9 dicembre forconi: 01/17/18

mercoledì 17 gennaio 2018

LE DUE COREE SFILERANNO INSIEME ALLA CERIMONIA D'APERTURA DELLE OLIMPIADI INVERNALI, I DUE PAESI DARANNO VITA A UN'UNICA SQUADRA DI HOCKEY FEMMINILE

Corea Nord e Corea SudCOREA NORD E COREA SUD

Lo sport riesce a unire e potrebbe essere uno strumento utile a sciogliere le tensioni internazionali. Le due Coree sfileranno insieme sotto la bandiera della Corea unita alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, fissata per il 9 febbraio.

Si tratta di uno degli accordi raggiunti, in base a una nota congiunta, nell'incontro che si è svolto oggi a Panmunjom, villaggio vicino al confine segnato dal trentottesimo parallelo. La delegazione nordcoreana sarà composta da 550 membri, tra cui 230 cheerleader, 30 atleti di taekwondo e 150 atleti paralimpici. Lunedì era stato trovato l'accordo sull'invio di un'orchestra composta da 140 musicisti che si esibirà a Seul e in un'altra località interessata dalle gare, Gangneung, a 240 chilometri dalla capitale..

La squadra nordcoreana entrerà nei territori di Seul via terra, passando dall'area industriale di Kaesong, chiusa dal febbraio 2016. L'arrivo via mare sarebbe infatti una violazione delle sanzioni multilaterali a cui è soggetto il regime di Kim Jong-un.

Corea Nord e Corea SudCOREA NORD E COREA SUD
Non soltanto: i due Paesi daranno vita a una squadra unica di hockey su ghiaccio femminile. Una decisione che va contro il volere di Sarah Murray, l'allenatrice della squadra della Corea del Sud, che ieri si è detta contraria alla fusione: "Non voglio mettere a rischio la chimica della squadra e rinunciare ad alcune colonne della squadra". A suo dire, infatti, il livello tecnico della squadra si abbasserebbe: "Le nostre giocatrici hanno guadagnato la loro occasione e credo meritino di andare alle Olimpiadi. Il talento delle ragazze del Nord non è sufficiente per fare la differenza".   

Dopo l'accordo tra i due Paesi, dovrà arrivare il via libero del Comitato olimpico internazionale. L'incontro tra l'organizzazione dei Giochi e una delelgazione delle due Coree è previsto per sabato prossimo, 20 gennaio, a Losanna. La riunione sarà presieduta dal presidente del Cio, Thomas Bach.

Sarà l'occasione
Corea Nord e Corea SudCOREA NORD E COREA SUD
per decidere le modalità di partecipazione alle Olimpiadi invernali degli atleti e dei funzionari nordcoreani, dal momento che i termini per l'iscrizione sono gi scaduti. Saranno quindi affrontate le questioni legate al protocollo relative a inno, bandiera, cerimoniale e divise.

Fonte: qui

OLIMPIADI INVERNALI COREAOLIMPIADI INVERNALI COREA

A NAPOLI DILAGA IL "TERRORISMO URBANO"

STANNO CRESCENDO NUOVE GENERAZIONI DI RAGAZZI CHE CONOSCONO SOLO LA VIOLENZA, SONO CAMORRISTI DENTRO 

E I LORO GENITORI LI SPALLEGGIANO:  “MIO FIGLIO NON È CATTIVO. SONO SOLO ATTEGGIAMENTI” 

1 - NAPOLI, ALTRI RAGAZZINI PICCHIATI IN STRADA
Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”

Quello che è sempre stato chiamato bullismo, a Napoli ha fatto un salto di qualità. Un salto verso una violenza sempre più profonda che ha già oltrepassato i limiti della ferocia. Le rapine non c'entrano, al massimo sono eventi collaterali.

AGGRESSIONE AL GIOVANE ARTURO A NAPOLI - IL 15ENNE KEKKOAGGRESSIONE AL GIOVANE ARTURO A NAPOLI - IL 15ENNE KEKKO
Fu pura ferocia quella con la quale quattro ragazzini infierirono, poco meno di un mese fa, sul diciassettenne Arturo accoltellandolo alla gola e al polmone, è stata ferocia quella usata due giorni fa nei pressi della stazione della metro di Chiaiano da una decina di minorenni che hanno picchiato con calci e pugni un quindicenne fino a spappolargli la milza.

Ed è stata ugualmente la ferocia a guidare, poche ore dopo, le azioni di un altro gruppetto di giovanissimi che sabato sera a Pomigliano d' Arco, un paese della fascia vesuviana, ha circondato e aggredito all' interno della villa comunale un ragazzo di quindici anni e suo cugino di 14.

AGGRESSIONE AL GIOVANE ARTURO A NAPOLI - IL 15ENNE KEKKOAGGRESSIONE AL GIOVANE ARTURO A NAPOLI - IL 15ENNE KEKKO
Alla fine del pestaggio hanno preso a uno dei due lo smartphone, ma giusto per ulteriore sfregio. Fosse stato il telefonino il loro obiettivo, non avrebbero avuto bisogno di infierire tanto e soprattutto di usare le catene. Come quella che i carabinieri di Castello di Cisterna, guidati dal capitano Tommaso Angelone, hanno trovato addosso a un ragazzo di 15 anni di Pomigliano che hanno fermato dopo poche ore di indagini.

I militari hanno individuato anche un altro minorenne che avrebbe preso parte all'aggressione, ma si tratta di un tredicenne, e quindi non imputabile. In questi casi non si può fare altro che una segnalazione al Tribunale dei minorenni e lasciare il ragazzo in affidamento alla famiglia. Il suo amico deve invece rispondere di violenza e rapina.

AGGRESSIONE AL GIOVANE ARTURO A NAPOLI - IL 15ENNE KEKKOAGGRESSIONE AL GIOVANE ARTURO A NAPOLI - IL 15ENNE KEKKO
I carabinieri indagano anche sul ferimento di un undicenne bengalese raggiunto alla nuca da un piombino esploso da una pistola scacciacani durante un raid estorsivo contro un negozio di suoi connazionali a Palma Campania. A Napoli sono invece ancora senza nome i responsabili del pestaggio subito da Gaetano, il ragazzino aggredito sabato pomeriggio nel quartiere Chiaiano. Il questore Antonio De Jesu, pur dicendosi ottimista di riuscire in tempi brevi a individuare i responsabili dell' aggressione, è tornato ancora una volta sulla necessità che la polizia possa contare sulla collaborazione di chi assiste a queste scene.

Il capo della questura napoletana chiede che venga subito dato l'allarme, e anche che chi ne ha la possibilità filmi gli autori delle violenze, in modo da aiutare poi gli investigatori a stringere rapidamente il cerchio delle indagini. Al momento le immagini a disposizione dei poliziotti sono solo quelle delle telecamere a circuito chiuso installate nella zona. Ieri il pm della Procura minorile che coordina le indagini ha anche interrogato alcuni giovanissimi, ma per ora solo in qualità di persone informate dei fatti.
AGGRESSIONE AL GIOVANE ARTURO A NAPOLI - IL 15ENNE KEKKOAGGRESSIONE AL GIOVANE ARTURO A NAPOLI - IL 15ENNE KEKKO

2 - RAGAZZI SELVAGGI NELLA NAPOLI DOVE IL VUOTO DIVENTA VIOLENZA URBANA
Francesco Grignetti per “la Stampa”

L'ultima aggressione, due sere fa. A Pomigliano d'Arco un branco di dieci adolescenti ha aggredito due coetanei, di 15 e 14 anni, per rubargli il cellulare. I carabinieri sono riusciti a bloccare due degli aggressori: uno di 15 e l'altro di 13 anni. Colpisce in questa storia l' età delle vittime e dei carnefici. Che fossero in strada a tardissima ora. Che lo smartphone sia un trofeo, a coronamento dell' aggressione. E la serialità dei fatti.

La penultima aggressione è della sera prima. Davanti alla stazione della metropolitana di Chiaiano, estrema periferia di Napoli, il branco ha colpito Gaetano, 15 anni, preso a calci e pugni fino a spappolargli la milza. Ci sono già dieci minori identificati per quel pestaggio.
Stazione di Chiaiano, ieri.

AGGRESSIONE AL GIOVANE ARTURO A NAPOLI - IL 15ENNE KEKKOAGGRESSIONE AL GIOVANE ARTURO A NAPOLI - IL 15ENNE KEKKO
La nuova linea di metropolitana parte dal cuore della città e vi deposita a destinazione in venti minuti. Dietro le spalle ci si lascia l'arte, le opere di Pistoletto lungo i percorsi, le scale mobili luccicanti. Ma già il viaggio inizia con un pugno allo stomaco. Un uomo sui cinquant'anni chiede la carità, offre il solito campionario di calze. Poi di colpo si getta a terra: «Aiutatemi. È da stamattina che vado in giro e non ho abbastanza da mangiare. Io mi inchino di fronte a voi. Meglio umiliarsi che andare a rubare o fare rapine... Aiutatemi».

E bacia il pavimento della carrozza. Arrivati a Chiaiano, il nulla. Qualche murales a ingentilire il cemento armato. Cassonetti fetidi della spazzatura. Tre ambulanti di colore con una misera bancarella e qualche occhiale da sole. La gente, soprattutto giovani, va via a testa bassa. Si aspetta l' autobus o la macchina del papà che viene a prendere.
NAPOLI - COLTELLATE AL 17ENNE ARTURONAPOLI - COLTELLATE AL 17ENNE ARTURO

«Sa - arriva per telefono la voce del questore di Napoli, Antonio De Iesu - da quelle parti mi colpisce soprattutto il vuoto. Non c'è un centro di aggregazione, non un esempio positivo. I ragazzi vivono in strada. E la strada è la loro unica prospettiva. Ma guardi che a Napoli sono tanti i quartieri sensibili, anche in centro. E il problema di queste nuove generazioni violente è serio per davvero».

Il vuoto. A Chiaiano, si tocca con mano. C'è un addetto della metropolitana barricato nel suo gabbiotto blindato. E nulla più. La polizia sta esaminando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza per identificare gli aggressori. Ma nessuno ha visto, nessuno si è fatto avanti. E si è trattato di un pestaggio violentissimo e reiterato. Gaetano, il quindicenne su cui si sono accaniti di più, ha perso la milza al termine di un'operazione d'urgenza. «Mio figlio è vivo per miracolo - si è sfogata la madre, Stella - , se qualcuno ha visto qualcosa, lo denunci. Fatti del genere o non si devono ripetere più».

NAPOLI - COLTELLATE AL 17ENNE ARTURONAPOLI - COLTELLATE AL 17ENNE ARTURO
Qualche tempo fa, il sociologo Domenico De Masi, per parlare della sua amata Napoli, disse che «ormai è come vivere in Afghanistan». Se lo divorarono di polemiche. 

Violenza cieca. Se ne parla da mesi a Napoli. Inizialmente quando si scoprì la movida violenta. Bastava uno sguardo di troppo, per dare il via a risse selvagge. Ma anche pestaggi di tanti contro uno. Ed ecco come è finita. L'animatore di un comitato contro la movida selvaggia, Mauro Boccassini, presidente dei residenti in via Aiello Falcone, è terrorizzato. Si è sfogato con Il Mattino. Da settimane gli squarciano le ruote della macchina.
NAPOLI - COLTELLATE AL 17ENNE ARTURONAPOLI - COLTELLATE AL 17ENNE ARTURO

«Ormai è più il tempo che passo in commissariato di quello in famiglia». Alla vigilia di Natale lo hanno dovuto scortare al supermercato perché era stato sufficiente affacciarsi dal terrazzo per scatenare gli insulti e le minacce dagli avventori di un bar vicino. È stato pestato a sangue a ottobre. E c' è stato un raid di cinque incappucciati nel palazzo che hanno distrutto tutto al loro passaggio, dai citofoni alle piante.

«Noi siamo ormai sotto attacco di un nuovo terrorismo urbano», dice con voce accorata la mamma di Arturo, 17 anni, accoltellato al collo il 18 dicembre scorso nella centralissima via Foria. Il ragazzo, studente modello di liceo, mentre cammina viene preso di mira da una banda di minorenni. Lo mettono in mezzo, lo spintonano, poi partono le coltellate. È salvo per miracolo. Oggi torna a scuola.

NAPOLI - COLTELLATE AL 17ENNE ARTURONAPOLI - COLTELLATE AL 17ENNE ARTURO
«Ma è ancora traumatizzato e non riesce a parlare. Però i compagni insistono. E anche a lui farà bene un primo avvicinamento alla normalità», dice la mamma, la signora Marisa Iavarone. Per lui si mobilitano in tanti. I compagni di scuola, altri adolescenti che non ce la fanno più. Sotto Natale c'è stata persino una manifestazione con centinaia di ragazzi che rifiutano questa violenza dilagante e senza scopo. «Io lo definisco terrorismo urbano perché lo scopo è solo di spargere il terrore tra i nostri figli.

luogo accoltellamento napoliLUOGO ACCOLTELLAMENTO NAPOLI
E temo che siamo solo agli inizi di questa storia. Il quadro è drammatico. Stanno crescendo delle nuove generazioni che conoscono solo la cultura della violenza, sono camorristi dentro. E i loro genitori li spalleggiano. L' unico del gruppo che hanno arrestato è un quindicenne che fa il bullo pure con il magistrato, non si rende conto, è evidente che queste sono le uniche regole che conosce. E sua madre lo giustifica pure. Dice che "non è cattivo. Sono solo atteggiamenti". Io mi rivolgo a quella madre, a tutte le madri. Ma si rendono conto del vuoto genitoriale dove crescono i loro figli?».

C' è una Napoli che funziona, insomma. La Napoli del turismo sempre in crescita. Con i suoi monumenti e musei tirati a lucido. E poi la Napoli della violenza cieca, dei modelli negativi dove ci si divide tra «chi fotte e chi è fottuto», dove i bambini non sognano, si sentono vecchi e disillusi a 15 anni.

Fonte: qui

OGGI SI RIUNISCE LA CAMERA PER VOTARE LA MISSIONE MILITARE IN NIGER: UN FAVORE A MACRON, COSI’ RITIRA UN PO’ DI UOMINI

I CONTRIBUENTI ITALIANI VERSERANNO 49 MILIONI DI EURO PER DIFENDERE GLI INTERESSI FRANCESI, L’URANO SOPRATTUTTO, CAMUFFATI DAL BLOCCO DEI FLUSSI DI MIGRANTI

Mario Giordano per la Verità
base Legione straniera NigerBASE LEGIONE STRANIERA NIGER

Dietrofront. E avanti march. Lasciate di soppiatto i vostri amati comizi, cari deputati, e mettetevi silenziosamente sull' attenti: dovete presentarvi di nuovo all' adunata di Montecitorio. Questa mattina, ore 10.30, alzabandiera, e poi tutti in marcia verso il Niger. La missione militare non può attendere. Un-due-un-due. Avanti march con passo felpato. Il tutto deve avvenire senza rumore. Meglio se nessuno se ne accorge.


Però muovetevi. Le Camere sono sciolte? Tornino a solidificarsi. Gli impegni elettorali incombono? Dimenticateli. Le liste elettorali vi preoccupano? Pazienza. La Francia ordina, noi ubbidiamo. In silenzio, ma ubbidiamo: 470 militari, 130 mezzi terrestri, 2 aerei, spesa  prevista 49,5 milioni di euro nel solo 2018. È tutto pronto, manca solo il vostro signorsì. O, forse sarebbe meglio dire, oui monsieur Emmanuel Macron. Sussurratelo in fretta. Vorrete mica dargli un dispiacere?
SOLDATI ITALIANISOLDATI ITALIANI

Ma no, non si può dare un dispiacere a quel bell' uomo, simbolo della nuova Europa, Inno alla gioia ed élite compiacenti. Del resto, pochi giorni fa ci siamo inchinati ai suoi piedi: a villa Madama il nostro premier Paolo Gentiloni sembrava lo studentello di fronte al professore, probabilmente gli fanno ancora male le ginocchia per il troppo tempo passato in adulazione. Macron gli ha fatto una carezza e lui si è sciolto, accettando di firmare al buio un accordo che con probabilità si rivelerà l' ennesima sòla per l' Italia.

base avanzata Legione NigerBASE AVANZATA LEGIONE NIGER
Del resto Gentiloni non è quello che da ministro degli Esteri ha firmato un accordo che regalava alla Francia un pezzo d' Italia? E questo pezzo d' Italia non erano proprio le acque più pescose della Sardegna e della Liguria? E da presidente del Consiglio non è stato forse lui ad accettare il blocco della nostra Fincantieri nell' acquisizione dei cantieri navali francesi Stx? E non è stato lui poi a firmare quel miserevole compromesso finale con la Francia che si degna generosamente di prestarci ciò che abbiamo comprato, tenendoci di fatto per le palle? Come evitare dunque il sospetto che anche la missione in Niger sia un inchino in direzione Tour Eiffel?

militari francesi NigerMILITARI FRANCESI NIGER
Sinceramente non so se i nostri soldati andranno soltanto a difendere l' uranio francese, come ha detto fin da subito l' ex sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto e come ha ribadito ieri l' onorevole Daniele Capezzone. Non so se si tratta, come aggiunge quest' ultimo, di un ulteriore passo verso il «lento ma inesorabile assoggettamento italiano a Parigi». Di certo attorno alla missione restano tante ombre. La versione ufficiale dice che servirà per contrastare il «fenomeno dei traffici illegali e delle minacce della sicurezza», ma il capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano ha riferito che non sarà una «missione combat». E dunque?

soldati italiani afghanistanSOLDATI ITALIANI AFGHANISTAN
Che significa? Come si fa a contrastare chi gestisce «traffici illegali» e «minacce della sicurezza» senza combattere? Cercheremo forse di convincerli? Faremo pacati ragionamenti in mezzo al deserto? Offriremo loro mazzi di fiori? Merende con i biscotti? Scusi, jihadista, se le offro un tè lei evita di spararmi in mezzo alla fronte? Scusi, trafficante di uomini, so che ci tiene al carico di schiavi, ma non è che potrebbe lasciarmelo? E se ce lo giocassimo a briscola? O preferisce il burraco?

GENTILONI MACRONGENTILONI MACRON

Qualcuno dice che non andremo a combattere ma solo ad addestrare i contingenti locali. Anche qui, però, c' è qualcosa che non torna. Per addestrare i contingenti locali si mandano piccole pattuglie di super professionisti. Noi stiamo mandando invece quasi 500 uomini con 130 mezzi terrestri e due aerei: un po' troppa roba per una missione di addestramento. Ma se, al contrario, come molti sostengono, ci sarà assegnato il pattugliamento del confine tra Niger e Libia attorno all' avamposto di Madama, allora quel contingente appare limitato.
migranti NigerMIGRANTI NIGER

Si tratta infatti di oltre 600 chilometri, molto pericolosi. E gli esperti si chiedono: perché allora non mandiamo gli elicotteri? E un paio di aerei cargo? E i radar controfuoco e gli ospedali da campo? Alla fine tutti gli analisti sollevano dubbi sulla natura di questa misteriosa missione, la cui unica ragione plausibile al momento sembra quella - dicono - di consentire ai francesi di ritirare un po' di soldati. E di risparmiare qualche soldo. Del resto la Francia quando c' è da difendere i suoi interessi lo sa fare bene, guerra in Libia docet. E noi come rispondiamo? Facendo loro un regalo dopo l' altro. W monsieur Macron, W la France. Liberté, egalité e subalternité.

migranti in NigerMIGRANTI IN NIGER
Lo ripeto: non so che cosa ci sia di vero in tutto ciò che è stato detto e scritto. Ma una cosa certa c' è: stiamo mandando i nostri ragazzi in una missione pericolosa i cui contorni sono tutt' ora molto confusi. Non vi pare che occorrerebbe almeno un po' di chiarezza? Invece ecco quello che accade: un governo che dovrebbe restare in carica solo per gli affari ordinari non esita a prendere impegni internazionali gravosi e un Parlamento che è già sciolto viene chiamato in tutta fretta per avvallarli.
base legione Niger1BASE LEGIONE NIGER1

E tutto ciò avviene di nascosto, in silenzio, nella distrazione generale di una campagna elettorale incentrata su Spelacchio, senza dibattito, senza discussioni, senza nessuno che non dico scenda in piazza e sventoli una bandiera della pace, per carità, forse sarebbe troppo, ma che almeno osi alzare un sopracciglio per chiedere: a' Gentilo', ma in Niger, alla fine, che c' andiamo a fare? 

Ce lo puoi dire? 

O la tua lingua ti si è seccata a forza di leccare le terga di Macron?

Fonte: qui

Incidente sul lavoro a Milano, tre operai morti intossicati in un'azienda che lavora acciaio

Grave incidente sul lavoro in un'azienda che produce lamine in acciaio e titanio a Milano, in via Rho, zona Greco. Sei gli operai coinvolti: tre hanno perso la vita e altri tre sono ricoverati in ospedale - uno di loro è gravissimo. In quattro erano stati trovati dal 118 a terra privi di sensi.  
Tre decessi dopo il ricovero
Tre dei 4 operai sono morti dopo il ricovero in ospedale. Gravissimo un quarto dipendente. Le vittime sono italiane. Erano rimasti intossicati da esalazioni tossiche - forse di azoto - durante le operazioni di pulizia di un forno. All'arrivo del 118 le loro condizioni erano già disperate, sono morti in arresto cardiaco poco dopo il trasporto  all'ospedale di Monza e al Sacco di Milano. 
Milano, incidente sul lavoro in un'azienda metalmeccanica 160118 (LaPresse)
© Fornito da Rai News Milano, incidente sul lavoro in un'azienda metalmeccanica 160118 (LaPresse)
Ad essere coinvolti sicuramente un operaio di 34 anni e uno di 47, mentre degli altri non si conosce ancora l'età, secondo le informazioni riportate al momento dall'Areu. Sul posto anche carabinieri, polizia locale e vigili del fuoco che stanno controllando la zona.
È rimasto intossicato anche il Capo Squadra dei Vigili del fuoco, tra i primi giunti a prestare soccorso. Per il pompiere una lieve intossicazione.
Causa intossicazione ancora sconosciuta
Non è stata ancora individuata con certezza l'origine dell'intossicazione che ha ucciso due operai a Milano. Da quanto si apprende infatti, i primi controlli effettuati dalle due squadre dei vigili del fuoco (tra cui quella degli specialisti del Nucleo Nbcr) al lavoro alla Lamina Spa in via Rho, non avrebbero evidenziato tracce tangibili di vapori o gas tossici che potrebbero essersi sprigionati per varie ragioni durante i lavori per la pulizia del forno. 
I pompieri proseguono dunque il loro lavoro, mentre si apprende che il loro collega caposquadra rimasto leggermente intossicato non è stato ricoverato ma semplicemente "valutato" sul posto dai sanitari del 118.
Nella sede dell'azienda sono intanto giunti per un sopralluogo il Pm Gaetano Ruta e il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano.
Fonte: qui