9 dicembre forconi: 10/13/18

sabato 13 ottobre 2018

Stefania Petyx aggredita durante un servizio a Palermo: "Presa a calci e pugni"

Zisa, aggredita Stefania Petyx

L'inviata di Striscia la Notizia stava documentando un'occupazione abusiva in via Giuseppe Savagnone: la sua visita però non è stata "gradita". Il racconto: "Sono stata spintonata giù dalla tromba delle scale"


Zisa, aggredita Stefania Petyx

Mattinata rovente alla Noce, dove Stefania Petyx è stata aggredita mentre stava realizzando un servizio. La "visita" dell'inviata palermitana di Striscia la Notizia, in via Giuseppe Savagnone per documentare un'occupazione abusiva, non è stata gradita dai presenti. Gli animi si sono sin da subito surriscaldati, poi mentre cercava di intervistare gli occupanti è scattata l'aggressione.
"Poco dopo essere entrati nella struttura – racconta dall’ospedale Petyx – siamo stati raggiunti da calci e pugni". Inoltre, precisa l’inviata, "sono stata spintonata giù dalla tromba delle scale". Sul posto si è radunata una folla di curiosi, che ha circondato Stefania Petyx una volta tornata in strada. E' stato necessario l'intervento della polizia. Che però non ha frenato l'ira degli occupanti abusivi.
Gli abusivi si sono avventati anche sulle telecamere e sui microfoni, andati distrutti. Alcuni hanno continuato a inveire contro di lei nonostante la presenza degli agenti. Un uomo l'ha spintonata verso la strada dove c'era un'auto (per fortuna) ferma, facendola cadere per terra. Decisivo l'intervento di un poliziotto.
Stefania Petyx è stata successivamente trasportata in ambulanza all'ospedale. Le immagini dell'aggressione saranno mandate nei prossimi giorni in onda a Striscia la Notizia. "I contorni della vicenda sono ancora tutti da chiarire - spiegano dalla questura -. Sul posto siamo intervenuti con due volanti, al momento non è stata presentata alcuna denuncia".
Fonte: http://www.palermotoday.it/cronaca/noce-aggredita-stefania-petyx.html

IN FRANCIA UN UOMO E SUA FIGLIA SONO FINITI IN PRIGIONE PER AVER SBAGLIATO A “SCANNERIZZARE” DEI BARATTOLI ALLA CASSA SELF SERVICE


LA STORIA: “AVEVAMO DA PAGARE I BARATTOLI PIÙ QUALCHE OGGETTO PER LA CASA, ANDIAMO ALLA CASSA E PASSO LO SCANNER SU QUELLI CHE PAGO IO E POI SU QUELLI DI MIO PADRE. USCIAMO DALLA CASSA E L’AGENTE DELLA SICUREZZA CI FERMA DICENDO CHE…”

Stefano Montefiori per www.corriere.it

EMILIE GUZZOEMILIE GUZZO
Una ragazza di Strasburgo, Émilie Guzzo, ha raccontato ieri su Twitter come sia finita in cella, assieme al padre, per essersi sbagliata a passare degli articoli alla cassa self service dell’Ikea. Dopo migliaia di condivisioni e proteste online, Ikea France oggi si è scusata e ha ritirato la denuncia. Resta un’esperienza angosciante per padre e figlia e la sensazione, a leggere la sua storia, che sia impossibile fermare l’ottusità e la macchina burocratica una volta che si sono messe in moto.

L’acquisto «Bene, adesso vi racconto come sono finita in custodia cautelare a causa dei tupperware di Ikea - comincia Émilie -. Lunedì scorso sono andata all’Ikea con mio padre per comprare dei barattoli di vetro che avevamo visto online, ne restavano solo qualcuno sullo scaffale, ne abbiamo presi quattro che erano chiusi con un coperchio (dettaglio importante per il seguito). Dunque avevamo da pagare i barattoli più qualche oggetto per la casa, andiamo alla cassa per pochi articoli e passo lo scanner su quelli che pago io e poi su quelli di mio padre tra i quali i quattro barattoli, mentre chiacchieriamo.

EMILIE GUZZOEMILIE GUZZO
Usciamo dalla cassa e l’agente della sicurezza ci ferma dicendo che abbiamo passato male lo scanner sui barattoli. Lo lasciamo controllare e in effetti c’erano un prezzo sul coperchio e un altro per il barattolo, io non me ne ero accorta dunque dico all’agente che è colpa mia, li ho presi assieme così com’erano e non ho controllato. Mio padre vuole comunque pagare subito i quattro barattoli, il tipo dice venite con me all’ingresso, devo solo avvisare il mio superiore per il pagamento (cominciano i problemi).

Avverte il direttore che dice ”non muovetevi arrivo”, io aspetto tranquilla con il carrello accanto a me. Il direttore (svedese credo) chiede a mio padre che cosa è successo, lui lo racconta da capo e si scusa ancora, vuole pagare. Ma il direttore guarda mio padre e gli dice ”insomma avete rubato”. Mio padre risponde ”no, le dico che non abbiamo fatto attenzione, colpa nostra, ma non abbiamo voluto rubare”, ma il direttore continua trattandoci da ladri e mio padre comincia a innervosirsi.
ikeaIKEA

Mi dico che forse è meglio intervenire e dico ”mi spiace colpa mia ho passato male gli articoli” e lui che cosa mi risponde? ”Dunque sei tu la ladra!!” E mio padre si arrabbia ancora di più. Il direttore dice ”quindi non ammettete che avete voluto rubare, allora faccio una deposizione di furto”, mio padre dice ”ovviamente non la firmiamo”, il direttore dice ”ok chiamo la polizia”».

L’arrivo della polizia «Dunque ci mettono in una sala, il direttore chiama la polizia, io penso ”stasera volevo stirare”, mio padre mi dice ”che cosa vuoi che ci facciano, non abbiamo fatto niente” (che ingenua, gli ho creduto). La polizia arriva, una donna con i suoi allievi poliziotti, siamo restati con loro ma nessuno ci ha rivolto la parola, l’agente ha parlato solo con il direttore, mi dicevo finalmente torniamo a casa ma invece che succede? La poliziotta viene da me e mi dice ”la portiamo via per furto organizzato, adesso arriva un’altra pattuglia per trasportare suo padre, lei viene con me” e aggiunge ”se provi a scappare ti sparo con il taser”. Faccio il viaggio in macchina verso il commissariato, nessuno mi parla, mi chiedono solo se ho bevuto».

ikea 1IKEA 
In commissariato «Ci dicono che staremo in cella 24 ore, mio padre cerca di spiegare di nuovo la situazione, dice che il giorno dopo deve lavorare e io pure, nessuno ci ascolta. Comincio a diventare bianca, ripeto che ho solo sbagliato a passare lo scanner sul prezzo dei barattoli». Segue un delirio tra le celle con i detenuti che sbattono le mani sui vetri, le tasche svuotate, i lacci delle scarpe tolti così come il reggiseno, infine la cella «minuscola e sporchissima». Poi cambia il turno al commissariato, il padre dice al nuovo agente «ma noi abbiamo solo sbagliato a passare lo scanner su quattro barattoli», lui per fortuna capisce che qualcosa non torna, avvisa i superiori e la giudice, alla fine padre e figlia escono dopo tre ore in cella.

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Le scuse «Privilegiamo sempre il dialogo e ci rincresce sinceramente per questa situazione - ha twittato Ikea France -. Ci impegniamo a ritirare la nostra denuncia e presentiamo le nostre scuse». La morale è riassunta da Émilie: «Fate attenzione alle casse, passate bene i vostri articoli e non dimenticate che potete andare in custodia cautelare per dei barattoli».

Fonte: qui

ACCANTO ALLA RETRIBUZIONE CHE GLI SPETTA COME PRESIDENTE INPS (104MILA EURO LORDI ANNUI), BOERI SPENDE HA SPESO 23MILA TRA VITTO, ALLOGGIO E VIAGGI



GLI EXTRA DEL BOCCONIANO CI COSTANO 191 EURO AL GIORNO, MA…

Carmine Gazzanni per “la Notizia Giornale”

TITO BOERITITO BOERI
Tempi duri per Tito Boeri. D’altronde che non corra buon sangue tra il presidente dell’Inps e il Governo gialloverde è cosa nota. E qualche uscita, forse anche un po’ azzardata, di esponenti dell’Esecutivo, fanno ipotizzare una sua prossima uscita di scena. Nel frattempo, però, il professor Boeri può continuare a viaggiare, mangiare e dormire a spese dei contribuenti.

Tutto legittimo, per carità. Parliamo, infatti, di uno dei tanti privilegi che vivono e vegetano nei gangli della Pubblica amministrazione e di cui anche l’acerrimo nemico dei vitalizi, suo malgrado, gode.

TITO BOERI LUIGI DI MAIOTITO BOERI LUIGI DI MAIO

Accanto alla retribuzione che legittimamente gli spetta (peraltro non è nemmeno tra le più alte del mondo dirigenziale statale) e che ammonta a circa 104mila euro lordi annui, il presidente ha diritto a spese per vitto, alloggio e viaggi interamente coperte dalle casse pubbliche.

E così scopriamo che nei primi sei mesi del 2018, secondo il report pubblicato direttamente dall’Istituto previdenziale, sono stati spesi circa 23mila euro: 11.368 euro dal primo gennaio 2018 al 31 marzo, e 11.575 euro dal primo aprile al 30 giugno. Nel dettaglio parliamo di poco più di 1.163 euro per il vitto, 9.858 euro per l’alloggio e quasi 12mila euro per viaggi e spostamenti.
TITO BOERI MATTEO RENZITITO BOERI MATTEO RENZI

Per alcuni potrebbero sembrare pochi spiccioli. Eppure, volendo considerare una ventina di giorni lavorativi al mese e dunque 120 circa nel giro di sei mesi, tutto questo significa che il presidente dell’Inps è costato agli italiani 191 euro al giorno solo di viaggi, vitto e alloggio.

PRONTI, PARTENZA, VIA
Ma c’è di più. In quest’ultimo anno, infatti, l’economista ha di fatto speso più rispetto agli anni scorsi. Basta, anche in questo caso, avvalersi dei documenti che la stessa Inps mette a disposizione sulla sezione “amministrazione trasparente” del sito istituzionale.

tito boeriTITO BOERI

Facendo un conto complessivo delle spese di viaggio, vitto e alloggio passate, scopriamo che dal primo gennaio 2017 al 31 marzo 2017 sono stati sborsati 10.277 euro; dal primo aprile al 30 giugno 9.179 euro; dal primo luglio al 30 settembre 9.504 euro; dal primo ottobre al 31 dicembre 10.883.

Se contiamo anche in questo caso ipotetici venti giorni lavorativi (e dunque 240 annui), ecco che scopriamo che in media l’anno scorso Boeri ha speso per vitto, viaggi e alloggio circa 166 euro al giorno. Ergo: da gennaio 2018 il presidente dell’Inps spende in media 25 euro in più ogni 24 ore. Non male.

IL FONDO A DISPOSIZIONE
C’è da dire, però, che il “privilegio” toccherà anche ad un eventuale sostituto di Boeri a capo dell’Istituto previdenziale. Che, anzi, potrà osare anche di più. Come ci fa sapere l’ufficio stampa dell’Inps, infatti, “il limite di spesa trimestrale per l’alloggio è di 5.400 euro” (Boeri arriva poco al di sotto).

Il limite per il vitto, invece, è giornaliero ed è fissato a 81 euro (arrotondato per difetto). Quindi “ipotizzando 20 giorni lavorativi mensili – dicono ancora dall’ufficio stampa – ciò implica 4.860 euro a trimestre di spese per il vitto”. In questo caso, come dimostrato, il presidente si è dimostrato decisamente parsimonioso.

Vedremo se lo saranno anche i suoi successori. Infine ci sono le spese per i viaggi, per i quali, al contrario delle prime due voci, non sono previsti limiti, ma “vengono rimborsati esclusivamente i viaggi fatti per motivi istituzionali e i viaggi da e per il luogo di residenza”. E questo spiega il motivo del gravoso esborso per Boeri, essendo l’economista residente a Milano.

Fonte: qui

LA NOMINA DI JUNCKER A CAPO DELLA COMMISSIONE SARÀ RICORDATA COME L'INIZIO DELLA FINE DELL'UNIONE EUROPEA


E NON PER L'UBRIACHEZZA O LE GAFFE, CHE SONO PURO COLORE, MA PERCHÉ PER UN BIECO CALCOLO POLITICO TEDESCO È STATO AFFIDATO UN CONTINENTE A UN EX PREMIER (CACCIATO) DEL LUSSEMBURGO, CHE PER 18 ANNI HA TRAMATO PER SOTTRARRE CENTINAIA DI MILIARDI DI GETTITO FISCALE AI POPOLI EUROPEI 

Giancarlo Perna per La Verità

Svegliandosi, il primo novembre del 2019, Jean Claude Juncker non sarà più presidente della Commissione Ue. Ci ha già fatto sapere che non si ricandiderà. Poteva evitarselo perché mai sarebbe rieletto. È scontato che a maggio dell' anno prossimo, con le elezioni Ue, crollino popolari e socialisti su cui Juncker è appollaiato. Quando l' intero scenario sarà cambiato, Jean Claude avrà 65 anni, sarà spaesato e mollerà tutto.

È cupo il crepuscolo di questo lussemburghese che da una vita si dedica all' Ue. Oggi, è costretto a sentire i sordi rumori di sbriciolamento su ogni fronte. Dolorante per una sciatica, rattrappito dai postumi di un incidente stradale del 1989 in cui restò in coma per settimane, Juncker ricorre all' alcool per lenire la delusione. Dei giorni si rinchiude solitario, in altri ha scoppi d' ira. Quando entra barcollante nelle riunioni, suscitando le ironie di stampa e cancellerie europee, a me pare di udire un sottofondo di struggenti note wagneriane che accompagnano il finale della sua carriera.

JEAN CLAUDE JUNCKER E CHRISTINE LAGARDEJEAN CLAUDE JUNCKER E CHRISTINE LAGARDE
Se c' è un euroscettico totale, questo è Juncker. Dopo la Brexit e l' emergere dei populismi, considera l' Ue in disfacimento. In un' intervista a Le Monde, un anno fa, ha detto che «i vari Paesi stanno prendendo direzioni diverse e incompatibili». Aggiunse che con le destre in ascesa «non c' è dibattito o dialogo possibile». Dunque, mentre un Matteo Salvini, da tutti considerato nemico dell' Ue, vede la possibile salvezza dell' Unione nel cambiamento di clima e regole, per Juncker non c' è alternativa. O l' Ue è quella da lui voluta o non c' è.
JUNCKER STROZZA LUIS DE GUINDOSJUNCKER STROZZA LUIS DE GUINDOS

L' Ue delle nazioni che si delinea non vale la pena di essere vissuta. «Le frontiere nazionali sono le peggiori invenzioni di noi politici», ha detto. Intollerante per natura, non sopporta ciò che gli si oppone. Si lamenta della brutalità di Salvini che gli dà dell' ubriacone. Ma quando, in un summit, vide entrare il premier ungherese Viktor Orbàn lo accolse dicendo al microfono: «The dictator is coming». Lo disse nella lingua franca inglese, per essere capito dalla babele degli europei riuniti.

juncker_venizelosJUNCKER_VENIZELOS





Nel corso dei decenni, Juncker ha litigato con tutti. Spesso, con Matteo Renzi che voleva sforare i parametri. Il fiorentino, che adesso fa l' angioletto, per le sue mancette degli 80 euro fece le stesse malandrinate di Luigi Di Maio per il reddito di cittadinanza. Le ragioni per cui Juncker battibecca con i leader nazionali sono sempre le stesse. Quelli forzano le regole per rilanciare le economie, lui stoppa. Imperversava già da presidente dell' Eurogruppo, la congrega dei ministri dell' Economia, tra il 2005 e il 2013. Le vittime erano allora Tony Blair, Nicolas Sarkozy, il Cav. L' osso duro fu però il premier conservatore, David Cameron, che cercò di vendicarsi.
il presidente dell eurogruppo juncker a destra in una rara foto con mario draghi e mario monti aspxIL PRESIDENTE DELL EUROGRUPPO JUNCKER A DESTRA IN UNA RARA FOTO CON MARIO DRAGHI E MARIO MONTI

Quando, nel 2014, Jean Claude puntava al vertice della Commissione, Cameron, gli fece lo sgambetto. Gli mise contro la stampa inglese che cominciò a dargli del beone. Fonte primaria dei britannici fu Jeroen Dijssebloem, ministro olandese delle finanze. Un biondino col visetto perbene che si affacciava molto in tv. Sentite però che vipera. Jeroen, che aveva appena sostituito Juncker -ormai lanciato al vertice Ue- alla presidenza dell' Eurogruppo (gennaio 2014), convocò la stampa e disse: «Sulle decisioni del mio predecessore potrebbe avere inciso un eccessivo consumo alcolico. Juncker non rispetta le regole dell' alcol sul lavoro». Giornali e tabloid di Sua Maestà si lanciarono sull' offesa facendo a fette il nostro Jean Claude.
Il vizietto era in realtà già noto.
junckerJUNCKER

L' anno prima (2013) - quando Juncker dovette dimettersi da primo ministro del suo Paese, il Lussemburgo, per un attrito coi servizi segreti- il capo di questi raccontò: «Verso sera ci incontrammo nel suo ufficio nell' aria c' era odore di cicche e un inconfondibile sentore di alcol Juncker era ubriaco fradicio». Il chiamato in causa reagì con un serafico: «Preferirei parlare di politica, piuttosto che di un problema che non ho». Per inciso, la faccenda dei servizi lussemburghesi finì nel nulla ma non era da poco. L' accusa a Juncker era di avere creato una Stasi, con la schedatura politica, persona più, persona meno, dell' intera popolazione del Granducato (450.000 persone).
JUNCKERJUNCKER

Col dargli del brillo, il can can esplose ma Cameron e stampa britannica furono egualmente sconfitti. Infischiandosene del fango, Juncker, che era un volpone cristiano-popolare, trovò l' accordo coi socialisti, e fu tranquillamente eletto a capo della Commissione Ue. A soccorrerlo, il tedesco Martin Schulz, il kapò di Silvio Berlusconi, che era a capo del Pse. I due pattuirono un classico scambio elettorale, a conferma che tutto il mondo è paese. Io, disse Schulz, ti do i voti Pse per la commissione e tu dai a me i voti Ppe per la presidenza del Parlamento. Detto fatto e ciascuno ebbe la cadrega cui aspirava.
il saluto tra david cameron e junckerIL SALUTO TRA DAVID CAMERON E JUNCKER

A suo modo, Junker è un fenomeno. Figlio di un operaio siderurgico educato dai preti cattolici, a 28 anni divenne ministro (Lavoro), il più giovane d' Europa. Laureato in Legge a Strasburgo, parlava le tre lingue canoniche del Granducato, lussemburghese, francese, tedesco, l' ovvio inglese e l' inconsueto latino.

l'incontro tra david cameron e junckerL'INCONTRO TRA DAVID CAMERON E JUNCKER






A 41 anni, era Primo ministro e tale rimase per 18 anni, intrecciando la carica nazionale con altre nell' Ue. Immerso in questa insana mescolanza, commise il suo peccato imperdonabile. Trasformò il Lussemburgo in paradiso fiscale per 1.000 aziende multinazionali, facendole emigrare dagli altri Paesi Ue in cui avevano sede. Un caso di concorrenza sleale all' interno della stessa famiglia europea. Domanda: come può oggi Juncker pretendere il rispetto delle regole se il primo infrangerle è stato lui?

Con che faccia ci inchioda allo zero virgola, se poi ha fatto il gioco delle tre carte in Lussemburgo convogliando nei suoi forzieri capitali in fuga per 2.100 miliardi, molto più del Pil italiano? Jean Claude ha cercato di soffocare questa indecenza, incongruente col suo conclamato europeismo, facendo lo gnorri. A tenere viva la polemica ha però pensato l' europarlamentare e magistrato francese, Eva Joly. In un suo libro, dal titolo esplicito, Il lupo nell' ovile (il lupo è Jean Claude e l' ovile la Commissione di cui è a capo), appaia per criminalità Afghanistan e Lussemburgo. L' uno si arricchisce con l' oppio e dà ricetto a Bin Laden; l' altro alimenta il riciclaggio ed è governato da Juncker.
jean claude junckerJEAN CLAUDE JUNCKER

Concludo con un' antologia del Nostro. Quando, nel 2005, i francesi dovevano dire sì o no alla Costituzione Ue, Jean Claude dichiarò: «Se sarà sì, noi diremo: si continua; se sarà no, noi diremo: si va avanti». Ossia, il voto vale un piffero. Nel 2015, mentre in Grecia si volgeva il referendum sulle dure misure imposte dall' Ue, sentenziò: «Non esiste la scelta democratica contro i trattati Ue». 

Il che dice tutto sullo stato delle libertà all' interno di Schengen
La più machiavellica delle sue dichiarazioni, ironica e perfida insieme, riguarda i Paesi economicamente indisciplinati: «Abbiamo in cantina gli strumenti di tortura e li mostriamo quando è necessario».
TSIPRAS E JUNCKERTSIPRAS E JUNCKER

Si attaglia perfettamente alla canea alimentata da Bruxelles in queste ore per gonfiare lo spread e silurare il governo Conte.
Juncker è Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana, insignito da Giorgio Napolitano. Fonte: qui
tsipras junckerTSIPRAS E JUNCKER iN "CRAVATTARI"

juncker da una parte presidente della commissione dall altra premier lussemburgheseJUNCKER DA UNA PARTE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE DALL ALTRA PREMIER LUSSEMBURGHESE

BCE E FMI: ''NON È IL MOMENTO DI AUMENTARE IL DEFICIT''. 


IL DELEGATO FMI: ''L'ITALIA VA CONTRO I 'SUGGERIMENTI(DEGLI USURAI!) CHE ABBIAMO DATO''. 

CHIEDERE AD ATENE PER SAPERE COME FINISCE CHI LI SEGUE...

BCE: LAUTENSCHLAEGER, SOSTENIBILITÀ DEBITO È IMPORTANTE
 (ANSA) - Fra i rischi monitorati dalla Banca centrale europea c'è quello "che il debito pubblico e privato possano non essere sostenibili" e "anche la sostenibilità del debito pubblico è una preoccupazione". Lo ha detto durante un discorso a Malta Sabine Lautenschlaeger, membro del comitato esecutivo della Bce e vice-presidente della Vigilanza bancaria.

"Anche se la Bce può contribuire alla stabilità del sistema finanziario, non può da sola assicurare la stabilità finanziaria" e dunque "è importante che tutti gli attori rilevanti siano pienamente consapevoli delle rispettive responsabilità, e agiscano in modo da essere all'altezza di queste responsabilità".


DRAGHI E FMI AVVERTONO L’ITALIA: NON È IL MOMENTO DI AUMENTARE IL DEFICIT. JUNCKER: ROMA NON RISPETTA I PATTI

Bce e Fondo monetario mettono in guardia il governo italiano dai rischi contenuti nella manovra di bilancio. Rischi che derivano essenzialmente dal nuovo deficit previsto dalla legge di bilancio - circa 22 miliardi su una manovra da 37 - in un Paese che «vanta» un debito pubblico superiore al 130% del Pil, secondo solo alla Grecia nell’area euro.
ario Draghi e Christine Lagardee cf fc e df c a dMARIO DRAGHI E CHRISTINE LAGARDE 

«Per i Paesi dell’Eurozona ad alto debito - ha detto il presidente della Bce Mario Draghi nel testo dell'intervento pronunciato a Bali in occasione della riunione del Fondo monetario internazionale - è di particolare importanza la piena adesione alle regole del Patto di stabilità e crescita per la salvaguardia di solide posizioni di bilancio». Un riferimento implicito all’Italia.

Più esplicito ancora Poul Thomsen, capo del Dipartimento europeo del Fmi. secondo il quale la manovra in discussione «va in direzione opposta rispetto ai suggerimenti(degli Usurai!) del Fmi. Non è il momento di allentare le politiche» di bilancio, sottolinea.

Secondo Draghi, è importante che ciò avvenga nell’attuale contesto in cui vi è un'espansione economica su larga scala. Sempre riferendosi all’Eurozona Draghi richiama poi la necessità di implementare ulteriormente le riforme strutturali(necessarie agli usurali!).

SABINE LAUTENSCHLAGERSABINE LAUTENSCHLAGER
Da parte sua, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker , più volte bersaglio di feroci critiche da parte di esponenti del governo italiano, ha accusato Roma - in un’intervista a Le Monde - di «non rispettare la parola data», invitando quindi l’esecutivo a «non mettere in pericolo la solidarietà europea». «Non ho nulla contro l’Italia, tutto il contrario: la amo. Che si smetta di descriverci come dei mostri freddi, rinchiusi in un bunker, insensibili all'appello dei popoli», ha poi aggiunto Juncker.

«Bce: Italia non potrà essere aiutata fuori da un piano di salvataggio Ue»
Ieri l’agenzia Reuters, citando cinque fonti vicine alla Bce, scriveva che «la Banca Centrale Europea non potrà soccorrere l’Italia in caso di crisi di liquidità del governo e delle banche a meno che Roma non entri in un piano di salvataggio della Ue».

POUL THOMSENPOUL THOMSEN
Le fonti sottolineavano che «le regole Ue consentono alla Bce di aiutare un Paese soltanto nel quadro di un programma di salvataggio europeo» e che «aggirare tali norme minerebbe la credibilità della stessa Bce». La dichiarazione suona come un messaggio al governo italiano, nel vivo delle tensioni fra Roma e Bruxelles sui contenuti della «manovra del popolo» che sarà presentata alla Commissione entro il 15 ottobre. Le fonti citate da Reuters, presenti a un summit Fmi in Indonesia, aggiungevano che l’Italia potrebbe ancora evitare una crisi debitoria se il governo cambia rotta - a patto di non fare affidamento sulla Bce per «domare» gli investitori o salvare le sue banche.

Le banche italiane sono il «punto caldo» della crisi
La motivazione tecnica è che la Bce non può intervenire in soccorso di un paese singolo senza che questo abbia stipulato un «programma», ossia un bailout con regia europea in cambio di pesanti riforme del proprio sistema. Qualsiasi tentativo di scavalcare i paletti della Bce, aggiungevano le fonti, potrebbe mettere a rischio la credibilità di Francoforte agli occhi dei paesi creditori. A partire dalla Germania. Le fonti avvisavano che le banche italiane, con 375 miliardi di titoli di Stato domestici in pancia, potrebbero essere il «punto caldo» della questione: i Btp servono come “cassa” per assicurare capitali alla Bce, inclusi 250 miliardi di debiti a lunga scadenza.

poul thomsen capo della troika in greciaPOUL THOMSEN CAPO DELLA TROIKA IN GRECIA
Def, l’Ufficio di bilancio boccia la manovra «Previsioni troppo ottimistiche»
Se arrivasse un downgrade delle nostre obbligazioni, come nel caso della Grecia, i bond diventerebbero non ammissibili sia per i prestiti che per i programmi di stimolo monetario dell’istituto di Francoforte. Attualmente il debito italiano è classificato due gradini sopra il livello “spazzatura” da tre delle quattro principali agenzie di rating e tre gradini sopra dall’ultima rimanente, la Dbrs. Moody’s e S&P Global dovranno fornire un aggiornamento sul credito italiano nella seconda metà di ottobre.

Fonte: qui

VIDEO: MANICHINI RAFFIGURANTI I VICEPREMIER BRUCIATI DAGLI STUDENTI CHE HANNO MANIFESTATO A TORINO


SUI LAMPIONI DI PIAZZA CASTELLO SONO STATE ATTACCATE ALCUNE FOTO DEI LEADER DI LEGA E MOVIMENTO 5 STELLE COL VOLTO IMBRATTATO DI VERNICE ROSSA 

DURA LA REAZIONE DEL MINISTRO DELL'INTERNO: “COSA SCHIFOSA”, MA DI MAIO: “LE MANIFESTAZIONI VANNO FATTE”


Manichini raffiguranti i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono stati bruciati dagli studenti che manifestano a Torino scandendo slogan contro il governo. Sui lampioni di piazza Castello, dove sono arrivati in corteo, sono state attaccate alcune foto dei leader di Lega e Movimento 5 Stelle col volto imbrattato di vernice rossa.

La zona della protesta, di fronte agli uffici della prefettura, è presidiata da polizia e carabinieri. Dura la reazione del ministro degli Interni: "Questi 'democratici' studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore - afferma Salvini -,avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che BRUCIARE in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa". 

proteste studenti 20PROTESTE STUDENTI 
Diversa la posizione del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che , rivolto agli studenti, dice: 'Le manifestazioni vanno fatte'. "Ci sono ragazzi che stanno manifestando, per prima cosa vediamoci, le porte del ministero sono aperte, parliamo.

Costruiamo insieme una nuova scuola", afferma Di Maio sottolineando: "Andate avanti, ho fatto il rappresentante degli studenti per cinque anni, so bene quale è il valore di una pressione sociale pacifica. Ma non è vero che tagliamo a scuole e università. Vediamoci per un confronto".

proteste studenti 2PROTESTE STUDENTI 
"Oggi siamo in piazza perché subiamo l'ingiustizia quotidiana di costi economici insostenibili per studiare. La manovra finanziaria annunciata dal Governo ignora i problemi degli studenti, non prevede maggiori risorse per il diritto allo studio né per la qualità della formazione o per la ricerca.

Da Nord a Sud, saremo in stato di agitazione permanente nelle scuole e nelle università finché non avremo risposte risposte concrete dal Governo nazionale mentre ad oggi Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche". Così Giacomo Cossu, Coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. "Questo non è cambiamento - aggiunge - vediamo infatti il maggior deficit previsto viene utilizzato per condoni agli evasori fiscali e per tagliare le tasse ai più ricchi.

proteste studenti 18PROTESTE STUDENTI
Per noi giovani mancano le risorse e mancano provvedimenti concreti per contrastare la precarietà nel mercato del lavoro. Il 'cambiamento' tanto propagandato sembra in netta continuità per il passato, perché é assente un progetto di rilancio dello sviluppo sostenibile per il nostro Paese".

Studenti in piazza a Roma, traffico in tilt - Studenti in piazza oggi a Roma per il diritto allo studio e la sicurezza nella scuola. Al grido "#Chihapaura di cambiare? Noi no!" è iniziata la manifestazione a piazzale Ostiense. Circa tremila i partecipanti attesi. La protesta è stata organizzata dall'Unione degli studenti, Rete degli studenti medi e Fronte Gioventù Comunista. Gli studenti hanno acceso fumogeni. Si registrano forti disagi al traffico in zona.

proteste studenti 17PROTESTE STUDENTI 
"Questa mattina, migliaia di studenti sono scesi in piazza al grido "#Chihapaura di cambiare? Noi no!". Con i volti coperti dalle maschere di Dalì, come i protagonisti del telefilm "La casa di carta", con un flash mob a Roma davanti a Piramide in prima mattinata, nelle piazze di tutta Italia si sono fatti portatori di un messaggio di riscatto nei confronti di una politica che da sempre fa i suoi interessi sulla loro pelle".

A dirlo è Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi, che dichiara: "Ci volevano soldati e passivi, ci hanno trovati nelle piazze. Non possiamo più accettare che questo governo si riempia la bocca di parole come "cambiamento", per poi offrire solo regresso.

proteste studenti 15PROTESTE STUDENTI 
Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili, soprattutto se non ci si interroga su come risollevare un sistema scolastico che negli ultimi dieci anni ha subito tagli per più di 8 miliardi e che non riesce più ad essere strumento di formazione e crescita delle nuove generazioni: lo provano i 150mila studenti che ogni anno abbandonano gli studi".

Continua Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell'Unione degli Universitari: "Il governo sta dimostrando ogni giorno la sua incapacità di mettere in campo azioni concrete per risollevare la condizione dell'istruzione pubblica italiana: sull'Università non c'è alcuna proposta reale per incrementare il finanziamento ordinario del sistema universitario o per superare il numero chiuso, ma solamente annunci e slogan.
proteste studenti 14PROTESTE STUDENTI

Tutto questo, insieme alla nomina di Valditara, mente dei tagli Gelmini, a Capo Dipartimento, evidenzia una preoccupante mancanza di prospettiva sul tema. Oggi siamo in piazza per rivendicare e lottare per un'altra idea di Paese, che rimetta al centro la scuola e l'Università e che investa sulle giovani generazioni". I giovani annunciano per il 16 e il 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, nuove mobilitazioni.

Studenti in piazza a Torino per il cambiamento  - Centinaia di studenti sono scesi in strada, a Torino, per protestare "contro razzismo, finto governo del cambiamento e disuguaglianze". Il corteo, promosso dagli Studenti Indipendenti, è partito da piazza Arbarello e sfila per le vie del centro città per raggiungere piazza Castello. Davanti al Miur, in corso Vittorio, i ragazzi hanno bruciato una telecamera di cartone posta sopra dei mattoni.
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"I mattoni sono quelli che rischiano di caderci in testa tutti i giorni - spiegano - Le telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per controllarci". "Dalle scuole all'università costruiamo una società multiculturale che educhi alle diversità a partire dai luoghi del sapere", scrivono su Facebook gli organizzatori della manifestazione. Tanti i cartelli contro il governo: "Lega Salvini e lascialo legato", "Una scuola sicura è antirazzista è antifascista". Fonte: qui