9 dicembre forconi: 09/13/19

venerdì 13 settembre 2019

Addio al gruppo della Lega Lo Monte passa al Misto


Le mosse del politico messinese da anni raccontano chi sale e chi scende a Palazzo.


Carmelo Lo Monte ha lasciato il gruppo della Lega e si è iscritto al Misto. E la notizia, che arriva nel giorno in cui il Conte Bis ottiene la fiducia alla Camera, merita attenzione. Perché scorrendo la biografia del politico messinese, alla sua quarta legislatura, si colgono spesso i movimenti e le trasformazioni in atto nello scenario del Palazzo. Lo Monte aveva fatto il suo ingresso trai salviniani nell'ottobre 2017, aderendo a Noi con Salvini. Aveva giocato d'anticipo, acquisendo nelle praterie leghiste al Sud un ruolo di primo piano. Che gli aveva consentito di ottenere un buon piazzamento in lista alle Politiche, dove è stato eletto alla Camera in Sicilia orientale per i leghisti.



Al giro precedente, un altro trasloco last minute gli aveva aperto le porte di Montecitorio. Lo Monte, infatti, con il solito ottimo fiuto aveva aderito nel 2013 al piccolo partito di Bruno Tabacci, il Centro democratico, riuscendo a ottenere per il rotto della cuffia il seggio alle elezioni di quell'anno. Nel corso della legislatura aveva poi lasciato Tabacci per passare al Partito socialista di Nencini per un breve periodo prima di puntare tutto sulla Lega.

L'elezione del 2013 era stata la terza alla Camera per Lo Monte, che nelle due legislature precedenti era approdato in Parlamento con l'Mpa di Raffaele Lombardo, negli anni d'oro del leader autonomista. Poi, quando il lombardismo aveva conosciuto un brusco tramonto, nel 2012 Lo Monte si era spostato sul centrosinistra che cominciava in quei mesi a Roma una lunghissima stagione di governo. Che per Lo Monte non si è quasi mai interrotta, visto che dal 2018 il messinese è stato parlamentare di maggioranza con la Lega. Che ora non è più al governo. E non ha più Lo Monte con sé. Perché dove c'è governo c'è Lo Monte. Era già accaduto alla Regione, quando il politico di Graniti, già Ppi e già Democrazia Europea, era stato al governo con Capodicasa (centrosinistra), Leanza (centrodestra), Cuffaro (centrodestra).

Dopo mesi di grande corsa a salire sul carro di Salvini, con tanta classe politica siciliana a fare anticamera dal senatore Candiani, a volte invano, per un posticino al sole, arriva quindi un primo segnale inverso. Con una discesa dal carro che fa rumore per chi mastica politica. I piani di chi aveva puntato tutto sul Capitano, anche nelle strette vicinanze di Palazzo d'Orleans, vanno ripensati. Fonte: qui

DRAGHI: UN NUOVO QUANTITATIVE EASING DA 20 MILIARDI AL MESE E TAGLIO DI TASSI. IL BAZOOKA LASCIATO IN DOTAZIONE ALLA LAGARDE E' SENZA SCADENZA


CROLLA LO SPREAD E IL LEGHISTA BORGHI, CHE PER MESI HA CHIESTO DI NON INTERROMPERE IL QE, ROSICA: ''CHI PARLA DEI MILIARDI PERSI PER LO SPREAD DURANTE IL NOSTRO GOVERNO, MANDI LA FATTURA A FRANCOFORTE''. 

PURE MARIO DRAGHI HA ASPETTATO IL SILURAMENTO DI SALVINI PER FAR RIPARTIRE LA DROGA MONETARIA

SPREAD SOTTO 140 PUNTI, PRIMA VOLTA DA MAGGIO 2018
 (ANSA) - Lo spread tra Btp e Bund torna sotto i 140 punti base a 139, per la prima volta da maggio del 2018. Il rendimento del decennale italiano aggiorna i minimi storci a 0,75%.

BCE: PIAZZA AFFARI E BTP SVETTANO TRA BORSE E BOND EUROPA
MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTEMARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE
 (ANSA) - Le Borse europee accolgono positivamente le decisioni della Bce, che non ha indicato una data di fine del nuovo Qe, compensando la delusione per un ammontare di 20 miliardi di euro di acquisti mensili inferiore alle attese. Milano avanza dello 0,9% davanti a Parigi e Francoforte (+0,6% entrambe) e a Londra (+0,1%).

Lo spread Btp/Bund scende a 139 punti base, con il rendimento del decennale italiano che tocca un nuovo minimo storico a 0,75%. I bond italiani sono quelli che in Europa stanno beneficiando di più delle misure annunciate dalla Bce, con un crollo di 21 punti base dei rendimenti, il doppio di quelli della Francia (-10 punti base) e il triplo di quelli della Germania (-7 punti base).


Con il QE annunciato oggi (e anticipato prima) finiscono le balle sulle cose che "facevano salire lo spreeeeead".
Chi valuta i costi dello spread durante il nostro governo mandi la fattura a Francoforte. Per quale motivo hanno interrotto gli acquisti senza traccia di inflazione?

724 utenti ne stanno parlando

Riccardo Sorrentino per www.ilsole24ore.com


Un pacchetto complesso per contrastare la flessione delle aspettative di inflazione. La Banca centrale europea ha tagliato i tassi (con un sistema a “scalini”), lanciato un nuovo QE, e modificato le condizioni delle Tltro, le aste di liquidità finalizzate ai prestiti alle aziende, che saranno anche più lungo del previsto. Soprattutto, ha modificato la forward guidance: non sono più previsti termini precisi, come era accaduto finora: la politica ultraespansiva resterà in vigore finché necessario.

Tassi al -0,50%
MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIAMARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA
I tassi sui depositi presso la Bce sono stati portati al -0,50%, dal precedente -0,40%. L’autorità di Francoforte intende lasciarli ai livelli attuali, o anche più bassi, «fino a che non vedrà le prospettive di inflazione convergere a un livello sufficientemente vicino, ma al di sotto, del 2%» nelle sue proiezioni e ne avrà visto i riflessi anche sui dati effettivi di inflazione. Il taglio è affiancato da un tiering: la liquidità in eccesso resterà esente dai tassi negativi. Fermi il tasso di riferimento (a quota zero) e quello sulla marginal lending facility allo 0,25%.

QE da 20 miliardi «aperto»
DRAGHI E MATTARELLADRAGHI E MATTARELLA
Ha lanciato un quantitative easing da 20 miliardi al mese, a partire dal 1° novembre, senza termine definito: resterà in vigore per il tempo necessario «a rinforzare l’impatto dei tassi e fino a poco prima l’inizio del rialzo». Continuerà inoltre a reivestire totalmente i titoli in scadenza, fin oltre il rialzo dei tassi di interesse «e in ogni caso per il tempo necessario a mantenere condizioni di liquidità favorevoli» e orientamento ampiamento espansivo. Non saranno toccati gli attuali “limiti” agli acquisti: la Bce, ha spiegato in conferenza stampa il presidente Mario Draghi, ha ancora ampio spazio per acquistare titoli senza doverli modificare.

Tltro più favorevoli e più lunghe
claudio borghi 1CLAUDIO BORGHI 1
Ha inoltre esteso da due a tre anni la durata delle Tltro, le cui modalità cambieranno in modo da «preservare favorevoli condizioni per i prestiti bancari, assicurare una trasmissione senza intoppi della politica monetaria e sostenere ulteriormente l’orientamento espansivo della politica monetaria». I tassi applicati saranno pari alla media dei tassi di riferimento, oggi a quota zero, durante la durata dell’operazione, e più bassi per le banche i cui prestiti netti supereranno un livello di riferimento.

Una forward guidance più precisa ma senza termini
Il punto chiave del pacchetto integrato è sicuramente la modifica della forward guidance. Le indicazioni di tempo, presenti nel passato - fino a ieri i tassi sarebbero dovuti rimanere ai livelli attuali o più bassi almeno fino alla metà del 2020 - sono stati sostituiti da termini aperti. La minore “precisione” della guidance è stata sostituita da una sequenza più precisa - anche se non nuova - della fine dei vari interventi.

La sequenza della futura «normalizzazione»
claudio borghi 2CLAUDIO BORGHI 
Il qe terminerà quando le proiezioni sull’inflazione si riavvicineranno al 2% e questa convergenza apparirà anche nei dati effettivi sulla dinamica dei prezzi. Attualmente le proiezioni Bce sulla dinamica del prezzi sono piuttosto basse: prevedono un’inflazione media dell’1,2% per fine anno, dell’1% l’anno prossimo e dell’1,5% per il prossimo, in flessione rispetto alle indicazioni di giugno (rispettivamente 1,3%, 1,4% e 1,6%). In ogni caso, gli acquisti cesseranno poco prima dell’aumento dei tassi, che dunque dovrà apparire già quasi “maturo”.

Un lungo orizzonte temporale
Sono in seguito, e dopo «un periodo prolungato» si potranno eventualmente ridurre i reinvestimenti dei titoli in scadenza. Le Tltro, che si succederanno a ritmo trimestrale, avranno invece durata triennale e non più biennale. La politica ultraespansiva ha dunque un orizzonte temporale che promette di essere piuttosto lungo.

I dubbi su efficacia e costi
matteo salvini claudio borghiMATTEO SALVINI CLAUDIO BORGHI
La Bce è andata al di là delle aspettative dei mercati, se non altro per la sua determinazione a mantenere l’orientamento espansivo per una durata indefinita. La decisione lascia però aperti tutti gli interrogativi non solo sull’efficacia di questi interventi - la Bce dà l’impressione oggi di tentare tutto il possibile per riportare in alto l’inflazione - ma soprattutto sui loro costi: se il tiering riduce il peso sulle banche, resta la compressione dei rendimenti dei titoli di Stato , che penalizzano assicurazioni e fondi pensione, la distorsione complessiva delle quotazioni e, non ultimo, il forte effetto redistributivo a vantaggio del settore finanziario.

Rischi continuamente monitorati
Draghi ha ricordato che la Bce monitora costantemente il rischio che i costi superino i benefici, ma con l’obiettivo di correggerli attraverso misure macroprudenziali (non ritenute più totalmente efficaci, però, dalla stessa Banca dei regolamenti internazionali che li ha proposti). Allo stesso tempo, Draghi ha ricordato che altri fattori, più incisivi - come un elevato rapporto tra costi e ricavi - pesano sulla redditività di diverse aziende di credito.

Una decisione non semplice
I rendimenti marginali e l’aumento dei costi delle misure di politica monetaria spiegano perché la decisione di oggi non sia stata semplice. Il consiglio direttivo - ha spiegato Draghi - era unanime sulla necessità di agire, ma alcune divergenze di opinione sull’effettiva severità delle prospettive economiche hanno spinto alcuni consiglieri a proporre un rinvio delle decisioni, mentre maggiori perplessità ha suscitato la decisione di riaprire il quantitative easing. Per Draghi, il pericolo era che le aspettative di inflazione si stessero ancorando a un livello compreso tra l’1% e l’1,5%, lontano dall’obiettivo del 2%. In ogni caso, ha aggiunto, «il consensus è stato talmente ampio che non è stato necessario votare».
ario Draghi e Christine Lagardee cf fc e df c a dMARIO DRAGHI E CHRISTINE LAGARDE

Ora tocca alla politica fiscale
L’unanimità, un po’ a sorpresa, ha riguardato la necessità che la politica fiscale prenda ora il timone della politica economica. «Deve diventare l’elemento chiave», ha detto Draghi, aggiungendo: «Ora deve assumere la guida» per sostenere la domanda, ma anche per riportare in alto i rendimenti. Un segnale chiaro del fatto che la politica monetaria sta ormai raggiungendo i propri limiti e occorrano sforzi sempre maggiori per ottenere risultati sempre più piccoli. Draghi ha anche escluso che questa indicazione comporti un sostegno alle proposte di riforma del Patto di stabilità. Solo i paesi con “spazio fiscale” - è l’idea della Bce - devono quindi introdurre una politica espansiva. Fonte: qui


BANCHIERI DEL NORD EUROPA CONTRO DRAGHI, E LUI RISPONDE PER LE RIME 

IL CAPO DI DEUTSCHE BANK: I TASSI NEGATIVI SARANNO ''LA ROVINA DEL SISTEMA BANCARIO''. 

MARIO DRAGHI: ''I COSTI DEGLI ISTITUTI EUROPEI SONO SBALLATI. ADATTARE I LORO MODELLI ALLA DIGITALIZZAZIONE È MOLTO PIÙ URGENTE DELL'ESSERE ARRABBIATI PER I TASSI'' CHE FINORA SONO COSTATI 23 MILIARDI ALLE BANCHE 

TRUMP FURIOSO CON DRAGHI E SOPRATTUTTO CON LA FED, ''STA SEDUTA!''

DRAGHI RISPONDE PER LE RIME AL CAPO DI DEUTSCHE BANK
DAGONOTA -  Secondo BloombergDraghi nel suo discorso di ieri ha risposto ai commenti del CEO di Deutsche Bank, Christian Sewing, che si era lamentato dei tassi negativi (''saranno la rovina del sistema bancario''). Draghi ha detto ai giornalisti riuniti a Francoforte che i costi delle banche europee sono ''completamente sballati'', e che la necessità di adattare il modello di business alla digitalizzazione ''è molto più urgente dell'essere arrabbiati per i tassi negativi''.


BANCHE DEL NORD EUROPA CONTRO DRAGHI
Dall'articolo di Domenico Conti per l'Ansa

Nel frattempo, però gli ostacoli sulla via del nuovo 'bazooka' di Draghi sono aumentati. Vuoi perché Draghi è agli sgoccioli del mandato (termina il 31 ottobre), dunque un po' indebolito. Vuoi perché in molti vorrebbero mettere i puntini sulle 'i' con Christine Lagarde, la francese che gli succederà nel segno della continuità con la linea interventista dell'italiano.

christian sewing ceo deutsche bankCHRISTIAN SEWING CEO DEUTSCHE BANK
E una delle ragioni che circolano in ambienti tedeschi è che Draghi avrebbe forzato un po' la mano legando le mani al consiglio direttivo, facendo assaporare ai mercati una mossa dopo la quale un dietrofront provocherebbe uno scossone. Non c'è solo l'opposizione al Qe espressa da settimane dai governatori 'falchi' di Paesi come Germania, Austria, Finlandia Olanda e dalla consigliera esecutiva (tedesca) Sabine Lautenschlaeger.

C'è anche la posizione prudente di Francois Volleroy de Galhau (Banca di Francia) (…) E i problemi non si limitano al Qe: un tasso sui depositi che scende ancor più sotto zero comprime i margini d'interesse bancari.

draghiDRAGHI
I colossi europei, a partire da Deutsche Bank, gridano l'allarme da anni. Anche l'Abi, in una lettera inviata dal Presidente Antonio Patuelli e dal dg Giovanni Sabatini a Draghi e al governatore di Bankitalia Ignazio Visco, fa presente "la necessità che la prosecuzione di una politica monetaria altamente accomodante sia accompagnata da misure che ne mitighino gli effetti negativi sulla redditività delle banche, quali, ad esempio, un sistema a più livelli per la remunerazione delle riserve". Goldman Sachs, in un report, stima che dal 2014 a oggi le banche europee ci hanno rimesso qualcosa come 24 miliardi.

Così tanti soldi, per un'industria già in ginocchio, da rendere "fondamentale che un tiering accompagni ulteriori tagli dei tassi". Funzionerebbe così: una porzione dei depositi a un giorno di liquidità che le banche fanno alla Bce sarebbe esentata dal dover versare alla Bce un tasso pari a 0,5 o 0,6% (questa è la conseguenza dei tassi negativi). E per addolcire la pillola è in arrivo il nuovo Tltro. Draghi, insomma, dove essere assai creativo: perché a molti appare ormai chiaro che i tassi negativi rischiano di spingere le banche a dare meno prestiti, disfando così ogni giorno la tela costruita dal presidente della Bce per stimolare l'economia europea.

BANCHE, I TASSI NEGATIVI SONO COSTATI 23 MILIARDI PRESSING PER LO SCONTO
draghi merkelDRAGHI MERKEL
Dall'articolo di Alessandro Graziani per ''Il Sole 24 Ore'' del 10 settembre 2019

Dal 2014 a fine 2018 la politica dei tassi negativi sui depositi praticata da Bce ha generato perdite per oltre 23 miliardi nei conti delle banche europee. Solo nel 2018 si calcola che il danno economico sia stato di 7,5 miliardi. (…) In particolare - secondo una recente analisi di Goldman Sachs - tra le banche tedesche, francesi e del Benelux che, avendo circa l' 80% della liquidità parcheggiata in Bce, sarebbero le più danneggiate dall' ulteriore ribasso dei tassi negativi Secondo le analisi dell' agenzia Scope Ratings, «ogni ulteriore taglio di 10 punti base dei tassi sui depositi costerebbe almeno 1,7 miliardi alle banche europee».


TRUMP DURO: «COSÌ SVALUTATE L'EURO LA FED SEDUTA, SIAMO STATI ANTICIPATI»
Flavio Pompetti per ''Il Messaggero''

«E la Fed è ferma. Seduta! Seduta! Seduta!». Donald Trump, furioso dopo l'annuncio del taglio dei tassi sull'euro da parte di Mario Draghi, torna a prendersela con il suo bersaglio preferito: il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. «La Bce con una mossa repentina taglia dieci punti base - twitta il presidente - Lavorano con successo a deprezzare l'euro nei confronti del dollaro forte, e questo danneggia le nostre esportazioni. Loro guadagnano ogni volta che emettono debito, mentre noi dobbiamo pagare gli interessi!».

Christian Sewing Deutsche BankCHRISTIAN SEWING DEUTSCHE BANK
Questa semplificazione - semplificazione oggettivamente eccessiva - della strategia monetaria delle due banche centrali nasconde il vero nocciolo del problema per l'amministrazione Usa. Lo sforamento della spesa pubblica e la crescita precipitosa del debito sovrano stanno gravando sulle casse del Tesoro al ritmo approssimativo di 1,6 miliardi di dollari al giorno. E la generosa regalia concessa con la riforma fiscale alle imprese non ha portato l'effetto sperato di una spinta agli investimenti produttivi, e il Pil è depresso, grazie anche alla aggressiva politica commerciale voluta dal presidente.

In questo quadro complesso di concause che frenano l'economia nazionale, Trump vorrebbe che Powell lo sollevasse da ogni problema con i tagli al costo del dollaro o con una combinazione di Quantitative easing che equivarrebbe all'immissione di valuta nel sistema finanziario, anche a costo di alimentare l'inflazione, che ad agosto ha fatto segnare l'impennata più significativa di tutto il 2019.
CHRISTINE LAGARDECHRISTINE LAGARDE

LA RISPOSTA
Powell ripete all'infinito che non si piegherà alle pressioni politiche, ma l'iniziativa della Bce di fatto lo mette di fronte a una strada obbligata: il prossimo mercoledì il direttivo della Fed non potrà che ridurre di un altro quarto di punto (da 2,25% a 2%) gli interessi sull'overnight bancario, i fondi che le banche negli Usa prendono in prestito dalla Fed dopo la chiusura quotidiana, per soddisfare i parametri di liquidità richiesti dai regolamenti. La squadra degli economisti di Trump sta esplorando ogni possibile alternativa per attenuare la pressione fiscale della montagna del debito pubblico di 22.000 miliardi di dollari.

Il tesoriere Mnuchin ha confermato ieri che sta studiano seriamente l'ipotesi di emettere obbligazioni federali di corso cinquantennale, nella speranza di piazzarle ad almeno un punto percentuale sotto quelle già circolanti con trenta anni di scadenza. E ne avrebbe già parlato con gli investitori e presto estenderà la discussione ai rappresentanti dei governi alleati.
DONALD TRUMP JEROME POWELLDONALD TRUMP JEROME POWELL

Sul piano internazionale la preoccupazione resta il rallentamento della crescita globale; una frenata che l'Ocse ha denunciato essere arrivata al punto più alto degli ultimi sei anni per i venti Paesi a maggior sviluppo industriale. Il fenomeno è influenzato dai tanti elementi di instabilità, ma la guerra commerciale in atto tra Usa e Cina è il più grave.

Dalle due capitali ieri sono arrivati per l'ennesima volta modesti segnali di disgelo: la Cina è tornata a promettere la riapertura degli acquisti di carni e di prodotti agricoli made in Usa, e una maggiore apertura del suo mercato interno alle aziende statunitensi. Da Washington è giunta la decisione di rinviare l'entrata in vigore del rincaro dei dazi di ultima generazione, quelli che sarebbero dovuti partire il primo di ottobre su 250 miliardi di dollari di valore in importazioni. Segnali di buona volontà, in attesa degli incontri di vertice a New York a fine mese, durante l'apertura dei lavori dell'Onu, e della ripresa delle trattative tra le delegazioni commerciali dei due paesi all'inizio di ottobre a Washington.

Fonte: qui

Usa: deficit supera i mille mld, prima volta in 7 anni


I dati del Tesoro, oltre 100 mld in più dello scorso anno


Ansa - Il deficit di bilancio del governo federale statunitense ad agosto ha superato per la prima volta in sette anni la soglia dei mille miliardi di dollari, oltre cento miliardi in piu' rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo rende noto il Tesoro americano. 

Il significato dell'accordo Iran-Cina


La scorsa settimana gli asset a rischio globale hanno ricevuto una spinta dalle notizie secondo cui gli Stati Uniti e la Cina riprenderanno i colloqui commerciali in stallo ad ottobre. Le attività che hanno beneficiato includono il petrolio, che ha registrato un rialzo del 6% in base alle aspettative che le maggiori possibilità di un accordo commerciale USA-Cina saranno positive per la crescita globale e quindi per i prezzi dell'energia. È probabile che il prezzo del petrolio troverà ora ulteriore sostegno a breve termine dalle notizie nel fine settimana che l'Arabia Saudita ha sostituito il suo ministro del petrolio con un fratellastro dell'effettivo sovrano del regno, il principe ereditario Mohammad bin Salman, che favorisce prezzi più alti.
Data la stretta correlazione tra il prezzo del petrolio e le aspettative di inflazione, questi sviluppi potrebbero sembrare indicare un'inflazione futura superiore alle attese e una ridotta possibilità di allentamento della banca centrale, che sarebbe ribassista per i mercati obbligazionari globali troppo cari.
Tuttavia, altre notizie della scorsa settimana possono essere considerate ribassiste sia per il prezzo del petrolio che per le aspettative di crescita globale. In particolare, i rapporti secondo cui la Cina ha firmato un accordo a lungo termine per l'acquisto di grandi quantità di petrolio iraniano a dispetto delle sanzioni statunitensi peseranno sui prezzi del greggio globali e complicheranno ulteriormente i colloqui USA-Cina, ridurre le possibilità di un accordo prima delle elezioni statunitensi del 2020. In effetti, il mondo sta affrontando un tiro alla fune a quattro vie sul prezzo del petrolio. La posizione più chiara è quella di Riyadh, che vuole prezzi del petrolio più alti. Il ministro del petrolio uscente Khalid Al-Falih è stato nominato nel 2016 per garantire tagli alla produzione Opec e aumentare i prezzi, sia per colmare il deficit fiscale saudita sia per sostenere la prevista IPO del gigante petrolifero statale Aramco. Tuttavia, a US $ 62 / bbl, il prezzo del Brent rimane molto al di sotto dell'obiettivo a breve termine di Riyadh di US $ 75-80 / bbl, quindi la sostituzione di Al-Falih con un insider reale.
La posizione di Washington è più ambivalente. Sebbene l'amministrazione americana abbia ribadito la sua determinazione a portare a zero le esportazioni di petrolio dell'Iran, il feed di Twitter di Donald Trump indica che la sua soglia del dolore nei prezzi della benzina entra in vigore quando il Brent supera i $ 75 al barile.
Sebbene offuscata dai continui colloqui con le nazioni europee e dalle ripetute minacce per riprendere la ricerca e lo sviluppo nucleare, la posizione dell'Iran è anche relativamente semplice: ha un disperato bisogno di vendere il suo petrolio. Da quando gli Stati Uniti si sono ritirati dall'accordo nucleare iraniano a maggio 2018 e in seguito all'irrigidimento delle sanzioni statunitensi a maggio di quest'anno, i dati Opec mostrano che la produzione di petrolio iraniana è crollata da 3,8 a 2,2 milioni di barili a luglio. Supponendo che il consumo interno sia rimasto costante, ciò implica che le esportazioni iraniane sono diminuite da 2,3 milioni di barili a circa 700000 barili.
Gran parte di questo petrolio viene spedito in Cina. I dati doganali mostrano che la Cina ha importato circa 220.000 bpd a luglio. Tuttavia, è probabile che le dimensioni effettive delle spedizioni siano maggiori, dato che un po 'di petrolio iraniano sarà stato trasbordato in mare, probabilmente nascondendone l'origine, mentre un numero maggiore sarà tenuto in deposito doganale, senza passare per le dogane cinesi. Tuttavia, il punto è chiaro: l'Iran deve spedire il suo petrolio indipendentemente dalle sanzioni statunitensi e la Cina è il suo più grande mercato.
Da qui l'importanza delle notizie della scorsa settimana secondo cui Teheran ha rafforzato il suo " partenariato strategico globale " del 2016 con Pechino. In base a un accordo di 25 anni riferito ad agosto, l'Iran accetterà di vendere petrolio e gas alla Cina con uno sconto garantito ai prezzi di mercato prevalenti di almeno il 12%, oltre a uno sconto aggiuntivo fino all'8% per riflettere il rischio. Inoltre, per aggirare il sistema finanziario internazionale denominato in dollari USA, la Cina pagherà i suoi acquisti in renminbi.
In cambio, la Cina investirà circa 80 miliardi di dollari USA nei prossimi cinque anni per migliorare le strutture e le infrastrutture di produzione energetica dell'Iran (e forse molto di più nei prossimi 20 anni). E per salvaguardare i suoi investimenti, Pechino dispiegherà "fino a 5.000 agenti di sicurezza cinesi sul terreno in Iran", oltre a proteggere le spedizioni di petrolio iraniano dal Golfo Persico alla Cina.
I vantaggi di un simile accordo per Teheran sono molteplici. Ottiene gli investimenti interni necessari. Garantisce un mercato per il suo petrolio e gas. Rompe la sua dipendenza dal dollaro USA. Ottiene un deterrente contro possibili attacchi militari statunitensi o israeliani contro la sua industria energetica. E riduce la sua dipendenza economica da potenze che altrimenti insisterebbero per limitare il suo programma nucleare. In breve, si mette il naso a ovest, e in particolare a Washington.
Questo lascia la posizione della Cina. Le importazioni di energia scontate sono sempre allettanti, ma in questo caso hanno un costo. Un accordo per acquistare petrolio iraniano in contrasto con le sanzioni statunitensi è solo in grado di antagonizzare Washington, complicando ulteriormente i colloqui commerciali già nodosi e riducendo le possibilità di una risoluzione alla guerra tariffaria. D'altra parte, i leader cinesi potrebbero aver già concluso che la probabilità di un accordo vantaggioso con gli Stati Uniti è piccola e che stanno meglio facendo il meglio per un pessimo lavoro.
In tal caso, un acquisto a lungo termine di petrolio e un accordo di investimento con Teheran ha senso. Non solo la Cina ottiene petrolio a buon mercato e porta avanti le sue ambizioni per la Via della Seta. Pagando le importazioni di petrolio nella propria valuta, avanza un grande passo verso la creazione di un nuovo blocco monetario incentrato sul renminbi, una mossa essenziale se gli Stati Uniti devono perseguire il disaccoppiamento economico e la rivalità strategica (e uno supportato dai piani russi per l'emissione di obbligazioni renminbi nei prossimi mesi).
Queste sono considerazioni a lungo termine. Tuttavia, gli sviluppi della scorsa settimana hanno importanti implicazioni a breve termine. Con la nomina di un nuovo ministro del petrolio, i sauditi segnalano che tenterà di perseguire un prezzo del petrolio più elevato. Tuttavia, l'accordo iraniano segnalato con la Cina peserà sul prezzo internazionale del petrolio per due motivi.
  1. Vi è la prospettiva che l'Iran possa rapidamente aumentare le sue spedizioni di petrolio verso la Cina fino a 2 milioni di barili al giorno (il volume delle sue esportazioni globali prima che le sanzioni prendessero piede). Gli effetti di spostamento della vendita di così tanto petrolio (equivalente al 2% della produzione globale) con uno sconto del 20% sul mercato peserebbero pesantemente sui prezzi globali.
  2. Un accordo tra Cina e Iran a dispetto delle sanzioni statunitensi complicherà ulteriormente i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina che sono già stati complicati dalla disputa su Huawei. Di conseguenza, le possibilità di un accordo diminuiranno ancora di più nella distanza. Ciò peserà sulle aspettative di crescita globale, che peserà ulteriormente sul prezzo internazionale del petrolio.
Insieme, è probabile che questi fattori superino gli sforzi di Riyad per sostenere il prezzo del petrolio, dato che in un mercato frammentato, ulteriori tagli alla produzione saudita comporteranno probabilmente solo un'ulteriore perdita di quote di mercato. Di conseguenza, le aspettative di inflazione dovrebbero rimanere contenute nel breve e medio termine. E mentre l'effetto a lungo termine del disaccoppiamento economico USA-Cina sull'inflazione è discutibile, finora il mercato ritiene chiaramente che l'escalation della guerra commerciale e il disimpegno economico siano disinflazionistici. La conclusione è che, a conti fatti, la lotta a quattro vie sul mercato petrolifero internazionale non farà nulla per far esplodere la bolla obbligazionaria globale e potrebbe continuare a gonfiarla ancora più a lungo.
Autore di Tom Holland di Gavekal

All'inizio della stagione NFL, il decadimento sociale nelle città della NFL è peggio che mai

Quest'anno l'America celebra il centenario della NFL.   Ogni settimana, milioni di noi si riuniranno intorno ai nostri televisori per guardare giovani estremamente ben pagati che lanciano un pallone da calcio. Amo il football americano da solo e spero in una stagione davvero bella. Ma mentre queste squadre altamente pagate stanno giocando in alcuni degli stadi sportivi più belli di tutto il mondo, le città che rappresentano stanno rapidamente crollando intorno a loro.  Da costa a costa, le principali città degli Stati Uniti si stanno rapidamente trasformando in buche infernali in decomposizione, e sta peggiorando ogni anno che passa.
Cominciamo guardando Baltimora.   Domenica, i Baltimore Ravens hanno assolutamente schiacciato i Miami Dolphins 59-10 e Lamar Jackson sembra pronto ad avere una stagione assolutamente favolosa.
Ma nel frattempo, la stessa città di Baltimora è un incubo infestato da droghe che potrebbe potenzialmente stabilire  un nuovo record di sempre per gli omicidi  nel 2019. Il presidente Trump ha recentemente pubblicato titoli nazionali per averlo definito un "disastro disgustoso, infestato da topi e roditori", e è  stato riferito  che visiterà effettivamente la città giovedì ...
Poche settimane dopo aver assaltato Baltimora come un "disastro disgustoso, infestato da topi e roditori", il presidente Trump visiterà la città del Maryland per rannicchiarsi con i repubblicani congressuali - un incontro che potrebbe attirare proteste locali e riaccendere una brutta faida tra la Casa Bianca e il nero- località di maggioranza.
La Casa Bianca ha confermato domenica che Trump si rivolgerà ai repubblicani della Camera al loro ritiro biennale questo giovedì. I legislatori e gli aiutanti repubblicani - che hanno scelto la città per il loro incontro di tre giorni prima che Trump lo definisse "il peggiore negli Stati Uniti" - non erano sicuri che il presidente avrebbe voluto partecipare.
Oggi Baltimora è diventata letteralmente una delle aree più pericolose dell'intero pianeta. In effetti, esiste un solo paese al mondo che ha un  tasso  di omicidi pro capite più elevato rispetto a Baltimora ...
Solo un paese al mondo ha un tasso di omicidi pro capite più elevato rispetto alla città di Baltimora.
Secondo  WorldAtlas , la capitale del delitto del mondo è l'Honduras - dove ci sono 90,4 omicidi per 100.000 persone.
Baltimora , con 56 omicidi per 100.000 persone, segna il secondo posto davanti al Venezuela, dove ci sono 53,7 omicidi per 100.000 persone.
Naturalmente Baltimora non è assolutamente sola.
Domenica, i Los Angeles Rams e i Los Angeles Chargers (che ancora non suonano bene per me) hanno vinto entrambi le loro prime partite, ma la città che rappresentano sta letteralmente degenerando proprio davanti ai nostri occhi.
Grazie a una popolazione di senzatetto in rapida crescita e alla peggiore epidemia di ratto che la città abbia mai visto, le autorità sanitarie devono affrontare focolai di  febbre tifoide e lebbra ...
Con la febbre tifoide e persino il ritorno della peste bubbonica già grandi preoccupazioni, l'aumento dei senzatetto a Los Angeles potrebbe anche innescare un aumento della lebbra.
Secondo un  nuovo studio , altri casi di lebbra stanno iniziando a emergere nella contea di Los Angeles, con la dott.ssa Maria Teresa Ochoa dell'Università della California del Sud che esorta il pubblico a "combattere l'infezione".
La lebbra, che si diffonde nell'aria ma deve comportare un contatto ravvicinato, può causare cecità permanente, gravi danni alla pelle, ai nervi e alle mucose del corpo, nonché deformità.
Una volta, Los Angeles era una delle città più belle del mondo, ma ora il dottor Drew Pinsky sta avvertendo che  "i topi hanno preso il controllo della città" ...
Il medico di celebrità Dr. Drew Pinsky la definisce una crisi sanitaria, qualcosa che non si vede "in questo paese per 100 anni". Pinsky ha persino paragonato il centro di Los Angeles a un paese del terzo mondo a causa dei suoi problemi di salute pubblica e della mancanza di servizi igienici.
"I ratti hanno preso il controllo della città, non è coerente con la civiltà, quanti devono morire prima che cambiamo direzione?", Ha detto Pinsky.
Penseresti che i legislatori di Sacramento farebbero qualcosa per aiutare a ripulire Los Angeles, ma Sacramento stesso si sta rapidamente trasformando in un pozzo nero.
Quando la proprietaria del salone Liz Novak è andata su Twitter e ha spiegato perché si è sentita costretta a ricollocare la sua attività, ha rapidamente attirato l'attenzione di  parecchi media nazionali ...
'Voglio solo dirti cosa succede quando arrivo al lavoro. Devo pulire la cacca e la pipì fuori dalla porta di casa. Devo pulire le siringhe. Devo educatamente chiedere alle persone a cui tengo, a cui tengo queste persone senza fissa dimora, di spostare le tende fuori dalla porta della mia attività ", ha detto in un video pubblicato su Twitter, che ha attirato l'attenzione di Fox News e altri media nazionali.
'Sono arrabbiato per questo. Non mi trasferirò se non fosse per questo problema ", ha aggiunto Novak.
Devo dire che sono d'accordo con lei.
Se le persone facessero la cacca e facessero la pipì sulla porta di casa, anche io mi sposterei.
Parlando di cacca umana, ce n'è così tanto nelle strade di Filadelfia che ha alimentato un allarmante scoppio di casi di epatite A.
Le Aquile potrebbero aver battuto gli sfortunati Redskins domenica, ma la città che rappresentano sta letteralmente diventando  un bagno ...
Filadelfia di solito vede non più di sei casi di epatite A ogni anno, ha detto Abernathy. I funzionari comunali contano 117 casi confermati quest'anno fino ad oggi, con altri sotto inchiesta.
Il Kensington, punto zero della crisi oppioide della regione, dove molte persone alle prese con la dipendenza vivono per strada, è alle prese con la cacca per strada, nei parchi e sui portici per anni. L'epatite A si diffonde principalmente attraverso il contatto con la materia fecale.
È facile scegliere Filadelfia, perché è una delle principali città più povere dell'intera nazione.
Secondo un funzionario locale, "ci sono  così tante feci umane sul terreno che è incredibile" ...
"Ci sono così tante feci umane sul terreno che è incredibile", ha detto Jacelyn Blank, membro del consiglio di amministrazione dell'East Kensington Neighbors Association e co-fondatore del gruppo Philly Tree People, che progetta e si prende cura degli alberi nelle molte foglie della città- quartieri privati.
Ovviamente la stessa cosa sta succedendo in quasi tutte le altre grandi città del paese. La  "peggior crisi della droga nella storia americana"  ha portato orde di tossicodipendenti a vagare senza pensare mentre cercano un modo per ottenere la loro prossima soluzione. Come nazione, dobbiamo fondamentalmente rifiutare il modo in cui abbiamo fatto le cose e dobbiamo  iniziare a correre nella direzione opposta il  più velocemente possibile.
Lo sport ha un ruolo importante da svolgere nella nostra società, ma quando solo una manciata di persone viene pagata milioni di dollari per giocare mentre milioni e milioni di altri cittadini si crogiolano nella povertà, nella disperazione e nella dipendenza, questo è un segno che le cose sono diventate molto seriamente sbilanciato.
La nostra nazione è profondamente divisa e peggiora ogni giorno che passa. Se mai vogliamo sistemare le cose, dobbiamo svegliarci e iniziare a concentrarci sulle cose che contano davvero.