9 dicembre forconi: 06/12/18

martedì 12 giugno 2018

Trump e Kim Jong-un, accordo "storico" sul nucleare


SINGAPORE - Puntualissimi il presidente Donald Trump e l'omologo nordcoreano Kim Jong-un si sono incontrati alle 9 del mattino (le 3 in Italia) nell'hotel Capella sull''isola di Sentosa per dare il via al primo vertice al massimo livello tra tra i due paesi. Migliaia di scatti per la storia stretta di mano, ripetuta anche nel salottino dove si è svolto l'incontro bilaterale. "Kim vuole la denuclearizzazione e la pace più di me, sa che sarà un bene per il suo popolo. Abbiamo sottoscritto un documento di ampio respiro, credo che lui onorerà gli impegni", ha sintetizzato Trump al termine del vertice. "Kim darà il via al processo appena tornato in Corea. Posso dire che adesso lo conosco abbastanza bene".

I dettagli del documento non sono stati resi noti, ma ci sarebbero degli impegni reciproci. Da un lato, Kim avrebbe garantito l'avvio del processo di denuclearizzazione che - a detta di Trump - è un processo già iniziato "e si sta muovendo rapidamente". Dall'altro, Trump ha annunciato la sospensione delle manovre congiunte tra americani e sudcoreani al confine, definite troppo costose e non più vitali in una fase di disgelo. Uno scenario che coglie di sorpresa Seul, che infatti si è presa del tempo per analizzare a fondo il senso reale dell'annuncio.

Singapore, al via il summit Trump-Kim: l'interminabile scorta di auto del presidente Usa



Trump e Kim si sono incontrati su un patio del Capella Hotel, completo di tappeto rosso e di bandiere dei due Paesi sul fondo: la storica stretta di mano, nel primo faccia a faccia tra i leader dei due Paesi, è durata poco più di 10 secondi, con Trump che ha rafforzato il contatto con il giovane leader poggiando brevemente anche la mano sinistra sul braccio destro di Kim. Dopo un breve scambio diretto di saluti, i due leader si sono mostrati ai flash dei fotografi e alle telecamere per immortalare lo storico momento. Il vertice con il presidente Kim, aveva detto in apertura Trump, sarà "un incredibile successo" e "non ho dubbi avremo un incredibile miglioramento nelle relazioni bilaterali". Immediata la replica del presidente nordocoreano: "Ci sono stati una serie di problemi ma "li abbiamo superati tutti e oggi siamo qui".


"ACCORDO STORICO"
"Abbiamo avuto un incontro storico, abbiamo deciso di lasciarci il passato alle spalle, abbiamo firmato un documento storico, il mondo vedrà un importante cambiamento", ha detto brevemente il leader nordcoreano Kim Jong-un poco prima della firma del documento congiunto con Trump. "Vorrei esprimere gratitudine al presidente Trump per aver fatto accadere questo incontro", ha aggiunto Kim. Il contenuto del documento sulla denuclearizzazione - che il presidente Usa ha definito "alquanto completo" - non è stato reso noto nei dettagli.

"PRESTO LA DENUCLEARIZZAZIONE DELLA COREA"
"La nostra relazione con la Corea del Nord sarà qualcosa di molto diverso rispetto al passato, abbiamo sviluppato un legame molto speciale", ha dichiarato Trump firmando il documento.  "Abbiamo avuto un incontro storico, abbiamo deciso di lasciarci il passato alle spalle, abbiamo firmato un documento storico, il mondo vedrà un importante cambiamento". "C'è molta soddisfazione e molta gioia, voglio ringraziare il presidente Kim", ha continuato Trump. "Abbiamo trascorso molto tempo insieme, ed è andato molto meglio di quello che si potesse prevedere e questo porterà tanto di più. E' un onore essere con il presidente Kim", ha aggiunto prima di stringere la mano e dare una pacca sulle spalle al leader di Pyongyang.  "Inviterò Kim alla Casa Bianca - ha detto Trump al termine del summit - Il processo di denuclearizzazione della Corea del Nord inizierà 'molto velocemente'".

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 40 MINUTI DI FACCIA A FACCIA
Il faccia a faccia fra Trump e Kim è terminato dopo meno di un'ora e subito dopo è iniziata la parte del vertice allargata alle delegazioni dei due Paesi. Seduto vicino al presidente Trump, il segretario di Stato, Mike Pompeo, il consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, e il capo di gabinetto, John Kelly.

Trump e Kim sono rimasti seduti l'uno di fronte all'altro e il clima è apparso molto cordiale. Davanti alle telecamere, i due leader si sono stretti nuovamente la mano allungandosi sul tavolo lungo il quale sono seduti i partecipanti al summit.

"Molte persone nel mondo penseranno che sia una specie di film di fantascienza": sono le parole che avrebbe detto il leader nordcoreano Kim Jong-un al presidente americano Donald Trump dopo la loro stretta di mano, secondo la traduzione del suo interprete.


 IL VIDEO SULL'IPAD
Durante il colloquio, Donald Trump ha tirato fuori l'iPad e ha mostrato a Kim un breve video - girato in coreano e in inglese - in cui si definiscono gli obiettivi "alti" di un'intesa tra Usa e Nord Corea, una sorta di trailer agiografico della missione comune che li condurrà nella storia. È stato lo stesso Trump a mostrare il video ai giornalisti in apertura della conferenza stampa. Intitolato "Due uomini, due leader, un destino", il video ha toni epici e frasi a effetto sullo sfondo di scenari di guerra alternati a scene di sport e benessere: "Oggi può iniziare un nuovo mondo, un mondo di amicizia, rispetto e buona volontà". Trump ha raccontato di averlo mostrato a Kim ("Credo che gli sia piaciuto molto") e alla delegazione nordcoreana di otto persone: "Sono rimasti molto colpiti".

LA CENA
Finito il vertice allargato, ma non le conversazioni durante la colazione di lavoro a base di cocktail di gamberi e insalata di avocado, polpo, costolette di manzo servite con patate e broccoli al vino rosso, maiale in agrodolce e riso, baccalà con ravanelli. Come dessert, tortino al cioccolato, gelato alla vaniglia e tropezienne. Il presidente sudcoreano Moon Jae-in, primo capo di Stato a commentare, ha rivelato di aver trascorso "una notte insonne" e ha auspicato che il summit possa aprire "una nuova era di completa denuclearizzazione, pace e nuove relazioni tra Corea del Sud, Corea del Nord e Stati Uniti".

I due leader hanno lasciato Singapore a poco più di un'ora di distanza l'uno dall'altro, intorno alle 20 ora locale.


Fonte: qui

UNA TRENTENNE INSEGUE IL MAROCCHINO CHE LE AVEVA RUBATO LA BICI, LUI LA SFIDA: “VIENI A RIPRENDERTELA”, E POI LA STUPRA

ACCADE AD AREZZO, IN UNA ZONA RESIDENZIALE BENESTANTE. È LA SECONDA VIOLENZA IN DIECI GIORNI, MA STAVOLTA…

Salvatore Mannino per “la Nazione – Arezzo

arezzo stuproAREZZO STUPRO
Via Curina è una strada tranquilla, alle spalle del supermercato Pam dei Cappuccini: zona ariosa e benestante, incastonata fra un’area residenziale degli anni ’60 ( i Cappuccini appunto) e il nuovo quartiere del Pantano.

A guardare il verde in cui sono immerse le case (alcune ancora in costruzione) e il parco sul lato della strada, tutto verrebbe da pensare meno che quello è il teatro di un altro sconcertante caso di violenza sessuale, il secondo in una decina di giorni, ma stavolta lo stupratore (presunto) non è il marito, come a Cortona, bensì un clandestino di origine marocchina, giovane ma già con un suo passato alle spalle, fatto di precedenti per piccolo spaccio e altri reati.
arezzoAREZZO

I carabinieri sono andati a prenderlo sabato, con un mandato di fermo del Pm di turno Julia Maggiore, al termine di un’indagine breve e di successo, anche per il coraggio della vittima nell’indicare il suo aguzzino.

I fatti però sono di giovedì sera, fra il lusco e il brusco, come si dice ad Arezzo, quando insomma stava già calando il buio. Protagonista involontaria una trentenne aretina, che gli inquirenti definiscono tranquilla, una insomma che non va a infilare la mano nel vespaio per imprudenza.

supro 5SUPRO 
Comincia tutto quando lui le porta via la bicicletta. Poi, a lei che lo insegue, la sfida: vieni a riprendertela. La ragazza non si fa pregare e cerca di recuperare quello che è suo. Non sa, non può sapere, che le ganasce della trappola le si stanno richiudendo addosso. Il marocchino usa la bici come esca finché non arrivano entrambi in un punto appartato, nel quale lui fa di conto di poter sfogare i suoi comodi.

stupro 4STUPRO 
E’ a quel punto che salta addosso alla giovane e la stupra. I particolari che trapelano si fermano qui. Non si sa, dunque, se lei abbia urlato, se abbia scalciato o peggio per cercare di difendersi.

Ma anche se ha abbozzato un tentativo di reazione, anche se non è rimasta vittima del meccanismo psicologico della sorpresa che ti paralizza, il tutto si perde nel silenzio del luogo appartato che lui ha scelto per l’agguato. La giovane non denuncia subito. E’ sotto choc, lascia passare la notte prima di recarsi la mattina dopo al comando provinciale dei carabinieri.

tribunale arezzoTRIBUNALE AREZZO
Qui le lasciano appena cominciare il suo racconto e quando capiscono di cosa si tratta le consigliano subito di andare in ospedale, al San Donato, per avviare la procedura del codice rosa, quello che tutela i soggetti deboli vittime di violenze, in questo caso di violenza sessuale.

Basta qualche ora perchè dai medici arrivi la conferma di quanto dice la giovane: c’è stato un rapporto sessuale e non è stato consensuale, i segni obiettivi indicano uno stupro.
arezzo 2AREZZO 
A questo punto le indagini del nucleo operativo della compagnia di Arezzo dei carabinieri sono già in moto.

Lei, per quanto provata dall’accaduto, è brava nel fornire gli elementi, compreso il nome, che consentono di dare un volto all’aggressore. A quel punto la parola passa al Pm Julia Maggiore, che decide di procedere con il provvedimento di fermo. Gli uomini dell’Arma lo eseguono sabato, per il clandestino si aprono le porte della galera.

arezzo 1AREZZO 
Già oggi potrebbe svolgersi l’udienza di convalida dinanzi al Gip. Il resto è fatto di un percorso già visto in tante occasioni: lei che cristallizza la sua versione davanti a un giudice, o in incidente probatorio o nel processo vero e proprio, lui che rischia grosso.

Ancora non si sa come si difende. Ammetterà lo stupro o racconterà la solita storia di lei che ci stava? Comunque sia, un altro caso destinato a rinfocolare le polemiche sui clandestini che alimentano il microcrimine o, peggio, le violenze sulle donne.

Fonte: qui

A ROMA 700 VIGILI HANNO PRESENTATO CERTIFICATI MEDICI PER EVITARE DI LAVORARE 'ON THE ROAD': ''C'È LO SMOG ED È STRESSANTE STARE IN PIEDI''

SU 5600 VIGILI URBANI SOLO UN TERZO È IMPIEGATO IN 'SERVIZI ESTERNI' 

LA SITUAZIONE DEI DIPENDENTI COMUNALI NON È MIGLIORE: ALL'ATAC IL TASSO DI ASSENTEISMO È 12,5%, IL DOPPIO DI QUELLO MILANESE...

Gian Maria De Francesco per il Giornale
vigiliVIGILI

Esoneri dai turni di prima mattina o di notte.
Divieto assoluto di alzare l' arto superiore destro per segnalazioni, obbligo di una pausa ogni dieci minuti per evitare lo stress, dispensa dal contatto con gli agenti inquinanti. Sono queste, secondo quanto evidenziato dal Messaggero, alcune prescrizioni dei certificati medici che consentono a circa 700 vigili urbani della Capitale di essere impegnati in funzioni di front-office (cioè di restare in ufficio) senza andare per strada. Sarebbero una quarantina al mese le richieste che arrivano al Comando generale della Polizia di Roma Capitale (nuova denominazione del corpo) o nelle caserme distaccate.

Considerato che i caschi bianchi a libro paga del Campidoglio sono poco più di 5.600, ciò significa che un vigile su otto (il 12,5%) marca visita e si fa assegnare a incombenze meno gravose. Solo un terzo del personale è impiegato in «servizi esterni» con grave pregiudizio della viabilità e anche della sicurezza dei cittadini perché un vigile è comunque un deterrente per i malintenzionati.
polizia municipalePOLIZIA MUNICIPALE

La polizia locale costa oltre 387 milioni di euro ai contribuenti capitolini, ma il sindaco Virginia Raggi non ha conseguito un miglioramento del servizio.
E anche laddove abbia cercato di risparmiare un po', bisogna dire che le è andata male. Ad esempio, con i dipendenti dell' Anagrafe. 
L' amministrazione pentastellata, per non poggiarsi troppo sui servizi bancari, aveva chiesto ai dipendenti di effettuare anche le operazioni di cassa. Panico.

In tutti i sensi. È subito scattato uno sciopero dei sindacati di base perché molti avevano accusato un malore appena si sono ritrovate alle prese con mandati, registri e reversali.
polizia municipale 2POLIZIA MUNICIPALE
Non è un caso che, per non tradire il proprio spirito goliardico, il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, abbia chiesto un corso di formazione sulla pastorizia per i dipendenti comunali quando è stata lanciata la proposta di usare capre e pecore per tosare l' erba incolta dei parchi romani.

In questa carrellata non poteva mancare il «fiore all' occhiello» del servizio pubblico della Capitale: l' azienda di trasporti Atac, già nota alle cronache per l' elevata frequenza di autobus flambé e per aver accumulato 1,3 miliardi di debiti nonostante un parco veicoli preistorico. Il tasso di assenteismo (12,5%) è quasi il doppio di quello dell' Atm di Milano (7,5%), ma a guardare i dati si ripete il caso dei vigili urbani.

I meno presenti sono i macchinisti delle metro (14,9%), gli addetti ai servizi ausiliari (17%) e al supporto di esercizio (18,6%) e gli autisti (12,4%), cioè chi lavora fuori da un ufficio. Da oggi si sperimentano i tornelli sui bus per cercare di chiudere la stalla sperando che non tutte le mucche siano scappate.

Roma con l' addizionale Irpef più elevata d' Italia. Roma con un debito pubblico da 12 miliardi di euro. Roma con circa 50mila dipendenti tra pubblica amministrazione e partecipate. Roma dove il sindaco elargisce l' aumento di stipendio per tutti nonostante non si riesca a bandire una gara d' appalto seria per la manutenzione delle strade. 

È la degna Capitale di uno Stato che corre a tutta velocità verso il baratro

Fonte: qui

SALVINI PUÒ CHIUDERE I PORTI?

IL DIRITTO INTERNAZIONALE IMPONE AGLI STATI DI OBBLIGARE I COMANDANTI DELLE NAVI CHE BATTONO LA PROPRIA BANDIERA NAZIONALE A PRESTARE ASSISTENZA A CHIUNQUE VENGA TROVATO IN MARE IN PERICOLO DI VITA E DI TRASFERIRLI IN UN LUOGO SICURO 

NON PRESTARE SOCCORSO AI NAUFRAGHI È REATO 

PERCHÉ LE NAVI DELLE ONG NON SBARCANO A MALTA? 


Marta Serafini per il Corriere della Sera
salvini pozzalloSALVINI POZZALLO

Dopo le dichiarazioni del Ministro degli Interni Matteo Salvini sulla chiusura dei porti italiani alle navi delle ong impegnate nelle attività di soccorso ai migranti davanti alla Libia, pubblichiamo 5 domande e 5 risposte sulla solidarietà in mare nel diritto internazionale tratta dalla Guida della CILD, Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili. A questo link, inoltre, le regole d'ingaggio pubblicate dalla Guardia Costiera italiana.

1) Salvare la vita in mare è un obbligo?
MIGRANTIMIGRANTI
Si. Il diritto del mare e la Costituzione italiana (art. 2) si fondano sulla solidarietà quale dovere inderogabile. Il diritto internazionale (convenzione di Montego Bay e altre) impone agli Stati di obbligare i comandanti delle navi che battono la propria bandiera nazionale a prestare assistenza a chiunque venga trovato in mare in pericolo di vita, di informare le autorità competenti, di fornire ai soggetti recuperati le prime cure e di trasferirli in un luogo sicuro

2) Non prestare soccorso ai naufraghi è reato?
migrantiMIGRANTI
Si. In Italia, l’ingiustificata omissione di soccorso ai naufraghi costituisce reato ai sensi degli articoli 1113 e 1158 del codice della navigazione. Sono obbligati a prestare soccorso tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo in mare, qualora il pericolo di vita sia imminente e grave e presupponga la necessità di un soccorso immediato. Secondo la Convenzione di Amburgo tutti gli Stati con zona costiera sono tenuti ad assicurare un servizio di ricerca e salvataggio (SAR). L’acronimo SAR corrisponde all’inglese “search and rescue” ovvero “ricerca e salvataggio”. Con questa sigla si indicano tutte le operazioni che hanno come obiettivo quello di salvare persone in difficoltà.
L AQUARIUS PASSA ACCANTO A MALTA MA SI DIRIGE A MESSINAL' AQUARIUS PASSA ACCANTO A MALTA MA SI DIRIGE A MESSINA

3) Perché le navi delle ong non sbarcano a Malta?

Tutti gli stati costieri del Mediterraneo sono tenuti, alla luce della Convenzione di Amburgo, a mantenere un servizio di SAR, e le SAR dei vari stati devono coordinarsi tra di loro. Il Mar Mediterraneo, in particolare, è stato suddiviso tra i Paesi costieri nel corso della Conferenza IMO (International Maritime Organization) di Valencia del 1997. Secondo tale ripartizione delle aree SAR, l’area di responsabilità italiana rappresenta circa un quinto dell’intero Mediterraneo, ovvero 500 mila km quadrati.
L AQUARIUS PASSA ACCANTO A MALTA MA SI DIRIGE A MESSINAL' AQUARIUS PASSA ACCANTO A MALTA MA SI DIRIGE A MESSINA




Tuttavia il governo maltese, responsabile di una zona vastissima, si è avvalso sinora della cooperazione dell’Italia per il pattugliamento della propria zona di responsabilità: nella prassi il Centro di Coordinamento regionale SAR maltese non risponde alle imbarcazioni che la contattano né interviene quando interpellato dal Centro di Coordinamento regionale SAR italiana. La mancata risposta dell’autorità maltese, tuttavia, non esime la singola imbarcazione che ha avvistato il natante in panne dall’intervenire.
MEDICI SENZA FRONTIERE E IL SOCCORSO AI MIGRANTIMEDICI SENZA FRONTIERE E IL SOCCORSO AI MIGRANTI






Di fatto, a seguito della mancata risposta (o risposta negativa) della SAR maltese, la singola imbarcazione chiederà l’intervento della SAR italiana che coordinerà l’intervento. La Libia e la Tunisia, pur avendo ratificato la convenzione di Amburgo, non hanno dichiarato quale sia la loro specifica area di responsabilità SAR. L’area del Mar Libico confinante con le acque territoriali della Libia non è quindi posta sotto la responsabilità di alcuno Stato. Di fatto, l’unico soggetto che presta soccorso (anche) nelle acque confinanti con le acque territoriali libiche è l’Italia.
migrantiMIGRANTI

In Italia l’MRCC di Roma ha il compito di assicurare l’organizzazione efficiente dei servizi di ricerca e salvataggio nell’ambito dell’intera regione di interesse italiano sul mare, che si estende ben oltre i confini delle acque territoriali (circa un quinto dell’intero Mediterraneo, ovvero 500 mila km quadrati). Il Comando Generale, infatti, assume le funzioni di Italian Maritime Rescue Coordination Centre (I.M.R.C.C.), e cioè di Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo, cui fa capo il complesso delle attività finalizzate alla ricerca e al salvataggio della vita umana in mare. L’I.M.R.C.C. mantiene i contatti con i centri di coordinamento del soccorso degli altri Stati per assicurare la collaborazione a livello internazionale, prevista dalla Convenzione di Amburgo.
MIGRANTIMIGRANTI

4) Cosa si intende per luogo sicuro dove condurre i soggetti recuperati?
Il luogo di sicurezza (place of safety) è da intendersi come il luogo in cui può essere garantita innanzitutto l’incolumità e l’assistenza sanitaria dei sopravvissuti. In termini pratici questo vuol dire che finito il salvataggio in mare, l’operazione SAR non è ancora conclusa: i naufraghi devono essere condotti in un luogo dove possono essere fornite le garanzie fondamentali agli stessi (non solo le garanzie relative all’assistenza sanitaria, ma anche la garanzia a non essere sottoposto a torture o a poter presentare domanda di protezione internazionale).

I SOCCORSI DELLA IUVENTA INTERCETTANO LA NAVE DEI MIGRANTII SOCCORSI DELLA IUVENTA INTERCETTANO LA NAVE DEI MIGRANTI
L’individuazione di tale luogo spetta alla SAR che coordina la singola azione di salvataggio, salvo che ci si trovi nelle acque territoriali dove resta la competenza esclusiva dello Stato costiero. Non sempre il luogo sicuro è lo Stato costiero più vicino al luogo ove avvengono le operazioni di soccorso. Non sono infatti considerati “sicuri” porti di paesi dove si possa essere perseguitati per ragioni politiche, etniche o di religione, o essere esposti a minacce alla propria vita e libertà.
NAVI ONG MIGRANTINAVI ONG MIGRANTI




Ad esempio, l’UNHCR ritiene che la Libia non soddisfi i criteri per essere designata come luogo sicuro allo scopo di svolgere procedure di sbarco in seguito a salvataggi in mare, alla luce della volatilità delle condizioni di sicurezza in generale e, più in particolare, nei riguardi di cittadini di paesi terzi. Queste condizioni, infatti, contemplano la detenzione in condizioni che non rispettano gli standard - e sono stati dimostrati frequenti abusi nei confronti di richiedenti asilo, rifugiati e migranti.
MIGRANTIMIGRANTI


Secondo un esposto dell’ASGI, il territorio libico non può ritenersi “luogo sicuro”, in quanto non ha ratificato la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, né le principali Convenzioni in materia di diritti umani, e numerosi sono i rapporti internazionali che denunciano le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate nei confronti dei migranti.

5) È possibile bloccare l’accesso ai porti delle navi private che hanno effettuato il soccorso?
migranti morti su un gommone vicino alle coste libiche 9MIGRANTI MORTI SU UN GOMMONE VICINO ALLE COSTE LIBICHE 


Lo stato costiero, nell’esercizio della propria sovranità, ha il potere di negare l’accesso ai propri porti. Le convenzioni internazionali sul diritto del mare, pur non prevedendo esplicitamente l’obbligo per gli stati di far approdare nei propri porti le navi che hanno effettuato il salvataggio, impongono e si fondano sull’obbligo di solidarietà in mare, che sarebbe disatteso qualora fosse negato l’accesso al porto di una nave con persone in pericolo di vita, appena soccorse e bisognose di assistenza immediata.

MIGRANTI SOCCORSI 9MIGRANTI SOCCORSI migranti morti su un gommone vicino alle coste libiche 6MIGRANTI MORTI SU UN GOMMONE VICINO ALLE COSTE LIBICHE 













La chiusura dei porti(ma ciò varrebbe anche per Malta) comporterebbe in ogni caso la violazione di norme internazionali sui diritti umani e sulla protezione dei rifugiati, a partire dal principio di non refoulement sancito dall’art. 33 della Convenzione di Ginevra. Il rifiuto di accesso ai porti di imbarcazioni che abbiano effettuato il soccorso in mare può comportare la violazione degli articoli 2 e 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), qualora le persone soccorse abbiano bisogno di cure mediche urgenti, nonché di generi di prima necessità (acqua, cibo, medicinali), e tali bisogni non possano essere soddisfatti per effetto del concreto modo di operare del rifiuto stesso. Il rifiuto, aprioristico e indistinto, di far approdare la nave in porto comporta l’impossibilità di valutare le singole situazioni delle persone a bordo, e viola il divieto di espulsioni collettive previsto dall’art. 4 del Protocollo n. 4 alla CEDU.

Fonte: qui

GLI SBARCHI NON DANNO TREGUA MA QUEST'ANNO SONO L'80% IN MENO RISPETTO A DUE ANNI FA

DA GENNAIO CI SONO STATI 13MILA ARRIVI, QUASI TUTTI DALLA LIBIA (MA NEL 2017 ERANO 61MILA A GIUGNO) 

IN ITALIA CI SONO 500MILA IRREGOLARI, SENZA PERMESSO DI SOGGIORNO

Chiara Giannini per “il Giornale”

migranti morti su un gommone vicino alle coste libiche 9MIGRANTI MORTI SU UN GOMMONE VICINO ALLE COSTE LIBICHE 
Sono 13.808, di cui 9.372 provenienti dalla Libia, i migranti arrivati sulle coste italiane da inizio anno. I dati forniti dal Viminale parlano chiaro: c'è una netta flessione nel numero degli immigrati sbarcati, rispetto agli anni precedenti.

Nello stesso periodo del 2016 furono, infatti, 49.210, mentre nel 2017 61.285, di cui 58.772 provenienti dalla Libia. La diminuzione, rispetto a due anni fa, è dell'80,96 per cento, mentre dell' 84,05 rispetto all' anno passato. Guardando all' ultima settimana, il picco maggiore si è avuto il 29 maggio, con 1.275 migranti, seguito dal 5 giugno, quando ne sono sbarcati 601.

migranti morti su un gommone vicino alle coste libiche 8MIGRANTI MORTI SU UN GOMMONE VICINO ALLE COSTE LIBICHE 
Complice la bella stagione, le partenze sono infatti riprese. Ecco il perché del segnale deciso del ministro dell' Interno, Matteo Salvini, che ha chiuso i porti alle navi del soccorso in arrivo in Italia. Il programma del Viminale è, infatti, quello di partire subito con la «tolleranza zero», anche in virtù del fatto che, nonostante gli accordi col governo di Tripoli, ci sono ancora trafficanti di esseri umani(ONG) che, probabilmente con la complicità di chi ha interesse a far arrivare i migranti in Europa, tentano di far partire i barconi.

Guardando al dato annuale, nel 2016 giunsero 181.436 migranti sulle coste italiane, contro i 119.368 del 2017. Numeri certamente inferiori quelli del 2018, ma che fanno capire che fino a oggi uno stop vero e proprio non c'era mai stato.
migranti morti su un gommone vicino alle coste libiche 7MIGRANTI MORTI SU UN GOMMONE VICINO ALLE COSTE LIBICHE 

I porti interessati quest'anno dal maggior numero di sbarchi sono stati quelli siciliani e, in particolare, Messina (2.273 sbarcati), Pozzallo (2.229), Augusta (2.227) e Catania (1.853). Libia a parte, gli immigrati arrivati sulle nostre coste provenivano per lo più da Tunisia (2.916), Eritrea (2.228), Sudan (1.066) e Nigeria (1.052).

Il programma messo in atto dal ministero dell' Interno prevede non solo la chiusura dei porti, ma anche una politica volta ad accordi bilaterali con i Paesi di partenza, la riconversione dell' impegno della Nato, affinché comprenda che non ci si deve occupare solo delle frontiere a Est dell'Europa, ma anche di quelle a Sud, che proprio a causa del mare sono le più vulnerabili.

migranti morti su un gommone vicino alle coste libiche 6MIGRANTI MORTI SU UN GOMMONE VICINO ALLE COSTE LIBICHE 
E poi una maggior collaborazione con gli altri Stati europei, proprio perché tra i migranti in arrivo sui barconi potrebbe nascondersi qualche terrorista in fuga. Una questione di sicurezza, insomma, che passa anche per centri di rimpatrio (i Cpr) chiusi e presenti in ogni regione, dove i migranti vengano sottoposti a maggiori controlli. Insomma, il Viminale punta a ridurre a zero il numero degli arrivi.

Un'impresa che al primo step sta sollevando non poche polemiche. D'altronde, se si guarda a un altro dato, l'intenzione di bloccare gli sbarchi è comprensibile. Oggi, secondo un recente dossier del centro studi Idios, gli immigrati regolari in Italia sono quasi 5 milioni e 400mila, ovvero l' 8,8 per cento della popolazione totale. A questi si aggiungono i circa 500mila irregolari, non provvisti di permesso di soggiorno. Fonte: qui