9 dicembre forconi: 10/10/19

giovedì 10 ottobre 2019

IN DIECI ANNI 250MILA GIOVANI HANNO LASCIATO L’ITALIA PER CERCARE LAVORO


UN QUINTO SE NE VA DA LOMBARDIA, POI LE REGIONI CON IL MAGGIOR NUMERO DI EXPAT SONO SICILIA, VENETO E LAZIO 

UN DISASTRO ECONOMICO, CI COSTA 16 MILIARDI, E DEMOGRAFICO: TRA FUGHE E POCHE NASCITE, ENTRO IL 2050 PERDEREMO TRA I 2 E 10 MILIONI DI ABITANTI E RIMARRANNO SOLO I VECCHI!

Andrea Carli per www.ilsole24ore.com

expat 2EXPAT 
Un paese che iscrive una pesante ipoteca sul suo futuro. L’Italia, sottolinea il nono Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Leone Moressa, presentato oggi, 8 ottobre a Palazzo Chigi, da circa un decennio è tornata a essere terra di emigrazione: in dieci anni ha perso quasi 500 mila italiani (saldo tra partenze e rientri di connazionali). Tra questi, quasi 250 mila giovani (15-34 anni). Considerando le caratteristiche lavorative dei giovani in Italia, la Fondazione stima che questa “fuga” ci sia costata 16 miliardi di euro (oltre 1 punto percentuale di Pil): è infatti questo il valore aggiunto che i giovani emigrati potrebbero realizzare se fossero occupati nel nostro paese.
giovani in fuga dall'italia 5GIOVANI IN FUGA DALL'ITALIA

È il paese più anziano d’Europa
Considerando anche la denatalità e l’allungamento della speranza di vita, il paese si ritrova a essere quello più anziano d’Europa, con ripercussioni sociali ed economiche di una certa entità. Secondo le stime Eurostat, da qui al 2050 l’Italia potrebbe perdere tra i 2 e i 10 milioni di abitanti, mentre gli anziani aumenterebbero di circa 6 milioni, arrivando a rappresentare oltre un terzo della popolazione (dall’attuale 22,4%, rappresenterebbero tra il 33,8% e il 37,9% nel 2050).

Lavoro motivo prevalente dell’emigrazione
Dall’analisi del tasso di occupazione (15-24 anni) emerge che il lavoro è il motivo prevalente dell’emigrazione. Se in Italia il tasso di occupazione dei giovani italiani si attesta al 16,9%, tra i giovani italiani all’estero sale al 50,8% (nel restante 50% sono inclusi anche gli studenti, sicuramente numerosi in quella fascia d’età).

I giovani partono da Lombardia, Sicilia e Veneto
GIOVANI ITALIANI CHE HANNO LASCIATO L'ITALIA - GRAFICO IL SOLE 24 OREGIOVANI ITALIANI CHE HANNO LASCIATO L'ITALIA - GRAFICO IL SOLE 24 OREgiovani in fuga dall'italia 3GIOVANI IN FUGA DALL'ITALIA 












Per quanto riguarda le regioni di provenienza, quasi un quinto dei giovani che hanno lasciato l’Italia negli ultimi dieci anni viene dalla Lombardia (18,3%). Seguono Sicilia, Veneto e Lazio, con oltre 20 mila emigrati ciascuno. Da notare che questo dato comprende solo i giovani emigrati all’estero e non le migrazioni “interne”, da Sud a Nord. In rapporto alla popolazione giovanile residente, negli ultimi dieci anni hanno lasciato l’Italia circa 20 giovani ogni 1.000 residenti della stessa fascia d’età. I picchi massimi in Trentino Alto Adige (38,2) e Friuli Venezia Giulia (28,7%), su cui probabilmente incide la posizione di confine. Sopra la media anche altre regioni del Nord come Lombardia, Veneto e Liguria. Come detto, per le regioni del Sud questo dato è probabilmente “mascherato” dal fatto che molti giovani si sono trasferiti in altre regioni d'Italia, generalmente al Nord.
GIOVANI ITALIANI CHE HANNO LASCIATO L'ITALIA - GRAFICO IL SOLE 24 OREGIOVANI ITALIANI CHE HANNO LASCIATO L'ITALIA - GRAFICO IL SOLE 24 ORE

Londra la meta più ambita
giovani in fuga dall'italia 4GIOVANI IN FUGA DALL'ITALIA
In attesa di capire se Brexit avrà un effetto dissuasivo sulle emigrazioni verso il Regno Unito, Londra è la meta più ambita dai nostri giovani (scelta dal 20,5% di chi è partito nel 2017 e dal 19,3% di chi è partito negli ultimi dieci anni). Al secondo posto la Germania, dove evidentemente i giovani trovano occasioni di formazione e lavoro. Molti anche coloro che scelgono di trasferirsi in Svizzera e Francia, agevolati evidentemente anche dalla vicinanza geografica. Tra le prime destinazioni compaiono però anche Paesi extra europei come Usa, Brasile o Australia, ma anche Canada e Emirati Arabi.
giovani in fuga dall'italiaGIOVANI IN FUGA DALL'ITALIA

Il declino demografico
italiani emigratiITALIANI EMIGRATI
Al nodo della fuga dei giovani fa il paio un altro problema: il declino sempre più accentuato a livello demografico. La popolazione italiana sta infatti diminuendo: si fanno pochi figli (in media 1,32 per donna) e il saldo tra nati e morti è negativo da oltre 25 anni. Risultato: calano i giovani e aumentano gli anziani. L’Istat prevede che nel 2038 gli over 65 saranno un terzo della popolazione (31,3%). Ciò determinerà squilibri economici e finanziari, dato che proporzionalmente diminuiscono i lavoratori e aumentano i pensionati.
giovani in fuga dall'italiaGIOVANI IN FUGA DALL'ITALIAgiovani in fuga dall'italia1GIOVANI IN FUGA DALL'ITALIA

Presenza stabile: 5,2 milioni di stranieri residenti
Nell’ottica di una stabilità del sistema, soprattutto sotto il profilo finanziario, va la presenza di stranieri in Italia, stabile negli ultimi anni: 5,2 milioni di persone residenti a fine 2018 (8,7% della popolazione). Il saldo migratorio, ricorda il Rapporto, rimane positivo (+245 mila), anche se la composizione dei nuovi arrivi è molto diversa rispetto al passato: prevalgono i ricongiungimenti familiari, si stabilizzano gli arrivi per motivi umanitari, mentre sono quasi nulli gli ingressi per lavoro. Vi è nel complesso una lieve prevalenza di donne (52%) e una netta dominanza di paesi dell’Est Europa (oltre il 45% del totale). Le prime nazionalità (23% Romania, 8,4% Albania, 8% Marocco) evidenziano che la maggior parte degli immigrati è qui da oltre dieci anni.

Fonte: qui

COSA CI INSEGNA IL CASO MONTANTE? LA MAFIA E’ TORNATA TRASPARENTE

NON USA KALASHNIKOV, NON HA LA FACCIA DI RIINA O BAGARELLA MA SEMINA TERRORE PERCHÉ PUÒ CONTARE SULL'APPOGGIO O SULLA PROTEZIONE DI PEZZI DELLO STATO. 
ALTI PAPAVERI DEL VIMINALE, GENERALI DEI CARABINIERI E DELLA FINANZA, PREFETTI E QUESTORI, ANCHE MAGISTRATI 
BOLZONI: “È UNA MAFIA CHE NON SI LIMITA A GESTIRE IL POTERE MA IL POTERE LO CREA. ANCHE CON IL DEPISTAGGIO, ANCHE CON IL DOSSIERAGGIO”
Attilio Bolzoni per “la Repubblica”

antonello montanteANTONELLO MONTANTE
L'hanno chiamata "Cosa grigia", in passato però c'è chi l'ha definita anche "bianca" per via dei colletti inamidati degli uomini politici o dei manager e per distinguerla da quella nera dei sicari o da quella rosso sangue delle stragi. La Cassazione sentenzia che al Nord è "silente", un decennio fa la davano per "sommersa". Noi abbiamo provato a qualificarla - e non senza qualche forzatura - "incensurata", per contrapporla all' altra, censuratissima e stracciona che si è sbriciolata sotto i colpi di una repressione poliziesca e giudiziaria senza precedenti.

VINCENZO BOCCIA E ANTONELLO MONTANTEVINCENZO BOCCIA E ANTONELLO MONTANTE
Ma oggi in Italia c' è un giudice che forse ha trovato per descriverla la parola più giusta ed efficace: "Mafia trasparente". Quella che si vede e non si vede, che non ha ancora addosso il marchio del 416 bis ma è mafia che più mafia non si può.
Magari adesso ci sarà qualcuno che dirà che è quella nuova, moderna, futuristica, Mafia.3 o Mafia.4. Niente di più falso: è solo è sempre mafia, la mafia che si è riappropriata del suo Dna, che è tornata se stessa dopo i massacri dei Corleonesi.

Le motivazioni della sentenza contro l' ex vicepresidente di Confindustria Calogero Antonio Montante detto Antonello (condannato nel giugno scorso con il rito abbreviato a 14 anni per associazione a delinquere semplice più una sfilza di altri reati legati allo spionaggio) contengono quell' aggettivo, "trasparente", che a prima vista potrebbe sembrare un testacoda semantico, in quanto la criminalità per sua natura non è mai trasparente.

antonello montanteANTONELLO MONTANTE
Eppure l' attribuzione - proprio perché inserita in un documento giudiziario - è destinata a manifestarsi nella narrazione prossima ventura delle mafie nel nostro Paese.
Una sintesi estremamente felice per raccontare un sistema delinquenziale che non era "parallelo" al potere ufficiale «ma ad esso perpendicolare in quanto intersecava le più diverse istituzioni, ai diversi livelli, finendo per controllarle, condizionarle o comunque influenzarle».

La mafia "trasparente" ovviamente non spara, non imbraccia kalashnikov, non fa rumore, non ha la faccia sconcia di Totò Riina o di Luchino Bagarella. Ma fa tanta paura, semina terrore. Perché può contare sull' appoggio o sulla protezione di pezzi dello Stato. Alti papaveri del Viminale, generali dei carabinieri e della finanza, prefetti e questori, anche magistrati.
l inchiesta di report su antonello montante 3L INCHIESTA DI REPORT SU ANTONELLO MONTANTE

E pure ministri. Come l' ex dell' Interno Angelino Alfano, protagonista di un'incredibile "genuflessione istituzionale" (testuale nelle motivazioni della sentenza) avendo portato inutilmente, e per non contraddire il Montante, il comitato nazionale di ordine pubblico e sicurezza in una città della Sicilia - Caltanissetta - ribattezzata per l'occasione capitale dell'antiracket. Una grande bufala per alimentare il mito di un' impostura.

La giudice Graziella Luparello scrive di una mafia "apparentemente priva di consistenza tattile e visiva e perciò in grado di infiltrarsi eludendo la resistenza delle misure comuni", un organismo criminale che di fatto si è servito dei poteri dello Stato, che ha consumato affari sotto le insegne di un' antimafia iconografica.

MONTANTE CROCETTAMONTANTE CROCETTA
È una mafia che non si limita e gestire il potere ma il potere lo crea. E con tutti i mezzi. Anche con il depistaggio, anche con il dossieraggio. Ma al di là della vicenda Montante, è la suggestione di quella parola che secondo noi ci fa fare un grande passo in avanti nella comprensione delle mafie dopo le stragi, un' elaborazione intelligente che scavalca tutte le pigrizie (solo pigrizie?) investigative che hanno segnato negli ultimi anni la cosiddetta "lotta alle mafie". Mafia trasparente, così trasparente che in molti hanno fatto finta di non riconoscerla. Fonte: qui

SAPETE QUANTO SI RISPARMIA CON IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI VOLUTO DA LUIGINO DI MAIO? LO 0,007% DEL PIL, 57 MILIONI ALL’ANNO (MENO DI UN EURO A TESTA)


NEL FRATTEMPO PALAZZO CHIGI NEL FRATTEMPO SPENDE 170 MILIONI PER RIFARE LE AUTO BLU. ALLA FACCIA DEI TAGLI

QUANTO SI RISPARMIA DAVVERO CON IL TAGLIO DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI?
Edoardo Frattola per osservatoriocpi.unicatt.it

m5s taglio parlamentariM5S TAGLIO PARLAMENTARI
È in dirittura d’arrivo l’iter della legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari di 345 unità (230 deputati e 115 senatori). Alcuni esponenti governativi del M5S hanno sostenuto che questo taglio garantirà risparmi per 500 milioni a legislatura. In realtà, il risparmio netto generato dall’approvazione di questa riforma sarà molto più basso (285 milioni a legislatura o 57 milioni annui) e pari soltanto allo 0,007 per cento della spesa pubblica italiana.

* * *
Dal Piano di Rinascita Democratica(Nazionale) di Licio Gelli(Loggia P2):
Riduzione del numero dei parlamentari[7].

luigi di maio strappa le poltrone in piazza montecitorio flash mob m5s per il taglio dei parlamentariLUIGI DI MAIO STRAPPA LE POLTRONE IN PIAZZA MONTECITORIO FLASH MOB M5S PER IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI
L'11 luglio scorso il Senato ha approvato in seconda lettura il disegno di legge costituzionale n. 214-515-805-B, che a partire dalla prossima legislatura riduce il numero di deputati da 630 a 400 e il numero di senatori da 315 a 200.[1] Il via libera definitivo da parte della Camera è atteso a settembre. Al di là delle possibili considerazioni sull’impatto di questa riforma sul funzionamento del Parlamento, è utile chiedersi a quanto ammonterebbe l’eventuale risparmio per le casse dello Stato derivante dal taglio di 345 parlamentari.
DI MAIO FRACCARODI MAIO FRACCARO

Il vicepremier Di Maio e il ministro Fraccaro hanno più volte sostenuto che il taglio dei parlamentari garantirà un risparmio di circa 500 milioni di euro a legislatura, ovvero 100 milioni annui.[2] In realtà, il risparmio sembra essere molto più contenuto.

m5s taglio parlamentariM5S TAGLIO PARLAMENTARI
Lo “stipendio” di un parlamentare è dato dalla somma di due componenti: l’indennità parlamentare, soggetta a ritenute fiscali, previdenziali e assistenziali, e una serie di rimborsi spese esentasse. L’indennità lorda mensile ammonta a circa 10.400 euro, ma al netto delle varie ritenute si attesta attorno ai 5.000 euro. La somma dei rimborsi spese per l’esercizio del mandato (diaria, collaboratori, consulenze, convegni, spese accessorie di viaggio e telefoniche ecc.) è invece pari a 8.500-9.000 euro al mese.[3] Ogni parlamentare ha quindi un costo di circa 230-240 mila euro annui al lordo delle tasse, per un totale di circa 222 milioni. Queste cifre trovano conferma nei bilanci di previsione delle due camere: la spesa prevista per il 2019 per i compensi dei parlamentari è infatti di 225 milioni.
GIUSEPPE CONTE E IL MASSAGGIO CARDIACOGIUSEPPE CONTE E IL MASSAGGIO CARDIACO

flash mob m5s per il taglio dei parlamentari 2FLASH MOB M5S PER IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI 















Il risparmio lordo annuo che si otterrebbe riducendo il numero di parlamentari di 345 unità ammonta quindi a 53 milioni per le casse della Camera e a 29 milioni per quelle del Senato, per un totale di 82 milioni. Il risparmio sull’intera legislatura (410 milioni) si avvicinerebbe, ma sarebbe comunque inferiore, a quanto dichiarato dagli esponenti del M5S. Tuttavia, il vero risparmio per lo Stato deve essere calcolato al netto e non al lordo delle imposte e dei contributi pagati dai parlamentari allo Stato stesso.
LA CRINIERA AL VENTO DI GIUSEPPE CONTELA CRINIERA AL VENTO DI GIUSEPPE CONTE

Considerando un’indennità netta di 5 mila euro mensili per ciascun parlamentare (a cui sommare tutti i rimborsi esentasse), il risparmio annuo che si otterrebbe con la riforma in questione si riduce a 37 milioni per la Camera e a 20 milioni per il Senato. Il risparmio netto complessivo sarebbe quindi pari a 57 milioni all’anno e a 285 milioni a legislatura, una cifra significativamente più bassa di quella enfatizzata dai sostenitori della riforma e pari appena allo 0,007 per cento della spesa pubblica italiana.[4] Questo non significa necessariamente che i risparmi non siano giustificati, ma occorre metterli in proporzione anche rispetto a dichiarazioni, come quelle del vicepremier Di Maio, secondo cui con questa legge “si tagliano privilegi ai politici e si restituisce al popolo”.

auto bluAUTO BLU
"IL PARLAMENTO TAGLIA I PARLAMENTARI, CONTE SPENDE 17 MILIONI IN AUTO BLU"
Gianni Carotenuto per www.ilgiornale.it

"Un miliardo di motivi" per votare il ddl taglia-poltrone. È l'espressione usata su Facebook da Luigi Di Maio per annunciare la riduzione del numero dei parlamentari, al vaglio della Camera dopo il via libera espresso dal Senato lo scorso 11 luglio. Secondo i calcoli del Movimento 5 Stelle, passando da 945 a 600 tra deputati e senatori si otterrà un risparmio di 500 milioni a legislatura.

Una stima giudicata troppo ottimistica dall'Osservatorio sui conti pubblici diretto da Carlo Cottarelli, che parla di minori spese per 47 milioni l'anno e un risparmio allo Stato dello 0,007% della spesa pubblica. Tanto che lo stesso Cottarelli, su Twitter, si è divertito a scrivere: "Qual è il numero che unisce il taglio dei parlamentari e James Bond? 007". Scettici anche alcuni deputati che, nonostante le indicazioni di voto dei loro partiti, si sono astenuti. Come Angela Schirò (Pd), per la quale la riforma voluta dai 5 Stelle comporta un "taglio lineare" che "acuisce uno squilibrio di rappresentatività nella circoscrizione estero, rispetto alle altre, portando a una rappresentanza simbolica". Anche Forza Italia, pur votando a favore, ha criticato il ddl taglia-poltrone. Il senatore Franco Dal Mas lo ha definito "una misura demagogica varata con spirito anticasta" che "non produrrà grandi benefici".

Ancora più feroce il commento del deputato di Fratelli d'Italia, Emanuele Prisco. Durante le dichiarazioni di voto sul taglio dei parlamentari, Prisco ha rivendicato che "Fdi è l'unico partito di opposizione che nelle tre precedenti letture ha espresso voto favorevole senza essere legato né da accordi programmatici né da contratti di governo". Poi il carico da novanta contro il governo: "Mentre noi stiamo discutendo del taglio dei parlamentari che produce un risparmio di circa 60 milioni di euro, Palazzo Chigi - ha accusato Prisco - spende 170 milioni per rifare il parco auto. Alla faccia dei tagli che ci propone il Movimento 5 Stelle, alla faccia dei privilegi dei politici: ai suoi ministri il M5S le auto blu le compra e le compra care".
auto bluAUTO BLU

Anche Fdi, come tutti gli altri partiti a eccezione di +Europa, ha votato a favore della riduzione dei parlamentari. "Siamo l'unico partito di opposizione - ha aggiunto il deputato - che nelle tre precedenti letture ha espresso voto favorevole senza essere legato né da accordi programmatici né da contratti di governo, coerente con la propria storia". Quindi l'affondo contro Di Maio: "Si impegni a dire subito che si va a casa se dovessero mancare i voti al Pd", ha concluso l'onorevole.

Fonte: qui

LA DIRETTRICE DELLA CIA GINA HASPEL È A ROMA, E HA INCONTRATO I VERTICI DEI SERVIZI SEGRETI (VECCHIONE, PARENTE, CARTA) NELLA SEDE DI PIAZZA DANTE.

ALLE AGENZIE HANNO DETTO CHE LA VISITA ERA PROGRAMMATA DA TEMPO, MA CERTO NON CAPITA TUTTI I GIORNI (NÉ TUTTI GLI ANNI, NÉ TUTTI I DECENNI) CHE IL CAPO DELLE SPIE AMERICANE ARRIVI A ROMA DOPO DUE VISITE ''IRRITUALI'' DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA E UNA UFFICIALE DEL SEGRETARIO DI STATO

gina haspel direttore della cia 4GINA HASPEL DIRETTORE DELLA CIA 
 (ANSA) - La direttrice della Cia, Gina Haspel, è stata oggi alla sede unitaria dell'intelligence a piazza Dante, dove ha incontrato i direttori di Dis, Aisi e Aise, Gennaro Vecchione, Mario Parente e Luciano Carta. La visita, a quanto si apprende, era programmata da tempo. Fonte: qui

mike pompeo donald trumpMIKE POMPEO DONALD TRUMP

Germania: attacco ad Halle, due morti.

L'attacco del killer in diretta web

La Germania è sotto shock dopo l'attacco contro la sinagoga a Halle tentato da un giovane neonazista. Vestito con la mimetica, elmetto e mascherina, il 27enne Stephan Balliet ha attaccato il luogo di culto ebraico nella città del Land orientale della Sassonia-Anhalt con armi automatiche e granate: l'obiettivo era di mettere in atto una strage nel giorno di Yom Kippur, la maggiore festività ebraica.
Lettore video di: Corriere Tv (Informativa sulla privacy)
Non solo: esattamente come il suprematista della strage di Christchurch, in Nuova Zelanda, al grido di "gli ebrei sono la causa di tutti i mali", ha filmato tutta la sua azione con una telecamera piazzata sull'elmetto, assassinii compresi, per poi pubblicare un video di 35 minuti in rete, sulla piattaforma Twitch. L'uomo è stato arrestato mentre era in fuga, intercettato dalla polizia sull'autostrada in direzione Monaco. In serata il ministro dell'Interno Horst Seehofer ha mostrato di non avere dubbi: si è trattato di un attacco di matrice antisemita e di estrema destra.

La dinamica dell'attacco

Ma per molte ore la dinamica dell'attacco non era affatto chiara. Una prima segnalazione era arrivata alla polizia di Halle intorno alle 12: spari nei pressi della Humboldstrasse, la via che ospita la sinagoga. Si parla di due morti e alcuni feriti. Quel che è successo appare in tutta la sua chiarezza con il video finito su Internet: il killer - giunto sul posto con un'automobile carica di armi - che prova ad assaltare la sinagoga, posizionando dell'esplosivo apparentemente fabbricato in casa davanti all'ingresso, per poi sparare sul portone nel tentativo di aprirlo, senza riuscirci, forse anche grazie al prontezza delle persone che si trovavano all'interno. 
Dopodiché il video mostra l'uccisione di una donna passata per caso poche centinaia di metri oltre: il killer le spara alle spalle. Dato che l'assalto alla sinagoga si era rivelato un fallimento, Stephan Balliet prosegue fino a un ristorantino di kebab, dove uccide a sangue freddo un'altra persona, un uomo.
Lascia il locale, ma fa quasi subito ritorno per sparare nuovamente sul corpo della vittima riversa a terra. Tra l'altro fa esplodere anche un piccolo ordigno sulla facciata del locale, che fortunatamente non fa feriti. Un'altra granata è stata lanciata dentro il cimitero ebraico. Due feriti gravi sono stati ricoverati in ospedale per essere operati d'urgenza. 
Nella sinagoga, come confermato dallo stesso presidente della comunità ebraica di Halle, c'erano - proprio per festeggiare lo Yom Kippur - dalle 70 alle 80 persone. "Grazie alle telecamere della sinagoga abbiamo visto un uomo armato sparare sul nostro portone". In qualche modo i fedeli sono riusciti a tenere l'ingresso sbarrato, evitando quella che quasi certamente sarebbe stata una strage. 
Per ore gli inquirenti avevano parlato di "diversi attentatori", anche se avevano cominciato a circolare le immagini di un solo uomo, armato fino ai denti, ad aggirarsi nelle strade di Halle. Questo mentre le stesse forze dell'ordine avevano dato notizie di una sparatoria nella località di Landsberg, a 15 chilometri da Halle, senza fornire pero' ulteriori dettagli.
In serata la conferma dell'identità dell'assassino, "un tedesco bianco", e della matrice neonazista: lui stesso, all'inizio del video, si presenta come una persona che che di se' dice "io credo che l'Olocausto non sia mai avvenuto". Non è un caso che in alcuni siti di estrema destra - come segnalato da Rita Katz del portale di monitoraggio "Site" - l'attentatore venga definito "santo", proprio come precedentemente era stato chiamato Brenton Tarrant, il killer delle moschee di Christchurch. Proprio oggi, come rilevato da diversi osservatori, erano state effettuate perquisizioni in più Laender in ambienti considerati eversivi. 
Di sicuro è un attentato senza precedenti in Germania, per le modalità e per le caratteristiche quasi militari di un'azione compiuta nella festa di Yom Kippur, il giorno dell'espiazione. La Procura federale di Karlsruhe ha aperto subito un'indagine per terrorismo, avvertendo che la vicenda "riguarda la sicurezza interna di tutta la Germania". 

Merkel visita la grande sinagoga di Berlino

La cancelliera Angela Merkel "in segno di solidarietà" con la comunità ebraica in serata si è recata alla grande sinagoga di Orianienburger Strasse a Berlino. "Dobbiamo contrapporci in maniera decisa e unita ad ogni forma di antisemitismo", ha dichiarato attraverso il portavoce. Il presidente Frank-Walter Steinmeier ha lanciato un appello alla "solidarietà a favore dei concittadini ebraici". 
Il presidente del consiglio centrale della comunità ebraica in Germania, Josef Schuster, a manifestare "il profondo shock per tutti gli ebrei" rappresentato dai fatti di Halle: "La brutalità di questo attacco supera tutto quello che abbiamo visto negli ultimi anni", ha detto Schuster. Che ha anche criticato le forze dell'ordine: "È uno scandalo che la sinagoga di Halle in giorno di festa come Yom Kippur non fosse sorvegliata dalla polizia".
L'attacco compiuto da Balliet - che non risultava noto alle forze di polizia come estremista di destra - ha lasciato una profonda impressione nel Paese. Due comici, Joko Winterscheidt und Klaas Heufer-Umlauf, hanno annullato le loro trasmissioni previste in serata. Con durezza e preoccupazione si esprimono gli editoriali dei giornali. "Quello che è successo a Halle", scrive la Welt, "è un attacco terroristico antisemita. Tutto questo succede in Germania nell'autunno 2019. Ora basta. La migliore Germania che abbiamo mai avuto è in grande pericolo". Fonte: qui

“MIO FIGLIO ERA UN PERDENTE” 
PARLA IL PADRE DI STEPHAN BALLIET, IL NEONAZISTA CHE VOLEVA FARE UNA STRAGE A HALLE, IN GERMANIA: “NON AVEVA AMICI, HA SEMPRE CONCLUSO POCO MA DAVA AGLI ALTRI LA COLPA DEI SUOI FALLIMENTI” 
IL RAGAZZO AVEVA CON SÉ QUATTRO CHILI DI ESPLOSIVO ED ERA PERVASO, COME SCRIVONO I MAGISTRATI, “DA UNA FORMA SPAVENTOSA DI ANTISEMITISMO CHE LO AVEVA PORTATO A PIANIFICARE UN MASSACRO CON GRANDE DETERMINAZIONE…”
Marco Imarisio per il “Corriere della sera”

STEPHAN BALLIETSTEPHAN BALLIET
La distanza tra la sinagoga dell' attentato e lo spirito del tempo si misura in sei parole. In una piccola frase, questa. «Forse ha sbagliato, ma lo capisco». A pronunciarla, prima di essere trascinato via dai suoi compagni, è un ragazzo che avrà al massimo quindici anni. Testa rasata, giubbotto attillato, come tutti gli altri. Sta entrando negli spogliatoi.

Alle pareti della palestra è appesa la bandiera della Germania e in un corridoio c' è un altro stendardo con l' aquila imperiale. L' associazione di arti marziali è all' interno di un centro sportivo in fondo alla Lutherstrasse di Eisleben.
Stephan Balliet 10STEPHAN BALLIET 

Non gode di buona fama. La stampa locale l'ha spesso indicata come un ritrovo di simpatizzanti neonazisti. Un sito specializzato elenca le partecipazioni a manifestazioni xenofobe e le frasi pronunciate in quelle occasioni da istruttori e allievi. «Tutte fesserie, inventate da qualche paranoico di sinistra», taglia corto il più grande del gruppo, quello che dà istruzioni agli altri.

Stephan Balliet killer sinagogaSTEPHAN BALLIET KILLER SINAGOGA
La città che ha dato i natali a Lutero è l' ultima tappa del piccolo viaggio intorno a Stephan Balliet, il neonazista che voleva fare una strage impedita solo dalla sua impreparazione. Non c' è nulla che dimostri la sua frequentazione, ma la palestra di Combat&defense, disciplina pubblicizzata dai gestori con uno stemma che raffigura un teschio e pugnali incrociati, rappresenta un esempio di propaganda a cielo aperto, se non di reclutamento, a voler dare credito alle denunce dei siti antifascisti e alle impressioni da cronista, come se ne vedono tanti in queste campagne della Sassonia-Anhalt.

Stephan Balliet 11STEPHAN BALLIET 11
La prima fermata è alla casa del padre, che intervistato dalla Bild ha messo un comodo sigillo sul figlio, definendolo un perdente, «uno che non aveva amici, ha sempre concluso poco ma dava agli altri la colpa dei suoi fallimenti». Aveva lasciato il corso di chimica all' università dopo solo sei mesi, anche a causa di un intervento chirurgico allo stomaco. Non lo vedeva da tempo, precisa, ma dice che «viveva online».

Il papà del mancato stragista abita in una piccola casetta davanti al cimitero di Helbra, nelle abitazioni costruite per gli ex operai della Ddr che lavoravano nei cementifici sulla Parkstrasse. Le parole del genitore sembrano il fiocco sul pacchetto preconfezionato del lunatico, solitario e pure incapace. Peccato che poi il procuratore federale rovini questo quadro quasi rassicurante rivelando come Balliet avesse con sé quattro chili di esplosivo, e fosse pervaso «da una forma spaventosa di antisemitismo che lo aveva portato a pianificare un massacro con grande determinazione».
Stephan Balliet killer sinagoga 1STEPHAN BALLIET KILLER SINAGOGA 

Forse la verità su Stephan Balliet sta a metà strada, come spesso succede. La casa dove ha vissuto gli ultimi 14 anni con la madre, maestra di scuola elementare, si trova a Klostermannsfeld, un sobborgo di Benndorf, equidistante, una ventina di chilometri, da Helbra e da Halle.

«Non è vero che non usciva mai», dice Sepp Zobel, che abita nell' appartamento accanto. «Aveva lavorato per qualche anno come tecnico tv», racconta. Faceva lavoretti, anche il baby sitter per le coppie del condominio. «Andava e veniva, frequentava gente della sua età». Siamo quasi al classico «salutava sempre», che questa volta però assume un significato di smentita al luogo comune dell' introverso malato di Internet.

Tra queste modeste e dignitose palazzine a due piani, sovrastate dall' altra parte della strada da complessi di edilizia sovietica, Balliet non era certo un' ombra. Entrava e usciva da casa, si fermava a chiacchierare. «Sugli ebrei non ha mai detto nulla, anche perché è sempre un argomento tabù», racconta Franz Schade, impiegato di banca ad Halle, suo coetaneo.
Stephan BallietSTEPHAN BALLIET

«Ma sugli stranieri era netto, e non nascondeva la sua esasperazione». Intanto, anche i ragazzi della palestra di Eisleben si stanno producendo in sottili distinzioni tra ebrei e immigrati. Il loro allenatore li ha riuniti in cerchio. Parlano dell' attentato di Halle. Ma non è possibile ascoltare, gli estranei non sono ammessi, e l' aria si è fatta pesante, meglio andare.
Fonte: qui