruso per il Messaggero
TitanoTITANO

Le finanze di San Marino sono sempre più nella tempesta. Ieri il dg della Banca centrale del Titano, Raffaele Capuano, nominato da appena un mese, ha rassegnato le dimissioni per «la posizione personale afflitta da mancanza di certezze giuridiche» dopo «la perquisizione domiciliare dell'abitazione messa a mia disposizione dalla banca avvenuta in mia assenza e senza la mia autorizzazione».

Una dichiarazione pesante, che denuncia il clima intimidatorio che si respira a San Marino. La locale Banca centrale resta così acefala dopo l'uscita a settembre del governatore Wafik Grais. Nella nota diffusa ieri in serata, il Congresso di Stato si dichiara preoccupato che l'attività tesa alla riorganizzazione della Banca centrale, «oggi più che mai è diventata una questione prioritaria». Secondo l'esecutivo della piccola repubblica, «le continue polemiche su Banca centrale, spesso coinvolta in spinose questioni giudiziarie, impongono infatti una definitiva chiarezza in tutte le sue articolazioni».

CASSA RISPARMIO SAN MARINOCASSA RISPARMIO SAN MARINO
Che cosa sta accadendo a San Marino dopo la breve primavera della trasparenza e della legalità? Grais, egiziano di nascita ed ex membro della Banca Mondiale, era stato messo a dura prova dagli intrecci di potere locali che, qualche mese fa, lo aveva privato del suo dg, Lorenzo Savorelli, che a sua volta aveva aperto il vaso di Pandora dei disastri nel credito sammarinese. L'improvviso addio di Capuano, ex dg della Covip e già dirigente  del ministero delle Finanze, ci dice che la situazione è peggiore di quel che si pensava, e che le consorterie locali e l'intreccio familistico che per decenni ha scandito la politica del Titano, sono lungi dal voler cedere il passo. Ciò, nonostante sia sceso in campo persino il Fmi.

LE CIFRE NON UFFICIALI

MONTE TITANO - SAN MARINOMONTE TITANO - SAN MARINO
I fatti. A poco più di un anno dall'avvio del tentativo di risanamento, solo ora si conoscono le vere cifre del dissesto sanmarinese. Eccole, ancorché non ufficiali: a fine 2016 le perdite del sistema bancario erano pari a circa 900 milioni di euro (ora sfiorerebbero il miliardo), a fronte di un Pil locale che non arriva al miliardo e mezzo. Con una conseguenza inquietante: se risparmiatori e pensionati decidessero di chiudere i conti, le banche andrebbero rapidamente in debito di liquidità, con gli effetti a catena che si possono immaginare sul trend del Paese.
Ma come si arriva al buco da 900 milioni di fine 2016? Si parte con la Cassa di Risparmio di San Marino, costretta a fare rettifiche sugli attivi per oltre 500 milioni: 400 milioni sono crediti del gruppo Delta (la società di credito al consumo legata alla Cassa) riclassificati a zero.

capuanoCAPUANO
Poi c'è Asset Banca, che Savorelli aveva provato invano a ripulire, con un deficit di capitale superiore a 60 milioni e perdite totali passate e previste per più di 160 milioni. C'è inoltre bisogno di liquidità per far fronte alle richieste dei depositanti, che però il Fondo di Garanzia non è in grado di coprire e che si aggira intorno a 72 milioni. Infine c'è Banca CIS, in cerca di 50 milioni per coprire le sofferenze. Il resto, per arrivare a 900 milioni, va ascritto alle piccole banche.

In tale deprimente scenario viene da chiedersi che cosa rischiano o quanto hanno già perso i fondi pensione di San Marino. 

Presto detto: Iss, che equivale all'italiana Inps, ha depositi nelle banche locali per circa 500 milioni. Presso Asset Banca ha 22 milioni, già bloccati visto il congelamento delle attività della banca. 

Quindi, ne ha circa 235 presso la Cassa che, come abbiamo visto, è in difetto di 500 milioni e pressoché illiquida. Perciò, se ISS volesse estinguere i propri depositi dovrebbe rinviare a tempi migliori.

Come provvederà il governo del Titano?  

Il piano è disarmante: ripianare i debiti di Asset e Cassa in trent'anni e nel frattempo ai depositanti offrire bond di Stato non negoziabili e quindi di valore incerto. 

Quasi a dire: cari concittadini, scordatevi di rivedere a breve i vostri risparmi.

Fonte: qui
SAN MARINOSAN MARINO

LA RAGGI CI FA A STRISCE BLU!

VISTO LO STATO PIETOSO DEL TRASPORTO PUBBLICO ROMANO, LA SOLITA GENIALATA DA 4 SOLDI, PER DISCRIMINARE PER CENSO I CITTADINI E CONTINUARE DESERTIFICARE SOCIALMENTE LA CAPITALE.

IL PIANO DELLA SINDACA DI ROMA PER FAR CASSA COI PARCHEGGI: VIA I MINI-ABBONAMENTI, TARIFFE FINO A 3 EURO L'ORA, PARCOMETRI FUORI GLI OSPEDALI E STRISCE BLU IN TUTTA LA CITTA’ 

LA DELIBERA IN AULA GIULIO CESARE GIA’ VERSO LA PROSSIMA PRIMAVERA

Fernando M. Magliaro per il Tempo

raggiRAGGI
Strisce blu in tutta Roma, via la riserva del 20% di parcheggi gratuiti, cancellazione dei miniabbonamenti da 4 euro/8 ore di sosta; tariffazione anche vicino gli ospedali, riduzione da 2 a una targa per nucleo familiare esentata dal pagamento dei parcometri e, dulcis in fundo, aumento fino a 3 euro del costo di ogni ora di parcheggio su strada. Questa è la sintesi della delibera che la Mobilità capitolina sta studiando per portarla in Aula già verso la prossima primavera.
Spiega Enrico Stefàno, presidente della Commissione Mobilità del Campidoglio: «Per febbraio potremmo essere pronti ad andare in Consiglio comunale con una delibera di indirizzo che sarà lo strumento per poi modulare zona per zona la riforma della sosta».
STRISCE BLU OVUNQUE Il primo dato della (futura) nuova Delibera è l' allargamento a tutta la città delle strisce blu, oggi confinate solo nelle zone più centrali. «Vogliamo estendere la sosta tariffata in tutte le sei zone in cui la città è stata suddivisa dal Piano Generale del Traffico urbano (Pgtu)», spiega Stefàno. In sostanza, se si escludono le aree di aperta campagna al di fuori del Grande Raccordo Anulare, questa estensione delle strisce blu riguarderà ogni zona in cui ci sono case e uffici:

da Ostia, Vitinia e Acilia, fino a Pisana, Aurelia e Boccea, Fla minia, Cassia, Grottarossa e Castel Giubileo; Centrale del Latte e La Rustica; Tor Bella Monaca, Torre Angela e Anagnina; Ardeatina, Laurentina e Colombo. «In periferia - aggiunge Stefàno - ovviamente sarebbe un costo molto più basso rispetto al centro».

LE AGEVOLAZIONI DI OGGI Oggi i posti auto tariffati sono poco più di 76mila, con un costo di 1 euro l' ora Sono previste però delle agevolazioni: intanto, dopo una serie di sentenze, il 20% dei posti su strada deve essere lasciato bianco. È prevista inoltre una forma di mini abbonamento giornaliero: mettendo 4 euro nel parcometro si può la sciare la macchina 8 ore.
virginia raggi (2)VIRGINIA RAGGI (2)

MAGGIORI COSTI PER I ROMANI Alziamo la tariffa e via le agevolazioni: «Prevediamo, almeno per alcune zone, di arrivare anche a 3 euro l' ora e di eliminare la possibilità sia dell' abbonamento giornaliero da 4 euro per 8 ore che la cancellazione del 20% di posti auto "bianchi"», spiega Stefàno che chiarisce: «Non si tratta di essere dei talebani contro l' uso delle autovet ture private, ma dobbiamo far ruotare le macchine e ridurre il traffico privato per fluidificare il trasporto pubblico. L' apertura della Metro C a San Giovanni potrebbe essere una buona motivazione per risolvere il problema delle sentenze del Tar».

Le zone dove si abbatterà il salasso non sono ancora state identifi cate, ma gli indizi puntano tutti verso le grandi strade dello shopping: via Cola di Rienzo, via Appia Nuova, via Tuscolana, viale Libia.

Il che, se da un lato potrebbe evitare che chi fa shopping lasci l' auto per ore, dall' altro potrebbe creare problemi a chi in quelle strade, nei negozi, ci lavora, e che, quindi, finirebbe per versare una fetta dello stipendio giornaliero nelle cas se del Comune. 
STRISCE BLUSTRISCE BLU

SI PAGA ANCHE PER GLI OSPEDALI Altra novità è quella di far pagare la sosta anche vicino gli ospedali: «L' idea - dice Stefàno - è una tariffa calmierata, ad esempio 50 centesimi l' ora. La presenza degli ausiliari della sosta scoraggerebbe l' odioso fenomeno dei parcheggia tori abusivi». Purtroppo l' esperienza del Policlinico Umberto I e del Bambin Gesù sul Gianicolo, dove la sosta è a pagamento e gli abusivi imperversano dimostra che il rischio concreto è quello che l' automobilista paghi due volte: una l' obolo all' abusivo per non avere danni alla macchina e l' altra il parcometro al Comune.

MENO AUTO ESENTATE A FAMIGLIA L' altra grande novità è il taglio, da due a una, delle targhe per ciascun nucleo familiare, esentate dal pagamento della sosta. «Abbiamo verificato che nelle aree di sosta tariffata le due targhe significano trasformare le strade in un garage per i residenti», dice Stefano.

STRISCE BLU
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MANNA PER LE CASSE COMUNALI L' ultimo contratto di servizio fra il Campidoglio e Atac sulla sosta tariffata, siglato dall' Amministrazione Raggi, non lascia molti dubbi: l' incremento dei posti blu avrebbe effetti immediati sulle casse capitoline. Non facili a quantificarsi: i ricavi, fino al 2014, erano pari a 32 milioni e mezzo di euro l' anno. Di questi, Atac riconosceva al Comune poco meno di 4 milioni di euro. Con il nuovo contratto, invece, Atac diventa solamente esattore della tariffa e "gira" gli incassi al Campidoglio.

Il Comune, a sua volta, paga Atac. Ecco, quindi, che nel bilancio 2016, nel bilancio capitolino si stima di incassare oltre 30 milioni di euro dalla sosta e di pagarne ad Atac, come spese, quasi 29. Insomma, rispetto a quando Atac incassava e "girava" al Comune, il Campidoglio ci perde un paio di milioni di euro. Di conseguenza, viste le disposizioni contrattuali fra Atac e Campidoglio, un aumento dei posti blu farebbe incrementare i soldi a disposizione del bilancio comunale.
Fonte: qui
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IL DEBITO PUBBLICO MONDIALE


Oggi pubblichiamo due tabelle, davvero istruttive.

La prima tabella indica il contributo di ogni nazione al Prodotto interno mondiale, e il peso dei tre principali settori (servizi, industria e agricoltura) al Pil medesimo.

La seconda mostra la composizione del debito pubblico mondiale e la percentuale Paese per Paese.

Vediamo quindi la prima tabella.

Essa non mostra solo il PIL di dozzine di paesi in relazione tra loro in base alle dimensioni, ma divide anche ogni economia nei suoi settori principali: agricoltura, servizi e industria. L'ombra più leggera in ogni Paese corrisponde all'attività economica più primitiva, che è l'agricoltura. L'ombra media è l'industria, e l'ombra più scura corrisponde ai servizi che, come si vede, costituisce una grande parte del PIL delle economie sviluppate. La vogliamo chiamare "terziarizzazione del mondo"?
Per una maggiore chiarezza la visualizzazione ombreggia anche i paesi in base all'appartenenza continentale, ad indicare i relativi contributi economici del Nord America, Europa, Sud America, Asia, Oceania e Africa.




Veniamo ora alla seconda e quanto mai istruttiva tabella (in fondo). 
Abbiamo la composizione, Paese per Paese, del debito pubblico mondiale (nota bene: i debiti del settore privato sono esclusi). 
A quanto ammonti il debito pubblico mondiale (dati Fmi 2016) è presto detto: 63 trilioni (63mila miliardi) di dollari.

Il Rating di Standard & Poors

Cosa scopriamo? Che gli Stati Uniti detengono, da soli,  il 31,8% del debito pubblico mondiale.
Gli Stati Uniti (non solo Giappone e Italia) rappresentano, oltre tutto, un caso esemplare di aumento del debito. Gli USA non registrano un surplus di bilancio dal 2001. Allora il debito federale era di 6,9 trilioni di dollari (il 54% del PIL). Da allora esso è aumentato di quasi tre volte, salendo a circa 20 trilioni di dollari (107% del PIL), che è pari al 31,8% del debito sovrano mondiale nominalmente.



Viene da sola la domanda: come mai il debito pubblico americano (e quello giapponese) non sono considerati problematici (vedi grafico sul rating di Standard & Poors) mentre quello italiano (che rappresenta solo il 3,9% di quello mondiale) lo sarebbe? Forse che la cosa ha a che fare con i Trattati europei ed il loro impianto ordoliberista? Forse che ciò dipende dall'euro, ovvero dal fatto che l'Italia ha ceduto la sua sovranità monetaria?







La fonte delle Tabelle è Visual Capitalist

Fonte: qui

UN GENERALE USA PRONTO A DISOBBEDIRE A TRUMP SE DOVESSE PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI CON LA COREA DEL NORD: "SE L’ORDINE È ILLEGALE LO DIRÒ AL PRESIDENTE E NON LO ESEGUIRÒ"


trumpTRUMP
Il generale dell’aviazione John Hyten, capo del comando strategico Usa (Stratcom), ha affermato che si opporrebbe al presidente Donald Trump se ordinasse un attacco nucleare «illegale». «Come capo dello Stratcom, io consiglio il presidente. Lui mi dirà cosa fare», ha spiegato alla platea di un forum sulla sicurezza a Nova Scotia, Canada, come riferisce la Cbs.

«E se - ha proseguito l’ufficiale, che supervisiona l’arsenale nucleare Usa - è illegale, indovinate cosa accadrà? Dirò, `signor presidente, questo è illegale´. 

E poi? Lui dirà `cosa sarebbe legale?´. 

E troveremo delle opzioni, con un mix di capacità di risposta a qualsiasi situazione. 

Questo è il modo in cui funzionano le cose. 

Non è complicato».

Fonte: qui