9 dicembre forconi: 09/27/18

giovedì 27 settembre 2018

ARRESTATO IL QUARTO UOMO DELLA RAPINA IN VILLA, QUELLO PIÙ CRUDELE, CHE HA MUTILATO L'ORECCHIO DELLA DONNA E PARLAVA IN BUON ITALIANO.


MA IN REALTÀ ANCHE LUI È ROMENO 

È STATO FERMATO A CASERTA DAGLI UOMINI DELLO SCO E DELLA SQUADRA MOBILE

(ANSA) - E' stato preso dalla Polizia il quarto appartenente alla banda che ha aggredito nella loro villa a Lanciano, in provincia di Chieti, i coniugi Martelli. L'uomo, un romeno, è stato arrestato dagli uomini dello Sco e della squadra mobile a Caserta.

Fonte: qui


ECCO CHI È IL QUARTO ROMENO DELLA BANDA DI LANCIANO 

ARRESTATO MENTRE VENDEVA UN OROLOGIO, FORSE PARTE DELLA REFURTIVA: ALEXANDER BOGADAN COLTENAU HA 26 ANNI ED È L’UNICO NON INCENSURATO DEI QUATTRO CHE HANNO MUTILATO NIVA BAZZAN

 I PRIMI TRE ARRESTATI VIVEVANO DA UN ANNO A LANCIANO, AVEVANO UN LAVORO STABILE ED ERANO "INTEGRATI"  (FIGURATI SE NON LO ERANO...)

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Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”

alexander bogadan coltenauALEXANDER BOGADAN COLTENAU
È stato preso vicino allo stadio di Casal di Principe (Caserta), mentre vendeva un orologio, forse parte della refurtiva dell' ultimo colpo. Gli uomini dello Sco della polizia ne avevano già tracciato gli spostamenti in zona e quando hanno ricevuto la segnalazione di un informatore sulla sua effettiva presenza hanno allertato il commissariato di zona. Dopo una breve fuga a piedi anche il quarto uomo della banda che ha rapinato e pestato selvaggiamente i coniugi Martelli a Lanciano è stato posto in stato di fermo.

Il 69enne chirurgo in pensione dimesso ieri dall' ospedale lo ha riconosciuto in foto, fornendo l' ultima conferma agli investigatori. Si tratta di Alexander Bogadan Coltenau, 26 anni, alle spalle già una vecchia rapina nel frusinate (da cui la foto segnaletica).

alexander bogadan coltenau 2ALEXANDER BOGADAN COLTENAU
È l' unico non incensurato e non è imparentato con gli altri tre. Viene descritto come semplice complice e non capo della banda come si era inizialmente pensato. Esclusa anche la presenza di una donna.

alexander bogadan coltenau 1ALEXANDER BOGADAN COLTENAU










In attesa della convalida del fermo da parte del giudice, resta l' impressione di trovarsi di fronte a una banda «anomala». I primi tre arrestati, Costantin Aurel Turlica, 22 anni, il fratello Ion Cosmi, 20 anni, e il cugino Aurel Rusel, 25, da un anno vivono a Lanciano, con un lavoro stabile come muratori o giardinieri, e parlano un perfetto italiano.
carlo martelli in ospedale 4CARLO MARTELLI IN OSPEDALE

Integrati a tutti gli effetti e lontani dal profilo tipico dei predatori di ville. Le fotografie sui social li ritraggono al bar o in spiaggia come dei comuni ventenni. Sono accusati di sequestro di persona, lesioni gravissime, rapina pluriaggravata.

la banda che ha assaltato la villa di lancianoLA BANDA CHE HA ASSALTATO LA VILLA DI LANCIANO









Anche all' indomani dell' ultimo colpo sono stati visti sotto il covo-abitazione di corso Roma, in pieno centro, senza che questo destasse sospetti. Quello che i tre non sapevano è che nel bar lì vicino gli agenti della mobile di Chieti ne tenevano sotto controllo gli spostamenti e indagavano su quella Golf nera che il gps collocava nella zona della rapina.

carlo martelli e niva bazzanCARLO MARTELLI E NIVA BAZZAN





Non abbastanza però per procedere al fermo senza il rischio che i sospettati tornassero in libertà per mancanza di prove. Così, quando poi l' auto è finita fuori strada due sere fa, una pattuglia in borghese del gruppo radio mobile l' ha raggiunta fingendo di prestare soccorso e ha condotto i tre in commissariato per accertamenti. A bordo c' erano le valigie e due di loro erano nascosti a bordo strada.
RAPINA A LANCIANO - NIVA BAZZANRAPINA A LANCIANO - NIVA BAZZAN

«Un lavoro svolto in soli quattro giorni, grazie alla collaborazione tra polizia e carabinieri» sottolinea il procuratore Mirvana Di Serio. Il colonnello Florimondo Forleo, comandante provinciale dei carabinieri di Chieti, e il questore Ruggiero Borzacchiello ribadiscono che il controllo del territorio è sempre alto.

L' indagine è una felice sintesi di vecchi metodi e nuove tecnologie usate dagli esperti del cosiddetto «moving team» dello Sco di Roma. La tecnologia è stata fondamentale anche per individuare il quarto uomo.

carlo martelli in ospedale 2CARLO MARTELLI IN OSPEDALE 2
Una delle telecamere di sicurezza di Lanciano ha infatti ripreso parte del viso e mento dell' uomo: quelle immagini sono state inserite nel Sari - Sistema automatico riconoscimento immagini - che ha fornito un riscontro e confermato l' identità del romeno, che andava in giro con un documento falso.

Fonte: qui


ECCO CHI SONO I TRE ROMENI CHE HANNO ASSALTATO LA VILLA DI LANCIANO 

COSTANTIN AUREL TURLICA, IL FRATELLO ION E IL CUGINO AUREL RUSET HANNO RISCHIATO IL LINCIAGGIO: SONO LORO I MEMBRI DELLA BANDA CHE HA MUTILATO NIVA BAZZAN E MASSACRATO DI BOTTE CARLO MARTELLI 

FACEVANO I MURATORI E I GIARDINIERI DI GIORNO E I RAPINATORI DI NOTTE. CACCIA AL COMPLICE, MA IL DIRIGENTE DELLA POLIZIA: "NON È UN PUGLIESE(MA RUMENO PURE LUI)" 



RAPINA A LANCIANO, ECCO CHI SONO I TRE ARRESTATI :CACCIA AL QUARTO DELLA BANDA
Fulvio Fiano per www.corriere.it

RAPINA A LANCIANO - CARLO MARTELLIRAPINA A LANCIANO - CARLO MARTELLI
Hanno un volto i tre rapinatori che hanno messo a segno la brutale aggressione domenica scorsa a Lanciano, in Abruzzo, nella villa del chirurgo Carlo Martelli, in cui alla moglie, Niva Bazzan, è stato tagliato il lobo di un orecchio. In manette sono finiti tre romeni, due fratelli Costantin Aurel Turlica, 22 anni e Ion Cosmin Turlica, 20, e il loro cugino Aurel Ruset, 25 anni. I tre stavano per scappare con l’auto usata per l’assalto alla villa dei due coniugi: «Avevano ripulito la loro abitazione e si allontanavano con i loro effetti personali. Sussistono gravi indizi di colpevolezza» ha detto il procuratore di Lanciano Mirvana Di Serio a commento della rapina subita in casa domenica scorsa dai coniugi Martelli. Le ricerche sono incentrate per l’individuazione del quarto bandito, presunto capo della banda, l’uomo che avrebbe mutilato un orecchio alla moglie del chirurgo Matelli.

La Golf nera
costantin aurel turlica ion cosmi turlica e aurel ruselCOSTANTIN AUREL TURLICA ION COSMI TURLICA E AUREL RUSEL
Da un anno erano residenti nel covo di corso Roma. Facevano i muratori e i giardinieri, parlano un perfetto italiano e insospettabilmente rapinavano ville nelle sere più buie. Il profilo dei tre romeni fermati per la selvaggia irruzione in casa dei coniugi Martelli ha sorpreso anche gli inquirenti, che dopo averli “agganciati” grazie alla loro golf nera vista sul luogo del colpo li ha continuamente monitorati in questi giorni fino al fermo di mercoledì all’alba.

L’accelerata
Un’operazione complessa che ha avuto una necessaria “accelerata” quando tre di loro sono finiti fuori strada. La pattuglia del radiomobile in borghese inviata sul posto li ha trovati nascosti a bordo strada con le valigie a bordo. Erano in fuga ma la corsa contro il tempo è diventata quella di polizia e carabinieri per fissare gli elementi necessari a sostenere il fermo che ora andrà convalidato dal gip.
costantin aurel turlica ion cosmi turlica e aurel rusel 1COSTANTIN AUREL TURLICA ION COSMI TURLICA E AUREL RUSEL 

Si cerca un altro rumeno di 26 anni
Nella conferma stampa congiunta con il capo della procura frentana, Mirvana Di Serio, il comandante provinciale dell’Arma Florimondo Forleo, il questore Ruggiero Borzacchiello, Alfredo Fabbrocino dello Sco di Roma e il commissariato locale hanno chiarito anche alcuni passaggi finora non chiari. Non c’è un italiano nella banda: il complice che ancora si cerca è un altro romeno di 26 anni. Escluso anche il coinvolgimento di una donna.

I coniugi ancora in ospedale
ASSALTO IN UNA VILLA A LANCIANO - NIVA BAZZANASSALTO IN UNA VILLA A LANCIANO - NIVA BAZZAN
Intanto Niva Bazzan, ex infermiera, martedì è stata sottoposta a una coronarografia perché si pensava che potesse aver avuto un principio di infarto durante la rapina; l’esame, ha dato esito negativo e presto sarà dimessa. Il marito, invece, dovrebbe restare ricoverato in ospedale ancora qualche giorno. Alla notizia degli arresti, il chirurgo aggredito, ha commentato: «Ora sono più sereno, voglio tornare al più presto alla normalità».

LANCIANO, UNO DEI TRE ROMENI ARRESTATI HA RISCHIATO IL LINCIAGGIO
carlo martelli in ospedale 4CARLO MARTELLI IN OSPEDALE 
Ha rischiato il linciaggio da parte della folla inferocita uno dei tre arrestati romeni atteso per ore a Lanciano (Chieti) nella palazzina dove ieri è stato fermato dalla polizia su corso Roma in centro a Lanciano e da dove è stato condotto dagli agenti in commissariato.

Urla e pugni contro la vettura che lo accompagnava in commissariato con il volto coperto da un cappuccio grigio. Lunga l'attività investigativa da parte degli inquirenti che avrebbero riscontrato particolari che ricondurrebbero alla rapina.
la banda che ha assaltato la villa di lancianoLA BANDA CHE HA ASSALTATO LA VILLA DI LANCIANO


La banda di romeni che avrebbe rapinato nella loro villa la famiglia Martelli domenica notte sarà portata in carcere a Lanciano. Sotto la palazzina in corso Roma gli uomini della scientifica hanno svolto l'attività investigativa e ora si cerca il capo della banda: un italiano che sarebbe riuscito a scappare insieme con una donna anche lei romena che avrebbe preso in affitto l'appartamento, un sottotetto di pochi metri quadrati.

IL DIRIGENTE DELLA POLIZIA ALFREDO FABBROCINI: "IL QUARTO UOMO DELLA RAPINA A LANCIANO NON È PUGLIESE"


alfredo fabbrociniALFREDO FABBROCINI





"Il quarto uomo è romeno? Mai detto che é romeno, ma certamente non è pugliese, per di più i tre fermati ieri parlano benissimo l'italiano".

Erano state le vittime delle altre rapine a indicare come capo della banda che ha terrorizzato il Lancianese un uomo che parlava con l'accento pugliese ma Alfredo Fabbrocini, primo dirigente dello Sco della Polizia durante la conferenza stampa a Lanciano ha, di fatto, sconfessato i testimoni, smontando la pista dell'italiano. Ha anche spiegato che nell'inchiesta non c'è una donna.

Fonte: qui

LEONARDO-FINMECCANICA, INSIEME A BOEING, PORTA A CASA UNA COMMESSA DA 2,4 MILIARDI DI DOLLARI (LA FETTA PER IL GRUPPO ITALIANO E’ DI 1 MILIARDO)


PER UNA FORNITURA DI 84 ELICOTTERI MILITARI ALLA US AIR FORCE 

I MEZZI, CHE SARANNO PRONTI DAL 2021, VERRANNO ASSEMBLATI NELLO STABILIMENTO LEONARDO DI PHILADELPHIA

Sofia Fraschini per “il Giornale”

alessandro profumoALESSANDRO PROFUMO
Leonardo fa il suo esordio nel mercato degli elicotteri militari americani con una commessa da 2,4 miliardi di dollari. Un super contratto che potrebbe invertire la rotta ascendente di una divisione che, negli ultimi anni, è stata motivo di crisi e preoccupazione per il gruppo.
Il committente d' eccellenza è l' Us Air Force. E il colpo è di quelli che fanno la differenza sui conti di fine anno.

L'ex Finmeccanica, in coppia con Boeing in qualità di capofila, porta a casa una maxi gara (la quota parte di Leonardo è di un miliardo di dollari) per fornire fino a 84 elicotteri che andranno a sostituire i vecchi Bell Huey, celebri per essere stati una delle icone della guerra del Vietnam: in particolare è stato scelto il modello MH-139, che si basa sull' AW139 di Leonardo, e i velivoli saranno destinati alla protezione delle basi dei missili balistici intercontinentali e al trasporto di personale governativo e delle forze speciali.
ALESSANDRO PROFUMO E ROBERTA PINOTTIALESSANDRO PROFUMO E ROBERTA PINOTTI

I mezzi, che saranno pronti dal 2021, verranno assemblati nello stabilimento Leonardo di Philadelphia, mentre altre componenti saranno integrate da Boeing, sempre in Pennsylvania. Il modello di base, l' AW139, viene considerato un gioiellino della difesa italiana: al momento ce ne sono oltre 900 in servizio e, di questi, 260, sono gli esemplari prodotti dallo stabilimento americano del gruppo.

Una commessa che premia, dunque, la strategia di Leonardo di voler puntare Oltreoceano dove la società ha fatto investimenti per oltre 120 milioni di dollari. E dove, a breve, sarà di nuovo in gara per l' aeronautica militare nell' ambito del programma T-X, il fornitore di jet per addestratori: 350 aerei del valore compreso fra 7 e 16 miliardi di dollari.
leonardo finmeccanicaLEONARDO FINMECCANICA

«La scelta dell' MH-139 riconosce in Leonardo un partner forte, affidabile e in grado di assicurare un contributo industriale solido e costante negli Usa dove abbiamo diverse attività produttive» ha commentato l' ad Alessandro Profumo. A lui è stato affidato il compito di risollevare le sorti del gruppo dopo la cura Moretti, riuscita a metà. Il tallone d' Achille di piazza Montegrappa era, e resta, proprio la divisione elicotteri.

A causa di problemi di programmazione e di questioni tecniche, negli ultimi anni, le commesse «in volo» sono andate assottigliandosi. Una bomba che è esplosa con i conti del quarto trimestre 2017, i primi di novembre di un anno fa, causando il profit warning che ha innescato la caduta del titolo. Da allora Profumo ha presentato un nuovo piano e lavorato molto sul fronte internazionale portando a casa diversi contratti.
boeingBOEING

Quello di ieri vale, per Banca Akros, «il 7,5% degli obiettivi 2018 (14 miliardi)» e opziona di fatto il raggiungimento degli obiettivi annuali. «Inoltre, anche se l' area Aerostructure non fa ancora utili e il pareggio è atteso alla fine del piano 2018-2022, la commessa Usa apre le porte di un mercato strategico». Anche per questo, Akros ricorda che il titolo tratta a sconto rispetto ai concorrenti europei, ovvero 8,3 volte l' utile netto atteso per il 2019, mentre Bae e Thalés viaggiano, rispettivamente, a 13,3 e 18,7 volte.

elicotteri italiani in iraqELICOTTERI ITALIANI IN IRAQ
I broker calcolano che, se si valutasse Leonardo con gli stessi parametri, si arriverebbe a un prezzo di Borsa che supera i 17 euro. Un balzo potenziale per il titolo che ieri ha chiuso la seduta in rialzo del 2,39% a 10,7 euro grazie alla commessa e sulla scia delle novità di governance giudicate positive dagli analisti: le dimissioni, attese a breve, del responsabile di Leonardo Infrastructure, Alessio Facondo, vanno ad aggiungersi alla lista di top manager che il ceo Profumo ha cambiato nel corso dell' ultimo anno per imprimere la propria svolta strategica.

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L'EX PADRINO DI FORCELLA, LUIGI GIULIANO, HA DECISO DI RACCONTARE I SEGRETI DELLA CAMORRA IN UN LIBRO SCRITTO COL GIORNALISTA SIMONE DI MEO


QUARANT'ANNI DI SEGRETI, MISTERI E INTRIGHI: DALL'ARRIVO DI MARADONA A NAPOLI FINO AI RAPPORTI CON GIGI D'ALESSIO E I NEOMELODICI, DALLA GUERRA CONTRO I CUTOLIANI AL CONTRABBANDO DI SIGARETTE 





LUIGI GIULIANOLUIGI GIULIANO
Ha deciso di rompere il silenzio che lo accompagna dagli inizi del Duemila e di raccontare quarant'anni di storie, intrighi, misteri e segreti l'ex capo dei capi della camorra napoletana. È impegnato su tre fronti Luigi Giuliano, quello che un tempo era chiamato 'o rre di Forcella. Sta lavorando infatti a un libro di memorie scritto insieme al giornalista Simone Di Meo, a una biografia musicale in coppia col musicista Ludovico Piccinini, e a una sceneggiatura per un film, con la collaborazione dell'attore Edoardo Velo.

SIMONE DI MEOSIMONE DI MEO








«Dall'arrivo di Diego Armando Maradona a Napoli, al secondo e chiacchieratissimo scudetto perso dagli azzurri, nelle ultimissime giornate del campionato 1987-1988, fino ai rapporti con Gigi D'Alessio e altri importanti neomelodici, alla guerra contro la Nco di Raffaele Cutolo, all'epoca del contrabbando di sigarette – spiega Di Meo a Dagospia – i ricordi di Giuliano, oggi uomo libero dopo aver deciso di collaborare con la magistratura, spaziano dal Dopoguerra fino ai giorni nostri e intrecciano incredibili vicende personali con i grandi avvenimenti accaduti nella città di Napoli». Per ora, Giuliano è tornato al suo primo amore rilasciando, su YouTube, la canzone «Era di notte». 

MARADONA E IL BOSS LUIGI GIULIANOMARADONA E IL BOSS LUIGI GIULIANO

LA MUMMIA OTZI AVEVA UNA SERIE DI ACCIACCHI, MA POTEVA CONTARE SU UN SISTEMA SANITARIO SOFISTICATO


OLTRE AD ALCUNI RIMEDI MEDICINALI, I 61 TATUAGGI SI TROVAVANO IN CORRISPONDENZA DEI PUNTI "CLASSICI" TRATTATI CON L'AGOPUNTURA…




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Prima di morire, gravemente ferito da una freccia, Ötzi aveva già alcuni acciacchi di salute: denti malandati, una brutta gastrite, forse una forma di artrosi. C'era però chi si era preso cura di lui: secondo un recente studio, le erbe e i tatuaggi trovati sulla Mummia del Similaun sarebbero riconducibili a un'antica e consolidata tradizione medicinale.

Già 5.300 anni fa la cultura di appartenenza del pastore venuto dai ghiacci poteva contare su un "sistema sanitario" piuttosto sofisticato. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sull'International Journal of Paleopathology.

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CARTELLA CLINICA. Il team guidato dai ricercatori dell'Accademia Europea di Bolzano (Eurac) ha fatto il punto sui principali problemi di salute dell'uomo, inclusi i dolori articolari, i problemi gastrointestinali e le calcificazioni nelle arterie, e li ha messi a confronto con la posizione e il numero di tatuaggi (quelli sul corpo di Ötzi sono ben 61).

L'ipotesi che l'uomo avesse dimestichezza con alcuni rimedi medicinali non è nuova. Studi passati avevano individuato nelle cinture di pelle che gli facevano da marsupio, tracce di un fungo (Fomitopsis betulina) dalle proprietà antibiotiche e antinfiammatorie. Allo stesso modo, le felci ritrovate nel suo stomaco, tra i resti del suo ultimo pasto, erano forse usate per combattere i parassiti intestinali.
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Ma non è tutto. Le caratteristiche dei 61 tatuaggi, alcuni dei quali puntiformi e distribuiti attorno alle articolazioni, aveva portato a ipotizzare che sulla pelle di Ötzi fosse stato eseguito un trattamento paragonabile a una forma primitiva di agopuntura.

MEDICI-TATUATORI. Un riesame dei punti in cui i tatuaggi sono distribuiti (per esempio su polsi e caviglie, alla base della colonna vertebrale o dietro al ginocchio) conferma che molti si trovavano in corrispondenza dei punti "classici" trattati con l'agopuntura. Alcuni di essi dovevano aver richiesto una preparazione lunga e sofisticata.
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Questi particolari, insieme alle altre tracce di cure mediche, fanno pensare che Ötzi appartenesse a una cultura in cui questi trattamenti erano più frequenti e diffusi di quanto si pensasse, e in cui i segreti dei "successi terapeutici" erano trasmessi tra generazioni.
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Forse, già nelle Alpi dell'Età del Rame si tramandavano alcuni rudimenti di anatomia, si riconoscevano i sintomi di alcune comuni malattie e si provava ad alleviarli. Con quali risultati, non si sa.

Fonte: qui

GLI INTRECCI CHE LEGANO IL SOTTOBOSCO NEONAZI ALL’EX CAPO DEI SERVIZI SEGRETI MAASSEN E AL MINISTRO SEEHOFER



GLI SCONTRI CON LA MERKEL SULL’ACCOGLIENZA, GLI INCONTRI CON LA LEADER DI AFD (PARTITO CHE FA IL PIENO DI ISCRITTI TRA AGENTI DI POLIZIA E SOLDATI) 

E POI IL CORTEO DI CHEMNITZ E LE SOFFIATE DEGLI 007 CHE HANNO PASSATO AI DIRIGENTI DELL’ULTRADESTRA INFORMAZIONI SENSIBILI SUL TERRORISMO ISLAMICO PER…

Barbara Ciolli per www.lettera43.it

manifestazione estrema destra germania chemnitzMANIFESTAZIONE ESTREMA DESTRA GERMANIA CHEMNITZ
L'estrema destra in Germania è una bomba a orologeria, non soltanto per la fragile terza Grande coalizione di Angela Merkel ma per l'intero Paese. I fatti inequivocabili di Chemnitz, nell'Est, hanno dimostrato quanta presa crescente possano avere tra la popolazione, in certe aeree, nuovi e vecchi movimenti xenofobi.

Ma il fatto più grave, a pochi giorni dalla caccia agli immigrati e dalle affollate manifestazioni neonazi nella cittadina, sono i legami ripetuti che stanno emergendo tra il sottobosco di gruppi, per Costituzione vietati dal Secondo dopoguerra, e l'apparato istituzionale delle forze dell'ordine, dell'intelligence e della magistratura tedesche.

L'ultimo scandalo di simili opacità, che fa vacillare l'esecutivo Merkel, è il declassamento dell'imbarazzante ex capo dei Servizi segreti interni (Bfs) Hans-Georg Maaßen ad advisor dell'altrettanto imbarazzante ministro degli Interni, e leader bavarese, Horst Seehofer. Il Matteo Salvini tedesco, o quasi.
hans georg maassenHANS GEORG MAASSEN

L'AVVERSITÀ NEI CONFRONTI DEGLI IMMIGRATI
Ai vertici del Bfs dal 2012, quando fu necessario un ricambio per tacitare le accuse di negligenza e i sospetti di insabbiamento dell'intelligence tedesca sugli omicidi commessi per anni e anni dalle cellule clandestine di estrema destra Nsu con un covo proprio a Chemnitz, Maaßen era finito in un vortice di attacchi per aver messo fortemente in dubbio, in un'intervista al tabloid die Bild di questo settembre, l'autenticità di un video sulle violenze di Chemnitz contro gli stranieri, da parte di gruppi xenofobi.

merkel chemintzMERKEL CHEMINTZ
Ma il capo degli 007 tedeschi era già spiccato, nel 2015, per aver criticato l'apertura della cancelliera Merkel a quasi un milione di richiedenti asilo della rotta balcanica, verso la Germania. E nel 2002, da allora funzionario del Ministero dell'Interno, per non voler rimpatriare un detenuto turco, nato e cresciuto in Germania dove era legalmente residente, ingiustamente rinchiuso e torturato dagli americani nel campo di Guantanamo.

GLI SCONTRI TRA MERKEL E MAASSEN
hans georg maassen e angela merkelHANS GEORG MAASSEN E ANGELA MERKEL
Sia l'intelligence Usa sia la tedesca avevano concluso che le accuse contro il detenuto Murat Kurnaz (rilasciato infine nel 2006 e rientrato in Germania dalla famiglia dopo anni di pressioni diplomatiche agli Usa da parte anche della stessa Merkel) erano infondate.

Ma Maaßen si appigliava al «permesso di residenza scaduto», un comportamento bollato allora come «disumano» anche dai vertici del ministero della Giustizia. La contrapposizione tra Merkel e Maaßen si è riproposta questo 2018: il filmato contestato dal medesimo era stato in precedenza giudicato più che attendibile dagli advisor della cancelliera, che infatti vi aveva fatto riferimento giorni prima proprio per condannare le violenze razziste di Chemnitz.

MAASSEN SEEHOFERMAASSEN SEEHOFER
Con la polemica dell'intervista negazionista, le indiscrezioni di altri media come il magazine der Spiegel hanno portato alla luce i contatti di Maaßen anche con il movimento di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD). Maassen ha avuto centinaia di contatti informali con i partiti. Con l'estrema destra di Afd anche prima che entrasse in parlamento

GLI INCONTRI DI AFD CON MAASSEN
Per il suo lavoro, l'ex capo dei servizi interni è risultato aver avuto più di 230 contatti informali con politici, cinque dei quali con esponenti di AfD. Il punto è che lo ha fatto anche prima che il partito, con l'exploit alle elezioni del 2017, entrasse in parlamento.

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Nel 2015 il movimento populista e con esponenti nostalgici del Terzo Reich era ancora ostracizzato dalla maggioranza dei tedeschi e dagli stessi partiti tradizionali, che hanno vissuto come uno choc l'ingresso dei deputati di AfD tra al Bundestag: nessun partito voleva sedersi accanto a loro all'apertura della nuova legislatura, nello scaricabarile i liberali della Fdp hanno dovuto fare buon viso a cattiva sorte.

Eppure, tre anni fa, Maaßen già si era incontrato due volte con l'allora leader del movimento, Frauke Petry. E nel mezzo ci sarebbe stata una visita del capo del Bfs al ministero dell'Interno regionale della Saarland che stava valutando di far attenzionare esponenti di AfD dai servizi.

SALVINI SEEHOFERSALVINI SEEHOFER
LE SOFFIATE DEGLI 007 ALL'ESTREMA DESTRA
Non soltanto, in questi anni, sarebbero stati passati ai dirigenti di AfD, come probabilmente ad altri partiti, rapporti dell'intelligence sul pericolo del terrorismo islamico, prima della loro diffusione.

In tedesco i servizi segreti interni sono chiamati di Bundesverfassungsdiest, di difesa della costituzione: il loro compito è proteggere l'ordinamento democratico da attacchi e minacce eversive, anche e, soprattutto in passato, da parte di formazioni interne di estremisti.

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L'obiettivo degli abboccamenti tra AfD e Maaßen sarebbe stato proprio orientare l'intelligence interna a essere più indulgente verso le forze politiche della destra radicale, concentrandosi viceversa a monitorare i movimenti della sinistra radicale extraparlamentare, oltre che sui gruppi religiosi islamici. In cambio, AfD si sarebbe impegnata a tenersi – almeno di facciata – alla larga da gruppi dichiaratamente revisionisti del nazismo.

IL RECORD DI ISCRITTI DELLE FORZE DELL'ORDINE IN AFD
FRAUKE PETRYFRAUKE PETRY

L'etichetta di partito neonazista era una delle massime preoccupazioni di Petry, uscita infine da AfD proprio per la deriva, a suo dire, «nella destra troppo estrema». Da allora Maaßen aveva continuato a coltivare rapporti con i leader successivi di AfD, che, come riportato da Lettera43.it, alla tornata delle Legislative del 2017 ha avuto il record tra candidati e iscritti giudici e procuratori, agenti della polizia e soldati dell'esercito in congedo o in sospensiva.

In Germania – e non solo – l'estrema destra miete consensi negli ambienti delle forze dell'ordine, della sicurezza e della magistratura. L'ennesima conferma degli intrecci era stata, durante le calde manifestazioni di Chemnitz, l'allontanamento di una troupe televisiva tra un corteo xenofobo da parte di agenti della polizia, chiamati a intervenire da un loro collaboratore del sottobosco neonazi.

LA MONTATURA DEI SOLDATI NEO-NAZI CONTRO I MIGRANTI
FRAUKE PETRYFRAUKE PETRY
Altri gravi scandali hanno di recente segnato l'apparato militare della Germania, divisa e smilitarizzata dopo la disfatta di Hitler. Nel 2017, in risposta a un'interpellanza parlamentare della sinistra radicale (Linke), il ministero della Difesa ha confermato oltre 430 soldati indagati per sospetta appartenenza o sostegno a gruppi xenofobi, alcune delle frasi trapelate dalle intercettazioni («spariamo ai negri fino a fargli saltare le teste») da parte del contingente in partenza per il Mali sono scioccanti.

Nell'intervista incediaria, Maaßen aveva lasciato intendere di sospettare montature dell'estrema sinistra o di chi è vicino ai richiedenti asilo sul filmati di Chemnitz, ma è certo invece, almeno in un'altra occasione, il contrario: sempre nel 2017, un soldato tedesco è stato scoperto a spacciarsi per un rifugiato in un centro-profughi in Germania; il piano, concepito con altri commilitoni di estrema destra, prevedeva falsi attentati da addossare agli immigrati.

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Il ministro dell'Interno tedesco la pensa come l'ex capo dell'intelligence e lo ha protetto fino all'ultimo

LE ELEZIONI DEL PRIMO OTTOBRE IN BAVIERA
Durante la perquisizione, in mano al soldato neonazi sbucò anche una lista di target istituzionali da colpire, incluso il capo dello Stato. L'opposizione della Linke e dei Verdi hanno più volte richiamato il governo alla mano più dura contro queste frange.

sebastian kurz horst seehofer 6SEBASTIAN KURZ HORST SEEHOFER



Ma Merkel, che si è battuta invano per la messa fuorilegge del partito neonazista Npd – mai entrato in parlamento al contrario di AfD –, e la stessa ministra della Difesa Ursula von der Leyen, che ha duramente condannato le simpatie neonaziste nella Bundeswehr, possono poco: con i militari in questione, non di rado i comandi chiudono un occhio e AfD è ormai un partito integrato nella politica e nelle istituzioni democratiche.

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Con le delicate elezioni regionali in Baviera del primo ottobre 2018 alle porte, la cancelliera ha ancor più le mani legate: l'ex governatore del Land Seehofer, che la pensa come Maaßen proteggendolo fino all'ultimo, è l'ago della bilancia e può staccare la spina alla Grande coalizione.

Fonte: qui