IL VERTICE EUROPEO INVECE DI FAR ABBASSARE LE PENNE AL SULTANO CON SANZIONI, APRE IL PORTAFOGLIO: TERZA TRANCHE DI “AIUTI” DOPO I 6 MILIARDI GIÀ SALDATI…
ANKARA CONTRO LA LINEA DURA ITALIANA: "RELAZIONI A RISCHIO"
Marco Ansaldo per “la Repubblica”
Giuseppe Conte litiga per più di un' ora al telefono con Erdogan, il Sultano conclude con Trump una "finzione di intesa" (copyright Nancy Pelosi) sulla pelle dei curdi in Siria, e l' Europa si prepara a elargire alla Turchia un nuovo miliardo tondo tondo per i profughi.
La mattina dopo l' accordo che partorisce una tregua ancora fragile - per tutta la giornata si è sparato a nord, con un elicottero turco abbattuto - il vertice europeo ha partorito nuove misure per Ankara. Non sanzioni, ma il loro esatto opposto. Aprendo la strada a una terza tranche dopo i 6 miliardi già saldati.
Con una formulazione inserita su spinta tedesca. Il nuovo miliardo di euro (Erdogan ne ha chiesti informalmente tre), verrà accordato a fine anno o inizio 2020. Tutto questo mentre il Sultano intima: «Alla fine delle 120 ore di tregua, l' operazione Fonte di pace continuerà in modo più determinato se gli Usa non manterranno le promesse» di evacuare le milizie curde.
Se allora " pacta sunt servanda", e i 6 miliardi firmati sono già stati versati per oltre il 90%, il timing di questa ennesima elargizione arriva in un momento incredibilmente infelice. Il solo leader che sembra mantenere un minimo di lucidità appare il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk: «Questo non è un cessate il fuoco, ma una richiesta di capitolazione dei curdi». «Dobbiamo essere coerenti - insiste - Ribadiamo il nostro invito a cessare l' azione militare immediatamente e rispettare le leggi umanitarie. E questo non è il risultato dell' accordo tra Mike Pence e Erdogan».
A restare sola su una linea ferma contro Ankara, per una volta, è l'Italia. Lo conferma un altro dettaglio: l' esclusione di Conte ieri dal pranzo fra Macron, Merkel, Sanchez e altri leader con Ursula von der Leyen, Il presidente francese ha anzi annunciato che con Merkel e Johnson incontrerà Erdogan «per dare coerenza alla posizione degli europei sulla Nato». Conte e Roma ancora esclusi.
L' evidente scarto dell' Italia rispetto ai partner non è sfuggito a un' ambasciata attenta come quella turca. E ieri il suo numero uno, il diplomatico Murat Salim Esenli, si è lanciato in un' intemerata: «Alcuni leader politici italiani della maggioranza hanno usato la foto di una bambina, vittima di un attacco chimico del regime siriano, per criticare la Turchia. Sono caduti vittima della propaganda. Questo non ha niente a che fare con la verità». Sono seguiti velati avvertimenti: «Il danno alle relazioni bilaterali fra Italia e Turchia potrebbe avere conseguenze negative».
Su temi come l' informazione e la propaganda l' attuale diplomazia turca, un tempo molto rispettata nel mondo e considerata di prim' ordine, ha sicuramente una lunga esperienza, affinata negli ultimi anni. Le disposizioni notoriamente "liberali" di Ankara sui giornalisti, locali e stranieri, del resto, lo dimostrano.
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