9 dicembre forconi: 04/21/19

domenica 21 aprile 2019

LA STRAGE DEI CRISTIANI A PASQUA, ALMENO 138 MORTI IN SRI LANKA DOPO CHE UNA SERIE DI ESPLOSIONI SIMULTANEE HA DILANIATO HOTEL DI LUSSO E CHIESE GREMITE DI FEDELI. CI SONO ALMENO 9 STRANIERI

NELLA CAPITALE COLOMBO SONO STATI COLPITI TRE HOTEL E UNA CHIESA 






129 morti negli attacchi alle chiese in Sri Lanka. Venerdi sera ho portato i miei figli in chiesa. E non volevo credere a quello che sentivo dai testi della via crucis. Ma peggio era quello che non sentivo, anche solo una parola sui cristiani perseguitati



Una serie di esplosioni simultanee si è verificata in hotel di lusso e chiese durante le celebrazioni della Pasqua in Sri Lanka, causando morti e feriti. Secondo quanto riferito dalla polizia, i morti sono almeno 138. Più di 400 i feriti. Le esplosioni sono state sei e hanno colpito tre hotel di lusso, frequentati anche da turisti, e tre chiese durante le celebrazioni della Pasqua.  Ci sono almeno 9 stranieri tra le vittime.
attentati contro i cristiani in sri lanka 7ATTENTATI CONTRO I CRISTIANI IN SRI LANKA

Nella capitale Colombo sono stati colpiti tre hotel e una chiesa. Una chiesa è stata colpita vicino la capitale e un'altra nell'Est del Paese.

Almeno una persona è morta nel Cinnamon Grand Hotel a Colombo, che si trova nei pressi della residenza del primo ministro, secondo quanto riferito da un responsabile della struttura. Tutte le esplosioni si sono verificate alle 8.45 (le 4.30 in Italia).

IL PRIMO MINISTRO DELLO SRI LANKA -  Il primo ministro dello Sri Lanka, Ranil Wickremesinghe, ha condannato gli attacchi definendoli "codardi" e ha assicurato che il governo stava lavorando per "contenere la situazione".  "Condanno fermamente gli attacchi vigliacchi contro la nostra gente", ha scritto in un tweet dal suo account. "Invito tutti i cittadini dello Sri Lanka in questo tragico momento a rimanere uniti e forti. Il governo sta prendendo provvedimenti immediati per contenere questa situazione".
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Ranil Wickremesinghe
@RW_UNP
 I strongly condemn the cowardly attacks on our people today. I call upon all Sri Lankans during this tragic time to remain united and strong. Please avoid propagating unverified reports and speculation. The government is taking immediate steps to contain this situation.

L'APPELLO DEL MINISTRO - "Per favore restate in casa. Ci sono molte vittime, inclusi stranieri". Scrive su Twitter il ministro dello Sri Lanka per le Riforme economiche Harsha de Silva, che ha visitato alcuni dei luoghi attaccati con esplosioni simultanee. "Scene orribili, ho visto arti amputati sparsi dappertutto, le squadre di emergenza sono state inviate in tutti i luoghi. (...) Abbiamo portato molte vittime in ospedale, speriamo di aver salvato molte vite", ha aggiunto il ministro.
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LE VITTIME - Nella capitale Colombo, dove sono state colpite tre chiese e tre hotel, sono morte almeno 45 persone; altre 67 sono rimaste uccise nell'attacco a una chiesa a Negombo, a nord della capitale; altre 25 sono morte in una chiesa a Batticaloa, nell'est del Paese.

LE CHIESE COLPITE - Una delle chiese colpite dall'esplosione era Sant'Antonio a Colombo. Le altre due erano San Sebastiano a Negombo, a circa 30 chilometri dalla capitale e una chiesa a Batticaloa, a 250 chilometri a est della capitale.

attentati contro i cristiani in sri lanka 4ATTENTATI CONTRO I CRISTIANI IN SRI LANKA
GLI HOTEL COLPITI - I tre hotel a cinque stelle colpiti sono: Cinnamon Grand, Kingsbury e Shangri-La, situati nel cuore di Colombo. Il portavoce della polizia Ruwan Gunasekera ha detto che i feriti sono stati evacuati mentre le forze di sicurezza hanno isolato le aree e sono in corso delle operazioni. Tra i feriti ci sarebbero anche dei cittadini stranieri che soggiornavano nei tre hotel.

Fonte: qui


Sri Lanka, bilancio sale a 290 morti

(ANSA) - COLOMBO, 22 APR - E' salito ad almeno 290 morti e oltre 500 feriti il bilancio degli attentati esplosivi di ieri contro chiese e hotel in Sri Lanka. Lo rende noto oggi la polizia.


L'India afferma che cinque suoi cittadini sono stati uccisi negli attentati di ieri in Sri Lanka. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha parlato con i leader cingalesi e ha condannato gli attacchi esplosivi. "Non c'è posto per tale barbarie nella nostra regione. L'India è solidale con il popolo dello Sri Lanka", ha scritto Modi su Twitter. Sono almeno 27 gli stranieri morti negli attentati. Gli Stati Uniti hanno detto che molti sono gli americani, ma non hanno dato una cifra. Il Giappone ha confermato un morto. Le autorità cingalesi affermano che tra le vittime straniere ci sono anche un portoghese, due turchi e tre britannici. Fonte: qui

VIDEO: UNO DEGLI ATTENTATORI DELLE STRAGI DI PASQUA IN SRI LANKA È STATO RIPRESO DALLE TELECAMERE DI SICUREZZA POCO PRIMA DI FARSI ESPLODERE 
L’UOMO HA ACCAREZZATO UNA BAMBINA CHE PASSAVA DI LÌ E POI È ENTRATO IN CHIESA…



sri lanka kamikaze fa una carezza a una bambina prima dell'attentato 2SRI LANKA KAMIKAZE FA UNA CAREZZA A UNA BAMBINA PRIMA DELL'ATTENTATO 
Uno dei presunti kamikaze delle stragi di Pasqua in Sri Lanka è stato ripreso dalle telecamere di sicurezza della zona a Negombo. Le immagini mostrano l'uomo entrare nella chiesa di San Sebastiano, dove poco dopo è avvenuta una delle otto esplosioni. Fonte: qui

LA RAGGI È DI NUOVO INDAGATA, STAVOLTA PER LA DENUNCIA DI UN EX GRILLINO!

A CAUSA DELLO STADIO DELLA ROMA A TOR DI VALLE, CHE HA GIÀ DECIMATO LA TRUPPA GRILLINA IN CAMPIDOGLIO: 

IL GIP RESPINGE LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE E RAVVISA ''UN' EVIDENTE VIOLAZIONE DI LEGGE'' NELLA PROCEDURA  PERCHE'...

RAGGI ORA È INDAGATA PER LO STADIO DOPO LA DENUNCIA DI UN EX GRILLINO
Mario Ajello per ''Il Messaggero''

Già le tenuta politica della giunta Raggi e della sua maggioranza era molto precaria. E ogni bufera, giudiziaria ma anche no che si abbatteva sul Campidoglio - quasi una al giorno - sfiancava una compagine già a corto di fiato oltre che di idee. E adesso, ecco un' altra tegola: Virginia Raggi indagata perché non ha fatto passare una variante in consiglio comunale. E il tema è sempre quello diventato maledetto per i 5Stelle romani, ma anche nazionali: lo stadio di Tor di Valle.

L' abuso d' ufficio che viene contestato alla sindaca è una grana giudiziaria, come è ovvio, ma anche una grave questione politica che pregiudica l' equilibrio su cui si regge la Raggi. La maledizione dello stadio interviene proprio quando le acque sembravano essersi calmate un po', anche se Marcello De Vito è ancora agli arresti, e invece la procura che aveva chiesto l' archiviazione per questa vicenda della variante in consiglio comunale si è vista dire di no dal gip, e dunque nessuna archiviazione, altre indagini, nuovo scombussolamento in quadro già a dir poco movimentato.

RAGGI - ACCORDO SULLO STADIORAGGI - ACCORDO SULLO STADIO
Il problema è dentro i 5 stelle e lo è dall' inizio di questa vicenda. Quando scoppia il caso Parnasi, e il giudice arrestandolo aveva detto che egli forzava le procedure per lo stadio tramite l' avvocato Lanzalone, una parte dei 5 stelle disse alla Raggi: adeso fermiamoci con il progetto di Tor di Valle, perchè bisogna chiarire, rivedere, ripensare. Ma niente, la sindaca che sullo stadio della Roma ha cercato di giocare la partita della sua popolarità e del difficilissimo tentativo di riscatto, è voluta andare avanti lo stesso. E a denunciarla per la vicenda della variante, dando il via all' inchiesta, è stato un esposto presentato dall' architetto ex cinque stelle Francesco Sanvitto.

RAGGI - ACCORDO SULLO STADIO .itRAGGI - ACCORDO SULLO STADIO
Basti questo per farsi un' idea di quanto all' interno di quel mondo e di quegli assetti capitolini il caso stadio sia divisivo e fonte di contrasti tra il mondo della Raggi e la Raggi. Ci sono due municipi di Roma in cui i 5 stelle non favorevoli allo stadio remano contro il progetto e creano debolezza ulteriore nella debolezza della sindaca. E la valutazione del progetto stadio non è stata affidata infatti, come avrebbe dovuto essere, alla Commissione urbanistica dei due municipi competenti, il IX e il XI, che si erano espressi in maniera negativa, ma delegata dall' assessore della giunta capitolina alla sola commissione Sport dell' Eur. Da qui, secondo l' esposto di Sanvitto l' irregolarità per accelerare i tempi e per favorire ancora una volta Parnasi.

L' INTRECCIO

E così le difficoltà di gestione politica da parte della Raggi, in un contesto del genere, non possono che aumentare. Cresce la fronda M5S insomma contro l' opera di Tor di Valle.
RAGGI - ACCORDO SULLO STADIO DRAGGI - ACCORDO SULLO STADIO
Dall' azienda dei rifiuti - lo scandalo delle intercettazioni sull' Ama tra la sindaca e il numero uno della partecipata è ancora incandescente -ai piani urbanistici, le azioni della magistratura s' intrecciano intorno alla sindaca con le denunce degli ex grillini e con parte della sua maggioranza che sullo stadio proprio non vuole seguirla e i cui dubbi sono destinati a pesare sul destino complessivo di questa stagione politica ormai sempre più declinante.


IL GIP: VIOLAZIONI DI LEGGE SULLE VARIANTI DEI LAVORI
Valentina Errante e Adelaide Pierucci per ''Il Messaggero''


stadio romaSTADIO ROMA
Non c' è pace per Virginia Raggi. Dopo l' arresto di Marcello De Vito e le polemiche sul caso Ama, è il gip Costantino De Robbio a respingere la richiesta di archiviazione di un fascicolo sulla variante per lo stadio di Tor di Valle e restituire alla prima cittadina lo status di indagata per abuso d' ufficio. Il giudice ravvisa «un' evidente violazione di legge» nel mancato esame da parte del consiglio comunale, del verbale della Conferenza dei servizi che, a dicembre 2017, approvava il progetto, prevedendo una serie di prescrizioni per la società incaricata.

BEPPE GRILLO IN CAMPIDOGLIO PER LO STADIO DELLA ROMABEPPE GRILLO IN CAMPIDOGLIO PER LO STADIO DELLA ROMA
Per il gip, che dà alla procura due mesi di tempo per le nuove indagini sull' eventuale dolo di Virginia Raggi, occorre approfondire la sussistenza e le eventuali ragioni della violazione che potrebbero «superare le argomentazioni del magistrato inquirente in tema di dolo intenzionale». Il pm, nella richiesta di archiviazione, aveva infatti sostenuto che non ci fosse volontà, da parte della sindaca di violare la legge. E adesso De Robbio indica alla procura quali passi compiere per fare luce su una circostanza tutt' altro che definita, citando anche i testimoni che dovranno essere ascoltati nelle prossime settimane.

LA VICENDA
stadio olimpico romaSTADIO OLIMPICO ROMA
Era stato Francesco Sanvitto, urbanista e Cinquestelle epurato, a presentare l' esposto che la procura aveva deciso di archiviare. L' esponente dell' associazione Tavolo della libera urbanistica, affermava che «il verbale della Conferenza dei Servizi non solo non è stato sottoposto alla prima seduta utile, ma non è stato mai sottoposto al Consiglio Comunale». In particolare, la pubblicazione sarebbe dovuta intervenire dopo che la variante «fosse stata eventualmente approvata dal Consiglio Comunale». Sanvitto si è opposto alla richiesta della procura e ha ben argomentato, visto che De Robbio «non accoglie la richiesta di archiviazione per Virginia Raggi e dispone nuove indagini».

stadio della romaSTADIO DELLA ROMA
ALTRE INDAGINI Nell' ordinanza, De Robbio indica anche quali accertamenti dovranno essere fatti dalla procura. Innanzi tutto la convocazione dei testi: il presidente della commissione urbanistica del IX municipio, Paolo Mancuso, e il consigliere municipale Paolo Barros, che dovranno chiarire perché non sia stato acquisito il parere della commissione urbanistica sull' iter di approvazione della delibera su Tor di Valle. Quindi il pm dovrà approfondire «la sussistenza e le eventuali ragioni della evidente violazione di legge nel mancato coinvolgimento nel procedimento amministrativo del Consiglio comunale».

Fonte: qui

''ROMA È IN MANO A UNA LOBBY OPACA''. 
E LEI LA CONOSCE BENE. PINUCCIA MONTANARI, UNA DEGLI ASSESSORI CHE HA RESISTITO PIÙ CON LA RAGGI, SI TOGLIE QUALCHE SASSOLINO DALLE SCARPE: ''LA SINDACA VOLEVA FAR FALLIRE L'AMA COSÌ DA PRIVATIZZARLA''. 
''LA DIRIGENTE DEL MIO ASSESSORATO SI È DIMESSA PER DISPERAZIONE''
Giuseppe Salvaggiulo per ''La Stampa''

Roma in mano a una lobby opaca, che indirizza la sindaca Raggi. Grillo impotente. I dissidi interni. Le filiere di potere. Pinuccia Montanari racconta la sua verità. Chiamata a Roma a fine 2016, se ne è andata l' 8 febbraio, dopo che la giunta Raggi ha bocciato il bilancio di Ama, l' azienda comunale dei rifiuti, e poco prima del licenziamento del presidente, Lorenzo Bagnacani, che ha depositato gli esposti e gli audio della sindaca su cui indaga la Procura.
lorenzo bagnacani pinuccia montanariLORENZO BAGNACANI PINUCCIA MONTANARI

Che effetto le ha fatto ascoltarli?
«In pubblico la Raggi ci sosteneva. In privato, come dimostrano gli audio, mostrava un' altra faccia».

Bagnacani parla di pressioni. Le ha subite anche lei?
«Su di me non potevano esercitarle. Ma ho assistito a quelle di Franco Giampaoletti, direttore generale del Comune, su Rosalba Matassa, ottima dirigente del mio assessorato, perché cambiasse il suo parere positivo al bilancio di Ama».

La dirigente come reagì?
«Era disperata. Alla fine si è dimessa. Il suo successore ha poi fatto quello che Giampaoletti voleva».

La Raggi obietta: anche il collegio sindacale di Ama aveva dato parere negativo.
«Un' informazione inesatta. In un primo momento aveva dato parere favorevole. Ma a distanza di mesi, e nonostante fosse decaduto secondo pareri giuridici indipendenti e autorevoli, lo stesso collegio ha ribaltato il parere. Una vicenda non solo sorprendente e rarissima, ma anche inquietante».

In che senso?
pinuccia montanari virginia raggi lorenzo bagnacaniPINUCCIA MONTANARI VIRGINIA RAGGI LORENZO BAGNACANI
«Durante la giunta dell' 8 febbraio chiesi a Giampaoletti se era vero che quel parere era stato cambiato dopo che lui aveva preso un caffè col presidente del collegio sindacale, Marco Lonardo. Lui confermò. E qui mi fermo, perché c' è un' inchiesta penale in corso».

Che altro successe in quella giunta, l' ultima per lei?
«Giampaoletti mi mostrò per la prima volta la delibera che bocciava il bilancio dell' Ama: "Assessore, c' è da firmare". Una scorrettezza assoluta».

E gli altri assessori?
«Margherita Gatta condivideva le mie perplessità. Ma votò a favore dopo che Marcello De Vito (allora presidente dell' Assemblea capitolina, poi arrestato per corruzione, ndr), le si avvicnò sussurrandole qualcosa all' orecchio».

Fu stupita?
«Solo in parte. Negli ultimi mesi tra Raggi e De Vito c' era totale sintonia».

Poi cosa successe?
«Io votai contro e mi dimisi. Grillo, che avevo informato perché era stato lui a chiedermi di fare l' assessore a Roma nel 2016, mi disse che sulla mia rimozione erano irremovibili e lui non poteva essere d' aiuto».

Sa se Grillo ne ha parlato con la Raggi?
«Certo, l' ha anche tacciata di ingratitudine nei miei confronti. Poi mi ha detto che avevo fatto bene ad andarmene».
pinuccia montanari virginia raggiPINUCCIA MONTANARI VIRGINIA RAGGI

Per la sua esperienza, che ruolo ha Grillo nel M5S?
«Ne custodisce i valori, ma non può far nulla. Ha scarsa voce in capitolo, almeno su Roma».

Nei mesi precedenti aveva provato a parlare con la Raggi?
«Era totalmente inaccessibile, schermata dai suoi collaboratori».

Come comunicavate?
«Con il sistema delle chat. Un meccanismo terrificante che, all' occorrenza, serve a colpire implacabilmente le persone che dissentono, per delegittimarle».

Chi è Giampaoletti, con cui lei si era scontrata in Campidoglio?
«Direttore generale del Comune e più stretto collaboratore della sindaca. Come Lemmetti, portato a Roma dall' avvocato Luca Lanzalone, che nel suo ufficio lasciava la valigia ogni volta che passava da Roma».

A Genova vi eravate incrociati?
«Con Giampaoletti no. Con Lanzalone una volta. L' aveva chiamato il segretario generale del Comune per una consulenza sull' azienda trasporti».

Chi era il segretario generale?
«Mariangela Danzì, attuale capolista del M5S alle Europee nel Nord-Ovest. Altro personaggio importante. Molto amica di Pietro Paolo Mileti, segretario generale del Campidoglio, a sua volta legatissimo a Giampaoletti. Stessa, unica filiera».

Ovvero?
FRANCO GIAMPAOLETTI 1FRANCO GIAMPAOLETTI 
«Lanzalone, Lemmetti, Giampaoletti. Gli ultimi due hanno brindato alla buvette del Campidoglio la sera delle mie dimissioni».

Lanzalone l' ha poi ritrovato a Roma?
«Ce lo presentarono Bonafede e Fraccaro come un giurista a nostra disposizione».

Il suo ruolo nasce dal rapporto con Grillo?
«Non mi risulta. Ho ragione di credere che nasca a Milano, non a Genova».

Che idea si è fatta del licenziamento di Bagnacani?
«Vergognoso, come il mio isolamento. Cacciati perché portavamo avanti i valori del M5S».

Chi prende le decisioni in Campidoglio: la sindaca?
«No. Mi sono fatta l' impressione che a comandare sia una lobby opaca. Lei non conta più molto, a quanto vedo. Pare eseguire le direttive delle persone che la circondano».

Ama è un' azienda decotta?
gianni lemmetti e compagna (3)GIANNI LEMMETTI E COMPAGNA
«Sciocchezze. È solida e ricca. Dal punto di vista industriale può essere una macchina da guerra. Ma Lemmetti e Giampaoletti avevano altre mire».

Quali?
«Non lo so. Ma certo fa gola un business miliardario garantito per i prossimi 15 anni».

E quindi?
«Se paralizzata e sabotata, Ama può essere poi essere spolpata».

La Raggi dice: Roma era nella merda, per questo ho cacciato Bagnacani.
«Sciocchezze. Tutto quello che abbiamo fatto, con fatica, è stato condiviso con lei. E poi per strada la merda, per usare il suo linguaggio, c' è anche ora che lei si è liberata di noi.
Ma non se ne parla più».

Roma è un capitolo chiuso?
«Scriverò un libro. Titolo: Assesso' nun se po fa'».


"LA SINDACA VOLEVA IL BILANCIO IN ROSSO PER PRIVATIZZARE"
Lorenzo D'Albergo per ''la Repubblica''


Pinuccia Montanari è l' ex assessora all' Ambiente della giunta Raggi. Amica di Beppe Grillo, di Reggio Emilia come l' ex presidente di Ama Lorenzo Bagnacani, non ha dubbi: «Perché dannarsi per chiudere in rosso il bilancio dell' azienda? Perché dopo due rendiconti in rosso una società che vale 7 miliardi e che ha un affidamento per i prossimi 15 anni, dove la garanzia sono i soldi dei cittadini, può essere privatizzata. Ci ho provato in tutti i modi a farli ragionare, per il bene del Movimento.

GIANNI LEMMETTIGIANNI LEMMETTI
Ma la sindaca ha scelto un' altra strada». Uscita dal Campidoglio lo scorso 8 febbraio, alla bocciatura del rendiconto 2017 della municipalizzata, Montanari prefigura il futuro di un' Ama data in pasto ai privati: «Prenderebbero soltanto la parte in cui si fanno lauti guadagni, lasciando al pubblico il resto». Il business dei rifiuti da una parte, lo spazzamento e il decoro dall' altra.

Dottoressa Montanari, ma qualcuno le ha mai detto che il piano era questo?
«No, in caso il contrario. Ma qui parlano i fatti, non le intenzioni. E questo blocco su Ama non aveva senso per chi voleva il bene della capitale».

Deve pensarla così anche Grillo. Si è schierato dalla sua parte.
«Beppe, a livello nazionale, è l' unico che ha capito la situazione. Mi ha anche scritto che in Comune erano irremovibili e che avevo fatto bene ad andarmene. L' unico che conserva i valori 5S è lui. Ma non può far nulla».
E a Roma? I consiglieri difendono la sindaca.
luca lanzaloneLUCA LANZALONE
«Molti di loro hanno espresso vicinanza alle mie posizioni. Ma non tutti si sentono di fare gli eroi. Peccato, la politica ha tempi brevi e l' etica dovrebbe prevalere».

Era presente alle riunioni finite nelle registrazioni pubblicate dall' Espresso?
«Sì, a un incontro».

E che effetto le fa risentire quegli scambi?
«Risentendoli ho pensato che la politica deve avere il massimo rispetto per l' autonomia dei manager. Ieri sera, in tv, ho sentito la sindaca dire che poteva fare quello che voleva su Ama in quanto partecipata al 100%. È la stessa teoria di Lemmetti (Gianni, assessore al Bilancio, ndr). Ma il controllo sulle partecipate è altro».

Lo dicono anche i pareri che Ama ha richiesto a diversi legali Però, poi, il cda è stato comunque allontanato. Quale passaggio le resta più oscuro?
«Il collegio sindacale ha cambiato opinione dopo un caffè con Giampaoletti (Franco, il dg del Comune finito sotto inchiesta per tentata concussione proprio sul caso Ama, ndr). È terribile quello che c' è scritto sull' articolo dell' Espresso. Se fosse vero che il presidente del collegio sindacale ha avuto qualcosa in cambio della modifica del parere, sarebbe gravissimo. Equivarrebbe a falsificare un parere sul bilancio, cambiandolo, per un vantaggio ».

Cosa le diceva Bagnacani in quelle ore?
«Che lui era corretto. E su questo non ho dubbi. Se si deve cambiare un bilancio, occorre farlo solo sulla base di idonea documentazione, che non c' era».
E ora?
«Penso che faranno molta fatica a far digerire quel bilancio in giunta, rischiano di approvare un falso. Io li ho avvertiti».

lorenzo bagnacani 4LORENZO BAGNACANI
Se potesse tornasse indietro?
Cosa direbbe alla sindaca?
«Le suggerirei di esaminare tutti i pareri per farmi un' idea. Ma la sindaca ha scelto la via di Lemmetti e Giampaoletti. Per ora le ha portato lo stallo sul porta a porta, un' azienda senza cda e bilancio. Assistiamo alla lenta agonia di Ama e della città. Noi avevamo iniziato un cambiamento, ma qualcuno lo ha bloccato. A Reggio Emilia, dove il porta a porta è partito nel 2006, oggi la differenziata è all' 80%. Roma avrebbe potuto fare lo stesso. La sindaca non è stata lungimirante».

Ora, però, si difende.
«Stanno dicendo tante fesserie. La storia dei bonus ai dirigenti è falsa. E poi sono passati due mesi e il bilancio desiderato da sindaca, Lemmetti e Giampaoletti non è stato ancora approvato. Perché se il problema era Bagnacani?».

Fonte: qui

L’EX PM ANTONIO INGROIA BLOCCATO ALL’AEROPORTO PARIGINO DI ROISSY IN STATO D’EBBREZZA

“TROPPO UBRIACO PER VOLARE”

IL CONSOLATO ITALIANO E' STATO INFORMATO

ANTONIO INGROIA E’ STATO FATTO PARTIRE QUALCHE ORA DOPO, UNA VOLTA RIPRESI I SENSI…

Anais Ginori per repubblica.it
 L'ex pm Antonio Ingroia è stato fermato ieri all'aeroporto parigino di Roissy mentre si stava imbarcando su un volo per l'Italia. Il personale della compagnia aerea ha dovuto chiamare gli agenti aeroportuali perché l'ex magistrato antimafia era visibilmente in stato di ebbrezza. Ingroia, che stava salendo a bordo dell'aereo, è stato così costretto a tornare indietro. Secondo fonti aeroportuali, il rifiuto di imbarco non avrebbe provocato resistenza da parte di Ingroia che è stato portato in una zona di Roissy non lontano dai gate. Il consolato italiano a Parigi è stato avvertito. Ingroia è stato fatto partire qualche ora dopo, una volta ripresi i sensi e in grado di viaggiare per rientrare in Italia. Fonte: qui