Attilio Barbieri per “Libero quotidiano”
La carne fa male. Fra le tante bufale amplificate a dismisura dai social media, in testa Facebook, questa è una delle più clamorose. Alimentate da un sottobosco di pubblicazioni e blog che fanno dello scandalo fine a sé stesso la loro principale ragion d' essere, le balle sul consumo di carne godono pure di una sorta di extraterritorialità che deriva loro dall' essere falsamente «pro ambiente» e vagamente politically correct.
Così, quando ho ricevuto un accurato studio condotto nell' ambito del progetto Carni Sostenibili, non ho resistito ad approfondirlo. Scoprendo che la maggior parte delle argomentazioni su cui poggia la campagna contro la carne sono bufale clamorose. Cinque su tutte, che impazzano da anni su web e social. Vediamole una per una.
Prima bufala: in Italia mangiamo 79,1 chilogrammi di carne all' anno. Troppa! Non è vero che il consumo di carne pro capite dei nostri connazionali ammonti a poco meno di 80 chili l' anno. Per un semplice motivo: questa stima prende in cosiderazione anche le parti non edibili dei capi macellati, vale a dire tendini, ossa, grasso e cartilagini. Se si escludono gli scarti le cifre cambiano e si scopre che in media il consumo reale è di circa 37,9 Kg di carne all' anno. Dunque meno della metà. Fra l' altro, considerando soltanto la carne bovina, il consumo reale scende a 29 grammi al giorno pro capite, una quantità ben al di sotto delle raccomandazioni dell' Organizzazione mondiale della sanità, l' Oms, che fissano a 100 grammi il consumo giornaliero di carne rossa.
Seconda bufala: la carne fa venire il cancro, lo dice l' Oms! Anche questo è falso. Nel 2015, l' Oms attraverso la Iarc, l' Agenzia per la ricerca sul cancro, ha analizzato il rischio di sviluppare il tumore al colon in presenza però di un consumo giornaliero pari a 50 grammi di carne trasformata (ad esempio sotto forma di salumi) e 100 grammi di carne rossa. Ecco, con queste dosi il rischio cresce di circa il 18% per le carni trasformate e del 17% per le carni rosse. Ma se si riportano i calcoli ai nostri consumi medi effettivi, i rischi diventano trascurabili.
Terza bufala: la produzione di carne non è sostenibile. Servono 15.000 litri d' acqua per produrne un chilo di carne bovina. Nulla del genere! La stima, infatti, si basa sul concetto di «impronta idrica» elaborato dal Water Footprint Network sull'«acqua virtuale», messa in gioco in tutto il processo produttivo. In pratica pure quella usata nella coltivazione dei foraggi e nei cereali necessari all' alimentazione del bestiame, oltre all' acqua impiegata in fase di macellazione o per depurare gli scarichi di produzione. In pratica si calcola pure l' acqua piovana senza la quale il foraggio e il grano non crescerebbero.
Negli allevamenti italiani più efficienti, invece, il consumo effettivo di acqua è di 790 litri per chilo di carne. In quelli meno efficienti, che però stanno scomparendo, arriva al massimo a 7mila litri. Quarta bufala: gli allevamenti inquinano più dei trasporti! Falso pure questo. Se si considera il solo settore zootecnico, cioé gli allevamenti, in Italia il contributo totale ai gas serra è del 4,4%, come certifica un report dell' Ispra, l' Istituto superiore per lo studio e la ricerca ambientale, pubblicato nel 2017.
Un viaggio aereo Roma-Bruxelles, ad esempio, genera più emissioni del consumo di carne di un italiano per un anno intero. Oltre all' anidride carbonica, un altro gas sotto accusa per i cambiamenti climatici è il metano, prodotto in natura dal metabolismo di alcuni batteri definiti «metanogeni», presenti nell' apparato digerente dei ruminanti e nelle acque stagnanti, ad esempio le risaie. Ma la quantità di metano prodotta così è trascurabile rispetto a quella ottenuta con lo sfruttamento dei pozzi petroliferi.
Quinta bufala: la carne contiene ormoni e antibiotici; mangiarla è pericolosa! Questa è forse la bufala di più lunga durata visto che ci affligge da tempo immemorabile. Il trattamento di animali con gli ormoni è vietato in Europa da quasi quarant' anni e da oltre un decennio è proibita pure la somministrazione di antibiotici a scopo preventivo. Non è un caso se l' Unione europea ha bloccato a partire dal 1988 l' import di carne bovina da Stati Uniti e Canada, due Paesi in cui gli ormoni sono ammessi.
Negli allevamenti l' uso di antibiotici è permesso soltanto a scopo di cura, previa prescrizione del veterinario. Gli animali che li abbiano assunti possono essere macellati soltanto dopo che sia trascorso il tempo necessario a smaltire le sostanze contenute nei farmaci. Infine tre numeri per capire la portata delle bufale sull' alimentazione. Se è vero che 9 italiani su 10 parlaro abitualmente di cibo, oltre 7 si informano prevalentemente su internet. Ma appena 6 su 100 lo fanno sui siti di giornali e istituzioni.
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