9 dicembre forconi: 12/06/16

martedì 6 dicembre 2016

VERSO LA DITTATURA! - ORA GRILLO VUOLE L'ITALICUM PURE AL SENATO: ''È LA NOSTRA SOLUZIONE''


MA NON ERA UNA SCHIFEZZA PER PIDIOTI? CERTO, A MENO CHE NON SERVA AI GRILLINI PER VINCERE ...

E COSI' LA SOVRANITA' POPOLARE DI "DI BATTISTA" ERA L'ENNESIMA BALLA ELETTORALE!!!!

TUTTI GLI SCENARI SULLA LEGGE ELETTORALE: MODIFICHE ALL'ITALICUM, LA SENTENZA DELLA CONSULTA, IL MATTARELLUM 2.0, L'ITALIKOS, E SOPRATTUTTO UN FORTE ODORE DI PROPORZIONALE IN CHIAVE INCIUCIONA

Andrea Gagliardi per www.ilsole24ore.com

GRILLO BOLDIGRILLO BOLDI
«Ora ci troviamo con due leggi elettorali tra Camera e Senato molto diverse. Alla Camera è l'Italicum. La nostra soluzione è applicare la stessa legge al Senato su base regionale». Così il blog di Beppe Grillo interviene di nuovo sull'indicazione della legge elettorale con cui il M5s (che a regime sponsorizza Il “Democratellum” ossia un sistema che mira a introdurre un sistema proporzionale 'corretto', con preferenze) vorrebbe andare subito al voto, per capitalizzare il successo riscosso con la vittoria del No al referendum costituzionale. Dopo averlo osteggiato in Parlamento, i 5 Stelle per interesse cambiano dunque linea sull’Italicum.

M5S: no a nuova legge elettorale, adattiamo l'Italicum al Senato
beppe grillo a palermoBEPPE GRILLO A PALERMO
«È sufficiente aggiungere alcune righe di testo alla legge attuale per farlo e portarla in Parlamento per l'approvazione. Stiamo lavorando alla bozza che presenteremo in questi giorni» avvisano sul blog i deputati Vito Crimi e Danilo Doninelli, spiegando la contrarietà ad una correzione della legge elettorale attuale prima del voto («I partiti farebbero solamente una legge peggiore per i cittadini e “Anticinquestellum”»). E aggiungendo: «La legge recepirà in automatico le indicazioni della Consulta che si pronuncerà a breve. Dopo di che avremo una legge elettorale costituzionale pronta all'uso evitando mesi di discussioni e mercato delle vacche dei partiti»

Le possibili modifiche all’Italicum
BEPPE GRILLO COME DONALD TRUMPBEPPE GRILLO COME DONALD TRUMP
Più probabile però un percorso inverso a quello indicato dal M5s. La modifica dell’Italicum era data per scontata già prima del voto. Ma il risultato di ieri la rende ora improcrastinabile. L’Italicum nasce infatti come una legge elettorale per la sola Camera dei deputati e ha come principale ratio la stabilità dei governi, grazie all'attribuzione di un significativo premio di maggioranza per la lista che si aggiudica il ballottaggio.

 La conferma del sistema bicamerale però vanifica questo obiettivo, visto che il Senato - mantenendo la prerogativa di esprimere al pari della Camera la fiducia al Governo - viene eletto con un sistema proporzionale. Se le forze politiche in Parlamento dovessero convergere sulla linea di apportare delle modifiche all’attuale legge elettorale per tornare subito al voto, di certo l’Italicum dovrà però essere modificato per essere applicato anche al Senato, magari prevedendo una sua applicazione su base regionale.


grillo intervistato da rt"LIder MAXIMO" INTERVISTATO DA RT
L’attesa per la decisione della Consulta
Altro punto fermo, è che si dovrà attendere la decisione della Consulta, davanti alla quale è stata sollevata la questione di legittimità dell’Italicum. La pronuncia sarebbe dovuta arrivare già all’inizio di ottobre ma la Consulta l'ha rinviata a dopo il referendum (la nuova data non è stata ancora indicata). Una scelta, quella dei giudici, dettata non solo da ragioni di opportunità (non interferire con la campagna referendaria) ma anche - se non soprattutto - dalla necessità di intervenire avendo la certezza del testo costituzionale cui fare riferimento.

GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONIGRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI
Adesso che questa certezza c'è, la Consulta non tarderà a far conoscere la sua posizione(si riunirà il 24 Gennaio 2017), che inevitabilmente sarà il punto di riferimento per il confronto parlamentare. Un confronto dietro al quale - come sempre - ci saranno anzitutto gli interessi delle singole forze politiche. Il quadro costituzionale, dopo il referendum, è chiaro e il presidente Grossi potrebbe decidere a breve una data per l’udienza: i calendari delle cause da discutere sono gia' stati stabiliti fino al prossimo marzo, ma cio' non esclude che vi venga inserito l'esame sull’Italicum.

La bozza di testo della Commissione Pd
BOSCHI ITALICUMBOSCHI ITALICUM
A fare la prima mossa però non potrà che essere il Pd, visto che il partito di Matteo Renzi alla Camera ha quasi il 50% dei deputati. Renzi aveva già dato la sua disponibilità a modificare l'Italicum. Nell'accordo intervenuto nelle scorse settimane con una parte della minoranza guidata da Gianni Cuperlo, non era stato escluso un passo indietro neppure sul ballottaggio, purché fosse garantita dal nuovo sistema elettorale la governabilità. Molto probabile - come già prevedeva la bozza di testo della Commissione Pd - che si eliminino i 100 capilista bloccati. Inoltre, l’ipotesi è che si modifichi anche il premio di maggioranza, attribuendolo non più al singolo partito ma alla coalizione.
BERSANI NON VOTA L' ITALICUMBERSANI NON VOTA L' ITALICUM


Il Mattarellum 2.0
La minoranza Pd ha proposto il Mattarellum 2.0, ossia una versione aggiornata e corretta del Mattarellum, ovvero un sistema uninominale a turno unico. Si prevede che 475 deputati siano eletti in collegi uninominali, 12 all'estero con il proporzionale, mentre dei restanti 143 seggi 90 andranno alla lista o coalizione che prende più voti, 30 alla seconda, 23 proporzionalmente ripartiti tra quelle che superino lo sbarramento del 2 per cento con meno di 20 eletti nei collegi uninominali. Si prevede, inoltre, un premio di governabilità, in base al quale chi vince non potrà superare i 350 seggi mentre il pacchetto di 90 e 30 sarà composto dai “migliori perdenti”.
BRUNETTA ITALICUMBRUNETTA ITALICUM

L'Italikos
L’Italikos è la proposta dei Giovani turchi del Pd, un mix tra l’Italicum e il modello elettorale greco (da qui il nome scelto dai proponenti). La principale novità è che scompare il ballottaggio, ma resta l’impianto di fondo dell’Italicum. Viene introdotto un premio di governabilità alla prima lista che superi la soglia del 20% dei voti. In ogni caso, il premio di governabilità non potrà superare i 340 seggi, gli stessi che sono già previsti dall’Italicum. Di conseguenza, la proposta sgombra il campo dalla possibilità delle grandi coalizioni, si può governare da soli o al massimo ci si dovrà alleare con un altro partito.

Il vento del proporzionale, da Fi ai centristi
RENZI MATTARELLA 9RENZI MATTARELLA 
Al momento il vento soffia a favore di un ritorno a un sistema proporzionale. Non proprio quello della prima Repubblica ma quasi. Silvio Berlusconi è orientato in questa direzione. Lo ha detto pubblicamente in più occasioni durante la campagna referendaria. È probabile che per Berlusconi il sistema proporzionale sia quello che garantisce meglio la sopravvivenza e l'autonomia di Fi, inclusa la possibilità di un ritorno a governi di larghe intese che viene vista con favore anche dai centristi di Alfano. Prospettiva contro la quale si è già scagliato Matteo Salvini. Il leader della Lega ha infatti bocciato l’ipotesi di un ritorno al proporzionale ribattezzandolo «il sistema dell’inciucio» e si dice invece favorevole a un sistema di collegi uninominali.

matteo renzi gelato mattarelloMATTEO RENZI GELATO MATTARELLO
Favorevole al proporzionale anche Ap. «L’esito referendario ha cancellato tutta la stagione fondata sulla semplificazione della offerta politica in grandi schieramenti e su sistemi di elezione maggioritari. Ritorna, con modalità che potrebbero essere opportunamente corrette, il bisogno di garantire rappresentanza alle diverse aree politico-culturali in modo da ricongiungere molti elettori con le istituzioni democratiche. Ne sono corollari sistemi elettorali tendenzialmente proporzionali» ha affermato il presidente Ap della dommissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi.

Fonte: qui

IL GRANDE SUCCESSO DI RENZI: DOVEVA “ROTTAMARE” PER FARE SPAZIO AI GIOVANI MA SONO STATI GLI UNDER 35 A BOCCIARE LA RIFORMA (E IL GOVERNO)


IL ‘JOBS ACT’ HA RESO I RAGAZZI PIU’ PRECARI E NON HA RIDOTTO LA DISOCCUPAZIONE 

I ‘SÌ’ ERANO AVANTI SOLTANTO TRA GLI OVER 55


Renato Benedetto per “il Corriere della Sera”

VOTO AL REFERENDUM PER FASCIA D ETAVOTO AL REFERENDUM PER FASCIA D ETA
Non è bastata l'immagine, utilizzata in campagna elettorale, dei volti di D' Alema, De Mita e altri over 65 in prima fila, a capo del fronte del No, contro di lui, Matteo Renzi, il premier più giovane di sempre. Né i richiami alla necessità di svecchiare il sistema: «Un derby tra Gattopardo e innovazione», così il leader dem aveva definito il referendum. I più giovani hanno detto No. Lo annunciavano i sondaggi, prima, e si è avverato nelle urne.

È tra gli under 35 che, domenica, si è registrato il maggior numero di No: il 68% di loro ha votato contro la riforma Renzi-Boschi, secondo i dati dell' Istituto Piepoli per la Rai, e la percentuale è più alta nei numeri di Quorum per Sky Tg24, 81%. Paradossalmente il leader che si è presentato sulla scena politica con l' intento di rottamare la classe dirigente di lungo corso del suo partito non ha convinto i più giovani, ma ha fatto breccia tra gli elettori con almeno 55 anni di età. Il Sì infatti in questo caso ha prevalso(dal 51% di Piepoli al 53% di Quorum).
RENZI E LA SCONFITTA NEL REFERENDUMRENZI E LA SCONFITTA NEL REFERENDUM

«Tra gli under 35 si è registrata maggiore astensione, intorno al 38%, più del dato complessivo del 32%», sottolinea Roberto Weber, presidente dell' istituto Ixè. Renzi ha mancato l' obiettivo di mobilitare i più giovani. In ogni caso, però, i suoi avversari non cantino vittoria: «La percentuale di giovani che ha votato Sì è praticamente tutta "renziana", mentre i No sono divisi tra 5 Stelle, Lega e sinistra», continua Weber.

REFERENDUM 1REFERENDUM 1
Alla base della scelta dei più giovani ci sono fattori diversi: «C' entra il merito della riforma, l' idea che potesse minacciare l' equilibrio costituzionale. Ma non solo. È un voto contro il governo in carica, perché il dato della sofferenza percepita, e di insofferenza, è marcato». E quella proposta da Renzi non è apparsa come una via d'uscita convincente dalla crisi.

Tendono a parlare più di un voto «sociale» che «politico» i ricercatori dell' Istituto Cattaneo. Perché non sono stati soltanto i più giovani a votare No, ma in generale le fasce di popolazione più in difficoltà. «Più in generale prevale dove c'è precarietà e incertezza», spiega Marco Valbruzzi, del Cattaneo. A livello geografico, innanzitutto: «Il No prevale al Sud e nelle Isole. Nelle province meridionali della Sardegna o in certe zone della Sicilia ha raggiunto le vette più alte. Ma non contro la riforma, contro qualcuno che è espressione del governo».

vignette anti renziRENZI e ILREFERENDUM 

Anche tra le fasce di reddito più basso, Renzi, e con lui il Pd, hanno perso presa. Lo dimostra un' analisi sui risultati nelle sezioni di Bologna, dove in generale ha prevalso il Sì (52,2%), divise per reddito: «Nelle sezioni più povere il No raggiunge il valore più elevato, nei seggi dove il reddito mediano supera i 25 mila euro il Sì guadagna anche sette punti». Lo ribadiscono i dati che arrivano da Milano, dove il Sì ha prevalso in tutta la città (51,1%), ma in centro ha raggiunto il 64,8%.

RENZI REFERENDUMPALLONARO DOPO IL VOTO REFERENDARIO
E Roma, dove lo zoccolo duro renziano rimane tra il centro storico (Sì in testa, al 50,54%) e nell' area tra Parioli, Salario e San Lorenzo (52,4%). Analisi che trova eco nelle parole dei frati di Assisi: «È stato il no delle famiglie povere che non arrivano a fine mese, stanche della politica. Il Paese bocciato dai paesi», per padre Enzo Fortunato, direttore della rivista Sanfrancesco.org .

Fonte: qui