9 dicembre forconi: 11/23/19

sabato 23 novembre 2019

IL "9 DICEMBRE" SARÀ RESO PUBBLICO, “A MENO DI IMPREVISTI”, IL RAPPORTO DELL’ISPETTORE GENERALE HOROWITZ SUGLI ABUSI DELL’FBI NELLA SORVEGLIANZA DELLA CAMPAGNA TRUMP, E C’È GIÀ UN FUNZIONARIO DELL’FBI INDAGATO: È KEVIN CLINESMITH, CHE CONDUSSE IL SECONDO INTERROGATORIO SU GEORGE PAPADOPOULOS CHIEDENDOGLI CONTO DEGLI INCONTRI CON MIFSUD…


IL PROCURATORE JOHN DURHAM TORNERÀ PRESTO IN ITALIA

Federico Punzi per www.atlanticoquotidiano.it

michael horowitzMICHAEL HOROWITZ
Il 9 dicembre dovrebbe essere reso pubblico, “a meno di imprevisti”, il rapporto dell’ispettore generale del Dipartimento di Giustizia, Michael Horowitz, sugli abusi dell’FBI nella sorveglianza della Campagna Trump. E due giorni dopo, per l’11 dicembre, è già stata fissata la sua audizione davanti alla Commissione Giustizia del Senato, come ha annunciato in settimana il presidente, senatore Lindsey Graham.

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Nel frattempo, si vedono già i primi effetti della conclusione dell’indagine dell’IG Horowitz. Un ex funzionario dell’FBI risulta già indagato per aver manipolato un documento chiave usato dall’agenzia per ottenere dalla FISC (Foreign Intelligence Surveillance Court, la Corte competente sulle richieste di sorveglianza in indagini di controintelligence) l’autorizzazione a mettere sotto sorveglianza Carter Page, uno dei consiglieri della Campagna Trump. In pratica, il Dipartimento di Giustizia di Obama avrebbe chiesto e ottenuto di “spiare” prima il candidato e poi il presidente eletto Donald Trump sulla base di una documentazione in parte alterata.
GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMPGIUSEPPE CONTE DONALD TRUMPCONTE TRUMPCONTE TRUMP











Secondo la Cnn, il funzionario avrebbe già ammesso di aver apportato “drastiche modifiche” al documento e Horowitz ha consegnato le prove raccolte al procuratore John Durham. Le “alterazioni”, scrive la Cnn, “furono abbastanza significative da cambiare il significato del documento e sono emerse durante una parte della revisione dell’IG Horowitz i cui dettagli sono stati classificati”.
kevin clinesmith2KEVIN CLINESMITH

Il New York Times ha rivelato nella serata di ieri che si tratta di un legale dell’FBI, Kevin Clinesmith, dimessosi dall’agenzia due mesi fa, dopo essere stato interrogato dall’IG Horowitz. Tra l’altro, Horowitz ha identificato Clinesmith, rimosso dall’indagine del procuratore Mueller sul Russiagate nel febbraio del 2018, come uno dei funzionari FBI che avevano espresso pesanti giudizi negativi su Trump in una serie di sms (suo il famoso “Viva la Resistenza!”). Clinesmith è accusato di aver alterato in particolare il contenuto di un’email che i funzionari dell’agenzia utilizzarono per preparare le richieste di proroga del mandato FISA a sorvegliare Carter Page. Sarebbe la prima conferma ufficiale che l’FBI ha commesso abusi nella sua indagine sulla presunta collusione fra la Campagna Trump e la Russia. E potrebbe essere solo la prima tessera del domino a cadere…

carter page 2CARTER PAGE 
Ma Kevin Clinesmith ci riporta in Italia: è colui, infatti, che condusse larga parte dell’interrogatorio (il secondo) a George Papadopoulos il 16 febbraio 2016, come racconta nel suo libro lo stesso ex consigliere della Campagna Trump. È sulla base dei suoi incontri e delle sue chiacchierate con il professore della Link Campus Joseph Mifsud, conosciuto a Roma, che l’FBI decise a fine luglio 2016 di aprire l’indagine di controintelligence su Trump.

michael horowitz 3MICHAEL HOROWITZ 
In particolare, Clinesmith gli chiese con insistenza se avesse riferito a qualcuno della Campagna Trump ciò che gli aveva confidato Mifsud, cioè che i russi erano in possesso di materiale “dirt” su Hillary Clinton, migliaia delle sue email. Oltre ai modi aggressivi, ostili, di “uno che non fa prigionieri”, mostrata da Clinesmith, Papadopoulos ricorda di aver pensato che la cosa strana di quel secondo interrogatorio era che “a nessuno sembrava importare di Mifsud”, pur sempre la fonte di quella informazione, né di sapere come si fossero incontrati e chi li avesse messi in contatto. Clinesmith gli chiese anche se ricordava di aver bevuto un drink con un diplomatico occidentale in un bar di Londra. Si trattava dell’australiano Alexander Downer, colui che avrebbe poi informato l’FBI attraverso canali diplomatici di aver saputo da Papadopoulos della soffiata di Mifsud sulle email della Clinton in mano ai russi.
JOSEPH MIFSUDJOSEPH MIFSUD

Lì per lì Papadopoulos non se ne ricordò e non rispose. Un paio di giorni dopo, lo chiama il suo avvocato: “Ho Clinesmith in linea da Washington e ha una domanda da farti”. “Ricordi un incontro con Alexander Downer?”. “Sì, l’ho incontrato una volta”. Click, Clinesmith riattacca.
donald trumpDONALD TRUMP

Sul rapporto Horowitz, a due settimane circa dalla pubblicazione, è già partito lo spin dei media liberal che sono stati megafono del Russiagate: secondo il New York Times, nel rapporto si criticherebbe aspramente l’operato dei funzionari dell’FBI coinvolti nelle prime fasi dell’inchiesta sui presunti legami Trump-Russia, ma gli alti vertici del Bureau, come l’ex direttore Comey e l’ex capo della controintelligence Peter Strzok, verrebbero sostanzialmente scagionati dall’accusa di aver commesso abusi. Non ci metteremmo la mano sul fuoco. E, in ogni caso, è il procuratore Durham ad avere il potere di incriminare.

michael horowitz 2MICHAEL HOROWITZ simona mangiante george papadopoulosSIMONA MANGIANTE GEORGE PAPADOPOULOS
Secondo quanto riporta il NYT, il rapporto Horowitz indicherebbe anche che Mifsud “non è un informatore dell’FBI”. Affermazione bizzarra, vediamo perché. L’ex direttore dell’FBI Comey ha definito Mifsud un “agente russo” e il procuratore speciale Mueller lo ha lasciato intendere senza né affermarlo esplicitamente né provarlo, ma come abbiamo più volte osservato, nessuna agenzia di sicurezza e intelligence Usa né occidentale ha mai agito nei confronti di Mifsud come se potesse rappresentare una minaccia russa.
donald trump hillary clinton 3DONALD TRUMP HILLARY CLINTON

GEORGE PAPADOPOULOS 1GEORGE PAPADOPOULOS 















Ora, dopo aver costruito l’intera narrazione della collusione sulla base della tesi secondo cui Mifsud era un agente russo che tentava di colludere con la Campagna Trump attraverso Papadopoulos, i media liberal cantano vittoria perché non è dell’FBI? Nessuno di autorevole, tra l’altro, lo ha sostenuto. D’altra parte, non avrebbe avuto senso mandare il professor Halper a incontrare e registrare Papadopoulos per verificare cosa avesse saputo dal professore maltese, se entrambi fossero stati informatori dell’FBI. Semmai, si parla di Mifsud come asset di servizi di intelligence occidentali, britannici e/o italiani. Papadopoulos ritiene sia Halper che Mifsud risorse CIA e Downer MI6. Tutti e tre lo hanno incontrato a Roma e Londra e a suo avviso era l’ex direttore della CIA Brennan a condurre il gioco.
kevin clinesmithKEVIN CLINESMITH

Ma che ruolo ha avuto il documento “alterato” da Clinesmith nell’indagine? Il mandato FISA nei confronti di Page sarebbe stato ottenuto anche senza?

WILLIAM BARR JOHN DURHAMWILLIAM BARR JOHN DURHAM
Come riportammo su Atlantico, nel febbraio del 2018 l’allora presidente della Commissione Intelligence della Camera, Devin Nunes, pubblicò un promemoria sulle richieste di mandato FISA nei confronti di Carter Page (la prima il 16 ottobre 2016 e l’ultimo dei tre rinnovi nel giugno 2017), rivelando che il falso dossier Steele – commissionato dalla Fusion GPS, a sua volta incaricata e finanziata dalla Campagna Clinton – aveva giocato un ruolo essenziale nel motivare la richiesta di sorveglianza, tanto che l’allora vice direttore dell’FBI McCabe testimoniò al Congresso che senza di esso probabilmente l’agenzia non avrebbe richiesto i mandati.
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JOSEPH MIFSUDJOSEPH MIFSUD
Lo stesso ex agente britannico Steele risulta sia stato pagato dall’FBI come informatore fino al novembre del 2016, quando il rapporto è stato almeno ufficialmente chiuso per i suoi contatti con i media.

MICHAEL FLYNNMICHAEL FLYNN
Quello di Clinesmith, tra l’altro, non sarebbe l’unico documento ad essere stato manipolato. La difesa del generale Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale tra i primi ad essere travolto, dopo pochi giorni, dal Russiagate, ha denunciato il mese scorso che gli agenti dell’FBI hanno manipolato il report ufficiale dell’intervista del gennaio 2017 sulla base della quale fu accusato di false dichiarazioni agli investigatori. Gli sms da poco divulgati tra gli agenti Strzok e Page mostrerebbero come quest’ultima – non presente durante l’intervista – abbia apportato “modifiche” al cosiddetto modello “302” in cui vengono annotate le dichiarazioni dei testimoni o degli informatori.

Mifsud con Olga RohMIFSUD CON OLGA ROHMICHAEL T FLYNNMICHAEL T FLYNN
Intanto, il procuratore Durham che indaga sulle origini del Russiagate e sul presunto coinvolgimento di alcuni Paesi alleati, tra cui l’Italia, sta tirando le fila della sua indagine, che come vi abbiamo raccontato nelle scorse settimane è stata estesa ed è diventata a tutti gli effetti “penale”, sulla base tra l’altro di “nuove prove raccolte” proprio in Italia. E il procuratore avrebbe in programma una nuova visita a Roma per la prima metà di dicembre, come Atlantico ha già anticipato sabato e lunedì scorsi.

kevin clinesmith 4KEVIN CLINESMITH DONALD TRUMP MICHAEL FLYNNDONALD TRUMP MICHAEL FLYNN
Durham sta inoltre interrogando il personale collegato all’Office of Net Assessment del Pentagono, che ha assegnato più contratti all’informatore dell’FBI Stephan Halper. Halper è una figura centrale nel Russiagate, perché per raccogliere informazioni è entrato in contatto con almeno tre membri della Campagna Trump: George Papadopoulos, Carter Page e Sam Clovis. E potrebbe aver segretamente registrato le conversazioni con i primi due. Se queste registrazioni esistono, potrebbero contenere elementi che avrebbero potuto scagionare sia Page che Papadopoulos ma che sarebbero stati nascosti alla Corte FISA.

Fonte: qui

MES UNA PISTOLA ALLA TEMPIA

Come scritto ieri ormai è palese che la guerra commerciale è diventato un campo di battaglia dove la stampa mainstream si diverte a diffondere “fake news” al solo scopo di inventare qualche notizia dando indirettamente lavoro agli psychopath algorithm, qui sotto avete una sintesi delle ultime due giornate via Zero Hedge, senza dimenticare che 15 senatori bipartisan hanno chiesto a Trump di negare le autorizzazioni a Huawei…
Thanks to ZeroHedge
Prima di iniziare a parlare di questo misterioso MES, fratello del bail-in, cugino del pareggio in bilancio, si quella fesseria che in piena crisi economica è in grado di destabilizzare un intero Paese, incominciamo con il dire che no di Icebergfinanza siamo stati tra i primi in assoluto in tempi non sospetti a raccontarvi come i soldini del primo MES, il MES originario, siano finiti ad ingrassare e salvare le banche tedesche, mentre gli ingenui credevano che fossero diretti a salvare il popolo greco.
Noi siamo stati i primi ed unici, è tutto documentato che ancora nell’agosto del 2011, quando in Italia si pettinavano le bambole o si faceva la ceretta allo Yeti, gli unici a raccontarvi come il soldi del MES o ESM come preferite, di cui noi eravamo uno dei principali contributori, sarebbero finiti a salvare le banche tedesche, principali responsabili della terribile crisi europea iniziata nel 2010…
Ma ascoltate ora perchè viene il bello di tutto ciò che sta accadendo…
(…) un punto di vista sulla crisi del debito europeo e la crisi greca, è che si tratti di un tentativo elaborato dal governo tedesco per conto delle sue banche per ottenere indietro i loro soldi senza richiamare l’attenzione su ciò che stanno facendo.
Il governo tedesco dà i soldi al fondo di salvataggio dell’Unione europea in modo che possa dare i soldi al governo irlandese in modo che il governo irlandese può dare indietro denaro alle banche irlandesi così le banche irlandesi possono rimborsare i loro prestiti alle banche tedesche.
Ovviamente il bello si è verificato con le banche greche, ma anche quelle spagnole e portoghesi non scherzavano, le nostre invece stranamente sono rimaste indenni, ai margini di questa orgia finanziaria.
Peccato che i soldini versati dal governo tedesco erano insufficienti per salvare le loro banchette, figurarsi neanche ora sono in grado di tenerle in piedi, hanno le due principalli banche sull’orlo del fallimento e mezzo sistema finanziario pubblico sull’orlo del collasso.
E’ di ieri la notizia che Moody’s ha tagliato le prospettive di  tutte le banchette tedesche da stabili a negative, ce ne hanno messo di tempo, ma si sa le agenzie del senno di poi arrivano sempre sul luogo del delitto quando ormai il cadavere è stato portato via…
Immagine
Immagino che vi ricordate di come noi italiani abbiamo salvato le banche francesi e tedesche…
Risultati immagini per Fondo salvastati 2012 sole 24 ore
Ma veniamo alla vicenda MES, il famigerato fondo salvastati, è necessario scrivere un post, visto che in questi giorni, sulla stampa mainstream dotti, medici e sapienti pilotati ad arte fanno a gara per raccontare le loro verità e lodare il magnifico intento dell’Europa unita.
Basterebbe dire che l’idea è partira dalla premiata ditta Francia e Germania, per stare in campana, la doppia M, Merkel e Macron, ovvero i paesi nei quali il sistema finanziario è in condizioni davvero pietose, altro che Italia.
Risultati immagini per ESM cartoons
Gli amici di Machiavelli conoscono a memoria il nostro strepitoso modellino, quello che ha previsto ben nove delle prime dieci banche fallite, nazionalizzato o incorporate durante la crisi subprime, ma ora sappiamo che nessuno può più fallire, come vedremo nell’outlook 2020 “La profezia”, ma almeno grazie a questo strepitoso modellino sappiamo quali sono le banche dalle quali stare alla larga.
Prima di iniziare, facciamo chiarezza su questo fondo salvastati europeo, MES meccanismo di esproprio sistematico, usando le parole di un certo Galli, uno che ha lavorato tutta la sua vita in mezzo alle istituzioni finanziarie mainstream, uno capace di dire tutto la sera prima e il contrario di tutto la sera dopo…
 Il 15 giugno scorso, il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Ue Donald Tusk in cui lo ragguaglia sui risultati ottenuti, frutto delle modifiche concordate nell’Eurogruppo di due giorni prima. Qui emergono le questioni che potrebbero rivelarsi per l’Italia una “pistola” alla tempia, per usare una metafora usata da Giampaolo Galli, economista dell’Osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli. Anzi è forse utile rileggere alcuni stralci dell’audizione di Galli alla V e XIV Commissione della Camera del 6 novembre scorso, per capire come la riforma su cui si sta lavorando vincoli l’intervento del Mes a una ristrutturazione ex-ante del debito di un Paese che ne chiede l’aiuto, con potenziali effetti devastanti per il tessuto sociale, economico e finanziario di quel Paese legati già solo all’effetto annuncio.
“La riforma in itinere sposta decisamente l’asse del potere economico nell’Eurozona dalla Commissione al Mes”. Poi passa alla “pistola”: “Il punto fondamentale è che nella riforma emerge l’idea che un Paese che chiede aiuto al Mes debba ristrutturare preventivamente il proprio debito, se questo non è giudicato sostenibile dallo stesso Mes. Si noti che la novità non sta tanto nella possibilità che un debito sovrano venga ristrutturato ma nell’idea che che la ristrutturazione diventi una precondizione pressoché automatica per ottenere i finanziamenti”. Idea che è figlia delle perorazioni portate avanti dall’establishment tedesco e dell’Europa del Nord, in primis il Governatore della Bundesbank Jens Weidmann.
E qui basterebbe per chiudere la questione e suggerire ai tedeschi di arrangiarsi a salvare le loro banche, noi non abbiamo bisogno del MES!
Al Mes – organo formato da 160 tecnocrati, collocato al di fuori dell’ordinamento Ue e quindi basato su rapporti di forza intergovernativi…
160 tecnocrati in stile TROIKA collocati all’infuori dell’ordinamento e me li immagino già!
Continua Galli…
 “Al Mes si attribuiscono tutti i poteri che ha oggi la Commissione sulla prevenzione e la gestione delle crisi”, lasciando all’organo tecnico il coltello dalla parte del manico. E poi: “Il Punto 10 del preambolo” introduce “la novità che Commissione e Bce non possano agire senza una decisione del Mes”.
Poi c’è l’introduzione delle Cac single limb –  delle clausole d’azione collettiva che dovrebbero facilitare le ristrutturazioni del debito, a potenziale danno di Paesi esposti come l’Italia – e sul rafforzamento dei prestiti precauzionali, concessi a condizioni più stringenti, specificando che  vengono erogati a paesi il cui debito è sostenibile…
Se il debito è sostenibile lo decidono loro i 160 tecnocrati nominati da non si sa chi!
In sintesi, nota l’economista, la precondizionalità della ristrutturazione del debito è la vera “pistola” alla tempia dell’Italia: “Una ristrutturazione preventiva sarebbe un colpo di pistola a sangue freddo alla tempia dei risparmiatori, una sorta di bail-in applicato a milioni di persone che hanno dato fiducia allo Stato comprando titoli del debito pubblico. Sarebbe un evento di gran lunga peggiore di ciò l’Italia ha vissuto negli ultimi anni a causa dei fallimenti di alcune banche”.
Ma non è finita qui, perchè dopo aver dormito sul “bail-in” che tanti danni ha provocato al nostro Paese, guardate chi arriva…
Le critiche al progetto di riforma del Mes sono arrivate anche dal governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco, che ha avvertito sulla necessità di gestirlo “con attenzione” perché comporta potenzialmente “rischi enormi”. Parlando al seminario congiunto OMFIF-Banca d’Italia il 15 novembre scorso, Visco ha avvertito che “i piccoli e incerti benefici di una ristrutturazione del debito devono essere ponderati rispetto all’enorme rischio che il mero annuncio di una sua introduzione possa innescare una spirale perversa di aspettative di default”.
Ops, le considerazioni di Bankitalia avvengono sempre e solo in qualche seminario, mai che si vada nelle sedi comunitarie a suggerire queste criticità o almeno sembra.
Il riferimento all’effetto annuncio non è casuale, e riporta alla mente la fase acuta della crisi greca, quando passeggiando con i cappotti sbottonati lungo la costa della Normandia sulla spiaggia di Deauville, il 18 ottobre 2010 il presidente francese Sarkozy e la cancelliera Merkel usarono la formula “private sector involvement” per avvisare i mercati che un Paese dell’area euro poteva fallire e, in tal caso, ci avrebbero rimesso anche loro: fu allora che la crisi dei debiti sovrani precipitò verso il baratro.
Sempre loro, Germania e Francia!
Probabilmente dopo l’audizione qualcuno ha suggerito a Galli di fare attenzione quando usa le metafore, infatti qualche giorno dopo il nostro scienziato ha fatto un triplo salto mortale in avvitamento indietro…
ROMA. “Diciamo che la responsabilità è in gran parte di Salvini e della Lega, a giugno quando si fece l’accordo sull’Esm, cioè lo European stability mechanism che chiamiamo fondo salva stati, erano al governo i gialloverdi e la polemica con l’Europa era assai alta. Di conseguenza Tria trattò con un braccio legato dietro la schiena e non potemmo far valere le nostre ragioni”.
Ma tu pensa, Germania e Francia cercano di nuovo di fregarti come hanno fatto per anni, uno dice che non vuole saperne di firmare un simile trattato, Lega e M5S dicono chiaro e tondo all’avvocato del diavolo che non deve firmare nulla, non si deve impegnare o fare accordi senza che il PARLAMENTO non ne sia a conoscenza e la colpa è di chi giustamente non si fida della Merkel e Macron, perchè la polemica ha costretto Tria a promettere qualcosa che non sappiamo con le braccia dietro la schiena, senza poter far valere le proprie ragioni.
Ma quali ragioni, che in otto anni di governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, abbiamo detto di si a tutto, inchinandoci rispettosamente dalla mattina alla sera, ma quali ragioni che il Partito Democratico di cui fa parte Galli, ha ossequiato quotidianamente Francia e Germania, senza fiatare!
Infatti l’attuale ministro dell’economia Gualtieri altri piddino tanto per cambiare subito a dire…
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche scoppiate sulla riforma del fondo Salva-Stati (Mes): “L’esistenza del Mes è un potente elemento di stabilizzazione dei mercati finanziari e una difesa contro possibili crisi e deve pertanto essere considerato come un nostro alleato, non come un nemico, anche perché l’Italia è tra i suoi principali azionisti e ha un forte peso nella sua governance. Anche se da questo punto di vista è sempre bene ripetere che l’Italia non ha avuto, non ha e non avrà bisogno dei prestiti Mes: il debito italiano è sostenibile, ha una dinamica sotto controllo anche grazie alla politica fiscale prudente e a sostegno della crescita che il paese porta avanti”, ha scritto in un comunicato il responsabile dell’Economia. (Milano Finanza)
L’Italia è tra i suoi principali azionisti, nostro alleato? Certo l’Italia in passato ha tirato fuori miliardi di euro tra soldi versati e garanzie che sono andati a sostenere le banche tedesche e francesi, le banche inglesi e non come qualche ingenuo crede i Paesi europei.
Ora un piccolo ripasso sulle cifre, visto che in circolazione ci sono molti scienziati che mettono in dubbio la realtà! Il nostro Paese ha firmato una cambiale in bianco per oltre 125 miliardi di euro
Secondo Bankitalia e non qualche sito telebano, l’Italia ha effettivamente “buttato via” 14 miliardi di euro in questo fondo.
Se poi qualche scienziato si vuole illudere sulla garanzia dei depositi, che la Germania, firmi un simile accordo, tanti auguri, il resto delle analisi e favole sull’unione bancaria le lascio a Voi.
Da dove vengono questi soldi, dall’aumento del debito pubblico, sul quale noi paghiamo interessi. Se aggiungiamo altri prestiti via EFSF o bilaterali tra Stati arriviamo a quasi 60 miliardi. C’è chi dice che si tratta di prestiti, qualche ingenuo crede ancora che torneranno a casa. Da quando è diventato operativo il MES ha erogato in giro per l’Europa oltre 254 miliardi di euro e ben altri dovrà erogarne nel corso della prossima crisi.


E statene certi la prossima crisi riguarderà principalmente Francia e Germania, peccato che come sempre al governo ci sarà il Partito Democratico con ciò che resta del povero Movimento Cinque Stelle!