9 dicembre forconi: 09/07/16

mercoledì 7 settembre 2016

ECCO LA MAIL, SULLA GIUNTA RAGGI, CHE SCRISSE PAOLA TAVERNA A DI MAIO LO SCORSO 5 AGOSTO





LA TAVERNA AVVISÒ IL VICEPRESIDENTE DELLA CAMERA SULL'INDAGINE IN CORSO NEI CONFRONTI DI PAOLA MURARO, 

INOLTRE CHIEDE ANCHE DI CONDIVIDERE L’INFORMAZIONE CON IL RESTO DEL DIRETTORIO NAZIONALE

Simone Canettieri per www.ilmessaggero.it

Ecco la mail che scrisse Paola Taverna a Luigi Di Maio lo scorso 5 agosto. Il documento - che il Messaggero è in grado di mostrarvi in esclusiva - è netto. L'esponente del mini direttorio romano avvisò il vicepresidente della Camera sull'indagine in corso nei confronti di Paola Muraro.

LA MAIL DI PAOLA TAVERNA A LUIGI DI MAIO LA MAIL DI PAOLA TAVERNA A LUIGI DI MAIO TAVERNA TAVERNA

È il punto due della mail, al primo c'è la questione della rimozione di Raffaele Marra. Taverna nell'avvisare Di Maio dell'indagine in corso sulla Muraro gli chiede anche di condividere questa informazione con il resto dei componenti del direttorio nazionale. 

Ma in queste ore Carla Ruocco, Carlo Sibilia e Roberto Fico hanno dichiarato di essere stati tenuti all'oscuro di tutto.

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Di Maio si scusa e chiarisce tutto: “Ho commesso un errore, ho sottovalutato la mail”



«Ho commesso un errore, ho sottovalutato» la mail. «Perché ho pensato che l’iscrizione nel registro degli indagati venisse da un esposto di uno del Pd. E non l’ho detto ai miei colleghi del Direttorio. Sono qui per dirvelo guardandovi negli occhi». Lo ha detto Luigi Di Maio nel corso della manifestazione M5S a Nettuno con Beppe Grillo.


MONTE DEI PACCHI DI SIENA:L’OMBRA DELLA TROIKA!



Non siamo mai sicuri in una certa misura siamo sempre ignari, direbbe il nostro caro Kenneth Arrows, la nostra conoscenza del modo in cui funzionano le cose, nella società o nella natura, è avvolta nella nebbia della vaghezza.

Tutti a dimenticare l’affare MPS o Deutsche Bank a comprare banche come fossero noccioline aspettandosi chissà quale risoluzione della crisi europea e invece all’improvviso, dopo aver gettato in un buco nero 15 miliardi in vari aumenti di capitale  nulla cambia tutto è per sempre uguale.

Lui Corrado Passera, uno che ha fallito al Governo amplificando e implementando austerità e deflazione salariale ovunque, uno che ha fallito pure nella costruzione di un nuovo partito, ora torna per amministrare un altro fallimento

“Il  futuro di Mps è molto importante per Italia: se uscirà dai suoi problemi si alleggerirà la pressione sull’intero sistema creditizio del paese, ma se i problemi emersi non verranno risolti in tempi brevi, l’effetto sul nostro Paese potrebbe essere purtroppo molto grave”.

Lo afferma all’ANSA Corrado Passera a margine del forum Ambrosetti di Cernobbio.

E infatti il rebus del piano di Mps, di cui Formiche.net spesso ha parlato negli ultimi tempi ha animato i discorsi davanti al lago di Como di politici, economisti e finanzieri. (…)

A sancire in maniera inequivocabile che a Cernobbio si è discusso di Mps è un sondaggio riferito dall’Ansa, che giunge alla conclusione che l’aumento di capitale, uno dei due pilastri su cui si fonda il piano di salvataggio, non trova il consenso della maggioranza dei manager, imprenditori e banchieri. Ecco i risultati del sondaggio, che dunque non fa che confermare le enormi difficoltà che l’istituto toscano deve fronteggiare in questa fase: il 65% dei 33 intervistati ha risposto no alla domanda: “Lei sottoscriverebbe l’aumento di capitale di Mps?”. Tra questi, solo il 20% parteciperebbe alla ricapitalizzazione della banca senese, mentre il 15% ha preferito non esprimersi. Tra i partecipanti al sondaggio figurano nomi illustri tra cui Gianmaria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo; Francesco Starace, ad dell’Enel; Gabriele Galateri di Genola, presidente di Generali; Federico Ghizzoni, ex ad di Unicredit; Corrado Passera, ex ad di Intesa ed ex ministro dello Sviluppo Economico; Flavio Valeri, ad di Deutsche Bank Italia. ( Formiche.net )

Certo che chiedere cosa ne pensa dell’aumento di capitale l’amministratore delegato di Deutsche Bank Italia è tutto un programma… “vaste programme” come direbbe qualcuno, rivoltandosi nella tomba!

Un incontro con i principali istituti bancari per valutare pro e contro della richiesta di intervento dell’Esm (European stability mechanism, il cosiddetto fondo salva Stati) per stabilizzare il sistema bancario italiano. Secondo tre diverse fonti a conoscenza del dossier, il premier Matteo Renzi va avanti con l’ipotesi di un ricorso ai soldi del fondo che è già intervenuto in Grecia, Irlanda, Portogallo, Cipro e banche spagnole.

Si tratta, secondo quanto ricostruito, del «piano B» – finora smentito dal governo – nel caso che il piano per Mps si areni definitivamente.

Un’ipotesi anticipata da «La Stampa» nei giorni scorsi, che le difficoltà che stanno emergendo nell’implementazione del piano per Mps avrebbe reso ancora più d’attualità. Proprio l’utilizzo del fondo salva Stati da parte dell’Italia sarebbe stato uno dei temi dei colloqui tra Renzi e Angela Merkel nei vertici di Ventotene e Maranello nelle settimane scorse, dice una delle fonti.

Ovviamente per non scatenare un inferno…

ROMA (Reuters) – Il governo smentisce “totalmente” l’intenzione di voler chiedere un intervento del fondo Salva Stati europeo Esm a supporto del sistema bancario italiano.

Il quotidiano la Stampa, citando tre diverse fonti a conoscenza del dossier, scrive oggi che l’utilizzo del fondo sarebbe stato uno dei temi dei colloqui tra il premier Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel nei vertici di Ventotene e Maranello.
Il ricorso all’Esm sarebbe oggi ancor più d’attualità per via dei problemi che stanno emergendo nell’implementazione del piano per Mps, scrive il quotidiano.

“Si tratta di notizie del tutto destituite di fondamento”, dice una fonte di Palazzo Chigi.

Ovvio, il solo ricorso al fondo ESM significherebbe l’ingresso della Troika nel nostro Paese,e tutto questo grazie a qualche politico ignorante che, mentre gli italiani erano sotto l’ombrellone , ha sottoscritto la demenziale clausola “bail in” cancellando qualsiasi possibilità di una nazionalizzazione di MPS, perché se non l’hanno ancora capito ma lo capiranno presto, eccome se lo capiranno, MPS va nazionalizzata, ora, subito, adesso!

Nel frattempo il bazooka ad acqua di Draghi ha prodotto questo miracolo a proposito di inflazione…

Euro Area Inflation Rate

…ovvero il nulla e per quanto riguarda la produzione industriale in Europa …

Euro Area Industrial Production MoM

Un giorno i banchieri centrali getteranno la spugna e ammetteranno che con la loro politica monetaria hanno aumentato inequità e disuguaglianze, senza produrre inflazione lo scopo principale della BCE, perché come i lettori di Icebergfinanza ben sanno, la natura intrinseca del quantitative easing e essenzialmente deflativa e crea debito, un’ipoteca perenne sulla crescita futura.


Fonte: icebergfinanza

ECONOMIA: e in Italia è tutto un grande BLUFF


L-attacco-della-speculazione-chi-vuole-spolpare-l-Italia_h_partb1Il debito pubblico resta al 132.7% e non calerà nel corso del 2016. Il tasso disoccupazione va in controtendenza ai numeri europei. Il quadro politico è preoccupante.

Si va verso la Euro frammentazione. Riusciremo mai a vedere una luce in fondo al tunnel (che non sia un treno in corsa)?

E adesso chi lo sente il Governo?

Gli ultimi dati ISTAT confermano quanto più volte spiegato su questo blog. L’economia italiana è al palo.

E di certo non si muoverà a breve.

Brutte notizie quindi per gli speranzosi governanti i quali dovranno rassegnarsi, e tracciare un trattino rosso su quell’ 1% di crescita prevista per il 2016. Facendo poi la somma delle parti, credo sia altrettanto utopico poter ipotizzare un miglioramento del dato sul debito pubblico, oggi a 132.7% e difficilmente diminuibile (come da targete del governo) a 132.4%.

E di certo il terremoto in centro Italia non aiuto come capitolo di spesa.

Grafico: debito pubblico Italia

debito-pubblico-italia

(…) «L’economia italiana ha interrotto la fase di crescita, condizionata dal lato della domanda dal contributo negativo della componente interna e dal lato dell’offerta dalla caduta produttiva nel settore industriale». (ISTAT)

Ovviamente tutto questo non ci suona nuovo.

Anche perchè era palpabile la fiducia in calo, sia di consumatori che di imprese. Se poi si produce di meno, si incassano meno imposte e quindi anche le manovre del governo ne risentono.

La cosa che secondo me testimonia in modo evidente lo stato di difficoltà del nostro paese, è un banale confronto su quello che è il mondo dell’occupazione.

Prendiamo ad esempio il tasso disoccupazione di:

a) Eurozona
b) Spagna
c) Portogallo
d) Germania
e) Italia
disoccupazione-eurozona
Non voglio parlarvi di numeri, quelli li conoscete e non interessano in questa sede.

Voglio invece parlarvi di TENDENZE. Ovvero, dato per scontato che ci sono tassi di disoccupazione differenti nei vari paesi dell’Eurozona, è però importante capire dove realmente le cose stanno migliorando oppure no.

Bene, direi che il grafico è eloquente.
Se in Eurozona e ancor di più nei paesi sopra citati sono evidenti dei miglioramenti negli ultimi anni, che possiamo dire in Italia se non che il mercato del lavoro, malgrado tutte le belle iniziative e le tante parole fatte, continua ad esseredecisamente PIATTO?

E di questo dobbiamo rallegrarci, come della crescita progressiva che parte dal 2012 e che non ha fatto che salire anno per anno?

Realismo, signori, il tempo dei sogni è finito.

Se la coerenza e la percezione della realtà continua ad essere distorta, cadremo sempre più in basso. E sempre più velocemente.

E non pensiamo che l’Europa ci possa venire incontro.

Anzi, quanto sta succedendo sul fronte dell’immigrazione (ma vi rendete conto che, anche solo per motivi demografici, sarà un fenomeno sempre più in crescita?

Lo capite o no che anche in quest’ambito si fanno tante parole ma poi chi riceve gli immigrati, poi se li deve tenere?) e non per ultimo in ambito elettorale in Germania (la sconfitta della Merkel suona come una sconfitta degli Europeisti e dei un’UE più coesa…), senza poi dimenticare ovviamente la Brexit, sta portando progressivamente ad una Euro-frammentazione?

Non si cresce, non si aumenta l’occupazione, non si taglia il debito, non ci sono investimenti, non si possono fare manovre fiscali ad impatto perchè vincolati da parametri che dovrebbero essere rivisti, non si può quindi pretendere di migliorare in un quadro in cui si è destinati ad essere inchiodati.



Fonte: qui