9 dicembre forconi: 12/17/18

lunedì 17 dicembre 2018

5MILA PERSONE IN PIAZZA A BRUXELLES CONTRO IL “GLOBAL COMPACT” CREANO IL PANDEMONIO


I MANIFESTANTI A VOLTO COPERTO, APPARTENENTI A GRUPPI E ASSOCIAZIONI DI ESTREMA DESTRA, HANNO TENTATO DI ENTRARE NEL PALAZZO DELLA COMMISSIONE EUROPEA E HANNO LANCIATO OGGETTI CONTRO LE FORZE DELL'ORDINE 

LE PROTESTE ERANO STATE VIETATE DALLE AUTORITÀ CITTADINE, MA…. 


Giorgia Baroncini per www.ilgiornale.it

bruxelles i cortei dell'estrema destra contro il global compact 6BRUXELLES I CORTEI DELL'ESTREMA DESTRA CONTRO IL GLOBAL COMPACT
Sono ore di tensione a Bruxelles, dove due manifestazioni stanno paralizzando il centro della città. Circa 5mila persone si sono date appuntamento per protestare contro il Global compact, approvato a Marrakech lo scorso 10 dicembre. In parallelo, un altro migliaio di manifestanti è in marcia contro il razzismo.

Secondo quanto riferito dai media locali, i partecipanti alla prima manifestazione hanno lanciato oggetti contro le forze dell'ordine, che hanno risposto cercando di disperderli con cannoni ad acqua. Tra gli slogan scanditi, "Prima il nostro popolo", "Basta, chiudiamo le frontiere" e diverse richieste di dimissioni al premier Charles Michel. In Belgio, il Global compact aveva già aperto una crisi di governo.
bruxelles i cortei dell'estrema destra contro il global compact 10BRUXELLES I CORTEI DELL'ESTREMA DESTRA CONTRO IL GLOBAL COMPACT 




A organizzare il loro corteo "contro Marrakesh", gruppi di estrema destra e associazioni di destra. I manifestanti, alcuni dei quali a volto coperto, hanno inoltre tentato di entrare nel palazzo che ospita la Commissione dell'Unione europea a Bruxelles. Il sindaco Philippe Close ha dato notizia di 70 persone arrestate.
Le proteste erano state vietate dalle autorità cittadine per il timore di scontri, ma il Consiglio di Stato aveva annullato la decisione ritenendo le motivazioni "non sufficienti" a limitare la libertà di manifestare. Oltre al corteo contro il Global compact, si sta svolgendo una pacifica contromanifestazione antirazzista che vede la partecipazione di un collettivo di Gilet gialli.

Fonte: qui
bruxelles i cortei dell'estrema destra contro il global compact 13BRUXELLES I CORTEI DELL'ESTREMA DESTRA CONTRO IL GLOBAL COMPACT bruxelles i cortei dell'estrema destra contro il global compact 12BRUXELLES I CORTEI DELL'ESTREMA DESTRA CONTRO IL GLOBAL COMPACT 

INSULTATA E PICCHIATA IN UN SUPERMERCATO A NUORO LA PARLAMENTARE GRILLINI, MARA LAPIA

 
MENTRE ERA IN CODA ALLA CASSA, UN UOMO, ANCHE LUI IN FILA PER PAGARE, L'HA PRIMA OFFESA, POI NEL PIAZZALE DEL PARCHEGGIO L'HA RAGGIUNTA E COLPITA VIOLENTEMENTE, ROMPENDOLE UNA COSTOLA

MA UNA TESTIMONE OCULARE SMENTISCE TUTTO: "SI È BUTTATA A TERRA. URLAVA 'LEI NON SA CHI SONO IO'"

IL RACCONTO DELL AGGRESSIONE A MARIA LAPIA


AGGRESSIONE A DEPUTATA M5S, TESTIMONE SMENTISCE LAPIA

MARA LAPIAMARA LAPIA
Ci sarebbe una testimone oculare della presunta aggressione alla deputata M5S Mara Lapia. La donna, una crocerossina che lavora all’ospedale di Nuoro sentita dalla Squadra Mobile, in un audio che circola in Rete dà una versione dei fatti diversa rispetto a quella fornita dalla parlamentare. Il battibecco tra la deputata e un uomo, accompagnato dall’anziana madre, sarebbe iniziato alla barriera delle casse di un supermercato Lidl di Nuoro.

Secondo quanto apprende l’Adnkronos sarebbero cadute due lattine mentre il cassiere faceva il conto e tra i due sarebbe nata una discussione. La deputata quindi avrebbe detto "lasci i documenti, lei non sa chi sono io" e avrebbe iniziato a filmare la scena con il cellulare mentre l’uomo con l’anziana madre si avviava verso l’auto per deporre la spesa.

La testimone oculare racconta che a quel punto la parlamentare avrebbe continuato a filmare e a litigare con l’uomo nel parcheggio. L’anziana donna, riferisce, si sarebbe avvicinata alla deputata grillina. "Le ha toccato la spalla", come per calmarla e chiederle di smetterla. "Lei si è buttata a terra, così, d’improvviso".
MARA LAPIAMARA LAPIA

Tutto è a verbale della Squadra Mobile. "A quel punto (omissis…) mi sono avvicinata e ho chiesto alla signora (che non sapevo chi fosse) se avesse bisogno d’aiuto perché pensavo fosse svenuta". Prosegue il racconto: "Non ha visto che sono stata aggredita, che mi hanno spinto?", le ha replicato Lapia.

"Io – dice la testimone – sono rimasta scioccata da quell’affermazione… e le ho detto ‘Signora ma di cosa sta parlando? Aggredita? Guardi che ho visto tutto e non l’ha aggredita nessuno". "In quel momento è arrivata la Polizia che ovviamente sapeva chi avrebbe trovato, ma io – prosegue la testimone oculare – non sapevo minimamente chi fosse. Quindi la Lapia (che ho scoperto dopo fosse lei) ha raccontato la sua versione ai poliziotti".

Sentendo cosa riferiva Lapia, la testimone si è avvicinata alla Polizia per riferire la sua versione agli agenti della Volante: "Non è vero nulla di quello che sta dicendo, non so perché sta facendo questa scenata. Non è vero, non è stata aggredita", ha messo a verbale. "Era solo un diverbio fra queste persone".

La testimone conclude: "Io ho passato la mattinata coi poliziotti che mi chiamavano di continuo per il verbale". La deputata di M5S Lapia comunque ha riportato la frattura di una costola, refertata dall’ospedale di Nuoro con 30 giorni di prognosi. E’ in corso l’indagine della Mobile che sta visionando le immagini dell’impianto di videosorveglianza della Lidl nuorese.
MARA LAPIAMARA LAPIA

AGGREDITA MARA LAPIA

Aggredita e picchiata nel parcheggio di un supermercato a Nuoro. Vittima Mara Lapia, parlamentare Cinquestelle. Mentre sabato sera - ma i fatti sono emersi solo ieri - era alla cassa del supermarket, un uomo, anche lui in fila per pagare, l' ha prima pesantemente offesa, poi nel piazzale del parcheggio l' ha raggiunta e colpita violentemente.

La donna, che ha riportato una costola rotta, problemi al polmone e numerosi contusioni, è stata trasportata dal 118 all' ospedale. Nelle ore successive è stata dimessa ed è rientrata a casa. L'aggressore è stato identificato e a breve scatterà una denuncia nei suoi confronti.

All' interno del negozio, Lapia aveva protestato con la commessa perché inavvertitamente le aveva rovesciato addosso una lattina di Coca Cola, sporcandola. A questo punto sono partite le gravissime offese lanciate dell' uomo nei suoi confronti: «Si sente la puzza in tutto il supermercato, quando entrate voi si diffonde la puzza ovunque», ha detto l' uomo alla parlamentare M5s. Quando sono usciti, lei prima di allontanarsi ha fotografato la targa della macchina dell' uomo e sarebbe stato questo gesto a far scattare l' ira. Già prima dell' aggressione Lapia aveva chiamato il 113, ma l' uomo si è dileguato prima dell' arrivo degli uomini della questura.

MARA LAPIAMARA LAPIA
«NON avrei mai immaginato di poter essere in pericolo per il mio ruolo di parlamentare. È inqualificabile un uomo che si accanisce così nei confronti di una donna sola. Mi sento colpita più come donna che come parlamentare», ha detto la deputata. Tanti gli attestati di solidarietà. A cominciare dal presidente della Camera, Roberto Fico: «Ti aspettiamo presto di nuovo a Montecitorio». Solidarietà anche dall' opposizione: «Senza esitazioni nel condannare la violenza», twitta il vice presidente della Camera, Ettore Rosato, Pd.
«Basta con questo clima d' odio», ha affermato Mariastella Gelmini di Forza Italia.

Fonte: qui

“I GILET GIALLI? È LA RISPOSTA DELLA GENTE COMUNE CHE NON VUOLE MORIRE SOFFOCATA”


IL FILOSOFO MICHEL ONFRAY: “IL CRIMINE È STATO PERPETRATO DA UNO STATO SOTTOMESSO AI DOGMI DI MAASTRICHT CHE MASSACRA I PIÙ DEBOLI A FAVORE DI UN SOTTOPROLETARIATO INTERNAZIONALE SENZA DIFESE E SENZA DOCUMENTI, UN GRANDE AFFARE ECONOMICO PER IL CAPITALE”

Mauro Zanon per “Libero quotidiano”

MICHEL ONFRAYMICHEL ONFRAY
Quando prende la parola per analizzare i cambiamenti tumultuosi della politica e della società francese, lascia sempre il segno Michel Onfray, filosofo libertario, pensatore controcorrente e autore di numerosi bestseller, tra cui Il crepuscolo di un idolo, pamphlet corrosivo contro Freud e i suoi devoti. Ma la sua scorrettezza, da un po' di tempo, dà fastidio a molte persone a Parigi. France Culture, tempio del goscismo culturale via radio, ha deciso, da settembre di quest' anno, di non trasmettere più i suoi corsi di filosofia all' Università popolare di Caen, da lui creata nel 2002.

Motivo? I suoi j' accuse contro l'attuale governo e il presidente Macron non erano più tollerati, fatto che ha spinto alcune persone a denunciare un clima di "totalitarismo soft" all'interno della radio pubblica esagonale. A colloquio con Libero, Onfray si esprime senza peli sulla lingua sulla crisi profonda di Macron e del macronismo, ma soprattutto sul movimento dei "gilet gialli", e la "grandeur", così la definisce, di questa ribellione popolare.
EMMANUEL MACRON IN PREGHIERAEMMANUEL MACRON IN PREGHIERA

Con i "gilet gialli" siamo di fronte a qualcosa di inedito da quando esiste la Quinta Repubblica? È un movimento sociale paragonabile ad altre jacquerie della storia di Francia?
«La Storia non si ripete e sarebbe sbagliato voler analizzare ciò che sta accadendo accontentandosi di guardare il 1789, il 1830, il 1848, la Comune del 1871, il Maggio '36 o il Maggio '68. È il miglior modo per non vedere ciò che abbiamo di fronte a noi. Questo movimento ha una sua specificità: è la risposta della gente comune che non vuole morire soffocata».

Al di là dell'aumento, poi annullato, delle accise sui carburanti, quali sono le ragioni profonde di questa collera, emersa all' improvviso e in maniera impetuosa?
«Il crimine è stato perpetrato da uno Stato sottomesso ai dogmi di Maastricht che massacra i più deboli - quel famoso popolo che ho definito old school, quello della sinistra francese quando era ancora di sinistra - a favore di un sottoproletariato internazionale modellato e piegato a proprio piacimento perché senza difese e senza documenti, un grande affare economico per il capitale che dispone di una manodopera di schiavi a buon mercato. L'ultraproletarizzazione del vecchio proletariato è arrivata a uno stato di non ritorno: quel popolo ha detto basta».
gilet gialliGILET GIALLI

Il successo dei gilet gialli rappresenta la sconfitta dei "corpi intermedi"?
«Senza alcun dubbio. De Gaulle, con la creazione della Quinta Repubblica, aveva pensato le istituzioni in modo che il presidente fosse a servizio del popolo e il popolo a servizio del presidente, secondo uno schema che implicava le elezioni legislative (che erano delle consultazioni intermedie e permettevano al presidente di sapere quale era la natura della sua relazione con il popolo) e il referendum (che era l' occasione di plebiscitare o meno il capo dello Stato).

gilet gialliGILET GIALLI
Perdere una o l' altra consultazione costringeva il presidente a dimettersi e a rimettere in discussione il suo mandato. Ma numerose modifiche apportate alla Costituzione hanno ottenuto l'effetto di snaturarla: il quinquennio, per esempio; la coabitazione, un'eresia repubblicana nell'ottica di de Gaulle; la possibilità di perdere un referendum e restare presidente, o addirittura negare questa consultazione gettandola nella spazzatura e sollecitando il Congresso affinché voti contro il popolo! È ciò che è successo nel 2005 con il trattato europeo rifiutato attraverso un referendum, ma imposto dal Congresso due anni dopo».

gilet gialliGILET GIALLI
Lei pensa che i gilet gialli debbano presentarsi alle elezioni concretizzando politicamente la loro rabbia? Christophe Chalençon, uno dei leader del movimento, è deciso a presentare una lista "gilet gialli" per le elezioni europee
«Sarebbe una buona idea. Ma bisognerebbe lavorare a un programma che sia anche francese e non solo europeo. Da difensore del socialismo libertario di Proudhon, sarei contento se fosse finalmente arrivato il momento del mutualismo, della cooperazione, dell'autogestione e del girondinismo. Ma è un pio desiderio La cristallizzazione della diversità ribelle in un programma è l'operazione politica più improbabile quando si crede nelle idee libertarie. Sono sempre i giacobini autoritari ad averla vinta in questo genere di configurazione».

Come giudica il mandato di Macron fino ad oggi?
«Disastroso».

L'ultimo sondaggio lo accredita al 18% di popolarità. Paga il prezzo della sua arroganza tecnocratica verso la gente della Francia profonda, quello delle riforme che hanno favorito le classi più abbienti o entrambi allo stesso tempo?
gilet gialli parigiGILET GIALLI PARIGI
«Ha mentito affermando che avrebbe fatto politica diversamente, dato che l'ha fatta allo stesso modo dei suoi predecessori ma in peggio! Ha annunciato l'arrivo di Jupiter (soprannome di Macron, ndr) folgorante, quando invece è un bambino-re seduttore e sicuro del suo fascino, ma suscettibile quando la sua operazione di seduzione non funziona. È il prodotto più puro di quella generazione di bambini-re intolleranti alla frustrazione, che si arrabbiano quando gli viene detto no.

Certo, la sfiducia del popolo è causata da una politica sottomessa ai dogmi di Maastricht che lo fa essere forte con i deboli e debole con i forti, ma anche dalla degradazione della sua immagine, da alcune situazioni discutibili in cui si è messo, se si pensa alla dignità della funzione - penso al dito medio su cui non ha avuto niente da ridire, un selfie alle Antille che ha fatto il giro del mondo»
gilet gialli parigiGILET GIALLI PARIGI

In che modo potrebbe riparare il legame con la gente comune?
«Uscendo dal dispositivo liberale di Maastricht che genera la pauperizzazione. Detto in altri termini: dei ricchi sempre più ricchi e sempre meno numerosi, e allo stesso tempo dei poveri sempre più poveri e sempre più numerosi. Maastricht è una macchina che causa la miseria delle classi più povere dei popoli».

Il terrorismo islamico ha colpito ancora una volta la Francia martedì sera. Ma si sentono sempre le stesse reazioni, gli stessi ritornelli, le stesse precauzioni, "l'islam non ha nulla a che vedere con il terrorismo", etc. Perché non è ancora cambiato nulla dall' attentato contro Charlie Hebdo del gennaio 2015?
gilet gialli bruxellesGILET GIALLI BRUXELLES
«Perché è nel programma liberale di Maastricht la produzione di miseria, e alcuni pensano di liberarsene con il jihad che, secondo quanto credono, gli offrirà la felicità eterna attraverso l'uccisione dei miscredenti. La religione resta l'oppio del popolo oppresso. L'islam radicale che uccide nelle strade è una droga dura per i cervelli più deboli».

Nel 2016, il suo libro Pensare l'islam è stato pubblicato prima in Italia per i tipi di Ponte alle Grazie, e soltanto un mese dopo in Francia. Ancora oggi, come lei stesso denunciava due anni fa, «nessun dibattito sereno sull' islam» è possibile in Francia?

«Oggi più che mai. La Francia è in uno stato psicologico di guerra civile. Ogni tema è soggetto a un'isterizzazione. Il dibattito non è più possibile. Siamo in una fase in cui la polvere da sparo è abbondantemente diffusa. Anche un piccolo fiammifero basterebbe a incendiare il Paese. E non sono sicuro che Macron l' abbia ancora capito»

Fonte: qui

MASSIMO FINI RILANCIA UN SUO ARTICOLO DEL 1979 CONTRO I “SALOTTI ROMANI” PER DIMOSTRARE CHE NULLA E’ CAMBIATO


“BASTA ENTRARE IN UNO DI QUESTI SALOTTI PER RENDERSI CONTO CHE IN ITALIA NON SI FARÀ MAI LA RIVOLUZIONE 

È L'ETERNO "GENERONE" ROMANO, QUELLO CHE SI ABBOFFAVA INTORNO A CIANO, CHE ETERNAMENTE SI RIPRODUCE E CHE ADESSO SI ABBOFFA INTORNO ALLA DEMOCRAZIA…”

Massimo Fini per il “Fatto quotidiano”

Basta entrare in un "salotto" romano per rendersi conto che in Italia non si farà mai la Rivoluzione. Né le riforme. Né nulla di serio. Basta entrare in una di quelle stupende case -belle come solo a Roma possono essere - e vedervi prestigiosi uomini politici variamente intrecciati con palazzinari, mafiosi d'alto bordo, giornalisti dall' aria di manutengoli, cocottes, scrittorucoli del Corriere della Sera, fotografi alla moda, pubblicitari e parassiti di tutte le risme, per capire com'è conciata l'Italia.

EDDA MUSSOLINI GALEAZZO CIANOEDDA MUSSOLINI GALEAZZO CIANO
Quando vedi il parlamentare che, appena lanciate durissime accuse contro la mafia, ammicca complice al palazzinaro notoriamente legato ad ambienti mafiosi, ti rendi conto che le polemiche, gli attacchi, i furibondi scontri, gli scazzi ideologici di cui i giornali quotidianamente ci informano, non sono che lo spettacolo della democrazia, la commedia della democrazia, ma che la realtà è qui: nel salotto.

Ci sono qui, nel salotto, una complicità, uno sbraco, una mancanza di tensione morale e ideale, così veri, così evidenti, così sinceri che non è proprio possibile farsi illusioni. Qui, nel salotto, parole come classe operaia, lotte, giustizia, uguaglianza, libertà perdono ogni senso e quando vengono dette -perché, pur spudoratamente, vengono dette- acquistano un significato grottesco e di scherno.
MASSIMO FINIMASSIMO FINI

È l'eterno "generone" romano, quello che si abboffava intorno a Ciano, che eternamente si riproduce e che adesso si abboffa intorno alla democrazia. Ai simulacri della democrazia. Nulla è cambiato. Se non il segno con cui questa gente giustifica i propri privilegi e la propria pochezza. Forse la storia d' Italia sarebbe stata diversa se la capitale fosse rimasta a Firenze. Forse, a Firenze, avremmo avuto una leadership più seria.
Ma, purtroppo, la capitale è Roma. E Roma corrompe.
padoanPADOAN




Corrompe anche chi non lo vuole. È irresistibile Roma, in questo. E, quel che è peggio, da qualche anno Roma sta fagocitando tutto: la vita intellettuale, la finanza, le banche, il management industriale, perfino i giornali e le case editrici. Questo cancro enorme sta terzomondizzando l'Italia. E le sue metastasi, che si chiamano clientelismo, burocratismo, parassitismo, mentalità mafiosa, corruzione, si diramano ormai ovunque e raggiungono Milano e Torino e Genova.

gentiloni all assemblea nazionale pdGENTILONI ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE PD
Tutti hanno un'aria beata: l'importante è partecipare. Il lettore penserà che questo articolo io l'abbia scritto oggi. Invece fu pubblicato l' 11 ottobre 1979 su Il Lavoro di Genova col titolo "Un salotto sinistro". In quarant' anni nulla è cambiato. Se non in peggio. Come ci dicono anche le cronache recentissime che, come è stato riportato dal Fatto del 12/12/2018, coinvolgono l' ex ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, il Direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza Alessandro Pansa e l' ex premier Paolo Gentiloni.

Fonte: qui

Nuovo vertice per completare la calata di braghe: si cercano ancora 3 miliardi

Manovra, trovato l'accordo: "Ecotassa per le auto di lusso"

Lungo vertice per trovare abbassare il deficit al 2,04. 
Ci sono il taglio delle pensioni d'oro e il bonus per i veicoli elettrici
"Le coperture per arrivare al deficit al 2,04% del pil ci sono", assicura il governo. Come? Con l'ecotassa sulle auto - "ma solo quelle extra lusso" - i tagli alle "pensioni d'oro" e la riduzione delle tariffe Inail.
Sarebbe questo l'accordo raggiunto questa sera dal governo per evitare le sanzioni dell'Europa
Il premier Giuseppe Conte ha passato ore oggi riunito a Palazzo Chigi con i tecnici del Ministero dell'Economia e Finanza per capire dove tagliare per non sforare ancora. Sotto i riflettori sarebbero finiti soprattutto quota 100 - la riforma delle pensioni voluta dalla Lega - e il reddito di cittadinanza promesso dal Movimento 5 Stelle. La platea per il sussidio "resta formata da 5 milioni di persone", ribadiscono fonti grilline sottolineando però che la misura dovrebbe partire da aprile. Il che - nonostante fonti smentiscano tagli - porterà il budget stimato dai 9 miliardi previsti dal testo votato alla Camera a 6,1 miliardi più un miliardo per la riforma dei centri per l'impiego. Anche per "l'aggiustamento tecnico-statistico" che prevede che solo il 90% degli aventi diritto richiederà il reddito di cittadinanza.
Comunque dopo quattro ore di vertice Matteo Salvini Luigi Di Maio hanno trovato un compromesso. Anche sulla cosiddetta ecotassa sulle auto con motore termico: dovrebbe scattare infatti soltanto per quelle considerate "extra lusso". Resta anche l'ecobonus per l'acquisto di veicoli elettrici.
Così come sembra confermato il taglio alle pensioni "d'oro", vero obiettivo del vicepremier grillino, che finanzierà l'opzione donna. Raggiunto un accordo anche sulla riduzione delle tariffe Inail per 600 milioni di euro, sul bonus cultura (che sarà limitato a eBook e libri, escludento concerti e cinema) e sul pagamento dei debiti da parte della Pubblica amministrazione verso le aziende creditrici.
"Abbiamo trovato un accordo su tutto, uno si diverte un mondo a leggere i giornali", ha detto il Salvini al termine dell'incontro, "Abbiamo trovato l'accordo su una ulteriore riduzione fiscale, restando nei limiti probabilmente graditi dalla Ue. Non abbiamo parlato di numeri, di questo ragiona Conte con Juncker. Noi abbiamo parlato di fatti". Poco prima il vicepremier aveva pubblicato sulle sue pagine social la foto di una pizza: "Ancora in ufficio...", ha scritto, "Con buon senso e coerenza accordo raggiunto su manovra economica, taglio delle tasse, lavoro, pensioni, sicurezza e investimenti per il bene degli italiani, alla faccia di piddini e rosiconi. Notte serena amici".

Fonte: qui
Manovra, la conferenza stampa dopo il vertice a Palazzo Chigi (RaiPlay)