9 dicembre forconi: 11/27/18

martedì 27 novembre 2018

I VIRUS UCCIDONO IL DOPPIO DEGLI INCIDENTI STRADALI

E’ RECORD NEGATIVO IN EUROPA 

OGNI ANNO 530MILA PAZIENTI SUBISCONO INFEZIONI CHE DIVENTANO MORTALI PER 7800 PERSONE 

"IL PROBLEMA SONO I BATTERI E L’IGIENE DEI MEDICI..."

MELANIA RIZZOLI per Libero Quotidiano
Ogni anno sono circa 33mila nell' Unione Europea le persone che muoiono per infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, la maggior parte contratte in ospedale, e circa un terzo di questi decessi avviene nel nostro Paese, dove la probabilità di infettarsi durante un ricovero ospedaliero è del 6 per cento. Il Centro Europeo Malattie Infettive (ECDC) ha stimato 530mila casi ogni anno di questi contagi, con oltre 7.800 decessi, pari al doppio delle morti legate agli incidenti stradali.
Una strage silenziosa, che ha classificato l' Italia all' ultimo posto in Europa, una maglia nera che non meritavamo. Le infezioni ospedaliere sono la complicanza più frequente e più grave dell' assistenza sanitaria, e sono quelle che insorgono durante il ricovero in ospedale o subito dopo le dimissioni del paziente, che al momento dell' ingresso non erano clinicamente manifeste, né erano in incubazione. Esse sono l' effetto della progressiva introduzione di nuove tecnologie sanitarie, che, se da una parte garantiscono la sopravvivenza di malati ad alto rischio di infezioni, dall' altra consentono l' ingresso di microorganismi in sedi corporee normalmente sterili.
Il fattore cruciale di questo tipo di infezioni è rappresentanto dall' aumento esponenziale di ceppi batterici resistenti agli antibiotici, visto il largo uso di questi farmaci a scopo profilattico o terapeutico, ed anche il graduale aumento dei fattori di rischio specifici, come l' uso ormai inevitabile dei cateterismi per le indagini vascolari e cardiache o degli endoscopi per il tratto gastro-intestinale o urinario, che costituiscono sistemi invasivi che spesso veicolano anche i batteri.
GRAVI PATOLOGIE Le infezioni ospedaliere non colpiscono i medici che quotidianamente sono a contatto con questi agenti patogeni altamente infettanti, né il personale sanitario, gli assistenti volontari o i tirocinanti, perché le persone a rischio di contrarre questo tipo di infezione sono i pazienti ricoverati per gravi patologie, quindi immunologicamente depressi o con altre gravi malattie concomitanti, come tumori, diabete, anemie, cardiopatie, insufficienza renale o polmonare, o coloro che sono in attesa o hanno subìto un trapianto d' organo o di midollo, oppure i degenti ricoverati nelle terapie intensive dopo un intervento chirurgico.
La maggior parte dei batteri però viene veicolata al paziente da un operatore sanitario, ed è stato calcolato che il lavaggio frequente delle mani in ambito ospedaliero è in grado di prevenire più del 25% delle infezioni.
Il contagio avviene per via diretta tramite un veicolo contaminato (cibo, sangue, liquidi di infusione, disinfettanti), per via indiretta attraverso un endoscopio od uno strumento chirurgico, oppure per via aerea, a causa di microorganismi che sopravvivono nell' aria e vengono trasmessi a distanza (tosse, starnuti) ed inalati.
Tutti i pazienti ricoverati sono potenzialmente a rischio di infezione ospedaliera, ma i soggetti ricoverati nelle unità di cura intensiva, quindi quelli più gravi, hanno il rischio più alto, ed il 70% dei batteri coinvolti nel contagio sono resistenti ai comuni antibiotici. L' 80% di tutte le infezioni ospedaliere riguarda quattro sedi principali: il tratto urinario, l' apparato respiratorio, le ferite chirurgiche e le setticemie, e negli ultimi anni si sta assistendo ad un aumento delle batteriemie e delle polmoniti.
ospedale medici barellaOSPEDALE MEDICI BARELLA
QUALITÀ DELL' ASSISTENZA Non tutte le infezioni ospedaliere sono prevenibili, ma è opportuno sorvegliare selettivamente quelle che sono attribuibili a problemi nella qualità dell' assistenza, con l' adozione di misure più sicure, che garantiscano le maggiori condizioni asettiche. Purtroppo per evitare questo rischio fatale, e per diminuire la proliferazione di batteri multi resistenti che provocano setticemie letali, è necessario rivedere e riconsiderare l' uso spesso inappropriato di antibiotici a largo spettro, molto potenti, che spesso vengono somministrati per patogeni che potrebbero essere curati con molecole più comuni, con tempi e dosaggi minori.
Il Piano Nazionale di contrasto all' antibiotico -resistenza (Pncar) 2017-2020, a cura del Ministero della Salute, ha emesso linee guida e programmi con corrette pratiche di prevenzione, che potrebbero ridurre del 20/30% questo rischio nel percorso ospedaliero, concorrendo a migliorare anche l' impatto economico sul SSN, considerato che i costi di trattamento di una singola infezione pesano dai 5 ai 9mila euro a paziente.
Nel 2050 le infezioni batteriche causeranno circa 10milioni di morti all' anno, superando ampiamente i decessi per tumore (8,2milioni), per diabete (1,5milioni), o incidenti stradali (1,2milioni), a causa dell' antibiotico resistenza, una emergenza ormai internazionale.

INFEZIONI IN OSPEDALE: 7800 MORTI L' ANNO
ALESSANDRO GONZATO per Libero Quotidiano
I numeri gelano il sangue: in Italia, a causa di infezioni provocate da batteri resistenti agli antibiotici, muoiono 10.762 persone all' anno. Nel 72,4 per cento dei casi, che equivalgono a circa 7.800 pazienti, l' infezione è correlata all' assistenza ospedaliera.
Stando a quest' ultimo dato la media è di 21 decessi al giorno, quasi uno all' ora, quanto le morti per Aids, tubercolosi e influenza messe assieme, addirittura il doppio rispetto al numero delle vittime provocate dagli incidenti stradali. Nel nostro Paese, maglia nera di questa preoccupante classifica, la probabilità di contrarre un' infezione più o meno grave mentre siamo in cura in un ospedale è del 6 per cento: ogni anno i casi sono 530 mila e le cure per ogni singolo trattamento costano dai 5 ai 9 mila euro.
I dati, riferiti al 2015-2016 - gli ultimi disponibili - sono stati diffusi dal Centro Europeo Malattie Infettive (Ecdc) durante la settimana mondiale sull' uso consapevole degli antibiotici. In Europa sono 33mila le persone che ogni 12 mesi muoiono per infezioni da batteri resistenti agli antibiotici.
In Italia la situazione è dovuta soprattutto all' aumento del numero dei pazienti più fragili, ossia quelli con più di 65 anni, all' uso di sistemi sempre più invasivi per l' organismo come cateteri o endoscopi - portatori di batteri - e, denuncia l' Ecdc, per la scarsa adozione di strategie di prevenzione.
UTILIZZO SCORRETTO «Dobbiamo fare molto in questo campo» ci conferma il professor Silvio Brusaferro, ordinario di Igiene e Sanità Pubblica dell' Università di Udine e nel gruppo di ricerca del ministero della Salute. Da una parte, come evidenzia lo studio, le infezioni vengono contratte a causa dell' utilizzo scorretto degli strumenti medici.
Talvolta viene sottovalutata anche la più semplice norma igienica del lavaggio delle mani. Dall' altra - prosegue il professore - prima di ricorrere alle cure ospedaliere succede che facciamo un uso sbagliato degli antibiotici, ne prendiamo troppi, magari senza la prescrizione perché abbiamo avanzato dei blister in casa dalle volte precedenti, oppure sbagliamo i modi e i tempi, diciamo "Ma sì, mi è passato ormai, prendo una pastiglia in meno", ed è così che si sviluppano le resistenze».
ospedaleOSPEDALE
Analizzando i dati ancor più nel dettaglio vediamo che, in base a uno studio dell' Università di Torino sulle "infezioni correlate all' assistenza e sull' uso di antibiotici" effettuato su 28.157 pazienti distribuiti in 135 ospedali, il 41,6 per cento di questi era stato ricoverato nei reparti di specialità mediche, il 29,6 in specialità chirurgiche, il 4,7 in Terapia Intensiva, il 4,6 in Ginecologia e Ostetricia e il 3,9 in Pediatria.
Su 67 tipologie di patogeni identificati come responsabili delle infezioni, il più diffuso è l' Escherichia coli (13 per cento), seguito dal Klebsiella pneumoniae (10,4) e dallo Staphylococcus aureus (8,9). Gli antibiotici più utilizzati sono stati: Piperacillina e inibitori enzimatici (13,3 per cento), Ceftriaxone (10,3), Levofloxacina (8,4), Cefazolina (7,6) Amoxicillina e inibitori enzimatici (7,6).
CAMPAGNA AL VIA Per contrastare l' aumento delle infezioni correlate all' assistenza ospedaliera, "3M Salute", società specializzata nella cura della persona e nei prodotti per la salute, ha lanciato la campagna "Ospedale senza infezioni", che si propone di informare i cittadini con un programma condiviso con gli operatori sanitari.
«Siamo convinti che il nostro contributo non debba limitarsi a rendere disponibili tecnologie avanzate ma che debba andare oltre, migliorando le condizioni dei pazienti che affrontano, ad esempio, un intervento chirurgico o una terapia oncologica» afferma Patrizio Galletta, direttore finanziario di "3M". «Pazienti più informati e sicuri e personale sanitario aggiornato sulle migliori pratiche cliniche e sulle azioni più efficaci di prevenzione aiuteranno certamente a ridurre gli eventi avversi correlati alle infezioni ospedaliere».
ospedaliOSPEDALI

Il tema verrà trattato a Firenze da oggi fino a venerdì in occasione della tredicesima edizione del "Risk Forum Management in Sanità" al quale parteciperanno 1.540 relatori tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari e professionisti che si alterneranno in 130 sessioni scientifiche.
Fonte: qui

L’UCRAINA IMPONE LA LEGGE MARZIALE: TENSIONE ALLE STELLE PER LA ‘BATTAGLIA NAVALE’ NELLO STRETTO DI KERCH


SECONDO I SERVIZI DI MOSCA, LE NAVI DELLA MARINA UCRAINA SONO ENTRATE NELLE ACQUE TERRITORIALI DELLA RUSSIA SU ESPLICITE ISTRUZIONI DELLE AUTORITÀ DI KIEV E DUE AGENTI DELL'SBU, I SERVIZI DI SICUREZZA UCRAINI, ERANO A BORDO PER COORDINARE LA PROVOCAZIONE. 

PER IL CREMLINO ‘POROSHENKO AGISCE A FINI ELETTORALI’

UCRAINA: MOSCA, PROVOCAZIONI DI POROSHENKO A FINI ELETTORALI
battaglia navale nello stretto di kerch russia ucraina 3BATTAGLIA NAVALE NELLO STRETTO DI KERCH RUSSIA UCRAINA 
 (ANSA) - La "provocazione" nello stretto di Kerch suggerisce che il presidente ucraino Petro Poroshenko intende costruire la sua campagna elettorale intorno a "false minacce". Lo ha detto il segretario del Consiglio di Sicurezza russo Nikolai Patrushev in un'intervista. "La provocazione dimostra ancora una volta che Poroshenko non ha un chiaro programma elettorale e progetta di costruire la sua campagna solo su false minacce", ha detto Patrushev. "Dopo aver dichiarato la legge marziale e in parte limitato i diritti umani e le libertà, potrà decidere di annullare le elezioni presidenziali citando la necessità di proteggere il popolo ucraino", ha osservato, citato dalla Tass.

UCRAINA: 007 RUSSI, A BORDO NAVI FERMATE AGENTI SERVIZI KIEV
battaglia navale nello stretto di kerch russia ucraina 2BATTAGLIA NAVALE NELLO STRETTO DI KERCH RUSSIA UCRAINA
 (ANSA) - - Le navi della Marina ucraina sono entrate nelle acque territoriali della Russia su esplicite istruzioni delle autorità di Kiev e due agenti dell'Sbu, i servizi di sicurezza ucraini, erano a bordo per coordinare la provocazione. E' quanto sostiene l'Fsb, il servizio di sicurezza interno russo. Un militare ucraino, arrestato in seguito all'incidente nello stretto di Kerch, avrebbe poi confessato la natura "provocatoria" dell'incidente.

"Le richieste radio (dalle guardie di frontiera russe, ndr) sono state deliberatamente ignorate, c'erano armi e mitragliatrici a bordo: ero consapevole che si trattava di azioni provocatorie", ha dichiarato il comandante Vladimir Lesovoy, stando a quanto sostiene la Tass. Il capo dell'Sbu, Vassily Grizak, ha confermato a Interfax che a bordo delle navi fermate dai russi c'erano "collaboratori del dipartimento di controspionaggio del servizio" e uno di loro, un ufficiale, sarebbe stato "gravemente ferito".
battaglia navale nello stretto di kerch russia ucraina 1BATTAGLIA NAVALE NELLO STRETTO DI KERCH RUSSIA UCRAINA

CREMLINO, LEGGE MARZIALE KIEV MINACCIA PER DONBASS
 (ANSA) - L'imposizione della legge marziale in Ucraina costituisce una minaccia per il sud-est del Paese e pone il rischio di una escalation del conflitto. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, citato dalla Tass. Peskov ha sottolineato che "a breve" Vladimir Putin renderà nota la sua posizione sull'incidente nello stretto di Kerch ma che comunque sarebbe un errore "sottovalutare queste provocazioni". Il Cremlino non vede "nessuna necessità" di negoziati diretti fra Putin e il presidente ucraino Poroshenko.


STRETTO DI KERCH TRA UCRAINA E RUSSIASTRETTO DI KERCH TRA UCRAINA E RUSSIA
ALTA TENSIONE CON MOSCA, KIEV IMPONE LA LEGGE MARZIALE
Mattia Bernardo Bagnoli per l’ANSA

Non sarà guerra ma la tensione fra Ucraina e Russia, nonché per estensione tra Mosca e l'Occidente, è salita alle stelle a causa della 'battaglia navale' nelle acque dello stretto di Kerch tra la Guardia Costiera russa e le navi della Marina militare ucraina. Il Cremlino ha accusato Kiev di "provocazione" bella e buona, a scopi essenzialmente pre-elettorali. Intanto però 24 marinai ucraini sono in stato di fermo e tre di loro sono finiti all'ospedale a causa dello scontro a fuoco di ieri. Le autorità ucraine li hanno definiti "prigionieri di guerra" e la Nato ha intimato a Mosca di "liberare subito" militari e vascelli. La situazione, in Ucraina, è delicata.
sergej lavrovSERGEJ LAVROV

In diverse parti del paese sono scoppiate manifestazioni e disordini, con bandiere russe bruciate - per esempio a Kharkiv, nell'est - e persino un'auto del corpo diplomatico russo data alle fiamme a Kiev. Il presidente Petro Poroshenko ha quindi firmato un decreto con cui impone la legge marziale in Ucraina, che la Rada ha ratificato in serata. Una mossa che il Cremlino ha definito come "un intrigo elettorale". Mosca ha reagito all'incidente nello stretto di Kerch con un'offensiva diplomatica convocando al ministero degli Esteri l'incaricato d'affari ad interim ucraino e chiedendo una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

proteste in ucrainaPROTESTE IN UCRAINA
A New York il rappresentante russo ha ribadito la linea dettata dal Cremlino, ricordando che le navi ucraine sono entrate illegalmente nelle acque russe "in violazione della carta Onu e delle leggi internazionali". Le parti, naturalmente, si addossano la colpa a vicenda, dato che l'Ucraina sostiene di aver avvisato i russi del tragitto del convoglio e che le sue navi sono state attaccate "in acque internazionali". Il ministero degli Esteri russo ha detto chiaro e tondo che "Kiev, in coordinamento con gli Usa e l'Ue, vuole provocare un conflitto con la Russia nel Mare di Azov e nel Mar Nero", linea che è "gravida di gravi conseguenze".
poroshenkoPOROSHENKO

Lo stesso ministro, Serghei Lavrov, ha lanciato un appello all'Occidente perché intervenga e "dia una calmata" alle autorità ucraine. Cosa che, in un certo senso, è pure avvenuta. Parigi e Berlino si sono offerte di mediare, dall'alto della loro posizione di garanti degli accordi di Minsk. In generale però l'Europa si è schierata al fianco dell'Ucraina e sia la Commissione che il Consiglio europeo, per bocca di Donald Tusk, hanno espresso parole di condanna per "l'aggressione" della Russia e si sono accodate alla Nato nel chiedere la liberazione dei marinai e la restituzione delle imbarcazioni.
poroshenko a davos con un pezzo di autobus ucraino fatto saltare da filorussiPOROSHENKO A DAVOS CON UN PEZZO DI AUTOBUS UCRAINO FATTO SALTARE DA FILORUSSI

Nell'ennesimo braccio di ferro fra Mosca e Kiev non mancano i colpi bassi. Se le autorità russe sono convinte, e lo dicono apertamente, che l'incidente è stato costruito ad arte per imporre nuove sanzioni, lo Stato Maggiore delle forze armate ucraine ha diffuso sui social presunte intercettazioni fra i militari russi impegnati nell'operazione navale nelle quali si sostiene che "il presidente" in persona sia coinvolto nell'episodio.

'Prova' - alquanto dubbia, in verità - utile ad aumentare la pressione sul Cremlino. Il tutto mentre sono in corso i preparativi finali per l'incontro fra Vladimir Putin e Donald Trump previsto a margine del G20 argentino. I due presidenti, tra le varie cose, dovrebbero affrontare faccia a faccia la delicatissima questione del Trattato sulle forze nucleari intermedie (INF), dal quale gli Usa vogliono ritirarsi. Mosca proprio oggi ha ribadito che, davanti alla prospettiva di missili americani in Europa, prenderà le sue "efficaci contromisure".

Fonte: qui

Crisi Russia-Ucraina: a Kiev scattano le leggi marziali. Annullato colloquio tra Putin e Trump



Un incidente avvenuto nel Mar nero ha riacceso la scintilla della guerra tra Russia e Ucraina. La scorsa domenica alcuni vascelli della Marina russa e quella ucraina si sarebbero scontrati a causa del tentativo degli ucraini di attraversare lo stretto di Kerch, tratto di mare che separa la Crimea dalla Russia e permette l’accesso al Mare di Azov. Per impedire alle navi ucraine di proseguire i russi hanno aperto il fuoco e in seguito requisito i vascelli. Diversi sono i militari ucraini feriti durante l’operazione, 24 di loro sono stati arrestati e condannati a due mesi di prigione da un tribunale della Crimea.
I due paesi sono in disaccordo su quanto realmente accaduto: se Kiev afferma che le navi avessero permesso regolare di attraversare lo stretto, Mosca nega e sostiene che è stato un vero e proprio tentativo di invasione ed attacco.

Il Mare di Azov e lo stretto di Kerch sono da tempo oggetto di disputa tra i due paesi e l’incidente della scorsa settimana ha incrinato ulteriormente i rapporti. Mosca tuttavia ha specificato fin da subito che non intende tollerare interventi nella faccenda da parte di Bruxelles. Il ministro degli esteri Sergei Lavrov, in visita a Parigi, ha sottolineato come la Russia non abbia “alcun bisogno di intermediari”. “Penso che questa situazione sia di carattere puramente pratico” ha spiegato Lavrov “Se la parte ucraina, come pure i suoi partner in Europa, sono interessati a che tali incidenti non si ripetano più, è necessario in primo luogo inviare un segnale chiaro a Kiev e non a noi, in modo che tali provocazioni non siano già consentite”.
Sulla questione della crisi più recente tuttavia sono intervenute anche le Nazioni Unite. Sottolineando ancora una volta che la sovranità ucraina deve essere rispettata pienamente, il segretario generale Antonio Guterres ha invitato entrambe le parti a “usare la massima moderazione e ad adottare immediatamente passi per contenere l’incidente e ridurre le tensioni attraverso tutti i mezzi pacifici a disposizione, in linea con la Carta delle Nazioni Unite”.

La situazione invece sembra più che altro precipitare: mercoledì il presidente ucraino Petro Poroshenko ha annunciato l’entrata in vigore in tutto il paese delle leggi marziali, secondo lui per prevenire la formazione di “eserciti privati” fedeli a Mosca potenzialmente pericolosi per il governo. La legge avrà validità di 30 giorni e secondo il presidente risponde alla minaccia di “una guerra su vasta scala con la Federazione Russa”. Secondo diversi analisti tuttavia le probabilità che una guerra si scateni veramente sono  molto scarse.
Intanto arrivano anche le prime reazioni da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Doveva incontrare il presidente russo Vladimir Putin per un colloquio sabato prossimo, in occasione del G20 di Buenos Aires. Trump tuttavia ha preferito cancellare l’incontro: “Visto che le navi e i marinai non sono stati restituiti all’Ucraina dalla Russia, ho deciso che sarebbe meglio per tutte le parti coinvolte  cancellare il mio incontro precedentemente fissato in Argentina con il presidente Vladimir Putin. Sarò felice di avere nuovamente un significativo Summit una volta che la situazione sarà risolta” ha twittato il presidente.
Il portavoce di Putin Dmitry Peskov ha dichiarato che il Cremlino non ha avuto alcuna notizia ufficiale in merito all’incontro e ha appreso dell’annullamento dello stesso solo tramite Twitter.

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LA LEGA DICE DI ESSERE CONTRARIA AL ‘GLOBAL COMPACT FOR MIGRATION’, TESTO DELLE NAZIONI UNITE A SOSTEGNO DI MIGRANTI E RIFUGIATI


IL GOVERNO NON È COMPATTO SUL COMPACT 

FORSE PERÒ DOVREBBERO DIRLO AL MINISTRO MOAVERO E AL SOTTOSEGRETARIO DI STEFANO (M5S) CHE SI SONO DETTI PRONTO A FIRMARLO, O A CONTE, CHE PROPRIO ALL’ASSEMBLEA ONU HA ANNUNCIATO SOLENNEMENTE L’ADESIONE ITALIANA…

Giovanni Drogo per https://www.nextquotidiano.it

Il Global Compact for Migration è un’iniziativa promossa dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite «per una migrazione sicura, ordinata e regolare».  Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha confermato – rispondendo ad un’interrogazione di Fratelli d’Italia –  che l’Italia sottoscriverà l’accordo che verrà firmato l’11 dicembre a Marrakech. A grandi linee si tratta di un accordo non vincolante che prevede azioni mirate a sostegno dei migranti e dei rifugiati con l’impegno da parte dei paesi firmatari a garanitre una migliore gestione dei fenomeni migratori a livello globale e «della valorizzazione della mobilità umana quale motore dei processi di sviluppo sostenibile».
giuseppe conte 3GIUSEPPE CONTE

Il pasticcio del governo sul global compact
Secondo Fratelli d’Italia però si tratta di un accordo che favorirebbe l’invasione (che ricordiamo è un concetto assolutamente inesistente quando si parla dei fenomeni migratori attuali) perché – ha dichiarato il senatore Giovanbattista Fazzolari (FdI) «si sancisce che l’immigrazione è un diritto fondamentale e che pertanto renderà impossibile per gli Stati limitare i flussi migratori» ed in questo modo «il governo grillo-leghista si schiera con Soros».

Il sostegno al Global Compact era del resto già stato annunciato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante il suo intervento all’Assemblea generale dell’ONU del 26 settembre scorso dove l’Avvocato del popolo aveva detto che «i fenomeni migratori con i quali ci misuriamo richiedono una risposta strutturata, multilivello e di breve medio e lungo periodo da parte dell’intera comunità internazionale. Su tali basi sosteniamo il Global Compact su migrazioni e rifugiati». Per il premier quindi l’accordo rispecchia quella multilevel strategy on migration che il governo ha già presentato al Consiglio Europeo.
moavero salviniMOAVERO SALVINI

Il giorno prima il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano era intervenuto all’Assemblea Generale spiegando che il Global Compact rappresenta un’occasione senza precedenti per affrontare a livello globale il problema dei rifugiati.

La Lega scopre che il governo è a favore del Global Compact
Il problema però non sono tanto le critiche di Fratelli d’Italia, che sta all’opposizione, quanto le posizioni contrastanti nella maggioranza sul Global Compact. Ieri il presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, e il capogruppo a Montecitorio, Riccardo Molinari hanno dichiarato di essere assolutamente contrari alla firma dell’accordo.
moavero salviniMOAVERO SALVINI

Paolo Formentini ha presentato una risoluzione in Commissione Esteri alla Camera per affermare il no della Lega al Global Compact: «Nessuno può imporci un’immigrazione incontrollata. Il Global Compact non è altro che l’ennesimo tentativo di ingerenza nelle politiche nazionali» ribadendo che la politica migratoria del governo è chiara e che il Carroccio non ha intenzione di arretrare di un millimetro. In realtà la politica della Lega sulle migrazioni per il momento è incentrata a non far entrare nessuno (al di là dei richiedenti asilo) ma una vera politica su come gestire i flussi migratori è ferma alla legge Bossi-Fini.
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONIMATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Anche la deputata Barbara Saltamartini ha dichiarato che la Lega dice no al Global Compact e che il Carroccio non consentirà «di favorire ingressi nel nostro Paese a chiunque» né è disposto a «perdere ulteriori spazi di sovranità». Ma in realtà l’unica cosa che il Global Compact prevede è il superamento della inutile divisione tra migranti economici e rifugiati a favore di un approccio più olistico che consenta di affrontare in maniera congiunta le molteplici dimensioni della migrazione internazionale. La Lega deve decidere se vuole affrontare da sola le migrazioni o se farlo assieme alla comunità internazionale. Nel contratto di governo si parla esplicitamente di negoziati a livello europeo, che comportano senz’altro una cessione di sovranità.

MANLIO DI STEFANOMANLIO DI STEFANO
Forse però la Lega avrebbe dovuto dirlo prima che Conte prendesse il suo solenne impegno davanti alle Nazioni Unite oppure presentasse la sua multivel strategy. Quali sono i punti su cui la Lega non è d’accordo? Perché i principi del Global Compact non sembrano poi favorire l’invasione soprattutto laddove si propone di combattere xenofobia, razzismo e discriminazione nei confronti dei migranti oppure dove prevede di supportare i paesi nel salvataggio, ricezione ed accoglienza di rifugiati e migranti. La Lega e il governo si sono sempre lamentati di essere stati lasciati soli, con il Global Compact le cose potrebbero cambiare.

C’è inoltre da ricordare che – come sempre – la sottoscrizione dell’accordo a Marrakech non solo non comporterà alcuna invasione ma non darà direttamente corso agli accordi. Sarà infatti necessaria la conclusione di una terza fase, quella degli accordi intergovernativi, per dare corso al Global Compact (il termine previsto è luglio 2018) che si celebrerà all’ONU. Bisognerà vedere quindi come procederanno quei negoziati e non sarebbe la prima volta che una risoluzione rimane lettera morta per la mancanza di accordi operativi. Senza dimenticare il fatto che il Global Compact potrebbe costituire la cornice sulla quale potrebbero innestarsi quegli accordi bilaterali sui migranti che anche la Lega ha più volte detto essere necessari e che al momento mancano.

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DOPO IL PATTO CON SALVINI PER BLINDARE IL “DECRETO SICUREZZA” DI MAIO È SEMPRE PIÙ ISOLATO E INDEBOLITO COME LEADER POLITICO DEL M5S


PER EVITARE L’IMPLOSIONE STA PENSANDO A UNA RIEDIZIONE DEL DIRETTORIO. MA L’ULTIMA PAROLA SPETTEREBBE SEMPRE E COMUNQUE A LUI 

DAI 17 MILIARDI DELLA PROPOSTA INIZIALE AI 9 DELLA LEGGE DI BILANCIO: COME SI È ANNACQUATO IL REDDITO DI CITTADINANZA

POLVERE DI STELLE. RISPUNTA IL 'DIRETTORIO' NEL MOVIMENTO, DI MAIO PRONTO AL PASSO INDIETRO. TROPPE TENSIONI, C'È IL RISCHIO IMPLOSIONE
Arnaldo Capezzuto per http://il24.it

salvini e di maio murales by tvboySALVINI E DI MAIO MURALES BY TVBOY
Il 'Decreto Sicurezza' diventerà legge. E' il patto sottoscritto da Luigi Di Maio e Matteo Salvini come garanzia per far continuare la traballante legislatura. La fiducia posta sul provvedimento prima al Senato e poi alla Camera blinda i 40 articoli di cui è composta la legge che molti hanno bollato come eccessivamente restrittiva contro i migranti. L'ok a scatola chiusa consolida solo l'alleato di Governo ma indebolisce i grillini.

Il Carroccio non casualmente cresce nei sondaggi e diventa asse centrale del Governo. Il provvedimento che dà una stretta ai diritti è chiaramente non in linea con i principi pentastellati. Qualcuno voleva tentare una sterzata. Impossibile con la fiducia. E inesorabilmente ora si è scavato un fossato nel Movimento 5 Stelle. Oltre ai potenziali 10 senatori dissidenti, ci sono almeno altri 40 deputati che non riconoscono più la leadership di Luigi Di Maio.
LUIGI DI MAIOLUIGI DI MAIO

Il giovane vicepremier è sempre più isolato e indebolito nella guida dei Pentastellati. Non c' è statuto che tenga: la sua linea politica è dettata con durezza, non c'è dialogo e democrazia interna, le assemblee congiunte di Camera e Senato con gli eletti sono un triste soliloquio autoreferenziato, la piattaforma Rousseau – la mitica democrazia digitale – è un bluff di partecipazione.

Per ora l'unica cosa a cui sono chiamati i parlamentari grillini è il versamento obbligatorio dei 300 euro menili. C'è chi scalcia, chi minaccia, chi non nasconde più le contraddizioni e a muso duro denuncia pubblicamente mettendoci la faccia.

grillo di maioGRILLO DI MAIO
Non è un caso, infatti, la lettera fatta recapitare a Di Maio e firmata da 18 deputati. La situazione è pesante, ingestibile, complicata e prossima ad implodere rovinosamente. Di Maio inizialmente è stato inflessibile, ad arte ha fatto trapelare intenti bellicosi contro i dissidenti, gonfiato il petto e minacciato provvedimenti disciplinari esemplari.

E' fuoco di paglia. Di Maio si è rivolto ai pontieri e dato ampio mandato per trattare. A capo del 'gruppo di contatto' c'è il suo braccio destro Dario De Falco, lo stesso che ha tentato di far rientrare senza grande successo la rivolta al Senato.
GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTAGRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA

Anche per arginare  le forze centrifughe correntizie che fanno capo a Roberto Fico e Alessandro Di Battista e le tensioni provocate dai pesanti colpi delle inchieste giornalistiche concentriche, Luigi Di Maio pare che abbia aperto uno spiraglio.

Si lavora per creare una camera di compensazione ai piani alti del Movimento 5 Stelle. E' l'idea che in queste ore cariche di tensione si sta accarezzando: insomma, la riedizione di una sorta di 'Direttorio'. Una struttura permanente di conciliazione per rimettere al centro del Movimento gli eletti e i territori. A Di Maio toccherebbe il compito di fare sintesi, di qualificare la proposta politica e dire l'ultima parola assolutamente vincolante.

E' una corsa contro il tempo, il pentolone pentastellato ribolle tanto è vero che potrebbe intervenire a sorpresa il garante e coofondatore Beppe Grillo per placare gli animi.

La sensazione è di un passaggio delicato interno al Movimento 5 Stelle che incrocia pericolosamente la quasi certa riscrittura della manovra finanziaria e il clamoroso slittamento dell'avvio del reddito di cittadinanza e il restringimento degli stessi requisiti di accesso alla misura.

LA METAMORFOSI DEL SUSSIDIO M5S
Daniele Manca per il “Corriere della Sera”

Che il cosiddetto «reddito di cittadinanza» sia il marchio distintivo del Movimento 5 Stelle è fuor di dubbio. Ma questa misura «fiamma della dignità», come la definì Beppe Grillo, che con Gianroberto Casaleggio dedicò ad essa la marcia Perugia-Assisi del 2015, si è via via depontenziata, ancor prima di prendere la forma di una proposta di legge, che il governo Conte, non a caso, non ha ancora presentato e che, ora, rischia di subire altri ridimensionamenti sull' altare della trattativa con Bruxelles.

DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICODI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO
Nella passata legislatura i 5 stelle presentarono nel 2013 una proposta di legge che già indicava un sussidio fino a 780 euro al mese per chiunque non arrivasse a questo reddito, prevedendone il costo annuo, sulla base delle stime fatte dall' Istat, in quasi 17 miliardi all' anno.

Questa misura fu quindi riproposta nel programma elettorale del Movimento guidato da Luigi Di Maio, precisando che il sussidio sarebbe andato a 9 milioni di poveri, che una famiglia di 4 persone «può arrivare a percepire anche 1.950 euro» al mese e che circa 2 miliardi sarebbero stati destinati al potenziamento dei centri pubblici per l' impiego che avrebbero gestito la riforma.
reddito di cittadinanzaREDDITO DI CITTADINANZA

Mantenendo fermi i punti cardine la proposta fu quindi trasferita nel cosiddetto «contratto di governo» alla base dell' esecutivo Conte. Anzi, al reddito di cittadinanza, si aggiunse la pensione di cittadinanza per tutti i pensionati poveri, il cui assegno sarebbe stato appunto integrato fino a 780 euro.

Con il disegno di legge di Bilancio, presentato dal governo e ora all' esame della Camera, è stato stanziato solo un fondo di 9 miliardi l' anno dal 2019 per il reddito e la pensione di cittadinanza, rinviando a specifici provvedimenti, che il governo appunto ancora non ha preso, l' attuazione della misura. Del fondo fanno parte gli oltre 2 miliardi già stanziati dal governo Gentiloni per il Rei, il reddito di inclusione.
Dei 9 miliardi, 7,1 dovrebbero servire al vero e proprio «reddito di cittadinanza», 900 milioni alla «pensione di cittadinanza» e un miliardo ai centri per l' impiego. Lo stanziamento, insomma, è stato dimezzato rispetto ai 17 miliardi del progetto iniziale dei 5 Stelle. E non a caso il governo ora parla di una platea di 5-6 milioni di beneficiari.

I conti, però, non tornano lo stesso. Se prendiamo gli 8 miliardi destinati complessivamente a reddito e pensioni di cittadinanza e li dividiamo per i 5 milioni di persone in condizioni di «povertà assoluta» secondo l' Istat, otteniamo una media di 1.600 euro all' anno, cioè 133 euro al mese per 12 mesi. Anche riducendo l' erogazione a 9 mesi, perché ora si ipotizza che i primi assegni verranno pagati ad aprile, si sale solo a 177 euro al mese.
luigi di maio alessandro di battista roberto ficoLUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA ROBERTO FICO

Prendendo più correttamente a riferimento le famiglie in povertà assoluta (1,8 milioni) perché il requisito per ottenere il sussidio sarà l' Isee, cioè l' indicatore della ricchezza familiare, si ottiene che ad ogni famiglia dovrebbero andare in media 4.444 euro all' anno, cioè 370 euro al mese su 12 mesi o 493 euro su 9 mesi. La coperta, insomma, era già corta prima dell' apertura della trattativa con Bruxelles.

Non a caso i tecnici del governo avevano cominciato a mettere le mani avanti, spiegando che l' integrazione fino a 780 euro sarebbe andata solo a chi è in affitto mentre chi vive in casa di proprietà avrebbe avuto al massimo 500 euro.

reddito di cittadinanza bancomatBANCOMAT DI CITTADINANZA


Venivano inoltre sottolineati i diversi paletti per ottenere il sussidio, tutti volti a restringere la platea: disponibilità a svolgere 8 ore a settimana di servizi di pubblica; obbligo di partecipare a corsi di formazione; di non rifiutare più di tre offerte di lavoro; di sottoporsi a controlli incrociati su quanto dichiarato con la pena del carcere in caso di truffa. Ora l' impressione è che se per fare l' accordo con l' Ue, lo stanziamento a disposizione si dovesse ridurre, bisognerebbe rivedere i fondamentali stessi della misura.

Fonte: qui

COSA C’È NEL DECRETO SICUREZZA
Simone Fontana per www.wired.it

Mercoledì 28 novembre la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva – con 396 sì e 99 no – il decreto Sicurezza fortemente voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che adesso è legge dello stato. A favore del provvedimento si sono schierati, oltre alla Lega, anche Forza Italia e Fratelli d’Italia – ricompattando così di fatto il fronte del centrodestra – oltre all’altro partner di governo, il Movimento 5 stelle, che temeva inizialmente il voto contrario di alcuni dissidenti, ma che alla fine ha serrato i ranghi, registrando le defezioni degli appena 14 deputati usciti dall’aula durante il voto finale.

Durante le dichiarazioni di voto, i deputati del Partito democratico hanno messo in scena una protesta, indossando delle maschere bianche per sottolineare come il provvedimento influirà sulle vite di migliaia di persone, “creando degli invisibili senza volto”. Questa è solo una delle critiche che da più parti vengono mosse al dispositivo, considerato da molti controproducente, dal momento che potrebbe creare una situazione di irregolarità più diffusa di quella attuale, quando non apertamente incostituzionale. Da parte sua Matteo Salvini rassicura, sostenendo che il decreto influirà positivamente sulla sicurezza dei cittadini.

SALVINI FUCILESALVINI FUCILE
Cosa c’è nel decreto
Un primo importante articolo del decreto – che per facilitare l’iter di approvazione ha finito con l’inglobare due differenti provvedimenti, uno relativo alla sicurezza e l’altro all’immigrazione – è quello che riguarda il restringimento dei casi in cui sarà possibile concedere la protezione umanitaria, abolendo di fatto questo tipo di tutela.

La protezione umanitaria esiste in Italia dal 1998 ed è una delle tre forme di protezione che lo stato accordava agli stranieri in condizione di bisogno. Questa, nello specifico, concedeva un permesso di soggiorno – tra i sei mesi e i due anni, rinnovabile – a cittadini non appartenenti all’Unione europea che presentavano motivazioni “risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano”, che fuggivano da conflitti o calamità naturali, ma anche da persecuzioni e sfruttamenti.

salvini sulla ruspa alla demolizione della villa dei casamonica 6SALVINI SULLA RUSPA ALLA DEMOLIZIONE DELLA VILLA DEI CASAMONICA
Con il decreto voluto da Salvini una forma molto simile di tutela verrà concessa solo a vittime di violenza domestica, grave sfruttamento lavorativo, oppure a chi dimostri gravi problemi di salute. Chi scappa dal proprio paese dovrà assicurarsi che questo sia in uno stato di “contingente ed eccezionale calamità”, mentre è previsto un permesso di soggiorno premio a chi si distinguerà per “atti di particolare valore civile”.

matteo salvini fa jogging 4MATTEO SALVINI FA JOGGING 
La protezione umanitaria non sarà l’unica forma di protezione a subire una stretta: le cause di ritiro della protezione internazionale includerà anche violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi o gravissime, mutilazione dei genitali femminili, furto in abitazione e furto con strappo. Anche la cittadinanza italiana potrà essere ritirata – e questo è il punto su cui si concentrano le maggiori critiche di incostituzionalità – per persone considerate un pericolo per lo stato.

wracajcie skad przyszliscie il reality polacco dove i partecipanti vivono come rifugiatiWRACAJCIE SKAD PRZYSZLISCIE IL REALITY POLACCO DOVE I PARTECIPANTI VIVONO COME RIFUGIATI
Più debole anche lo Sprar
Il decreto si occupa anche del tempo di permanenza – a tutti gli effetti un trattenimento obbligatorio – dei migranti stranieri nei Cpr (Centri di permanenza e rimpatrio), che da oggi sarà esteso dagli attuali 90 a 180 giorni. La misura nelle intenzioni del governo dovrebbe aumentare l’efficacia dei ripatri e a tal fine saranno stanziati 3,5 milioni di euro in tre anni. In compenso l’esecutivo ha introdotto una norma che depotenzia il sistema Sprar, l’accoglienza diffusa nata a Parma nel 1993 da un’idea di Emilio Rossi e considerato un modello virtuoso di accoglienza gestito dai comuni. Da oggi il sistema, che fornisce corsi di lingue e percorsi di avviamento al lavoro, non sarà più aperto ai richiedenti, ma potranno accedervi solo i destinatari di protezione internazionale.

Fonte: qui