9 dicembre forconi: 05/18/19

sabato 18 maggio 2019

I veri professori insegnano, non manipolano

La cosa più difficile da imparare è ragionare con la propria testa. È necessario il coraggio, l'autostima, la conoscenza.

Il coraggio, come spiegava Don Abbondio, o ce l'hai o nessuno te lo può dare; ma autostima e conoscenza si possono apprendere, e gli artefici di questo apprendimento arrivano dalla scuola e dalla famiglia. In questo caso, è più importante la scuola, sia perché è una realtà di socializzazione più complessa di quella che può provenire dalla famiglia, sia perché il suo ruolo essenziale è quello di insegnare, dunque di far conoscere e di sviluppare l'autostima di un giovane attraverso l'apprendimento, attraverso il sapere. Compito molto difficile, certo, ma gli insegnanti vengono pagati per svolgere questo compito.
Ciò che ha fatto l'insegnante palermitana, i cui alunni in una video hanno accostato le leggi razziali nazifasciste al decreto sicurezza del ministro dell'Interno Matteo Salvini, è drammatico e grottesco al tempo stesso.
Credo profondamente nella libertà di pensiero, quindi se l'insegnante in questione ritiene Salvini non diverso da Hitler, Mussolini, mettiamoci anche Stalin, padrona di pensarlo e di dirlo ma a casa sua, tra gli amici, al bar, anche in un dibattito televisivo. Cioè, libertà di pensiero: poi spetterà ai suoi interlocutori capire, se lo volessero, quali siano i fondamenti di quel pensiero. A scuola assolutamente no, il comportamento deve essere diverso: qui la propria idea politica deve rimanere dietro le modalità dell'insegnamento, perché il compito dell'insegnante è di far conoscere cercando lo sviluppo di una coscienza critica da parte del giovane.
L'insegnante palermitana, che Salvini si augura torni presto a scuola («giovedì sono a Palermo e vorrei incontrarla», ha detto) ha fatto questo? No, quindi è stata una pessima docente.
Tenere separato il proprio punto di vista dall'insegnare la storia, l'italiano è difficilissimo, ma un insegnante è tanto più bravo quanto più riesce a tenere distinte le due posizioni (come dovrebbe fare un magistrato). Drammatica e grottesca l'insegnante palermitana. Drammatica perché rovina la testa dei suoi studenti, quando dovrebbe proteggerla e aiutarla a svilupparsi nell'autonomia di giudizio: cosa del tutto trasgredita con un'ignorante illustrazione della realtà che non rispetta la storia. Capisco che nel mondo della politica, del dibattito televisivo le associazioni tra passato e presente, tra le vicende storiche di un tempo e la realtà presente possano con semplicistica comunicazione essere mistificate per provocare. Ma a scuola no; questo è il luogo deputato alla comprensione scientifica dei fatti, all'approfondimento del sapere: le banalità non devono trovare spazio tra le mura della scuola, diversamente non è una scuola, ma un bar, un talk televisivo, anche.
Poi, dicevo, grottesca: l'insegnante palermitana è una penosa figura grottesca. È la nostalgia del Sessantotto e dei successivi Anni di piombo, quando si era inventato «l'antifascismo militante». Nel suo nome, veniva picchiato o ammazzato chiunque non si schierasse per l'antifascismo militante, che di antifascismo non aveva nulla, ma era il pretesto per l'esercizio della violenza contro un nemico designato. Non è un caso che, chi si è schierato a favore della professoressa palermitana, evochi l'antifascismo militante: cinquant'anni fa tragico, rievocato oggi grottesco. Fonte: IlGiornale

IL PUTSCH DELL’ONESTA’

Perfetta recitazione quella di Di Maio. Splendido tempismo.  “Alle europee la scelta  è fra noi e la Tangentopoli bis che stiamo vedendo nelle inchieste delle ultime tre settimane…..Perché il tema vero è che abbiamo una nuova Tangentopoli  –  che sta colpendo tutte le forze politiche e NOI dobbiamo arginare”.
Così spiega benissimo lo scopo della  mitragliata di inchieste, che i grillini si aspettavano gongolando da settimane, conoscendo date e circostanze in anticipo: “La scelta è fra NOI e la corruzione”.  NOI non abbiamo più bisogno di presentare un programma alla nazione, perché NOI siamo gli onesti. Perché “IL TEMA VERO”  non è  che le nostre  leggi  e programmi di decrescita bloccano l’economia in recessione,  che il reddito di cittadinanza è un fallimento, che non sappiamo cosa fare in nulla; “IL TEMA VERO”  è l’onestà. Non si può scegliere fra due programmi, ma  si deve scegliere fra onestà e corruzione.  Il  TEMA VERO non è  la crescita, non la UE, non l’euro,  non l’oligarchia euro-tedesca che spadroneggia; non se noi stiamo con Draghi e Mattarella o con gli euroscettici. Quelli non sono temi veri. Il tema vero è la  corruzione  e dovete stare con NOI perché “NOI la dobbiamo arginare”.
Chi ha  dato loro il compito di “arginare la corruzione”?  Il Procuratore Totale. Quello per cui non esistono innocenti, ma solo colpevoli che lui, il Procuratore, non ha ancora  indagato.
Ora, questo è un golpe. Il golpe dell’Onestà,  che abbiamo già visto in passato,  e sembra funzioni ancora. Quando voterete il 5Stelle, voterete l’ONESTA’, una condizione mistica di purezza, ma non chiedete il programma.
A Di Maio e seguaci, ricordiamo che c’è un modo  più radicale e profondo di essere disonesti in politica. Questo:
se votate per costui, non sapete per chi votate. Sapete solo che lui dice di essere ONESTO, ed è questo L'UNICO TEMA CHE HA. PER IL RESTO HA AFFERMATO TUTTO ED IL CONTRARIO DI TUTTO.
Altri esempi preclari di ONESTA’:
Giulia Grillo prima versione.
Sono ONESTI . Lo dicono loro. Lo garantisce il Procuratore:  naturalmente fino a quando il Procuratore non li intercetterà alla ricerca di un reato(o meglio ancora "possibile reato"!). Nulla di più facile. E come se la rideva sotto i baffi, pochi giorni prima della Tangentopoli bis. E come gli faceva da spalla complice e ridacchiante il giornalista…

„Datemi sei righe scritte dal più onesto degli uomini, e vi troverò una qualche cosa sufficiente a farlo impiccare.“ (cardinal di Richelieu)

Figurarsi in mesi di chiacchiere telefoniche intercettate. Fonte: Maurizio Blondet