NEL FRATTEMPO PALAZZO CHIGI NEL FRATTEMPO SPENDE 170 MILIONI PER RIFARE LE AUTO BLU. ALLA FACCIA DEI TAGLI
QUANTO SI RISPARMIA DAVVERO CON IL TAGLIO DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI?
Edoardo Frattola per osservatoriocpi.unicatt.it
È in dirittura d’arrivo l’iter della legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari di 345 unità (230 deputati e 115 senatori). Alcuni esponenti governativi del M5S hanno sostenuto che questo taglio garantirà risparmi per 500 milioni a legislatura. In realtà, il risparmio netto generato dall’approvazione di questa riforma sarà molto più basso (285 milioni a legislatura o 57 milioni annui) e pari soltanto allo 0,007 per cento della spesa pubblica italiana.
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Dal Piano di Rinascita Democratica(Nazionale) di Licio Gelli(Loggia P2):
Riduzione del numero dei parlamentari[7].
Riduzione del numero dei parlamentari[7].
LUIGI DI MAIO STRAPPA LE POLTRONE IN PIAZZA MONTECITORIO FLASH MOB M5S PER IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI
L'11 luglio scorso il Senato ha approvato in seconda lettura il disegno di legge costituzionale n. 214-515-805-B, che a partire dalla prossima legislatura riduce il numero di deputati da 630 a 400 e il numero di senatori da 315 a 200.[1] Il via libera definitivo da parte della Camera è atteso a settembre. Al di là delle possibili considerazioni sull’impatto di questa riforma sul funzionamento del Parlamento, è utile chiedersi a quanto ammonterebbe l’eventuale risparmio per le casse dello Stato derivante dal taglio di 345 parlamentari.
Il vicepremier Di Maio e il ministro Fraccaro hanno più volte sostenuto che il taglio dei parlamentari garantirà un risparmio di circa 500 milioni di euro a legislatura, ovvero 100 milioni annui.[2] In realtà, il risparmio sembra essere molto più contenuto.
Lo “stipendio” di un parlamentare è dato dalla somma di due componenti: l’indennità parlamentare, soggetta a ritenute fiscali, previdenziali e assistenziali, e una serie di rimborsi spese esentasse. L’indennità lorda mensile ammonta a circa 10.400 euro, ma al netto delle varie ritenute si attesta attorno ai 5.000 euro. La somma dei rimborsi spese per l’esercizio del mandato (diaria, collaboratori, consulenze, convegni, spese accessorie di viaggio e telefoniche ecc.) è invece pari a 8.500-9.000 euro al mese.[3] Ogni parlamentare ha quindi un costo di circa 230-240 mila euro annui al lordo delle tasse, per un totale di circa 222 milioni. Queste cifre trovano conferma nei bilanci di previsione delle due camere: la spesa prevista per il 2019 per i compensi dei parlamentari è infatti di 225 milioni.
Il risparmio lordo annuo che si otterrebbe riducendo il numero di parlamentari di 345 unità ammonta quindi a 53 milioni per le casse della Camera e a 29 milioni per quelle del Senato, per un totale di 82 milioni. Il risparmio sull’intera legislatura (410 milioni) si avvicinerebbe, ma sarebbe comunque inferiore, a quanto dichiarato dagli esponenti del M5S. Tuttavia, il vero risparmio per lo Stato deve essere calcolato al netto e non al lordo delle imposte e dei contributi pagati dai parlamentari allo Stato stesso.
Considerando un’indennità netta di 5 mila euro mensili per ciascun parlamentare (a cui sommare tutti i rimborsi esentasse), il risparmio annuo che si otterrebbe con la riforma in questione si riduce a 37 milioni per la Camera e a 20 milioni per il Senato. Il risparmio netto complessivo sarebbe quindi pari a 57 milioni all’anno e a 285 milioni a legislatura, una cifra significativamente più bassa di quella enfatizzata dai sostenitori della riforma e pari appena allo 0,007 per cento della spesa pubblica italiana.[4] Questo non significa necessariamente che i risparmi non siano giustificati, ma occorre metterli in proporzione anche rispetto a dichiarazioni, come quelle del vicepremier Di Maio, secondo cui con questa legge “si tagliano privilegi ai politici e si restituisce al popolo”.
"IL PARLAMENTO TAGLIA I PARLAMENTARI, CONTE SPENDE 17 MILIONI IN AUTO BLU"
Gianni Carotenuto per www.ilgiornale.it
"Un miliardo di motivi" per votare il ddl taglia-poltrone. È l'espressione usata su Facebook da Luigi Di Maio per annunciare la riduzione del numero dei parlamentari, al vaglio della Camera dopo il via libera espresso dal Senato lo scorso 11 luglio. Secondo i calcoli del Movimento 5 Stelle, passando da 945 a 600 tra deputati e senatori si otterrà un risparmio di 500 milioni a legislatura.
Una stima giudicata troppo ottimistica dall'Osservatorio sui conti pubblici diretto da Carlo Cottarelli, che parla di minori spese per 47 milioni l'anno e un risparmio allo Stato dello 0,007% della spesa pubblica. Tanto che lo stesso Cottarelli, su Twitter, si è divertito a scrivere: "Qual è il numero che unisce il taglio dei parlamentari e James Bond? 007". Scettici anche alcuni deputati che, nonostante le indicazioni di voto dei loro partiti, si sono astenuti. Come Angela Schirò (Pd), per la quale la riforma voluta dai 5 Stelle comporta un "taglio lineare" che "acuisce uno squilibrio di rappresentatività nella circoscrizione estero, rispetto alle altre, portando a una rappresentanza simbolica". Anche Forza Italia, pur votando a favore, ha criticato il ddl taglia-poltrone. Il senatore Franco Dal Mas lo ha definito "una misura demagogica varata con spirito anticasta" che "non produrrà grandi benefici".
Ancora più feroce il commento del deputato di Fratelli d'Italia, Emanuele Prisco. Durante le dichiarazioni di voto sul taglio dei parlamentari, Prisco ha rivendicato che "Fdi è l'unico partito di opposizione che nelle tre precedenti letture ha espresso voto favorevole senza essere legato né da accordi programmatici né da contratti di governo". Poi il carico da novanta contro il governo: "Mentre noi stiamo discutendo del taglio dei parlamentari che produce un risparmio di circa 60 milioni di euro, Palazzo Chigi - ha accusato Prisco - spende 170 milioni per rifare il parco auto. Alla faccia dei tagli che ci propone il Movimento 5 Stelle, alla faccia dei privilegi dei politici: ai suoi ministri il M5S le auto blu le compra e le compra care".
Anche Fdi, come tutti gli altri partiti a eccezione di +Europa, ha votato a favore della riduzione dei parlamentari. "Siamo l'unico partito di opposizione - ha aggiunto il deputato - che nelle tre precedenti letture ha espresso voto favorevole senza essere legato né da accordi programmatici né da contratti di governo, coerente con la propria storia". Quindi l'affondo contro Di Maio: "Si impegni a dire subito che si va a casa se dovessero mancare i voti al Pd", ha concluso l'onorevole.
Fonte: qui
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