9 dicembre forconi: 09/19/16

lunedì 19 settembre 2016

PUTIN VINCE A MANI BASSE, CON GLI ALLEATI AVRA’ MANO LIBERA NELLA DUMA

BROGLI ELETTORALI CONTENUTI: “ELEZIONI REGOLARI”

Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera”

Come ci si attendeva, il partito del presidente Russia Unita vince le elezioni per la nuova Duma, anche se l' affluenza cala vistosamente rispetto al 2011. 

Arriva a più del 44% e conquista la maggioranza dei seggi uninominali.

Così sarà in grado di controllare il Parlamento formato da 450 deputati. Se necessario, con l' aiuto dei partiti «amici» che hanno superato lo sbarramento del 5%: Russia giusta, con poco più del 6% e anche i liberaldemocratici dell' istrionico Zhirinovskij (grande successo, con più del 18%) e i comunisti (17 per cento; potrebbero non essere più il secondo partito).

Prevista anche l' esclusione di tutti gli altri, compresi i democratici di Parnas e i liberali di Yabloko. Questi ultimi però dovrebbero superare il 3% (a Mosca avrebbero raggiunto l' 11%) e assicurarsi così finanziamenti statali per i prossimi anni.

Inatteso invece il fatto che questa volta si parli apertamente di brogli che, però, sarebbero stati limitati e non influenti. Ha vigilato Ella Pamfilova, stimata figura di difensore dei diritti umani messa da Vladimir Putin alla guida della commissione elettorale.


putin uomo piu ricco al mondo
Ha tuonato contro episodi di falsificazione (che si sono visti anche in Tv) ma ha detto che non c' è motivo di annullare il voto in nessuna regione. A sorvegliare anche centinaia di osservatori internazionali che hanno coperto un po' tutta la Russia. Quelli dell' Osce-Odihr (una sessantina erano in Russia da agosto) e anche 90 parlamentari dei Paesi Osce guidati dall' italiana Marietta Tidei. In generale, le elezioni sono state oneste, secondo la maggioranza di chi controllava le procedure.

Un problema a parte è quello della Crimea, dove si è votato con alta affluenza. L' Europa, naturalmente, non riconosce l' annessione di questa regione da parte della Russia. Ma terrà distinto il giudizio sul voto complessivo.

Soddisfatto, naturalmente, Putin: «Gli elettori vogliono stabilità - ha detto -. La situazione nel paese è difficile ma i cittadini hanno votato lo stesso per Russia Unita. Un segno della crescente maturità politica del nostro popolo».


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Un po' in tutti i seggi le autorità locali si sono comunque date da fare per assicurare l' affluenza e per non dispiacere al Cremlino. Chi più e chi meno. Così al seggio 755 presso la fabbrica di cemento ZhBI di Mosca c' erano solo pasticci di carne e dolci a prezzi agevolati, per invogliare i più poveri a non rimanere a casa.

Sempre a Mosca al seggio 497, gli osservatori hanno invece visto presentarsi mille cadetti dell' accademia dei pompieri che hanno votato compatti, presumibilmente per il loro direttore Ivan Teterin. Poco dopo gli stessi giovani si sono ripresentati in abiti civili per depositare un' altra scheda nell' urna.

Questo in base alla tradizionale procedura che consente a chi vuole di votare in un altro seggio senza essere lì registrato. Ci sono state proteste e annunci di ricorsi. Ma la situazione è molto diversa dal 2011 quando migliaia di moscoviti scesero in piazza per protestare.

Fonte: qui

La Russia imporrà una no-fly zone alle forze degli Stati Uniti sulla Siria

Più di un anno fa pubblicai una mappa in cui pensavo la Russia potesse imporre una cosiddetta “No-Fly Zone” sulla Siria per bloccare gli aerei della coalizione filo-USA. Era il 9 settembre 2015:

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Quella zona non è più rilevante da oggi. La Federazione Russa, nonostante ciò che Washington pensa, non gradisce essere umiliata o ingannata e gli Stati Uniti del presidente Obama e del segretario di Stato John Kerry hanno tradito il Presidente Vladimir Putin per l’ultima volta. 

Prima un po’ di ragioni sugli eventi attuali e su ciò che accadrà da ora in poi. La notte, secondo al-Masdar, oltre 1000 elementi delle forze d’élite siriane erano arrivati nella regione di Dayr al-Zur: “al-Masdar ha avuto informazioni esclusive sul recente arrivo di oltre 1000 soldati della Guardia repubblicana dell’Esercito arabo siriano nel Governatorato di Dayr al-Zur. Secondo una fonte militare di Damasco, oltre 1000 soldati appena addestrati della 105.ma Brigata della Guardia Repubblicana dell’Esercito araba siriano si sono schierati nel Governatorato di Dayr al-Zur dopo diversi mesi di addestramento a Dayr al-Tyah. Con l’arrivo dei nuovi soldati della 105.ma Brigata, le Forze Armate siriane hanno ricevuto un notevole aiuto nella difese del capoluogo di provincia”. 

Le forze arrivate hanno respinto l’offensiva dopo che, chiaramente, le agenzie d’intelligence russe avevano avvertito il governo siriano su dove lo SIIL avrebbe cercato di cogliere i punti strategici della regione per cercare di riprendere le posizioni che aveva perso mesi prima. 

Poi accade ciò, come riportato da RT: “Gli attacchi aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti sulle posizioni dell’Esercito arabo siriano, uccidono 62 soldati. Gli aviogetti della coalizione degli USA hanno bombardato posizioni delle forze governative siriane nei pressi della città orientale di Dayr al-Zur, uccidendo 62 soldati e “aprendo la via” ai terroristi dello Stato islamico, secondo il Comando Generale dell’Esercito arabo siriano. Il bombardamento ha avuto luogo sul jabal al-Thardah, nella regione di Dayr al-Zur, causando vittime e distruzione, riferiva l’agenzia ufficiale siriana SANA. Sessantadue soldati siriani sono stati uccisi e oltre 100 feriti nell’attacco della coalizione degli Stati Uniti, dichiarava il portavoce del Ministero della Difesa russo, Generale Igor Konashenkov, citando informazioni ricevute dal Comando Generale siriano. 

Il Ministero della Difesa russo ha detto che i velivoli che hanno effettuato i bombardamenti erano entrati nello spazio aereo siriano dall’Iraq. I quattro attacchi sulle posizioni siriane sono stati effettuati da 2 caccia F-16 e 2 aerei d’attacco A-10, aggiungeva. “Se l’attacco aereo è dovuto a coordinate errate degli obiettivi, è una diretta conseguenza dell’ostinata mancanza di volontà degli statunitensi nel coordinarsi con la Russia nelle operazioni contro i gruppi terroristici in Siria”, osservava Konashenkov. Il Ministero della Difesa ha anche confermato un rapporto di SANA secondo cui l’offensiva dello Stato islamico iniziava subito dopo che le posizioni dell’Esercito arabo siriano erano state colpite dall’aria. 

Subito dopo l’attacco aereo della coalizione, i terroristi islamici hanno lanciato l’offensiva. Aspri combattimenti con i terroristi sono in corso nella zona dell’aeroporto, dove per lungo tempo gli aiuti umanitari per i civili venivano paracadutati”, ha detto Konashenkov. 

Il Comando Generale siriano ha definito l’attacco un'”aggressione grave e palese” alle forze siriane, e ha detto che è “la prova definitiva” che gli Stati Uniti e i loro alleati supportano i terroristi dell'Isis. Secondo un comunicato stampa del dipartimento della Difesa statunitense, l’aviazione della coalizione ha effettuato missioni da combattimento a Dayr al-Zur il 17 settembre. 

“Siamo consapevoli dei rapporti e della conferma da CENTCOM e CJTF (Combined Joint Task Force)”, aveva detto il Pentagono a RT. Il Comando Centrale degli Stati Uniti poi rilasciava una dichiarazione secondo cui non aveva alcuna intenzione di colpire le forze governative siriane presso Dayr al-Zur. “La Siria è una situazione complessa con varie forze militari e milizie nelle immediate vicinanze, ma la coalizione non avrebbe intenzionalmente colpito una nota unità militare siriana”, si legge nella dichiarazione. CENTCOM ha promesso che l’attacco e le relative circostanze saranno riesaminate “per vedere se una lezione si può trarre””.


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L’ultima frase dice tutto. Purtroppo ora ci sono rapporti non confermati su più di 80 soldati siriani uccisi e sull’offensiva dello SIIL sulle posizioni in cui l’Esercito arabo siriano è stato colpito forzandolo a ritirarsi dalla regione. L’attacco appare una rappresaglia dei militari statunitensi, dei sauditi e di Obama contro Putin. 


La risposta del Ministero degli Esteri russo è stata potente richiedendo la riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su questo tema, dichiarando quanto segue (via ITAR-TASS): “La Russia conclude che gli USA difendono l'Isis, Ministero degli Esteri. Gli attacchi aerei USA all’Esercito arabo siriano portano alla conclusione che Washington difende lo Stato islamico (organizzazione terroristica vietata in Russia), dichiarava a Rossija 24 la portavoce ufficiale del Ministero degli Esteri russo Marija Zakharova. “Se in precedenza avessimo avuto sospetti che gli USA difendono Jabhat al-Nusra (organizzazione terroristica vietata in Russia) ora, dopo gli attacchi aerei di oggi all’Esercito arabo siriano, arriviamo a una conclusione inquietante, la Casa Bianca difende lo SIIL”, aveva detto Zakharova. 

Se è così, allora è questo il motivo per cui gli Stati Uniti non vogliono rendere pubblici gli accordi russo-statunitensi sulla Siria”, continuava. “Chiediamo spiegazioni a Washington, se questa sia una politica deliberata o un errore”, osservava. Secondo il Comando delle forze del governo siriano, 62 militari sono stati uccisi e altri 100 feriti nell’attacco aereo nei pressi della città di Dayr al-Zur. Il portavoce ufficiale del Ministero della Difesa russo Igor Konashenkov aveva dichiarato che il 17 settembre “alle 17:00-05:50 nei pressi dell’aeroporto della città di Dayr al-Zur (Siria), velivoli della ‘coalizione anti-SIIL’ (2 F-16 e 2 A-10) avevano effettuato quattro raid aerei sulle unità governative siriane circondate dai gruppi terroristici dello Stato islamico”, osservava Konashenkov”.I convenevoli diplomatici e altro che avranno luogo non sono che tempo preso dai russi per accelerare i rinforzi in Siria e Iran. 

A meno di un annuncio del ritiro delle forze statunitensi dalla Siria e della fine delle operazioni aeree nello spazio aereo siriano, credo che i russi sveleranno il bluff di Obama, umiliandolo nel modo più decisivo: il 18 settembre sera (19 mattina in Siria) il Ministero della Difesa della Federazione Russa dichiarerà la “No-Fly Zone” per gli Stati Uniti sulla Siria consentendo le operazioni solo all’Aeronautica turca nel nord del Paese. 

Questo significa che non ci saranno più operazioni di droni che permettano agli USA di raccogliere informazioni su al-Qaida (Nusra) in Siria, e neanche sulle forze dell'Isis. 

Significa anche che se il personale degli Stati Uniti non viene ritirato in questo frangente, la Russia annuncerà che sarà considerato nemico combattente dai governi russo e siriano. 

La prossima mossa ricadrà sulle spalle di un immaturo ed irrazionale presidente vacillante, dalla politica estera totalmente fallita e dall’ignoranza sul Medio Oriente anche per gli standard dell’istruzione pubblica degli Stati Uniti. 

Consapovelmente o no, tutto ciò ci porta al possibile inizio di una guerra mondiale. 

15032016dairazurJohn Galt, 17 settembre 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

ARCIVESCOVO DI VIENNA: SI RISCHIA UNA NUOVA CONQUISTA ISLAMICA DELL’EUROPA


L’arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schoenborn, non ha fama di essere un conservatore e sono in molti gli osservatori che lo vedono come prossimo candidato al soglio di Pietro. Proprio per questo va ascoltato con molta attenzione il suo grido di allarme quando ha evocato il rischio di una nuova “conquista islamica dell’Europa”, nell’anniversario della battaglia che mise fine all’assedio dei turchi della capitale asburgica nel 1683.
Noi europei “siamo un po’ come il fratello minore” della parabola evangelica del figliol prodigo, ha detto il porporato nell’omelia che ha pronunciato l’11 settembre a Vienna per la ricorrenza del Santissimo Nome di Maria. 
Abbiamo sperperato l’eredità, abbiamo sperperato e sprecato l’eredità cristiana. E ora ci chiediamo a cosa assomiglia l’Europa. 
Ci accade come al figliol prodigo che sprecato il bene prezioso del Padre, la preziosa eredità cristiana. 
E ora ci scopriamo scoperti quando siamo in situazione di necessità. Non solo economicamente, anche questo avverrà – ha proseguito il porporato domenicano, allievo di Joseph Ratzinger e stimato da Papa Francesco – ma ancor più dal punto di vista umano, religioso e della fede. 
Che ne sarà dell’Europa?”. 
Parole che non mancheranno di far riflettere le coscienze in un momento in cui l’Austria deve tornare al voto a dicembre per ripetere il voto presidenziale annullato a maggio per irregolarità.
“Oggi, 333 anni fa, Vienna è stata salvata”, ha detto Schoenborn. 
“Ci sarà un terzo tentativo di conquista islamica dell’Europa? Molti musulmani lo pensano e lo desiderano e dicono: questa è l’Europa alla fine”. 
L’Europa che ha rifiutato di introdurre nella sua Costituzione (poi naufragata per il no al referendum dei francesi e degli olandesi) delle sue radici cristiane.
Già questa estate il cardinale Schoenborn, in un’intervista apparsa sul quotidiano economico finanziario austriaco Der Standard, si era lungamente espresso sulla questione dell’islam, pochi giorni dopo l’attentato terrorista di Nizza. “Che sia giusto o meno”, aveva detto il porporato del paese la cui presidenza è contesa dall’estrema destra di Norbert Hofer, i terroristi oggi rivendicano l’adesione all’islam, non ad altre religioni, e questo è “un grande problema per l’islam”. […]