9 dicembre forconi: 01/05/18

venerdì 5 gennaio 2018

PENSIONE, QUESTA SCONOSCIUTA - IL CASO DI UNA DONNA DI 55 ANNI, CON 37 ANNI DI CONTRIBUTI, LICENZIATA DALLA SUA AZIENDA

ECCO LE STRADE PER PENSIONE ANTICIPATA, APE SOCIALE, RENDITA INTEGRATIVA TEMPORANEA ANTICIPATA 

Patrizia Del Pidio per https://www.investireoggi.it

Buongiorno signora Patrizia, ringrazio Dio per aver visto la sua mail così le scrivo sottoponendo la mia situazione. Ho cominciato a lavorare in una multinazionale il 22 marzo 1979. L’azienda ha esternato parecchi uffici nel mondo e così anche nell’unica sede in Italia…eravamo in 500 in unica sede a Cinisello Balsamo (Mi).
Sono stata ‘licenziata’ il 31 MARZO 2013 poi con mobilità di 3 ANNI. Totale 37 anni di anzianità…

All’inizio mi avevano proposto il pagamento dei contributi volontari ma…non parliamo delle cifre…un salasso…. tuttora ricevo i bollettini ma…sono lì nel malloppone INPS. Cosa ne sarà di me? Ho compiuto i 55 anni essendo nata il 24 ottobre 1962. Grazie in anticipo per la risposta che aspetterò con tanto piacere. Se ha bisogno del mio numero telefonico me lo faccia sapere. Grazie infinite e un caro saluto.

Risposta
PENSIONEPENSIONE
Purtroppo con la sua età e la sua contribuzione la possibilità di accedere nell’immediato a qualsiasi tipo di pensionamento sembra impossibile a meno che non abbia versato capitale in fondi di previdenza complementare durante la sua vita lavorativa.

Vediamo, quindi, quali sono le possibilità di pensionamento anticipato cui potrebbe accedere.

PENSIONE ANTICIPATA
Al momento per le donne sono richiesti 41 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica (che nel 2019 diventeranno 42 anni e 3 mesi), questo significa che dovrebbe versare 4 anni e 10 mesi di contributi volontari per accedere a questa forma  di pensionamento.
TRENTENNI E LA PENSIONETRENTENNI E LA PENSIONE

APE SOCIALE
Vi rientrerebbe a causa dello stato di disoccupazione ma sono richiesti 63 anni di età e anche standoci dentro con i contributi le mancano 8 anni per raggiungere l’età anagrafica attualmente richiesta.

QUOTA 41
Vi rientrerebbe poiché da quello che dice, essendo nata nel 62 e avendo iniziato a lavorare nel 1979 avrebbe contributi versati prima del compimento dei 19 anni di età e si trova in stato di disoccupazione. Ma purtroppo le manca il requisito contributivo richiesto di 41 anni di contributi versati, e anche in questo caso dovrebbe versare 4 anni di contributi volontari per potervi rientrare.

RITA
PENSIONIPENSIONI
Con la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata potrebbe avere un anticipo sulla pensione facendo ricorso al capitale accumulato nei fondi di previdenza complementare (attraverso TFR, contributo datoriale e aggiuntivo del lavoratore) se ne è in possesso. Questo tesoretto, in sostanza, può essere riscosso in anticipo quale rendita mensile per attendere la maturazione della pensione pubblica obbligatoria.

Dal 2018 potranno accedere alla RITA 2 tipologie di lavoratori:

a) lavoratori che cessino l’attività lavorativa e maturino l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia nel regime obbligatorio di appartenenza entro i 5 anni successivi, nonché abbiano maturato alla data di presentazione della domanda di accesso alla RITA un requisito contributivo complessivo di almeno 20 anni nei regimi obbligatori di appartenenza;

PENSIONEPENSIONE
b) lavoratori che risultino inoccupati per un periodo di tempo superiore a 24 mesi e che maturino l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia nel regime obbligatorio di appartenenza entro i 10 anni successivi.

Lei, nel caso abbia una previdenza complementare, potrebbe rientrarvi per il secondo caso. Le consiglio, in ogni caso, di rivolgersi ad un patronato per verificare la sussistenza dei requisiti nel caso potesse intraprendere questa strada che, nelle sue condizioni, ritengo essere l’unica percorribile.

Fonte: qui

IL GIUDICE DI ROVIGO CHE ORGANIZZA UNO SFRENATO PARTY IN MASCHERA E CREA UNA ‘LISTA DI VIAGGIO’

GLI OSPITI HANNO VERSATO SOLDI PER PAGARLE UNA VACANZA ESOTICA. SOLO CHE SI TRATTAVA DI AVVOCATI, CONSULENTI, NOTAI, PM 

NELLO STESSO TRIBUNALE C’È IL PM DAVIDE NALIN, APPENA SOSPESO DAL CSM…

Virginia Piccolillo per il Corriere della Sera

magistratiMAGISTRATI
C'è un nuovo caso che fa rumore a Rovigo e crea imbarazzo in tribunale perché coinvolge un magistrato. A pochi giorni dalla sospensione decisa dal Csm del sostituto procuratore Davide Nalin - coinvolto nella vicenda del consigliere di Stato Francesco Bellomo sulle aspiranti toghe che frequentavano i corsi della sua scuola, costrette a indossare minigonna e tacchi a spillo - nei corridoi del Palazzo di giustizia non si parla d' altro che di una festa memorabile. Degli invitati e degli esclusi, frequentatori abituali del tribunale.

il pm davide nalinIL PM DAVIDE NALIN
E della «lista di viaggio» per la festeggiata: Alessandra Paulatti, giudice della sezione civile. Al party per i 64 anni della magistrata, in discoteca, raccontato in qualche post su Facebook, subito rimosso su sua richiesta, ha partecipato la Rovigo che conta: magistrati, avvocati, notai, consulenti del tribunale. Qualcuno in maschera, inclusa la giudice.

Alcuni sono arrivati con un cadeau, altri invece hanno accolto di buon grado l' idea della giudice di aprire una sorta di «lista di nozze» presso un' agenzia della città, per un viaggio in una meta paradisiaca. Sull' opportunità dell' iniziativa si è scatenato qualcosa più di un chiacchiericcio.

il pm davide nalinIL PM DAVIDE NALIN
Giacché il regalo consisteva in un contributo, ovviamente in denaro, alla realizzazione del viaggio. E visto che tra gli ospiti c' erano consulenti tecnici del tribunale, legali, notai, c' è chi lo considera inopportuno. Anche se la magistrata è nota per comportamenti anticonvenzionali e qualcuno sottolinea i modi un po' bruschi che caratterizzano alcune sue udienze.

All' agenzia «Casa del Viaggio», in corso del Popolo a Rovigo, confermano l' esistenza della sottoscrizione per la giudice Paulatti. Un' impiegata chiarisce: «La lista è stata compilata. Ma adesso non si può più partecipare. È già chiusa. Del resto la festa c' è già stata almeno due settimane fa».

Francesco BellomoFRANCESCO BELLOMO
A sentire i partecipanti ci si è divertiti molto. «È stata una festa molto simpatica, organizzata con gusto e allegria. C' era una grande torta a forma di giardino fiorito. E la maschera della festeggiata voleva ricordare un' aiuola. Ma non mi citi perché anche io frequento per lavoro il tribunale», riferisce un avvocato, chiedendo il riserbo per «motivi di opportunità».
Un' esigenza molto diffusa.

In tribunale è tutto un «zitti, zitti». Mostrano foto, ma non vogliono che si pubblichino.
Per evitare che si possano sovrapporre i piani: quello festaiolo e quello della dialettica in aula. A maggior ragione nessuno ammette di aver partecipato alla sottoscrizione per il viaggio. Il desiderio di far cosa gradita potrebbe essere equivocato, spiegano, con il tentativo di ammorbidire quel carattere non facile.

Consiglio Superiore della MagistraturaCONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
Non giova il momento. La cittadella giudiziaria veneta è ancora sotto choc per il caso Nalin. Il giovane sostituto, che faceva parte del pool antiviolenza di genere, messo cautelativamente fuori ruolo dal Consiglio superiore della magistratura e ora indagato per stalking nei confronti della giovane borsista della Scuola di Bellomo. Secondo alcuni ospiti anche lui era nella lista degli invitati, ma non avrebbe partecipato.

I due magistrati hanno in comune un altro caso finito negativamente agli onori delle cronache: quello della bambina Eleonora Gavazzeni, nata tetraplegica a causa di errori in sala parto riconosciuti dalle perizie nel giudizio di secondo grado e, dopo 9 anni, ancora in attesa di un risarcimento. In primo grado Nalin non volle insistere per chiedere una consulenza tecnica, e le ginecologhe vennero assolte, ora deve pronunciarsi la Corte d' Appello di Venezia. Giudice del processo in sede civile la Paulatti, ricusata dal legale della famiglia Gavazzeni che le contestava «ostilità», decise poi di astenersi.

MAGISTRATIMAGISTRATI

Fonte: qui

I GIGANTI DEL WEB VANNO ALL’ASSALTO DEL SISTEMA BANCARIO, UN BOTTINO DA 160 MILIARDI

AMAZON, PAYPAL, GOOGLE, FACEBOOK, MA ANCHE LA CINESE ALIBABA, PER IL MOMENTO L’UNICA OPERATIVA IN ITALIA 

LO SCORSO ANNO IL COSIDDETTO ''FINTECH'' HA RACCOLTO QUASI 15 MILIARDI 

Sandra Riccio per la Stampa

Piccoli prestiti, pagamenti via app, trasferimento veloce di denaro e adesso anche gli investimenti in conti deposito. I colossi della rete, da Amazon ad Alibaba fino a PayPal, Google e Facebook, si stanno facendo largo nel mondo delle banche e della finanza. E' il FinTech che avanza, la rivoluzione tecnologica applicata al settore dei nostri soldi e degli investimenti.
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Negli ultimi anni ha visto un' importante accelerazione ma la vera spinta potrebbe arrivare nel 2018 con le nuove normative (MiFID II, Psd) che «apriranno» le porte delle banche ai nuovi conquistatori. Il timore che possano erodere fette di business ai «vecchi» operatori è grande. Secondo le stime di Bankitalia, tra 10 anni il 60% dei profitti che le banche ottengono dalle attività al dettaglio potrebbe essere sparito.

Tutti i segmenti sono sotto attacco. Qualche settimana fa PayPal, la piattaforma di pagamenti online (200 milioni di utenti nel mondo), ha acquisito una quota in Raisin, start-up berlinese che gestisce un sito di conti deposito di tutta Europa (Weltsparen.de). È il primo passo dei grandi big della Silicon Valley nel mondo degli investimenti per piccoli risparmiatori. Basta uno smartphone e la scannerizzazione di un documento e il conto è subito aperto e pronto a pagare gli interessi sui risparmi appena depositati.

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Anche i prestiti sono nel mirino. Nel 2011 Amazon, il colosso di vendite online (300 milioni di utenti) ha aperto un canale di crediti ai suoi rivenditori più fedeli con il suo Amazon Lending. Per ora il servizio è disponibile solo in Usa, Regno Unito e Giappone. I numeri sono impressionanti: a giugno i finanziamenti erogati erano arrivati a 3 miliardi di dollari, concessi a 20mila piccoli imprenditori. Sui piani futuri di questo nuovo modo di concedere credito Amazon non si esprime. L' ipotesi è che presto possa estendere la proposta anche ad altri Paesi, anche in Europa.

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Anche Facebook si è mossa e oggi consente ai suoi utenti Usa di effettuare pagamenti verso i soggetti inclusi nei propri contatti. In più sta perfezionando l' attività di piccoli prestiti e ha chiesto e ottenuto la licenza bancaria in Irlanda che potrà utilizzare anche negli altri Paesi europei.

Intanto un piede in Italia lo ha messo Alibaba. Il gigante cinese delle vendite online ha lanciato il suo AliPay, un servizio di pagamento veloce via app che è destinato principalmente ai commercianti e turisti cinesi in visita in Italia. Per offrire questo servizio, Alibaba ha stretto, in aprile, un accordo con Unicredit. Alipay conta su 450 milioni di utenti in Cina. Alibaba offre, inoltre, servizi di pagamento attraverso la sua controllata Ant Financial cui fa capo un fondo monetario con attivo superiore a 160 miliardi di dollari.

La Cina è il bacino che promette di crescere più in fretta. Secondo gli analisti di Moneyfarm, l' Asia si definirà come il grande hub del FinTech mondiale. «Spesso quando si parla di FinTech si è portati a pensare ai mercati maturi come Usa ed Europa, ma oggi la frontiera è in Asia». Nel 2017 ha raccolto investimenti per 14,8 miliardi di dollari secondo PwC contro gli 8,3 del Nord America e i 2,4 del Regno Unito.
PAYPALPAYPAL

«Il FinTech è una sfida nuova per tutto il mondo delle banche e della finanza che dovrà avere il coraggio di innovare di più e di guidare il nuovo corso - afferma Paolo Gianturco, Senior Partner di Deloitte, responsabile FinTech -. I big di Internet hanno un grande vantaggio tecnologico e un' enorme bacino di utenti pronti ad abbracciare ogni novità proposta. Non bisogna però dimenticare che anche le banche possono contare su specificità che sono una risorsa da enfatizzare e difficilmente attaccabile».

Per esempio, la capacità di relazione con la clientela o di gestione della complessa regolamentazione. «Non c' è solo la minaccia. Dal FinTech potranno nascere nuovi filoni di business per le banche».

Fonte: qui

COLPO GROSSO A VENEZIA! - TRAFUGATI I GIOIELLI DELLA MOSTRA SUI TESORI DEI MAHARAJA A PALAZZO DUCALE

IL FURTO E’ AVVENUTO MERCOLEDÌ MATTINA: IL LADRO E’ RIUSCITO AD APRIRE UNA TECA CON L’AIUTO DI UN COMPLICE E HA PORTATO VIA DUE ORECCHINI E UNA SPILLA DAL VALORE DI…


Hanno preso di mira uno dei simboli di Venezia nel mondo: Palazzo Ducale. Mercoledì mattina un ladro, avvalendosi con ogni probabilità anche di un complice, è riuscito ad aprire una teca in cui erano custoditi alcuni gioielli in esposizione nell'ambito della mostra "Tesori dei Moghul e dei Maharaja: la collezione Al Thani".

BOTTINO ORECCHINI E SPILLA

Tesori dei Moghul e dei MaharajaTESORI DEI MOGHUL E DEI MAHARAJA
L'allarme è scattato, ma l'intruso è riuscito comunque ad allontanarsi intascandosi un paio di orecchini e una spilla dal valore totale che si aggirerebbe sui 30mila euro. In ogni caso il bottino non sarebbe così ingente in confronto ad altre opere della collezione. Sul posto sono intervenute le pattuglie della polizia, tra volanti e squadra mobile. Il sistema di videosorveglianza avrebbe immortalato i malintenzionati in azione e sono in corso indagini e sopralluoghi per risalire alla loro identità. Si sarebbero confusi tra la folla dei visitatori, per poi entrare in azione verso le 10 dell'ultimo giorno di apertura della mostra.

ESPERTI DELLA POLIZIA DA ROMA

Tesori dei Moghul e dei MaharajaTESORI DEI MOGHUL E DEI MAHARAJA






La coppia di delinquenti è riuscita a evitare l'intervento dell'apparato di sicurezza (ci sarebbe un protocollo ad hoc previsto con la questura per quello che è uno degli obiettivi sensibili del centro storico) e del personale di sorveglianza. Operatori che possono essere anche armati. Intanto sono stati chiamati alcuni esperti della polizia da Roma per fare luce sul furto. A renderlo noto il questore Vito Gagliardi, che sottolinea che è indispensabile capire "cosa non ha funzionato" perché e "stata aperta una teca come fosse una scatoletta mentre l'allarme, se ha funzionato, è partito con ritardo". Le foto dei monili sottratti sono già state inviate a Londra, ai gestori degli stessi, per una corretta identificazione e la quantificazione del loro valore.

Tesori dei Moghul e dei MaharajaTESORI DEI MOGHUL E DEI MAHARAJA
LA MOSTRA

L'esposizione è stata inaugurata il 9 settembre scorso e ha fatto il pieno di visitatori, ammirati dalle gemme e dai gioielli indiani, datati dal XVI al XX secolo, appartenenti alla Collezione Al Thani. In mostra oltre 270 oggetti che raccontano cinquecento anni di storia dell’arte orafa legata, per origine o ispirazione, al subcontinente indiano. Gemme splendenti, pietre preziose, antichi e leggendari gioielli, accanto a creazioni contemporanee.

3 Gennaio 2018
Fonte: qui

ECCO IL VIDEO DELL'INCREDIBILE FURTO DI GIOIELLI ALLA MOSTRA A PALAZZO DUCALE A VENEZIA, “TESORI DEI MOGHUL E DEI MAHARAJA” 

LE GEMME DELLA MOSTRA SONO DI PROPRIETÀ DELLO SCEICCO HAMAD BIN ABDULLAH AL THANI, CUGINO DELL’EMIRO DEL QATAR, ESPOSTI PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA - VIDEO!


Da www.corriere.it

IL VIDEO DEL FURTO DI GIOIELLI ALLA MOSTRA A PALAZZO DUCALE A VENEZIAIL VIDEO DEL FURTO DI GIOIELLI ALLA MOSTRA A PALAZZO DUCALE A VENEZIA
Due gioielli indiani, orecchini e una spilla, della mostra «Tesori dei Moghul e dei Maharaja», a Palazzo Ducale a Venezia, sono stati rubati mercoledì mattina da una teca. L’allarme è scattato intorno alle 10. Sul posto la polizia. I monili della collezione dello sceicco Al Thani, avrebbero un valore di trentamila euro come valore doganale dichiarato, ma in realtà il valore reale potrebbe essere di qualche milione di euro. Le gemme della mostra sono di proprietà dello sceicco Hamad bin Abdullah Al Thani, cugino dell’emiro del Qatar, esposti per la prima volta in Italia.

Fonte: qui

Uomini di Soros hanno scritto il programma immigrazione del M5S

Inchiesta giornalistica potenzialmente devastante per il MoVimento. Il Primato Nazionale ha scoperto che il programma immigrazione dei grillini è stato scritto da persone direttamente legate alla Open Society di Soros. Inquietante e intollerabile, visto che non parliamo del PD.
Il secondo punto del programma, infatti, titolato “Il ricollocamento dei richiedenti asilo”, è stato redatto da Maurizio Veglio, avvocato membro della famigerata ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione):

Di ASGI abbiamo parlato nei giorni scorsi:
Come sappiamo per gli innumerevoli articoli scritti da Vox, e come rimarcato dal PN, ASGI è tra i promotori del ricorso vinto contro l’INPS[10] a proposito del “Bonus Mamma” che in origine non veniva assegnato alle straniere senza permesso di soggiorno di lungo periodo. Quindi, grazie all’associazione di Soros, tutte le straniere regolarmente soggiornanti in Italia ora hanno diritto all’assegno di 800 euro.
Insomma, il M5S fa scrivere il proprio programma sull’immigrazione a chi vuole finanziare l’invasione. Tragico e inaspettato.
E non è un caso il punto 2. Infatti, anche il punto 3 del programma immigrazione del M5S è stato scritto da un avvocato di ASGI, Guido Savio, e riguarda le “Commissioni Territoriali”, ovvero chi decide in merito all’esistenza dei requisiti per l’ottenimento dello status di profugo dei richiedenti asilo. Come affidare a Pacciani un asilo nido:
È paradossale – scrive il PN – che Guido Savio abbia sviluppato un documento per ASGI “con il sostegno di Open Society Foundations”, che sviluppa le medesime tematiche e le medesime critiche all’attuale regolamentazione delle Commissioni Territoriali, riportate poi nel punto del programma immigrazione del Movimento 5 Stelle.
Ancora più curiose sono le soluzioni sviluppate da Savio, con contenuti decisamente globalisti e di certo non “anti-establishment” che dovrebbero essere la nemesi dei pentastellati.
Guido Savio propone di formare 15.000 nuovi commissari formati da enti e organizzazioni come la Croce Rossa, UNHCR e EASO (European Asylum Support Office, agenzia della Commissione Europea supportata da varie ONG, molte delle quali finanziate da Soros[13] e tra le quali figura anche ASGI[14]). Quindi, secondo l’avvocato di ASGI delle organizzazioni internazionali, governative e non, dovrebbero istruire chi dovrà decidere a proposito dello status di profugo, sul sovrano territorio italiano: nulla di più “establishment”. Inoltre, ASGI “al fine della promozione di azioni anti-discriminatorie, si è costituita in giudizio con ricorsi civili e penali nell’ambito di alcuni procedimenti di rilevanza nazionale e in diverse cause concernenti il diritto anti-discriminatorio e sta promuovendo una rete italiana di operatori e professionisti capaci di sollevare presso gli organismi amministrativi e giudiziari le questioni antidiscriminatorie”.
Per tale motivazione, Guido Savio ha assistito un cittadino kosovaro, già pregiudicato (4 anni di carcere) presso il Tribunale di Milano, che aveva ricevuto un decreto di espulsione dall’Italia per pericolosità sociale (due rapine “violente” e un furto aggravato): il risultato è stato l’annullamento dell’allontanamento dal nostro Paese per “motivi familiari” (figlio minore residente in Italia).
Quindi i punti 2, 3 e 4 (come potete leggere nell’articolo completo) del programma immigrazione del Movimento 5 Stelle sono legati da un filo rosso: l’Open Society Foundations di George Soros. Ma leggendo l’interessante pezzo di Francesca Totolo, anche gli altri punti sono legati a percorsi e associazioni immigrazioniste.

Perché il M5S fa scrivere il proprio programma a personaggi finanziati dallo speculatore finanziario Gerorge Soros? Di Maio deve rispondere.
Fonte: qui