9 dicembre forconi: 08/06/18

lunedì 6 agosto 2018

UN CAMION CHE TRASPORTAVA SOSTANZE INFIAMMABILI È ESPLOSO NEL RACCORDO DI BOLOGNA, ALL’ALTEZZA DI BORGO PANIGALE




IL BILANCIO PROVVISORIO È DI UN MORTO E 40 FERITI. IL PONTE DELL’AUTOSTRADA È CROLLATO E ORA…


camion esplode a borgo panigale 20CAMION ESPLODE A BORGO PANIGALE
E' di un morto e quaranta feriti il bilancio dell'incendio avvenuto sul ponte dell'Autostrada sul raccordo di Casalecchio. I soccorsi sono ancora in corso e non si esclude il coinvolgimento di altre persone.

Il violento incendio, seguito da diverse esplosioni, sarebbe stato causato da un incidente stradale in tangenziale, fra un camion che trasportava sostanze infiammabili e alcune auto.
camion esplode a borgo panigale 9CAMION ESPLODE A BORGO PANIGALE

Il rogo si è sviluppato poco prima delle 14 a Borgo Panigale, alla periferia di Bologna. Numerose auto di alcune concessionarie vicine hanno preso fuoco e sono esplose. Il raccordo autostradale di Casalecchio è stato chiuso in entrambe le direzioni.

camion esplode a borgo panigale 19CAMION ESPLODE A BORGO PANIGALE









E' parzialmente crollato il ponte dell'autostrada, del raccordo di Casalecchio A1-A14, che sovrasta la via Emilia a Borgo Panigale. I vigili del fuoco stanno controllando dall'alto il ponte. Sopra al ponte ci sono ancora le fiamme e c'è un elicottero dei vigili del fuoco che sta cercando di domarle.

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Il raccordo autostradale di Casalecchio, tra Bologna Casalecchio ed il bivio con la A14 Bologna-Taranto, in entrambe le direzioni, è chiuso a causa dell'incendio provocato dall'incidente successo al km 3.

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Chiuso anche il tratto sulla tangenziale di Bologna, tra Bologna Casalecchio e lo svincolo 3 Ramo Verde in entrambe le direzioni. All'interno del tratto chiuso la circolazione è bloccata. Chiusure sono state predisposte anche sulla viabilità cittadina.

Fonte: qui

C’È UN AGENTE DELLA POLIZIA, SI CHIAMA RICCARDO MUCI, CHE IN QUEI 4 MINUTI DI TEMPO SOSPESO HA CAPITO PRIMA DI OGNI ALTRO COSA STAVA SUCCEDENDO. E’ SCESO DALL'AUTO E…

L’ONDA D’URTO LO HA FATTO VOLARE PER 20 METRI. HA USTIONI GRAVI SU TUTTO IL CORPO, È STATO OPERATO D’URGENZA. CE LA FARÀ. CON LUI ALTRI SOCCORRITORI IMPROVVISATI

NON SAPREMO MAI SE È STATO UN MALORE, LA STANCHEZZA, DISTRAZIONE. ANDREA ANZOLIN, 42 ANNI E UNA MOGLIE, È MORTO NELL'ESPLOSIONE, DOPO AVER TAMPONATO IL TIR DAVANTI

INCIDENTE A BOLOGNA, CAMION IN FIAMME: LO SCONTRO, POI IL BOTTO. IL PONTE CROLLATO. «PERSONE USTIONATE, FIAMME FINO ALLE CASE»
Marco Imarisio per il ''Corriere della Sera''


bologna esplosione in autostrada borgo panigale 9BOLOGNA ESPLOSIONE IN AUTOSTRADA BORGO PANIGALE
È un sandalo da bambina, taglia numero 29. Non si riesce a separarlo dal bitume sciolto di via Marco Emilio Lepido, che in quel tratto è il nome che prende la via Emilia. Il muro del palazzo che scorre lungo il marciapiede è completamente annerito, le fiamme lo hanno scavato facendo crollare l’intonaco, bruciando gli infissi delle finestre al primo piano.

Tutti hanno visto la palla di fuoco. E infine non resterà che un boato ripreso in ogni sua angolazione, dall’alto le telecamere della A14 appese ai cartelli dello svincolo, ad altezza d’uomo i telefonini dei guidatori in coda. Ma è ciò che resta a dare la misura di questa giornata di macelleria stradale resa diversa dalle altre per via delle immagini, delle testimonianze paradossali, dell’apocalisse che poteva essere e ancora non si capisce come non sia stata.

bologna esplosione in autostrada borgo panigale 8BOLOGNA ESPLOSIONE IN AUTOSTRADA BORGO PANIGALE
Forse è solo la buona sorte, forse il caso che per una volta non è stato maligno. Davanti alle serrande rigonfie in un modo grottesco della serramenta «Chiodo fisso» e del bar accanto, deformate dall’onda d’urto che ha spinto quelle lastre di acciaio verso l’interno dei locali per poi lanciarle in direzione opposta, davanti alle barriere insonorizzanti della tangenziale conficcate nei muro di un locale distante almeno ottanta metri in linea d’aria, non viene in mente nient’altro.

bologna esplosione in autostrada borgo panigale 7BOLOGNA ESPLOSIONE IN AUTOSTRADA BORGO PANIGALE
Davanti all’ingresso sventrato del ristorante «Il randagio», uno squarcio nella pietra annerito ai bordi, con ancora la traccia dell’impatto della ruota del Tir in fiamme che ha attraversato la sala principale, in quel momento «c’erano tre tavoli occupati per un totale di sette coperti», come dice ancora sotto choc il titolare, non ci sono spiegazioni razionali. Perché nonostante la morte di Andrea Anzolin, che aveva 42 anni e una famiglia che lo aspettava, nonostante un bilancio di 68 feriti gravi, altri quaranta ricoverati in ospedale, una ventina di soccorritori ustionati, questa è la cronaca di un giorno fortunato.

bologna esplosione in autostrada borgo panigale 6BOLOGNA ESPLOSIONE IN AUTOSTRADA BORGO PANIGALE 6
L’INCIDENTE - Il posto è uno dei più trafficati d’Italia, è quella strettoia che una volta uscita dall’autostrada del Sole porta alla A14, che lambisce Bologna ma significa mare Adriatico, riviera romagnola, vacanze. Mancano dieci minuti alle 14. Andrea Marongiu, cameriere in Milano, un ragazzo di vent’anni che con la fidanzata Anna era diretto a Riccione sulla sua Clio ed è stato tra i primi a mettere in rete il video dell’esplosione, ricorda che il notiziario di Infostrada aveva appena usato la formula di rito, «traffico intenso ma scorrevole».

All’improvviso, sulla corsia di destra, all’altezza della terza uscita, Borgo Panigale, si alza una nuvola di fumo, seguita da una breve fiammata. E’ una cisterna carica di gpl che senza nessuna ragione tampona un Tir che aveva rallentato in modo neppure troppo vistoso, gli agenti della Polstrada parlano di decelerazione «normale», e viene a sua volta centrata da un Tir che a sua volta trasportava materiale infiammabile, non se ne conosce ancora la natura.
bologna esplosione in autostrada borgo panigale 5BOLOGNA ESPLOSIONE IN AUTOSTRADA BORGO PANIGALE

L’ESPLOSIONE - Passano quattro minuti, duranti i quali le auto si incolonnano. «Ho detto alla mia ragazza che per fortuna la corsia di sinistra era rimasta sgombra, saremmo passati presto. E mentre finivo la frase è esplosa l’autobomba». La raccontano tutti così, con metafore belliche o stragiste, come è inevitabile che sia. «Ho pensato all’attentato di Capaci». «Mi sono ricordato di quando c’era la guerra a Bagdad». La palla di fuoco arde per un quarto d’ora, mentre sotto all’autocisterna si apre una voragine.

A tarda sera se ne capiranno le dimensioni, un cratere lungo una ventina di metri, dai bordi netti, perché l’asfalto è scomparso, fuso dal calore. Il viadotto crolla sulla via Emilia che scorre quattro metri sotto, con la motrice che resta appesa a penzoloni, incredibilmente risparmiata dalla combustione, il muso a un metro dal piazzale sottostante, che è il parcheggio della concessionaria Peugeot «Auto luna», il deposito delle vetture di seconda mano in esposizione. Ne saltano in aria almeno una ventina, mentre altre cinquanta vengono completamente carbonizzate, creando decine di altri incendi.

bologna esplosione in autostrada borgo panigale 3BOLOGNA ESPLOSIONE IN AUTOSTRADA BORGO PANIGALE
I DANNI - Nessun audio può rendere la forza di quella prima esplosione. C’è un palazzo di edilizia popolare all’angolo tra la via Emilia e la via Celio che gli abitanti del quartiere chiamano il Colosseo, per via della sua forma particolare. Sono cinque piani che si affacciano su quella sopraelevata. Non c’è una finestra che sia rimasta intatta, neppure al pianterreno, neppure all’ultimo piano, il quinto. Le persiane di legno e acciaio verde sono sparse per un raggio di seicento metri quadrati. I locali della concessionaria sono sventrati, ridotti a una spelonca, del muro che divideva il salone dagli uffici amministrativi non restano che alcuni spuntoni alti al massimo venti centimetri.

Tutto intorno, i segni di una strage per fortuna mancata. C’è il sandalo della bambina, e poco distante una maglietta bruciacchiata. Poco più in là, una sacca con dentro un costume da piscina e un asciugamano, una bicicletta che l’ondata di calore ha piegato in due, i segni di una corsa disperata a cercare riparo da una fiammata che ha incenerito sterpaglie lungo la tangenziale e le aiuole che tentano di imbellire la via Emilia.
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LE VITTIME - Non sapremo mai cosa è stato, se un malore, la stanchezza, una disattenzione. Si chiamava Andrea Anzolin, aveva 42 anni e una moglie. Viveva ad Agugliaro, nel vicentino, e lavorava per l’azienda «Loro» di Lonigo, produzione e commercio di carburante. Pare fosse un conducente esperto, veniva da un decennio alla guida dei camion di un’altra ditta di trasporti, a Noventa. C’è un agente della Polizia, si chiama Riccardo Muci, che in quei quattro minuti di tempo sospeso ha capito prima di ogni altro cosa stava succedendo.

camion esplode a borgo panigale 9CAMION ESPLODE A BORGO PANIGALE









E’ sceso dalla sua auto e ha cominciato ad aiutare le persone rimaste ferite sull’autostrada, mentre intanto gridava ai passanti fermi nella via sottostante di allontanarsi, di fuggire, che stava per saltare tutto. L’onda d’urto lo ha fatto volare per venti metri. Ha ustioni gravi su tutto il corpo, è stato operato d’urgenza. Ce la farà. Tra i feriti ci sono molti soccorritori, perché per almeno dieci minuti l’aria è stata attraversata da fiammate, pezzi di auto trasformati in palle di fuoco. Martedì mattina il premier Giuseppe Conte andrà in visita sul luogo del disastro, perché anche se il bilancio finale per fortuna dice poco, tutti hanno visto, e hanno capito. E’ una tragedia. Ma è stato anche un miracolo. Fonte: qui

FAKE NEWS - FUGA DI CAPITALI DALL’ITALIA!

Risultati immagini per bagnai repubblica
Noi oggi partiamo da qui, dall’ennesima “fake news” che la Repubblica pubblica sulla sua quotidiana carta straccia. A noi interessa solo la questione Target2 e ad essere buoni, le errate notizie che questi signori riportano, notizie che potrebbero spaventare i nostri lettori e gli italiani, null’altro…
Investitori stranieri via dall’Italia, scrive il tuttologo Claudio Tito, che un giorno scrive di finanza, un’altro di Rai, un’altro ancora di qualunque cosa che serva ad attaccare questo Governo.
Visto che serve addirittura una commissione di inchiesta parlamentare per scovare i fantomatici troll russi che creano i falsi account in Israele per attaccare il capo dello Stato, noi ne abbiamo qui uno esperto…
Per fortuna l’ articolo è destinato esclusivamente agli abbonati, figurarsi se spendo anche solo un centesimo per leggermi le fake news di repubblica o altri giornali italiani, la rete vede e provvede…

Mattina dei 13 luglio scorso. In una sala riservata di un locale nel centro di Roma entrano una trentina di persone: vestito blu, cravatta, scarpe inglesi e cartellina sotto braccio. Dopo qualche minuto arriva Alberto Bagnai, presidente della commissione Finanze del Senato e uno dei teorici “no-euro” più accesi, sponda leghista.
Si tratta di un incontro organizzato da quella che un tempo si chiamava Merrill Lynch, ora è la Bank of America. Sono presenti i rappresentanti di alcuni dei maggiori investitori internazionali, banche d’affari e fondi soprattutto. Soggetti in grado di spostare miliardi di euro – o di dollari – in pochi secondi. E di determinare la fortuna o la sfortuna di interi Paesi. L’elenco degli invitati è piuttosto corposo. Tra questi, oltre alla stessa Merrill Lynch, ci sono – solo per fare qualche nome Goldman Sachs, JP Morgan, Ubs.
Stanno uscendo circa 100 miliardi al mese secondo alcuni analisti, sono usciti 60 miliardi in due mesi scrive Tito. O ne escono 100 al mese o ne escono 30 al mese, qui bisogna decidersi, su coraggio, si può scrivere di meglio, vi do io una mano.
Allora io gentilmente chiedo…
La risposta ovvia non si fa attendere…
E si, i famigerati Target2, il solito semolino di chi non sa andare oltre i dati, i lettori di Icebergfinanza conoscono da tempo l’inattendibilità dei dati Target2 per rilevare la quantità di capitali in uscita…
Ma prima di tornare sui dati Target2, questo il loro punto di vista…
Sono tutti interessati a capire cosa farà l’Italia. Soprattutto cosa farà il governo italiano. La politica economica della maggioranza giallo-verde non solo risulta oscura, ma soprattutto appare poco rassicurante per chi ha investito un bel pò di soldi sui nostri titoli di Stato. Vogliono capire se le scelte che l’esecutivo compirà in autunno nella prossima legge di Bilancio sono compatibili con la sostenibilità del debito pubblico. Se manterrà un rapporto fisiologico con l’Unione europea, se l’euro viene considerato un’opportunità o una disgrazia.
La riunione dura quasi due ore. E chi ha ascoltato le parole di Bagnai, ne esce poco rassicurato. In larga misura vengono confermati i dubbi che hanno agitato i mercati fin dalla nascita di questo governo. I grandi investitori internazionali non si fidano. Sono in attesa. E nel frattempo preferiscono assumere un atteggiamento prudenziale rispetto alle risorse investite nel nostro Paese. Nella sostanza si ritirano e poi guardano quel che accadrà nella prossima manovra economica. Altri addirittura prevedono un peggioramento delle condizioni economiche italiane e si cautelano, appuntano spostando capitali dal nostro ad altri Paesi.
Puntualmente la rete ci viene incontro e NextQuotidiano scrive che il racconto di fantasia del report di guerra Claudio Tito non corrisponde alla realtà… Alberto Bagnai e l’incontro che ha impaurito “i mercati” 
E c’è da dire che diverge rispetto a quello, brevissimo ma significativo, fatto dallo stesso Bagnai sul suo blog: in un post che risale al 13 luglio spiegava la differenza tra 17 e 71 (per cento) dicendo che con il 71% dei voti “fai quello che vuoi” (ovvero, se la Lega avesse preso il 71% sarebbe uscita dall’euro), mentre con il 17%, ovvero la vera percentuale di voti presa dal Carroccio alle elezioni “fai quello che puoi“.
alberto bagnai merril lynch
Bagnai dice che “i mercati”, ovvero gli investitori internazionali che ha incontrato quel giorno, lo hanno capito. Secondo Tito invece “i mercati” sembrano essere stati un po’ duri d’orecchi, o addirittura aver capito il contrario. Chissà chi ha ragione.
Il senatore Alberto Bagnai puntualmente su twitter scrive…
Dal 13 al 17 luglio lo spread scende. Tu pensi che i mercati terrorizzati aspettino quattro giorni, considerando che ognuno di quelli che era lì poteva fottere gli altri vendendo prima? Che spostino miliardi in pochi secondi lo dice l’autore!
Elementare Watson, appena usciti da quella porta, gli investitori si sono messi ad acquistare titoli di Stato italiani che hanno una delle maggiori rese in Europa e non a vendere, poi probabilmente hanno sentito Tito che ha sempre informazioni di prima mano e in questi giorni si sono messi a vendere. Povero Tito!
Qui arriviamo a considerazioni tecniche che per i più si trasformano in lingua araba, il nostro intento è farvi comprendere che la realtà è ben diversa anche se non escludiamo un attacco speculativo nei prossimi mesi, ma di questo parleremo in altra sede.
Semplificando l’incremento del passivo del sistema Target2 per il nostro Paese negli ultimi anni, non testimonia il rischio di rifinanziamento delle banche italiane come accadde nel 2011. E’ il risultato della politica monetaria della BCE attraverso il quantitative easing, la liquidità CREATA da Bankitalia per volere della BCE non rimane all’interno del Paese ma defluisce verso l’estero attraverso l’acquisto di nostri titoli di Stato o obbligazioni corporate.
Ecco spiegata la maggior parte dell’uscita di capitali, flussi finanziari dal nostro Paese!
A noi quindi, interessa altro, ovvero dopo aver scoperto che escono 100 miliardi al mese o forse solo 30, o forse chissà, noi grazie a Pippo andiamo a fondo e scopriamo che…

https://twitter.com/guado77/status/1025683946607177728
Quello che scaricano in queste settimane gli investitori esteri, lo comprano le banche italiane, quando non basta interviene direttamente il MEF…

Noi vi abbiamo raccontato nelle scorse settimane che tutto ciò che Bankitalia acquista da investitori stranieri, BTP o titoli corperate grazie al QE di Mario Draghi genera esclusivamente un flusso finanziario, circa 80 % di questi acquisti è fatto con controparti straniere, il che alimenta le leggende metropolitane sulla fuga di capitali…
Ad esempio 52 miliardi sono usciti dal nostro Paese per acquistare BTP e titoli corporate via Bundesbank…

In realtà, non c’è alcuna fuga di capitali dai conti correnti degli italiani, conti che sono stabili, pochi o nessuno ha paura al punto da portare capitali all’estero, quindi le vendite di titoli di Stato italiani da parte di investitori stranieri non hanno creato alcun panico come accadde nel 2011, la liquidità sul mercato è enoerme, le banche italiane la usano per acquistare…
L’abbraccio mortale per alcuni, naturale per il sottoscritto, tra le banche italiane e il debito Statale continua Pippo, è il cuore del ricatto per cercare di far collassare il sistema Italia, ci hanno provato più volte gli stessi tedeschi chiedendo di modificare le regole di Basilea 3 al fine di considerare pericolosi i titoli di Stato italiani e pure un paio di mesi fa…

Germania, ecco la lettera del Bundestag alla Bce contro l’Italia e le banche italiane 

 


 

Ma torniamo a noi e ai saldi TARGET2, qui ci addentriamo in considerazioni tecniche che ai più non interessano o risultano difficili. Importante è che abbiate capito che l’argomento è molto più complesso e il risultato diverso da quello che vuole far capire un semplice articoletto di giornale qualunque.

Gli squilibri di TARGET-2 più importanti (più grandi) nell’area dell’euro hanno raggiunto nuovi massimi storici quest’anno. Questo è o non è un motivo di preoccupazione?
Durante la crisi del debito sovrano nell’area dell’euro, gli squilibri crescenti sono serviti come un ottimo barometro della fuga di capitali dalla periferia.
L’offerta limitata di moneta dell’area dell’euro M1 è più che raddoppiata nell’ultimo decennio. Gran parte di questa espansione è il risultato diretto del QE. Questo è il motivo per cui diciamo che l’affermazione che le passività di TARGET-2 create nel corso del QE “non contano” non è del tutto corretta anche se si presume che l’area dell’euro rimarrà intatta. Dopotutto, non ci si può aspettare che la stampa di cospicue somme di denaro supplementare sia senza conseguenze.
Se l’Italia dovesse lasciare l’unione monetaria e riadottare la lira, continua Acting Man, si dice che la Banca d’Italia sarebbe costretta a liquidare immediatamente le sue passività con la BCE. Non siamo abbastanza sicuri di come ci si aspetterebbe di farlo nella pratica e di come possa essere effettivamente costretta a farlo. Infine, abbiamo visto che la BCE non ha un esercito, quindi non può minacciare di invadere l’Italia per rappresaglia.
Inoltre, poiché cinque paesi che partecipano al sistema TARGET-2 non fanno parte dell’Unione monetaria (Bulgaria, Croazia, Danimarca, Polonia e Romania), perché non dovrebbe essere possibile per un paese che lascia l’unione monetaria rimanere membro del sistema di pagamento? E se sì, perché dovrebbe risolvere le sue passività correlate a TARGET-2?
C’è un aspetto importante della recente crescita degli squilibri di TARGET-2 che non abbiamo menzionato nel nostro commento. Ogni volta che il capo della BCE Mario Draghi viene interrogato su questi squilibri alle conferenze stampa della BCE, gli piace sottolineare che sono in gran parte legati al QE o al “programma di acquisto di attività” e che quindi non sono motivo di preoccupazione.
Ovviamente, la tabella mostrata qui sopra dovrebbe immediatamente farci meravigliare del fatto che la BCE stessa stia manifestando una crescente responsabilità nei saldi  TARGET-2. Adesso deve soldi a se stessa, e se è così, perché?
La BCE è un’entità sovranazionale e in termini di sistema di pagamento viene trattata come se fosse un paese a sé stante. La maggior parte degli acquisti di debito nell’ambito del programma di QE è condotta dalle banche centrali nazionali, in particolare, ogni BCN ha il compito di acquistare obbligazioni sovrane emesse dal proprio paese di domicilio.
Tuttavia, la BCE è anche impegnata in acquisti di obbligazioni dirette e questi creano passività di TARGET-2 poiché implicano necessariamente il flusso di moneta della banca centrale dalla BCE a varie BCN nelle cui giurisdizioni acquistano obbligazioni. Se le BCN interessate hanno un saldo TARGET positivo, i saldi TARGET totali aumenteranno *.
Come nota Draghi nelle sue conferenze stampa, circa il 40% al 50% degli acquisti nell’ambito dell’APP proviene da istituzioni non residenti (che possono a loro volta agire per conto dei loro clienti). La maggior parte del commercio con tali istituzioni avviene nei maggiori centri finanziari d’Europa, con Francoforte in Germania particolarmente attiva.
Diamo un’occhiata a questo esempio…

Si consideri ad esempio una filiale di una banca statunitense con sede a Londra che si occupa della liquidazione di titoli italiani tramite una banca di corrispondenza con sede a Francoforte. 

Se la Banca d’Italia acquista titoli di Stato italiani da questa entità, la moneta della banca centrale fluirà dall’Italia alla Germania (cioè da un paese con un passivo di TARGET-2 a una con un attivo) e i titoli saranno consegnati alla Banca di Italia. I saldi totali TARGET aumenteranno, così come i crediti della Banca centrale tedesca Bundesbank e le passività della Banca d’Italia.
Quello che è certo, è che per il momento pochi investitori esteri stanno comprando titoli di Stato italiani, alcuni stanno liquidando le posizioni, altri stanno approfittando dei rendimenti per incrementarle, nessuna fuga di capitali dai depositi degli italiani, nessun bak-run ne tanto meno sono usciti almeno 100 miliardi al mese.
La storia deve ancora essere scritta, in molti getteranno benzina sul fuoco nei prossimi mesi, lo hanno già fatto in maggio, soprattutto la stampa nazionale e il Partito Democratico, tutta gente che ha tutto l’interesse per riprendersi il potere, come dimostrato in questi anni, gente che non ha a cuore l’interesse nazionale, piuttosto quello dell’Europa dei capitali e delle monete!
Non è una letterina come quella del 2011, ma poco ci manca, la nuova minaccia targata BCE

Fonte: qui



Jamie Dimon (JP Morgan): ‘meglio prepararsi a tassi del 5% o superiori’

E’ meglio che vi prepariate a fare i conti con tassi del 5% o superiori. Si tratta di una probabilità più alta di quanto la maggior parte delle persone pensi”. 

Lo ha detto il numero uno di JP Morgan, l’amministratore delegato Jamie Dimon, riferendosi ai tassi sui Treasuries decennali Usa.

Fonte: qui

RENZI E IL MISTERO DEGLI OROLOGI SPARITI DA PALAZZO CHIGI PER UN ANNO

NEL 2015 LA ZUFFA NELLA DELEGAZIONE DEL GOVERNO RENZI PER TENERSI GLI OMAGGI RICEVUTI A RYAD: LE REGALIE VENGONO REQUISITE DAL CAPOSCORTA. 

POI OROLOGI E PREZIOSI SPARISCONO. 

VENGONO RICONSEGNATI SOLO DOPO LE DIMISSIONI DI RENZI A FINE 2016

Thomas Mackinson e Carlo Tecce per il Fatto Quotidiano

renzi arabia caso rolexRENZI ARABIA CASO ROLEX
Rolex, bugie e videotape. Alla fine saltano fuori i cronografi sauditi al centro della baruffa tra i componenti della delegazione di Palazzo Chigi in trasferta a Ryad nel novembre 2015, raccontata a puntate dal Fatto e costata una figuraccia planetaria al governo di Matteo Renzi. Eccoli qui, in foto e video esclusivi del Fatto(il video uscirà sul sito): tre Yacht Master da 15mila euro, altri cronografi da 4mila in sù, ma anche penne d' oro e gioielli finora ignoti.

Le immagini arrivano direttamente dalla cassaforte al secondo piano del palazzo di via della Mercede 96, presso il Dipartimento dei beni strumentali (Diprus) della Presidenza del Consiglio, dove restano in attesa di una valutazione e di una destinazione. La domanda ora è: c' è proprio tutto?

L' inventario dei preziosi, emerso solo ora grazie a un nuovo accesso agli atti presso la Presidenza del Consiglio, fa risaltare un dettaglio: la consegna al Diprus è avvenuta a fine dicembre 2016, cioé con 13 mesi di ritardo sulla tempistica dettata dalla legge in materia di doni ai dipendenti pubblici che ne impone la "restituzione immediata".

Fino all' uscita di scena di Renzi, si scopre ora, sono rimasti nelle mani del suo capo scorta, il colonnello Giovanni Serra, anziché presso gli uffici previsti: ecco perché ancora oggi, dopo quasi tre anni, nessuno può giurare che al Diprus sia arrivato tutto quel che partì da Ryad.
Di certo, il tempo ha dato un senso e una svolta alla vicenda partita da una volgare zuffa innescata dalla scorta di Renzi per assicurarsi i cronografi più preziosi, spariti e poi riemersi nella più ipocrita riservatezza. E come nei migliori gialli estivi, la soluzione riserva colpi di scena e nuovi misteri.

renzi con re salman dell arabia sauditaRENZI CON RE SALMAN DELL'ARABIA SAUDITA
Intanto si scopre, ad esempio, che il forziere è ben più ricco di quanto si sapesse, degno davvero di un sultano d' Oriente come è re Salman. La lista dei doni riporta 16 preziosi: 6 orologi di marca Mouawad, tre Rolex modello Yacht Master II (circa 15mila euro ciascuno), un Datajust II e due Oyster Swimpruf (3-4mila euro), un cofanetto Girard Perregaux (orologio, penna d' oro Dior, anello, gemelli, collana), analogo cofanetto Hublot (penna marca Aurora, gemelli, collana).

Tutti destinati ai componenti della delegazione al seguito di Renzi, al quale ufficialmente andava solo una scultura, inserita nel registro dei doni e restituita: le carte non menzionano alcun orologio per lui, ma più di un testimone oculare ne ha raccontato la consegna presso il palazzo reale a Ryad. Fonti a lui vicine fanno sapere che Renzi non ha trattenuto alcun Rolex ma che la lite per gli orologi ci fu eccome, tanto che lui stesso pretese la loro riconsegna prima di lasciare Palazzo Chigi. Fece mettere a verbale che tutti, nessuno escluso, avevano riconsegnato i doni. Compreso il suo, mai toccato. Altri lo avevano preso, ma furono costretti a riconsegnarlo.
RENZI ARABIARENZI ARABIA

Il tentativo di raddrizzare le cose, però, passa per la profanazione seriale di varie leggi dello Stato. Intanto i dipendenti pubblici non possono accettare omaggi di valore superiore ai 150 euro (direttive Monti 2012 e legge Patroni Griffi 2013), che diventano 300 per premier, ministri e familiari (decreto Prodi 2007): li devono "mettere immediatamente a disposizione del Dipartimento competente in materia di risorse strumentali a cura del dipendente". Del capo del Cerimoniale dunque, non di altri. Invece, fa sapere Chigi, la riconsegna dei tesori sauditi "è avvenuta con unico versamento da un funzionario della suddetta delegazione italiana, come risulta dai verbali di consegna in possesso di questa Amministrazione". Il Fatto li ha potuti visionare e sono effettivamernte firmati dal capo scorta di Renzi. Il verbale è datato 23 dicembre 2016, un anno e un mese dopo la "baruffa di Ryad" e dopo svariati articoli del Fatto.

renzi arabia caso rolexRENZI ARABIA CASO ROLEX
Le cose sono andate così. Il 7 dicembre 2016 Renzi si dimette, cinque giorni dopo il suo capo scorta Serra va al Diprus e avvia le "operazioni di consegna dei doni ricevuti in occasione della visita istituzionale in Arabia Saudita in data 9 novembre 2015". Le operazioni si concludono due settimane dopo, alla presenza di funzionari "in qualità di testimoni", circostanza che rende ancora oggi impossibile stabilire se ci fosse "tutto". Il verbale di consegna certifica le bugie di Palazzo Chigi (quando, all' epoca, sosteneva che quei doni erano nella sua disponibilità, mentre erano stati recuperati alla spicciolata e affidati al capo scorta di Renzi) e allunga altre ombre: l 'elenco dei preziosi controfirmato da Serra e dai presenti precisa che "i suindicati doni erano destinati ai componenti della delegazione al seguito del presidente del Consiglio". Subito sotto l' inventario riporta una scultura "che viene inserita nel registro dei doni alla Presidenza", si legge.

Neanche qui salta fuori il Rolex per Renzi, verosimilmente il più costoso. Da nessuna parte viene siglato col sangue, come ancora assicurano dalle parti dell' ex premier Renzi, che tutti, nessuno escluso, avevano riconsegnato.

Della restituzione, del resto, non c' è traccia neppure nel registro dei doni della Presidenza del Coniglio, aggiornato a maggio 2018, che il Fatto Quotidiano ha chiesto e ottenuto per vie ufficiali sempre da Chigi.
Di sicuro nel Golfo Persico sono più certi di prima che gli italiani vanno letteralmente pazzi per gli orologi di lusso donati dagli sceicchi. A novembre 2017 il premier era Paolo Gentiloni e quando porta una delegazione in Qatar, viene salutata con una pioggia di 47 orologi, in questo caso prontamente riconsegnati e "devoluti a fini istituzionali". Per pudore o forse per prudenza, la dicitura è però solo "orologi varie marche. Di Rolex, meglio non parlar più.

Fonte: qui

Americans Live in a World of Economic Lies


The 3.9% unemployment rate is not due to employment. It results from not counting discouraged workers who have ceased to search for jobs because there are no jobs to be had.  If an unemployed person is not actively searching for a job, he is not counted as being in the labor force. The way the unemployment rate is measured makes it a hoax.
The government tells us that there is essentially no inflation despite the fact that prices have been rising strongly—the price of food, the price of home repairs, the price of drugs, the price of almost everything.  Two years ago the American Association of Retired People’s Public Policy Institute reported that the average retail drug price has been increasing at a worrying pace of 10 percent a year, and about 20 drugs have astoundingly had their prices quadruple since just December. Sixty drugs doubled over the same period. Turing Pharmaceuticals, headed by Martin Shkreli, is one of the most pronounced examples of this kind of behavior. The company bought a lifesaving cancer medication only to increase its price from $13.50 to $750 per pill. (See this
Incomes, of course, have not doubled.  In real terms incomes have declined.  Moreover, expenditures on medicines are a huge percentage of the budgets of the elderly and those on Medicare. According to the Kaiser Family Foundation, the average annual cost of prescription medicines for the elderly accounts for three-fourths of the average Social Security pension and for about half of the median income of peope who receive Medicare benefits. (See this
Real jobs have also declined. The jobs that the financial presstitutes  report to be unfilled are not jobs that provide a living. The BLS reported that the number of Americans working multiple jobs rose in July by 453,000, bringing the number of Americans who hold multiple part-time jobs to 8,072,000. 
Looking at July’s payroll jobs report again we see the Third World complexion of the US work force.  The alleged new jobs are concentrated in lowly paid domestic services:  temporary help services, health care and social assistance, waitresses and bartenders.  
There is scant sign of a vibrant economy, but high debt is everywhere.  Debt is growing faster than the income needed to support it. The US government is on course for another $1 trillion annual budget deficit. The federal, state, and local tax base has been decimated by the global corporatons’ export of high productivity high value-added manufacturing and professional skill jobs.  In the name of “free trade” the tax base for Social Security, Medicare, and public pensions has been given away to China and other Asian countries where labor costs are low.  The US global corporations make higher profits by shrinking the US tax base.  Neoliberal economists defend this absurdity as “free trade” that benefits Americans.
The millions of Americans whose jobs were given away to foreigners know full well that they have not benefited. They know the story told by neoliberal economists and financial presstitutes is a lie.  
The lies, of course, go far beyond the economic ones.  Russiagate, which has dominated the print and TV media and NPR since the last presidential campaign is a massive lie that continues day after day.  On August 3 the NPR presstitutes, for example, were smacking their lips over the prospect that Paul Manafort was on trial and might give special Russiagate prosecutor Robert Mueller a conviction that could lead to Trump’s removal from the White House. The presstitutes speculated that a convicted Manafort would tell on Trump in exchange for a lighter sentence. 
The NPR presstitutes did not reveal that Manafort was not on trial for anything related in any way to Russiagate.  Manafort is being tried on income tax evasion charges dating from a decade ago when he was a consultant to Ukrainian politicians.  There is no doubt but that these are false charges whose purpose is to coerce Manafort into protecting himself by making false charges against Trump.  If Manafort is convicted it will not be on the basis of any evidence.  Manafort will be convicted by the presstitute media which will convince jurors that Manafort is “one of those rich who don’t pay taxes.”
That President Trump permits this witch-hunt to continue, a witch-hunt that far oversteps Mueller’s Russiagate mandate for which not a shred of evidence has been found, shows how the presstitutes working hand-in-hand with the military/security complex and DNC have disempowered the President of the United States.  While Americans sit there sucking their thumbs, the coup against the President proceeds before their eyes.
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Note to readers:   
The US government and the presstitutes that serve it continue to lie to us about everything. Today the Bureau of Labor Statistics told us that the unemployment rate was 3.9%.  How can this be when the BLS also reports that the labor force participation rate has declined for a decade throughout the length of the alleged economic recovery and there is no upward pressure on wages from full employment.  When jobs are plentiful, people enter the labor force to take advantage of the work opportunities. This raises the labor force participation rate. When employment is full—which is what a 3.9% unempoyment rate means—wages are bid up as employers compete for scarce labor.  Full employment with no wage pressure and no rise in the labor force participation rate is impossible.  
This article was originally published on Paul Craig Roberts Institute for Political Economy.
Dr. Paul Craig Roberts is a frequent contributor to Global Research.