9 dicembre forconi: Mar Hotel Alimuri
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sabato 19 maggio 2018

A SORRENTO, CRESCONO I SOSPETTI CHE LO STUPRO DI GRUPPO A UNA TURISTA INGLESE NON SIA UN CASO ISOLATO

ALL'ATTENZIONE DELLA PROCURA C'È ANCHE LA DENUNCIA DI UN’ALTRA TURISTA INGLESE CHE, DOPO UNA VACANZA A POMPEI ALLA FINE DEL 2015, AVEVA RACCONTATO DI AVER SUBITO ABUSI DOPO ESSERE STATA NARCOTIZZATA

Estratto dell’articolo di Dario Del Porto per “la Repubblica”

uno degli indagati per lo stupro di sorrentoUNO DEGLI INDAGATI PER LO STUPRO DI SORRENTO
[…] La turista inglese vittima di una terribile violenza di gruppo consumata in un albergo di Meta di Sorrento potrebbe non essere stata l' unica a subire abusi dopo essere stata narcotizzata con la cosiddetta "droga dello stupro". […] gli inquirenti della procura di Torre Annunziata si stanno chiedendo […] se quanto accaduto ad ottobre 2016 si sia verificato altre volte. […] la vittima è stata narcotizzata il giorno prima della partenza per l'Inghilterra, il branco sembra aver agito in modo tutt' altro che improvvisato, alcuni di loro condividevano una chat denominata "cattive abitudini".

raffaele regio ciro d antonioRAFFAELE REGIO CIRO D ANTONIO



[…] All'attenzione della procura […] c'è anche la denuncia (di cui ha riferito il quotidiano il Mattino) di una turista inglese che, tornata in patria dopo una vacanza a Pompei alla fine del 2015, aveva raccontato di aver subito abusi dopo essere stata narcotizzata, senza però fornire dettagli. Gli atti in Italia sono stati trasmessi solo nel 2017, rendendo molto complesse le indagini. Dopo una prima richiesta di archiviazione, il gip ha disposto ulteriori accertamenti.

[…] Anche la direzione dell' hotel Alimuri è determinata «a costituirsi parte civile» ed esprime «piena vicinanza alla vittima». La struttura, che non è coinvolta nelle indagini, ricorda di aver subito licenziato l'unico dipendente ancora in servizio al momento dell' arresto. « Anche noi abbiamo il primario interesse affinché si faccia chiarezza».
gli accusati di stupro sorrentoGLI ACCUSATI DI STUPRO SORRENTO

Don Francesco Guadagnuolo, il parroco della basilica di Santa Maria del Lauro, racconta di una comunità « indignata e offesa. Preghiamo innanzitutto per la vittima. Poi, siccome Papa Francesco ci ha ricordato che dobbiamo essere misericordiosi con tutti, anche per quei ragazzi. Ma questo non significa giustificare un atto ignobile, anzi. È doveroso che la giustizia faccia il suo corso.

sorrento turista violentataSORRENTO TURISTA VIOLENTATA



C'è tanta amarezza, la nostra città è profondamente solidale. Qui, in questa chiesa, abbiamo accolto una famiglia di profughi siriani che viene aiutata da tutti e ora si sta integrando». È una bella giornata di sole, in Penisola sorrentina. Sulle spiagge ci sono già gli ombrelloni, il mare è tranquillo. Un paradiso offeso da un pugno di demoni. Sembra di sentirlo, l' appello disperato di quella donna che chiede giustizia: «Nessun essere umano merita di subire quello che successo a me». […]

Fonte: qui

giovedì 17 maggio 2018

“CI SIAMO FATTI UNA NONNINA, ERA NU PATANONE INCREDIBILE”

ECCO COSA SCRIVEVA IN CHAT IL BRANCO CHE A META DI SORRENTO HA DROGATO E STUPRATO SENZA PIETÀ UNA TURISTA INGLESE 

“QUELLO CHE HO VISTO IERI NON L’AVEVO MAI VISTO IN VITA MIA…”

Gabriele Bertocchi per www.ilgiornale.it

uno degli indagati per lo stupro di sorrentoUNO DEGLI INDAGATI PER LO STUPRO DI SORRENTO
Il tremendo stupro di Meta di Sorrento si arricchisce di dettagli bestiali. Il branco composto da una decina di persone dopo aver violentato la turista inglese si vantava nelle chat di gruppo chiamata "Cattive abitudini".

"Ci siamo fatti una nonnina… 40/50 anni… m’agg fatt nu tavolone cu na milf… era nu patanone incredibile… quello che ho visto ieri mai visto in vita mia": è uno dei messaggi senza pietà scambiati dal gruppo di stupratori immediatamente dopo la violenza carnale avvenuta nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2016. I messaggi sono stati rinvenuti nei cellulari di a Ciro Francesco D’Antonio, Davide Gennaro Gargiulo e Raffaele Regio, tutti nati nel 1995, tre dei cinque ex dipendenti dell’Hotel Alimuri, come riporta Il Fatto Quotidiano.

raffaele regio ciro d antonioRAFFAELE REGIO CIRO D ANTONIO
Gli arrestati per lo stupro non solo esultava per le loro azioni, ma si scambiavano anche "due foto di una donna seminuda trattenuta da braccia maschili". La donna ne ricorda un'altra che non è stata ritrovata nelle indagini, in cui avrebbe "il volto atterrito" per l'aggressione sessuale subita. Altri scatti potrebbero invece essere state eliminati prima del sequestro.

In una seconda chat tra Gargiulo e un uomo da identificare, tale Gobby, si legge: "Ieri mi sono fatto un tavolo con i ragazzi della cucina con una Milf canadese…", "Imm sclerat… Fantasticoooo". Il destinatario del messaggio chiede una foto. Gargiulo non ne ha sul telefono e le chiede a Regio. Il giorno successivo la riceve e la inoltra. L'amico non gradisce, ma Gargiulo lo ammonisce: "Na bella chiavat fidati".

gli accusati di stupro sorrentoGLI INDAGATI DELLO STUPRO SORRENTO

A un altro amico, conosciuto come "Il calabrese" scrive: "Agg fatt nu tavolone cu na milf", che in napoletano significa praticare del sesso spinto con una donna supina su una superficie ampia, come un letto o un tavolo. Anche Regio si vanta in chat: "Fratè mi so fatto una milf ultimamente", "sempre a tavolone…" ; "ci siamo fatti una nonnina"… "40/50 anni"… "fratè era nu patanone incredibile", "…quello che ho visto ieri non l’avevo mai visto in vita mia".

Fonte: qui

lunedì 14 maggio 2018

Turista inglese drogata e violentata: in manette cinque dipendenti di un hotel in costiera sorrentina



META - Violenza sessuale aggravata dalla somministrazione di sostanze stupefacenti: ecco l'ipotesi formulata dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata a carico di cinque tra dipendenti ed ex dipendenti di un albergo di Meta - il Mar Hotel Alimuri - arrestati dai poliziotti del commissariato di Sorrento e della squadra mobile di Napoli alle prime luci dell'alba. Secondo i pm oplontini, nell'ottobre del 2016 gli uomini avrebbero prima drogato con la cosiddetta «droga dello stupro» (Z-drugs e benzodiazepine) e poi abusato in gruppo di una turista inglese ospite della struttura ricettiva. 

In carcere sono finiti Antonino Miniero, Davide Gennaro Gargiulo, Fabio De Virgilio, Raffaele Regio e Ciro Francesco D'Antonio. 
 



I fatti accaddero durante l'ultima sera di permanenza della donna nell'hotel, quando due dei cinque arrestati, barman in servizio presso la struttura alberghiera, offrivano alla donna 50enne e a sua figlia un drink contenente la «droga da stupro». Le attenzioni venivano, quindi, concentrate sulla sola cinquantenne, che veniva condotta nell'adiacente locale piscina, dove entrambi i barman abusavano di lei. Consumata la prima violenza la donna veniva data in consegna a un altro dipendente dell'hotel che la conduceva all'interno di una stanza alloggio del personale, dove ad attenderla vi era un numero imprecisato di uomini - almeno una decina - molti dei quali nudi, che a turno usavano violenza sessuale su di lei. La donna veniva anche fotografata e ripresa dal branco con i telefonini. Ultimata la violenza di gruppo, uno di loro poi la riaccompagnava al piano della stanza.

Rientrata in Gran Bretagna la donna denunciava l'accaduto alla polizia del Kent: qui veniva sottoposta al prelievo di campioni biologici e ad accertamenti medico legali, durante i quali i sanitari britannici rilevavano lividi ed ecchimosi su tutto il corpo della donna. È stato possibile pervenire all'identificazione solo di alcuni dei componenti del gruppo, tutti dipendenti dell'hotel, prima attraverso l'esame dei dispositivi sequestrati al personale maschile in servizio presso la struttura, da cui è emersa una chat chiamata «Cattive abitudini», dove gli autori dello stupro commentavano l'accaduto, nonché altri scambi di messaggi contenenti anche le foto della donna durante la violenza; il rilevamento della presenza del Dna degli indagati sul corpo della vittima ed in particolare sulle aree interessate dalla violenza; la foto dei due barman scattata dalla cittadina britannica con il proprio telefonino; la presenza di un tatuaggio a forma di corona sul collo di uno degli autori dello stupro, così come descritto dalla vittima.

L'esame tossicologico sui campioni biologici della donna (urina e capelli) ha inoltre fatto emergere la somministrazione - nel periodo temporale coincidente con il denunciato stupro - di sostanze appartenenti alle classi farmacologiche meglio conosciute come «droga da stupro» in grado di alterare la capacità di autodeterminazione della vittima e la sua capacità di reazione. 


Fonte: qui