9 dicembre forconi: 03/14/19

giovedì 14 marzo 2019

L'ITALIA HA RIDOTTO GLI ACQUISTI DI F35 MA SOPRATTUTTO NON STA PAGANDO QUELLI GIÀ PORTATI A CASA: CI SONO CIRCA 500 MILIONI DI EURO IN ARRETRATI CHE HANNO COSTRETTO MATTARELLA A RICHIAMARE IL GOVERNO AL RISPETTO DEGLI IMPEGNI

SUSSURRI DA WASHINGTON: “COME FACCIAMO A CONDURRE UN'OPERA DI MORAL SUASION SU AZIENDE E OPERATORI FINANZIARI, AFFINCHÉ INVESTANO IN ITALIA E COMPRINO IL DEBITO, SE NON GARANTITE LA CERTEZZA DI ESSERE PAGATI?”
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

Dopo la Via della Seta cinese, il prossimo problema sarà quello degli aerei F35. Anzi lo è già, non solo perché l' Italia ha ridotto gli acquisti, ma soprattutto perché non sta pagando quelli che ha già fatto. Circa 500 milioni di euro di arretrati, che durante il Consiglio supremo di Difesa tenuto la settimana scorsa hanno costretto il presidente Mattarella a richiamare il governo al rispetto degli impegni sottoscritti.

TRUMP SALVINITRUMP SALVINI
È l'ultimo tassello di quello che ormai si sta configurando come un paradosso geopolitico. L'amministrazione Trump stima l' esecutivo gialloverde e vorrebbe rafforzare le relazioni con Roma, anche perché potrebbe diventare il suo punto di riferimento in Europa, visti i problemi con Francia, Germania, e Regno Unito distratto dalla Brexit. Nel concreto dei dossier, però, l'Italia sta complicando il rapporto bilaterale, prendendo posizioni opposte agli interessi comuni con gli Stati Uniti su quasi tutti i temi chiave, come la Cina e la Via della Seta, Huawei e il network 5G, il Venezuela, il ritiro dall' Afghanistan, il legame con la Russia, la politica energetica.

In principio Roma si era impegnata ad acquistare 131 caccia F35 per 13,5 miliardi, ma nel 2012 siamo scesi a 90. Nel frattempo i costi generali dell' operazione per gli Usa sono quasi raddoppiati, e sono emersi diversi problemi tecnici con l' apparecchio. Ora il ministro della Difesa Trenta sta conducendo una «valutazione tecnica», che potrebbe ridurre le ordinazioni a un paio di decine di aerei, o poco più.
f35 volo rovesciatoF-35 VOLO ROVESCIATO

Washington resterebbe molto delusa, non solo perché considera l'F-35 un progetto comune transatlantico essenziale per mettere le nostre difese al passo con i tempi, ma anche perché la riduzione degli acquisti da parte di un Paese farebbe aumentare i costi per tutti gli altri. Gli Usa sottolineano che l' Italia perderebbe più di quanto risparmierebbe, perché circa 80 aziende del nostro Paese sono coinvolte nel progetto, lo stabilimento di Cameri è stato scelto come hub logistico e della manutenzione, e l' intera operazione dovrebbe generare posti di lavoro stimati inizialmente fra 3.586 e 6.395.

Washington ritiene che la nostra scelta politica di ridurre la partecipazione sarebbe sbagliata, ma comunque dovrebbe digerirla. Quello che invece risulta inaccettabile, tanto al governo quanto alla casa madre Lockheed, è che dal marzo dell' anno scorso Roma ha sospeso anche i pagamenti degli 11 F-35 già consegnati e dei 9 ordinati.

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTELUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE
Un aereo ad esempio è pronto per la consegna a Cameri, ma resta fermo nell'hangar perché mancano circa 20 milioni di saldo. Il debito arretrato complessivo ha ormai raggiunto i 500 milioni di euro, che sono nella disponibilità dell'esecutivo, ma non vengono pagati. Questo era uno dei punti a cui si riferiva il Consiglio supremo di Difesa, quando nel comunicato della settimana scorsa ha sottolineato «il carattere di continuità, anche finanziaria, che deve necessariamente caratterizzare i programmi di ammodernamento che si sviluppano su orizzonti temporali particolarmente lunghi».

f 35F-35
Il problema non riguarda solo gli F-35 o i 500 milioni arretrati, ma la credibilità del Paese. Come facciamo - si domandano fonti americane - a condurre un' opera di moral suasion sulle nostre aziende e sui nostri operatori finanziari, affinché investano in Italia e comprino il vostro debito, se poi non garantite neanche la certezza di essere pagati? La Boeing, ad esempio, costruisce a Grottaglie le fusoliere dei 787, e potrebbe aumentare le commesse con il lancio dei nuovi modelli. Leonardo è in gara per decine di elicotteri da consegnare alla Navy. Ma tutto ciò viene complicato dal caso F35, e anche dalla scelta di firmare l' accordo con la Cina per la Via della Seta, che potrebbe invece chiuderci la strada di accesso agli Usa.

Fonte: qui

IL GENERALE FABIO MINI, CHE COMANDÒ IL KFOR, I MILITARI IN KOSOVO: ''IN LIBIA? FU UNA RAPPRESAGLIA FRANCESE CONTRO GLI ACCORDI DELL'ENI E IL REGIME DI GHEDDAFI. ECCO COME FINIRÀ

''LA TERZA GUERRA MONDIALE C'È GIÀ STATA. PREPARATEVI ALLA QUARTA E ALLA QUINTA''.
I DUE CONFLITTI IN ARRIVO SONO QUELLO ''CYBER'' E LA GUERRA SILENZIOSA TRA STATI E MULTINAZIONALI SULLE RISORSE NATURALI DA SFRUTTARE''
Aldo Forbice per la Verità

Generale Mini, perché continua a sostenere nei suoi libri che la guerra globale è inevitabile, che non saranno sufficienti quelle locali, come quelle di questi anni, e che dobbiamo prepararci a questo catastrofico evento?
Il generale Fabio Mini sorride e con decisione risponde: «Perché non vedo alternative.
Come ho scritto nel mio ultimo libro, Che guerra sarà edito da Il Mulino, non scoppierà certo domani la quarta guerra mondiale, se consideriamo la terza già avvenuta».
Fabio Mini è un generale di corpo d' armata, è stato capo di Stato maggiore del comando Nato per il Sud Europa, ha guidato il comando interforze delle operazioni nei Balcani e successivamente è stato comandante della forza internazionale di pace a guida Nato in Kosovo (Kfor).

E quale sarebbe la terza guerra?
FABIO MINIFABIO MINI
«Quella fatta da centinaia di conflitti, dopo la seconda guerra mondiale, sino ad oggi. Vogliamo ricordare quella di Corea, non ancora conclusa - 2 milioni di morti -, quella in Afghanistan con quasi altrettante vittime, quelle in Iraq, in Siria, in corso, il conflitto permanente tra Turchia e curdi, i conflitti africani, in Europa, dall' ex Jugoslavia sino all' Ucrania, Israele-Palestina-Paesi arabi, Somalia, Yemen, Kashmir, Libia, Etiopia-Eritrea, Iran-Iraq, Myanmar, eccetera. La terza guerra mondiale dunque c' è già stata, come ha affermato di recente anche papa Francesco, con milioni di morti».

Poi c' è la guerra al terrorismo, tutt' ora in corso.
«Quella è nata con le cosiddette rivoluzioni arabe, volute dagli Stati Uniti per esportare la democrazia di stampo occidentale. L' Isis è stato inventato in Occidente con la complicità di diversi servizi segreti. Gli americani volevano rovesciare tutti i regimi arabi totalitari, con l' appoggio di Francia e Gran Bretagna. Ma quelle cosiddette "primavere" si sono tradotte in un boomerang. I regimi forti sono tornati in forme diverse, come si vede in Egitto, in Libia, in Tunisia ed ora c' è il rischio che anche l' Algeria precipiti nel caos, con una guerra civile, che vede impegnati i fondamentalisti islamici, amici dell' Isis e dei Fratelli musulmani».

fabio miniFABIO MINI
Ma gli americani finanziano da molti anni l' esercito egiziano?
«Certo, anche se non più come prima. L' Italia svolgeva un tempo un lavoro di intermediazione preziosa tra l' Egitto e gli Usa, perché gli americani non erano ben visti al Cairo. Poi le cose sono cambiate, come sappiamo, grazie all' intenso lavoro dei servizi segreti e della diplomazia».

Anche in Libia?
«Senza dubbio. Gheddafi è stato vittima di un complotto di Usa, Francia e Gran Bretagna. Gheddafi, il dittatore arabo che più degli altri riusciva a controllare i capi tribù di quel paese aveva accumulato una ricchezza personale di oltre 200 milioni di dollari, che ora sia Tripoli che Bengasi vorrebbero indietro perché la considerano, giustamente, patrimonio nazionale».

Chi ha voluto veramente i bombardamenti in Libia?
«I francesi, innanzitutto, e poi agli altri Paesi che ho menzionato. La scintilla è scoccata all' indomani dell' accordo di Gheddafi con l' Eni, che riconobbe allo Stato libico un incremento del prezzo del gas metano nella misura del 30%. Francesi, inglesi e americani temettero una identica richiesta di aumento del prezzo. A quel punto si misero in moto i servizi segreti e i presidenti della Francia e del Regno Unito fecero di tutto per ottenere l' appoggio della Nato e degli Usa, mentre l' Italia nicchiava».

Come finirà?
sarkozy gheddafiSARKOZY GHEDDAFI
«L' ipotesi più probabile è la creazione di una confederazione libica. Sembrano ora disponibili il premier libico Fayez Al Serray e l' uomo forte della Cirenaica, il generale Khalifa Haftar. Ma non sarà facile, anche perché Tripoli, Bengasi e tutte le tribù - e sono tante -, non ancora schierate da una parte e dall' altra, subiscono la forte influenza di Italia, Francia, Regno Unito, Usa e anche della Russia. C' è ancora da dire che la Nazioni Unite hanno imposto il governo di Al Serray, ma senza dare garanzie reali sui sostegni finanziari che avrebbe dovuto ricevere.

Ed è anche per questa ragione che il governo promette ordine, ma in pratica utilizza la leva dell' emigrazione per ottenere un maggiore consenso internazionale».

Secondo lei saremmo vicini dunque al quarto conflitto globale?
«Sono convinto di sì, ma avremo ancora altre guerre locali e saranno micidiali. Ma abbiamo altre due guerre, di cui non si parla mai, in corso da tempo, oltre a quella contro il terrorismo islamico che, per fortuna, sembra spegnersi lentamente».

Quali sarebbero queste altre due guerre, diverse da quelle da lei definite nel suo ultimo libro «zona grigia», «guerra ambigua», «guerra irregolare», «guerra ibrida», «convenzionale limitata», «guerra di teatro», guerre nazionali, nucleare
eni libiaENI LIBIA
«Ad esempio, quella del cyberspazio è una sorta di conflitto invisibile. Si pensa sbagliando che si tratti di uno spazio virtuale e quindi la sua eventuale violazione non avrebbe alcuna conseguenza per l' uomo. In realtà, abbiamo a che fare con beni comuni la cui proprietà di tutta l' umanità viene messa in discussione.

Tale spazio è legato a tre diversi tipi di intervento: quello fisico, quello logico e quello sociale. In termini militari la cyberminaccia comprende forze regolari e irregolari. Tali forze agiscono con corporazioni transnazionali, organizzazioni criminali, terroristiche, associazioni di hacker. In altre parole, viene manipolata la rete, la cui forza non sta nella sua impenetrabilità ma proprio nella capacità di essere accessibile e utilizzabile per fini non di pubblico servizio.

nazioni uniteNAZIONI UNITE
Vi è, com' è noto, una parte di "rete oscura", cioè sommersa, che contiene il 99 per cento dei documenti e delle informazioni esistenti, la rete aperta ne mostra appena l' 1%. Non è ancora nota quanta cyberguerra si stia combattendo in tale dimensione, da parte di vari organi, anche statali. La materia è molto complessa e riservata; forse è anche per questo che se ne parla poco».

Lei ha accennato anche a un' altra guerra
 «Anche questa è una guerra silenziosa tra Stati e multinazionali private che cercano di sfruttare risorse naturali che, secondo il diritto internazionale, sono di proprietà di tutta la comunità mondiale. Eppure le grandi corporazioni, imprese multinazionali , autorizzate dell' Onu, estraggono dal fondo degli oceani grandi quantità di noduli di ferro e manganese, estraggono anche greggio petrolifero con modernissime attrezzature robotizzate. Anche dai ghiacciai che si scongelano si vanno trovando immense riserve di metano. Ovviamente Stati Uniti, Cina, Russia, ma anche Francia e Gran Bretagna, si contendono queste risorse naturali dal valore incalcolabile. Giustamente vi sono esperti che definiscono tutto questo "monetizzazione della natura"».
nazioni uniteNAZIONI UNITE

Le Nazioni Unite appaiono molto deboli, quasi sempre passive in questo campo, ma anche in altri. Ad esempio, lo abbiamo visto in occasione di guerre locali, del fenomeno delle migrazioni, che coinvolge numerosi Stati. Nel 2015, su circa 60 milioni di migranti un terzo fuggiva dalle guerre

«Da decenni si parla di ristrutturazione dell' organizzazione dell' Onu, anzi ora non se ne discute più. Il Consiglio di sicurezza è ancora occupato dai rappresentanti dei Paesi vincitori della seconda guerra mondiale e da altri che neppure hanno partecipato al conflitto, come la Cina. Del resto questa situazione di stallo fa comodo agli Usa, alla Russia e alla Cina. L' Europa, rimane sempre divisa e debole».

Anche la Nato si dice da tempo che dovrebbe essere ristrutturata
«Non sono gli europei che lo vogliono, ma Donald Trump che la sollecita nel quadro della ricerca di un nuovo ordine mondiale e poi per ragioni economiche. Il presidente americano si muove in due direzioni: da una parte taglia le spese militari, riducendo i conflitti dove sono presenti forze militari Usa perché le pensioni di guerra e le spese per i caduti sono sempre in crescita.

cybercrime 6CYBERCRIME 6
La politica dei tagli certo non piace al potente complesso industriale -militare americano, che sostiene sempre il partito dei falchi. La seconda direzione riguarda proprio la Nato, che viene spronata a incrementare i finanziamenti per i costi della macchina militare. Trump vuole che gli europei contribuiscano al finanziamento di questa organizzazione in misura maggiore. L' Italia, ma anche la Germania, devono investire sino al 2% del Pil. E questi Paesi, come gli altri, si sono espressi per il no, non ce la fanno. Ma le spese militari sono insostenibili anche per gli americani. La Casa Bianca è oberata dai debiti e Trump ha programmato di tagliare il bilancio della Difesa di 350 miliardi nei prossimi dieci anni.

E potrebbe arrivare anche a 500 miliardi: un taglio medio di 35-50 miliardi, contro gli attuali 700 di spesa all' anno. Ovviamente il sistema industriale e le lobby militari faranno di tutto per impedire il forte ridimensionamento della spesa».

emmanuel macron donald trumpEMMANUEL MACRON DONALD TRUMP
Per quanto riguarda l' Europa forse la soluzione potrebbe essere la creazione di un esercito continentale. L' asse francotedesco si inquadra in questa prospettiva?
«Penso che questo debba essere l' obiettivo. Un esercito europeo ci costerebbe meno e ci aiuterebbe a diventare europei, anche in questo campo: la disciplina militare aiuta a superare i nazionalismi. Il principio è di non far prevalere mai un Paese sugli altri e dovrebbe essere nominato anche un ministro della Difesa europeo».

La guerra del futuro dunque sarà altamente tecnologizzata, ma anche costosa e complessa?
donald trump al summit natoDONALD TRUMP AL SUMMIT NATO
«Non vi è alcun dubbio che diventerà ancora più costosa di quella di oggi. Nel 2050, per fissare un riferimento di temporale, avremo guerre con sistemi tecnologici molto sofisticati, ma gli esperti confermano che gli umani opereranno insieme alle reti di robot, a quelle di energia. Purtroppo, però, i massacri di esseri umani, le vittime, i feriti, anche della popolazione civile, si ripeteranno. Tuttavia quelle guerre, anche se non più come quelle convenzionali, saranno sempre meglio della guerra nucleare, che lascia poche speranze di sopravvivenza»...

Fonte: qui

L'"ASSISTENZIALISMO" PIACE PARECCHIO PURE AL NORD

ALLE POSTE SONO ARRIVATE GIÀ 122 MILA RICHIESTE DI REDDITO DI CITTADINANZA E MOLTE PROVENGONO DA LOMBARDIA E PIEMONTE 

CON 5 MILIONI DI POVERI ASSOLUTI (FONTE ISTAT) PENSARE CHE 780 EURO SIANO UN INCENTIVO AL DIVANO E’ DA SCIOCCHI ...

Marco Palombi per il “Fatto quotidiano”

reddito di cittadinanza alle poste 3REDDITO DI CITTADINANZA ALLE POSTE
C' è un fantasma che s' aggira per l' Italia: è la realtà e, nel nostro caso, la realtà di una crisi nazionale che vede il Pil ancora 5 punti più in basso e 1,8 miliardi di ore lavorate (e quindi pagate) in meno rispetto al 2008; che conta cinque milioni di "poveri assoluti" e 9,3 milioni di "poveri relativi" (Istat). La realtà, dicevamo, ha questa brutta abitudine di ripresentarsi ogni tanto e lo ha fatto in questo fine settimana, quando s' è scoperto che Lombardia e Piemonte sono tra le prime cinque regioni per richieste di reddito di cittadinanza dopo pochi giorni dal suo lancio.

reddito di cittadinanza alle poste 1REDDITO DI CITTADINANZA ALLE POSTE



Eppure sono mesi che leggiamo di questo benedetto "partito del Nord" o "della crescita" o "del Pil" - e comunque sempre del Nord - che si ribella, stanco di politiche assistenziali, auscultato e solleticato dai meglio media e dal loro relativo circo: un fronte trasversale che impazzisce dal desiderio del tunnel in Val di Susa e si sente male solo a pensare che qualcuno voglia percepire un sussidio dallo Stato.

È "il popolo del sofà" già irriso dal leghista old fashioned Luca Zaia e dal suo collega Attilio Fontana, che teme che il reddito di cittadinanza possa "determinare uno stile di vita", ovviamente nel Sud che non intraprende e aspetta l' elemosina pubblica. Ma non sono solo i governatori nordisti a irridere "i divanisti" solleticando l' orgoglio dell' operoso Nord vessato dai fannulloni: politici (pure soi-disant di sinistra), commentatori, imprenditori, vescovi.

reddito di cittadinanza alle poste 2REDDITO DI CITTADINANZA ALLE POSTE
Come ha riassunto Libero qualche giorno fa: "Risorse dimezzate per il Settentrione, il Sud si pappa tutto" E poi c' è la realtà della crisi più lunga e intensa mai vissuta dal Paese, tutto, in tempo di pace. E i numeri non possono che raccontarla: sono quasi 122 mila le domande di reddito di cittadinanza pervenute a Poste italiane dal 6 marzo a sabato e le prime cinque regioni per numero di richieste sono la Campania con 16.112, la Lombardia con 16.015, la Sicilia con 13.873, il Lazio con 11.644 e il Piemonte con 11.244. Il dato è atteso al punto che la previsione è già contenuta nelle stime del ministero sugli effetti del decreto e in parte "giustificata" dal fatto che al Nord vive il 47% dei residenti in Italia, assai più che al Centro e al Sud.
reddito di cittadinanza alle posteREDDITO DI CITTADINANZA ALLE POSTE

Com' è noto, la previsione "bollinata" dalla Ragioneria generale prevede che la platea dei beneficiari (calcolata all' 85% degli aventi diritto) sarà composta da circa 1,3 milioni di nuclei familiari (compresi i single) e circa 4 milioni di persone interessate.

Ovviamente il Mezzogiorno - che ha più alte percentuali di aventi diritto al reddito di cittadinanza sul totale della popolazione - riceverà percentualmente più benefici dalla misura, ma la stima del ministero prevede comunque che Lombardia e Piemonte restino tra le prime sei regioni per numero di richieste anche a regime e che, in generale, circa metà delle persone aiutate siano residenti al Centro e, soprattutto, al Nord: parliamo di quasi due milioni di persone che vivono - non si sa se ignorate o tollerate - spalla a spalla col "partito del Nord", che peraltro visto da vicino sembra più che altro il partito dei ricchi.
poste reddito di cittadinanzaPOSTE REDDITO DI CITTADINANZA

È bene ricordare che qui parliamo di richieste, la cui accettazione andrà verificata alla luce del meccanismo infernale di condizionalità (i famosi paletti) messe alla concreta applicazione della misura. A consuntivo, probabilmente, si scoprirà che il cosiddetto "reddito di cittadinanza" (che non è un reddito di cittadinanza) finirà in discreta parte alle imprese sotto forma di sgravio sulle assunzioni di percettori del sussidio. E a quel punto assisteremo alla giravolta mediatica del partito del Nord, che applaudiva mentre si regalavano 10 miliardi a chi guadagna tra 18 e 24mila euro senza paletti di reddito familiare e patrimonio e oggi si strappa le vesti perché 7 miliardi vanno a gente che guadagna zero o giù di lì. La famosa "pacchia per immigrati e rom" di cui Il Giornale di Berlusconi.

11 Marzo 2019

Fonte: qui

Le esportazioni cinesi crollano a febbraio nonostante la più grande iniezione di credito di sempre

Mentre alcuni incolperanno il totale e totale crollo delle esportazioni cinesi a febbraio, il nuovo anno lunare di quest'anno, la scala della miss è semplicemente sbalorditiva.
Per pochi brevi secondi, tutto è stato fantastico quando il titolo iniziale di Bloomberg ha proclamato un grande aumento delle esportazioni, ma ha subito una correzione rapida - causando attacchi di cuore in tutti gli algo di lettura del nastro nel mondo ...
This is how you blow up a few million worth of algo servers:

CHINA FEB. EXPORTS RISE 16.6% Y/Y IN YUAN TERMS; EST. 6.6%

CORRECT: CHINA FEB. EXPORTS -16.6% Y/Y IN YUAN TERMS; EST. 6.6%

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Le esportazioni sono calate del 20,7% a febbraio, mentre le importazioni sono diminuite del 5,2%, lasciando un surplus commerciale di $ 4,12 miliardi, ha detto l'amministrazione doganale venerdì.
Gli economisti prevedono che le esportazioni e le importazioni si ridurranno, sebbene non tanto quanto la caduta. La pausa del nuovo anno lunare è scesa circa 10 giorni prima rispetto all'anno scorso, probabilmente aumentando le spedizioni di gennaio e pesando su febbraio.
Ma le importazioni cinesi dagli Stati Uniti si sono schiantate di più su record ...
Oltre allo spegnimento che si verifica ogni anno, febbraio è stato un periodo incerto per gli esportatori cinesi, con negoziazioni nel mese in cui gli Stati Uniti avrebbero aumentato le tariffe dal 1 ° marzo.
Gli analisti erano pronti a difendere l'incidente come un outlier ...
"Ci sono grandi progressi nei negoziati commerciali rispetto a qualche mese fa. Ma la tensione del commercio in sé porta incertezze alle aziende, che potrebbero rallentare o ritardare i loro investimenti, o addirittura spostare parte della loro produzione all'estero "ha detto l'economista di UBS AG Tao Wang in una conference call giovedì. Un potenziale rallentamento economico negli Stati Uniti e in Europa, unitamente alle loro politiche monetarie, andrà ad aggiungersi alle sfide esterne per la Cina, ha affermato.
E il resto del mondo lo spera meglio così ... perché se questa correlazione regge - tutto l'inferno sta per esplodere negli USA "disaccoppiati" ...
I future azionari statunitensi sono scesi sui titoli ...
E le azioni cinesi stavano già subendo il loro più grande calo dell'anno ...
Come promemoria, questo collasso si verifica dopo che la PBOC ha annunciato di aver inondato l'economia con un gigantesco 4.64 miliardi di yuan in varie nuove forme di debito che comprendono il Total Social Financing cinese a gennaio, tra cui, in particolare, il credito "ombra" di cui Pechino era stata aggressivo cracking su: un'aggressiva espansione del credito che molti hanno preso come conferma tacita che la Cina stava perdendo la lotta con la riduzione della leva finanziaria.
Quindi se 4.64 trilioni non hanno aiutato ... e RRR tagli ... e promesse di riduzioni delle tasse ... qual è il prezzo del mercato azionario statunitense e cinese? 
Tradotto automaticamente con Google
Fonte: qui