9 dicembre forconi: 02/26/19

martedì 26 febbraio 2019

L'EUROPA E' MATRIGNA MA NOI SIAMO COGL*ONI

LA GABANELLI FA I CONTI DEI CONTRIBUTI EUROPEI: “DOPO LA POLONIA SIAMO IL PAESE A CUI BRUXELLES ASSEGNA PIÙ SOLDI, MA SPENDIAMO SOLO IL 3% DEI FONDI DISPONIBILI” 

LA NOSTRA INCAPACITA', OLTRE A TOGLIERCI RISORSE, CREA I PRESUPPOSTI PER LE TRAGEDIE: RICORDATE L’INCIDENTE FERROVIARIO IN PUGLIA? L’EUROPA AVEVA APPROVATO IL PROGETTO DI RADDOPPIO DEL BINARIO UNICO, MA TRA LUNGAGGINI E MANCATE DELIBERE, I LAVORI SONO PARTITI CON NOVE ANNI DI RITARDO…

Milena Gabanelli E Luigi Offeddu per il “Corriere della Sera – Dataroom”




gabanelli fondi ue 5GABANELLI FONDI UE 
L' Italia ha dato molto all' Unione Europea: solo nel 2017, circa 4,4 miliardi in più di quanto abbia ricevuto da Bruxelles. Nel 2016, ha avuto 11,5 miliardi ma ne ha sborsati 13, 9. E fra il 2011 e il 2017, ha accumulato in tutto 36,1 miliardi di saldi negativi. Nello sbilancio tra il dare e l' avere, l' Italia arriva quarta, dopo la Germania, il Regno Unito e la Francia. Ma chi decide quanto «dare» e quanto «avere»? Il «dare» si decide in base ai trattati da cui è nata l' Unione, firmati da tutti i Paesi.

FONDI EUROPEIFONDI EUROPEI
Principio generale: chi sta meglio aiuta chi sta peggio, per favorire la stabilità e la pace sociale dell' Ue. Il bilancio dell' Unione è definito in un piano di sette anni, rappresenta l' 1% del Prodotto interno lordo totale dei Paesi membri, ed è sottoposto annualmente all' approvazione dell' Europarlamento, sola istituzione direttamente eletta dai cittadini europei, cioè da noi tutti (nessuno può dire «non c' ero»).
Fondi Europei per il mezzogiornoFONDI EUROPEI PER IL MEZZOGIORNO

Pertanto ogni anno, ogni Stato versa a Bruxelles un contributo basato sul reddito nazionale lordo, su alcuni dazi doganali, su un' aliquota Iva, e così via. Bruxelles a sua volta ricambia erogando i suoi fondi. Se un Paese taglia il suo contributo, come ha minacciato di fare Roma, va incontro al 2,5% di interessi di mora sulla somma dovuta, più lo 0,25% per ogni mese di ritardo.

Fatti due calcoli sulle rispettive popolazioni, ogni cittadino del Paese più ricco, la Germania, dà a Bruxelles circa 286 euro all' anno (162 euro in più di quanto riceva). Quello più povero, il greco, versa 140 euro ma ne incassa 541, cioè 401 in più. Mentre ogni italiano è in credito verso Bruxelles di circa 39 euro. Errori e contestazioni sono possibili per tutti.

gabanelli fondi ue 2GABANELLI FONDI UE
Ma chi amministra meglio, ha più speranze di conquistarsi la fiducia di Bruxelles e dunque i suoi fondi. Lo fa capire bene la nostra Corte dei Conti, nella relazione 2018 depositata lo scorso 9 gennaio: «la dinamica degli accrediti dipende, oltre che dalla preassegnazione dei fondi a ciascun Paese nell' ambito della gestione concorrente, anche dalla capacità progettuale e gestionale degli operatori ». Nel piano 2014-2020 la Ue ha stanziato a favore dell' Italia 42,7 miliardi che, aggiunti a 30,9 miliardi di co-finanziamento nazionale, prefigurano 73,6 miliardi da investire in programmi di occupazione, crescita, tutela dell' ambiente, agricoltura (sono fondi strutturali, quelli che rappresentano la metà di tutti i finanziamenti europei).

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Dopo la Polonia, l' Italia è il Paese Ue cui Bruxelles ha assegnato più soldi. Ma è anche il sestultimo per capacità di spesa: fino allo scorso ottobre abbiamo speso solo il 3% dei fondi disponibili, contro una media europea del 13%. Cosa si rischia? Lo scrive la Commissione Europea: «se una somma stanziata a favore di un dato programma non viene ritirata entro la fine del secondo anno a decorrere dall' approvazione dello stesso, tutte le somme di denaro non versate non saranno più disponibili per quel programma».

scontro tra due treni in pugliaSCONTRO TRA DUE TRENI IN PUGLIA
Ed è il conto che l' Ue sta presentando a Napoli: potrebbe revocare i fondi già stanziati per la linea 6 della metropolitana (98 milioni), e quelli per la via Marina (16 milioni). A rischio anche gli 813 milioni per la Tav. La Corte dei Revisori Ue nel Rapporto 2018 scrive: sulla programmazione 2007/2013 l' Italia ha accumulato 950 milioni di fondi non impiegati e progetti sospesi, e in questo è seconda in Europa dopo la Romania.

Secondo i dati della Commissione, l' 89% dei grandi progetti italiani presentati nel 2007-2013 aveva un' insufficiente analisi costi-benefici, il 68% errori di pianificazione o di conoscenza del mercato interno, il 51% insufficiente valutazione dell' impatto ambientale e copertura finanziaria.
SCONTRO DI DUE TRENI IN PUGLIASCONTRO DI DUE TRENI IN PUGLIA
Fra gli esempi di sprechi marcati da burocrazia e incapacità, ce ne sono stati pure di tragici. Nel novembre 2007, Bruxelles approva il Programma di sviluppo regionale della Puglia. Comprende anche il «Grande Progetto» di raddoppio dei 13 pericolosi chilometri di binario unico sulla linea Corato-Barletta.

Nel febbraio 2008, la Regione Puglia approva le modalità dell' intervento Ue, ma dal 2011 in poi, il Programma viene più volte modificato. Nel frattempo, al «Grande Progetto» vengono assegnate diverse autorità di gestione e diversi «organismi» per valutare le pratiche amministrative, un intrico di competenze. Il 19 aprile, nove anni dopo la prima approvazione giunta da Bruxelles, e quattro anni dopo l' erogazione di 180 milioni, parte la prima vera gara d' appalto per il raddoppio del binario unico. Troppo tardi. Il 12 luglio 2016, su quello stesso binario, due treni si scontrano: 23 morti, 50 feriti.

scontro tra due treni in puglia 4SCONTRO TRA DUE TRENI IN PUGLIA
Quando non sono tragedie, sono soldi buttati. Nel gennaio 2018, il tribunale della Corte di Giustizia Ue conferma il taglio di 380 milioni dal totale di 1,2 miliardi del Fondo sociale Ue per la Sicilia. Ecco alcune irregolarità citate dai giudici: «progetti presentati dopo la scadenza dei termini, progetti non ammissibili alle misure per le quali erano stati dichiarati. Spese relative al personale non correlate al tempo effettivamente impiegato per i progetti; consulenti esterni privi delle qualifiche richieste; spese non attinenti ai progetti, spese contabilizzate in modo inappropriato; violazione delle procedure di appalto e di quelle per la selezione di docenti, esperti e fornitori».

ALESSIA MOSCAALESSIA MOSCA
Ce la caviamo bene anche con le frodi. Le segnalazioni di irregolarità riguardanti Roma giunte dall' Olaf (l' autorità anti-frode di Bruxelles) sono quintuplicate nel periodo che va da 2007 e il 2013, solo nel 2017 si è passati da 927 a 1227. Un esempio pittoresco: Val Trompia, maggio 2018. Tre allevatori bresciani prendono in affitto pascoli in alta quota per le loro nuove mandrie, mirando ad incassare 200 mila euro di fondi Ue della Politica agricola comunitaria. Ma in Val Trompia ci sono anche i carabinieri forestali, che un giorno spediscono un paio di droni a curiosare dall' alto su quei pascoli. Così scoprono che lassù non c' è nemmeno una mucca. I tre bresciani vengono denunciati. Loro, certo, non volevano essere «contributori netti» di Bruxelles.

gabanelli fondi ue 1GABANELLI FONDI UE
Ma c' è qualcos' altro, che ci danneggia: «L' Italia non è abbastanza presente a Bruxelles, in tutti i sensi - dice Alessia Mosca, eurodeputata autrice del libro «L' Unione, in pratica: un' Europa a misura d' Italia» -. Spesso non ci siamo ai tavoli più importanti dove si decide, soprattutto nei progetti transnazionali che calamitano i fondi diretti più importanti, dove devi dimostrare di avere un sistema-Paese che può stare in un network.
gabanelli fondi ue 3GABANELLI FONDI UE



Ma non molti nostri politici parlano bene l' inglese o il francese, in più i ministri preferiscono restare nei loro collegi che andare alle riunioni di Bruxelles, dove se invece ci sei, puoi negoziare». In effetti preferiscono parlar male dell' Europa, anche senza conoscerne i meccanismi, dai cortili di casa. E i cortili applaudono.

Fonte: qui

IL CEP DI FRIBURGO CERTIFICA CHE OGNI ITALIANO HA PERSO 73.000 EURO DA QUANDO È STATA INTRODOTTA LA MONETA UNICA

SOLO LA GERMANIA E L’OLANDA HANNO GUADAGNATO CON L'INTRODUZIONE DELL'EURO: I LORO CITTADINI HANNO ACCRESCIUTO I LORO PATRIMONI DI ALMENO 21 MILA EURO...


Roberta Amoruso per “il Messaggero”

italia in europaITALIA IN EUROPA
Non è un caso se a vent' anni dall' introduzione dell' euro gli italiani sono meno entusiasti di avere scelto la moneta unica di altri europei. Così come non è un caso se Germania e Olanda sono i due partner che hanno maggiormente spinto per l' ortodossia di bilancio e criticato il salvataggio dei partner più indebitati. Tedeschi e olandesi sono infatti i veri e unici beneficiari di quella scelta: in questi vent' anni ogni cittadino tedesco ha infatti guadagnato in media oltre 23 mila euro, mentre l' olandese ha accresciuto il suo patrimonio di 21.000 euro.

Lo rivela l'ultimo studio del Centrum für europäische Politik (Cep). Lo studio aggiunge che in vent' anni gli italiani hanno invece perso ben 73.000 euro a testa. E poco meglio è andata ai francesi (in rosso di 56.000 euro). Come si è arrivati a tanto? Seguendo il ragionamento del think tank tedesco, che arriva a un tale risultato applicando un algoritmo molto particolare e forse eccessivamente temerario, si giunge alla conclusione che certi risultati negativi non sono dovuti soltanto all' arrivo dell' euro, che però da subito - si sottolinea - ha spinto «il Pil in una fase di ristagno»; sono dovuti, sostiene il Cep, soprattutto all' incapacità di alcuni Paesi «di diventare competitivi all'interno del sistema euro».
Italia CracITALIA CRAC

Per esempio, si sostiene, è pur vero che l'Italia «non ha più potuto svalutare la sua moneta» come aveva fatto in passato, ma non ha nemmeno fatto «le riforme necessarie», come invece «ha fatto puntualmente la Spagna» (i cui cittadini in vent' anni hanno perso solo 5.000 euro).

Ora, è difficile negare che qualcosa non ha funzionato in Paesi come l' Italia negli stessi anni in cui la Germania ha continuato a macinare punti di Pil. Ma per capire come il Centro studi di Friburgo è arrivato a questo risultato, occorre descrivere il metodo di controllo utilizzato. Ed è qui che sorge qualche dubbio sulla bontà delle conclusioni.

IL METODO DI CONFRONTO
Il report di Alessandro Gasparotti e Matthias Kulas misura i guadagni e le perdite di Pil legati all' ingresso nell' area euro con un metodo definito di «controllo sintetico». Di fatto viene confrontata la performance dei Paesi entrati nell' euro con quella di altri Stati che, oltre a non adottare l' euro, negli anni precedenti avevano evidenziato andamenti economici vicini a quelli del Paese considerato.

EURO CRACEURO CRAC
Lo studio si concentra su otto paesi dei 19 dell' area euro, ma non tiene conto di eventuali riforme messe in campo nei Paesi considerati. Sicché l' Italia si trova in un gruppo di controllo costituito da Gran Bretagna, Australia, Israele e Giappone, tutti Paesi che nel periodo pre-euro avevano Pil pro capite abbastanza simili a quelli italiani. La Germania è stata messa invece a confronto con un paniere che comprendeva il Bahrain, il Giappone e di nuovo la Gran Bretagna. Il risultato è che «in nessun altro Paese come l' Italia», sostiene lo studio del Cep, «l' euro ha causato simili perdite di prosperità».

Lo studio ha anche analizzato quanto sarebbe stato alto il Pil pro capite se i Paesi analizzati non avessero introdotto l'euro. Ebbene, senza la moneta unica, calcolano i ricercatori del Cep, oggi il Pil di Roma sarebbe stato più alto di 530 miliardi, che corrisponde a 8.756 euro in più per ogni cittadino italiano. Dunque, l'algoritmo utilizzato sarà anche un po' temerario, ma certi numeri fanno impressione. E spiegano in larga parte perché tanto sospetto da parte di numerosi italiani verso l'Europa.
COPERTINA ECONOMIST ITALIA EUROCOPERTINA ECONOMIST ITALIA EURO

Non bastasse il rapporto del Cep, a mettere di cattivo umore il cittadino italiano ieri ci ha pensato anche l' Eeag, un gruppo di sette economisti internazionali guidato da Giuseppe Bertola costituito dall' Istituto tedesco per la ricerca economica (Ifo). «Se lo scontro con tra Italia e Ue dovesse riaccendersi e se i premi al rischio (ossia i rendimenti dei titoli di Stato, ndr) non dovessero scendere - ha avvertito Bertola - alla lunga sarebbe a rischio la solvibilità dello Stato italiano».

Fonte: qui

L’ERRORE CRUCIALE DEL GOVERNO GRILLINO. 

Non ha ascoltato Sinn & Fuest

I giornali pro-governo sono stati contenti  per un giorno  che Fitch   non ci ha declassato del tutto. Non ancora.  Possiamo indebitarsi   sui mercati  a tassi d’interesse da paese del terzo mondo (alla faccia dell’ “euro che ci protegge”); ma  Fitch ci dà previsione di peggioramento – il che significa che i mercati, per prestarci i soldi, ci chiederanno tassi più alti. Sempre più alti. Da bancarotta. Perché?
Perché questa è la prima fase del progetto che enunciò (non fatemi cercare  l’esatta citazione, non ho tempo)  Hans  Werner Sinn, capintesta del  Centro Studi IFO di Monaco, considerato uno dei massimi consiglieri economici del governo tedesco: “Se non si riesce coi mercati [a fare cadere il governo ‘sovranista’ italiano] bisognerà pensare ad uscire”: ossia che la Germania esca dall’euro.
Sì, è così. Sinn è uno dei tedeschi ragionevoli,  di quelli che affermano la necessità  di una clausola che permetta l’uscita dall’euro. Per l’Italia, e lo dice sinceramente.
Da quando è  stato introdotto l’euro, ha detto in  sostanza  in una conferenza lo scorso dicembre, la perdita di competitività del sistema economico italiano rispetto a quello germanico è aumentata del 38%.
Ed ha aggiunto, con sincera compassione: “ Ditemi voi se c’è  una sola  economia che possa sopravvivere ad un tal genere di apprezzamento rispetto al suo principale partner commerciale. E’ Impossibile, Impossibile:  nulla di quanto abbiamo discusso può essere la soluzione;  possiamo redistribuire fondi [ossia trasferire miliardi dall’area euro tedesca a quella del Mediterraneo, come si deve fare in una vera zona monetaria ], ma nulla di questo è la soluzione. Quando   si pensa  alla soluzione  si deve pensare a Paolo Savona. Quando parlate di come aiutare gli italiani, dovete pensare di come fare, dovete pensare a Paolo Savona: bisogna permettere l’uscita dall’Euro.  Naturalmente la decisione è degli italiani, ma  soluzione non può esservi all’interno dell’area euro. Sono passati 10 anni e la svalutazione necessaria non ha avuto luogo all’interno dell’area euro e questo non solo verso la Germania, ma verso nessuno dei paesi dell’Eurozona. Abbiamo aspettato dieci anni, dobbiamo aspettare altri 10 anni? Ed a quel punto sarà la Lega che è già il partito più forte”.
Capito? Hans W. Sinn dice che Savona ha ragione – e il nostro governo ha di fatto cacciato Savona.  Sinn dice che per riguadagnare la competitività  perduta, l’Italia dovrebbe  ”fare le riforme”  che gli chiedono la BCE e Bruxelles,  che consistono  nel taglio –  svalutazione – dei salari  del  38 per cento o giù di lì, o  nel tollerare una disoccupazione del 25% – e riconosce (al contrario  degli “europeisti” nostrani ed  esteri) che  ciò  è inumano socialmente  e impossibile politicamente.
Quindi, Sinn dice che bisogna inserire  un  codicillo che consenta l’uscita dall’eurozona ad un paese che non ce la fa.

Se i nostri governanti avessero la cultura adeguata (e il  coraggio  necessario) avrebbero  notato – ed approfittato – di questa  diversa posizione di Sinn   rispetto  agli “europeisti” che ci premono e minacciano a “fare le riforme”.  Questi “europeisti”, da Draghi a Dombroski da Moscovici a Mattarella, sono pronti  a sacrificare all’ultimo italiano  pur di salvare l’euro. Sinn   (e Berlino) non  vogliono salvare l’euro ad ogni costo, con l’Italia dentro.
Certo, prima che dell’Italia, Sinn si preoccupa della  Germania.  Dei mille miliardi di euro di pseudo-crediti  – di cui 500 contratti dall’Italia – che i tedeschi credono di reclamare nei   nostri confronti,  il cosiddetto Target 2. Sinn e il suo gruppo scrivono che se un  paese si ritira dall’euro,  il paese creditore (Germania) dovrà assumersi queste perdite; ma ciò avverrà anche se uno stato resta nella zona euro “ma il suo sistema finanziario nazionale collassa” e va in bancarotta.  Come nel caso dell’Italia se lo spread sale alle stelle o addirittura non trova più investitori  disposti a prestarle un soldo.
Ecco cosa scrive  lo IFO:
#Target balances may lead to massive losses for creditor countries not only when countries leave the #Eurozone, but also in the event of a national financial system collapsing when a state remains in the Eurozone #CESifo Forum @FuestClemens @HansWernerSinnhttp://www.ifo.de/w/4JTYyGSEx 

La  soluzione di Sinn e il suo gruppo è passare al Target 3: in succo, che un paese europeo, quando compra qualcosa (per esempio una BMW)  alla  Germania ,  mostri di poter pagare  –   conferendo un attivo reale –  per esempio oro.
Ovviamente, questo ucciderebbe immediatamente l’euro  come moneta comune (il’IFO giunge a chiedersi perché mai un euro in Italia dovrebbe valere quanto un euro in Germania) e ciò rivela la vera mira tedesca: è Berlino che  “deve” (vuole) uscire dall’euro, per sottrarsi alla necessità di fare dell’euro una zona monetaria “perfetta” il che significa pagare trasferimenti miliardari ai paesi meridionali; ma dando la  colpa all’Italia, con la scusa di sottrarsi all’insolvenza italiana, e recuperando quel che può dei suoi “crediti” –  con l’oro che  il nostro governo ha riaffermato essere nella piena disponibilità della BCE.
E  tuttavia, bisogna ammettere che Sinn poi ci lascerebbe liberi di tornare alla nostra moneta  e svalutare, anzi ce lo consiglia; una posizione molto più “umana” di quella degli europeisti nostrani, da  Mattarella a  Draghi, ai Prodi  allo stato maggiore  PD, che  vogliono salvare l’euro ad ogni costo: ossia fino alla morte dell’ultimo italiano.
Certo, dice, “naturalmente, la decisione spetta agli italiani”, che significa chiaramente: mica potete aspettarvi che facciamo noi la scelta politica che spetta a voi. Noi facciamo il nostro interesse nazionale; a voi spetta fare il vostro.
Se i grillini avessero un’attenzione a questa proposta – ma l’hanno mai saputa? Hanno la cultura generale per capirla? Hanno osservatori del dibattito tedesco?   Hanno una politica estera a parte il Venezuela? – l’avrebbero dovuta cogliere al volo. Invece  si sono liberati di Paolo Savona, che   Sinn  ha appena riconosciuto come valido interlocutore.  Che  messaggio po’ aver colto Berlino?  Che restiamo nell’euro fino alla morte dell’ultimo italiano.
Auguri.
Essi stanno preparando il loro elettorato all’uscita. Lo dicono alcuni titoli de DWN:
“Reddito troppo basso: un tedesco su tre  non ha riserve.  Gli altri hanno più risparmi”
I tedeschi infatti sono relativamente poveri perché  hanno accettato la deflazione salariale –  per aumentare la competitività  contro i paesi intra-euro  e nel mondo.
Ma questi piangere miseria  è  assurdo, visto che  non  solo la Germania ha un surpplus comemriciale (Export) vergognoso (superiore alla Cina) grazie al fatto che l’euro è per  essa  una moneta sottovalutata; per il quinto anno consecutivo anche  il bilancio dello stato è in attivo (58 miliardi)  per il quinto anno consecutivo,  a riprova che  lo stato tedesco ricava in  tasse più di quanto spende,  e quindi ha lesinato sulla spesa sociale.  Ma questo pianger miseria ha uno scopo:
“Gli italiani hanno più risorse dei tedeschi – le loro attività finanziarie nette pro capite sono 58.610 euro, quelle dei cittadini tedeschi sono 52.390


La Corte dei conti federali mette in guardia contro [la creazione di]  un Fondo Monetario Europeo  [che presti ai paesi in crisi ndr.] perché ciò eliminerebbe le rigide condizioni per le operazioni di salvataggio da parte delle  banche e degli Stati – a spese del contribuente tedesco”

Il punto è che la doppiezza tedesca sull’Europa comincia a essere criticata sempre più ad alta voce  sul piano internazionale:
In Germania, i politici elevano lodi alla “Europa”, ma intanto silenziosamente usano  le strutture della UE per  affermare i loro interessi nazionali”:
Germany’s European Empire: In today’s Germany, Wolfgang Streeck argues, politicians laud “Europe” — while quietly using EU structures to advance German national interests.

Le soluzioni “europee” imposte dai tedeschi hanno portato ad un disastro economico e politico”

O come il Wall Street Journal:















Crescita dal 2009: Cina 139%; India 96%; US 34%. Zona euro-2%. Questi numeri raccontano la storia del declino europeo.
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India lancia raid aereo contro ribelli Kashmir in Pakistan

Esercito Pakistan: 'Nessuna perdita dall'attacco'

Ansa 26 Febbraio 2019 - L'India ha lanciato un raid aereo contro ribelli del Kashmir in territorio pachistano in risposta all'attentato suicida del 14 febbraio scorso rivendicato dai terroristi irredentisti islamici di Jaish-e-Mohammad (JeM, l'Esercito di Maometto), costato la vita a 46 soldati indiani: lo ha reso noto il ministro degli Esteri indiano Vijay Gokhale, riporta la Bbc, sottolineando che nel raid sono stati uccisi un "gran numero" di militanti e sono state evitate vittime civili
"Le forze aeree indiane questa mattina hanno violato la linea di controllo e sono penetrate nel territorio aereo pachistano. L'aviazione pachistana è entrata subito in allarme, pronta a reagire. Gli aerei indiani sono immediatamente rientrati. Non ci sono state perdite di vite umane né danni": lo ha scritto oggi in un tweet il responsabile delle comunicazioni dell'Esercito pachistano, il maggiore generale Asif Ghafoor.

Guerra tra India e Pakistan: l'esercito pakistano si prepara al conflitto, avverte gli ospedali di essere pronti

Le forze armate pakistane si preparano a difendersi dai futuri attacchi dell'India, e risponderebbero con "piena forza", ha annunciato il portavoce dell'esercito venerdì, tra le preoccupazioni di ritorsioni dall'India dopo l'incidente terroristico di Pulwama, ha riferito  Reuters . 
"Non abbiamo intenzione di iniziare la guerra, ma risponderemo con tutta la forza alla minaccia a spettro completo, che ti sorprenderebbe", ha affermato il generale Asif Ghafoor.
"Non scherzare con il Pakistan."
"Non vogliamo andare in guerra, se ci viene imposto, abbiamo il diritto di rispondere", ha detto il maggiore generale Ghafoor ai giornalisti durante una conferenza stampa nella città della guarnigione di Rawalpindi, una settimana dopo che un'organizzazione terroristica con base in Pakistan ha rivendicato la responsabilità dell'attacco Pulwama che ha ucciso 40 poliziotti indiani nella regione del Kashmir. 
Il Times of India ha ottenuto nuovi documenti governativi, uno dei militari pakistani e un altro dalle autorità locali nel Kashmir occupato dal Pakistan (PoK), il che suggerisce che l'esercito pakistano si sta preparando per un imminente conflitto sulla linea di controllo (LOC), un linea di controllo militare tra le parti controllate indiane e pakistane dell'ex stato di Jammu e Kashmir.
L'esercito pakistano, che ha sede nel quartier generale di Quetta, a Quetta Cantonment, ha inviato una lettera all'ospedale Jilani il 20 febbraio per prepararsi all'assistenza medica in caso di guerra. 
"In caso di guerra d'emergenza sul fronte orientale, l'area logistica di Quetta dovrebbe ricevere soldati feriti dagli ospedali civili e militari del Sindh e del Punjab. Dopo il trattamento medico iniziale, questi soldati saranno trasferiti dal settore pubblico militare e civile all'ospedale civile in Balochistan fino al periodo di disponibilità di posti letto nei CMH (ospedali civili-militari), "la lettera all'ospedale di Jilani Abdul Malik di uno Asia Naz, comandante della forza, HQLA, ha detto.
"L'area logistica ha un piano di supporto medico completo che comprende tutti gli ospedali militari e civili della provincia. In caso di un'eventualità oltre all'ampliamento del letto dell'ospedale militare, agli ospedali civili è già stata assegnata la responsabilità di riservare e destinare il 25% della loro capacità di letto al soldato ferito ".
Giovedì scorso, le autorità del PoK hanno sollecitato funzionari locali nelle regioni Neelum, Jehlum, Rawalkot, Haweli, Kotli e Bhimbher lungo la LoC per pubblicare avvertimenti per i residenti di un imminente attacco dell'esercito indiano.
Il PoK ha anche consigliato ai residenti di prendere "percorsi sicuri ogni volta che pendolarono" oltre ad evitare la congregazione. "Quelli che risiedono vicino al LoC e (quelli che non hanno bunker) dovrebbero farli immediatamente", ha detto.
Ieri, il Primo Ministro pakistano Imran Khan ha autorizzato l'esercito a "rispondere in modo decisivo e completo a qualsiasi aggressione o disavventura" dell'India, ha riferito PTI.
I legami bilaterali tra i due paesi sono crollati dopo l'attacco di Pulwama. 
Il Pakistan si sta preparando per un imminente attacco da parte dell'India, poiché una delle più pericolose rivalità nell'impianto si sta scaldando nella prima metà del 2019. 
24 Febbraio 2019
Tradotto automaticamente con Google
Fonte: qui

Protesta del latte: nuovo assalto armato ad una cisterna, autista legato ad un albero


Il mezzo è stato incendiato. Salvini: "Delinquenti, non pastori"


Ansa - Nuovo assalto armato ad una cisterna del latte, stavolta nel Sassarese, nelle prime ore del mattino. Due uomini armati hanno fermato l'autotrasportatore a Nule, in Provincia di Sassari, e lo hanno legato a un albero. I due malviventi, che poi hanno dato fuoco al mezzo, erano armati di pistola e avevano il volto coperto. Una volta terminato il blitz sono fuggiti facendo perdere le proprie tracce. L'assalto è avvenuto in una stradina di campagna sulla provinciale 7, nel Goceano (Sassari), che collega Nule a Bitti.
Il blitz arriva nel giorno in cui si apre il tavolo tecnico sul prezzo del latte. A Sassari la Prefettura è blindata. Al tavolo sono stati convocati i rappresentanti dei pastori, gli industriali del settore caseario e le associazioni degli allevatori
Il raid è l'ennesimo atto di un'escalation di proteste che stanno "inquinando" la lotta dei pastori sardi per il prezzo del latte. Già diverse procure sarde si stanno occupando di questi e di altri episodi, come il blocco delle autocisterne per far buttare il latte appena raccolto sulla strada, e sono già scattate le prime denunce.
"Questi delinquenti non hanno niente a che fare coi pastori, con la loro fatica, la loro protesta e le loro ragioni. Questi sono solo dei criminali. E come tali saranno trattati". Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Intanto si apprende che ministro dell'Interno sarà domani a Cagliari per tenere una conferenza stampa sul risultato elettorale.
 "L'assalto alle cisterne è un atto inqualificabile. Non sono sicuro neanche che gli autori di questi assalti siano pastori". Così il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu. "Noi tutti siamo impegnati a trovare una soluzione per tutto il settore e questo è il momento di abbassare i toni - ha aggiunto" non di far salire ulteriormente la tensione".
 "Questi, purtroppo, sono fenomeni da criticare e da condannare senza se e senza ma. I pastori non credo siano questi, questi credo siano delinquenti. I nostri pastori rivendicano legittimamente una giusta remunerazione del loro lavoro e su questo fronte noi siamo immediatamente operativi per costruire un risposta di sistema. Una soluzione che dia prospettiva sia sul prezzo del latte ma che non escluda chi trasforma, chi commercializza e l'intera filiera. Ma questi atti di violenza e delinquenziali vanno condannati fermamente", ha dichiarato a Sky TG24 il presidente di Regione Sardegna, in pectore, Christian Solinas.