9 dicembre forconi: 10/29/16

sabato 29 ottobre 2016

CLINTON PRENDI I SOLDI E SCAPPA (ALLA CASA BIANCA)

WIKILEAKS PUBBLICA ALTRE EMAIL SUCCULENTE DELL'ENTOURAGE DI CLINTON: CENTINAIA DI MILIONI TRA DONAZIONI ALLA CAMPAGNA, ALLA FONDAZIONE, MA SOPRATTUTTO AI CONTI PRIVATI DI HILLARY E BILL. ALL'EX PRESIDENTE 1,5 MILIONI SOLO DALLA BANCA D'AFFARI UBS 

HUMA ABEDIN SULL'INTRECCIO DEI SOLDI DI HILLARY: ''HA CREATO QUESTO CASINO E LO SA''

Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera

«Prendi i soldi!». L' invito, perentorio, compare in una mail di Jennifer Palmieri, la responsabile per la comunicazione dello staff di Hillary Clinton. Il destinatario, in questo caso, è Robby Mook, il manager della campagna. Ma, stando a quello che si legge nelle mail rivelate da Wikileaks, potrebbe essere lo slogan ombra del clan Clinton.
Soldi donati da sette Paesi alla Fondazione Clinton mentre Hillary era Segretario di Stato.
Soldi sui conti personali di Bill. Soldi, soprattutto, per la competizione elettorale dell' ex First Lady. In cambio di che cosa?

Hillary Clinton ha raccolto 1,14 miliardi di dollari per pagare la corsa alla Casa Bianca: un quinto proviene da 100 ricchissimi donatori e lobbisti. Nella lista compaiono, tra gli altri, Donald Sussman che appartiene alla nuova élite della finanza americana formata dai gestori di hedge fund: 20,7 milioni di dollari per Hillary.
hillary clinton soldiHILLARY CLINTON SOLDI

Poi ecco Jay Robert Pritzker, 51 anni, cofondatore del più grande gruppo di venture capital del Midwest: 16,7 milioni. E ancora: Haim Saban, presidente di Univision, 11,9 milioni; George Soros, forse il più noto finanziere americano: 9,9 milioni di dollari e infine Daniel Abraham, proprietario della società SlimFast: 9,7 milioni.

Alcuni di loro avevano già dichiarato di aver finanziato «l' operazione Clinton». Ma i messaggi rubati dai server del partito democratico e pubblicati da Wikileaks mostrano quanto questi personaggi siano considerati interlocutori privilegiati dall' ex First Lady. George Soros è molto attivo: dispensa consigli persino sulla riforma della polizia.

HILLARY CLINTON HUMA ABEDINHILLARY CLINTON HUMA ABEDIN
Il presidente di Univision, Haim Saban, invece, cittadino con passaporto israeliano e americano, il creatore dei «Power Rangers», il centoduesimo uomo più ricco del mondo, spinge Hillary, a nome della comunità ebraica americana «a distinguersi da Obama sulla linea nei confronti di Israele». John Podesta, il presidente della campagna, gli risponde sempre con gratitudine.

Hillary Clinton ha adottato questo schema ancora prima di annunciare la sua candidatura il 12 aprile 2015. Nelle settimane precedenti, come ha ricostruito il Washington Post il suo staff è già in agitazione. Huma Abedin, la sua più stretta collaboratrice, lancia l' allarme: «Jeb Bush».

bernie sanders hillary clintonBERNIE SANDERS HILLARY CLINTON
L' ex governatore della Florida, allora considerato la carta migliore dei repubblicani, sta ammassando milioni con i cosiddetti super Pac, i «political action committee», comitati formati da affaristi con molte risorse e con interessi precisi da tutelare. In una mail Dan Schverin, responsabile per la stesura dei discorsi ufficiali, scrive di essere preoccupato perché Hillary «potrebbe essere accusata di ipocrisia».

In realtà accadrà di peggio. Bernie Sanders per diversi mesi rinfaccerà alla rivale di essere troppo legata ai «millionaires» e ai «billionaires». Pazienza. La linea è: «Prendi i soldi».
bill raramente accompagna hillaryBILL RARAMENTE ACCOMPAGNA HILLARY

Ma c' è un' altra fonte di inquietanti contraddizioni: la Clinton Foundation. Dal 1997 ha raccolto circa 2 miliardi di dollari, soccorrendo, tra l' altro, la popolazione di Haiti, dopo il terremoto del 2010. Per mesi si è polemizzato sui fondi in arrivo da Stati come Qatar e Arabia Saudita.

Quindi da una parte Hillary accetta con entusiasmo i contributi di Saban e della comunità ebraica. Dall' altra si tiene stretti i denari del Qatar, un Paese considerato come minimo ambiguo da Israele. «Ha creato questo casino e lo sa», riassume in una mail Huma Abedin nel gennaio del 2015.
hillary e bill clintonHILLARY E BILL CLINTON

Viene fuori anche uno spaccato di contrasti, ripicche e guadagni personali. Bill Clinton si è servito del finanziere Declan Kelly, già collaboratore di Hillary quando era Segretario di Stato, per agganciare banche come Ubs o società come Coca Cola e Dow Chemical.

L' ex presidente chiedeva e otteneva contributi per la Fondazione, ma anche inviti per tenere discorsi. In totale Bill ha guadagnato almeno 4,5 milioni di dollari in questo modo. Solo l' Ubs gliene ha versati 1,5. Nella rete con le aziende passavano anche incarichi ben retribuiti per i fedelissimi e l' impegno a sostenere il nome per la Casa Bianca scelto da Bill Clinton. Hillary, naturalmente.

Fonte: qui

EQUITALIA SCOMPARE (PER FINTA), MA QUEL CHE RESTA POTRÀ BLOCCARE I CONTI CORRENTI AGLI EVASORI

AFFARI D’ORO PER GLI STROZZINI. 

IN COMPENSO, IL GOVERNO PROMETTE DI DARE 800 EURO AD OGNI DONNA CHE SI DICHIARA INCINTA 

Claudio Antonelli per “La Verità”

fisco in bancaFISCO IN BANCA
La legge di Stabilità al momento viaggia nell' etere. Arriverà in Parlamento, ma prima il governo dovrà prendere carta e penna e rispondere a tutti i dubbi sollevati da Bruxelles sulle mancate coperture. Dalla bozza emergono però, in ordine sparso, inquietanti e drastiche inedite misure.

Oltre alle clausole di salvaguardia per l' Iva, imbucate per il 2018, e la previsione dell' ennesimo aumento delle accise sulla benzina, la vera novità riguarda le riscossioni da parte del fisco. Dietro l' idea di riformare Equitalia e rottamare le vecchie cartelle esattoriali è spuntata l'«arma finale»: il pignoramento dei conti correnti.

SPORTELLO BANCARIOSPORTELLO BANCARIO
A fronte di pendenze legate all' evasione, l' organismo che svolgerà le funzioni del vecchio Ente sarà in grado di bloccare la liquidità della persona che sfugge ai propri doveri tributari.

Una legge entrata in vigore nel 2013 consentiva a Equitalia di mettere le ganasce ai veicoli e, in caso di grosse pendenze, anche di «bloccare» le case di proprietà. Successivamente, la riscossione è stata estesa ad altri beni intestati, fino ai crediti di clienti o fornitori. La «passata di spugna» sull' enorme massa di vecchie pendenze aprirà le porte a un intervento mirato, con lo scopo di generare più gettito. Quasi un' attività da cecchino. Infatti, se l' idea di pignorare i conti correnti appare legittima, la realtà quotidiana ci suggerisce alcune osservazioni destinate a tradursi in dubbi veri e propri.

SPORTELLO BANCARIOSPORTELLO BANCARIO
I grossi evasori di solito non hanno conti correnti intestati. I piccoli evasori sì. A finire penalizzati, quindi saranno prima di tutto quei disgraziati che si sono trovati a non pagare le imposte per stato di necessità. Ma togliere loro l' ultimo ossigeno, cioè la disponibilità di un po' di soldi, potrebbe innescare un circolo vizioso. Non dimentichiamo che il 2014 e il 2015 sono stati gli anni neri dei suicidi: ma forse questo è un punto di vista poco burocratico, di difficile comprensione a chi si occupa solo di norme e leggi.

D' altro canto, la scelta di poter pignorare i conti ci sembra una mossa molto più di facciata che di sostanza: gli obiettivi sbandierati dal governo sulla lotta all' evasione fiscale, di fronte alla realtà dei numeri e dei fatti si sono sciolti al sole. Basti pensare alle soglie di non punibilità penale per i reati di evasione fiscale, innalzate del triplo: si è passati da 50 a 150.000 euro; o al caos dell' Agenzia delle Entrate, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che nel marzo 2015 ha annullato, perché illegittimi, gli avanzamenti di carriera di 800 dirigenti, infine al tentati vo di condonare i soldi in nero tenuti sotto il materasso o nelle cassette di sicurezza.

evasori fiscoEVASORI FISCO
Non è altro che una sanatoria, percepita come l' ennesima. Anche se ogni qual volta il governo lancia uno scudo fiscale (il discorso vale anche per tutti i governi precedenti) si mette in moto il meccanismo di propaganda per diffondere il messaggio: italiani, adeguatevi, pagate le multe perché è l' ultima occasione. Ma gli italiani sanno che basta aspettare un paio di anni per tentare la nuova lotteria. Così, i condoni portano sempre meno gettito.

donne incinte la bellezza del pancione 8DONNE INCINTE LA BELLEZZA DEL PANCIONE 
La prima voluntary disclosure ha fruttato solo 3,6 miliardi. Se la seconda non dovesse portare all' Erario almeno 1,6 miliardi, il ministero dell' Economia ha già messo bianco su nero che le accise su benzina, diesel, alcol e tabacchi verranno aumentate il 10 settembre 2017. «L' obiettivo», come si legge nella bozza di Bilancio, «è incassare almeno il 50% della differenza tra gli 1,6 miliardi previsti e l' introito effettivo».

A fronte dei punti di domanda e dei buchi di bilancio, la bozza, a oggi in vigore, conferma una lunga serie di bonus e di incentivi una tantum. A partire dal primo gennaio 2017 sarà riconosciuto un bonus di 800 euro in un' unica soluzione su domanda della futura mamma, nel momento in cui sarà al settimo mese di gravidanza.

donne incinte la bellezza del pancione 4DONNE INCINTE LA BELLEZZA DEL PANCIONE 
Mille euro all' anno sono previsti per pagare le rette di asili nido pubblici e privati per i nati dal primo gennaio 2016. Ed è spuntata, infine, una nuova forma di incentivi al lavoro. Le future assunzioni stabili, anche in apprendistato «effettuate entro il 31 dicembre 2018 di studenti che abbiamo svolto attività di alternanza scuola lavoro potranno godere di esonero contributivo per un massimo di 36 mesi», così recita il relativo articolo.

Non è altro che il tentativo di spostare più in là gli effetti degli incentivi che nel 2015 hanno drogato il mercato delle assunzioni, per poi rivelarsi nel 2016 un boomerang sulla produttività. Insomma, tante mance e tanto deficit. Vedremo quando bisognerà fare i conti con l' Europa e gli accordi sottoscritti anche dal nostro Paese. Ma forse avverrà dopo il referendum.

Fonte: qui

SMENTITE LE SLIDES DI RENZI IL PALLONARO: NEI PROSSIMI TRE ANNI IMPRESE E FAMIGLIE SUBIRANNO UNA STANGATA DA 75 MILIARDI DI EURO


E LA PRESSIONE FISCALE NON CALA: DAL 42,1% DI QUEST'ANNO SALIRA' AL 42,2% PER TUTTO IL TRIENNIO 2017-2019 

IL TUTTO SENZA AVERE ALCUNA POSSIBILITA' DI CRESCITA DELL'ECONOMIA REALE ...

LA MAZZATA DELL'IVA E DELLE ALTRE IMPOSTE INDIRETTE

(AdnKronos) - "Stangata fiscale da oltre 75 miliardi di euro nel prossimo triennio. Tra il 2017 e il 2019 le tasse cresceranno costantemente, passando dai 493 mld del 2016 ai 505 mld del 2017, ai 518 mld del 2018 e ai 530 mld del 2019". 

A sostenerlo è il Centro studi di Unimpresa, secondo il quale sono destinati a salire anche i versamenti allo Stato per contributi sociali e previdenziali: l'incremento sarà di quasi 33 miliardi. 

La pressione fiscale, rileva il Centro Studi, si attesterà per tutto il triennio in esame al 42,2% superiore al 42,1% dell'anno in corso. 

Sono le imposte indirette (la principale è l'Iva) che 'garantiranno' il maggior gettito aggiuntivo con un aumento complessivo di 80,5 miliardi; le indirette cresceranno di 3,3 mld, mentre caleranno di 8,3 mld gli altri tributi in conto capitale. E le entrate generali dello Stato sfonderanno il muro degli 800 mld.

Secondo l'analisi dell'associazione, realizzata sulla base della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvata il 27 settembre dal governo, il totale delle entrate tributarie si attesterà a quota 493,1 mld alla fine del 2016; di questi, 248,2 mld sono le imposte dirette (come Irpef, Ires, Irap, Imu), 240,9 mld le indirette (come Iva, accise, registro) e 3,8 mld le altre in "conto capitale".

TASSETASSE

Si tratta di una voce del bilancio pubblico che salirà a 505,8 mld nel 2017 (rispettivamente 245,8 mld, 258,4 mld e 1,6 mld), a 518,1 mld nel 2018 (rispettivamente 247,8 mld, 269,3 mld e 831 milioni), a 530,9 mld nel 2019 (rispettivamente 254,3 mld, 275,7 mld e 841 milioni). 

Complessivamente, considerano la variazione di ciascun anno del triennio in esame rispetto al 2016, l'aumento delle entrate tributarie nelle casse dello Stato sarà pari a 75,5 mld: le imposte dirette cresceranno di 3,3 mld, le indirette di 80,5 mld e le altre si ridurranno di 8,3 mld.
 Cresceranno anche le entrate relative a contributi sociali (previdenza e assistenza): dai 219,6 mld del 2016 si passerà ai 222,3 mld del 2017, ai 230,1 mld del 2018, ai 239,5 mld del 2019.
L'incremento complessivo sarà pari a 32,9 mld.

case e catastoCASE E CATASTO

In salita, poi, anche le altre entrate correnti per 2,3 mld. Ne consegue che il totale delle entrate dello Stato aumenterà di 110,3 mld: dai 786,2 mld del 2016 si passerà agli 800,8 mld del 2017, agli 821,9 mld del 2019 e agli 846,1 mld del 2019. 

Nessuna variazione positiva per la pressione fiscale. Il totale delle entrate dello Stato rispetto al prodotto interno lordo, rileva Unimpresa, si attesterà al 42,6% nel 2016, al 42,8% nel 2017, al 42,7% nel 2018 e 2019. Il quadro non migliora nemmeno se si osserva il dato "epurato" del bonus da 80 euro introdotto a partire dal 2014 e contabilizzato, ai fini del bilancio pubblico, come uscita e non come minore entrata: la pressione fiscale (al netto, dunque, degli 80 euro) raggiungerà quota 42,1% alla fine di quest'anno per poi salire e attestarsi al 42,2% per tutto il triennio successivo.    

Evasione FiscaleEVASIONE FISCALE
Fonte: qui