IN UN VIDEO GIUSTIFICA L' ATTACCO CON "L'AGGRESSIONE DELL'OCCIDENTE ALLO STATO ISLAMICO" GIÀ DAL 2016 ERA STATO SCHEDATO DAI SERVIZI SEGRETI
MARINE LE PEN: ANCORA UNA VOLTA IL TERRORISTA ERA NOTO ALL’ INTELLIGENCE: PERCHE’ QUESTI ERRORI? -
In rue Monsigny, a due passi dall' Opéra Garnier, è arrivato in metropolitana: il sabato sera, atmosfera effervescente, poco prima delle 21, quando nei tavolini all' aperto dei bar e dei ristoranti non si trova più un posto, i ritardatari corrono verso i teatri e i turisti (tanti gli stranieri) trascinano le loro valigie a rotelle in uno degli appartamenti Airbnb della zona. Khamzat Azimov, vent' anni, francese di origini cecene, è sbucato dalla stazione Quatre-Septembre, una trentina di minuti di viaggio da quella della Chapelle, accanto a rue Pajol. Lì viveva con la sua famiglia, in un «meublé», un hotel dalla facciata scrostata, dove abitano precari e immigrati.
PARIGI - UN CECENO ACCOLTELLA I PASSANTI IN STRADA
Bruno e barba incolta, indosso pantaloni neri della tuta, è piombato nel quartiere dei giovani «globalizzati», le barbe curate da veri hipster, una delle zone delle start-up che fanno tanto Francia macroniana. Giovani, tanti giovani, tutti giovani, anche Khamzat, che in pochi minuti ha seminato il terrore. Ha tirato fuori un coltello e, prima di essere neutralizzato dalla polizia, ridotto a un corpo senza vita sul selciato, ha ucciso un imprenditore di 29 anni e ferito altre quattro persone. Davanti a lui, un fuggi fuggi. Romain era dentro allo Strabucks: «L' ho sentito gridare Allah Akbar due volte, ma con la voce bassa». Ostentava una strana calma, malgrado il panico intorno. Voleva uccidere.
Da Strasburgo alla capitale Chi era Khamzat Azimov?
PARIGI - UN CECENO ACCOLTELLA I PASSANTI IN STRADA
Nato in Cecenia nel 1997, era arrivato in Francia con i genitori all' inizio degli anni Duemila, durante la seconda guerra nella repubblica del Caucaso. Si stimano a 60 mila le persone di origini cecene che vivono in Francia, 10 mila soltanto nella provincia di Strasburgo. Ed è in questa città che finì la famiglia Azimov, nel quartiere popolare di Elsau. Riconosciuti rifugiati politici nel 2004, sei anni dopo Khamzat conquistò la nazionalità francese, assieme alla madre. Il giovane ha passato la maturità liceale. Ma già dal 2016 era stato schedato «S» dai servizi segreti, quell' archivio dove si inseriscono i nomi di coloro ritenuti a rischio di attività terroristica e che già comprende oltre 10 mila elementi sospettati di estremismo islamico.
AZIMOV
Azimov non aveva precedenti giudiziari, all' apparenza solo brutte frequentazioni: era amico del marito di una donna fuggita in Siria a combattere la jihad. Nel suo gruppo altri ceceni schedati, tanto più che, secondo le stime dell' intelligence, l' 8% dei combattenti jihadisti francesi in Medio Oriente hanno le stesse origini.
L' arresto di un amico Ieri, a Strasburgo, un suo amico d' infanzia è stato arrestato: i poliziotti hanno fatto irruzione nel suo appartamento e l' hanno trascinato via. Indosso aveva una maglietta con scritto «difendiamo Grozny» e l' immagine di un kalashnikov.
Anche i genitori di Khamzat sono stati fermati. Sono venuti a vivere a Parigi un anno fa: lui muratore precario, lei lavora in un' associazione di senzatetto. I vicini, in quell' albergo squallido, parlano di «una famiglia discreta, che non ostentava la fede religiosa. E Khamzat era riservato. Diceva che era studente».
Il video di rivendicazione L' Isis ha subito rivendicato il suo assalto e ieri ha diffuso un video dove l'uomo, a viso coperto, giurerebbe fedeltà all' Isis, affermando che la violenza in Francia «è il risultato dell' aggressione dell' Occidente allo Stato islamico». Il suo è stato uno dei tipici atti di «terrorismo low cost», con un coltello, così caratteristici degli ultimi tempi in Francia. Ma non sembra, come in altri casi, l' aggressione di uno squilibrato recuperata in maniera opportunistica dall' Isis.
AZIMOV
I genitori di Khamzat si sono detti sorpresi per la violenza scatenata dal figlio. Ma al progetto lui probabilmente pensava da tempo. «È ancora la gioventù di Francia a essere colpita», ha detto Gérard Collomb, il ministro degli Interni. Khamzat e le sue vittime, così diversi. Ma giovani, tutti giovani.