9 dicembre forconi: 09/19/17

martedì 19 settembre 2017

Venezuela comincia a vendere il proprio petrolio in Yuan cinese. Sempre più concreto il pericolo di una invasione statunitense.

Il 15 settembre 2017 Venezuela ha cominciato a segnalare il prezzo di vendita del proprio petrolio in Yuan cinese, la cui sigla internazionale è CNY. Il Ministero dell’Energia e Petrolio del Venezuela nella sua pagina web ha riportato il prezzo medio di vendita settimanale del proprio petrolio in 306,26 Yuan, in aumento rispetto alla settimana scorsa quando era stato in media 300,91 Yuan.
Prezzi del petrolio nella pagina web del Ministero dell'Energia e Petrolio del Venezuela

Per la prima volta nella sua storia il prezzo del petrolio venezuelano non è più indicato in dollari. Nella stessa pagina web, però si riporta anche il cambio Dollaro/Yuan. Per un dollaro la settimana scorsa (all’8 settembre) occorrevano 6,52 yuan, alla data odierna per un dollaro occorrono 6,55 yuan.
Si tratta di un altro segnale della decadenza del dollaro (e degli Stati Uniti).
Perché Venezuela ha cominciato a segnalare e vendere il proprio petrolio in Yuan? Lo scorso 25 agosto il Governo statunitense di Donald Trump ha emanato pesanti sanzioni contro il Venezuela e PDVSA, l’industria petrolifera statale. 
L’obiettivo di queste sanzioni è impedire al Venezuela l’approvvigionamento di dollari e l’accesso ai finanziamenti. PDVSA, attraverso CITGO, la sua filiale negli Stati Uniti, vende il petrolio venezuelano negli USA; i dollari derivanti da questa vendita, fino al giorno delle sanzioni, venivano trasferiti al Venezuela, che li utilizzava per importare i beni di cui il paese ha bisogno.
Il Venezuela vende agli USA oltre un milione di barili di petrolio al giorno, ma in virtù di queste sanzioni è materialmente impossibilitato ad incassare i dollari derivanti dalla vendita. Non solo: le sanzioni impediscono la compravendita di titoli (Bond) emessi legalmente da PDVSA e quindi viene impedito l’accesso ad ogni forma di finanziamento.
Secondo Peter Koening (1), economista ed ex funzionario della Banca Mondiale (World Bank) si tratta delle sanzioni più dure della storia emanate dal Governo degli Stati Uniti; sono il frutto evidente di una guerra finanziaria diretta a paralizzare il paese e costituiscono, inoltre un crimine di guerra, dato che mettono in pericolo la vita di milioni di venezuelani.
In definitiva con queste sanzioni impedendo al Venezuela di accedere ai dollari, la moneta utilizzata nel commercio internazionale, si impedisce anche di poter comprare cibo e medicine nel mercato internazionale. 
Inoltre, le sanzioni hanno anche l’obiettivo di mandare il paese in default, in fallimento: non potendo accedere ai propri conti in dollari, il Venezuela sarebbe anche impossibilitato a pagare le rate in scadenza del proprio debito pubblico.
Queste sanzioni stanno spingendo il Venezuela ad abbandonare il dollaro ed a cercare nuovi mercati per la vendita del proprio petrolio e l’approvvigionamento dei beni di cui ha bisogno il paese.
La Cina è un paese in forte sviluppo che ha bisogno di energia, di petrolio e sta investendo fortemente in Venezuela e in tutto il continente americano; è sufficiente pensare che sta finanziando la costruzione del Nuovo Canale del Nicaragua, opera ingegneristica che permetterà il passaggio delle grandi navi cargo tra il Pacifico e l’Atlantico.
Cina, Russia, i paesi dell’Organizzazione di Shanghai (SCO) ed ora anche il Venezuela si stanno sempre più allontanando dall'egemonia del dollaro. 
Il commercio internazionale tra questi paesi si effettuerà attraverso le rispettive monete locali ed in particolare utilizzando sempre più le monete della Cina e della Russia (Yuan e Rublo).
Il dollaro, a cui è legato anche l’Euro, e tutto il complesso finanziario che ruota attorno ad esso (Federal Reserve, Wall Street, Bank for International Settlement, ovvero il BIS, ed il sistema SWIFT) saranno progressivamente sostituiti dal CIPS, il Sistema della Cina per i pagamenti internazionali e dal costituente Sistema per i pagamenti internazionali della Russia. Non va dimenticato che Russia e Cina in questi ultimi anni hanno acquistato grandi quantità di oro e continuano ad acquistarlo per sostenere la propria moneta. Sta dunque per terminare il monopolio del dollaro e della finanza statunitense ed occidentale. In definitiva stiamo assistendo al tramonto degli Stati Uniti.
Come reagiranno gli USA? 
Gli USA accetteranno di farsi pacificamente da parte? 
Certamente gli USA non accetteranno di farsi da parte; cercheranno in tutti i modi di mantenere il dollaro come principale moneta degli scambi commerciali internazionali.
In realtà per gli USA è una questione di vita o di morte: il giorno in cui il dollaro cesserà di essere la principale moneta del commercio internazionale, il giorno in cui il dollaro cesserà di essere la moneta di Riserva Internazionale per eccellenza sarà la fine per l’Impero statunitense. Nel momento il cui il dollaro cesserà di essere la moneta di riferimento internazionale, la grande quantità di dollari della Riserva Internazionale, la grande quantità di dollari  in circolazione, la grande quantità di dollari che la FED ha stampato per finanziare il debito pubblico USA sarà immessa nel mercato facendo letteralmente crollare il suo valore
In definitiva chi ha i dollari sarà costretto a venderli per acquistare le nuove monete internazionali. 
Il valore del dollaro crollerà e gli USA saranno interessati da una iperinflazione; l’Unione non reggerà e gli Stati Uniti termineranno dividendosi. 
Da tanti anni pensiamo e scriviamo che questo sia il futuro riservato agli Stati Uniti. Ovviamente gli USA sono ancora una grande potenza militare, anche se in declino, per cui utilizzeranno tutta la forza di cui dispongono per impedire l’abbandono del dollaro e quindi la loro fine.
Il Venezuela non aveva alternative: abbandonare il dollaro o sprofondare. 
La decisione di abbandonare il dollaro e vendere il proprio petrolio in Yuan inevitabilmente porterà gli Stati Uniti ad adottare provvedimenti di natura militare. 
Insomma non è difficile prevedere un intervento armato (diretto o indiretto) contro il Venezuela. In Venezuela tutti sono consapevoli di questo pericolo. Un anno fa circa, il Generale venezuelano Jacinto Pérez Arcay in una intervista a Russia Today, considerava "inevitabile" l'invasione statunitense del Venezuela. Oggi, dopo questa decisione di vendere il proprio petrolio in Yuan, il pericolo di una invasione statunitense diventa sempre più concreto e imminente.
Bisogna ancora aggiungere che la decisione di abbandonare il dollaro non riguarda solo il Governo, ma tutta la società venezuelana. La Banca Centrale del Venezuela ha cessato di offrire dollari al pubblico, sia imprese che privati (attraverso il Mercato cosiddetto Dicom); i cittadini e le imprese che disponevano di un conto corrente in dollari presto potranno aprire un conto corrente in Yuan, Rublo o Rupia. Insomma si va verso l’abbandono totale del dollaro.
Ovviamente il Venezuela non è isolato; Russia e Cina, le grandi potenze in ascesa che hanno grandi investimenti in Venezuela, non possono permettere una invasione del Venezuela; hanno il diritto di veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e sicuramente lo utilizzerebbero. 
Tutto ciò potrebbe non essere sufficiente per dissuadere gli USA da avventure militari contro il Venezuela o contro la Russia e la stessa Cina. Per gli USA – come analizzato – è una questione di vita o di morte.
Inevitabilmente il mondo sta andando incontro ad una guerra di proporzioni inimmaginabili. 
O meglio chi regge i destini del mondo sa benissimo quali sarebbero le conseguenze; non dimentichiamo che gli USA e altri paesi possiedono armi atomiche il cui utilizzo mette in pericolo la vita sul nostro pianeta. Loro, coloro che reggono i destini del mondo, sanno benissimo che stiamo andando verso una guerra catastrofica che potrebbe portare all'estinzione della vita sul nostro pianeta. 
È per questo motivo che si sono “preoccupati” di creare il “Deposito globale di sementi delle Svalbard" (Svalbard Global Seed Vault), un bunker quasi al Polo Nord in cui si conservano le sementi di tutto il mondo. Le sementi sembrano dunque a salvo, ma rimarrebbe vivo qualcuno per poterle utilizzare? 
Nota
(1) Peter Koening lo scorso 2 settembre ha inviato una lettera al Presidente Maduro in cui appunto esprime le sue considerazioni circa le sanzioni imposte da Trump al Venezuela. La lettera è leggibile all’Url: http://www.laiguana.tv/articulos/67286-carta-maduro-economista-banco-mundial 
Fonte: qui

Cipro ha guadagnato più di 4 miliardi di euro rilasciando “visti d’oro”

Nel solo 2016 Cipro ha rilasciato oltre 400 passaporti. 

Dal 2013 Cipro ha guadagnato oltre 4 miliardi di euro ha emesso passaporti per investire in bond o nel mercato immobiliare locale, riporta The Guardian. In quanto Stato membro dell’Unione europea, chi è in possesso di un passaporto cipriota può spostarsi liberamente in tutti gli stati dell’Ue. 

Nel 2016 Cipro ha rilasciato oltre 400 passaporti. Fino al 2013 la cittadinanza cipriota veniva concessa per decisione dei singoli ministri e tramite una procedura meno formale. Lo schema attuale permette di ottenere la cittadinanza cipriota attraverso l’investimento di almeno 2 milioni di euro in una proprietà o almeno 2,5 milioni di euro in titoli di stato o di imprese locali. Conoscere la lingua non è un requisito per chi vuole ottenere la cittadinanza cipriota, mentre lo è visitare il Paese ogni sette anni. 

Secondo The Guardian, la lista di personalità che hanno ricevuto un passaporto cipriota con il sistema dei “visti d’oro” comprende oligarchi russi e membri dell’elite ucraina, tra cui “un ex membro del Parlamento russo, i fondatori della più grande banca commerciale in Ucraina e un miliardario proprietario di un casino”. Il Ministro delle Finanza cipriota ha detto che il programma di cittadinanza è stato pensato per gli investitori “che vogliono creare le basi per un’attività e acquisire residenza in Cipro”. 

Inoltre le autorità locali assicurano di esaminare con attenzione tutte le richieste di cittadinanza e che tutti i fondi investiti devono superare una serie di controlli antiriciclaggio da parte di una banca cipriota. 

Fonte: The Guardian

Fonte: it.insider.pro

A Tsunami of Inflation Has Just Appeared on the Horizon

Inflation is coming.
It’s taken seven years of ZIRP and over $4 trillion in QE, but the Federal Reserve has finally begun to unleash inflation.
It won’t show up in the official inflation measures like the Consumer Price Index CPI for a while. And this is intentional. The Fed knows that CPI doesn’t measure real inflation.
How do we know this?
The Fed itself published a paper back in 2002 admitting its official measures of inflation (CPI and PCE) do a horrible job of predicting future inflation. The paper received almost no publicity for the obvious reason that it would reveal that the Fed’s whole emphasis on CPI and other official measure of inflation were a massive scam.
So what does predict future inflation accurately?
FOOD prices.
We see that past inflation in food prices has been a better forecaster of future inflation than has the popular core measure…Comparing the past year’s inflation in food prices to the prices of other components that comprise the PCEPI (as in Table 1), we find that the food component still ranks the best among them all
I want you to focus on these two admissions:
1)   The Fed has admitted that its official inflation measures do not accurately predict future inflation.
2)   The Fed admitted that FOOD prices are a much better predictor of future inflation. In fact food prices were a better predictor of inflation than the Fed’s PCE, non-durables goods, transportation services, housing, clothing, energy and more.
Put simply, if you want to predict inflation well… you NEED to look at food prices.
The process of tracking food prices begins with agricultural commodity prices: wheat, soy beans, lean hogs, sugar, rice, and the other stuff that is used to make “food.”
With that in mind, agricultural commodity prices look to be bottoming/ breaking out of a massive falling wedge pattern that has been developing over the last SIX years.
This chart is extraordinarily bullish with an upside target of 26-28. And when this hits, agricultural prices will spike, unleashing the first wave of an inflation tsunami.
The $USD has already picked up on this, dropping hard against EVERY major world currency thus far in 2017.
Put simply, inflation is coming. And you’re not taking steps to actively profit from this, it's time to get a move on.
Graham Summers
Chief Market Strategist
Phoenix Capital Research
Fonte: Z.H.

Le dure conseguenze del caso Ryanair: è arrivato il conto da saldare

Ryanair è nel caos più totale. Perché la compagnia aerea ha cancellato migliaia di voli e quali le conseguenze di questa scelta?
Sono queste le domande più ricorrenti nelle ultime concitate ore che hanno assistito inermi al crollo delle azioni Ryanair in Borsa.
Se inizialmente il caos della compagnia aerea ha generato le immediate proteste dei passeggeri e diversi moniti dall’Unione europea, la situazione pare ora aggravarsi per l’irlandese di Michael O’Leary che nelle prossime 6 settimane lascerà a terra circa 400 mila persone.
La cancellazione dei voli e il caos generato dalle notizie hanno fatto crollare le azioni Ryanair che sono passate dai 18,7 euro di inizio mese a quota 16 euro. Il conto per la compagnia aerea, però, potrebbe essere ancor più salato.

(Azioni Ryanair: andamento di breve)

Perché Ryanair ha cancellato i voli?

Prima di esaminare quali sono state e continueranno ad essere le conseguenze del caos Ryanair vale la pena di soffermarci sul perché la società ha cancellato i voli nelle prossime 6 settimane.
A pesare sulla decisione di Ryanair sicuramente l’esodo esodo messo in atto da circa 700 piloti che hanno abbandonato l’irlandese per tutte quelle compagnie aeree concorrenti che offrono notoriamente retribuzioni elevate.
A ciò si aggiungano poi le errate valutazioni dei riposi degli stessi piloti: una mala gestione del processo di allineamento del calendario di lavoro a quello gregoriano. Il riallineamento lascerà la stessa Ryanair con soli nove mesi in cui far smaltire le ferie: per questo motivo il personale in servizio sarà ridotto e la compagnia non riuscirà ad assicurare i voli.

Le conseguenze della decisione
Una situazione sempre più esasperata che ha portato alla drastica decisione di tagliare fino a 50 collegamenti al giorno per un periodo complessivo di 6 settimane. Oltre al crollo delle azioni Ryanair, quali altre conseguenze economiche avrà la scelta di cancellare i voli della compagnia aerea?
Come già accennato in precedenza, le prime a risentire delle notizie sulla cancellazione dei voli sono state le azioni Ryanair che hanno inaugurato la settimana con ribassi superiori ai tre punti percentuali. La sfiducia degli investitori nei confronti della compagnia aerea è tangibile, ma non è l’unico motivo di preoccupazione.
Non appena è esploso il cosiddetto caso Ryanair l’Unione europea ha inviato un monito alla compagnia:
“Ryanair deve rispettare le regole europee sui diritti dei passeggeri. Il rimborso, la riprogrammazione, il rimpatrio e in alcune circostanze una compensazione finanziaria”,
ha tuonato un portavoce della Commissione europea.
È proprio il tema dei rimborsi a far temere le conseguenze della cancellazione dei voli Ryanair. La stessa compagnia ha infatti stimato che le richieste di rimborso potrebbero arrivare a toccare i 35 milioni di euro.
Tra l’altro l’attuale crisi della compagnia aerea potrebbe impattare l’utile della stessa per circa 5 milioni o poco meno. Ricordiamo che la società di O’Leary ha chiuso l’ultimo esercizio con un utile di 1,31 miliardi di euro. Alla luce di tutto questo viene da chiedersi quanto ancora le azioni Ryanair risentiranno della cancellazione dei voli e quanto le finanze societarie saranno piombate dalla decisione.
Fonte: qui

RYANAIR OFFRE 12 MILA EURO AI PILOTI CHE CANCELLANO LE FERIE 
PER UNA PROGRAMMAZIONE SBAGLIATA DEI RIPOSI, CANCELLATI 50 VOLI AL GIORNO. E 400 MILA PASSEGGERI RIMANGONO A TERRA 
Da Ansa

Ryanair avrebbe offerto ai suoi piloti un bonus straordinario fino a 12.000 euro in cambio della parziale rinuncia alle ferie, allo scopo di far fronte alle cancellazioni di circa 50 voli la settimana nel prossimo mese e mezzo che rischiano di costare alla compagnia fino a 25 milioni in rimborsi.

RYANAIRRYANAIR
Lo scrive la stampa irlandese citando un messaggio interno ai piloti da parte del management: secondo Rte i piloti, tuttavia, non riceverebbero i bonus fino all'ottobre del prossimo anno. Nel documento, a firma di Michael Hickey, chief operations officer, si offrono 12.000 euro lordi ai capitani, e 6.000 per ciascun primo ufficiale.

Il pagamento dei bonus sarebbe condizionato al fatto che i piloti completino oltre 800 ore di volo nell'anno che terminerà a fine ottobre 2018 - scrive l'Irish Times - e accetteranno (se hanno preso un mese di ferie) di lavorare durante uno o due 'blocchi' di cinque giorni che la compagnia ha individuato per coprire il periodo più critico per le cancellazioni.

maria pilota RyanairMARIA PILOTA RYANAIR
Sono 702 i voli cancellati da Ryanair in arrivo e in partenza dagli aeroporti italiani verso mete italiane ed estere da oggi fino a fine ottobre. E' quanto risulta dalla lista pubblicata sul sito della compagnia irlandese low cost. Colpite tutte le tratte e tutti i principali scali del Paese. Solo oggi sono stati cancellati 17 voli, tra cui un volo Roma Ciampino-Londra Stansted. Domani i collegamenti cancellati saranno 13.

Le cancellazioni di voli decisa da Ryanair coinvolgerà circa 400 mila passeggeri. La compagnia inoltre stima che le richieste di rimborso arriveranno fino a 20 milioni di euro, ha detto ancora O'Leary in conference call con gli analisti, precisando che non c'è una carenza di piloti e annunciando che introdurrà un bonus fedeltà per i piloti per non lasciar scappare gli equipaggi. La compagnia ha detto che pubblicherà tutte le cancellazioni fino ad ottobre entro fine giornata.
michael o leary ryanairMICHAEL O LEARY RYANAIR

DELRIO, PRETENDIAMO RISPETTO ASSOLUTO 
"La situazione che è stata creata con la cancellazione dei voli Ryanair è molto grave. Sono stati provocati gravi disagi ai nostri cittadini e noi pretendiamo un rispetto assoluto dei diritti del passeggero". Così il ministro dei trasporti Graziano Delrio alla Festa dell'Unità di Imola. "Ho chiamato Enac perché ci sia la massima vigilanza, che vuol dire rimborsi completi, riprogrammazione dei voli, e anche le compensazioni, cioè le multe per questi disagi che sono stati creati. Seguiremo l'evoluzione non possiamo fare sconti a nessuno per disagi così grandi".

ENAC MONITORA, FINORA NO PROBLEMI IN SCALI
DELRIODELRIO
L'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, che è in costante contatto con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, informa che sta monitorando la situazione dopo le cancellazioni di numerosi voli da parte di Ryanair. Lo si legge in una nota dell'Enac, in cui si precisa che "al momento, non si stanno verificando problemi di operatività negli aeroporti italiani".
aspettando ryanairASPETTANDO RYANAIR

GIU' IN BORSA
La soppressione di centinaia di voli fa da zavorra al titolo di Ryanair. La compagnia aerea è arrivata a sfiorare una perdita del 5% sulla piazza di Londra, per poi riprendersi lievemente e al momento si aggira su una flessione del 2,5%.

Ryanair aveva annunciato venerdì sera l'intenzione di annullare 40-50 voli al giorno per le prossime sei settimane (fino a 2.100 fino alla fine di ottobre) "per migliorare la puntualità", scesa al di sotto dell'80% "per una combinazione di ritardi e scioperi dei controllori di volo, del maltempo e dell'impatto crescente delle assegnazioni di ferie a piloti ed equipaggio di cabina". La decisione ha fatto infuriare i clienti, anche italiani, preoccupati per i biglietti già acquistati, e ha indotto le associazioni dei consumatori a chiedere rimborsi e risarcimenti.

Fonte: qui

SCOMPARE A 78 ANNI STANISLAV PETROV, L'UOMO CHE SALVO' IL MONDO DA UNA GUERRA TERMONUCLEARE

IL COLONNELLO DELL’ARMATA ROSSA CHE NEL 1983 RICEVETTE IL SEGNALE DI UN ATTACCO TERMONUCLEARE AMERICANO MA NON DIEDE L'ALLARME PERCHÉ SI CONVINSE DI UN’AVARIA NEL SISTEMA DI MONITORAGGIO. 

SALVÒ IL MONDO MA L'URSS DECISE DI... - VIDEO


Riccardo De Palo per il Messaggero

petrovPETROV
Tutti conosciamo, per la loro fama sinistra, dittatori come Stalin e Hitler; o leader celebri per le loro conquiste positive, che siano Churchill o Lincoln. Eppure, se è vero che sono le persone comuni a fare la Storia, tutti dovremmo conoscere il nome di Stanislav Evgrafovi Petrov.
E invece, chi era costui?

L'uomo che ha salvato il mondo - perché di questo titolo avrebbe potuto fregiarsi il tenente colonnello dell'Armata Rossa - è scomparso all'età di 78 anni, nello stesso anonimato in cui era vissuto, nella sua casa alla periferia di Mosca. Non solo: la notizia della sua morte, avvenuta nel maggio scorso, è trapelata soltanto perché qualcuno si è ricordato dell'anniversario di quel 26 settembre del 1983, e ha voluto provare a cercarlo.
THE MAN SAVED THE WORLDTHE MAN SAVED THE WORLD

Ma cosa è successo, esattamente, 34 anni fa? Perché ci interessiamo tanto di quest'uomo nato a Vladivostok, là dove finisce la Transiberiana, cresciuto al tempo della Guerra Fredda e della divisione del mondo in due blocchi? L'alto ufficiale all'epoca era un analista in forze al centro di comando e controllo, chiamato a monitorare i silos in cui gli americani custodivano le loro forze strategiche. Il suo bunker era nei pressi di Mosca e si chiamava Serpuchov 15.

Quindici minuti dopo la mezzanotte, Petrov ricevette dai radar intercettori il segnale che sperava di non vedere mai: cinque missili termonucleari stavano per abbattersi sul territorio dell'Unione Sovietica, con il loro carico di morte e distruzione. Avrebbe dovuto seguire scrupolosamente il protocollo e informare immediatamente il Cremlino, che a sua volta avrebbe avuto soltanto quindici minuti per ordinare la rappresaglia. Invece ebbe una reazione che a qualcuno parve degna dell'indolenza di Oblomov, ma che invece era dettata da grande scrupolo e professionalità.

petrovPETROV
Cominciò a verificare i dati che si trovava di fronte perché qualcosa, a suo avviso, non quadrava. Gli americani - pensò - non avrebbero certamente lanciato soltanto un grappolo di missili, aspettando la risposta devastante che ne sarebbe seguita. Sarebbe stato un attacco troppo esiguo, rispetto alla potenza di fuoco di cui disponevano realisticamente gli Stati Uniti. L'ufficiale era insomma convinto che doveva essersi verificata un'avaria nel sistema. Così, invece di comportarsi come un Dottor Stranamore, pronto a premere il pulsante dell'Apocalisse, non avvertì nessuno. E salvò la Terra dalla minaccia di una catastrofe termonucleare.

Sarebbe stato lecito aspettarsi una qualche forma di riconoscimento, di ringraziamento, per avere evitato un abbaglio di simili proporzioni. La sua decisione, in fondo, era stata quella giusta; il disastro era stato evitato. Eppure, il fatto di avere rivelato che qualcosa non funzionava, in quel meccanismo sovietico che doveva essere considerato perfetto per definizione, divenne una colpa incancellabile.

L'ufficiale troppo scrupoloso fu redarguito, e, in seguito, posto in pensione anticipata. Come un qualsiasi militare punito per un errore inconfessabile. Se qualcosa era andato storto, era a causa di qualcuno molto più in alto di lui, e che non doveva essere in alcun modo smascherato.

BANDIERA USA BANDIERA URSSBANDIERA USA BANDIERA URSS
Petrov non ebbe altra scelta che ritirarsi in buon ordine, roso dall'amarezza, in un paese vicino alla capitale che si chiama Frjazino, che deve il nome agli artisti italiani che venivano a lavorare in Russia al tempo degli Zar. Era in pace con sé stesso. In fondo, aveva soltanto seguito il precetto di Gogol: «Evita qualsiasi frenesia, lascia che i tuoi giudizi smascherino la stupidità».


Ma cosa era successo al sistema di controllo? 

In seguito, si capì che quel segnale proveniente dai satelliti puntati sulla base di Malmstrom, in Montana, era un abbaglio dovuto a una rara congiunzione astronomica. 

La posizione della Terra e del Sole rispetto ai sensori in orbita, in quel periodo di equinozio, aveva provocato un errore di enormi proporzioni. Il caso fu messo in sordina e rivelato soltanto una decina di anni dopo. 

Ma non fu certo l'ultimo del genere. 

Già nel 1962, durante la crisi dei missili di Cuba, gli Usa del presidente Kennedy e l'Urss di Kruscev erano stati sull'orlo di un conflitto globale. 

E anche in questo caso a salvare il mondo fu un oscuro ufficiale della Marina, Vasili Alexandrovich Arkhipov, che non lanciò una testata nucleare.

petrovPETROV
Ma in quello stesso 1983, un'altra crisi era in agguato. 

Accadde a novembre, quando l'Unione Sovietica scambiò una banale esercitazione militare della Nato - denominata Able Archer 83, ovvero l'abile arciere dell'83 - per la preparazione di un attacco. Gli alleati volevano tenersi pronti nel caso che una guerra convenzionale sfociasse all'improvviso in un attacco nucleare. E per questo avevano testato i loro sistemi di comunicazione, ispezionato i missili e coinvolto persino i leader nazionali. Tutto sembrava andare per il verso sbagliato - come nella più famosa delle leggi di Murphy - quando l'esercitazione americana ebbe termine, e così finirono anche le paranoie dei russi. Ma, ancora una volta, il mondo era stato a un passo dall'olocausto.

Fonte: qui

IL RACCONTO CHOC DELLA SENZATETTO TEDESCA STUPRATA A ROMA, A VILLA BORGHESE

“MI HA AFFERRATO PER I CAPELLI, PICCHIATO E VIOLENTATO” 

"A UN CERTO PUNTO SONO SCAPPATA, MA LUI MI HA RAGGIUNTO E MI HA LEGATA PER NON FARMI FUGGIRE” 

CACCIA A UN GIOVANE TRA I 20 E I 25 ANNI DELL’EST

Da ansa.it

"Mi ha afferrato per i capelli, picchiato e violentato. A un certo punto sono riuscita a scappare, ma lui mi ha raggiunto, mi ha legato i polsi per non farmi muovere e sono continuati gli abusi". E' quanto avrebbe raccontato, sotto shock, la cittadina tedesca di 57 anni violentata la scorsa notte a Villa Borghese, nel cuore di Roma. La donna ha raccontato che l'aggressore aveva tra i 20 e i 25 anni, di carnagione chiara, forse dell'Est Europa.

"Ero spaventata, gli ho detto di andar via ma lui si è seduto vicino a me. Poi mi ha picchiata e violentata" ha aggiunto la donna. La violenza è avvenuto tra mezzanotte e l'una in un punto di Villa Borghese in cui la 57enne, senza fissa dimora nella Capitale, dormirebbe abitualmente.

stupro villa borgheseSTUPRO VILLA BORGHESE
La cittadina tedesca avrebbe raccontato che si trova a Roma da circa sei mesi e che di giorno chiede l'elemosina per le strade del centro storico mentre la notte dorme a Villa Borghese. Quando il suo aggressore è andato via si sarebbe slegata da sola e precipitata in strada dove ha chiesto aiuto a un giovane tassista che transitava in quel momento su viale Washington.

Fonte: qui