9 dicembre forconi: 11/10/16

giovedì 10 novembre 2016

OBAMA E LA CLINTON CHIEDONO AL LORO POPOLO DI ACCETTARE DONALD TRUMP COME PRESIDENTE.

LEI VESTITA CON PARAMENTI FUNEBRI HA COSTRUITO UN DISCORSO NOBILE. MANCA PERÒ OGNI AUTOCRITICA PER IL CLAMOROSO FALLIMENTO 

SONDAGGI TRUCCATI? 

QUELLI VERITIERI C'ERANO, BISOGNAVA SOLO NON ESSERE ACCECATI DAGLI SCAZZI (ALIMENTATI DAI MEDIA) CHE NASCONDEVANO I VERI TEMI CHE HANNO DECISO L'ELEZIONE


Maria Giovanna Maglie per Dagospia

HILLARY CLINTON BILL E TIM KAINE SCONFITTIHILLARY CLINTON BILL E TIM KAINE SCONFITTI
Noi ci dilettiamo a chiamarle americanate, ma avercene noi di quei salamelecchi istituzionali del mondo nuovo che devono essere seguiti obbligatoriamente anche a poche ore da uno scontro nel quale schizzava il sangue dei contendenti.

Così ieri pomeriggio con lo shock non ha ancora accettato, perché come ha scritto Maureen Dowd sul New York Timestramortito, si tratta di assorbire l'impossibile, Barack Obama dalla Casa Bianca insieme a Joe Biden, e Hillary Clinton con tutta la Sacra Famiglia a New York hanno chiesto a loro popolo di accettare Donald Trump come presidente ammettendo che il loro disperato tentativo di far diventare lei una sorta di prosecuzione dei due mandati di Barack Obama è fallito, come è fallita la pretesa di eleggere la prima donna presidente degli Stati Uniti.

 Poche parole da Barack Obama che ha ricordato i molti punti di frizione e divergenza tra lui e Donald Trump ma si è rifatto all'esempio precedente dei Bush che accolsero lui appena eletto nel 2008 con grande enfasi formale e sostanziale nonostante gli abissi di opinioni che li dividevano. Domani sarà tutta da vedere la prima visita di Trump a 1600 Pennsylvania Avenue, dove andrà a vivere perlomeno per 4 anni e dove già aveva detto che in caso di sconfitta avrebbe costruito uno dei suoi lussuosi alberghi per andarci comunque.
trump donald trumplandTRUMP DONALD TRUMPLAND

 Il clima tra la folla che ha atteso Hillary Clinton praticamente per un giorno, perché ci ha messo un giorno presentarsi e riprendersi e rendersi presentabile, era davvero funereo, anche perché tanto la candidata trombata quanto suo marito Bill indossavano un colore viola tra cravatta e giacca che pareva un paramento funebre. Il discorso della Clinton è anche apparso a tutti gli effetti come un addio alla politica attiva e all'impegno di una vita nella quale, ha detto, successi e sconfitte si sono alternati, lei si è abituata e per questo ha invitato le donne che vogliono farcela e affermarsi ad abituarsi allo stesso modo.

Non ha nascosto il dolore e la ferita aperta che durerà a lungo ma ha costruito un discorso molto nobile sul predominio dell'amore per il paese, sulla necessità di costruire un America piena di speranza, col cuore grande, che riesca a tenere dentro tutti. Quando ha detto: Donald Trump sarà il nostro presidente e gli dobbiamo un atteggiamento disponibile e la concessione della fiducia, è possibile che il cuore si sia fermato.
sostenitori di trumpSOSTENITORI DI TRUMP

Obama ha parlato in tandem: non siamo né democratici né repubblicani, per prima cosa siamo americani e siamo patrioti, tutti vogliamo il meglio per il nostro paese. Certo, nelle dichiarazioni dei due, pur generose nella forma, non c'è il minimo cenno di autocritica per il clamoroso fallimento, e visto il vantaggio con cui lei partiva, visto anche il ruolo pesante giocato dal Presidente per convincere a non votare Trump, non è un buon segno del futuro dibattito che stenta ad aprirsi in un Partito Democratico che si ritrova senza presidente, senza maggioranza alla Camera e al Senato, con meno governatori negli Stati. Da domani tocca a quell'altro dimostrare che non è un cialtrone in chief.

sostenitori di hillary clintonSOSTENITORI DI HILLARY CLINTON
 Tutti dicono che media e sondaggisti hanno creato insieme un racconto completamente falso sulla campagna presidenziale del 2016. È vero che l'argomento principale dei media ha girato intorno alla presentabilità del controverso candidato Donald Trump ed è vero che giornali molto importanti ed emittenti tv molto seguite, soprattutto New York Times Washington Post CNN ed ABC, hanno raccontato già da un mese fa che la candidata democratica aveva praticamente la vittoria in tasca.

Io però ho sempre seguito tre rilevazioni che sempre hanno mostrato che la gara era un testa a testa: il Los Angeles Times, Rasmussen reports e IBD/TIPP. Quindi gli strumenti c'erano. Tuttavia la maggior parte degli elettori ritenevano che la elezione sarebbe stata decisa proprio sulle controversie che circondavano i candidati presidenziali e non sulle famose issues, i punti rilevanti del programma.

E come dice denunciandole oggi proprio Rasmussen reports, quelle controversie, così la pensano gli elettori, le hanno create i media e non i candidati, i quali le hanno poi solamente cavalcate, e quelle controverse hanno imposto gli argomenti all'agenda della campagna presidenziale, e a quelle controversie piuttosto che alle issues, i media hanno dimostrato di essere interessati.

john podesta parla al posto della clintonJOHN PODESTA PARLA AL POSTO DELLA CLINTON
Brutto affare, che non sarà superato facilmente, quale che sia l'atteggiamento che da oggi è stato assunto da quegli stessi media, ovvero far finta di niente oppure cercare di sminuire la portata della vittoria straordinaria di Donald Trump.

A quanto pare in realtà agli elettori dei difetti privati del candidato a presidente non gliene importa niente, e piuttosto interessano le pubbliche virtù. Il 62% degli elettori ieri ha ribadito che la cosa importante sono le specifiche proposte politiche, e venendo a quelle, la verità è che Donald Trump ha sempre avuto un vantaggio sulla Clinton. Vediamo i punti, visto che una parte di questi punti ha costituito per più di un anno il racconto della impresentabilità di quello che oggi è il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d'America. Obamacare.

donald trump vince le elezioniDONALD TRUMP VINCE LE ELEZIONI
La maggior parte degli elettori è stata contraria da quando i democratici nel marzo del 2010 l'hanno approvata e fatta diventare legge. Questa opinione è diventata negli anni più forte e la scorsa settimana il 70% chiedeva che sia cancellata, mentre più del 90 chiedeva dei cambiamenti sostanziali perché il peso non ricadesse sui cittadini e sui piccoli imprenditori. Immigrazione illegale.

Clinton è stata un campione dell'amnistia e della possibilità di far entrare molti più immigrati legali nel Paese ma la maggioranza degli elettori per anni ha risposto in tutti i sondaggi di volere più espulsioni e confini più sicuri. L'economia. Solo un mese fa il 63% degli elettori si è dichiarato convinto che l'economia americana sia scorretta e danneggi la classe media, eppure i piani della Clinton erano di continuare le politiche economiche attuali. Tax and spend.
donald trump con la famigliaDONALD TRUMP CON LA FAMIGLIA

Ovvero la pratica antica del Partito Democratico di alzare le tasse e favorire la spesa pubblica. La maggior parte degli elettori ha chiesto invece in tutti i sondaggi tasse più basse e meno governo, come promesso da Donald Trump mentre Hillary Clinton parlava addirittura di aumentarle tutte e due. Libero commercio. Gli elettori sono ormai da anni scettici soprattutto nei confronti di nuove trattati come il TPP il trans Pacific partnership che la Clinton ha contribuito a mettere in piedi e negoziare.

sostenitori di hillary clintonSOSTENITORI DI HILLARY CLINTON
È vero che negli ultimi mesi di campagna elettorale la candidata democratica aveva sostenuto che l'avrebbe invece ripudiato ma il suo candidato vice, Tim Kaine prometteva invece in giro che tutto sarebbe rimasto immutato a elezione avvenuta. Sicurezza nazionale. La famosa frase “terrorismo islamico radicale” che Barack Obama ha proibito venisse usata anche dopo cruenti attentati terroristici, frase che Hillary Clinton si è adattata quindi a non utilizzare, non ha risposto mai alla realtà per la maggioranza degli elettori che con il terrorismo si ritengono in guerra.

E che sono certi che l'America non sia più il posto sicuro che era o che loro sentivano essere. Guerra con la polizia. Trump ha invocato law and order, secondo la lezione dura di Rudy Giuliani. La Clinton con questo ha polemizzato è attaccato i poliziotti razzisti, ci sono state violenze in molte città nelle quali la sensazione è stata che la Clinton fosse dalla parte dei manifestanti e Trump dalla parte della polizia.

Poi però viene fuori che solo il 14% degli americani credono che le morti che riguardano manifestanti e polizia avvengono per colpa di poliziotti, e anche che il 72% è soddisfatto del lavoro che fanno gli organi di polizia nell'aria in cui vivono. Alla fine della campagna veniva fuori che soltanto il 30% degli elettori sentivano che il paese si sta avviando verso una giusta direzione, che per il 72% certo gli Stati Uniti sono ormai un paese diviso più di quanto non fosse 4 anni fa, e che il 60% pensa che dopo 8 anni con il primo presidente nero le relazioni tra le razze siano peggiorate.
clinton trump copiaCLINTON TRUMP COPIA

Alla fine della campagna gli elettori si aspettavano che Hillary Clinton avrebbe costituito il famoso terzo mandato di Obama è che Trump in qualche modo avrebbe cambiato le cose. Un altro dato dimenticato. Ovvero che Trump non è mai apparso come il vero candidato repubblicano ma come un candidato indipendente e quindi ha scavalcato il disappunto di tanti repubblicani verso il leader del partito piazzati a Washington, dei quali buona parte dei cittadini pensa che non facciano niente, opinione condivisa dagli indipendenti.

hillary clintonHILLARY CLINTON
Per quegli elettori che i media stessero dalla parte di Hillary Clinton e che la aiutassero era un dato scontato e la maggior parte di loro si è sentito più infastidito dalla vicenda delle mail che non dai presunti scandali sessuali di Trump. Alla fine delle fiere issues matter, quel che conta sono le proposte. Dal 20 gennaio anche le azioni concrete. Vediamo nei prossimi giorni chi entrerà nel governo.







“THE DONALD” HA FATTO FILOTTO: POTRA’ CONTARE SULLA MAGGIORANZA REPUBBLICANA ALLA CAMERA E AL SENATO E NOMINERÀ ALMENO UN GIUDICE DELLA CORTE SUPREMA 

IL SUO PRIMO PASSO SARÀ CANCELLARE LA RIFORMA SANITARIA DI OBAMA 

ECCO IL SUO PIANO PER I PRIMI CENTO GIORNI

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Congresso americanoCONGRESSO AMERICANO

Un potere assoluto, che va dalla Casa Bianca al Congresso, passando anche dalla Corte suprema. È quello che ha conquistato martedì notte il Partito repubblicano, grazie al sorprendente trionfo di Donald Trump. Verrà usato subito per annullare tutto quello che si può cancellare dell' eredità politica di Barack Obama, e realizzare poi un'agenda conservatrice.

CORTE SUPREMA USACORTE SUPREMA USA
Per riuscirci, però, il nuovo presidente dovrà trovare un terreno comune con i leader di Camera e Senato, e con l'establishment del Gop contro cui aveva costruito la sua campagna. Un segnale positivo ieri è già arrivato dallo Speaker Ryan, che durante la campagna elettorale aveva esitato ad appoggiare Donald, ma ora lo ha abbracciato: «Ha vinto da solo, guiderà un partito unito».

Trump poi nominerà il successore del giudice della Corte Suprema Scalia, ma è possibile che durante il suo mandato altri magistrati anziani, come i liberal Ginsburg e Breyer, o il moderato Kennedy, si ritirino. Questo gli darebbe la possibilità di costruire un' ampia e giovane maggioranza conservatrice, capace di influenzare la direzione degli Stati Uniti per oltre una generazione.
paul ryan donald trumpPAUL RYAN DONALD TRUMP

Durante la campagna, Donald aveva indicato le sue priorità dei primi cento giorni. Aggiungendo gli altri temi di cui aveva parlato nei comizi, è possibile stilare la sua agenda.  Il primo punto, come ha ribadito ieri il leader del Senato McConnel, sarà cancellare Obamacare. Molti aspetti della riforma sanitaria potranno essere eliminati con un tratto di penna, mentre altri richiederanno l' intervento del Congresso. Trump, poi, non potrà fare a meno di costruire il muro lungo il confine col Messico, anche se farlo pagare ai vicini sarà complicato. L' opera poi richiederà il via libera del Parlamento, per i soldi comunque necessari, e perché dovrà attraversare circa duemila miglia di terreno con regole diverse.

paul ryanPAUL RYAN
Sull' immigrazione, il nuovo capo della Casa Bianca vuole cancellare il Deferred Action for Childhood Arrivals, cioè l' iniziativa di Obama che proteggeva dalla deportazione i «dreamers», illegali portati dai genitori negli Usa quando erano bambini. Poi ha promesso di cacciare i circa 12 milioni di immigrati senza documenti, riportandoli nei Paesi d' origine, dove poi potranno fare domanda per tornare senza amnistie.

Vuole controlli severi sulle persone in arrivo dai Paesi a rischio terrorismo, e fermare l'accoglienza dei rifugiati siriani. Ha detto anche di essere favorevole alla tortura, per sciogliere la lingua di chi potrebbe conoscere piani per attaccare gli Usa, un progetto che potrebbe risultare illegale, e comunque lo metterebbe in rotta di collisione col collega di partito e senatore McCain, ex prigioniero di guerra che aveva insultato durante la campagna.

OBAMA TRUMPOBAMA TRUMP
Il nuovo Presidente non riconosce che il riscaldamento globale è un fenomeno provocato dall' attività umana, e anche se non ha il potere di annullare l'accordo di Parigi firmato da Obama, può ignorarlo e non applicarlo. Il suo obiettivo infatti è aumentare la produzione di energia, favorendo anche il fracking e rilanciando l'estrazione del carbone. Un punto a cui tiene lo Speaker Ryan è la responsabilità fiscale, e su questo bisognerà trovare un compromesso.

Trump infatti vuole varare il più grande taglio alle tasse nella storia degli Stati Uniti, favorendo soprattutto le imprese, ma anche le famiglie. Ciò provocherà un buco nelle entrate, che secondo lui sarà compensato dall' aumento del gettito fiscale provocato dall' accelerazione della crescita. Ryan però potrebbe chiedere tagli alla spesa, per dare via libera ad un progetto che non gonfi il deficit.

obama trumpOBAMA TRUMP
Il nuovo capo della Casa Bianca infatti vorrebbe promettere ai privati agevolazioni fiscali da 137 miliardi di dollari, per stimolare un loro investimento oltre il trilione di dollari allo scopo di ricostruire le infrastrutture del Paese. Trump poi minaccia di abbandonare il Nafta, e tutti i trattati sul commercio che danneggiano i lavoratori americani. Di sicuro il Tpp con l' Asia e il Ttip con l' Europa sono morti, e lui vuole che le aziende Usa smettano di esportare lavoro all' estero. Questi piani potrebbero contrastare col tradizionale liberismo repubblicano.

Sul piano internazionale vorrebbe cancellare l' accordo nucleare con l' Iran, e intende aumentare le spese per la difesa. Però ha criticato la Nato, non vuole fare il poliziotto del mondo e scatenare guerre, e intende dialogare con Putin. Le scelte sulla Corte Suprema potrebbero mettere in discussione la legalità dell' aborto e dei matrimoni gay, mentre i finanziamenti illimitati alla politica non verranno più toccati. Un' agenda ambiziosa, dunque, che punta a cambiare la faccia degli Usa.


Fonte: qui

Usa 2016: Le reazioni nel mondo all'esito del voto


Le dichiarazioni dei leader oscillano tra la soddisfazione e la preoccupazione

Le reazioni alla vittoria di Donald Trump oscillano tra la soddisfazione e la preoccupazione.

"I legami tra Ue e Usa sono più profondi di qualsiasi cambiamento politico. Continueremo a lavorare insieme, riscoprendo la forza dell'Europa". Così l'Alto commissario Federica Mogherini su Twitter dopo l'elezione di Donald Trump.


ONU. "Mi congratulo con Donald Trump per la sua elezione come 45esimo presidente degli Stati Uniti, al termine di una campagna spesso divisiva. L'unità nella diversità è uno dei maggiori punti di forza di questo Paese e incoraggio tutti gli americani a rimanere fedeli a questo spirito": così il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha commentato il risultato delle presidenziali.


NATO. "La Nato è importante per la sicurezza collettiva in Europa, ma lo è anche per quella degli Stati Uniti" perché "l'unica volta che è stato invocato l'art.5" per la difesa collettiva l'Alleanza "è stato dopo l'attacco agli Usa" del 9/11 con l'intervento in Afghanistan. Lo ha detto il segretario generale Jens Stoltenberg dopo essersi "congratulato con Donald Trump" per l'elezione aggiungendo di "non vedere l'ora" di discutere col nuovo presidente, ricordando che "l'impegno alla difesa collettiva" è "assoluto e garantito".
RUSSIAVladimir Putin. "Abbiamo sentito le dichiarazioni elettorali dell'allora candidato alla Casa Bianca Donald Trump mirate a ripristinare i rapporti fra la Russia e gli Usa. Noi capiamo e ci rendiamo conto che sarà un percorso difficile dato il deterioramento in cui si trovano le nostre relazioni. La Russia è pronta a far la sua parte e desidera ricostruire i rapporti a pieno titolo con gli Usa".  Putin si è "congratulato" con Donald Trump per la vittoria e si augura che i "rapporti russo-americani possano uscire dalla crisi". Il presidente russo - che ha inviato un telegramma al nuovo presidente Usa - si dice "sicuro" che il dialogo fra Mosca e Washington, basati sul rispetto reciproco, rispondano "agli interessi dei due paesi". Lo fa sapere il Cremlino citato dalla Tass.
Tra i primi a parlare i russi con il presidente delle Commissione Affari Esteri del Senato Konstantin Kosachev: si "concretizza una piccola speranza" per migliore i rapporti russo-americani, anche se Trump "sarà frenato dal Congresso a trazione repubblicana".  "Ma - aggiunge - meglio rispetto alla disperante prospettiva di un'America guidata dalla Clinton", ha aggiunto.

MESSICO. "Ovviamente il Messico non pagherà per il suo maledetto muro": molto dura la prima reazione dell'ex presidente messicano Vicente Fox dopo l'elezioni alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha fatto della costruzione di un muro sulla frontiera fra gli Usa e il suo vicino meridionale un leitmotiv della sua campagna elettorale. Fox, uno dei leader del Partito di Azione Nazionale (Pan, opposizione di destra), ha detto che Trump è "un uomo d'affari mediocre" che "non capisce la differenza fra condurre un'impresa e governare un paese come gli Stati Uniti". "Se gli venisse veramente in mente di costruire il suo muro, scoprirà che noi messicani siamo come i nostri peperoncini: piccoli, ma piccanti", ha sottolineato l'ex presidente.

EUROPA. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e quello della Commissione Jean Claude Juncker si sono congratulati con Donald Trump in una lettera congiunta. "Oggi - scrivono - è più importante che mai rafforzare le relazioni transatlantiche. Non dovremmo risparmiare alcuno sforzo per assicurare che i legami tra noi restino forti e duraturi". Nella missiva, Tusk e Juncker hanno anche invitato Trump a visitare l'Europa per un summit Ue-Usa appena possibile.
Poi sempre Tusk: "Questa mattina ci siamo congratulati con il presidente eletto Donald Trump ma, nonostante sia una scelta democratica dei cittadini americani, siamo consapevoli delle nuove sfide che porta", di cui la prima è "l'incertezza delle nostre relazioni transatlantiche". Tusk ha quindi rivolto un "appello", dopo quello all'unità Usa da parte di Trump, "all'unità Ue e transatlantica", ricordando le "origini comuni" dovute agli immigrati europei in Usa e l'aiuto Usa per costruire l'Ue.
Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha affermato che con Donald Trump presidente Usa "sicuramente la relazione transatlantica diventerà più difficile". Schulz, intervistato dal primo canale pubblico tedesco Ard, ha fatto un parallelo con "le grandi paure" suscitate da Ronald Reagan e ha premesso che "il sistema degli Stati Uniti è forte abbastanza per reggere un presidente Donald Trump e integrarlo". Dopo l'ufficialità nel congratularsi con Donald Trump, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha espresso la "speranza che rispetterà i diritti e le regole fondamentali". Questo è un momento difficile nelle relazioni Usa-Ue - ha ribadito - ma Trump merita pieno rispetto". "Le campagne elettorali sono cosa diversa dalla politica - ha aggiunto - spero che ora ci sia un ritorno alla razionalità e che Trump si attenga alla costituzione americana". "Noi - ha concluso - siamo pronti a collaborare".

FRANCIA. "Dopo il Brexit, dopo l'elezione di Trump, l'Europa non si deve piegare. L'Europa deve essere più solidale e più attiva e più offensiva. Non dobbiamo abbassare la testa, serve un'Europa più solidale, non dobbiamo chiuderci su noi stessi. In questo mondo di incertezze la Francia e l'Europa hanno oggi il compito di rassicurare": lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Jean Marc Ayrault, intervistato in diretta su France 2. "Gli Usa - ha aggiunto .- sono i nostri alleati. Vogliamo continuare a lavorare con loro. Se i risultati saranno confermati ci congratuleremo con Donald Trump". "Questa elezione americana apre un periodo di incertezza. Va affrontata con lucidità e chiarezza": lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, commentando la vittoria di Donald Trump alla Casa Bianca. Bisogna essere "vigili e sinceri" con il partner Usa, ha precisato Hollande, congratulandosi "com'è naturale che sia" con il candidato repubblicano.

"Quello che è successo questa notte non è la fine del mondo, è la fine di un mondo": lo ha detto la leader del Front National, Marine Le Pen, dopo la vittoria di Donald Trump in Usa. "La sua elezione è una buona notizia per il nostro Paese. I suoi impegni saranno benefici per la Francia", ha continuato. E ancora, per Le Pen, quello di oggi "è il ritorno dei popoli liberi" e di "un'immensa sete di libertà".
GERMANIA. Germania e gli Usa sono legati da "valori" comuni e la Germania offre a Donald Trump una "stretta collaborazione": lo ha detto a Berlino la cancelliera Angela Merkel congratulandosi per la sua elezione.
Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier ha detto che sebbene le elezioni americane sono andate "diversamente" da quanto molti avrebbero desiderato "dobbiamo accettare" l'elezione di Donald Trump. Steinmeier, in una dichiarazione fatta a Berlino e trasmessa in diretta dalla tv N24, ha detto inoltre che ora "nulla e' piu' facile, molto diventa piu' difficile".
ISRAELE. Donald Trump "è un amico sincero dello stato di Israele. Agiremo insieme per portare avanti la sicurezza, la stabilità e la pace nella nostra regione". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu che si è felicitato con il presidente eletto. "Il forte legame tra Usa e Israele - ha aggiunto - si basa su valori, interessi e destino comuni. Sono sicuro che Trump ed io - ha concluso - continueremo a rafforzare l'alleanza speciale tra i due paesi e la eleveremo a nuove vette".
EGITTO. Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi si è congratulato con Donald Trump per la vittoria alle elezioni presidenziali americane. Lo rende noto la presidenza del Cairo. Sisi ha "augurato a Trump successo nel suo lavoro e ha auspicato una nuova era nei rapporti tra i due Paesi con un rafforzamento delle relazioni di cooperazione a tutti i livelli tra l'Egitto e gli Stati Uniti" ma anche della "pace e della stabilità nella regione mediorientale alla luce delle grandi sfide che sta affrontando".
TURCHIA. "Il popolo americano ha fatto la sua scelta e con questa scelta negli Stati Uniti inizia una nuova stagione. Auguro un futuro felice agli Stati Uniti, interpretando favorevolmente la scelta del popolo americano". Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sull'elezione di Donald Trump alla presidenza Usa.
COREA DEL SUD. La presidente sudcoreana Park Geun-hye ha sollecitato un rapido avvio della cooperazione con la nuova amministrazione Usa rimarcando la necessità di lavorare a stretto contatto di fronte alla crescente minaccia nucleare e sui missili della Corea del Nord. Nella riunione del Consiglio sulla sicurezza nazionale, Park ha sollecitato tutto il governo a "fare il massimo" per assicurare che sotto l'amministrazione Trump Seul e Washington lavorino insieme in modo "deciso" perché Pyongyang rinunci ai suoi piani attraverso "pesanti sanzioni".
GRAN BRETAGNA. Gran Bretagna e Stati Uniti rimarranno "partner stretti e vicini". Lo ha detto la premier britannica Theresa May congratulandosi con Donald Trump per l'elezione alla presidenza degli Usa. May si augura di parlare della "relazione speciale" fra i due Paesi "nella prima occasione possibile".
IRAN. "Il risultato delle elezioni negli Stati Uniti non ha alcun effetto sulle politiche della Repubblica islamica dell'Iran". Lo ha detto il presidente iraniano, Hassan Rohani, nel corso di una riunione di gabinetto riportata nel sito ufficiale della presidenza. Per Rohani, "il risultato dell'elezione indica instabilità all'interno degli Usa e sarà necessario un lungo tempo per la rimozione di questi problemi e differenze interni".
TURCHIA. "Ci congratuliamo con Trump. Invito apertamente il nuovo presidente all'estradizione urgente di Fethullah Gulen, la mente, l'esecutore e l'autore dello scellerato tentativo di colpo di stato del 15 luglio" in Turchia. Così il premier di Ankara, Binali Yildirim, dopo l'elezione di Donald Trump alla presidenza Usa, sottolineando che la consegna di Gulen alle autorità turche potrebbe rappresentare un "nuovo inizio" nelle relazioni tra i due Paesi, già segnate da una "partnership strategica".
SERBIA. "Che magnifica notizia. La democrazia e' ancora viva". Cosi' il premier conservatore ungherese Viktor Orban ha commentato la vittoria di Donald Trump nelle presidenziali Usa, con un messaggio su Facebook riferito dai media serbi.
CINA. Il presidente cinese Xi Jinping ha inviato un messaggio di congratulazioni al neo presidente Usa Donald Trump affermando di voler lavorare con lui nel rispetto del "win-win principle", vale a dire di una collaborazione vantaggiosa per entrambe le parti. E' quanto riportano i media ufficiali, in merito alla prima reazione della massima leadership di Pechino alla vittoria di Trump alle presidenziali americane.

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